La Uil Emilia Romagna e la Uil Fpl Emilia Romagna accolgono con soddisfazione la presa di posizione dell’assessore regionale alla Sanità,Raffaele Donini, che, con l’iniziativa di proposta di legge per un rilancio della sanità, sollecita il Governo ad un cambio di passo.
All’assessore rivolgiamo, nel contempo, il nostro ‘Ben arrivato’, considerato che i problemi della sanità sono evidenti da molto tempo.
Dal 2010 al 2019 sono infatti stati tagliati al SSN 37 miliardi, e dopo la pandemia il ritornello ‘niente sarà più come prima’ a giustificare ritardi e voluti sottofinanziamenti è rimasto uno slogan vuoto a tutto danno del personale dipendente e dei cittadini.
Aseguito del mancato finanziamento nel corso del governo Draghi con ministro della Salute, Roberto Speranza, delle spese Covid, la Uil Emilia Romagna, a giugno del 2022, avevapredisposto un ordine del giorno inviato a tutti i Consigli comunali e alla Regione, per segnalare la drammatica situazione della sanità pubblica.
Questo appello è stato allora relegato ai margini, con pochissimi Sindaci che, con coerenza e coraggio, si sono interessati del tema, la Regione ha tenuto una linea molto autoreferenziale, evitando un vero confronto al livello regionale che poi declinasse nei territori un piano progettuale per la salvaguardia della sanità nei prossimi anni.
Si è persa l’occasione, allora, di fissare un paletto fermo su un tema che è trasversale alla politica, che non è di destra, di centro o di sinistra e che oggi, con la condivisibile iniziativa di proposta di una legge da presentare alle Camere per il rifinanziamento della sanità pubblica, sarebbe statoancora più forte e meno etichettabile di strumentalità politica dettata dal fatto che nel frattempo è cambiato il Governo.
Per quanto riguarda la Uil Emilia Romagna e la Uil Fpl Emilia Romagna avevamo già valutato e proposto la necessità di iniziative politiche trasversali per la salvaguardia della sanità pubblica e rimaniamo nella nostra stessa posizione condividendo la grave crisi in cui versa la sanità pubblica, evidenziando che ci si sarebbe dovuti attivare molto prima.
Senza un cambio di passo nelle politiche nazionali di finanziamento della sanità pubblica e senza le necessarie assunzioni, la stessa corre il rischio di implodere con effetti che si scaricheranno, come sta già avvenendo, su tutto il personale dipendente e sugli utenti, già oggi gravati da liste di attesa e riduzioni di servizi che spesso costringono le persone o a non curarsi o ad accedere a prestazioni a pagamento, andando a minare il principio universalistico sul quale si basa il SSN.