Sono dieci i tedeschi rimasti vittima dell'attacco terroristico di Istanbul. In meno di 15 giorni la Germania subisce il secondo sfregio da parte musulmana. Una mini Shengen per reazione porterà l'Europa verso la sua distruzione.
di Lamberto Colla Parma, 17 gennaio 2016.
A questo punto è lecito porsi la domanda se tutto ciò sia avvenuto casualmente o piuttosto seguendo una ben precisa scenografia scritta da non si sa bene quale malefica mano, forse da una Spectre (SPecial Executive for Counter-intelligence, Terrorism, Revenge and Extortion) stanca di essere un'organizzazione relegata alla sola finzione cinematografica, nata dalla fantasia di Ian Lancaster Fleming, scrittore e ex ufficiale della Royal Navy nella seconda Guerra Mondiale, decide di materializzarsi generando il caos in europa per indebolirla, quindi conquistarla.
I sospetti cominciano a affiorare quando, a partire dai fatti di Capodanno, dopo il coinvolgimento emotivo iniziale, si comincia a schiarire il quadro e più si schiarisce e più resta nebuloso. Dal comportamento della polizia tedesca che sembra non essere stata tempestiva e soprattutto che avesse lasciato sguarnito un potenziale obiettivo sensibile come la stazione ferroviaria di Colonia e poi che volesse tacere la realtà avendone dato le prime informazioni solo 48 ore più tardi della più famosa "Gang Bang" di capodanno.
Con tutti i difetti che potrei riconoscere ai tedeschi non posso certamente pensare che la sicurezza possa minimamente essere stata presa sottogamba dalle forze di polizia. Piuttosto sarebbe più plausibile un atteggiamento di prudenza nel trasmettere l'informazione temendo una reazione incontrollabile da parte frange estremiste o di movimenti xenofobi.
Tant'è che, nonostante le sollecitazioni e gli inviti e le sollecitazioni del ministro della Giustizia tedesco, Heiko Maas, a non strumentalizzare quanto accaduto la notte di Capodanno a Colonia, "non possiamo lasciare campo libero a incendiari estremisti", un gruppo di hooligan, rocker e buttafuori avrebbe lanciato una "caccia all'uomo nel centro storico di Colonia", come reazione alle violenze subite dalle donne la notte di Capodanno. L'iniziativa, di cui riferisce il Koelner Express, sarebbe nata su Facebook.
Fortunatamente tutto si è limitato a qualche sporadico episodio ancora sotto indagine da parte della polizia tedesca.
Ma ecco che, con precisa e solerte tempestività, a riaccendere gli animi teutonici ci ha pensato l'attacco terroristico di Istanbul che, guarda caso, ha visti coinvolti, per la maggior parte, dei turisti tedeschi, dieci per l'appunto.
L'attacco all'europa unita è partito già da tempo e oggi l'obiettivo primario è la Germania, colpita prima con lo scandalo "Diesel Gate" e ora sulla politica immigratoria lanciando la campagna degli stupri di massa di e la strage di tedeschi a Istanbul.
E la reazione tedesca non potrà che essere di chiusura e già si parla di istituire una Mini-Shengen con Francia, Austria, Belgio, Lussemburgo e Olanda. Un altro passo, questa volta non tanto piccolo e insignificante, verso la "Disunione" che, dalla introduzione della moneta unica, non è riuscita a creare le condizioni per realizzare uno Stato Federale come si deve.
Berlino, colpita dal problema della immigrazione, se la prende con Italia e Grecia per non avere protetto i confini, accusando i due Paesi di non avere fatto gli Hot Spot e di avere chiuso da tempo un occhio sia sugli ingressi sia sulle registrazioni delle impronte digitali. Adesso che il problema ha raggiunto il cuore dell'Europa, Merkel & Co., anziché recitare il "mea culpa" per non avere accolto le istanze e le richieste d'aiuto del sud europa per arginare il flusso migratorio e fermare il massacro di clandestini nel mediterraneo, rilanciano le responsabilità ai mittenti minacciando di alzare altre barriere, forse con l'intenzione premeditata di fare saltare l'EURO, quindi l'Unione Europea, come già nel 2014 avevo, non soltanto provocatoriamente, anticipato.
L'europa è ora troppo vulnerabile e le barriere tra i popoli stanno riemergendo. E' un attimo che ai tradizionali muri di calcestruzzo e filo spinato si ergano i ben più invalicabili muri nazionalistici se non addirittura di matrice xenofoba.
No, un arretramento culturale e di civiltà che non ci possiamo permettere e che deve essere combattuto con la cultura e l'intelligenza.
Sarebbe auspicabile perciò che i movimenti culturali di tutti i Paesi UE e di qualsiasi matrice politica (la Cultura con la "C" maiuscola NON è solo della sinistra come continuano a ricordarci) accendessero molti fari sul problema e, tutti insieme, esponessero un manifesto sulla "Libertà" , libertà individuale e libertà sociale.
Se l'europa continua a rimane in mano ai soli politici, agli "UEmanoidi", avremo ancora ben poca strada da percorrere uniti e il rischio di nuovi e violenti conflitti aumenterà con l'aumentare delle provocazioni di "Numero Uno" che, come ha dimostrato, conosce perfettamente quali corde fare suonare in ogni Paese.
L'ipotesi complottista, connessa alla teoria della cospirazione internazionale, è affascinante e purtroppo anche sempre più probabile.
Se il buon giorno si vede dal mattino, il 2016 non si presenta certamente con l'oro in bocca. Dieci giorni di furore per ricordarci di tutti i problemi irrisolti sul nostro pianeta. Manca all'appello il solo problema Russo-Ucraino.
di Lamberto Colla Parma, 10 gennaio 2016.
Dagli stupri di massa di Colonia, Zurigo, Amburgo, Helsinky e Dusseldorf al crollo delle borse mondiali , alle scornate diplomatiche tra Iran e Arabia Saudita in un contesto tutto arabo e già sufficientemente infiammato, per finire con le prove di guerra nucleare della Corea del Nord.
Ce ne sarebbe abbastanza per dare credito alle molteplici profezie catastrofiste che vedrebbero l'implosione dell'occidente o dell'intero pianeta entro la fine dell'anno. La profezia dei Maya sulla fine del 2012 sarebbe state quindi solo procrastinata al 2016. Confidiamo che sia più plausibile la profezia della Nostradamus dei Balcani, quella Baba Vanga che aveva previsto lo tsunami asiatico, l'11 settembre e la "primavera "araba" ad esempio, che prevederebbe la conquista dell'Europa da parte musulmana nel 2043 (la lista completa delle previsioni sono state proposte da News.com.au).
Ma senza doverci addentrare nei misteri dell'occulto e della veggenza e restringendo il campo ai soli 4 concreti episodi che hanno marcato la prima decina del nuovo anno per rabbrividire.
Capodanno di stupri e violenze in nord europa. Colonia è stata solo la prima a emergere ma analoghi episodi condotti da analoghi soggetti sono accaduti a Dusseldorf, Zurigo, Helsinky e Amburgo.
Non un gruppo di ubriaconi molesti di capodanno ma una vera e propria azione di terrore diffuso nelle capitali dell'accoglienza e, quello che fa tremare, portate a termine prevalentemente da soggetti integrati, non immigrati dell'ultima ora bensì nati in continente.
Se le diversi azioni non sono state concordate e concertate seguendo un copione terroristico allora c'è da temere che una ventata di "orgoglio musulmano", incontrollabile e imprevedibile, possa esplodere dall'interno dell'europa stessa, una rivolta che sorge da una parte di concittadini emarginati che, sull'onda della propaganda islamista (ISIS) insorgono qua e là, come fa l'acqua che, dalla violenza delle precipitazioni, allaga case strade emergendo con violenza facendo saltare i tombini come fossero tappi di champagne sotto la pressione idrica.
Questo è lo scenario che più spaventa. La rivolta dei "branchi", anonimi, isolati, spontanei e diffusi.
Dal lato finanziario il 4 gennaio e poi il 7 saranno ricordati per molto tempo. Le borse di tutto il mondo hanno collassato alla riapertura del nuovo anno. New York ha segnato la peggiore apertura dal 1932. Shanghay il 7 gennaio venne chiusa dopo meno di un ora dall'apertura per eccesso al ribasso -7,3%, segno che i 20 miliardi immessi dal Governo di Pechino solo 2 giorni prima non sono riusciti minimamente a interrompere l'ondata di vendite. Ci mancava poi il test nucleare (dichiarato test all'idrogeno mentre gli osservatori dicono solo nucleare potenziato) o presunto tale della Corea del Nord per portare altro scompiglio nelle borse asiatiche e, a cascata, in quelle occidentali con Francoforte (la Germania è molto connessa con l'economia cinese) a registrare le peggiori performance.
Soros, il guru mondiale della finanza, avverte che la crisi che sta emergendo sarà pari se non superiore a quella del 2008. E se lo dice lui c'é da crederci che da ogni crisi è uscito scalando le classifiche dei Paperoni terrestri.
Intanto in Italia si continua a far credere nella crescita che non c'è, nelle tasse che si riducono mentre, conti alla mano, crescono di 551€ a famiglia stando alle analisi del Codacons.
La ripresa, questa sconosciuta, se in parte ci sarà avverrà solo attraverso le imprese capitalizzate mentre saranno ancora mortificate le micro, piccole medie imprese che, sempre più asfissiate dalla burocrazia e dalla difficoltà di accesso al credito, non riescono a cavalcare i tenui segnali di fiducia sottraendosi perciò dalla contribuzione allo siluppo economico del Paese.
Ma se a questo tessuto imprenditoriale diffuso, vivace e coraggioso non arriveranno le risorse e gli strumenti per un adeguato rilancio l'Italia intera ne subirà le conseguenze, essendo proprio questo il background che ha creato il miracolo economico italiano del passato e che sulla base delle sue riserve sta consentendo all'Italia di galleggiare nel tormentato mare della globalizzazione ipercompetitiva.
I dati diffusi da Unioncamere dell'Emilia Romagna, relativamente al terzo trimestre 2015, confermano questa situazione e la tabella allegata è una straordinaria fotografa degli ultimi anni. "Le attese di un miglioramento delle vendite - recita il report di Unioncamere - nel quarto trimestre sono diffuse in ogni classe dimensionale, ma le piccole imprese appaiono molto più incerte, mentre le valutazioni positive sono più diffuse tra quelle medie e sono decisamente prevalenti tra le strutture maggiori."
Infine, ma non da ultimo, nel complesso panorama politico internazionale, all'infuocato conflitto tra islamismo e mondo cristiano irrompe la crisi tra i due stati portabandiera della più ampia spaccatura islamica, Iran e Arabia Saudita, Sunnita la prima e Sciita la seconda che sono venute ai ferri corti col rischio di fare ancor più prendere forza al terzo incomodo, la frangia estremista Salfita e Whabita, radicata all'interno del mondo Sciita.
Una corrente che basa i fondamenti sui tre pilastri della predicazione di Wahhab, «un re, un'autorità, una moschea».
Tipica della predicazione di Wahhab è l'ostilità alle «deviazioni» dottrinarie quali il culto dei santi, delle tombe e dei santuari, considerate innovazioni impure e idolatria, che vanno risolte cancellandone ogni traccia. Per Wahhab tutti i musulmani devono giurare lealtà a un solo capo (il Califfo, nel caso che ci sia) e quelli che non lo fanno dovrebbero essere uccisi, le loro mogli e figlie violentate e i loro averi confiscati. Una minoranza (gli Sciiti sono circa il 15% del mondo islamico) che però sta trovando adepti in ogni dove da arruolare alle milizie del "Califfato dell'ISIS" che sta mettendo a ferro e fuoco la Siria, l'Iraq, la Libia, la Nigeria con l'obiettivo di riprendere i territori che furono degli antichi califfati.
E per non disperdere dalla memoria che anche in Asia qualche problema esiste, a rammentarlo al mondo intero ci ha pensato il 33enne (compiuti l'8 gennaio) dittatore Nord Coreano Kim Jong Un che ha voluto festeggiare il compleanno, con i Botti all'Idrogeno. Un test nucleare che non può non allarmare.
In questi primi 10 giorni, il 2016, ha voluto mettere in agenda tutti i maggiori problemi irrisolti degli ultimi decenni, ambientali compresi, colpendo con violenza la Scozia e l'Inghilterra solo qualche giorno prima del capodanno, forse per ricordare ai padroni del mondo che così non si può andare avanti.
L'agenda 2016 perciò è già piena, occupata da emergenze che, purtroppo, hanno tutte la medesima priorità. Buon Anno!
Cereali, tra tempesta valutaria e rischio siccità. tasse, ma quanto crescono? Conad ritura una farina. Pane nero, sequestri in Puglia. Coldiretti, allarme botteghe alimentari. Il Parmigiano Reggiano spinge l'Alè Cipollini Galassia.
(allegato formato scaricabile in pdf)
SOMMARIO Anno 15 - n° 01 10 gennaio 2016
1.1 editoriale 2016, primi segnali ben poco incoraggianti
3.1 cereali Cereali, tra tempesta valutaria e rischio siccità
4.1 economia Tasse, ma quanto crescono?
5.1 sicurezza alimentare Conad ritira una farina per precauzione
5.2 sicurezza alimentare Pane nero, la nuova tendenza è sotto osservazione. Sequestri in Puglia.
6.1 dettaglio alimentare Commercio: Coldiretti, allarme per botteghe alimentari nel 2015
7.1 eventi L'Alè Cipollini Galassia spinto dal "Parmigiano Reggiano"
8.1 promozioni "vino" e partners
Aria (fritta), dopo le rotatorie i semafori intelligenti. Cereali in confusione. Export e la nuova frontiera vietnamita. Volano i consumi di Parmigiano Reggiano. Preoccupazioni per El Niño, i primi segnali in Gran Bretagna.
(in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 14 - n° 53 03 gennaio 2016
1.1 editoriale Aria (fritta). Dopo le rotatorie torneranno di moda i semafori intelligenti
3.1 cereali Cereali. Fine d'anno in confusione
4.1 Buon anno 2016! Auguri di BUON ANNO
5.1 export Vietnam, una nuova frontiera per la filiera agroalimentare
5.2 mercati Parmigiano Reggiano: i consumi volano
6.1 clima El Niño, e le inquietanti analogie col 1998
7.1 promozioni "vino" e partners
L'inquinamento atmosferico si combatterà con i semafori intelligenti (almeno loro) e abbattendo i limiti di 20 km orari in città. In conclusione non si avrà nessun miglioramento ma solo un aggravamento dei disagi.
di Lamberto Colla Parma, 3 gennaio 2016.
Siamo alle solite anche in campo ambientale. Si crea un'emergenza per giustificare degli interventi straordinari per raggiungere uno scopo che non è, quasi certamente, quello manifesto.
Allora fiato alle trombe.
D'incanto tutti i grandi media lanciano ripetizione tutti gli stessi identici messaggi coprendo tutte le 24 ore di palinsesto televisivo. Dalle trasmissioni strettamente dedicate alle news e in ogni programma di intrattenimento, di cucina, di pseudo approfondimento o di costume, un intervento o un passaggio sulla allarmante situazione dell'inquinamento dell'aria di Milano e Roma, della Val Padana e di Pechino non può mancare.
Così sul finire d'anno le due maggiori preoccupazioni del nostro Governo, almeno stando al tamburellamento mediatico, sono state riservate ai Botti di Capodanno e all'emergenza inquinamento dell'aria.
Così via con i tavoli di lavoro che restituiscono, in men che non si dica, la miglior risposta possibile riassunta nel protocollo d'intesa tra il Ministero dell'Ambiente, l'ANCI e la Conferenza delle Regioni e province autonome, destinato "Migliorare la qualità dell'aria, incoraggiare il passaggio a modalità di trasporto pubblico a basse emissioni, disincentivare l'utilizzo del mezzo privato, abbattere le emissioni, favorire misure intese a aumentare l'efficienza energetica."
Troppi macro-obiettivi per uno scarno documento di 13 pagine, delle quali ben quattro sono occupate da riferimenti legislativi, e un impegno di spesa di soli 12 milioni di euro.
Alla fine il risultato sarà:
- alcune municipalità riceveranno un contentino per ammodernare qualche autobus obsoleto;
- qualche società di software riceverà l'appalto per la sincronizzazione dei semafori e il monitoraggio dell'intensità di traffico (che nessuno poi leggerà e interpreterà);
- due gradi in meno negli uffici pubblici che non verranno mei rispettati;
- l'imposizione del limite di 30 Km/ora nei centri cittadini che porteranno nuovi introiti alle casse comunali;
- le misure di dissuasione e repressione della sosta di intralcio (idem come sopra).
Se questo vi sembra inverosimile allora leggete voi stessi il documento (allegato in pdf) e traete le vostre personalissime considerazioni.
Quello che personalmente mi sconcerta è la paradossale e ridicola riduzione a 30 Km/ora del limite di velocità urbano per due ordini di ragioni:
1. la velocità media all'interno delle nostre città si è ridotta di altri 2,8 km/ ora nell'ultimo anno superando di poco i 15 km/h, con punte di 7-8 km/h come rilevato da "Confcommercio";
2. E' noto che la miglior efficienza dei motori, e quindi della quantità e qualità delle emissioni, si ha in costanza di regime di giri e all'interno di un intervallo di giri/min specifico (diverso a seconda del tipo di motorizzazione).
Vien da sé che le misure saranno inefficaci e inutili per lo scopo specifico per le quali verranno introdotte ma utilissime per le casse comunali che potranno garantirsi nuovi introiti per tutti coloro che sfrecceranno (nei brevi tratti che saranno liberi) a velocità superiori a 31,5 km/h (considerato già il 5% di tolleranza concesso). Una Velocità di punta difficilmente rilevabile con certezza dai tachimetri delle auto e ancor più difficilmente percepibile dallo stesso conducente con conseguente elevamento a potenza della probabilità di incorrere in contravvenzione.
Dei semafori intelligenti degli anni 70-80 ai T-Red di più recente memoria stendiamo un velo pietoso. I primi per l'inefficacia e i secondi per le frodi ai danni degli automobilisti e perciò, se tanto mi dà tanto, i nuovi semafori "multitasking" non saranno da meno. Ammesso e non concesso che possano rilevare interessanti dati dai flussi veicolari, poi nessuno riuscirà mai a interpretarli.
In conclusione siamo alle solite!
Il cittadino / automobilista sarà ancora e sempre più il bancomat dei comuni e l'intelligenza delegata ai soli semafori.
Domanda: C'è di che vergognarsi o no?
(in allegato il Protocollo di Intesa)
Rivoluzione in casa Equitalia. Non verranno consegnate cartelle esattoriali sino all'epifania. Poi tutto tornerà come prima, compresi gli errori.
di Lamberto Colla Parma, 27 dicembre 2015.
Una tregua è il termine più utilizzato dai giornali nazionali per informare della sensazionale novità introdotta da Equitalia, prima volta dopo 10 anni di vita dell'azienda partecipata dall'Agenzia delle entrate e dall'INPS.
Non verranno consegnate le cartelle esattoriali dal 24 dicembre al 6 gennaio salvo i casi inderogabili.
Il nuovo corso di Equitalia voluto dall'ad Ernesto Maria Ruffini passa anche da queste grandi concessioni riconosciute al popolo più tartassato e vessato d'Europa.
Non importa se tra le circa 30 milioni di cartelle esattoriali, un gran numero non siano congrue, corrette e eque, bensì conta che lo Stato introiti. Che si introiti dall'evasore o dall'ingiustamente vessato e distratto non importa, perché del cittadino comune non importa nulla a nessuno, specie allo Stato.
Ed Equitalia altro non è che il braccio armato di uno Stato incapace di avere un rapporto sano con il proprio cittadino.
Lo si vorrebbe invece addirittura felice di essere vittima del proprio carnefice senza alcun impegno e spesa. Sottomessi e felici di esserli solo ascoltando le soavi parole delle sirene al soldo dei governi.
"Equitalia vuole essere dalla parte degli italiani, non contro". Così ha commentato l'Ad di Equitalia annunciando la "tregua di Natale" e proseguendo con "la sospensione è un atto di attenzione verso imprese e famiglie con cui stringere un nuovo patto perché il recupero dei crediti e dell'evasione sono fondamentali, così come lo è poter avere gli italiani al proprio fianco".
Ma di quale patto sta parlando? Il patto l'avrà certamente sottoscritto con il Governo proponendosi di raccogliere, per suo conto, 8 miliardi di euro nel 2015 contro i 7,5 dell'anno precedente. Un mero obiettivo matematico realizzato con la strategia tipica della probabilità: Sparare nel mucchio.
E i fatti continuamente confermano questa ipotesi. Tant'è che, ancora nella prima quindicina di dicembre, le cartelle di Equitalia inviate, pur dando per certo che fossero corrette nei dati essenziali e che il credito fosse realmente da riscuotere, non contemplavano il tasso di interesse applicato né tantomeno le modalità di calcolo dell'interesse applicato, in barba alle norme e in barba al corretto rapporto che dovrebbe esistere tra cliente e consumatore e tra Stato (o suo strumenti delegato) e cittadino.
Il lupo si traveste d'agnello per catturarci utilizzando demagogia e fumo negli occhi. Concessioni offerte con la mano sinistra e al contempo la mano destra è già pronta a mungere con gli interessi.
L'attenzione, complici i "media nazionali", viene costantemente concentrata sulle tasse dirette; Imu si o imu no, e mai sulle tasse indirette, l'Iva che si somma alle accise sui carburanti ad esempio, un'imposta che tassa la tassa e che contribuisce a regalarci il prezzo del carburante più alto d'Europa, un primato che stanno architettando di mantenere e consolidare per garantirsi un gettito fiscale, questo sì, miliardario, altro che IMU sulla prima casa!
Ed ora ponete bene attenzione ai passaggi che seguono.
Oggi il Petrolio WTI costa circa 38 $/barile (aveva toccato anche i 34,40 $/barile all'inizio di settimana) contro i 140-150€/barile di pochi anni fa. Ciononostante il prezzo del carburante non si è abbattuto nella medesima proporzione.
La risposta che viene prontamente data è che è per effetto delle Accise (valore circa 6 centesimi e dall'Iva (ricordo che tra l'altro l'imposta sul valore aggiunto viene calcolata anche sul valore delle accise) e perciò il prezzo alla pompa non può diminuire con la proporzione sperata (la Cgia di Mestre ha verificato che rispetto al 2008, quando il petrolio costava 41$/bar., il prezzo alla pompa attuale è superiore del 30%.)
Vogliamo scommettere che quando il petrolio tornerà a salire (il tetto dei 100$/barile è la quota di valore che andrebbe bene a tutti gli operatori mondiali) il prezzo alla pompa si aggiornerà in tempo reale e senza alcun tentennamento?
E, dopo le solite richieste di chiarimenti da parte dei movimenti dei consumatori, la risposta sarà sempre la stessa: adeguamento indispensabile al prezzo della materia prima, il petrolio.
Saranno perciò nuovi record per i carburanti e salassi per gli automobilisti costretti ormai a fare uso dell'automobile per qualsiasi tipo di trasferta, lavoro, approvvigionamenti e diletto.
E così via in questa spirale senza fine che vede il cittadino al centro delle attenzioni di ...
... INC.COOL.8
(In galleria immagini i grafici di: Pression fiscale UE, Prezzo petrolio 5 anni e scomposizione prezo gasolio tra costi industriali, accise e iva e infine prezzo alla pompa)
Cereali, tentativo di recupero in atto ma rischio siccità. Natale buono con le due principali DOP. Legge di Stabilità: taglio delle tasse, -25% per le aziende agricole . Centro Agroalimentare di Parma verso la ristrutturazione del debito. Equitalia, tregua per 13 giorni ma...
(in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 14 - n° 52 27 dicembre 2015
1.1 editoriale Equitalia, dalla parte del cittadino. O no?
3.1 cereali Cereali, tentativo di recupero in atto.
4.1 cereali Cereali a rischio siccità.
5.1 Lattiero caseario Babbo Natale porta ricchi e inaspettati doni alle due Dop principali.
6.1 ortofrutta Valfrutta Fresco e Colle d'Oro, siglato accordo strategico
6.2 crisi CAL, c'è l'accordo con i creditori
7.1 pomodoro OI Pomodoro da Industria Nord Italia in assemblea. Bene il 2015 e già proiettati al futuro.
8.1 mercati agricoli Agromercati, Natale senza scossoni
9.1 agricoltura e fisco Agricoltura, tasse tagliate del 25% per le aziende agricole
9.2 crisi CAL di Parma verso la ristrutturazione del debito
10.1 crisi Fallimenti, in lieve diminuzione nel corso del 2015
11.1 promozioni "vino" e partners
Clima, accordo raggiunto ma... Latte sempre più giù e parmigiano sempre più su. Cereali, cala il petrolio, calano i noli, la FED alza i tassi e gli scambi stagnano. Renzi pigliatutto, con Bonaccini si accaparra le regioni. Emilia Romagna, Xylella Free.
(in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 14 - n° 51 20 dicembre 2015
1.1 editoriale Clima, accordo raggiunto, ma...
3.1 cereali Cereali cala l'indice dei noli e sono favoriti gli scambi tra mercati distanti.
4.1 Lattiero caseario Latte sempre più giù e Parmigiano sempre più su.
5.1 turismo Itinerari verdi, all'Alta via dei Parchi dell'Emilia Romagna è andato un abito riconoscimento
5.2 salute Il Formaggio può creare dipendenza'
5.3 educazione alimentare Frutta e latte nelle scuole
6.1 fitosanità Emilia Romagna, Xylella Free
6.2 cereali. 2° aggiornamento Mercati internazionali. La Fed ha alzato i tassi.
7.1 alimentazione "Sono come mangio". Il consorzio torna nelle scuole.
8.1 export Dalla CCIAA di Reggio finanziamenti per partecipare a fiere internazionali
8.1 regioni Con Bonaccini, Renzi si piglia anche le Regioni
9.1 export emilia romagna Qualche timido rialzo per i vini bianchi.
11.1 promozioni "vino" e partners
L'inossidabile Renzi regge ogni spinta negativa e riesce a collocare il suo fedelissimo Stefano Bonaccini alla presidenza della Conferenza delle Regioni e Province autonome
di Virgilio 20 dicembre 2015
Il fedelissimo renziano Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia Romagna, è il nuovo presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. All'unanimità è stato eletto alla nuova carica in sostituzione Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, che si era dimesso il 22 ottobre scorso.
Un passo indietro, aveva spiegato Chiamparino, legato alla situazione finanziaria del Piemonte dopo il disavanzo certificato dalla Corte dei Conti, sul quale Chiamparino non ha mai avuto tentennamento nonostante le pressioni di molti governatori affinché tornasse sulle sue decisioni.
In questo periodo di sospensione, determinato soprattutto dall'iter della legge di stabilità, le quotazioni di Bonaccini si sono sempre più valorizzate tanto da essere eletto all'unanimità.
Un altro trofeo portato a casa dal Premier Matteo Renzi che, come si sa, ha sostenuto con determinazione la candidatura di Bonaccini alla più alta carica della regione.
Bersaniano prima e renziano dopo, Bonaccini ha saputo reggere ai tormentati flutti che hanno scosso il palazzo regionale lo scorso anno e oggi può godersi questo secondo momento di gloria.
Mercati, l'USDA lascia inalterati i mercati. Ritrovata vivacità per il Parmigiano. Il Latte spot in picchiata. Italian Sounding: ingannati due terzi dei consumatori USA. Elezioni in Bonifica. Chi chiede il commissariamento? I migranti e la ragione degli UEmanoidi. FOOD e export è record.
(in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 14 - n° 50 13 dicembre 2015
1.1 editoriale Migranti, hanno ragione gli "UEmanoidi"
3.1 cereali L'USDA lascia inalterati i mercati.
4.1 Lattiero caseario Ritrovata vivacità per il Parmigiano. Il Latte spot in picchiata
5.1 federconsorzi CIA: inaccettabile qualsiasi ipotesi di riesumare Federconsorzi
5.2 vino E' Piacentino il miglior spumante dolce italiano
6.1 Giovani e agricoltura Emilia Romagna, 411 domande per iniziare l'attività agricola
6.2 Aceto Balsamico De Nigris premiato in Parlamento
7.1 made in italy Italian Sounding: ingannati due terzi dei consumatori USA.
8.1 bonifica Elezioni Bonifica, poca trasparenza. C'è chi invoca il commissariamento per rinviare le elezioni
9.1 export emilia romagna Export Food: record storico nel 2015
11.1 promozioni "vino" e partners