Il 1° luglio inizierà il semestre italiano alla presidenza del Consiglio dell'Unione Europea. L'Italia si presenta compatta e solida.
di Lamberto Colla ---
Parma, 1 giugno 2014 -
Fresco di una straripante vittoria, il 1° luglio, Matteo Renzi assumerà per 6 mesi la carica di Presidente di turno del Consiglio Europeo in staffetta con il collega greco e lettone (1° 2015). In quest'occasione il nostro premier tenterà di dare una impronta più mediterranea alla germanocentrica europa.
Un anno e mezzo per passare da sindaco di Firenze al vertice Europeo all'insegna dei record. Metteo Renzi si presenta in europa al momento giusto. Non più da outsider della "vituperata" politica italiana bensì da giovane e dinamico premier sostenuto da un grande consenso popolare. 4 italiani su 10 lo hanno votato alle europee collocando, per di più, il PD come più forte partito della sinistra europea.
Se i voti che sostenevano Berlusconi non erano apprezzati in seno all'UE, al punto da tramare contro l'intero paese pur di farlo decadere, al contrario il plebiscito del PD Renziano dovrebbe far volgere il vento verso il Bel Paese. E un'occasione così ghiotta Matteo Renzi non se la farà sfuggire di certo.
La maturità dimostrata dal popolo italiano, orientando così precisamente le sue scelte, non può non avere impressionato gli osservatori politici internazionali. Una prova di responsabilità e lucida determinazione collettiva che tanto contrasta con l'immagine rappresentata dai "media" di mezzo mondo in questi ultimi anni. Un popolo ferito, sanguinante a seguito di una crisi rovesciata sull'Italia dal sistema finanziario internazionale, che ha con forza e dignità destinato il voto verso la "speranza" invece di seguire l'onda europea della "facile e populistica protesta". Ma ciò non vuol dire che le cose non debbano cambiare in seno all'UE e se il premier non riuscirà a negoziare alcuni punti fondamentali che riportino l'Italia nella giusta considerazione internazionale per poter riprendere un sano cammino di onesta crescita economica, allora questo stesso popolo potrà, con lo stesso lucido vigore, scegliere altre strade non avendo più nulla da perdere. Un colpo di reni che dal nord europa non si sarebbero mai attesi e che se Renzi riuscirà, sfruttando l'effetto sorpresa, a capitalizzare potrebbe veramente dare vita a una nuova epoca già dal 2015.
La politica è una cosa seria, anche se ce ne siamo dimenticati da qualche anno, e sembrano cominciare ad accorgersene anche i "grillini". Non può essere interpretata da mediocri parolai ma da capaci negoziatori. La politica è compromesso e come tale equilibrata per favorire ogni ceto e ogni settore economico. Politica vuol dire scegliere i tempi e i metodi affinché questo sogno di uguaglianza possa essere realizzato attraverso il consenso di tutti nell'accoglimento delle priorità.
- I punti del semestre italiano -
L'Italia vuole orientare l'agenda europea su tre priorità politiche, ha spiegato Renzi il 9 maggio scorso, giorno celebrativo dell'europa.
In primo luogo, porrà crescita e occupazione come obiettivi prioritari, "valori costitutivi" di un'UE che non sia "solo rigore". "Abbiamo salvato le banche e gli Stati", ha sottolineato il premier al "State of the Union 2014", organizzato dall'Istituto Universitario Europeo di Fiesole, "ora dobbiamo salvare i cittadini, le famiglie".
Secondo, l'Italia vuole rilanciare la "cittadinanza europea" riducendo il gap tra cittadini e Unione e favorendo l'integrazione sociale e politica del continente.
Terzo, l'Italia lavorerà per un'Europa globale. Nel semestre italiano probabilmente non si riuscirà a concludere il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) con gli Stati Uniti, ammette Renzi, ma Roma vuole accelerare i negoziati e mettere l'UE nelle condizioni di chiudere il dossier l'anno successivo.
E in questo specifico campo chissà che Renzi riesca a fare emergere i tanti lati oscuri che circondano il negoziato transatlantico, pomposamente soprannominato la "NATO del commercio".
- Il Logo del semestre italiano -
Il logo è una rondine stilizzata con i colori dell'Europa e dell'Italia e che – nella descrizione dei ragazzi autori del progetto (Liceo Artistico Design e Tecnico Grafico 'Giuseppe Meroni' di Monza) – è simbolo di amicizia. L'Europa è vista come una grande famiglia che unisce tutti i popoli che ne fanno parte e simboleggia il viaggio, la speranza e la libertà. La rondine è stata stilizzata lasciandone solo i tre elementi più importanti: il becco, rivolto verso l'alto, a simboleggiare il puntare al massimo; le ali, che simboleggiano orientamento, protezione e rispetto; e la coda, che distingue la rondine dagli altri volatili e simboleggia le diversità tra noi europei che pure rimaniamo uniti.
Gli italiani affidano l'Italia e l'Europa a Renzi. Un terremoto politico di cui tutti dovranno trarre motivi di riflessione sia in UE sia in Italia. Il popolo italiano ancora una volta dimostra grandissima maturità.
di Lamberto Colla
Parma 26 Maggio 2014 ----
Il tanto vituperato sistema proporzionale, ancora utilizzato nelle elezioni Europee, ha dimostrato che può sorprendere per polarizzazione. Una conferma che, al di là dei meccanismi tecnici più o meno consoni a strategie elettorali dei partiti, il popolo italiano è capace di polarizzare le proprie scelte con grande efficacia anche attraverso il sistema proporzionale. 4 i partiti che di fatto hanno raccolto le preferenze degli italiani: PD (40-41%), M5S (20-22%), Forza Italia (16-17%) e Lega Nord (6-7%). Proporzioni e distanze che ricordano la prima repubblica quando in una classifica analoga vedeva DC seguita da PCI, PSI e infine MSI.
In questa delicata tornata elettorale europea l'Italia ha dato dimostrazione di essere un popolo maturo e sapiente. Quello che si interpreta è il desiderio di cambiamnento rapido ma affidandosi alla guida di un partito "tradizionale" invece di cavalcare pesantemente i movimenti di protesta come invece accaduto in molti altri paesi.
In Italia, alla vigilia delle elezioni, il M5S era stato dato per vincitore assoluto con una percentuale addirittura superiore al 40%. Invece quella soglia è stata raggiunta dal Matteo Renzi (PD), relegando - si fa per dire- al 22% il movimento di Grillo e Casaleggio che possono ritenersi abbondantemente soddisfatti per il risultato ottenuto.
Già perché, almeno per ora, la vera rivoluzione l'ha fatta Matteo Renzi, cavalcando un simbolo, quello del PD, che ora sarà chiamato a darsi una nuova identità per reggere il futuro.
41,56% (dato non ancora ufficiale) è un risultato che solo la DC prima repubblica era capace di raggiungere.
Oggi il PD, del dopo Bersani, in poco più di un anno dalla presa di potere di Renzi, ha conquistato il Governo e 85 giorni dopo l'Europa diventando il partito di sinistra più forte. Tutta la sinistra europea ha arretrato sotto le spallate dell'euroscetticismo fatto salvo per la sinistra Italiana o meglio il PD designed by Matteo Renzi. Un marchio di fabbrica tutto suo. D'Alema, Bersani, Bindi e forse Prodi (anche se qualche dubbio sulla sua celata presenza ci sia) dovranno fare i conti con una nuova idea di partito e con delle responsabilità non solo verso l'elettorato di sinistra ma anche verso quel "centro moderato" da sempre corteggiato ma che, solo ora, ha bussato alla porta di casa "Renzi".
L'Italia ha quindi raccolto la promessa di cambiamento di Matteo Renzi su entrambi i fronti, quello nazionale e quello europeo dimostrando di voler partecipare alla ricostruzione dell'europa con regole nuove e soprattutto ha detto basta alla politica del cilicio imposta dalla Merkel. Sobrietà sì ma il limite della sofferenza è stato abbondantemente superato.
L'Europa intera però ha mandato un segnale inequivocabile: basta con la trazione 4x4 tedesca. Francia e Inghilterra sconvolte rispettivamente da Marine Le Pen (Fronte Nazionale) e da Ukip di Nigel Farage. Quest'ultimo, rappresentante britannico dell'euroscetticismo, con il 31% dei voti porterà una corposa rappresentanza in parlamento europeo che si aggiungerà alla compagine francese, italiana, austriaca e così via.
Meno Germania e più autonomie è la richiesta degli europei. Intanto, l'alfiere della Merkel, Jean Claude Junker si candida alla presidenza della commissione europea. Chissà se è consapevole del cambiamento.
Staremo a vedere la composizione dell'Europarlamento e soprattutto alle alleanze che si formeranno per meglio comprendere se l'indicazione degli elettori sarà soddisfatta.
Troppa segretezza pone dubbi sulla equità del corposo trattato di libero scambio n discussione tra USA e UE. I tanti dubbi sulla "NATO del commercio" che emergono qua e là sono stati "dimenticati" dalla politica europea.
di Lamberto Colla ---
Parma, 25 maggio 2014 -
La prima battuta d'arresto sul negoziato tra USA e UE per un libero scambio commerciale avvenne poco meno di un anno fa all'indomani dello scandalo delle intercettazioni statunitensi (Data Gate - svelato da Edward Snowden) nei confronti di alti diplomatici e politici UE. Non era ancora trascorso un mese dalla firma di interesse a procedere verso quello che fu soprannominato la "NATO del commercio" che il programma già rischiava di abortire. Poi più nulla o quasi. Un silenzio quasi totale sull'argomento, almeno sino a pochi giorni fa. Un leggero venticello ha iniziato a muovere qualche foglia con l'arrivo di Obama in Europa nei giorni scorsi. Un tour, che a detta di alcuni osservatori, aveva come scopo principale di fare pressione perché si raggiunga in tempi brevi alla stipula del TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) o TAFTA (Transatlantic Free Trade Area).
Certamente un mercato molto appetibile quello che si realizzerebbe, il più grande in assoluto, coinvolgendo una popolazione complessiva di 800 milioni di persone. Ma, come è prerogativa americana, l'apertura liberale dovrebbe propender molto maggiormente verso gli altri. Le potenti lobby USA, secondo una ricostruzione di Paolo Raffone sul sito illsussidiario.net e riportato da Italia Oggi lo scorso 29 aprile a firma di Tino Oldani, hanno messo in campo 600 consulenti (altre fonti sostengono 400, ma pur sempre è un piccolo esercito) a disposizione dell'amministrazione Obama che si contrappone a soli 6 o 7 rappresentanti UE guidati dal tedesco Paul Nemitz, che fa parte della Direzione Generale Giustizia della Commissione Ue.
- Un segreto tra i meglio custoditi in Europa -
Ma quali segreti devono essere così gelosamente custoditi tanto che nessun membro di gabinetto di Manuel Barroso sembra autorizzato a partecipare alle riunioni bilaterali? Tanta segretezza fa sorgere altrettanta diffidenza rafforzata dal fatto che alla guida della commissione ci sta un tedesco ma, guarda caso, nessun italiano. Il dubbio che ancora una volta l'europa lavori per Berlino ci sta tutto.
Ma ciò che risulterebbe inaccettabile, almeno dal poco che è trapelato e immediatamente diffuso dalle testate nazionali dei diversi paesi europei, è il forte sbilanciamento verso una liberalizzazione quasi totale a favore delle "Multinazionali" a danno addirittura dei Paesi sovrani.
Sull'argomento si è espresso molto categoricamente il senatore francese (centrista) Jean Arthuis che, a dir il vero, nel suo post parla di "7 buone ragioni per opporsi"
Al primo punto pone proprio la questione della sovranità nazionale: " Primo – mi oppongo alla composizione privatistica delle controversie fra Stati ed imprese. Domani, come vuole la proposta americana, un'azienda che si ritenga lesa dalla decisione politica di un Governo vi potrebbe ricorrere. È l'esatto contrario della mia idea della sovranità degli Stati." In pratica verrebbe a crearsi un "tribunale speciale" che giudicherebbe i contenziosi tra Imprese (leggi multinazionali) e Stati sovrani.
Di fatto quindi, verrebbe creata una istanza giuridica davanti alla quale un investitore potrà trascinare uno Stato europeo, se questo ha messo in atto misure che possano danneggiarlo economicamente e richiederne il risarcimento.
E poi c'è tutto il grande capitolo dell'agroalimentare. Due opposte filosofie che si scontrano duramente. OGM dal lato statunitense e DOP da quello europeo, seppure molto più sentito nell'area mediterranea ma concetto molto meno radicato nei paesi del nord. Senza nulla togliere alla ricerca scientifica, da sempre motore di sviluppo sociale e economico, ma personalmente preferisco la DOP!
La partita alimentare, da italiano, mi sta molto a cuore e mi auguro che di questo sentimento siano anche gli Eurodeputati che oggi - 25 maggio 2014 - verranno eletti al Parlamento Europeo .
Le elezioni amministrative 2014 sono ormai alle porte. I seggi resteranno aperti soltanto domenica 25 maggio, dalle ore 7.00 alle ore 23.00.
Reggio Emilia, 23 maggio 2014 -
Per votare occorre presentarsi al seggio con un documento di identità valido e con la tessera elettorale (in caso di smarrimento, basta richiederne la copia all'Ufficio elettorale del Comune di residenza). Secondo i dati forniti dalla Regione Emilia-Romagna, la provincia con il maggior numero di comuni che andranno al voto è Bologna, con 47 municipalità (83,9% del totale). Nella provincia di Piacenza sono 34 (70,8% del totale), a Parma 33 (71,7%), a Reggio Emilia 36 (80%), a Modena 36 (76,6%), a Ferrara 16 (66,7%), a Ravenna 14 (77,8%), a Forlì-Cesena 20 (66,7%) e a Rimini 19 (73%). Un'importante novità riguarda i 142 comuni con oltre 5mila abitanti, dove debutterà la doppia preferenza di genere. Se si indicherà la preferenza per due consiglieri comunali, questi dovranno essere un uomo e una donna.
Nei comuni sotto i 15.000 abitanti (216 in questa tornata elettorale) sarà eletto Sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Sulla scheda è già stampato il nome del candidato, con accanto il simbolo della lista a lui collegata. Quindi, votando un candidato Sindaco, si darà automaticamente la propria preferenza anche alla lista che lo sostiene. È possibile esprimere una preferenza (due nei comuni superiori ai 5 mila abitanti) anche per i consiglieri, che però dovranno appartenere alla lista collegata al sindaco votato (pena l'annullamento del voto). Alla lista che appoggia il Sindaco eletto andranno i 2/3 dei seggi disponibili, mentre quelli restanti saranno distribuiti secondo proporzione tra le altre liste. Vince chi ottiene il maggior numero di voti. In caso di parità tra due candidati, si tornerà a votare la seconda domenica successiva con il sistema del ballottaggio.
Nei comuni oltre i 15mila abitanti (39, compresi i quattro capoluoghi Ferrara, Modena, Reggio Emilia e Forlì) si vota sempre con una sola scheda, sulla quale saranno già riportati i nomi dei candidati alla carica di Sindaco, con a fianco il simbolo o i simboli delle liste che lo appoggiano. Il voto si può esprimere in tre modi: tracciando un segno solo sul simbolo di una lista (in questo modo si assegnerà la propria preferenza anche al candidato appoggiato da essa); tracciando un segno sul simbolo di una lista (eventualmente indicando anche la preferenza per uno dei candidati alla carica di Consigliere appartenenti alla stessa lista) e tracciando contestualmente un segno sul nome di un candidato Sindaco non collegato alla lista votata (voto disgiunto); tracciando un segno solo sul nome del Sindaco, votando così solo per il candidato Sindaco e non per la lista o le liste collegate a quest'ultimo.
Sempre nei comuni con più di 15.000 abitanti, è eletto Sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta (almeno il 50% più uno). Se nessun candidato raggiungerà questa soglia, si tornerà a votare la seconda domenica successiva per scegliere tra i due candidati che al primo turno hanno ottenuto il maggior numero di voti (ballottaggio). Al secondo turno viene eletto Sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Per stabilire la composizione del Consiglio si tiene conto dei risultati elettorali del primo turno e degli eventuali ulteriori collegamenti nel secondo. In pratica, se la lista o l'insieme delle liste collegate al candidato eletto Sindaco nel primo o nel secondo turno non hanno conseguito almeno il 60% dei seggi ma hanno ottenuto nel primo turno almeno il 40% dei voti, otterranno automaticamente il 60% dei seggi. I seggi restanti saranno divisi tra le altre liste proporzionalmente alle preferenze ottenute.
Ivan Rocchi
Le elezioni amministrative 2014 sono ormai alle porte. I seggi resteranno aperti soltanto domenica 25 maggio, dalle ore 7.00 alle ore 23.00.
Reggio Emilia, 23 maggio 2014 -
Per votare occorre presentarsi al seggio con un documento di identità valido e con la tessera elettorale (in caso di smarrimento, basta richiederne la copia all'Ufficio elettorale del Comune di residenza). Secondo i dati forniti dalla Regione Emilia-Romagna, la provincia con il maggior numero di comuni che andranno al voto è Bologna, con 47 municipalità (83,9% del totale). Nella provincia di Piacenza sono 34 (70,8% del totale), a Parma 33 (71,7%), a Reggio Emilia 36 (80%), a Modena 36 (76,6%), a Ferrara 16 (66,7%), a Ravenna 14 (77,8%), a Forlì-Cesena 20 (66,7%) e a Rimini 19 (73%). Un'importante novità riguarda i 142 comuni con oltre 5mila abitanti, dove debutterà la doppia preferenza di genere. Se si indicherà la preferenza per due consiglieri comunali, questi dovranno essere un uomo e una donna.
Nei comuni sotto i 15.000 abitanti (216 in questa tornata elettorale) sarà eletto Sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Sulla scheda è già stampato il nome del candidato, con accanto il simbolo della lista a lui collegata. Quindi, votando un candidato Sindaco, si darà automaticamente la propria preferenza anche alla lista che lo sostiene. È possibile esprimere una preferenza (due nei comuni superiori ai 5 mila abitanti) anche per i consiglieri, che però dovranno appartenere alla lista collegata al sindaco votato (pena l'annullamento del voto). Alla lista che appoggia il Sindaco eletto andranno i 2/3 dei seggi disponibili, mentre quelli restanti saranno distribuiti secondo proporzione tra le altre liste. Vince chi ottiene il maggior numero di voti. In caso di parità tra due candidati, si tornerà a votare la seconda domenica successiva con il sistema del ballottaggio.
Nei comuni oltre i 15mila abitanti (39, compresi i quattro capoluoghi Ferrara, Modena, Reggio Emilia e Forlì) si vota sempre con una sola scheda, sulla quale saranno già riportati i nomi dei candidati alla carica di Sindaco, con a fianco il simbolo o i simboli delle liste che lo appoggiano. Il voto si può esprimere in tre modi: tracciando un segno solo sul simbolo di una lista (in questo modo si assegnerà la propria preferenza anche al candidato appoggiato da essa); tracciando un segno sul simbolo di una lista (eventualmente indicando anche la preferenza per uno dei candidati alla carica di Consigliere appartenenti alla stessa lista) e tracciando contestualmente un segno sul nome di un candidato Sindaco non collegato alla lista votata (voto disgiunto); tracciando un segno solo sul nome del Sindaco, votando così solo per il candidato Sindaco e non per la lista o le liste collegate a quest'ultimo.
Sempre nei comuni con più di 15.000 abitanti, è eletto Sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta (almeno il 50% più uno). Se nessun candidato raggiungerà questa soglia, si tornerà a votare la seconda domenica successiva per scegliere tra i due candidati che al primo turno hanno ottenuto il maggior numero di voti (ballottaggio). Al secondo turno viene eletto Sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Per stabilire la composizione del Consiglio si tiene conto dei risultati elettorali del primo turno e degli eventuali ulteriori collegamenti nel secondo. In pratica, se la lista o l'insieme delle liste collegate al candidato eletto Sindaco nel primo o nel secondo turno non hanno conseguito almeno il 60% dei seggi ma hanno ottenuto nel primo turno almeno il 40% dei voti, otterranno automaticamente il 60% dei seggi. I seggi restanti saranno divisi tra le altre liste proporzionalmente alle preferenze ottenute.
Ivan Rocchi
Le elezioni amministrative 2014 sono ormai alle porte. I seggi resteranno aperti soltanto domenica 25 maggio, dalle ore 7.00 alle ore 23.00.
Reggio Emilia, 22 maggio 2014 -
Per votare occorre presentarsi al seggio con un documento di identità valido e con la tessera elettorale (in caso di smarrimento, basta richiederne la copia all'Ufficio elettorale del Comune di residenza). Secondo i dati forniti dalla Regione Emilia-Romagna, la provincia con il maggior numero di comuni che andranno al voto è Bologna, con 47 municipalità (83,9% del totale). Nella provincia di Piacenza sono 34 (70,8% del totale), a Parma 33 (71,7%), a Reggio Emilia 36 (80%), a Modena 36 (76,6%), a Ferrara 16 (66,7%), a Ravenna 14 (77,8%), a Forlì-Cesena 20 (66,7%) e a Rimini 19 (73%). Un'importante novità riguarda i 142 comuni con oltre 5mila abitanti, dove debutterà la doppia preferenza di genere. Se si indicherà la preferenza per due consiglieri comunali, questi dovranno essere un uomo e una donna.
Nei comuni sotto i 15.000 abitanti (216 in questa tornata elettorale) sarà eletto Sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Sulla scheda è già stampato il nome del candidato, con accanto il simbolo della lista a lui collegata. Quindi, votando un candidato Sindaco, si darà automaticamente la propria preferenza anche alla lista che lo sostiene. È possibile esprimere una preferenza (due nei comuni superiori ai 5 mila abitanti) anche per i consiglieri, che però dovranno appartenere alla lista collegata al sindaco votato (pena l'annullamento del voto). Alla lista che appoggia il Sindaco eletto andranno i 2/3 dei seggi disponibili, mentre quelli restanti saranno distribuiti secondo proporzione tra le altre liste. Vince chi ottiene il maggior numero di voti. In caso di parità tra due candidati, si tornerà a votare la seconda domenica successiva con il sistema del ballottaggio.
Nei comuni oltre i 15mila abitanti (39, compresi i quattro capoluoghi Ferrara, Modena, Reggio Emilia e Forlì) si vota sempre con una sola scheda, sulla quale saranno già riportati i nomi dei candidati alla carica di Sindaco, con a fianco il simbolo o i simboli delle liste che lo appoggiano. Il voto si può esprimere in tre modi: tracciando un segno solo sul simbolo di una lista (in questo modo si assegnerà la propria preferenza anche al candidato appoggiato da essa); tracciando un segno sul simbolo di una lista (eventualmente indicando anche la preferenza per uno dei candidati alla carica di Consigliere appartenenti alla stessa lista) e tracciando contestualmente un segno sul nome di un candidato Sindaco non collegato alla lista votata (voto disgiunto); tracciando un segno solo sul nome del Sindaco, votando così solo per il candidato Sindaco e non per la lista o le liste collegate a quest'ultimo.
Sempre nei comuni con più di 15.000 abitanti, è eletto Sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta (almeno il 50% più uno). Se nessun candidato raggiungerà questa soglia, si tornerà a votare la seconda domenica successiva per scegliere tra i due candidati che al primo turno hanno ottenuto il maggior numero di voti (ballottaggio). Al secondo turno viene eletto Sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Per stabilire la composizione del Consiglio si tiene conto dei risultati elettorali del primo turno e degli eventuali ulteriori collegamenti nel secondo. In pratica, se la lista o l'insieme delle liste collegate al candidato eletto Sindaco nel primo o nel secondo turno non hanno conseguito almeno il 60% dei seggi ma hanno ottenuto nel primo turno almeno il 40% dei voti, otterranno automaticamente il 60% dei seggi. I seggi restanti saranno divisi tra le altre liste proporzionalmente alle preferenze ottenute.
Ivan Rocchi
Le elezioni amministrative 2014 sono ormai alle porte. I seggi resteranno aperti soltanto domenica 25 maggio, dalle ore 7.00 alle ore 23.00.
Reggio Emilia, 21 maggio 2014 -
Per votare occorre presentarsi al seggio con un documento di identità valido e con la tessera elettorale (in caso di smarrimento, basta richiederne la copia all'Ufficio elettorale del Comune di residenza). Secondo i dati forniti dalla Regione Emilia-Romagna, la provincia con il maggior numero di comuni che andranno al voto è Bologna, con 47 municipalità (83,9% del totale). Nella provincia di Piacenza sono 34 (70,8% del totale), a Parma 33 (71,7%), a Reggio Emilia 36 (80%), a Modena 36 (76,6%), a Ferrara 16 (66,7%), a Ravenna 14 (77,8%), a Forlì-Cesena 20 (66,7%) e a Rimini 19 (73%). Un'importante novità riguarda i 142 comuni con oltre 5mila abitanti, dove debutterà la doppia preferenza di genere. Se si indicherà la preferenza per due consiglieri comunali, questi dovranno essere un uomo e una donna.
Nei comuni sotto i 15.000 abitanti (216 in questa tornata elettorale) sarà eletto Sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Sulla scheda è già stampato il nome del candidato, con accanto il simbolo della lista a lui collegata. Quindi, votando un candidato Sindaco, si darà automaticamente la propria preferenza anche alla lista che lo sostiene. È possibile esprimere una preferenza (due nei comuni superiori ai 5 mila abitanti) anche per i consiglieri, che però dovranno appartenere alla lista collegata al sindaco votato (pena l'annullamento del voto). Alla lista che appoggia il Sindaco eletto andranno i 2/3 dei seggi disponibili, mentre quelli restanti saranno distribuiti secondo proporzione tra le altre liste. Vince chi ottiene il maggior numero di voti. In caso di parità tra due candidati, si tornerà a votare la seconda domenica successiva con il sistema del ballottaggio.
Nei comuni oltre i 15mila abitanti (39, compresi i quattro capoluoghi Ferrara, Modena, Reggio Emilia e Forlì) si vota sempre con una sola scheda, sulla quale saranno già riportati i nomi dei candidati alla carica di Sindaco, con a fianco il simbolo o i simboli delle liste che lo appoggiano. Il voto si può esprimere in tre modi: tracciando un segno solo sul simbolo di una lista (in questo modo si assegnerà la propria preferenza anche al candidato appoggiato da essa); tracciando un segno sul simbolo di una lista (eventualmente indicando anche la preferenza per uno dei candidati alla carica di Consigliere appartenenti alla stessa lista) e tracciando contestualmente un segno sul nome di un candidato Sindaco non collegato alla lista votata (voto disgiunto); tracciando un segno solo sul nome del Sindaco, votando così solo per il candidato Sindaco e non per la lista o le liste collegate a quest'ultimo.
Sempre nei comuni con più di 15.000 abitanti, è eletto Sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta (almeno il 50% più uno). Se nessun candidato raggiungerà questa soglia, si tornerà a votare la seconda domenica successiva per scegliere tra i due candidati che al primo turno hanno ottenuto il maggior numero di voti (ballottaggio). Al secondo turno viene eletto Sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Per stabilire la composizione del Consiglio si tiene conto dei risultati elettorali del primo turno e degli eventuali ulteriori collegamenti nel secondo. In pratica, se la lista o l'insieme delle liste collegate al candidato eletto Sindaco nel primo o nel secondo turno non hanno conseguito almeno il 60% dei seggi ma hanno ottenuto nel primo turno almeno il 40% dei voti, otterranno automaticamente il 60% dei seggi. I seggi restanti saranno divisi tra le altre liste proporzionalmente alle preferenze ottenute.
Ivan Rocchi
Le elezioni amministrative 2014 sono ormai alle porte. I seggi resteranno aperti soltanto domenica 25 maggio, dalle ore 7.00 alle ore 23.00.
Reggio Emilia, 20 maggio 2014 -
Per votare occorre presentarsi al seggio con un documento di identità valido e con la tessera elettorale (in caso di smarrimento, basta richiederne la copia all'Ufficio elettorale del Comune di residenza). Secondo i dati forniti dalla Regione Emilia-Romagna, la provincia con il maggior numero di comuni che andranno al voto è Bologna, con 47 municipalità (83,9% del totale). Nella provincia di Piacenza sono 34 (70,8% del totale), a Parma 33 (71,7%), a Reggio Emilia 36 (80%), a Modena 36 (76,6%), a Ferrara 16 (66,7%), a Ravenna 14 (77,8%), a Forlì-Cesena 20 (66,7%) e a Rimini 19 (73%). Un'importante novità riguarda i 142 comuni con oltre 5mila abitanti, dove debutterà la doppia preferenza di genere. Se si indicherà la preferenza per due consiglieri comunali, questi dovranno essere un uomo e una donna.
Nei comuni sotto i 15.000 abitanti (216 in questa tornata elettorale) sarà eletto Sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Sulla scheda è già stampato il nome del candidato, con accanto il simbolo della lista a lui collegata. Quindi, votando un candidato Sindaco, si darà automaticamente la propria preferenza anche alla lista che lo sostiene. È possibile esprimere una preferenza (due nei comuni superiori ai 5 mila abitanti) anche per i consiglieri, che però dovranno appartenere alla lista collegata al sindaco votato (pena l'annullamento del voto). Alla lista che appoggia il Sindaco eletto andranno i 2/3 dei seggi disponibili, mentre quelli restanti saranno distribuiti secondo proporzione tra le altre liste. Vince chi ottiene il maggior numero di voti. In caso di parità tra due candidati, si tornerà a votare la seconda domenica successiva con il sistema del ballottaggio.
Nei comuni oltre i 15mila abitanti (39, compresi i quattro capoluoghi Ferrara, Modena, Reggio Emilia e Forlì) si vota sempre con una sola scheda, sulla quale saranno già riportati i nomi dei candidati alla carica di Sindaco, con a fianco il simbolo o i simboli delle liste che lo appoggiano. Il voto si può esprimere in tre modi: tracciando un segno solo sul simbolo di una lista (in questo modo si assegnerà la propria preferenza anche al candidato appoggiato da essa); tracciando un segno sul simbolo di una lista (eventualmente indicando anche la preferenza per uno dei candidati alla carica di Consigliere appartenenti alla stessa lista) e tracciando contestualmente un segno sul nome di un candidato Sindaco non collegato alla lista votata (voto disgiunto); tracciando un segno solo sul nome del Sindaco, votando così solo per il candidato Sindaco e non per la lista o le liste collegate a quest'ultimo.
Sempre nei comuni con più di 15.000 abitanti, è eletto Sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta (almeno il 50% più uno). Se nessun candidato raggiungerà questa soglia, si tornerà a votare la seconda domenica successiva per scegliere tra i due candidati che al primo turno hanno ottenuto il maggior numero di voti (ballottaggio). Al secondo turno viene eletto Sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Per stabilire la composizione del Consiglio si tiene conto dei risultati elettorali del primo turno e degli eventuali ulteriori collegamenti nel secondo. In pratica, se la lista o l'insieme delle liste collegate al candidato eletto Sindaco nel primo o nel secondo turno non hanno conseguito almeno il 60% dei seggi ma hanno ottenuto nel primo turno almeno il 40% dei voti, otterranno automaticamente il 60% dei seggi. I seggi restanti saranno divisi tra le altre liste proporzionalmente alle preferenze ottenute.
Ivan Rocchi
Il conto alla rovescia è iniziato. Il prossimo 25 maggio l'Europa voterà per il rinnovo del Parlamento e in Italia le amministrative misureranno il polso alle nuove e vecchie alleanze.
di Lamberto Colla --- Parma, 18 maggio 2014 -
Il 25 maggio sarà una data che ricorderemo per molto tempo o forse no. Le aspettative per i risultati di queste elezioni sono, come è normale che sia, molto alte. Mai come quest'anno le elezioni europee suscitano un particolare interesse e una curiosità quasi morbosa. Considerate, almeno da noi italiani, elezioni di serie B la tornata elettorale del 2014 è diventato un appuntamento attrattivo per varie ragioni. La prima per l'ondata di euroscetticismo dilagante avvertito in mezza europa e montato prevalentemente in conseguenza della crisi economica che ha tagliato in due il vecchio continente. Le regioni mediterranee, Portogallo, Italia, Grecia e Spagna unite in un unico e offensivo acronimo (PIGS), obbligate a manovre finanziarie di "lacrime e sangue" portate agli estremi della sofferenza in Grecia. Sono vivi i ricordi della chiusura della TV di Stato, decisa e attuata nel giro di poche ore, con lo sconcerto dei giornalisti presi alla sprovvista in diretta TV. Un dramma vissuto in diretta determinato dalle imposizioni della "troika" a garanzia dei prestiti erogati allo stato ellenico.
In Francia invece, altro Paese di peso dell'area del mediterraneo, seppure toccata con minore intensità dalla crisi, ha visto comunque alzare il tasso di criticità verso l'UE con l'exploit di Marine Le Pen e il crollo della sinistra alle amministrative di pochi mesi fa obbligando il Presidente Hollande a un radicale stravolgimento della compagine governativa. L'avanzata della destra di Marine Le Pen però non ha sortito effetti interni soltanto ma al contrario ha scatenato una rinnovata vitalità dei vari movimenti, qua e là sparsi in europa, di destra o autonomisti e comunque appartenenti all'area antieuropea che ha intravisto la possibilità di replicare una vittoria analoga in seno al parlamento europeo.
Difficile, a questo punto immagine quale sarà la composizione del Parlamento e i pesi che le diverse formazioni avranno. Ed è perciò che le risposte delle urne destano tanto interesse, curiosità ma anche qualche apprensione.
E poi c'è la questione tutta italiana con una tornata elettorale amministrativa che vede coinvolto il rinnovo di due Regioni, Piemonte e Abruzzo e 4095 amministrazioni comunali.
Vero è che il risultato della chiamata alle urne amministrative non dovrebbe dare un riscontro di respiro politico nazionale ma, un po' per la natura italiana, un po' per curiosità "sportiva" fatto sta, che in ragione dei nuovi scenari italiani, la curiosità avanza e le domande sono sempre le stesse: Grillo fin dove arriverà, l'NCD staccato da Forza Italia quanto pesa? e Berlusconi riuscirà, nonostante il suo isolamento forzato, a arroccarsi entro una quota "spendibile" per un rilancio in politica della "famiglia" magari con la figlia Marina? Ma altissima è pure l'attesa per comprendere quale sia la reale portata del PD di Matteo Renzi.
Il risultato delle elezioni, ci sto a fare una scommessa, stabilirà la durata del Governo e perciò la "convenienza" o meno a anticipare le elezioni politiche con buona pace del Presidente Napolitano che finalmente potrà, come era già sua intenzione, passare la mano al nuovo "tutor" del prossimo Governo.
Staremo a vedere. La speranza è che ancora una volta il popolo italiano agisca con responsabilità e non di istinto o ancor peggio di "rabbia". Ne va del nostro futuro.
Buone votazioni a tutti.
Grande attesa per l'arrivo a Parma al Cinema Astra (P. le Volta 2) martedì 20 maggio alle ore 20.30 di Walter Veltroni in veste di regista del film documentario, da lui scritto e diretto, "Quando c'era Berlinguer", appuntamento offerto alla Città dall'Unione Comunale del PD di Parma. A presentare il film Walter Veltroni stesso, introdotto da Lorenzo Lavagetto, segretario cittadino del Partito Democratico.
Parma, 17 maggio 2014 -
Uscito nelle sale il 27 marzo scorso (a giugno si vedrà in esclusiva su Sky Cinema Uno HD), il documentario, che si è rivelato una sorpresa incassando in poco tempo cifre record, racconta l'uomo e il leader politico, la memoria di una parte della storia italiana con testimonianze e immagini d'epoca sulla vita dello storico segretario del Pci, una delle figure politiche italiane più amate, l'unico leader comunista dell'Occidente che riuscì a far votare il suo partito da un cittadino su tre.
"Questo film – afferma il regista Veltroni - è un atto di risarcimento, la scelta politica fondamentale della mia vita l'ho fatta grazie a lui". Le testimonianze nel film vanno dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Pietro Ingrao, da Eugenio Scalfari a Miahail Gorbaciov fino a Lorenzo Jovanotti Cherubini. Le voci sono di Toni Servillo (Enrico Berlinguer) e Sergio Rubini (Pierpaolo Pasolini).
Il film parte dalla vittoria al referendum sul divorzio del 1974 e si chiude con i funerali di Berlinguer in piazza San Giovanni a Roma.
Walter Veltroni ha ritrovato i luoghi della formazione di Berlinguer, le sue letture giovanili e le sue passioni, attingendo alle immagini meno consuete del repertorio per raccontare non solo il suo lavoro ma anche i passaggi storici che hanno accompagnato la sua politica fatta di passione sincera e di partecipazione popolare, occasione per riflettere sull'eredità dell'esperienza di Berlinguer e su quegli anni cruciali.
Il film mostra come il rapimento di Aldo Moro spezzò le speranze di Berlinguer e di milioni di italiani, riporta alla luce le critiche, anche interne al suo partito, nei primi anni ottanta, e la distanza con Bettino Craxi, fino al tragico comizio di Padova del 7 giugno 1984 in cui il leader del Pci fu colpito da un ictus. Le immagini dei funerali in piazza San Giovanni a Roma, a cui partecipò più di un milione di persone, chiudono la pellicola. Quel giorno, secondo Veltroni, morì il Partito Comunista Italiano e terminò una fase di speranza della politica italiana.
Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti disponibili.
Inizio proiezione ore 21.
Quando c'era Berlinguer
Regia: Walter Veltroni
Voci: Toni Servillo (Enrico Berlinguer), Sergio Rubini (Pierpaolo Pasolini).
Genere: Documentario
Soggetto: Walter Veltroni
Sceneggiatura: Walter Veltroni
Fotografia: Davide Manca
Montaggio: Gabriele Gallo
Musiche: Danilo Rea, il brano "Un addio" è di Gino paoli
Produzione: Palomar, Sky cinema
Distribuzione: Bim
Nazione: Italia
Anno: 2013
Durata: 90 minuti
Data uscita: 27-03-2014
(Fonte: ufficio stampa PD Parma)