Hamilton domina, Bottas lo segue. Vettel va sul podio, unica gioia di una domenica da dimenticare che consegna la leadership mondiale a Hamilton. Ferrari lontanissime dal vincitore: a Maranello c'è ancora tanto lavoro da fare.
di Matteo Landi
La gioia del box Ferrari è tutta concentrata nella persona di Vettel. Sbronzato dalla gioia dei tifosi in delirio per il loro beniamino di Rosso vestito. Vettel saluta felice, come potrebbe essere altrimenti viste le migliaia di persone che lo acclamano? Un amore incondizionato, un tifo sfrenato, nonostante il pilota di punta della Scuderia abbia tagliato il traguardo "solamente" in terza posizione. Lo scorso anno lo stesso risultato venne salutato da Arrivabene e compagni come un trionfo. Quest'anno a Maranello si giocano il mondiale ed un terzo posto significano 10 punti persi da Hamilton che ha dominato davanti al compagno Bottas. Fortuna che almeno Vettel gioisce, caricato dalla vista di cui i primi tre hanno goduto dal podio, perchè in Ferrari al termine dei 53 giri della gara monzese le facce erano tutte scure. Silverstone e Spa erano le piste più temute dagli uomini del Cavallino: in Inghilterra le previsioni hanno trovato conferma in una prestazione sciapa della Ferrari, condizionata anche da imprevisti alle gomme, una settimana fa in Belgio le previsioni venivano addirittura ribaltate da un Vettel vicino alla vittoria. Ormai la Rossa sembrava pronta a tutto, anche a ben figurare sulla velocissima pista di casa. I motori Mercedes facevano paura ma Vettel e Raikkonen erano certi di poter quantomeno battagliare con Hamilton e Bottas.
Ferrari, podio amaro: Mercedes troppo lontana. Red Bull si gode Ricciardo.
Le cose sono andate diversamente ed i 36 secondi che hanno separatato Vettel dal vincitore, per non parlare del minuto (!!) subito da Raikkonen, bruciano molto più della testa del mondiale persa a vantaggio dell'inglese della Mercedes che adesso vanta tre punti di vantaggio sul rivale. Pochi, pochissimi, se la Ferrari tornerà immediatamente sui suoi standard dimostrando che il Gran Premio di casa è stato solo uno scivolone isolato. Tantissimi, incolmabili, se la batosta tricolore deriva da un'evoluzione Mercedes che ha lasciato sul posto gli uomini di Maranello. Già dalle qualifiche Vettel e Raikkonen hanno capito che sarebbe stata una gara difficile: sul bagnato, 2 secondi e mezzo di distacco dal poleman Hamilton (69 pole per lui, un record) e terza fila sulla griglia di partenza, regalata dalle penalità subite dalle due Red Bull, altrimenti sarebbe stata addirittura quarta fila. Ma a Maranello sapevano che la gara si sarebbe corsa su asfalto asciutto e quindi non avrebbero incontrato di nuovo le difficoltà palesate in qualifica. Vettel come al solito si è battuto come un leone, superando subito Raikkonen ed i sorprendenti Stroll ed Ocon. Issatosi in terza posizione si è dovuto arrendere alla superiorità Mercedes e, nel finale, difendersi dal rimontante Ricciardo, partito dalla penultima fila ed autore del più bel sorpasso della gara ai danni di Raikkonen. Un'altra prestazione maiuscola dell'australiano che sta ridimensionando la baby-star Verstappen: a Monza l'olandese non è andato oltre la decima posizione finale, mostrando una grinta dispersiva sfociata in una foratura dopo un contatto con la Williams di Massa. Quest'anno la fortuna non è dalla sua parte e tutti i nodi vengono al pettine.
Hamilton e Bottas: cavalcata solitaria in casa del nemico
Senza sbavature invece la prestazione di Hamilton e Bottas, come detto assoluti dominatori in una gara che i tifosi Ferrari speravano andasse diversamente, sbeffeggiati dal giro d'onore percorso in parata dalle due frecce d'argento, quasi a rimarcare la superiorità teutonica che oggi più che mai hanno messo in mostra il nuovo leader del mondiale ed il suo compagno di squadra. Dopo la stupenda pole position conquistata sabato in condizioni di aderenza precaria, Hamilton è scappato subito allo start ottimizzando il rendimento della sua vettura. Bottas, partito quarto, si è divorato gli avversari con una facilità disarmante. Se Vettel ha compensato con la solita grinta una manifesta inferiorità di motore, Raikkonen ha mostrato tutti i limiti della cavalleria Ferrari: non siamo certo ai livelli del 2014, primo anno delle power unit, quando la Ferrari veniva sverniciata in rettilineo non solo da Mercedes ma anche da Williams, Force India e chi più ne ha più ne metta, ma la difficoltà messa in mostra da Raikkonen nell'avere la meglio sui modesti Stroll ed Ocon, entrambi motorizzati Mercedes, non è rassicurante. L'ultimo campione del mondo Ferrari ha poi tagliato il traguardo in quinta posizione confermando la posizione di partenza, dopo aver subito la fantastica rimonta di Ricciardo. Una settimana fa Mercedes punzonava la quarta ed in teoria ultima power unit della stagione, con il sospetto che si trattasse di un modo per aggirare la regola degli 0,9 litri massimi da consumare ogni 100 km (l'immissione di olio in camera di combustione a fini prestazionali e di affidabilità è uno dei temi caldi della stagione in corso), in vigore per tutte le power unit omologate da Monza in avanti. Ferrari ha risposto montando per il Gran Premio d'Italia power unit usate, rispondenti al vecchio limite degli 1,2 litri/100 km. Avesso fatto diversamente, viste le prestazioni monzesi, adesso saremmo in un ciclone di polemiche. Invece in Ferrari non ci sono appigli ed urge rimboccarsi ancora una volta le maniche per rimanere aggrappati al sogno iridato.
Poteva essere la gara degli outsider
A proposito dei già citati giovanissimi Stroll e Ocon! Il canadese, dopo una qualifica da sogno che gli ha consegnato la prima fila, mai un pilota così giovane (poco meno di 19 anni) si è qualificato tanto in alto, si è arreso agli eventi di gara giungendo comunque settimo al traguardo. Ocon, al volante di una velocissima Force India, gli è arrivato appena davanti dopo essere partito in terza posizione. Se sui 53 giri di gara si sono ristabilite le gerarchie, sabato sull'asfalto reso viscido dalla pioggia i due piloti hanno messo in mostra tutte le loro qualità: una conferma per Ocon, una rivincita per Stroll, una ventata di freschezza per tutta la Formula 1.
A Spa-Francorchamps, sesto appuntamento della Porsche Supercup 2017, è arrivato finalmente il primo podio stagionale per il team Dinamic Motorsport, grazie al secondo posto conquistato da Mattia Drudi in Gara 1.
Un weekend che però si è concluso nel peggiore dei modi per la squadra reggiana, che ha visto due delle sue tre vetture coinvolte in un incidente a pochi metri dalla bandiera a scacchi in Gara 2.
Dopo una qualifica esaltante, dove ha sfiorato la pole position (a portata di mano nell'ultimo tentativo, prima di incontrare traffico nella parte centrale del tracciato belga) conquistando comunque la prima fila, Mattia Drudi ha poi finalizzato quanto costruito in qualifica con un ottimo secondo gradino del podio alle spalle di Olsen, precedendo il leader del campionato Ammermüller con una prestazione maiuscola in 11 giri che hanno tenuto tutti con il fiato sospeso, grazie allo spettacolo regalato dai tre piloti. Poco più indietro un solido Daniele Di Amato: il romano, scattato 12°, era autore di alcuni sorpassi prima di essere costretto ad alzare il ritmo a causa di un fastidioso sottosterzo accusate nella parte più guidata del lungo circuito delle Ardenne, incamerando punti importanti per la classifica. Fuori dalla Top 10 ma prestazione positiva per Gianmarco Quaresmini, alla sua "prima" stagionale nella competitiva serie promossa da Porsche Motorsport: il bresciano è stato a lungo protagonista di una bella lotta con Egidio Perfetti, transitando poi sotto la bandiera a scacchi in 23esima piazza.
Visti i risultati positivi del sabato, Gara 2 partiva con le migliori intenzioni e tutta all'attacco per i tre portacolori Dinamic Motorsport. Purtroppo però le diverse condizioni della pista hanno creato qualche difficoltà di troppo, soprattutto in termini di grip meccanico. Al via Drudi era bravo a guadagnare subito due posizioni con uno splendido sorpasso sul rettilineo del Kemmel, salendo in quinta posizione; a centro gruppo, grande lotta tra diversi piloti in un gruppo comprendente anche Di Amato e Quaresmini, con il romano che però iniziava presto a soffrire di un sottosterzo notevole.
Al penultimo giro, il primo degli episodi "no" per Dinamic Motorsport: alla frenata di Les Combes, Mattia Drudi finiva in testacoda dopo un contatto con Ashkanani, chiudendo così solo 20°; nell'ultima tornata invece, un brutto incidente coinvolgeva sia Gianmarco Quaresmini (fino a quel momento autore di un'ottima gara che lo vedeva tenere la dodicesima posizione) che Daniele Di Amato, con i due fortunatamente usciti illesi al contrario delle rispettive Porsche, che riportavano numerosi danni che costringeranno il team a un lavoro extra in vista del round casalingo di Monza, in programma fra soli 5 giorni.
Mattia Drudi: "Sia in qualifica che in Gara 1 è andata molto bene: in qualifica mi stavo migliorando, avevo un intertempo migliore di mezzo secondo poi ho trovato traffico nel secondo settore è ho dovuto abortire il giro, un peccato perché sarebbe stata pole position sia per Gara 1 che per Gara 2. Nella prima è stata dura perché ho avuto Ammermüller incollato alla mia vettura per tutta la gara, provava a sorpassarmi in ogni curva, però la macchina era molto buona e questo lo dimostra il fatto che, pur difendendomi dal tedesco, Olsen era pochi decimi davanti a noi. In Gara 2, partendo settimo, è stato un po' più complesso: sono partito bene passando subito due avversari, solo che oggi mancava grip e facevo fatica, poi a due giri dalla fine mi sono toccato con Ashkanani, un contatto fortuito che però mi ha preso nella ruota posteriore sinistra spedendomi in testacoda senza poter far nulla, dispiace perché la quinta posizione non sarebbe stata affatto male."
Daniele Di Amato: "Diciamo che è stato un week end molto intenso. Prove libere e qualifiche veramente difficili sotto il profilo del rischio e della guida. Ieri è stata una bella gara: all'inizio la mia Porsche andava molto bene e riuscivo a tenere il passo dei primi, poi ho iniziato ad avere molto sottosterzo nel lento mentre nei tratti veloci eravamo sempre molto competitivi. Partire 12° e arrivare 8° mi permette di dire che è stato un bel risultato. Oggi in Gara 2 assolutamente una giornata da dimenticare, con l'auto che non aveva percorrenza in curva, fattore dovuto probabilmente alle condizioni della pista differenti. Poi l'incidente ha annullato tutto: non ho potuto fare nulla in quel momento se non frenare il più possibile. Davvero un peccato. Il team dovrà fare un miracolo per sistemare al 100% la mia vettura, la cosa più importante è sapere di poter partecipare alla gara di Monza."
Gianmarco Quaresmini: "Posso dire che il mio weekend a Spa è stato un crescendo fino all'ultimo giro di Gara 2. Peccato per l'incidente di oggi perché avrei chiuso 12°, con dieci posizioni guadagnate, con i tempi che erano decisamente più competitivi di Gara 1. Per essere la prima volta a Spa-Francorchamps sono contento, ma mi dispiace moltissimo per l'incidente a poche curve dal termine, dove purtroppo è rimasto incolpevolmente coinvolto anche Daniele; spero che i ragazzi del team riescano a ripristinare le auto in tempo per Monza."
Hamilton vince, la Ferrari convince. Vettel è secondo dopo una lotta al millesimo con l'inglese. La Ferrari va forte anche su una pista a lei meno congeniale.
di Matteo Landi
La Formula 1 torna dalla pausa estiva e lo fa sulla pista più affascinante del mondiale: Spa-Francorchamps, un circuito veloce e molto tecnico, pronto ad esaltare l'efficienza aerodinamica delle Mercedes e la potenza della loro power unit. Una gara vinta com'era facile pronosticare da Hamilton, ma che lascia più di un sorriso in casa Ferrari per com'è maturata la sconfitta di Vettel. Dopo la doppietta ungherese gioire per un secondo posto può sembrare alquanto anacronistico, ma in Ferrari fanno bene a farlo per come è maturato: una gara costantemente negli scarichi della Mercedes di Hamilton, una guerra di nervi, vissuta sui decimi di secondo, con l'altra Mercedes, quella di Bottas, che mai ha impensierito il secondo posto di Vettel. Una gara che dà alla Ferrari la certezza di essere più che mai in lotta per il mondiale, tanto quanto la straripante vittoria ottenuta sulla pista di Budapest, insieme a Montecarlo la più congeniale alle caratteristiche delle vetture di Maranello. Se a Silverstone la Ferrari era uscita con le ossa rotte, dalla pista belga, l'altra tanto temuta dagli uomini di Arrivabene, se ne va con la consapevolezza di avere ormai (quasi) raggiunto le prestazioni della Mercedes non solo sulle piste lente, dove ormai è appurata la superiorità delle vetture del Cavallino, ma anche sulle piste veloci con ampie curve, in cui appunto è determinante avere un'ottima efficienza aerodinamica. Alle Ferrari manca ancora un pò di motore. Si è visto quando nell'ultima parte di gara Vettel ha affiancato Hamilton alla ripartenza dopo il regime di safety car ma nulla ha potuto contro la velocità sul dritto della Mercedes ed ha dovuto desistere. Qualche cavallo in più ed ora festeggeremmo un'inaspettata vittoria Rossa.
Hamilton vince dopo la pole position dei record: 68 come Schumacher, ma attenti ai paragoni
Hamilton tuttavia non ha demeritato, anzi ha messo sul tavolo tutte le sue carte migliori a partire dalla qualifica: 68esima pole position in carriera, al pari del record assoluto di Michael Schumacher. Altri periodi, altre ere, paragoni difficili. Da una parte Hamilton, un pilota che ha debuttato su McLaren, al top nel 2007 insieme a Ferrari, lasciandola, prima del declino attuale, per la Mercedes dominatrice dei tempi nostri. Dall'altra Schumacher, un pilota che debuttò nel lontano 1991 su Jordan, immediamente passato alla buona ma non ottima Benetton di Briatore - squadra che lo stesso tedesco accompagnò con dedizione al titolo mondiale, mai neanche sfiorato in precedenza dalla squadra della nota azienda di abbigliamento - e che lasciò, dopo essersi ripetuto iridato, per fare la storia con la Ferrari, divenendo 7 volte mondiale con una squadra che, quando lo accolse nel 1996, era senza direzione, con prospettive nebulose, senza mondiali piloti dal 1979 e costruttori dal 1983. L'ultima parte di carriera del tedesco, dedicata allo sviluppo della Mercedes divenuta poi invincibile anche grazie ai suoi sacrifici, lo rese fra i piloti più longevi di sempre. Se Hamilton potrà addirittura migliorare il record di pole position che adesso detiene in coabitazione con il campionissimo tedesco lo deve anche a Schumacher, senza nulla togliere alla classe cristallina dell'inglese che quando è concentrato risulta praticamente imbattibile. Chiedere a Vettel, appunto, che gli ha fiatato sul collo per tutti i 44 giri di gara nell'attesa dell'errore che Hamilton non ha mai compiuto. Adesso l'inglese ha ridotto il distacco in classifica mondiale a soli 7 punti da Vettel e fra una settimana a Monza si prevedono scintille per un nuovo capitolo di una delle battaglie mondiali più belle degli ultimi anni.
Raikkonen aggressivo e sbadato: è quarto
A Spa la Ferrari ha sfiorato un doppio podio ma Raikkonen, autore a fine gara di un bellissimo sorpasso ai danni di Bottas, è stato incostante per tutta la gara, beccandosi inoltre una penalità di 10 secondi per non aver rallentato in regime di bandiera gialla: penalità severa ma giusta per un'infrazione sulla quale la Federazione non transige, dopo la tragedia di Bianchi. Il finlandese, fresco di conferma in Rosso anche per il 2018, si merita una sufficienza per l'aggressività mostrata nei sorpassi che lo hanno portato al quarto posto, ma alla Ferrari servirà il miglior Raikkonen per contrastare la Mercedes nell'ultima parte di stagione, quello per intendersi protagonista di una gara da antologia a Budapest. Intanto i tifosi Ferrari si possono rilassare, con la conferma di Raikkonen è arrivata anche quella di Vettel: fino al 2020 il tedesco vestirà di rosso.
Ricciardo, altra grande gara. Hulkenberg il migliore degli altri
Fra Vettel ed il compagno di squadra ha terminato Ricciardo, capace ancora una volta di sfruttare tutte le variabili di gara a proprio favore e terminare a podio anche su piste in cui Red Bull non può spiccare a causa del deficit di potenza del motore Renault. Una stagione meravigliosa quella dell'australiano, capace di mettere spesso in ombra il predestinato Verstappen, ancora una volta bersagliato però dalla sfortuna e destinato al ritiro per problemi tecnici. Grande gara anche di Hulkenberg, sesto al traguardo: da solo sta tenendo in corsa la Renault contro Williams, Toro Rosso e Haas nella lotta per il quinto posto finale fra i costruttori, anche se il suo compagno Palmer per una volta era sembrato veramente in palla fin dalle qualifiche ma tartassato da problemi di affidabilità non è riuscito ad andare oltre al 13esimo posto.
Force India: adesso la rivalità Perez-Ocon è pericolosa
Con il quarto posto nel mondiale praticamente in tasca in Force India dovranno rivedere le regole di ingaggio dei loro piloti: si ringraziano per aver dato pepe ad una gara che, lotta mondiale Hamilton-Vettel a parte, stava poco entusiasmando ma la rivalità Perez-Ocon è diventata pericolosa per loro e per gli altri piloti. Due incidenti in una sola gara sono decisamente troppi, considerando anche che sono entrambi avvenuti ad alta velocità ed il secondo ha azzoppato le speranze della squadra indiana, solo nona al traguardo con Ocon, ed ha lasciato in pista tanti pericolosi detriti obbligando la direzione gara all'ingresso della safety car. Serve una doccia fredda ai due piloti Force India, adesso arrivano Monza e le velocità record, i nervi dovranno essere ben saldi.
Breve pausa estiva ed è già il momento di tornare in pista per i protagonisti della Porsche Supercup 2017: dopo i test ufficiali di Monza di inizio agosto, il campionato monomarca della casa tedesca approda questo fine settimana in Belgio per il penultimo degli appuntamenti europei della stagione.
Saranno i 7.004 metri del circuito di Spa-Francorchamps ad infiammare nuovamente la lotta tra le oltre 25 Porsche 991 GT3 Cup attese al via, tra le quali spiccano i nomi degli alfieri Dinamic Motorsport: reduci da una parte centrale della stagione non facile ma comunque positiva, Mattia Drudi e Daniele Di Amato sono carichi per tenere alta la bandiera tricolore, con l'obiettivo di centrare quel podio che oramai, complice la sfortuna, è sfuggito per un soffio già in troppe occasioni; al loro fianco, fa il suo esordio nella Porsche Supercup 2017 Gianmarco Quaresmini, al volante della terza vettura schierata dal team reggiano, dopo i buoni riscontri ottenuti nelle prove di Monza ma, in primis, nella Porsche Carrera Cup Italia dove attualmente occupa il quinto posto assoluto.
Giuliano Bottazzi (Team Manager Dinamic Motorsport): "Spa è notoriamente una pista non facile, ma che sicuramente ci vedrà più competitivi, e qui sarà importante far bene dato che è uno degli appuntamenti in calendario con la doppia gara. Arriviamo da qualche gara sfortunata ma le prestazioni ci sono, come dimostrato nelle prove ufficiali e nei recenti test a Monza dove Mattia ha siglato il record del circuito; sicuramente sia lui che Daniele attaccheranno al 110%, e anche Gianmarco - che sarà al via della Supercup sia qui in Belgio che a Monza - ha tutte le carte in regola per un piazzamento nella Top 10. La grossa incognita sarà il meteo, sempre molto variabile a Spa, che potrebbe scombinare i piani da un minuto all'altro, e sarà fondamentale non farsi cogliere impreparati qualora dovesse piovere."
I piloti della Porsche Supercup, dopo le prove libere di venerdì 25 agosto, si sfideranno per la pole position sabato dalle 9:45 alle 10:15 mentre nel tardo pomeriggio, alle 18:45, scatterà Gara 1; domenica mattina sarà la volta di Gara 2, il cui semaforo verde è previsto per le ore 11:25. Entrambe le gare, che si correranno sulla distanza di 11 giri, saranno trasmesse in diretta televisiva su SKY Sport F1 e su Eurosport. Approfondimenti, news e live timing su www.racecam.de
Vettel e Raikkonen fanno doppietta. Hamilton quarto dietro a Bottas. La Ferrari festeggia una vittoria di squadra lanciando un segnale importante: il mondiale è possibile!
di Matteo Landi
Dopo la disfatta in terra inglese urgeva la riscossa. Doppietta, come a Monaco, su una pista che per tanti aspetti somiglia a quella del Principato. Dopo una qualifica dominata, Vettel e Raikkonen hanno tagliato il traguardo nell'ordine ma il risultato finale è frutto di un gioco di squadra che ha visto il finlandese vestire i panni dello scudiero del quattro volte campione del mondo tedesco, quest'ultimo alle prese per circa 40 giri con un problema allo sterzo che ha tenuto con il fiato sospeso l'intero box Ferrari.
Vettel parte in testa, domina, soffre e vince
Mentre le Mercedes si avvicinavano alle fuggitive Rosse, Vettel conduceva la sua monoposto tenendola lontana dai cordoli, per evitare che il problema allo sterzo si aggravasse. Raikkonen, alle sue spalle, si è quindi trovato nella più scomoda delle situazioni: da una parte non poter attaccare il suo compagno in lotta per il mondiale, dall'altra difendersi da Bottas, prima che il box Mercedes obbligasse il suo pilota a cedere la posizione ad Hamilton, quarto e poco incisivo fino a quel momento. Raikkonen non solo non ha ceduto un millimetro all'inglese, ma lo ha costretto alla resa finale, quando Hamilton consapevole del suo destino ha deciso di restituire il favore a Bottas. Il finlandese di casa Mercedes è andato quindi a festeggiare sul podio dopo una delle corse più strane della sua vita. Ma per la Ferrari poteva essere un dominio schiacciante.
Verstappen fa danni e viene penalizzato: che novità!
Al primo giro la safety car ha tenuto il gruppo compatto dopo che Verstappen ha colpito duramente il compagno Ricciardo, costringendolo al ritiro. L'olandese ha poi dovuto scontare una penalità di dieci secondi, escludendosi di fatto dalla lotta per la vittoria. Il destino gioca strani scherzi, dopo varie vicissitudini con i piloti Ferrari i commissari decidono di sanzionarlo quando danneggia il compagno di squadra. Doppia beffa quindi per la Red Bull che questo weekend ha schierato una vettura veramente veloce ma incapace di non andare oltre al quinto posto finale dell'indisciplinato olandese.
Ferrari, la riscossa dopo il duro lavoro
La Ferrari nei primi giri si è dimostrata imprendibile, ha capitalizzato il potenziale che quest'anno esprime sui tracciati lenti, evidenziando un carico aerodinamico delle sue vetture superiore alla concorrenza e senza il problema allo sterzo subito da Vettel avrebbe vinto la gara lasciando gli avversari a distacchi siderali. Com'è maturata tale superiorità? Prima del Gp d'Austria una richiesta di chiarimento della Mercedes aveva indotto la Federazione ad obbligare la Ferrari a modificare il fondo delle proprie monoposto. Sarà stato un caso ma proprio da quella gara le vetture di Maranello hanno mostrato prestazioni altalenanti. Fino al Gran Premio ungherese, in cui la squadra italiana ha nuovamente modificato, con successo, il fondo delle sue vetture. Una soddisfazione in più per gli uomini di Arrivabene, un segnale importante dato alla Mercedes che teme sempre più la squadra del Presidente Marchionne, finalmente festoso all'interno del box Rosso. Sotto al podio si è lasciato andare a dichiarazioni d'affetto anche nei confronti di Raikkonen, veramente in palla quest'oggi, e c'è da credere che la line-up Ferrari il prossimo anno non subirà cambiamenti, rimanendo cari al motto "squadra che vince non si cambia".
Alonso, il campione finalmente gioisce
Con i ferraristi ha gioito un altro grande di giornata, Fernando Alonso. Sesto al traguardo, al volante di una McLaren a suo agio sulla tortuosa pista magiara, ha messo in mostra la grinta dei giorni migliori, regalandosi addirittura il giro più veloce della corsa. Una piccola soddisfazione ma una vera impresa per questa McLaren. Adesso la Formula 1 va in vacanza, la rivedremo l'ultimo weekend di Agosto. Con questa vittoria Vettel porta a 14 punti il vantaggio su Hamilton, recuperando in parte quanto aveva perso nel fine settimana di Silverstone. Un mese per radunare tutte le forze residue e capitalizzarle prima del rush finale. Servirà la migliore Ferrari per tenere testa a questa Mercedes. Intanto Vettel e Raikkonen hanno dato un segnale di forza importante: il sogno iridato è possibile.
Incidenti, colpi bassi e sorpassi. E' successo di tutto sul cittadino azero. Si incendia la lotta mondiale fra Vettel ed Hamilton, con la complicità di maldestri commissari. Che Formula 1!
di Matteo Landi
Dagli abbracci, e dolci parole dei primi Gran Premi dell'anno, alle parole pesanti volate durante e dopo la gara azera. Da "che bello combattere per il mondiale con un campione vero come Vettel" a "Seb mi dimostri che è un uomo, faccia a faccia". Il rapporto fra Vettel ed Hamilton e le parole dell'inglese hanno avuto una brusca inversione di rotta. Non poteva essere altrimenti. Un rapporto di amicizia ad uso e consumo dei media, diventato finalmente quello che è, com'è naturale che sia quando due piloti con quel carisma si giocano un mondiale. A Baku è successo di tutto. Anche troppo. Dal rallentamento ingiustificato e pericoloso di Hamilton in regime di safety car - con conseguente lieve tamponamento di Vettel quando i due si trovavano in prima e seconda posizione - alla ruotata di Vettel inflitta al rivale dopo averlo affiancato chiedendogli spiegazioni. Un incidente senza conseguenze per entrambi, dettato dal nervosismo di Vettel, caduto nella trappola appena gettatagli da Hamilton. Difficile stabilire se il pilota Ferrari abbia volontariamente "speronato" il rivale, mentre gesticolava come un qualsiasi automobilista arrabbiato ad un incrocio.
Vettel perde la testa, ma i commissari vedono solo rosso
Ai commissari è sembrato un vero e proprio "fallo di reazione" ed al tedesco, dalle reazioni decisamente latine, è stato comminato uno stop and go di 10 secondi. Una penalità decisamente pesante, scarsamente utilizzata in tempi recenti, che però ci poteva stare. Peccato siano stati quegli stessi commissari, che hanno ritenuto pericoloso il comportamento di Vettel, a non pensare lo stesso dell'atteggiamento tenuto da Hamilton e che siano stati clementi persino con Bottas, reo di aver distrutto il fondo vettura e la gara di Raikkonen pochi metri dopo la partenza. Così le parole rilasciate da Arrivabene a fine gara "nel dubbio si penalizza sempre la Ferrari" sembrano molto più di uno sfogo dettato dalla delusione di una gara terminata con il quarto posto di Vettel ed il ritiro di Raikkonen, tartassato dalla sfortuna e costretto alla resa dopo varie vicissitudini. Tuttavia la squadra di Maranello dovrebbe gioire per i 2 punti guadagnati da Vettel su Hamilton, arrivato alle spalle del rivale dopo che il karma ha deciso di colmare la lacuna lasciata dai commissari, troppo benevoli nei suoi confronti: l'inglese ha rischiato di perdere la protezione-appoggio della testa ed è stato costretto ad un ulteriore pit stop.
Vince Ricciardo, Stroll a podio, Bottas secondo in volata. Che Gran Premio!
Safety car, bandiera rossa, incidenti, il Gran Premio di Azerbaijan ci ha riconsegnato la "magia" delle gare cittadine della Formula 1 che fu. Infuocando la battaglia mondiale Ferrari-Mercedes, messa quasi in secondo piano a vantaggio del primo podio di Stroll, fino ad ora sbeffeggiato da giornalisti ed addetti ai lavori, superato sul traguardo da Bottas, il quale dopo il contatto con Raikkonen si era addirittura ritrovato ultimo. Ma fra le litiganti Ferrari e Mercedes il terzo, Ricciardo, gode. Costretto ad una sosta ai box anticipata ha mantenuto i nervi saldi, è rimontato con tanto di triplo sorpasso ai danni delle due Williams e di Hulkenberg e mentre alle spalle i suoi colleghi se le davano di santa ragione ha tagliato il traguardo per primo consegnando un'insperata vittoria alla Red Bull, in un anno in cui la squadra austriaca sembra non trovare il bandolo della matassa della competitività. E dell'affidabilità, vedi il ritiro di Verstappen.
Force India: che duello in famiglia! McLaren a punti.
Dopo le incomprensioni dell'ultimo Gran Premio del Canada la coppia Force India è arrivata definitivamente allo scontro. Le capacità di Ocon sono ormai chiare a tutti, ma in futuro dovrà dosare la sua aggressività nei confronti del suo compagno di squadra: i due sono arrivati al contatto e Perez stretto al muro dal francese non ha potuto far altro che abbandonare la gara. Ocon è poi riuscito a risalire fino alla sesta posizione ma i punti conquistati dalla squadra indiana potevano essere di più. In mezzo a tanto clamore s'è fatto rivedere anche Fernando Alonso, capace di conquistare il nono posto ed i primi punti mondiali per la McLaren. Risultato magro se si pensa al blasone della squadra ma che rappresenta una piccola boccata d'ossigeno in un momento in cui fra la stessa McLaren ed la Honda non scorre più buon sangue. Chissà cosa riusciranno a fare su una pista più tradizionale, come quella che il Circus della massima Formula incontrerà fra due settimane in Austria. Sicuramente vivremo un'altra vicenda della lotta al vertice Ferrari-Mercedes giunta decisamente ai ferri corti.
Uno-due delle Ferrari con Vettel davanti a Raikkonen. I due ferraristi dominano in modo principesco nel giorno della debacle Mercedes. Ora Hamilton è a -25.
di Matteo Landi
Correva il 2001, e Michael Schumacher al volante della sua Ferrari tagliava per primo il traguardo del Gp di Monaco. Un bellissimo trionfo per la squadra di Maranello che colse addirittura una doppietta grazie al secondo posto di Barrichello. Poi il Principato di Monaco divenne stregato per le Rosse, fra incidenti clamorosi, come nel 2004 quando Schumi subì la tamponata di Montoya in regime di safety car, penalità inaudite, il colpito fu sempre il tedesco campionissimo della Ferrari al quale nel 2006 annullarono la pole position conquistata sul campo ritrovandosi costretto a partire ultimo, e qualche podio dal sapore di occasione persa, vedi l'edizione 2011 con Alonso ad un passo dalla vittoria e battuto da Vettel. 16 anni dopo l'ultima vittoria la Ferrari ritrova il gradino più alto del podio proprio con quest'ultimo dopo una gara alla....Mercedes.
Ferrari, che dominio!
Un weekend completamente dominato dai piloti di Maranello, che si sono contesi prima la pole position e poi la vittoria. Sabato Raikkonen ha ritrovato quella pole che gli mancava dal Gp di Francia del 2008, domenica Vettel ha chiuso il periodo nero della Ferrari nel Principato. Al via della gara il finlandese ha mantenuto la prima posizione davanti a Vettel e fino al primo ed unico pit stop le prime due posizioni sono rimaste invariate anche se il tedesco, con l'avanzare dei giri, si faceva sempre più pressante alle spalle del miglior Kimi Raikkonen degli ultimi anni. Veloce ed affidabile ha subìto prima la strategia Ferrari, che lo ha fermato ai box prima del compagno di Scuderia, poi il ritmo forsennato di Vettel, il quale dopo la sosta ai box è scappato dai radar dell'ultimo campione del mondo Ferrari. Ma occhio a parlare di gioco di squadra, per altro eventualmente legittimo: normalmente chi si ferma prima trae un vantaggio, ma Montecarlo non è una pista normale (vedi il "traffico" dei doppiati e l'asfalto decisamente "gentile" con gli pneumatici) ed in questo caso è successo esattamente il contrario. Per la gioia di Ricciardo, terzo alla fine, il quale è riuscito a beffare Bottas e Verstappen, ed appunto Vettel che ha avuto la meglio su un Raikkonen visibilmente abbacchiato a fine gara. Una vittoria avrebbe significato molto per il finlandese, a secco da Marzo 2013. Tuttavia, se Kimi continuerà ad avere questo rendimento, siamo certi che tornerà presto ad assaporare il sapore del successo. Dal canto suo Vettel non ha rubato niente ed anzi ha mostrato un rendimento perfetto in una domenica, per lui, perfetta. La Ferrari è tornata principesca!
Mercedes, che batosta!
Non hanno gioito in Mercedes. Bottas ha dato il massimo e nonostante non abbia commesso errori non è riuscito ad andare oltre la quarta piazza finale, soffrendo il passo lungo della propria monoposto parsa a disagio nelle strette stradine del cittadino monegasco. Peggio è andata ad Hamilton, solo settimo al traguardo dopo una delle sue peggiori qualifiche di sempre: impreciso, nervoso ed anche sfortunato, vedi una bandiera gialla proprio durante il suo ultimo giro veloce, poi abortito. Promosso di una posizione, 13esimo in griglia di partenza, solo grazie alla penalità inflitta al rientrante Button. Il rientrante pensionato, autore per altro di una gara decisamente negativa terminata anzitempo con il ritiro, lascerà ad Alonso una vettura con una power unit quasi fresca, viste le sostituzioni delle componenti operate dai suoi meccanici.
Alonso, niente Monaco. Per lui c'è Indianapolis
Lo spagnolo ha deciso con il coraggio del campione di affrontare la 500 miglia di Indianapolis sacrificando la presenza al Gran Premio di Monaco. Ad esser maligni potremmo dire che tutto sommato non sa quel che trova in America, ma sicuramente sa quel, poco, che lascia in Europa. Perchè la McLaren è una nave che sta affondando. Schettino o eroe dei due mondi? In ogni caso un grande in bocca al lupo a Fernando perchè servono gli attributi per disputare una delle gare più pericolose del pianeta con alle spalle solo pochi chilometri al volante della Dallara che piloterà.
Debacle Mercedes, Red Bull è la sfidante della Rossa
In concomitanza con una Mercedes che soffre ed un Hamilton vittima sì della sfortuna, ma per una volta anche di inusuale arrendevolezza, si è quindi rivista una buona Red Bull. Di questa Montecarlo Ricciardo conserverà il trofeo riservato al terzo classificato ma anche il ricordo di una gara in cui non ha mai mollato, sembrando a tratti anche capace di attaccare le due Ferrari. La safety car entrata in pista nel finale ha dato una speranza in più all'australiano ma niente ha potuto contro i due alfieri della Rossa. La Ferrari ha così finalmente rotto l'incantesimo del Principato ed adesso può veramente sognare. Vettel alla sesta vittoria in Rosso consolida la sua leadership iridata. Chi l'avrebbe mai detto pochi mesi fa? Se è un sogno non svegliatevi.
Bottas nega la doppietta alla Ferrari che si conferma al vertice. Prima vittoria del finlandese che umilia Hamilton. Vettel e Raikkonen bravi ma non basta.
di Matteo Landi
Un sabato da leoni, di quelli che alla Ferrari non capitavano da tempo, dal Gran Premio di Francia del 2008 per l'esattezza. Vettel non conquistava una pole position dal Settembre del 2015 e Raikkonen staccato di pochi millesimi dal compagno di squadra era finalmente tornato ai livelli che gli competono. Due piloti gasati da una vettura finalmente velocissima anche sul giro secco, dopo che Vettel aveva già dimostrato quanto lo fosse sulla distanza con due vittorie su tre gran premi disputati. Ma Vettel e Raikkonen non avevano ancora fatto i conti con Bottas. Il finlandese dopo un inizio di stagione in cui ha mostrato solo a tratti di valere il sedile che occupa, condito da una bella pole position ma anche da un imbarazzante testacoda in Cina, aveva l'occasione di prendersi la rivincita su una pista in cui ha sempre ben figurato nei suoi anni in Williams. E così dopo la terza posizione conquistata in qualifica, ben mezzo secondo più veloce del compagno Hamilton, Bottas ha rotto i sogni ferraristi quando allo spegnersi dei semafori è balzato addirittura in testa alla gara, beffando i piloti della squadra di Maranello. Con la Ferrari nei panni della....Mercedes 2017 vista nelle prime tre gare: veloce in qualifica ma meno incisiva in gara. Vettel ha poi compiuto un'esaltante rimonta nell'ultima parte di gara, arrivando a lottare per la vittoria, finita però nelle mani di Bottas.
Bottas, un'attesa quasi infinita
81 Gran Premi dopo il suo debutto nella massima formula il finlandese corona finalmente il suo sogno ed ora che ha la chance di correre con una vettura da vertice punta direttamente al bottino grosso, il titolo mondiale. In barba a chi lo vedeva come destinato al ruolo di gregario di Hamilton. E' ancora presto per dire se la carriera di Bottas prenderà le sembianze di quella di Rosberg, di certo il tre volte campione del mondo Hamilton inizierà a vedere il compagno di squadra sotto un altro aspetto. I 40 secondi di distacco rimediati dal vincitore bruciano ad Hamilton più del podio lasciato ai due piloti Ferrari Vettel e Raikkonen, rispettivamente secondo e terzo al traguardo. E sono forse più difficili da digerire dei 13 punti di distacco che adesso separano l'inglese dal leader del mondiale Vettel.
Hamilton, e quel Bottas che sa di Rosberg
Una rondine non fa primavera e sicuramente fra due settimane in Spagna Hamilton tornerà fra i protagonisti ma il weekend russo ha messo in evidenza tutte le crepe caratteriali del forte pilota inglese, incapace di accettare la superiorità mostrata una tantum dal compagno Bottas. Continui team radio hanno animato la gara di Hamilton, parzialmente rallentato da temperature della power unit ai limiti della norma, innervosito dal distacco che progressivamente lo allontanava dai primi tre. Imparare a perdere lo consacrerà definitivamente fra i grandi di questo sport, non solo a livello statistico e prestazionale ma anche umano.
Raikkonen di nuovo sul podio. Vettel quasi perfetto
In alto è tornato Kimi Raikkonen. In gara, dopo la pole position sfiorata, ha persino conquistato il giro più veloce, vera specialità della casa se si pensa che nella classifica di tutti i tempi è secondo solo a Michael Schumacher. Gli è mancata tuttavia la costanza del compagno di squadra Vettel il quale è stato quasi perfetto per tutto il weekend. Il tedesco avrebbe probabilmente vinto se in partenza non si fosse rivelato meno incisivo di Bottas, ma forse questa domenica niente avrebbe potuto ostacolare la prima vittoria di quest'ultimo, un vero maestro del circuito di Sochi. Per la Ferrari il bicchiere è quindi mezzo pieno: la velocità mostrata in prova ed in gara è sicuramente più positiva rispetto alla sconfitta rimediata più dal pilota Bottas che dalla Mercedes.
McLaren-Honda, la crisi infinita
Chi ha veramente deluso, ancora una volta, è la McLaren. Neanche partita con Alonso, 14esima con Vandoorne. Ormai letteralmente fagocitata dalla grave crisi Honda, incapace di puntare alla zona punti, relegata a quelle posizioni che generalmente occupano team con un budget infinitamente inferiore a quello del binomio anglo-nipponico. Alonso, a secco di titoli mondiali dopo i due conquistati nel 2005 e 2006, sta bruciando gli ultimi anni di una carriera che avrebbe potuto essere più gloriosa se il suo limpido talento fosse stato accompagnato da più saggezza. Fra due domeniche i tifosi spagnoli saranno in grado di addolcirgli l'amarezza della lotta di centro classifica. Su una pista, quella di Barcellona, che siamo certi regalerà ancora spettacolo nella lotta al vertice fra Ferrari e Mercedes.
Vettel torna sul podio, Raikkonen quarto. Monza in festa. E' grande Ferrari ma non abbastanza per battere le Mercedes. Vince Rosberg ed Hamilton è secondo.
di Matteo Landi 4 settembre 2016 - Fare meglio era difficile, anzi impossibile. La Ferrari torna sul podio dopo quattro gare a secco. A fine corsa una marea rossa festeggia il terzo posto di Vettel come fosse una vittoria ed applaude il vincitore Rosberg, che si improvvisa vocalist intonando il famoso motivetto che festeggiò la nazionale italiana di calcio campione del mondo nel 2006. Una gran festa. Grazie Monza e grazie ai tifosi Ferrari, sportivi come non mai.
Per l'Autodromo non ci poteva essere modo migliore per festeggiare il raggiunto accordo fra Ecclestone e le istituzioni che dà a Monza il privilegio di ospitare nei prossimi tre anni il Gp d'Italia. Grazie alla Ferrari, che ritrova la forza per tornare seconda forza del mondiale, stavolta la Red Bull non è mai stata una seria minaccia.
Vettel: stavolta non sbaglia e torna a sorridere
Vettel, dopo l'errore commesso a Spa, torna il pilota consistente e veloce che conosciamo, ma Raikkonen, giunto ottimo quarto, quando è sembrato nelle condizioni di poter attaccare il compagno ha desistito privilegiando l'interesse della squadra al suo, ancora una volta. La gara del finlandese assume ancor più valore se si considera che già dopo pochi km aveva ricevuto dal suo box l'ordine di prendere margine da Vettel, in quanto la temperatura funzionale del suo motore era già prossima ai limiti di guardia. La squadra di Maranello dimostra che se ha un weekend "lineare", senza incidenti, può recitare stabilmente il ruolo di seconda forza del mondiale. A più non può aspirare. Non con questa Mercedes, capace di un'altra doppietta. Rosberg ed Hamilton pur correndo con gomme più dure rispetto ai ferraristi, in virtù di una strategia basata su una sola sosta a differenza delle due di Vettel e Raikkonen, non hanno di fatto mai avuto rivali. Solo nel finale le due rosse si sono dimostrate più veloci delle rivali ma il distacco accumulato nei primi due terzi di gara era troppo importante. Gli obiettivi della squadra di Maranello sono ormai falliti, come dichiarato dallo stesso Marchionne, ma resta da raggiungere e superare la Red Bull, seconda nel mondiale costruttori. Per farlo i due ferraristi dovranno accumulare nelle ultime sette gare 12 punti più di Riccardo e Verstappen, traguardo non impossibile.
Red Bull dietro le Ferrari
A Monza Ricciardo ha conquistato la quinta posizione finale, ottima se si considera il deficit di potenza che la power unit paga nei confronti dei rivali. L'altro alfiere della Red Bull, Verstappen, dopo i disastri del Belgio è sembrato solo una copia sbiadita del vincitore del Gp di Spagna. Tanto fumo e niente arrosto per il giovane pilota ultimamente al centro delle critiche per il suo atteggiamento spregiudicato in pista e per il comportamento arrogante tenuto fuori dall'abitacolo. Serve un bagno d'umiltà perchè il talento c'è, eccome.
Hamilton, troppi errori. Ne approfitta Rosberg. Mondiale vivo
Se da una parte il mondiale vede la lotta Ferrari-Red Bull, dall'altra quella dei due piloti Mercedes, ora divisi da due punti in classifica, unici in grado di competere per il bottino grosso. Dopo la superiorità mostrata sabato da Hamilton, il pilota inglese sembrava avere già in pugno la terza vittoria consecutiva a Monza. Così sarebbe stato se non avesse avuto una terribile indecisione in partenza che lo ha addirittura relegato quinto al termine del primo giro. Grazie ad un mezzo veloce in tutte le condizioni ha approfittato della strategia su una sosta ai box per risalire la china, ma varie sbavature non gli hanno permesso di ricucire il divario che ormai si era creato con il compagno di squadra. Rosberg ha così potuto festeggiare la seconda vittoria consecutiva ed adesso la lotta per il mondiale è più viva che mai.
Massa e Button: la vecchia guardia che se ne va
Non è riuscito a ripetere il podio dello scorso anno Felipe Massa. Il brasiliano ha annunciato il ritiro dalla Formula 1 al termine della stagione. Per farlo ha scelto lo stesso luogo in cui Michael Schumacher annunciò il suo (primo) ritiro nel 2006 lasciando proprio a Massa la possibilità di correre ancora con la Ferrari che già aveva ingaggiato Raikkonen per la stagione successiva. Dà così l'addio alla Formula 1 uno dei piloti più "fedeli" al marchio Ferrari, secondo solo a Schumacher come numero di gare disputate al volante della Rossa. Sempre nella cornice brianzola Button ha rivelato che dal prossimo anno non sarà più pilota titolare McLaren a vantaggio del promettente belga Vandoorne, già a punti quest'anno nella sua unica partecipazione. Un altro della vecchia guardia che dice addio alle corse. A meno di ripensamenti, la storia insegna.
Se l'autunno equivale, nel motorsport europeo, al termine della stagione agonistica, per Hexathron Racing Systems i mesi di ottobre e novembre saranno incentrati sul fiore all'occhiello della proposta formativa della realtà diretta da Marco Calovolo.
Scatterà infatti martedì 18 ottobre il nuovo corso Race Engineering, che nelle passate edizioni ha riscosso un importante successo, ed ora arricchito da nuove lezioni e attività che ampliano e innalzano la qualità delle oltre 56 ore di lezione (previste sempre in due giorni consecutivi, martedì e mercoledì).
Confermata l'esperienza in pista sulle Lotus Elise Cup PB-R che danno vita alla Lotus Cup Italia, così come la lezione insieme ad un pilota professionista (nell'ultima edizione con un Marco Bonanomi letteralmente subissato di domande) e quella presso Autotecnica Motori e al volante del simulatore targato ARC-Team Engineering, in questa edizione i partecipanti avranno altresì l'opportunità di toccare con mano cos'è un team e come lavora, grazie alla collaborazione con Ebimotors, che permetterà agli allievi di vivere prima la realtà dell'officina per poi spostarsi in pista durante una vera giornata dei test.
Confermata la squadra di docenti che, oltre al già citato Marco Calovolo, annovera tra le proprie fila gli ing. Turrata, Soro, Curti e Stanzani (Delegato Tecnico ACI Sport), Stefano d'Aste (pilota professionista e promotore Lotus Cup Italia) e Fabio Magnani (voce di Eurosport Italia).
Marco Calovolo (CEO Hexathron Racing Systems): "Come di consueto la parte centrale dell'anno ci ha assorbito al 110% con il lavoro in pista, che quest'anno ci ha visti impegnati su diversi fronti tra i quali WTCC, BTCC, China Touring Car Championship, Lotus Cup Italia e Mondiale Rallycross, solo per citarne alcuni, ma questo non ci ha assolutamente distolto dalla volontà di continuare a condividere il nostro knowledge e la nostra esperienza diretta attraverso il Corso Race Engineering, decidendo così di collocarlo in un periodo dell'anno più idoneo. Dopo le novità introdotte nella scorsa edizione, anche in questa abbiamo deciso di offrire ancora qualcosa in più con nuove importanti collaborazioni che permetteranno ai partecipanti di avere un bagaglio di insegnamenti ed esperienze di primo livello per poter poi proseguire la propria carriera lavorativa nel motorsport con una formazione che va ben oltre la teoria e i semplici numeri con cui di solito ha a che fare un ingegnere di pista."
Ulteriori dettagli e modulo di iscrizione sono disponibili nella pagina dedicata sul sito www.hexathron.com
(Marco Calovolo)
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