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Domenica, 22 Giugno 2014 08:45

Accorpamento "Forestale". Nulla di fatto.

Il progetto di accorpamento del "Corpo Forestale" con la "Polizia Penitenziaria" è stato stralciato dall'"Omnibus"

di Virgilio, Parma 16 Giugno 2014

Ci sarà ancora da attendere. Il progetto d'accorpamento delle polizie "forestale" e "penitenziaria" inizialmente previsto nella proposta di ddl in discussione lo scorso mercoledi (11/6/14) è stato totalmente stralciato dalla discussione. Indiscrezioni giornalistiche, riportate da diversa stampa nazionale, indicano che sia i Ministri interessati (Alfano, Orlando e Martina) sia il Quirinale abbiano convinto il Premier a fare retromarcia.
Il premier avrebbe visto di buon occhio un decreto omnibus. Un unico provvedimento per dare il segno di una strategia complessiva che comprendesse economia, fisco e riforma della Pubblica Amministrazione ma anche i provvedimenti del rilancio dell'economia. Un decreto "Omnibus" quindi che avrebbe dovuto tracciare le linee dello sviluppo economico condite con parte della riforma della PA e qualche tassa in più come l'aumento dell'impopolare "bollo automobilistico".
Da un lato gli incentivi per l'acquisto d'autovetture e dall'altro l'aumento della tassa di proprietà delle vetture (sino al 12 in più).
Troppa carne al fuoco insomma e così la parte relativa alla riforma delle "polizie" è stata totalmente stralciata dalla discussione.
La conferma è stata data dallo stesso Matteo Renzi durante la conferenza stampa che ha seguito il "Consiglio dei Ministri" rispondendo a specifica domanda posta dai giornalisti presenti: «No, nel provvedimento varato oggi non c'è nessun intervento di accorpamento delle forze di polizia, per il momento non c'è nulla». «Abbiamo varato il ddl delega - ha sottolineato il premier - per la Pubblica amministrazione. Il grosso delle misure sulla PA sta qui: non si rimettono a posto le Prefetture o le Camere di commercio per decreto. Sono 44 punti, è un passo importante»

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Mercoledì, 18 Giugno 2014 08:39

Latte su e formaggio giù.

La 24 esima settimana conferma l'andamento della precedente con le due principali DOP in costante flessione, il latte spot in risalita e il burro stazionario.

di Virgilio - Parma - 18 giugno 2014

Una radicale inversione di tendenza sembra essere stata intrapresa dal latte spot. Alla borsa di Verona i listini hanno guadagnato un ulteriore 2,67% al quale si sono aggiunti altri 3,10 € lo scorso lunedi portando a quotare 100 litri di latte compresi nella forbice di prezzi tra 42,27 e 43,30€. Quest'inizio di giugno ha perciò consentito di realizzare mediamente un +7,38% rispetto a maggio per il latte nazionale e un +16,42% (40,21/100 litri) per il latte intero pastorizzato estero provenienza Germania e Austria. Tra le materie grasse alla stazionarietà dei listini di tutte le tipologie di burro si contrappone la tendenza al rialzo della crema di latte a uso alimentare (40% mg) e della panna di centrifuga (40% mg) quotate rispettivamente a Milano e Verona a 1,78 e 1,80€/kg.
Listini in discesa invece per le due principali DOP. Nello specifico il Parmigiano Reggiano continua a registrare una costante diminuzione dei prezzi. Altri 5 centesimi sono stati perduti dal 12 mesi di stagionatura sulla piazza di riferimento comprensoriale di Parma (7,95 - 8,30€/kg) mentre il 24 mesi è rimasto fermo alla quotazione precedente (9,35 - 9,70€/kg). Questa stessa ultima tipologia è risultata in calo alla borsa di Milano che ha fissato il 24 mesi a tra 9,80 e 10,55€/kg. Seppure più lievemente anche il Grana Padano mantiene una tendenza ribassistica dei listini; 5 centesimi sono stati perduti sia a Mantova e sia a Milano. In quest'ultima piazza il prezzo fissato per il 9 mesi di stagionatura è stato di 6,85 - 6,95€/kg e di 7,45 - 8,10€/kg per il 15 mesi di stagionatura.

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Domenica, 15 Giugno 2014 11:40

Lupo, Rabboni: vogliamo tutelare gli agricoltori

Più risorse dalla Regione: 225 mila euro per il bando in uscita entro giugno.

Bologna, 12 giugno 2014.
"Negli incontri che abbiamo avuto sul territorio abbiamo registrato da parte degli allevatori molto interesse per la nostra iniziativa. Per questo abbiamo deciso di aumentare le risorse a disposizione del bando regionale per contrastare gli attacchi di lupo. Nel prossimo assestamento di bilancio destineremo 150 mila euro aggiuntivi che porteranno il plafond a disposizione a 225 mila euro". Lo ha detto l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni annunciando l'uscita entro la fine di giugno del bando che finanzierà l'acquisto di cani pastore, recinzioni e altri strumenti di dissuasione. "Le leggi nazionali ed europee proteggono il lupo – ha aggiunto l'Assessore – noi vogliamo tutelare gli allevatori dalle predazioni".
Per illustrare gli obiettivi del bando la Regione ha condotto un ciclo di 13 incontri nelle località appenniniche in cui sono più frequenti gli attacchi. I funzionari regionali hanno incontrato decine di allevatori. Insieme agli esperti, ai rappresentanti dei servizi veterinari delle Asl responsabili dei risarcimenti, ai funzionari provinciali nonché agli esponenti dell' associazione regionale allevatori e delle organizzazioni agricole hanno discusso le difficoltà del settore e illustrato le opportunità offerte dalla Regione, raccogliendo complessivamente 195 manifestazioni d'interesse. "Un risultato importante, dopo le iniziali diffidenze, che ci conforta nella strada intrapresa - ha spiegato Rabboni - L'esperienza degli allevatori può aiutare i tecnici nell' impostare i progetti di difesa che saranno oggetto del bando. "
Il bando si aggiunge ai risarcimenti che la Regione già ora eroga, coprendo il 100% del valore commerciale dell'animale ucciso e aggiungendo per lo smaltimento delle carcasse un rimborso forfettario di 100 euro. L'avviso pubblico conterrà i criteri di selezione delle domande, le modalità di adesione e specifici requisiti per la finanziabilità delle spese ammesse.

Carburanti agricoli agevolati: presentazione dichiarazione annuale

Piacenza, 12 giugno 2014.

La Provincia di Piacenza informa che il termine ultimo di presentazione della denuncia annuale dei carburanti agricoli agevolati scadrà improrogabilmente il prossimo 30 giugno (sulla base degli art.2 e 6 del decreto ministeriale del 14 dicembre 2001 numero 454).
Pertanto le ditte che hanno avuto disponibilità di carburanti agricoli derivati da assegnazioni 2013 (anche se non prelevati), oppure rimanenze relative agli anni precedenti,devono presentare, entro tale data, all'ufficio U.M.A.(Utenti Motori Agricoli) del Settore Agricoltura, Edilizia e viabilità, Turismo e cultura della Provincia di Piacenza (palazzo dell'Agricoltura in via Colombo 35), la dichiarazione annuale compilata e sottoscritta dal titolare.
Le ditte che non avranno presentato la suddetta dichiarazione entro il 30 giugno verranno segnalate all'Autorità Finanziaria territorialmente competente.

Domenica, 15 Giugno 2014 08:08

Diabrotica in arrivo

 

Con l'arrivo del caldo aumenta la probabilità di diffusione della Diabrotica del Mais.

Di redazione - Parma 09 giugno 2014 -
Conto alla rovescia per la Diabrotica del Mais.
La Diabrotica del Mais (Diabrotica virgifera virgifera Le Conte) o Verme delle radici del mais è un coleottero crisomelide da quarantena di origine americana, grave parassita del mais (Zea mais L.). I danni che le larve di questa specie causano alle radici del mais ne fanno uno dei fitofagi più importanti per questa coltura negli Stati Uniti d'America. Originaria degli Stati Uniti, è stata avvistata in Europa a partire dal 1992, in area balcanica e da lì si è poi diffusa nelle aree circostanti. Nel 1998 è stata catturata per la prima volta in Italia presso l'aeroporto di Venezia. Poi è comparsa in Lombardia, Piemonte, Trentino, Friuli, Emilia Romagna.
L'adozione di pratiche agronomiche in grado di prevenire l'insediamento del fitofago è ritenuto il metodo migliore nel contenimento delle popolazioni e pertanto è quello da preferire.
L'avvicendamento colturale rappresenta la tecnica di controllo di maggiore efficacia in quanto questo crisomelide causa danni economici esclusivamente al mais in monosuccessione.

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A un convegno promosso dall'associazione Rurali reggiani le preoccupazioni delle aziende familiari contadine in un Paese che – a differenza di Europa, Cina, Nord e Sudamerica – è rimasto fermo al Governo Giolitti e si appresta a dare ancora più potere alle città -

Reggio Emilia, 9 giugno 2014 -

"Mondo rurale e riforme" è il titolo del convegno che si è tenuto sabato mattina nella sala del Consiglio provinciale, organizzata dall'associazione di promozione sociale Rurali reggiani (RuRe), con il patrocinio della Provincia di Reggio Emilia, in occasione dell'anno internazionale dell'agricoltura familiare. Obiettivo principale, quello di rimarcare il grande contrasto tra gran parte del mondo portata a valorizzare l'azienda familiare contadina (dal Nord al Sudamerica fino alla Cina), l'Europa stessa che propone piani per sviluppo rurale e aree interne incentrati sul ruolo di questa impresa e l'Italia che, in questo contesto, è invece ancora ferma alle proposte del Governo Giolitti del 1920 e manca degli strumenti necessari per agire in maniera efficace sullo sviluppo rurale. Uno sviluppo che necessita di un coordinamento, di una sinergia stretta tra interventi pubblici per le famiglie, per il territorio, per la produzione di cibo ed energia, le cure all'ambiente, il turismo e altre funzioni di cui il territorio rurale - e le famiglie che lo presidiano – hanno sempre più bisogno. Anche da questo punto di vista, è stato sottolineato da più di un relatore, la riforma delle Province rischia di creare più danni che benefici in un Paese indietro anni luce nel sostegno all'agricoltura e alle aziende familiare contadine.
In Italia, ad esempio, non si è ancora identificata la popolazione rurale, né sono ben chiare le differenze di ruolo tra aziende agricole e seconde case, paradossalmente più tutelate. In generale, l'uso del suolo è totalmente sottratto a qualunque potere decisionale da parte di chi lo coltiva, in quanto la situazione di rappresentatività basata sui numeri fa sì che la minoranza contadina non abbia alcun peso sulle politiche di tipo urbanistico che obbediscono alla maggioranza 'cittadina' e agli interessi di cui è portatrice. Per rimediare alla differenza dei numeri, propria di tutte le società avanzate, ogni Paese ha introdotto nel suo ordinamento istituzionale opportuni accorgimenti, e il convegno di oggi è servito anche a ricordare sia il ruolo riconosciuto dalle Nazioni unite all'azienda familiare sia ad illustrare alcune esperienze - dall'Olanda alla Germania, alla Francia – attuate per dare peso nelle scelte collettive a questa minoranza della società che ha però il compit0 di custodire, utilizzare, conservare la maggiore delle superfici del Paese.
L'Italia, invece, è ferma alle proposte di Micheli del 1920, unico momento in cui il Governo Giolitti propose al Parlamento le Camere di agricoltura provinciali e regionali: e, un secolo fa,la nostra era ancora una società rurale. Oggi il mondo è cambiato, i contadini hanno sempre una più funzione fondamentale, ma non hanno alcun poter decisionale. La recente riforma delle Province aggrava questa situazione, visto che l'ente in qualche modo funzionava come contrappeso rispetto al potere delle città. E' infatti del tutto evidente che l'assemblea dei sindaci, magari presieduta dal primo cittadino del comune capoluogo, chiamata dalla riforma Delrio a governare le "nuove" Province, sarà ancora più lontana dal rappresentare le esigenze agricole, sempre più importanti per un Paese che manca di cibo, ha un territorio più difficile di altri Paesi europei avendo due-terzi di collina e montagna e ha registrato uno sviluppo tumultuoso di consumo elevato della poca terra agricola di pianura.
"Il convegno di oggi ha quindi puntato a riprendere il cammino della riforma per adeguare l'Italia al mondo avanzato e a quello, come quello cinese, che sta avanzando in modo prorompente, in un momento in cui avvenimenti di primaria importanza accrescono le attese del modo rurale – spiegano l'assessore all'Agricoltura Roberta Rivi e il presidente di RuRe, Giardo Filippini - L'Unione europea ha infatti varato il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 e altri interventi a favore delle aree marginali che lo Stato e le Regioni italiane stanno definendo. Per l'Italia questa fase è resa ancora più importante dalla riforma che coinvolge Province e Città metropolitane e che impone un'ampia riorganizzazione dell'attività di enti pubblici, consorzi e altri organismi".
Nel corso della mattinata sono intervenuti, oltre a Rivi e Filippini, don Eleuterio Agostini, Jan D. Van der Ploeg dell'università di Wageningen (Olanda), Antonio Onorati dell'Associazione rurali italiani, il responsabile dell'archivio storico della Provincia Alberto Ferraboschi e Kees De Roest del Centro ricerche produzioni animali di Reggio Emilia.

(Fonte: ufficio stampa: Provincia di Reggio Emilia)


SOMMARIO Anno 13 - n° 23 09 giugno 14

(Cliccando su "allegati" è possibile scaricare in formato PDF)

1.1 editoriale
I "senzafondo" e "senzavergogna" da EXPO a MOSE...passando per L'Aquila
2.1 export agro-alimentare
Emilia-Romagna prima regione per export agroalimentare
4.1 cooperazione
Mario Lusetti eletto al vertice di Alleanza delle Cooperative
5.1 Vino tendenze
USA, gran bevitori!
5.2 riconoscimenti
Il "Mediterraneo Packaging" alle cantine Casabella.
6.1 lattiero caseario
Gran rimbalzo del Latte Spot estero
7.1 pomodoro
OI pomodoro nord Italia. PierLuigi Ferrari confermato presidente
7.2 vino
"Top Woman in italian wine" la classifica di "The drink Business"
7.3 sicurezza alimentare
Efsa, 100 esperti per discutere sugli OGM
8.1 UE - PAC
PAC 2014-2020. Accordo base tra Regioni e MIPAAF

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"Smart Strip" è stato sviluppato da Tecna grazie a un finanziamento della Regione FVG.

28 maggio 2014 – Mettendo a frutto il contributo della Legge 47 del Friuli Venezia Giulia, dopo tre anni di ricerche e di test, Tecna, società dell'AREA Science Park specializzata nella diagnostica alimentare, ha realizzato un kit di analisi rapido in grado di rivoluzionare il modo con cui verificare la presenza di micotossine nei cereali. Per i produttori, in Italia e nel resto del mondo, arginare il problema è di grande importanza per salvaguardare la salute dei consumatori e prevenire o ridurre danni economici.

"Smart Strip DON", il kit che Tecna sta per lanciare sul mercato, è in grado di effettuare in modo rapido e accurato l'analisi quantitativa del deossinivalenolo nel frumento, nel mais e nel grano duro. Il test è basato su tecnologia lateral flow. Questa tecnologia è in uso da molti anni in diagnostica clinica, si pensi al comunissimo test di gravidanza, ed ora è stata sviluppata al punto da essere affidabile anche nel campo alimentare. Chiunque è in grado di farne uso, senza passare dal laboratorio: con Smart Strip DON è sufficiente far gocciolare l'estratto di cereale sulla strip e attendere che il liquido muova verso lo spazio di reazione. Dopo pochi minuti una prima linea colorata conferma la validità del test mentre una seconda evidenzia la concentrazione di micotossina nel campione. Grazie a un apposito lettore portatile si va infine a misurare l'intensità del colore sviluppato, ottenendo in modo preciso e attendibile il dato in concentrazione.

"La Regione Friuli Venezia Giulia è stata nostro sponsor nel lavoro che ci ha condotto a questo risultato - sottolinea Maurizio Paleologo, presidente di Tecna -. Accade spesso che finanziamenti pubblici vengano spesi per ricerche senza ricadute, ma questa volta abbiamo dimostrato come le cose possano andare diversamente. Sono dell'idea che, start-up escluse, la Regione nell'assegnazione dei punteggi debba tener conto dei risultati già ottenuti dalle imprese che si candidano ai finanziamenti. La grande maggioranza delle domande per la Legge 47 arrivano da aziende che usufruiscono dei fondi da molti anni, ma non mi risulta ci siano controlli a posteriori sulle reali ricadute produttive ed economiche. Se si introducessero stabilmente meccanismi di valutazione anche su cosa accade a progetti conclusi l'efficienza del sistema aumenterebbe in modo esponenziale".
I risultati si ottengono in soli 10 minuti ma per un'analisi ancora più rapida è possibile pre-acquisire con lo smartphone un risultato qualitativo a soli 3 minuti dall'inizio del test e sapere quindi subito se il cereale contiene più o meno di 0,5 ppm di deossinivalenolo. Una marcia in più per accelerare l'accettazione di una merce da parte di centri di stoccaggio ma anche uno strumento di controllo molto utile a molini, mangimifici, essiccatoi.

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Domenica, 01 Giugno 2014 10:00

Regione Emilia Romagna. NO all'uso di OGM

 

Emilia Romagna. "No all'uso di OGM e più controlli": SI bipartisan a due risoluzioni.

Bologna 27 maggio 2014 -
No all'uso di Ogm sul territorio nazionale e avanti con i provvedimenti nazionali ed europei che garantiscono controlli a tutela dei consumatori e misure per evitare la contaminazione involontaria delle colture tradizionali o biologiche. È quanto ribadiscono due atti d'indirizzo approvati a larga maggioranza dall'Assemblea legislativa regionale (astenuto il Pdl).
Nella prima risoluzione - presentata da Liana Barbati (Idv) ed emendata su proposta della stessa Barbati e di Marco Monari e Tiziano Alessandrini del Pd - si ribadisce la posizione contraria della Regione Emilia-Romagna all'utilizzo di Organismi geneticamente modificati nel nostro Paese e si pone l'accento sul tema dei controlli impegnando la Giunta regionale ad attivarsi affinché il ministero delle Politiche agricole implementi il piano nazionale di vigilanza sulle sementi Ogm in modo che riprendano i controlli sulla totalità dei lotti di sementi di mais. Si invita poi il Governo ad attivarsi in sede europea perché sia "tempestivamente" approvata la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio Ue che modifica la direttiva 2001/18/Ce per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di Ogm sul loro territorio.
Nel secondo documento approvato - una risoluzione presentata da Giuseppe Paruolo e da altri 7 consiglieri del Pd, oltre a Matteo Riva del gruppo Misto) - si impegna l'esecutivo regionale a ribadire la propria indisponibilità a ospitare sul territorio dell'Emilia-Romagna colture Ogm in assenza di misure che garantiscano la salvaguardia delle colture tradizionali e biologiche. Inoltre, si sollecita la Giunta a richiedere al Governo di rivedere il decreto interministeriale del luglio 2013 che vieta in modo esclusivo la coltivazione di mais geneticamente modificato della varietà MON810 sul territorio italiano fino all'adozione delle misure previste dal regolamento comunitario 178/2002, e comunque per un periodo di massimo diciotto mesi. Nel documento approvato si chiede che nel regolamento vengano inserite le necessarie previsioni sanzionatorie e si riapra un periodo di vigenza di ulteriori 18 mesi.
Governo e Parlamento, inoltre, ribadisce anche questa seconda risoluzione, dovranno attivarsi in sede europea per una rapida conclusione della revisione della normativa comunitaria che dovrà consentire agli Stati membri di vietare gli Ogm non solo per motivi di salute e ambientali, ma anche in coerenza con le diverse tipologie di agricoltura e i diversi valori ambientali e territoriali presenti e adottati nei singoli Stati europei.

Sempre in tema di divieto degli Ogm e di vigilanza, l'Aula ha respinto due risoluzioni presentate della Lega nord, firmate una da Stefano Cavalli e l'altra da tutti i componenti del gruppo, con in testa il presidente del Gruppo, Mauro Manfredini.

(Regione Emilia Romagna - is -)

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Domenica, 01 Giugno 2014 09:35

Quote Latte. Niente "multe"

 

Per il quarto anno consecutivo l'Italia ha rispettato la quota di produzione assegnata dalla Unione Europea. Nessuna "multa" (prelievo supplementare) quindi per gli allevatori italiani.

di virgilio - Parma - 29 maggio 2014


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Quota latte rispettata anche nella campagna 2013/2014 .
Trent'anni di regime "quote latte" stanno finalmente per concludersi e nel 2015 tutto cambierà. Un periodo che ha visto l'Italia del latte in conflitto quasi perenne dove tutti erano contro tutti. Ed ora c'è da augurarsi che, almeno l'ultimo lustro" si completi con l'indennità totale da multe e che quest'ultimo anno di applicazione serva a progettare un futuro equo e prosperoso per questo importante comparto economico nazionale.

Finalmente è giunta l'ufficialità da parte di AGEA. Per il quarto anno consecutivo l'Italia ha rispettato i volumi produttivi assegnati dall'UE. Secondo l'agenzia i dati relativi alla campagna lattiero casearia conclusasi lo scorso marzo confermano che la produzione di latte si è attestata a 10,759 milioni di tonnellate (rettificata in base al contenuto di grasso) a fronte delle 10,923 milioni di tonnellate di quota nazionale. 

Rispetto alla precedente campagna si è registrata, inoltre, una flessione dello 0,7%, imputabile a tre delle principali regioni produttive, ovvero Veneto, Lazio e Puglia. Pressoché stazionaria, invece, la produzione di latte in Lombardia che - come noto - concentra oltre il 40% delle consegne nazionali .

"Adesso che la comunicazione con i dati di fine campagna ha posto fine all'obbligo di versare il prelievo relativo al mese di marzo - ha dichiarato Cesare Baldrighi a Agrapress - chiediamo che l'amministrazione pubblica si attivi tempestivamente per restituire quanto versato nei mesi precedenti". "inizieremo da subito a lavorare attivamente perche' la prossima campagna, che sara' l'ultima con il regime delle quote, non sia gravata da procedure burocratiche lunghe e dispendiose."

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
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