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Sito Ufficiale: www.re.camcom.gov.it
Passa al 30 luglio la scadenza delle candidature delle aziende reggiane impegnate nella ristorazione di qualità, nella ricettività e nella produzione agroalimentare che possono candidarsi a far parte del nuovo progetto di valorizzazione dei prodotti eno-gastronomici locali sui mercati esteri -
Reggio Emilia, 23 luglio 2014 -
La Camera di Commercio ha prorogato al 30 luglio il termine entro il quale le imprese reggiane impegnate nella ristorazione di qualità, nella ricettività e nella produzione agroalimentare possono candidarsi a far parte del nuovo progetto di valorizzazione dei prodotti eno-gastronomici locali sui mercati esteri, nato dalla collaborazione tra l'Ente camerale reggiano, Unioncamere Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna (Direzione Generale Agricoltura) e APT Servizi.
L'iniziativa punta alla creazione di nuove offerte – caratterizzate da alti livelli qualitativi - per lo sviluppo stabile del turismo enogastronomico sul mercato globale, anche in vista dell'importante vetrina rappresentata da EXPO' 2015.
I mercati esteri sui quali si concentreranno le azioni promozionali del progetto sono sette: Germania, Regno Unito, Russia, Brasile, Canada, Stati Uniti e Israele.
Le eccellenze locali saranno organicamente in questi Paesi (oltre che sul mercato interno) partendo proprio dalle manifestazioni d'interesse che le imprese hanno tempo d'esprimere sino al 30 luglio, alle quali seguirà poi una selezione riguardante la qualità e l'affidabilità delle strutture.
Completato anche questa seconda fase, partirà la predisposizione e la promozione di nuovi "pacchetti turistici" sia in vista dell'Expo che nell'ambito dei Paesi individuati dal progetto.
Le imprese interessate possono inviare la scheda di adesione (reperibile sul sito www.re.camcom.gov.it) alla Camera di Commercio di Reggio Emilia.
Ulteriori informazioni: Ufficio Promozione Camera di Commercio di Reggio Emilia - tel. 0522-796528/529 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
Stefano Landi, presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia sul decreto legge del 24 giugno che mette a rischio i futuri investimenti a sostegno dell'economia locale e del territorio. A Reggio verranno a mancare oltre 5 milioni per le imprese, l'export, il credito, l'innovazione, la legalità. Da risorsa per il territorio a enti burocratici?
Reggio Emilia, 22 luglio 2014 -
"Chiediamo ed auspichiamo un profondo ripensamento nel momento della conversione in legge, prevista a giorni: quel che è certo, ad oggi, è che con il decreto legge del 24 giugno si sono messi a rischio tutti i futuri investimenti della Camera di Commercio a sostegno dell'economia locale e del territorio".
Stefano Landi, presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia, parla così delle conseguenze del decreto con il quale sono stati dimezzati gli introiti dell'Ente camerale, diretta conseguenza del taglio del 50% del diritto annuale a carico delle imprese.
"Con il Governo – spiega Landi – condividiamo l'esigenza di un riordino delle Camere di Commercio che sia anche finalizzato ad un risparmio per le imprese, ma su questo fronte si possono ottenere risultati congrui anche con una riforma delle funzioni camerali, con aggregazioni territoriali, con tagli sulle aziende speciali, mantenendo integra una capacità di investimento che, a Reggio Emilia, significa oltre 5 milioni all'anno a disposizione per il credito, l'internazionalizzazione, l'innovazione, la promozione e valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti, le azioni di monitoraggio e l'aiuto agli imprenditori in tema di legalità e crimine organizzato ".
"Con la riduzione secca dell'entità del diritto camerale – incalza Landi – il risultato che si ottiene non è la semplificazione o il riordino che abbiamo previsto anche in un progetto nazionale di autoriforma delle Camere di Commercio, ma è solo e proprio l'azzeramento di queste risorse, ed è un esito che ben poco ha a che vedere con gli interessi di un territorio che, in un solo istante, perde capacità d'investimento e non realizza alcuna sostanziale riforma di enti i cui introiti finiscono in buona misura anche nelle casse dello Stato".
"Al proposito - spiega il presidente della Camera di Commercio – siamo anche in presenza di un paradosso, legato al fatto che, mentre si dimezzeranno i flussi in entrata legati al diritto camerale, i versamenti allo Stato non si ridurranno, deprimendo in modo ulteriore le risorse disponili per sostenere l'economia reggiana".
"In altri termini – prosegue Landi – continueremo ad essere chiamati a versare 1 milione di euro alle casse pubbliche (tanto quanto valgono i nostri contributi all'internazionalizzazione, in sostanza), mentre gli introiti legati al diritto camerale subiranno un calo pari a 5,2 milioni".
"Le ripercussioni sul bilancio dell'Ente e sulle imprese reggiane sono evidenti", spiega Landi. "A partire dal 2015 vi sarà l'azzeramento di ogni sostegno all'economia locale, a partire dai contributi ai Confidi per l'abbattimento dei tassi sul credito e l'accesso a garanzie sussidiarie da parte delle imprese, per arrivare alla cancellazione delle risorse per le aziende che esportano, all'annullamento di ogni iniziativa di incoming e di formazione, arrivando all'annullamento di ogni risorsa per l'imprenditoria giovanile e femminile, per l'innovazione e per le reti d'impresa.
"In presenza di una pesantissima crisi – osserva Landi – abbiamo utilizzato e stiamo utilizzando risorse straordinarie per garantire sostegni alle imprese (tra gli interventi più corposi spiccano gli 1,2 milioni per il credito, 0,9 milioni per l'export, 1 milione per la promozione del territorio e dei suoi prodotti, 0,4 milioni per l'innovazione), ma è evidente che il calo degli introiti prosciugherà rapidamente anche questa fonte, consentendo la copertura – pur con alcuni tagli – delle sole spese correnti e trasformando le Camere di Commercio in enti con funzioni prevalentemente burocratiche assegnate dallo Stato".
"Comprendiamo bene – prosegue il presidente della Camera di Commercio – che oggettivamente vi sono imprese sulle quali il diritto camerale pesa eccessivamente e che il loro risparmio è ben superiore ai 100 euro che le aziende reggiane mediamente non verseranno, ma su questo terreno sono possibili rimodulazioni che nulla hanno a che vedere con un drastico taglio che non arricchisce le aziende e, contemporaneamente, impoverisce il territorio". "Per questo conclude Landi - chiediamo il sostanziale ripensamento di un decreto che non si pone neppure il problema di verificare il tasso di efficienza delle singole Camere di Commercio, come invece previsto dal progetto nazionale di autoriforma varato da Unioncamere, colpendo troppo semplicisticamente questi enti e, soprattutto, i territori in cui operano".
(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
L'indagine periodica condotta dal sistema camerale ed analizzata dall'ufficio Studi della Camera di commercio rileva che a ritmi meno intensi, ma prosegue il calo delle vendite nei negozi al dettaglio della provincia -
Reggio Emilia, 11 luglio 2014 -
Pur con ritmi meno intensi rispetto al passato, prosegue il calo delle vendite nei negozi al dettaglio della nostra provincia.
Lo rileva l'indagine periodica condotta dal sistema camerale ed analizzata dall'ufficio Studi della Camera di commercio.
Nei primi tre mesi del 2014, le vendite, rispetto allo stesso periodo del 2013, sono diminuite del 2,5% (era il -5,6% il trimestre precedente ed il -10,6% nel 3° trimestre 2013) e le giacenze, con una progressività che si va riducendo, sono considerate ancora tendenzialmente esuberanti.
I due terzi degli operatori locali ed il 74% di quelli emiliano-romagnoli ritengono che l'evoluzione della loro attività rimarrà stabile nei prossimi dodici mesi mentre le vendite, dopo sei anni di caduta, sono previste in tendenziale lieve aumento.
In sofferenza, allo stato attuale, pur con un rallentamento della caduta, permangono tutte le tipologie di negozio: dai tradizionali alla Grande Distribuzione Organizzata. Le vendite dei prodotti alimentari risultano diminuite, in ragione d'anno, del 2,4% (era il -7,2% del quarto trimestre 2013 ed il -9,7% nel 1°/2013); quelle dei non alimentari del 2,3% (era il -6,7% il trimestre precedente) e la GDO che fino al 2011 registrava variazioni positive (tra l'1 e il 2%) rileva un calo del 3% dopo il -0,7% del quarto trim e il -3,3% del terzo trimestre.
Evoluzione analoga a quella che si osserva per la provincia si rileva anche per l'area dell'Appennino, per la quale l'indagine prevede un apposito approfondimento. Negli ultimi due anni il calo delle vendite in questa zona è sempre risultato superiore, anche di alcuni punti percentuali, rispetto a quello che si registrava per l'intera provincia. Nel primo trimestre dell'anno, invece, la caduta si ferma al -2% a fronte del -2,5% che si rileva per la provincia.
(Fonte: Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)