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Maltempo e prezzi condizionano l'annata agraria, ma il valore della produzione agricola resta sopra i 4 miliardi. Si consolida l' export: 5,5 miliardi. Bonaccini: "Una delle filiere strategiche per creare nuova occupazione. Opereremo mettendo al centro qualità, innovazione, giovani". Caselli: "Le quantità hanno tenuto, ma resta il tema della volatilità dei prezzi. Serve più integrazione. Utilizzeremo le risorse del nuovo Psr anche in questa direzione". -

Bologna, 26 maggio 2015 -

Un'annata segnata dall'eccezionale maltempo, dal crollo generalizzato dei prezzi all'origine e dalle conseguenze dell'embargo russo, ma nella quale l'agricoltura emiliano-romagnola ha comunque tenuto, attestandosi sui 4,094 miliardi di produzione lorda vendibile, un valore che è in linea con l'andamento degli ultimi cinque anni. Bene anche l'export di prodotti agroalimentari che nel 2014, con un risultato di 5,5 miliardi di euro, consolida il buon andamento del 2013. Il comparto agroalimentare emiliano-romagnolo ha un valore di 25 miliardi di euro (stima su dati Federalimentare) e dà lavoro a 130 mila persone (65 mila in agricoltura e 68 mila nell'industria alimentare).

"Crediamo che l'agricoltura, l'agroalimentare, l'agroindustria abbiano grandi potenzialità e siano una delle filiere strategiche per creare nuovo lavoro - ha detto il presidente della Regione Stefano Bonaccini, che ha concluso a Bologna i lavori di presentazione del Rapporto 2014 sul Sistema agroalimentare dell'Emilia-Romagna promosso da Regione e Unioncamere - metà dei 2,5 miliardi di euro che potranno arrivare in Emilia-Romagna nei prossimi sei anni, grazie alla programmazione dei Fondi europei, fanno riferimenti al Programma di Sviluppo Rurale, valorizzando ricerca ed innovazione, qualità, giovani, tutela del territorio, a partire dal favorire i territori più fragili, quali la montagna. È' stata una grande soddisfazione avere ricevuto, prima Regione europea, il via libera da Bruxelles al nuovo Psr. Ora lavoreremo per tradurre questo importante risultato in fatti concreti."

"Nonostante il maltempo le quantità hanno tenuto – ha spiegato l'assessore regionale all'agricoltura Simona Caselli –pesa l'instabilità dei prezzi che condiziona molto questo settore e si ripercuote sul reddito degli agricoltori. Questo aspetto deve essere oggetto di un'iniziativa politica forte, ma anche di un impegno da parte del mondo agricolo a superare quella frammentazione che ancora caratterizza diversi settori. Con il nuovo Psr sono in arrivo 1,2 miliardi. Puntiamo su filiere, organizzazione, qualità e programmazione. Insieme alla sburocratizzazione, un tema su cui questa Regione è già impegnata come dimostra il lavoro compiuto con il Registro unico dei controlli".
In ripresa il credito agrario con un valore di 5,63 miliardi di euro (+1,1%) e il superamento della stretta creditizia. In leggero aumento l'occupazione agricola, con un +2,2% per quella femminile.

L'export agroalimentare

L'Emilia-Romagna ha chiuso il 2014 con un valore dell'export agroalimentare di 5,5 miliardi di euro, confermando le buone perfomances del 2013. Tra le principali destinazioni si confermano Germania, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Per il terzo anno consecutivo si attenua il saldo negativo della bilancia commerciale, che nel 2014 è sceso a – 163 milioni di euro. Sul podio delle esportazioni emiliano-romagnole ci sono i salumi e le carni trasformate (1 miliardo 199 milioni di euro), i formaggi e i prodotti lattiero caseari (609 milioni di euro), la frutta e gli ortaggi lavorati (500 milioni). Sopra i 400 milioni di euro si collocano anche le esportazioni di frutta fresca, vino e derivati dei cereali. "Il primato dell'Emilia-Romagna nell'export di prodotti agroalimentari di qualità, pari al 16 per cento della quota nazionale, è una leva decisiva – ha spiegato il presidente di Unioncamere Emilia-Romagna Maurizio Torreggiani, che ha ricordato in particolare il progetto in collaborazione con la Regione Deliziando, "uno strumento che mette al centro il cibo come brand e supporta le imprese per consolidarne la presenza nei Paesi emergenti, la cui espansione economica determina una crescente richiesta."

Il valore della produzione agricola nei diversi settori

L'andamento meteo ha pesantemente condizionato la produzione agricola nel corso dell'annata appena trascorsa. Al di là delle ripetute emergenze che hanno coinvolto un po' tutto il territorio regionale (dall'alluvione di gennaio nel Modenese in poi), il 2014, a causa del susseguirsi di ripetute perturbazioni atlantiche, è stato caratterizzato da un inverno particolarmente mite e piovoso e da un'estate anch'essa piovosa e più fresca della norma.
Contemporaneamente, il sovrapporsi delle produzioni a livello europeo (caso eclatante la frutta), l'andamento negativo delle principali commodities, insieme agli effetti dell'embargo russo, hanno portato a una generale flessione dei prezzi. Un mix che ha portato a una Plv in calo del 5,9% rispetto al 2013, ma comunque sempre sopra la soglia dei 4 miliardi di euro. Percentuali analoghe di flessione del valore della produzione agricola si sono verificate a livello nazionale.

Secondo i dati del Rapporto 2014, tra i settori in controtendenza, per quanto riguarda l'andamento della Plv, quello delle colture industriali, quali la barbabietola da zucchero, la soia e il girasole, che ha messo a segno un +38%. Bene in particolare la barbabietola (Plv in crescita del 45%). Buoni i risultati anche per il pomodoro da industria (+20%).
Per quanto riguarda i cereali la riduzione della Plv si è complessivamente fermata al -1%, a fronte di un andamento a luci e ombre. Male sono andati in particolare il grano tenero (-15%), il mais (-6%). Bene invece il frumento duro (+60%).
Il comparto della frutta ha chiuso il 2014 con un -10% di Plv. Qui ha pesato in particolare il diffuso calo dei prezzi dovuto alle sovrapposizioni produttive e allo stop delle importazioni russe. Nonostante un aumento della produzione e dei volumi, le pere hanno chiuso con un -23%, le pesche con un -24%. Bene l'actinidia con +45%.
Il settore degli ortaggi (-8%), ha registrato un forte calo in particolare per le patate (-30%). Con il segno più le zucchine (35%), gli asparagi (49%), i piselli (41%).
Segno meno anche per gli allevamenti: -7%. Nel dettaglio: carni bovine (-4%), suine (-6%), pollame (-9%), latte (-7,6%).
In flessione la redditività delle aziende. I dati provvisori (elaborati sulla base di un campione di 145 imprese agricole) danno un calo dei ricavi dell'8,1% non sufficientemente compensato dalla riduzione dei costi intermedi (-2,6%).

In allegato scaricabile: l'andamento della Plv per provincia

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 21 24 maggio 2015

SOMMARIO Anno 14 - n° 21 24 maggio 2015
(in allegato il pdf scaricabile)

1.1 editoriale Diritti acquisiti, per molti ma non per tutti
3.1 cereali Materie prime. Persiste l'incertezza.
4.1 Lattiero caseario Rimbalzo del latte spot.
5.1 expo2015 I primi riflessi di Expo. Un maggio tra luci e ombre.
5.2 turismo Allarme di Federalberghi. In diminuzione il turismo nazionale.
5.3 Vino OCM Vino, su OCM promozione si poteva fare di più
6.1 MAIS & SOIA Mais & Soia: maggio 2015
7.1 pomodoro Interprofessione, i contenuti del Decreto preoccupano l'OI Pomodoro da Industria
7.2 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano:prosegue il boom dell'export
8.1 pasta Record di pasta esportata nel 2014
9.1 greenpeace Greenpeace cerca fondi sola da privati.
10.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 21 COP

Domenica, 24 Maggio 2015 10:13

Vino, su OCM promozione si poteva fare di più

Silvana Ballotta (Business Strategies): su OCM promozione si poteva fare di più ma non tutto è da buttare

Firenze. "Sulla nuova Ocm vino Promozione si poteva certamente fare di più, ma non è tutto da buttare se pensiamo che, con questa misura, lo scorso anno la crescita del nostro export nei Paesi terzi è stata di quasi 5 volte superiore rispetto alle vendite nell'Ue". Lo ha detto Silvana Ballotta, Ad di Business Strategies, azienda che cura l'internazionalizzazione di circa 400 aziende vinicole italiane, a commento del nuovo Bando Ocm Promozione, pubblicato ieri dal Mipaaf.

"Semplificazione, pluriennalità nella programmazione e modifica degli antichi criteri di premialità dovrebbero oggi riguardare meno elementi quantitativi e più di efficacia qualitativa. Per contro – ha proseguito Ballotta – il tavolo è riuscito a scongiurare delle proposte capestro, come il drastico abbassamento della soglia di budget che avrebbe determinato una ulteriore frammentazione delle domande, oltre a maggiori difficoltà nei controlli e soprattutto avrebbe minato il senso stesso dell'Ocm promozione nel lungo e lento percorso di affermazione del made in Italy enologico in tutto il mondo. Per ora – ha concluso Ballotta - ci teniamo quindi un decreto fotocopia di quello precedente nella consapevolezza e nella speranza di poterlo migliorare già dalla prossima annualità".

L'analisi di Business Strategies sugli atteggiamenti delle proprie imprese impegnate nell'internazionalizzazione (il campione rappresenta circa il 12% del valore complessivo della misura) evidenzia come nell'ultima programmazione siano sempre gli Stati Uniti il principale Paese destinazione dell'Ocm (63%), seguito a distanza dalla Cina (15%, contro il 25% dell'anno precedente), dal Giappone (9%, dato triplicato rispetto al 2013), Canada (5%), Russia (4%), poi Svizzera e Sud Est Asiatico.
(Fonte Business Strategies - Intercom 15 maggio 2015)

Riconoscimento delle organizzazioni interprofessionali: i contenuti del decreto latte preoccupano l'Oi Pomodoro da Industria del Nord Italia

Con meraviglia l'Oi Pomodoro da Industria del Nord Italia ha appreso dell'uscita del D.L. 5/5/2015 dal titolo "Disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale e di razionalizzazione delle strutture ministeriali".
Il decreto legge - nato dall'esigenza di dover normare con urgenza il settore lattiero caseario uscito dal sistema delle quote latte - ricomprende al comma 7 dell'articolo 3 disposizioni su tutti gli altri settori agricoli fra cui l'ortofrutta, sia fresca che trasformata, con l'estensione delle disposizioni sulle organizzazioni interprofessionali previste per il latte.

"Il contenuto solleva molti dubbi e perplessità di varia natura – commenta l'Oi - in particolare per la coerenza dell'articolo 3 al Regolamento Ue 1308/2013 che norma le organizzazioni interprofessionali, ma anche per la coerenza con le competenze regionali in questo campo. Tutto questo potrebbe dare adito quanto meno a contenziosi. Il testo – rileva l'Oi - appare insufficiente e non coerente con lo spirito e le norme comunitarie sulle organizzazioni interprofessionali e non tiene conto delle consultazioni che erano state avviate in precedenza con le Regioni e con le filiere produttive, ma soprattutto con le realtà già esistenti, realmente operanti e già riconosciute ai sensi dello stesso Reg (UE) 1308/2013, come quella dell'OI del pomodoro da industria Nord Italia. Il testo non tiene conto inoltre che le OI, quali organizzazioni di integrazione di filiera, sono realtà basate sulla volontà aggregativa delle filiere produttive e che devono essere rispondenti alla reale organizzazione territoriale delle stesse. Già in passato legislazioni inadeguate avevano di fatto bloccato lo sviluppo di Oi efficaci nel nostro Paese".

(fonte OI Pomodoro)

Domenica, 24 Maggio 2015 09:15

Parmigiano Reggiano: prosegue il boom dell'export

+10% l'export in gennaio febbraio. In evidenza il traino degli Usa. La produzione, intanto, ad aprile è scesa dell'1,2%, con un saldo quadrimestrale pari a -1,9%

Reggio Emilia - E' una crescita pressoché senza precedenti quella che stanno registrando le esportazioni di Parmigiano Reggiano, che ha chiuso il primo bimestre 2015 con una crescita a doppia cifra: +10,1%
A trainare il boom delle esportazioni sono soprattutto gli Usa, con risultati che in gennaio e febbraio si sono attestati attorno al +11%.

"I flussi - sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai - sono buoni anche in Europa, che resta tuttora il principale mercato, tanto che a febbraio le esportazioni complessive intra ed extra-UE sono cresciute del 9,4%. Questi risultati hanno permesso di riassorbire ampiamente l'impatto, a volume, dell'Embargo Russo, ma auspichiamo che a breve l'azione diplomatica internazionale possa consentire la riapertura delle frontiere di questo importante mercato, cosa che porterebbe ad una ulteriore accelerazione delle performance estere del nostro prodotto".
Sempre nel primo bimestre 2015, anche le vendite di grattugiato registrano un significativo incremento, con un +9,8%.

"Un risultato - spiega Alai - particolarmente importante per il sistema Parmigiano Reggiano, soprattutto in considerazione del fatto che tutte le operazioni di confezionamento avvengono nel comprensorio di produzione, accorciando la filiera, rendendo più agevoli ed incisivi i controlli e le operazioni di vigilanza e generando nuovo valore nei territori cui il prodotto è storicamente legato".
Sul versante produttivo, intanto, prosegue il calo già manifestatosi all'inizio dell'anno: ad aprile, infatti, la produzione è scesa dell'1,2%, portando il dato quadrimestrale a -1,9%
"Nonostante la crescita del 5% registrata da inizio anno - prosegue Alai - le quotazioni si mantengono a livelli ancora del tutto insoddisfacenti, e in questo modo è divenuto il mercato - con tutte le negative conseguenze che questo comporta - il vero regolatore di quell'offerta che, al contrario, deve essere determinata con l'esercizio di un ruolo più attivo da parte dei produttori, così come è negli obiettivi dei piani di regolazione dell'offerta che abbiamo rivisto in occasione della recente assemblea e sui quali i caseifici dovranno esprimersi entro l'autunno".
Quanto alle prospettive, Alai vede ancora nelle esportazioni, associate proprio alla regolazione dell'offerta, il primo motore di sviluppo del sistema: "l'aumento continuo delle quantità esportate - spiega il presidente del Consorzio - rende evidente il fatto che in termini percentuali sarà difficile mantenere gli attuali ritmi, ma le nuove azioni avviate in Cina e in diversi Paesi dell'America Latina, unite agli incontri commerciali di cui siamo protagonisti nell'ambito di Expo, stanno già offrendo nuovi e incoraggianti segnali per il nostro prodotto".
(Fonte CFPR 20 maggio 2015)

Domenica, 24 Maggio 2015 08:53

Record di pasta esportata nel 2014

Le esportazioni di pasta di semola hanno registrato un significativo incremento superando la soglia di 2 milioni di tonnellate (+ 4,2% sul 2013) per un controvalore pari a oltre 2,2 miliardi di euro (+4,1%): il 7% circa del valore dell'export dell'intero agroalimentare.

di LGC 21 maggio 2015 - Negli ultimi 15 anni le esportazioni di pasta di semola hanno registrato costanti incrementi arrivando a superare, a fine 2014, la soglia di 2 milioni di tonnellate. A segnalarlo è il report di aprile 2015 elaborato da Ismea il quale evidenzia come il tasso di crescita sia stato mediamente del 2,3% in volume e del 5% in valore.
"Facendo specifico riferimento al segmento della pasta di semola secca - sottolinea il report dell'istituto d'analisi agroalimentare - che esprime mediamente più dell'85% in volume e del 70% in valore dell'intero comparto delle paste alimentari, nel 2014 le spedizioni oltre confine hanno sfiorato 1,8 milioni di tonnellate (+3,2%) corrispondenti in valore a poco più di 1,6 miliardi di euro (+2,6%)."
Unico neo registrato all'interno del periodo d'analisi è il dato relativo al 2008 (-4,9% in volume) determinato dalla esplosione dei prezzi della materia prima

"Nel biennio successivo, - prosegue Ismea - con il ridimensionamento dei prezzi agricoli e il sopraggiungere della crisi economica globale che ha determinato un crollo del commercio agroalimentare mondiale, si è avuto un calo transitorio anche dei valori di export della pasta, mentre le quantità hanno continuato a crescere in tutti gli anni dopo il 2008."

Ripartizione territoriale
La ripartizione territoriale dei mercati di sbocco è tradizionalmente molto concentrata, evidenziando la netta prevalenza dei paesi comunitari, con particolare riferimento a Germania, Francia e Regno Unito che hanno assorbito congiuntamente il 46% circa dell'export complessivo nel 2014. Considerando i primi dieci paesi destinatari, inoltre, si rileva una dinamica di lungo periodo significativamente positiva per tutti i principali acquirenti; fanno eccezione solo gli Stati Uniti per i quali si è registrata una netta contrazione degli acquisti della pasta italiana nel 2008, scendendo al di sotto delle 100 mila tonnellate annue (-31% sul 2007), in ragione verosimilmente della marcata rivalutazione dell'euro che si era registrata durante quel periodo e dell'aumento dei prezzi all'export. La progressione annua degli acquisti di pasta di semola è apparsa particolarmente evidente nel caso della Russia (+15% il tasso medio annuo di crescita): da poco più di 7 mila tonnellate del 2000 le esportazioni verso Mosca si sono spinte oltre 59.000 tonnellate nel 2014.

Pasta evoluzione export

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Sesta edizione del Concorso enologico "Matilde di Canossa-Terre di Lambrusco" promosso dalla Camera di Commercio. Da oggi 225 vini in competizione: 118 dei campioni presentati in concorso provengono dalle aziende di Reggio Emilia, 75 da aziende modenesi, 20 da Mantova e da 12 da Parma. -

Reggio Emilia, 21 maggio 2015 -

Si sono avviate a Mancasale le selezioni dei vini partecipanti alla sesta edizione del Concorso enologico "Matilde di Canossa-Terre di Lambrusco" promosso dalla Camera di Commercio.
Un'edizione, quella 2015, che fa segnare un record di vini iscritti (225, con un +11% rispetto al 2014) e di aziende partecipanti, giunte a 64 unità.
118 dei campioni presentati in concorso provengono dalle aziende di Reggio Emilia, 75 da aziende modenesi, 20 da Mantova e da 12 da Parma.

"Come Camera di Commercio - ha detto la vicepresidente Paola Silvi nell'aprire i lavori delle commissioni - siamo molto soddisfatti di questi risultati, perchè riteniamo siano il frutto di una analoga soddisfazione delle imprese per i modi attraverso i quali, partendo dal Concorso, la Camera di Commercio esprime il proprio impegno nel campo della valorizzazione dei nostri vini di qualità".
"Tra le aziende concorrenti - ha ricordato Paola Silvi - vi sono imprese, ad esempio, che hanno partecipato attivamente ai percorsi e ai progetti che abbiamo messo in atto per assicurare una vetrina internazionale permanente, attraverso i canali internet, a tanti nostri prodotti agroalimentari, così come vi sono imprese che sono inserite nel progetto regionale dedicato al turismo enogastronomico di qualità, che ha visto la nostra provincia primeggiare per presenze".

"Questa sesta edizione del "Matilde di Canossa-Terre di Lambrusco - ha proseguito la vicepresidente della Camera di Commercio - mira a cogliere, tra l'altro, tutte le opportunità derivanti dall'Expo: dal 25 al 28 giugno, infatti, è in programma un Educational Press Tour rivolto a giornalisti ed opinion leader stranieri del settore wine e del turismo enogastronomico, con visite dirette anche a cantine selezionate in questa sesta edizione del "Matilde di Canossa-Terre di Lambrusco. Dal 18 al 21 ottobre, poi, vi sarà un Incoming di buyer del settore wine dall'Area Asean per incontri B2B con le cantine selezionate".

"A tutto questo - ha detto Paola Silvi - si aggiunge la guida "Terre di Lambrusco", a completare un quadro di iniziative che mirano a fare del Concorso un elemento di attrazione e un punto di partenza per azioni e progetti che hanno una ricaduta ampia e soprattutto duratura nel tempo a favore delle imprese coinvolte e dei territori di appartenenza, e quindi delle province di Reggio Emilia, Modena, Parma e Mantova".
"Oggi più che mai - ha concluso la vicepresidente dell'Ente camerale - siamo chiamati a dare valore stabile al lavoro di queste aziende, perchè ad esse si lega ricchezza economica, lavoro, sicurezza e coesione sociale, che sono elementi distintivi ed apprezzati nel mondo, esattamente quanto i prodotti che nascono nelle nostre terre e che si connotano a maggior ragione grazie a questo prezioso legame fra imprese, prodotti e territorio".

Le commissioni di valutazione dei vini - formate per pubblico sorteggio e composte ciascuna da 6 tecnici - concluderanno il loro lavoro nel tardo pomeriggio di venerdì 22 maggio, mentre la cerimonia di premiazione è prevista il 26 giugno.

(Fonte: ufficio stampa della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

Venerdì, 22 Maggio 2015 08:37

Materie prime. Persiste il fattore incertezza.

Grano in altalena per effetto degli interventi dei fondi, corn e semi di soia in ribasso. Il cambio €/$ rappresenta la vera incognita destabilizzante dei valori di mercato nel vecchio continente.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 21 maggio 2015 -

I mercati internazionali delle materie prime continuano a vivere un prolungato periodo di incertezza determinato dalla concomitanza di ricorrenti e diversi fattori congiunturali. Gli ultimi in ordine di tempo sono l'eliminazione dei dazi russi sul grano, le notizie di un prossima comparsa di "El Nino" che farà sentire i suoi malefici effetti sulle produzioni australiane. Infine l'instabilità dell'indice di cambio  tra la moneta statunitense e  quella europea che incide, non poco, sull'instabilità dei prezzi in Europa.

Tutto questo ha portato consistenti incrementi sulla farina di soia dell'ordine di circa 10/11 euro alla tonnellata dai minimi osservati Lunedì pomeriggio.
In questo preciso momento, riguardo ai proteici, il prezzo lo fa maggiormente la scarsità di prodotto, farine di girasole e colza, piuttosto che l'indice di cambio.

Nel caso dei cereali, invece, nonostante la manifesta debolezza, il tasso di cambio sta rallentando la caduta di prezzo. Anzi, a tale riguardo, si segnala che i valori fob esteri sono più' elevati di quelli riscontrati sul mercato nostrano a conferma, se ce ne fosse stata la necessità, di una consolidata crisi di consumi. Nella giornata di mercoledi circolavano posizioni di mais contratto 103 da Ottobre a Giugno reso Lombardia a 165€/ton e compratori non serviti dai pochi venditori allineati a 170. Per l'orzo solo venditori da Luglio a Settembre a 170/175 euro ma nessun interesse da parte acquirente, mentre l'industria molitoria è alla ricerca di grano da Luglio a Settembre offrendo per il panificabile di qualità 190 euro arrivo stabilimento.

Situazione questa che fa riflettere sulla prossima campagna cerealicola nazionale.

Indicatori internazionali (21/5/2015)-
l'Indice dei noli è sceso a 606 punti, il petrolio quota intorno a 59,00 dollari al barile, e il cambio €/$ riprende la strada verso la parità e nella mattinata del 21 maggio ha toccato 1,10770.

MP 21mag2015

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.

EUROPRO srl - intermediazione granaglie e cereali - Milano
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Il Consorzio Terre di Montagna, che commercializza il Parmigiano Reggiano di montagna, ieri a Roma in occasione del primo Social Roots Day, organizzato da Inea (Istituto nazionale di economia agraria) in collaborazione con la Fondazione Giacomo Brodolini. -

Modena, 20 maggio 2015

L'esperienza del Consorzio Terre di Montagna, che commercializza il Parmigiano Reggiano di montagna, è stata raccontata ieri a Roma in occasione del primo Social Roots Day, organizzato da Inea (Istituto nazionale di economia agraria) in collaborazione con la Fondazione Giacomo Brodolini. Social Roots è la piattaforma per l'innovazione sociale nel settore agrifood rivolta ad aziende, associazioni, start up e aspiranti imprenditori allo scopo di favorire l'incontro tra la domanda e offerta di innovazione sociale nel settore.

La delegazione del Consorzio Terre di Montagna, composta dal presidente Angelo Romagnoli e dal vicepresidente Romolo Michelini, era accompagnata dal sindaco di Montese Luciano Mazza (il consorzio ha sede a Montese), a testimonianza del coinvolgimento del territorio nelle attività del Terre di Montagna. Al convegno romano hanno partecipato docenti universitari e giovani neo imprenditori che intendono cimentarsi nell'agrifood. Nelle conclusioni Milena Verrascina (Inea) ha rimarcato come modelli produttivi integrati, impegnati nelle eccellenze rurali, assumano funzioni sempre più importanti di coesione sociale. Funzione che il mondo rurale ha sempre interpretato e oggi continua a farlo con modelli e attività adeguate alle nuove esigenze dell'economia e delle comunità locali.

Costituito nel 2008 a Montese e aderente a Confcooperative Modena, il Consorzio Terre di Montagna associa nove caseifici (cinque del crinale modenese e quattro del crinale bolognese), per complessivi 85 soci allevatori che conferiscono ogni anno 250 mila quintali di latte trasformato in 45 mila forme di Parmigiano Reggiano di montagna. Scopo del Consorzio Terre di Montagna è promuovere le produzioni casearie e aggregare l'offerta, supportando i caseifici soci nella manutenzione e stagionatura, lavorazione, porzionatura e commercializzazione. Tramite il canale commerciale segmento retail, il consorzio fornisce il Parmigiano Reggiano di montagna ai suoi 350 clienti tra Italia ed estero (Germania, Francia, Spagna, Austria, Belgio, Svezia e Irlanda).

Al convegno romano è emerso che l'azione del Consorzio Terre di Montagna ha valorizzato il territorio e le sue tradizioni, rafforzato la coesione e integrazione tra le aziende della filiera, permesso la presenza in mercati difficilmente raggiungibili dai singoli caseifici, migliorato la comunicazione verso i clienti e le relazioni di mercato, consentito di ottenere i contributi pubblici del Piano regionale di sviluppo rurale. Per il futuro gli obiettivi sono il miglioramento della produttività, redditività e qualità del prodotto, una maggiore internazionalizzazione dei mercati di sbocco e l'utilizzo della menzione aggiuntiva "Prodotto di Montagna" recentemente introdotta dall'Unione europea.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

Mercoledì, 20 Maggio 2015 08:35

Rimbalzo del latte spot.

Crescita sensibile del latte spot estero. Le due più importanti DOP nazionali non danno segni di vitalità. Burro stazionario mentre la panna da centrifuga a uso alimentare (VR) cede 5 centesimi. 5 centesimi invece guadagnati dalla crema a uso alimentare (MI).

di Virgilio Parma 20 maggio 2015 -

LATTE SPOT Rimbalzo del prezzo del latte spot alla borsa merci di Verona. Più consistente l'incremento registrato per il latte pastorizzato spot estero che guadagna +7,27% rispetto la scorsa quotazione (29,90 - 30,93 €/100 litri di latte). Incremento sensibilmente più contenuto invece per il latte crudo spot nazionale che quota tra 32,90€ - 34,02 €/100 litri di latte corrispondente a un incremento dello +1,56%.

LatteSpot estero

BURRO E PANNA Seconda settimana di tregua per il burro e per tutte le referenze milanesi.
Borsa di Milano 18 maggio:
BURRO CEE: 2,80€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 3,0€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 2,0€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,80€/Kg.

Anche lo zangolato da creme fresche trattato alla Borsa Merci di Parma dopo il tonfo della precedente settimana, prossimo al -10%, ha mantenuto il prezzo di 1,40€/kg. A Reggio Emilia il prezzo per l'analogo prodotto rimane distaccato di 5 centesimi, rispetto Parma, quotando a 1,35€/kg.
Andamento speculare invece per la crema a uso alimentare; +2,90% (1,42€/Kg.) a Milano e -3,39% a Verona (1,40-1,45€/Kg.)

GRANA PADANO Rimane fortemente stazionario il prezzo del Grana Padano sia per il fresco che per la stagionatura di 15 mesi.
Confermato tra 7,10 e 7,75€/kg. il formaggio di 15 mesi e tra 6,35 e 6,45 €/kg. il prezzo del 9 mesi.

PARMIGIANO REGGIANO Anche la prestigiosa DOP emiliana si è allineata all'andamento del padano confermando i prezzi dell'ottava precedente.
Tra 7,60 e 7,85 €/Kg. la quotazione del 12 mesi  e compreso nell'intervallo 8,15, 8,50€/kg il listino del 24 mesi di stagionatura.

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