Per la prima volta è stata presentata a Parma, grazie al riconoscimento del Unesco quale città creativa della gastronomia, l'edizione 2017 della prestigiosa Guida Michelin. Nell'autorevole cornice del Teatro Regio sono state assegnate dal direttore internazionale delle guide Michelin, Michael Ellis, le nuove stelle Michelin alla presenza del sindaco Federico Pizzarotti e di altre autorità locali. Con un parterre di oltre 150 giornalisti della stampa italiana ed estera è stata consacrata ancora una volta l'eccellenza italiana nel "Food".
Di Cecilia Novembri
PARMA CITTÀ CREATIVA PER LA GASTRONOMIA UNESCO.
Queste poche parole spiegano in modo esauriente la giornata memorabile vissuta il 15 novembre presso il Teatro Regio di Parma.
La città emiliana ha ospitato, per la prima volta, la presentazione della 62° edizione della GUIDA MICHELIN ITALIA.
Fatto estremamente importante per la cultura culinaria, e non solo, che accompagna Parma e che la incorona a tutti gli effetti un punto di riferimento per il gusto made in Italy, sia in ambito italiano che internazionale. 150 i giornalisti presenti sia della stampa italiana che straniera, hanno presenziato il sindaco Federico Pizzarotti, l'assessore al turismo Cristiano Casa e alla cultura Laura Maria Ferraris.
La presentazione è stata officiata dal direttore internazionale delle guide Michelin Michael Ellis che ha annunciato i 343 ristoranti del territorio nazionale insigniti della tanto ambita stella.
La guida presenta un new look, ai già noti simboli, stelle e Bib Gourmand, se ne aggiunge un altro, il piatto che indica i ristoranti che propongono un buon pasto con prodotti di qualità, esordisce poi la rubrica "Ci Piace", i suggerimenti degli ispettori che segnalano tappe imperdibili come se fosse il "consiglio di un amico" ed infine collegandosi a www.guida.michelin.it, la Guida Michelin Italia si trasforma in un motore di ricerca che permette di scegliere un ristorante secondo gusti, occasioni e budget.
La cerimonia è stata aperta con la presentazione dei nuovi ristoranti e degli chef che hanno conquistato una stella Michelin, 28 sono i ristoranti ai quali viene assegnata una stella, 5 i nuovi ristoranti con due stelle Michelin, e infine sono stati confermati gli 8 ristoranti con tre stelle Michelin.
Un caso mai accaduto prima è quello dello chef Enrico Bartolini che, oltre ad avere conquistato le due stelle a Milano, è riuscito anche ad ottenere una stella Michelin in ciascuno degli altri due ristoranti aperti a Bergamo, Casual Ristorante chef Cristian Carraro, e a Castiglione della Pescaia La trattoria Enrico Bartolini, chef Marco Ortolani.
UNA STELLA MICHELIN
Da Francesco, Cherasco (CN)
La Madernassa, Guarene (CN)
21.9, Piobesi d'Alba (CN)
Zappatori, Pinerolo (TO)
Casual, Bergamo
Felix Lo Basso, Milano
Lume, Milano
La Tavola, Laveno Mombello (VA)
El Coq, Vicenza
La Veranda, Bardolino (VR)
La leggenda dei frati, Firenze
La trattoria Enrico Bartolini, Castiglione della Pescaia (GR)
Lux Lucis, Forte dei Marmi (LU)
Lunasia, Viareggio
Il Pievano, Gaiole in Chianti (SI)
Nostrano, Pesaro
Il Vistamare, Lido di Latina (LT)
Il Tino, Fiumicino (RM)
Aminta Reesort, Gennazzaro (RM)
Assaje, Roma
Bistro 64, Roma
The Corner, Roma
Magnolia, Roma
Per Me, Roma
Piazzetta Milù, Castellammare di Stabia (NA)
Il Mosaico, Ischia/Casamicciola (NA)
Veritas, Napoli
Quintessenza, Trani (BT)
Pietramare, Isola di Capo Rizzuto (KR)
Dal Corsaro, Cagliari
Accursio, Modica (RG)
DUE STELLE MICHELIN
Enrico Bartolini al Mudec, Milano
Seta, Milano
Terra, Sarentino (BZ)
Locanda Margon, Trento/Ravina
Danì Maison, Ischia (NA)
TRE STELLE MICHELIN
Ristorante Reale, Niko Romito
La Pergola, Heinz Beck
Osteria Francescana, Massimo Bottura
Piazza Duomo, Enrico Crippa
Enoteca Pinchiorri, Annie Feolde
Dal Pescatore, Nadia Santini
Le Calandre, Massimiliano Alajmo
Da Vittorio, Enrico e Roberto Cerea
CREDITS: Francesca Bocchia
With the Courtesy of: – ilgiornaledelcibo.it – ristorazioneitalianamagazine.it
La proposta moda "must have" per questa stagione autunnale. Un capo che ha segnato un'epoca, ma che è di grande tendenza tra le teen-agers e non solo. Quindi tra il richiamo delle mantelle dal vago sapore Disneyano a quelle più sofisticate in tartan lasciamoci avvolgere da un capo molto glamour in queste freddolose giornate d'autunno.
Di Mariasole
L'inverno 2016/2017 è all'insegna della rivincita delle freddolose! Le ultime sfilate hanno proposto infatti dei particolari capi che corrono in aiuto a chi soffre particolarmente il freddo.
Il poncho, ma anche il plaid scozzese o la mantella, sono tutte ottime alternative al piumino o al cappotto nelle giornate ancora tiepide e nelle giornate più fredde in aggiunta scivolati attorno alle spalle.
Una mantella tartan è perfetta sopra un paio di skynny jeans e il suo ritorno va di pari passo con un altro capo over size: il maxi cardigan. Sempre avvolgente, caldo, da indossare chiuso oppure aperto abbinato ad un collo alto, jeans e scarpe da ginnastica. O ancora stretto in vita con una cintura sottile in cuoio, il tutto sempre e rigorosamente con un paio di pantaloni skinny, ma sta benissimo anche con un vestito leggero della stessa lunghezza del cardigan!
Mantelle e cappe hanno anche un richiamo a quelle favole che da piccole ci hanno accompagnato per tanto tempo: il Principe Azzurro, Biancaneve, Aurora, Belle erano avvolti in morbide e calde mantelle!
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Avete mai immaginato una vita senza l'olfatto? Senza quegli odori e profumi che arrivano direttamente e involontariamente a contatto con il nostro cervello e che provocano reazioni di gusto o disgusto, di gradevolezza (per un profumo) o di allerta (per un gas). Sicuramente l'olfatto è il più potente, ma anche il più misterioso dei nostri sensi e RENATA GORRERI, la nostra "scent journalist", ci offre molti spunti per capire meglio la straordinaria funzione dell'olfatto.
Di Renata Gorreri
L'olfatto è un senso un po' particolare. Il tatto, la vista, il gusto, l'udito possono essere gestiti con consapevolezza e volontarietà. Possiamo decidere di toccare quell'oggetto perché ci sembra abbia una consistenza gradevole, oppure di assaggiare quella cosa che non sappiamo cos'è, ma alla vista ci sembra proprio buona. Invece non possiamo impedirci di respirare e quindi di inalare e percepire profumi e odori. Questi entrano immediatamente in contatto con la membrana olfattiva, che si trova proprio sotto il cervello.
C'è quindi una straordinaria immediatezza tra il percepire un odore, riconoscerlo e riceverne una sensazione gradevole, o sgradevole e reagire con un comportamento adeguato al tipo di sensazione. La reazione emotiva e comportamentale è talmente immediata da arrivare prima ancora della consapevolezza e del riconoscimento dell'odore. E la reazione è solamente di piace/non piace. Non esiste la mezza via nel riconoscimento degli odori.
L'odorato è talmente legato alle emozioni, che le esperienze olfattive vengono utilizzate anche a fini terapeutici. Per esempio per aiutare i militari americani di ritorno dalle zone di guerra, a superare i traumi subiti, oppure nelle carceri, o con persone affette da traumi neurodegenerativi.
Una caratteristica dell'olfatto e della memoria olfattiva è quella di essere associativa. La lavanda che usava la zia nei suoi armadi stipati di abiti anni '50 – così affascinanti, la mela e la cannella della torta della domenica, quella che preparava la nonna, l'aroma stimolante e tonificante del caffè della mattina – preludio ad una giornata di intenso lavoro, il profumo del te, che segna una rilassante pausa pomeridiana, il sentore iodato del mare alla mattina presto, quando la spiaggia è ancora deserta ed è tutta per noi, l'odore di legna bruciata nel caminetto, con quell'idea di un bel teporino che ci aspetta.
E l'odore del gas in cucina: attenzione, pericolo! Un odore metallico, di sangue che sentiamo dopo essere andati a sbattere contro quello spigolo: ci siamo forse feriti? Quell'odore acre e soffocante nell'aria, forse c'è un incendio da qualche parte. Gli odori e i profumi, sempre nella loro accezione like/dislike, ci segnalano eventi e attività della vita di tutti i giorni, ma anche i pericoli che ci circondando. Ci mettono all'erta, sulla difensiva, pronti a sfuggire da una situazione potenzialmente pericolosa.
E cosa succede se si perde, in tutto o in parte, il senso dell'olfatto?
Questo disturbo si chiama anosmia e si traduce nella perdita parziale o totale dell'odorato. Chi ne è colpito racconta di essersene accorto poco a poco, confrontandosi con gli altri, che invece continuavano a percepire gli odori e parlarne. Si sono sentiti come dentro una bolla asettica, una campana di vetro. Certo, a tavola il gusto aiuta a "ricordare" che quel primo piatto con tanto basilico è anche molto profumato, il tatto aiuta a "sentire" la piacevolezza delle lenzuola cambiate di fresco e forse gli altri sensi vengono persino sviluppati dalla mancanza dell'olfatto, però... non è certo la stessa cosa!
CREDTIS : bibenda.it – brand-identikit.it – moniquelhuillier.com – medicalday.com – nytimes.com – slideshare.net – ivanchua.com – flickr.com – gragrantica.ru – respironews.it – identitagolose.it – blog.giallozafferano.it – retaildesignblog.net – symrise.com