CNA Modena

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Una nuova nota del Ministero dell'Economia invita i comuni a ridiscutere i regolamenti della Tari. Le amministrazioni sino ad ora sorde alla richiesta di confronto di CNA -

Modena, 19 gennaio 2015 -

Circa due mesi fa CNA aveva inviato a tutti i Sindaci dei Comuni della provincia, una lettera per sottolineare l'opportunità di un riesame dei regolamenti della TARI, nelle parti riguardanti i criteri di applicazione della tassa rifiuti alle imprese artigiane ed industriali di produzione, alla luce di una circolare del Ministero dell'Economia e delle Finanze sull'intassabilità delle superfici ove si producono "in via continuativa e prevalente rifiuti speciali", a condizione, ovviamente, che le imprese provvedessero già a proprie spese al loro autonomo conferimento.

A oggi questa richiesta è stata in gran parte disattesa dai Sindaci. Dagli amministratori comunali, infatti, non sono arrivati i segnali di attenzione e di disponibilità a discutere nel merito della questione, che per le imprese manifatturiere determina un doppio costo ed arrivare a determinare spese anche di decine di migliaia di euro. Al più, qualche amministrazione ha frettolosamente liquidato la questione con risposte essenzialmente burocratiche, accompagnate dall'affermazione che i regolamenti in vigore sono da considerare pienamente legittimi e che la circolare MEF non ha valore giuridico.

In realtà, il 9 dicembre è intervenuta anche una risoluzione ministeriale che ribadisce e puntualizza in modo molto chiaro il principio della intassabilità delle aree produttive "che in genere producono in via prevalente rifiuti speciali", e torna ad auspicare che i Comuni, assieme alle categorie economiche, "ricerchino soluzioni regolamentarie più equilibrate e condivise, evitando quindi l'insorgere di possibili contenziosi".

"Verrebbe da dire che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire – commenta Andrea Tosi, responsabile delle Politiche Economiche di CNA Modena – e questo è particolarmente grave, di fronte ad una questione di grande importanza, riguardante la tassazione delle imprese in un contesto economico che continua a mettere in discussione la sopravvivenza stessa delle aziende. Stiamo parlando infatti di Tari, imposta che, incidendo sulla superficie produttiva delle imprese, determina esborsi notevoli".
"A nostro avviso – continua Tosi - la presa di posizione del MEF avrebbe dovuto essere colta con favore perché ripropone una questione che CNA sta sostenendo da anni, cioè la necessità di una tassazione equa, tesa ad evitare ingiuste duplicazioni di costi. Infatti, visto che le imprese già pagano per il conferimento dei rifiuti speciali prodotti, è palesemente ingiusto che le stesse imprese siano assogettate alla Tari, a meno che questa non venga appositamente modulata nei regolamenti comunali. Questo è il senso della nostra richiesta".

Del resto, lo stesso Ministero sottolineava l'opportunità, da parte dei Comuni, di una consultazione con le Associazioni di categoria per ricercare soluzioni che consentissero una tassazione più equilibrata e rispondente alla reale fruizione del servizio, evitando l'applicazione della TARI nelle situazioni in cui il presupposto del tributo non sorge, come nel caso delle superfici di lavorazione industriale o artigianale, dove si producono in via continuativa e prevalente rifiuti speciali che le imprese conferiscono autonomamente sostenendo per questo dei costi.
"Questo disinteresse – sottolinea Tosi – individua quindi una precisa volontà politica: quella di non voler affrontare la discussione delle scelte e dei criteri assunti come base per la tassazione delle imprese, nonché le modalità per la determinazione dei costi industriali del servizio rifiuti proposto ai comuni dalle società multiservizi e che le stesse amministrazioni tendono a recepire automaticamente".
"Siamo consapevoli delle difficoltà finanziarie dei Comuni, ma non si può sfuggire la necessità di far sì che la pressione tributaria sia ispirata alla maggiore equità possibile. Ecco perché ci aspettiamo dai Sindaci quella disponibilità a discutere approfonditamente del problema TARI, promuovendo quelle occasioni di confronto che fino ad oggi non si sono create, anche per evitare il ricorso ad azioni legali paventate dallo stesso Ministero.

(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)

Rete Imprese Italia su Sistri e Decreto Milleproroghe: "Un'assurdità da correggere immediatamente!" -

Modena, 15 gennaio 2015 -

"Dopo sette anni, all'assurda vicenda del Sistri si aggiunge l'ennesima beffa. Il Decreto Milleproroghe contiene l'obbligo per le imprese di pagare entro il primo febbraio i contributi per un sistema obsoleto che, è dimostrato, non garantisce in alcun modo la tracciabilità dei rifiuti. Non solo. Alla scadenza del primo febbraio si aggiunge anche quella del 30 aprile, per il pagamento del contributo 2015". Lo si legge in un comunicato stampa di Rete Imprese Italia.
"Dopo le recenti dichiarazioni del ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, sulla volontà del Governo di superare il Sistri – continua la nota – pareva si fosse scritta definitivamente la parola fine su questa esperienza fallimentare. Non è così! Ora si chiede di pagare per un sistema la cui operatività è stata differita di un anno e che non è mai diventato effettivamente operativo, tanto che nei prossimi mesi sarà archiviato in maniera definitiva".
"Se il Governo ha compreso l'inutilità di questo sistema, non obbligando più le imprese a servirsene – aggiunge il comunicato - non rinunzia, però, a pretendere i soldi dalle imprese a fronte di un servizio inesistente. Dopo che già le imprese hanno pagato a vuoto il contributo per l'utilizzo del Sistri negli anni 2010 e 2011, rilevanti risorse sottratte agli investimenti proprio negli anni in cui la crisi ha picchiato più duro".
"E' necessario, dunque, correggere questa misura al più presto – conclude la nota di Rete Imprese Italia - e confermare la proroga complessiva, per operatività e pagamenti, del Sistri il tempo necessario a definire un sistema di tracciabilità dei rifiuti nuovo, efficace e condiviso con le associazioni di categoria".

(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)

Le Associazioni che fanno riferimento a Rete Imprese Italia hanno presentato un documento sul Bilancio comunale di previsione per il 2015: "Inaccettabili ulteriori aumenti impositivi" -

Modena, 14 gennaio 2014 -

Oggi le Associazioni che fanno riferimento a Rete Imprese Italia (Lapam, Confesercenti, CNA e Ascom Confcommercio) hanno consegnato al Sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli un documento per mettere nero su bianco le proprie valutazioni rispetto al bilancio preventivo 2015 del capoluogo.

Valutazioni che partono dalla considerazione che la tassazione, anche localmente locale, ha raggiunto ormai livelli insostenibili e che quindi non si può pensare a misure che comportino un aumento su tasse e tariffe gravanti sul sistema economico. Due, in particolare, sono le imposte particolarmente opprimenti: l'Imu e la Tari. "Per ridare un po' di fiato alle Pmi – commenta in proposito Nicola Fabbri, portavoce di turno per Rete Imprese Italia della zona di Modena – continuiamo a ritenere necessario escludere dall'Imu, o da qualsiasi altra imposta, gli immobili strumentali all'attività d'impresa. Gli immobili produttivi utilizzati dalle aziende, infatti, sono beni che non rappresentano una forma di accumulo di patrimonio e che subiscono già una tassazione attraverso il loro concorso alla produzione del reddito d'impresa. È necessario ridefinire anche la declinazione della TARI, strutturando un sistema tariffario capace di rappresentare al meglio la reale produzione di rifiuti delle diverse categorie economiche e in grado di corrispondere ai reali costi di gestione del servizio rifiuti, sui quali ancora oggi non c'è sufficiente trasparenza.".

Secondo Rete Imprese, invece, sono positive le indicazioni che arrivano dal Documento Unico di Programmazione per una rimodulazione delle forme di gestione di alcuni servizi e la chiusura di quelli ritenuti non essenziali.
Un ruolo particolarmente importante dovranno averlo le cosiddette politiche di area vasta che, assieme alla razionalizzazione delle camere di commercio e di altre istituzioni locali, possono avere un forte impatto sull'economia locale. Ad esempio, attraverso una semplificazione della pubblica amministrazione e cercando una maggiore omogeneità territoriale nell'applicazione e interpretazione delle norme.
Nella vicina Bologna questo percorso ha portato alla fusione di 5 comuni della Val Samoggia: oggi quei territori hanno la possibilità di investire risorse, per altri vincolate dal patto di stabilità, in investimenti, oltre a poter deliberare strumenti di gestione unitaria. Le Associazioni di Rete ritengono che anche a Modena si possano valutare concretamente ipotesi di fusioni di comuni, andando oltre alle Unioni comunali.

Sui temi più strettamente locali, particolare attenzione è invece richiesta sui temi del piano sosta e dello sviluppo commerciale, con particolare riferimento al prossimo PSC.
Il documento termina con una serie di domande dirette al sindaco Muzzarelli, domande rispetto alle quali Rete Imprese Italia monitorerà le risposte.

Si impegna a non aumentare la pressione fiscale e tributaria ed a ridurre la spesa corrente nel bilancio di previsione 2015?
Si impegna a rivedere la partecipazione del Comune in enti, fondazioni, società partecipate?
Si impegna a mettere in discussione e rivedere, in seno ad ATERSIR, il capitolato standard del servizio rifiuti, per ottenere una revisione dei costi in vista della messa a gara delle concessioni prevista entro il 2015, arrivando eventualmente a sospendere il pagamento delle fatture di Hera in assenza di piani finanziari adeguati e trasparenti?
Si impegna, in coerenza con recenti pronunciamenti del Ministero dell'Economia e delle Finanze, a escludere dall'ambito di applicazione della TARI le aree destinate alla produzione aziendale?
Si impegna a concordare con Hera una proporzionale riduzione della spesa per la gestione dei rifiuti in relazione ai maggiori ricavi e utili che Hera stessa potrebbe realizzare grazie allo sfruttamento della massima capacità di incenerimento del termovalorizzatore di Modena, così come previsto dalle norme dello Sblocca Italia?
Si impegna a individuare, nel 2015, uno o più servizi pubblici a gestione diretta avviandone l'esternalizzazione a soggetti privati, e a indicare almeno una funzione amministrativa interna (paghe, CED, ecc.) prevedendone la razionalizzazione attraverso l'integrazione con altri enti o la esternalizzazione attraverso una procedura ad evidenza pubblica?
Si impegna a scegliere su base sovracomunale uno o più regolamenti da uniformare, semplificando le procedure e la modulistica di riferimento?
Si impegna a ridurre l'Imu che grava sui locali utilizzati per lo svolgimento dell'attività d'impresa?
Si impegna ad istituire l'elenco delle imprese fornitrici di lavori in economia in modo da agevolare, nei limiti di legge, e applicando il principio di rotazione, la partecipazione delle pmi locali agli appalti di opere pubbliche, nonché ad utilizzare il frazionamento degli appalti in lotti funzionali, come stabilito dalla legge 98/2013?
Si impegna a reinvestire in attività ed azioni di incoming turistico almeno il 70% delle entrate da imposta di soggiorno?
Si impegna ad un confronto aperto sulla programmazione del prossimo PSC anche in collaborazione e sinergia con i comuni limitrofi?
Si impegna a rivedere, come da impegno assunto, il Piano Sosta complessivo con le Associazioni Imprenditoriali per concordare le eventuali modifiche tariffarie?

(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)

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