"Notti gialle", serate dedicate allo shopping e alla cultura a Parma in luglio, con l'apertura delle attività economiche del Centro Storico e dell'Oltretorrente e la contestuale apertura di mostre e musei, tutti i mercoledì di luglio: il 7, il 14, il 21 ed il 28, dalle 20.30 alle 24.
Grazie al consenso positivo del pubblico e alla gentile concessione di APE Parma Museo, la mostra “PARMA la città del PROFUMO – L’evoluzione e la modernità” sarà visitabile fino al 3 ottobre 2021.
Promosso da Comune di Parma, insieme con FIAB, Federalberghi e Infomobility, "Parma By Bike" riunisce 71 tra tour operator, guide, negozi specializzati nel noleggio di bici, officine meccaniche, rivenditori di articoli dedicati, trasporti e servizi, strutture ricettive e ristorative. Duplice l'obiettivo: fare network per promuovere esperienze di qualità e valorizzare Parma come destinazione ideale per il turismo slow, attivo e sostenibile.
L'appello del Presidente Giuffredi di CNA Parma: le piccole imprese rappresentano l'80% del tessuto imprenditoriale e il presidio sociale del territorio.
Casa: l'ente locale è al loro fianco e ha istituito un tavolo di lavoro condiviso tra commercianti, imprenditori, artigiani e proprietari immobiliari per progettare le misure in vista della ripartenza.
Con l’Emilia-Romagna nella zona arancione, resta esclusa la possibilità degli spostamenti intercomunali per i servizi alla persona (acconciatori, estetisti, tatuatori), a meno che nel territorio comunale non si registri l’assenza di tali attività. Un divieto che, tranne la breve parentesi con i giorni di zona gialla “rafforzata” durante le festività, dura ormai dallo scorso 15 novembre e che sta mettendo a dura prova la tenuta di parrucchieri ed estetisti, soprattutto nei piccoli comuni.
Si rinnova l’impegno sociale da parte dei dipendenti e dei dirigenti artigiani di CNA, che hanno dimostrato anche quest’anno una grande generosità a sostegno dell’Ospedale Maggiore di Parma. Una gara di solidarietà che non si è mai fermata e che promuove con convinzione la campagna “Insieme con te”, volta a sostenere il nuovo Centro Oncologico, uno strutturato polo specialistico e all’avanguardia, una casa accogliente e funzionale che offrirà ai pazienti servizi alla persona di alto livello e tecnologie sempre più specializzate.
DL rilancio, CNA FITA: “gravissima la mancata approvazione del ristoro ai bus turistici. il governo si impegni a inserire la misura nel prossimo decreto”. Le Unioni CNA del trasporto merci e persone di Reggio e Parma si uniscono nell’appello per salvare centinaia di imprese
Come già da tempo richiesto al Governo, CNA torna a ribadirlo forte e chiaro: è indispensabile introdurre una misura legislativa che escluda la responsabilità degli imprenditori nel caso in cui un dipendente contragga il Coronavirus.
"Apprezziamo l’intervento del Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, che ha confermato un principio sul quale ci siamo battuti in queste settimane, ribadito peraltro dall’Inail nella circolare pubblicata ieri – ha affermato il Presidente di CNA Parma, Paolo Giuffredi - e cioè che non esiste alcuna automatica correlazione tra il riconoscimento dell'infortunio e l'accertamento di una responsabilità civile o penale dell’imprenditore. Riteniamo ingiusto, inoltre, che la causa dell’eventuale contagio possa essere attribuita esclusivamente all’ambiente di lavoro, visto che la fonte di contatto con il virus può provenire anche dall’ambiente esterno, pertanto non può essere definito un infortunio sul lavoro, in quanto il contagio è frutto di fattori di rischio non direttamente e pienamente controllabili dal datore di lavoro".
"Altro principio importante messo nero su bianco dall’Istituto è che le imprese hanno dunque la sola responsabilità del rispetto dei protocolli condivisi tra Governo e Parti Sociali e delle indicazioni regionali, protocolli di sicurezza – afferma il Presidente Paolo Giuffredi - che devono essere soggetti a verifiche costanti da parte delle autorità competenti e prevedere sanzioni per chi non si attiene alla normativa di sicurezza idonea. Un intervento normativo rimane comunque l’unica via per risolvere in maniera chiara e definitiva questa vicenda. Una via che ci auguriamo il Governo imbocchi in tempi brevi".
Buona notizia per le attività finora sospese che da lunedì prossimo potranno riaprire, a condizione che vengano rispettati i protocolli di sicurezza a tutela della salute di lavoratori e clienti. Tra giovedì 14 e venerdì 15 maggio, sulla base dei dati del monitoraggio del Ministero della Salute, arriveranno le linee guida per consentire la riapertura di attività di commercio al dettaglio, bar e ristoranti, centri estetici e parrucchieri. È quanto chiesto a chiare lettere da CNA, che attraverso determinanti azioni di rappresentanza, si è fatta portavoce delle istanze presentate dalle numerose imprese penalizzate dalla chiusura forzata e ha ottenuto questo importante risultato, anticipando di due settimane la precedente ipotesi di riapertura al 1°giugno.
“Attendevamo la presentazione del nuovo Decreto con speranza, ma a nostro malgrado, non è arrivato il tanto atteso cambiamento che migliaia di imprenditori artigiani stavano attendendo per ricominciare la propria attività. Perché è del tutto evidente come l’unico punto di riferimento di questi provvedimenti, per ciò che riguarda gli aspetti legati all’economia, sia l’industria. Tra le diverse task force all’opera, manca un tavolo di lavoro che rappresenti il mondo dell’artigianato e della piccola impresa, la linfa vitale del tessuto imprenditoriale italiano”.
Questo quanto affermato dal Presidente di CNA Parma, Paolo Giuffredi, riferendosi in particolare alla data fissata il 1° giugno per l’apertura delle attività dei settori del benessere, della ristorazione e degli esercizi pubblici.
“L’ennesima dichiarazione in conferenza stampa del Presidente del Consiglio, che lascia intendere uno slittamento del riavvio di tali attività a giugno, è intollerabile. Rappresenta una condanna a morte per questi settori”. Solo per quanto riguarda il tessuto imprenditoriale composto da acconciatori ed estetisti, si contano 135.000 imprese e oltre 260.000 addetti, un settore che partecipa in maniera determinante all’economia italiana. È incomprensibile come nei loro confronti ci sia una totale disattenzione da parte del Governo. La CNA chiede che acconciatori ed estetiste possano riprendere a breve la loro attività – afferma Paolo Giuffredi. Il comparto, a tutela di clienti e dipendenti, può già offrire tutte le garanzie necessarie a riaprire saloni di acconciatura e centri estetici nella massima sicurezza, rispettoso delle più rigorose norme e procedure igienico-sanitarie. Se il Governo ritiene che debbano essere definite ulteriori condizioni, chiediamo che le definisca da subito per consentire di riaprire al più presto. Le imprese sono ormai allo stremo delle forze e le loro condizioni finanziarie sono così gravi da destare preoccupazione anche sul fronte della tenuta sociale, non riusciranno a resistere ancora per molto. È quanto mai necessario che il Governo dia subito segnali chiari e risposte certe.
La disperazione si sta trasformando in rivolta.
Il Presidente Paolo Giuffredi rinnova, inoltre, la denuncia del dilagare dell’abusivismo che sta penalizzando la professionalità delle imprese in regola, mettendo a rischio la salute delle persone e aggiunge: “È necessario e chiediamo, quindi, un impegno ancora più incisivo da parte delle autorità locali affinché siano intensificati i controlli."
“A questo grido di allarme si aggiunge l’amara delusione di ristoratori e imprenditori di attività commerciali, afferma Andrea Allodi, Direttore di CNA Parma – che rappresentano un settore strategico per il Paese. Allungare nuovamente la sospensione significa nessun canale di sbocco per agricoltura, alberghi, beverage, food e moda. Significa condannare tutte le produzioni agroalimentari e manifatturiere, vanto dell’Italia nel mondo. Dal punto di vista della sicurezza le imprese sono pienamente coscienti e rispettose delle indicazioni del Governo, già indicate dalla Commissione Europea l’8 di aprile e dal Ministero della Salute il 9 di aprile”. Sentimenti di rabbia e di sconforto che si uniscono alla grave crisi economica che pesa sulle micro e piccole imprese, considerando i costi fissi che nonostante la mancanza di entrate si accumulano sulle spalle degli imprenditori artigiani e rendono sempre più difficile una ripresa in tempi brevi. Occorre, inoltre, non dimenticare una categoria minore, ma fondamentale per l’imprenditorialità italiana: i restauratori di beni culturali che sono stati erroneamente assimilati agli operatori dello spettacolo.
“L’errore è stato fatto dalla Commissione Tecnico Scientifica – afferma Andrea Allodi - dove nel documento pubblicato il 23 aprile, ha assegnato al codice Ateco 90 un livello 4 ad alto rischio, come i lavori effettuati in stretta prossimità con persone, senza verificare la specificità dell’attività di restauratore molto simile al cantiere edile e non a caso, visto che i restauratori applicano ai propri dipendenti il CCNL dell’edilizia”. I restauratori della CNA chiedono per tanto con estrema forza la immediata rettifica dell’Allegato 3 al DPCM che inserisca le aziende di conservazione e restauro di beni culturali tra quelle autorizzate a riprendere le attività il 4 maggio.