Dall'eliminazione del Bollo Auto una nuova trappola. Da tassa in qualche modo legata al reddito, alla più "democratica" tassa variabile sul consumo: una nuova accise! La fregatura è sempre dietro l'angolo.
di Lamberto Colla Parma, 8 maggio 2016. Ci risiamo. La tassa di proprietà dell'automobile, più volgarmente nota come bollo auto, è tornata di moda. E' di pochi giorni fa l'annuncio della sua, "probabile" cancellazione.
Ed il pensiero corre a dove potrebbero essere recuperate le risorse di copertura del gettito fiscale che verrebbe meno (6,5 miliardi circa).
Presto detto. La proposta di legge, a firma del deputato Roberto Caon, prevederebbe un aumento dell'accisa sui carburanti pari a 15 centesimi di euro al litro circa.
Ottima mossa, una tassa fissa verrebbe trasformata in una tassa variabile e quella che era un'imposta, per certi versi legata al reddito (la tassa di proprietà è calcolata sui cavalli fiscali dell'autovettura), sarebbe spalmata sull'utilizzo del mezzo andando a gravare pesantemente sul costo di mantenimento dell'auto. La prima conseguenza negativa ricadrebbe su quei tanti lavoratori costretti a fare uso del mezzo privato per raggiungere il posto di lavoro con conseguente pesante incidenza sul reddito netto.
15 centesimi ai quali si dovrà sommare il 22% di iva su tutta la quota di accise di cui benzina e gasolio sono gravati.
Una tassazione di una imposta che, per quanto giudicata incostituzionale, continua a esistere contribuendo a posizionarci ai vertici europei per costo dei carburanti.
Per il Governo invece un effetto positivo si avrebbe potendo irrigidire ancor più il prezzo della benzina. Una quota così elevata di tassazione fissa sul prezzo dei carburanti attenuerebbe le flessioni negative del gettito fiscale in caso di riduzione del prezzo del petrolio e conseguentemente del prezzo alla pompa.
Un aiutino infine lo darebbero i petrolieri, sempre così in ritardo a adeguare i prezzi in discesa ma così rapidi a incamerarne invece l'aumento, completando la strategia della multinazionale "Inc.cool.8" che ha definitivamente sopraffatto Robin Hood, cambiato il target ma ne ha mantenuto il linguaggio.
L'automobilista si dimostra ancora una volta una risorsa inesauribile (72 miliardi circa di introiti dal settore auto); verrebbe da pensare che sia il bancomat del governo.
A proposito, mi sembrava di ricordare che Renzi, nel 2014, avesse promesso l'eliminazione delle accise (Video).
Forse mi sbaglio, invecchiando la memoria viene meno.
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Ci sono lavoratori e lavoratori. Ma ci sono anche sempre più disoccupati e sottoccupati, pensionati relegati in casa per indigenza e altri a sostenere figli e nipoti. Stipendi e salari da fame e privilegi e vitalizi da nababbi. I sindacati dovrebbero riflettere e dare l'esempio.
di Lamberto Colla Parma, 1 maggio 2016.
Feste canti e musica in tutta Italia per celebrare la festa del lavoro, convenzionalmente riconosciuta nel 1° maggio.
La scelta di festeggiare il 1 maggio è legata ad alcuni eventi storici avvenuti nel 1886 a Chicago, negli Stati Uniti, dove ci furono una serie di gravi incidenti che sfociarono in una rivolta che prese poi il nome di Haymarket. In quella giornata i sindacati organizzarono un corteo operaio per chiedere la riduzione della giornata lavorativa ad otto ore e la protesta durò alcuni giorni. Il 3 maggio tutti i lavoratori che avevano preso parte allo sciopero si ritrovarono all'ingresso della fabbrica di macchine agricole McCormick e vennero colpiti dagli spari della polizia che era stata chiamata a reprimere l'assembramento e due persone rimasero uccise e altre furono ferite anche gravemente.
Una festa dei lavoratori e una festa per celebrare il contributo indispensabile dei sindacati per il raggiungimento di molteplici traguardi di civiltà.
Però francamente oggi risulta molto difficile pensare di scrivere un articolo celebrativo del lavoro e dei sindacati.
La parola lavoro oggi evoca dolore diffuso per i tanti, giovani e meno giovani, che il lavoro non hanno più o l'hanno perduto e con esso addirittura le speranze di ritrovarlo. Lavoro evoca immediatamente "pensione". Un traguardo sempre più lontano e sempre più misero. Una data, se sarà scritta, darà l'inizio certo di stenti per molti
Ma lavoro torna a fare rima con salari o "compensi" sempre più limitati e con "morte".
Gli ultimi decessi in ordine di tempo riguardano i due addetti alla cava di marmo di Carrara, ma come non dimenticare lo "sterminio", dell'estate del 2015.
Uomini e donne martirizzati per 2 euro all'ora. Braccianti agricoli deceduti al Sud come al Nord senza distinzione di latitudine, nè di sesso e nemmeno di razza o colore di pelle, italiani o immigrati. Unico comune denominatore: il bisogno di lavorare per sopravvivere e alimentare i propri familiari.
E Sindacato oggi è parola che ha perso molto del romanticismo degli anni '60. Sempre più difficile trovare "missionari" all'interno dei movimenti dei lavoratori, più facile, o forse fa solo più scalpore, intercettare privilegi e stipendi da favola.
Scalpore hanno fatto le remunerazioni dell'ex segretario CISL Raffaele Bonanni (oltre 330.000€/anno) o dell'attuale numero uno di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, l'uomo, il filosofo "contadino" da 10 milioni di euro in 11 anni.
Per non parlare dei vitalizi dei parlamentari e dei consiglieri regionali, così facili da ottenere ma così difficile farglieli mollare.
I diritti acquisiti non si toccano: è quanto hanno affermato gli ex parlamentari e gli ex consiglieri regionali in due audizioni alla Commissione affari costituzionali della Camera a fine gennaio scorso, non mezzo secolo fa.
I diritti acquisiti (loro) non si toccano, peccato che i diritti acquisiti dei cittadini sudditi invece sì, quelli possono essere toccati e addirittura alienati.
Forse sarebbe giunto il tempo che i sindacati tornassero a fare i sindacati. Farebbe bene a loro e farebbe bene alla società.
Ma perché andarsi a cercare del freddo per il letto?
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Passata la paura, il Premier gongola. Cereali e dintorni, 11 sedute di crescita. La crisi continua a mordere il comparto lattiero. Il Glifosato non sarà messo al bando, per ora. Le novità della 18esima edizione di cibus. Sicurezza alimentare Auchan: ritirato pepe nero macinato. CAL, piano di risanamento omologato dal Tribunale. Coop in favore del latte italiano.
SOMMARIO Anno 15 - n° 16 24 aprile 2016
1.1 editoriale Passata la paura, il premier gongola.
3.1 cereali Cereali e dintorni. Il brusco risveglio.
4.1 Lattiero Caseario La crisi continua a mordere il comparto lattiero
5.1 salute e benessere Il Glifosato non sarà messo al bando, per ora.
5.2 Vinitaly Vinitaly. Il Lambrusco Chiarli è il miglior vino frizzante.
6.1 eventi cibus - novità 2016 Le novità della 18esima edizione di cibus
7.2 eventi boscaioli Emak, al via il Campionato Italiano di Triathlon del Boscaiolo 2016
8.1 olivicoltura Dal Latte il rimedio naturale per combattere contro la Xylella.
8.2 eventi caseifici Torna "caseifici Aperti" il 23 e 24 aprile Vino, e piattaforme digitali
9.1 sicurezza alimentare Auchan: ritirato pepe nero macinato per sospetta non conformità microbiologica
9.2 Crisi - CAL Parma CAL, piano di risanamento omologato dal Tribunale
10.1 cereali Cereali. Mercati prosegue la tendenza al rialzo
11.1 mais e soia Mais e Soia: aprile 2016 - Maggiori produzioni previste in Argentina
12.1 cereali Cereali e dintorni. Mercati volatili in mano alle speculazioni
13.1 latte italiano COOP a favore del latte italiano.
14.1promozioni "vino" e partners
Renzi - contro tutti: 3 a 0. Vince la sfida del referendum e rifila un secco uno-due sulle mozioni di sfiducia. Adesso ha tempo per prepararsi alla sfida elettorale delle amministrative del prossimo 5 giugno.
di Lamberto Colla Parma, 24 aprile 2016. Un treno. Niente e nessuno potrà fermare il treno della speranza guidato da Matteo Renzi. Uscito "vittorioso" dal referendum sulle trivelle, che ha magistralmente "manipolato" giocandoselo sul piano politico, e poi uscendo, senza nemmeno stropicciarsi la camicia, dalle due mozioni di sfiducia respinte dal Senato della Repubblica.
In questi due delicatissimi passaggi "politici" è tornato a calcare la scena il Presidente emerito e senatore a vita Giorgio Napolitano, prima sostenendo le legittimità di astensione dal voto referendario, poi intervenendo, ancora in difesa della sua invenzione, nella discussione della mozione di sfiducia M5S. "In passato ci sono stati casi gravi di montature giornalistiche - interviene l'ex Capo dello Stato - contro persone che hanno ricevuto avvisi di garanzia e poi sono state scagionate, ma hanno pagato un prezzo altissimo dal punto di vista della vita privata", afferma ricordando il suo consigliere Loris D'Ambrosio. Deceduto d'infarto a soli 65 anni (26 luglio 2012), Loris D'Ambrosio era il collaboratore del Presidente della Repubblica e fu coinvolto, nientepopodimeno, nelle intercettazioni telefoniche con l'ex Ministro Nicola Mancino in riferimento all'inchiesta Stato - Mafia.
L'intervento di un pezzo da 90, come l'ex Presidente della Repubblica, ha avuto senz'altro nelle votazioni, fatto sta che Palazzo Madama ha respinto con 183 Si e 96 No la mozione proposta dal M5S e 180 a 93 quella proposta dal centro-destra.
"Ad ogni mozione di sfiducia il governo esce più rafforzato" è stato il primo commento di Renzi, che fa pendant con lo sfogo post referendario, quando a sottolineare la sua felicità e appropriandosi del gran numero degli astenuti, commentò con "La demagogia non paga".
Comunque sia, ha ragione il Premier.
La storia la scrivono i vincitori ed é indubbio che questo capitolo debba scriverlo Renzi.
E' quindi lecito che gongoli. Questa rinnovata fiducia e certificazione di solidità del Governo il Premier potrà spenderla in Europa, oggi fragile e divisa come mai, per riaccreditarsi e forse per fare breccia nell'abbraccio mortale tra Francia e Germania cercando di riportare equilibrio e buon senso sia sulla questione degli immigrati sia sulla questione della politica economica e finanziaria.
Un rinnovato consenso da fare pesare e per offrire sostegno a Mario Draghi sempre più messo sotto pressione dai falchi tedeschi, così ostinatamente interessati a introdurre elementi di garanzia sui Fondi Sovrani e testardamente orientati a perseverare sulla strada della austerity, il principale motivo del rallentamento della economia UE, Germania compresa.
Visto che, a quanto pare, tutto è fattibile per l'Harry Potter nostrano l'auspicio è che sul fronte interno riesca a portare a termine un programma serio e duraturo destinato alla ripresa economica e al lavoro.
Questi sì che sono due temi sentiti dagli italiani, "tutto il resto è noia".
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Inizia oggi la salita al calvario di Matteo Renzi. Tre giorni che si concluderanno il 19 aprile con le votazioni, in Senato della Repubblica, alle mozioni di sfiducia mosse al Governo sia dal M5S che dal centro destra.
di Lamberto Colla Parma, 17 aprile 2016. - Un'accerchiamento al Governo che, almeno a parole, non è difeso in toto dalla sinistra né tantomeno da alcuni componenti del PD. C'è però anche da dire che, nel momento estremo, i voti del PD si sono sempre compattati a favore del loro leader trascinandolo fuori dalle acque agitate del parlamento in subbuglio.
C'è da immaginarsi l'apprensione di Renzi in attesa dei dati referendari, soprattutto quelli numerici. Un respiro di sollievo lo potrà trarre con l'avvicinarsi dei dati definitivi dell'affluenza alle urne, sempre che la rete dei pentastellati fallisca la chiamata a raccolta di tutti i militanti, potendo quindi giocare la carta politica, assegnando il successo dell'eventuale diserzione di massa dai seggi, alla propria capacità di leadership. Infatti, molto furbescamente, l'Harry Potter nostrano, senza perdersi d'animo di fronte allo scandaletto sul petrolio che ha coinvolto, seppure indirettamente, l'ex Ministra Federica Guidi, ha invitato all'astensione. Un invito legittimo ma inopportuno, per un'alta carica dello Stato, contrastato persino dalla fazione dello stesso PD che che indirizzava verso un certo tipo di scelta tra tra le due opzioni offerte dalla scheda.
Così inopportuna da convincere lo stesso Presidente della Corte Costituzionale a intervenire sull'importanza di esercitare il diritto - dovere di voto.
Ma a prendere le difese di Renzi è sceso in campo persino il Presidente Emerito Giorgio Napolitano ricordando a tutti, come se non fosse questione arcinota, che l'astensione è lecita e prevista dalla Costituzione. "Se la Costituzione prevede che la non partecipazione della maggioranza degli aventi diritto è causa di nullità, - dichiara Napolitano intervistato da Repubblica - non andare a votare è un modo di esprimersi sull'inconsistenza dell'iniziativa referendaria".
L'aspettativa del popolo italico, paradossalmente, invece di essere rivolta sulle conseguenze del voto è tutto orientato sulla affluenza, quell'arido e laico numero che decreterà la vittoria o la sconfitta di Renzi.
Ancora una volta si è dimostrato come la politica sia riuscita a mistificare, quando non riesce a mascherare, la realtà del Paese e i veri e sacrosanti problemi.
Comunque, dopo lo spoglio ufficiale, Renzi avrà ancora tempo 48 ore per prepararsi all'assalto delle mozioni di sfiducia del prossimo 19 aprile e se sarà sufficientemente armato lo si potrà capire lunedi mattina con i commenti, non tanto delle opposizioni, piuttosto dei vari rappresentanti delle correnti del PD e degli altri partiti che hanno contribuito al galleggiamento del governo Renzi in ogni tempesta da quando è alla guida del Governo.
Nel frattempo una boccata d'aria, il Matteo nazionale, l'ha presa dopo questi ultimi mesi di pressione, schiacciato come è tra l'Etruria e le Trivelle, riuscendo a fare passare la riforma costituzionale a dimostrazione della compattezza del partito.
Staremo a vedere perciò quanto ossigeno avrà ancora di riserva, dopo questa tormentata tre giorni di passione, e se sarà sufficiente per condurre a termine la legislatura e le promesse mancate, lavoro, ripresa e spending review, che sono le vere aspettative degli umili sudditi.
Il 20 e' un altro giorno, si vedrà!
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Si è persino scomodato il Presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi, a invitare i cittadini al voto. Il giusto contraltare all'indelicata presa di posizione del Premier a favore dell'astensionismo.
Una mossa astutissima di Renzi, il cui risultato si giocherà politicamente, che ancora una volta ha dimostrato lucidità e spregiudicatezza. Un modo per costruirsi la via d'uscita, dopo Banca Etruria, dal caso petrolio, lobby che ha visto coinvolta, per ragioni affettive e non politiche, l'ex Ministra Guidi.
di Lamberto Colla Parma 14 aprile 2016 -
Se Matteo Renzi non si fosse azzardato, come non avrebbe dovuto fare in qualità di Presidente del Consiglio, a invitare al NON VOTO per il referendum di domenica 17 aprile, molto probabilmente me ne sarei rimasto a casa a gustarmi la vittoria dei disertori. Quella massa di soggetti che, per pigrizia, per incomprensione del quesito referendario proposto, o per strategia di votazione, avrebbero contribuito al mancato raggiungimento del quorum, contribuendo perciò a invalidare il referendum stesso.
Non ho cambiato idea su questa specifica chiamata alle urne, ma ho cambiato idea su come esprime la mia opinione.
Andrò a votare come ha chiesto di fare il Presidente della Corte Costituzionale Paolo Grossi.
Un invito che, giustamente, viene a poche ore di distanza dall'invito opposto del Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Un'uscita ben poco elegante da parte di una così alta carica dello Stato che mi ha lasciato basito. Vero che Renzi è anche il capo del partito di maggioranza ma l'opinione in tal senso l'avrebbe dovuta fare esprimere a un portavoce del PD, a un suo fidato, ma non lui.
Un'intervento che dimostra, ancora una volta, quanto astuto sia il nostro giovane premier.
In piena bagarre, messo all'angolo dalla vicenda Guidi-Gemelli, con le piaghe dal caso Banca Etruria ancora non rimarginate e costantemente sotto pressione dai vecchi leopardi (un pochino smacchiati) compagni di partito, Renzi non ha perso invece la lucidità e, con un colpo di genio, è entrato a gamba tesa sul referendum pensando, molto probabilmente, di giocarsi a suo favore il numero degli assenteisti propio a 48 ore dalla votazione di sfiducia del Governo proposta sia da M5S sia da Forza Italia (19 aprile).
La vittoria schiacciante che si determinerà da parte dei non votanti, vittoria peraltro strategicamente preparata a tavolino scindendo la consultazione referendaria dalle prossime imminenti elezioni amministrative, verrà esaltata dal Presidente del Consiglio e Capo del PD, come una Sua Vittoria accomunando e portando a suo favore tutti i pigri, gli ignoranti (quelli che non hanno compreso la domanda a cui rispondere) e tutti quelli, di destra e di sinistra, che sull'argomento avessero scelto di contribuire al mancato raggiungimento del quorum.
No, questo vantaggio non possiamo concederlo a nessuno. Nessuno potrà avvantaggiarsi politicamente di una massa di voti, peraltro inesistenti, trasformando un "referendum tecnico" in una consultazione politica.
Ecco quindi svelato anche il mistero della "strana" apparizione sulla scena politica del Presidente della Corte costituzionale.
L'invito del Presidente Paolo Grossi lo faccio mio e anch'io dico: andiamo a votare.
E' un nostro diritto, è un dovere e soprattutto, per quel che mi riguarda, non voglio rientrare nel novero di quelli che daranno credito al Presidente del Consiglio.
Quindi andiamo a votare: SI o NO.
Per comprendere il quesito referendario c'è ancora tempo due giorni. Sono ampiamente sufficienti per farsi la propria opinione.
E' venuto a mancare Gianroberto Casaleggio cofondatore del Movimento 5 Stelle, dopo una lunga malattia. Il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, lo ricorda con parole di stima.
Parma, 12 aprile 2016
A poche ore dalla notizia della morte di Gianroberto Casaleggio, cofondatore del Movimento 5 Stelle, il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, lo ricorda con parole di stima.
"Non posso nascondere gli attriti e le discussioni ma ci ha lasciati un sognatore, che con un sogno ha costruito un progetto politico di cui il Paese
aveva e ha ancora assoluto bisogno. Un progetto che sta a tutti noi, oggi, portare avanti con convinzione".
Ci sono stati, sì, attriti e discussioni, non può fare a meno di ammettere Pizzarotti, "ma non dirlo non renderebbe giustizia alla
persona e all' uomo".
Il Sindaco, con la nota diffusa qualche minuto fa, ha ricordato il ruolo politico fondamentale di Casaleggio: "E' stato un padre fondatore, per certi aspetti un punto di riferimento. Certamente e' stato un idealista in un Movimento che oggi, piaccia o non piaccia, e' entrato nelle istituzioni italiane e ha contribuito a cambiare questo nostro amato Paese. Una marcia fatta di piccoli passi, ma di grandi intenzioni". Pizzarotti ha avuto, negli ultimi tempi spesso rapporti tesi con il teorico di M5S ma non può fare a meno di dare memoria di una sua, significativa ultima immagine: "Voglio ricordarlo sul palco di Roma al termine dello Tsunami Tour 2013. Io avevo parlato poco prima e inaspettatamente ha preso la parola lui. Da persona riservata e di poche parole, mi aveva sorpreso non poco, ma al tempo stesso mi aveva fatto piacere. Esprimo la mia vicinanza a tutta la famiglia".
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 15 - n° 14 10 aprile 2016
Va di moda l'Offshore. Cereali. Il cambio aiuta l'import USA ma non il contrario. Prezzi pressoché stabili, cresce il "parmigiano". Vinitaly, il calendario inaugurazioni e presenze istituzionali. Uno Spazio ludico didattico per il Museo del Pomodoro. Presentazione App "Via Emilia Wine&Food". Su Amazon lo store curato da vinitaly wine club. Promozioni ."vino" e partners.
SOMMARIO Anno 15 - n° 14 10 aprile 2016 (in allegato il formato pdf scaricabile)
1.1 editoriale Va di moda l'Offshore.
2.1 cereali Cereali. Dai dati USDA nessuna sorpresa
3.1 Lattiero Caseario Prezzi pressoché stabili, cresce il "parmigiano".
4.1 allerta sicurezza Ritirata la Coppa di testa. Rischio parassiti.
4.2 Vinitaly Vinitaly, il calendario inaugurazioni e presenze istituzionali
5.1parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano: varato il piano produttivo per il 2017-2019
5.2 pomodoro Uno Spazio ludico didattico per il Museo del Pomodoro
6.2 vino e turismo Presentazione App "Via Emilia Wine&Food"
6.3 vino e.commerce Su Amazon lo store curato da vinitaly wine club
8.1 gdo e tendenze GDO, Come cambia la comunicazione e l'assortimento
9.1 cereali Cereali. Il cambio aiuta l'import USA ma non il contrario.
10.1 promozioni "vino" e partners
Uno scoop pruriginoso, un'inchiesta forse pilotata, piena di cose note e, probabilmente, per lo più legali. Nomi noti dati in pasto all'opinione pubblica come se fossero dei delinquenti. Ma i veri scandali intanto rimangono coperti dal fumus di altre inutili notizie.
di Lamberto Colla Parma, 10 aprile 2016.
A chi giova lo scandalo "non scandalo" Panama Papers? E' la domanda spontanea che viene da pormi osservando alcuni lati oscuri, omessi o pruriginosi con cui è stata data diffusione "globale a reti unificate" a una notizia che, in teoria, non avrebbe dovuto sconvolgere alcuno.
Da che esiste la società civile l'uomo ha sempre cercato di risparmiare sulle tasse. Nell'ultimo periodo dell'Impero romano, molti preferirono diventare sudditi dei regni barbarici pur di sfuggire al fisco di Roma. Così come, in era moderna, molti "Padri Pellegrini" furono mossi a espatriare in America per ragioni fiscali piuttosto che religiose.
Ma quello che la stampa mondiale cerca di fare passare è lo scandalo a tutti i costi, introducendo elementi "pruriginosi" attraenti per vendere le copie dei propri giornali e non per fare una informazione corretta.
Ecco allora che spunta il figlio dell'ex SS tra i soci dello studio panamense dal quale vi è stata la fuga di notizie, piuttosto che il calciatore di grido o il pilota di formula uno piuttosto che la barbarella nazionale regina delle faccine e il noto attore comico e regista italiano. Tutti accomunati in quella che pare una operazione illegale e immorale.
Invece no! E' giusto, anche se sicuramente impopolare in questo periodo storico di facile giustizialismo mediatico, difendere la reputazione di chi non ha commesso reati. E c'è da stare certi che la stragrande maggioranza di costoro di reati non ne hanno commessi, avendo invece solo sfruttato le migliori condizioni di favore che le norme nazionali e internazionali consentono.
Ha commesso reato la FCA (ex Fiat) espatriando in Regno Unito e in Olanda all'unico scopo di abbattere l'imposizione fiscale italiana? Il reato lo commise invece la Vecchia Parmalat, sfruttando la riservatezza dei paradisi fiscali, depositando "liquidità" inesistente per coprire il buco miliardario di bilancio.
Un'altra questione strana è l'assenza di personaggi Statunitensi dall'elenco pubblicizzato dello studio panamense.
Non credo che, proprio nel regno dei "Paperoni" del mondo, non abbiano trovato qualche idea per ridurre le tasse, visto che sia Google, sia Amazon, solo per citare i più noti, hanno partite miliardarie sospese con molti stati europei di tasse non lasciate sul vecchio continente sfruttando pieghe legali che pian piano, forse, verranno stirate ma che al momento sono favorevoli a loro e non ai Paesi ove viene di fatto realizzata la loro azione commerciale.
O forse perché gli americani hanno realizzato due importanti e noti Stati riconosciuti come riservatissimi e efficaci "Paradisi Fiscali", il Delaware e il Nevada?
Per non parlare della multinazionali del "gioco", e qui giochiamo in casa essendo la più grande di proprietà di una ricca e storica famiglia piemontese, che opera da un paradiso fiscale e ha ricevuto sconti miliardari dai nostri Governi e di cui avevamo già dato riscontro nel settembre 2014 e nello scorso ottobre.
Ecco quindi che, tirate le somme, il vero scandalo non sta nella ricerca di occasioni legali per "pagare meno tasse" ma nella informazione distorta e soprattutto nella mancata vigilanza e controllo delle grandi società da parte del nostro fisco.
Solo il 10% dei controlli sono rivolti alle grandi imprese e il 90% alle micro e piccole medie imprese, come riscontrato da Unimprese.
Certo, è molto più facile prendersela con i più deboli e ormai assuefatti sudditi tartassati.
Riusciremo a difenderci senza essere puniti? Ecco cosa pensano i parmigiani della proposta di legge di iniziativa popolare che prevede l'aumento della pena per chi si introduce nel domicilio, la difesa come si vuole nella propria abitazione, la non possibilità di essere denunciati per eccesso di legittima difesa e che non sia mai previsto un risarcimento del danno per il ladro.
Di Alexa Kuhne
Parma, 8 aprile 2016
Può capitare che l'aggressore si trasformi in vittima e che la propria casa diventi il luogo più insicuro e pericoloso.
Le situazioni di questo tipo, in realtà, sono sempre più frequenti nel nostro Paese.
Paura e allarme sociale sono tangibili e i cittadini si sentono disarmati e deboli di fronte alla possibilità di essere derubati, feriti o uccisi in casa propria. O di essere considerati dalla legge come gli aggressori nel caso in cui si difendano da un rapinatore. Insomma, succede che, oltre al danno, si debba subire la beffa.
Perché la legge esiste ed è quella della legittima difesa, prevista dall'articolo 52 del codice penale, solo che andrebbe revisionata e correttamente divulgata, visto che fino a ora sembra tutelare chi, con atti di banditismo, tenta rapine con conseguenze, il più delle volte, tragiche.
Modificando questa legge i cittadini, fatte le loro valutazioni, prenderanno le precauzioni opportune e forse potrà mettersi in moto un sistema di prevenzione sociale che terrà la criminalità fuori dalle nostre case.
E' quello che sostiene Italia dei valori che sta promuovendo una campagna di sensibilizzazione che prevede la raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare per cambiare le norme sulla legittima difesa.
L'impulso è partito alla fine di febbraio da Padova dove, recentemente, il tabaccaio Franco Birolo è stato condannato a 2 anni e 8 mesi e a un risarcimento di 325 mila euro per aver ucciso un ladro tre anni fa e ha raggiunto molti Comuni italiani.
Sostanzialmente si chiedono tre cose: un aumento della pena da due a sei anni per chi si introduce nel domicilio, che all'interno della propria casa o del proprio negozio, ciascuno debba essere libero di difendere se stesso, i propri cari e i propri beni come vuole, senza incorrere nel rischio di essere denunciati per eccesso di legittima difesa e che non sia mai previsto un risarcimento del danno per il ladro o per la sua famiglia.
La raccolta firme è effettuata attraverso banchetti in tutte le piazze italiane, ma l'Idv ha trasmesso a ogni sindaco il modulo necessario affinché sia resa possibile anche nelle sedi comunali.
La necessità di rispondere più efficacemente alla crescente domanda di sicurezza proviene, in particolare, da Lombardia, Emilia Romagna e Veneto: un territorio in cui il fenomeno dei furti in abitazione è sempre più preoccupante.
I promotori della campagna di sensibilizzazione chiedono la rimozione della fattispecie normativa che permette all'aggressore di trasformarsi in vittima: al ladro che s'introduce in casa nostra, infatti, è attualmente consentito chiedere in certi casi il risarcimento del danno.
Questo ampliamento legislativo della tutela, secondo i sostenitori, costituirebbe un forte deterrente verso la categoria di criminali dediti a furti e rapine nei luoghi di privata dimora, i quali così sapranno di non poter più beneficiare di scappatoie giuridiche e di non poter più volgere a proprio profitto norme quale la risarcibilità del danno. Chi si introdurrà nei privati domicili saprà, dunque, di pagare più severamente e di non potersi trasformare da aggressore in vittima chiedendo il risarcimento di danni. Per le stesse ragioni chi difende l'incolumità o i beni propri o altrui all'interno del proprio domicilio non potrà rispondere della propria condotta, neppure a titolo di eccesso colposo in legittima difesa.
Esasperati e impauriti, anche i parmigiani sono quasi tutti concordi nell'affermare che sia giusto difendersi in casa propria, anche sparando.
"Sono situazioni che si dovrebbero vivere e non le auguro a nessuno – dice Mario, 45 anni, di Parma -. In quei momenti hai poco tempo per pensare o agire, magari gli intimi di andare via e sparano loro a te (perchè di solito sono sempre in 2 o 3)....mors tua vita mea...".
Il rischio di difendersi è anche quello di dover risarcire il rapinatore...
"Questa nuova proposta mi pare sensata e firmerò pure io – conferma Claudio, 50 anni di Mantova, altra città tartassata - perché prevede che non vi sia alcun risarcimento a favore dei delinquenti che si introducono in casa per rubare e malauguratamente si piglino una qualche legnata sul grugno".
Il pericolo, se dovesse essere modificata la legge, è che si corra il rischio di alimentare la cultura dello "sceriffo fai da te" ma i cittadini di Parma non hanno titubanze: "Me ne frego – spiega Giordano - ...se uno viene in casa mia lo ammazzo...anche se la vita devo trascorrerla in galera ....".
E ancora: "Ormai c'è già – ammette Barbara, cremonese di passaggio a Parma -... E sono state proprio certe sentenze ad alimentarla..."
Il nodo della questione è che la dicitura "difesa proporzionata all'offesa" lascia troppi margini di discrezionalità nel giudizio, soprattutto in chi non s'intende di armi e tempi di reazione. Qual è, allora, la proporzionalità? Uno armato di coltello, mazza, cacciavite, piccone, piede di porco è meno pericoloso di chi impugna una pistola?
"Se detieni (legalmente) - continua Claudio – un'arma hai l'obbligo morale di saperla usare, indipendentemente dall'uso che pensi di farne. Ma se ti capita il delinquentone armato, non dico con la pistola, ma con un coltellaccio da cucina devi pur difenderti..."
Il problema sta anche nelle forze dell'ordine, continua Claudio: "I tempi di intervento quali sono? Tu chiami immediatamente e arrivano in tempo? I delinquenti rilasciati da questo governo sono decine di migliaia, la depenalizzazione dei reati è stata pure ampia, entrano migliaia di persone di cui non sai alcunché... penso basti!. La polizia non ha nemmeno i colpi per allenarsi. Sai quanti ne spara un poliziotto di mestiere? 50/60 ogni tre mesi, e ora mi dicono che abbiano ridotto a una 15 di colpi. Con chi si confrontano? Rischiano di trovare il militante jihadista che ha appena fatto un corso intensivo di tre mesi a Rakka e sei mesi in battaglia..."
Anche chi, di principio, come Silvia, insegnante trapiantata a Parma, è contraria alla giustizia 'faidate', ammette di essere stufa...