“Sono proprietario di un immobile locato ad uso abitativo. A luglio scadrà il contratto non essendo stato rinnovato e procederemo, quindi, con la riconsegna dell’appartamento. Se vi sono dei danni all’immobile occorre inserirli nel verbale di rilascio?”
Il Comune di Piacenza comunica che è stata prorogata fino alle ore 14 di venerdì 9 aprile la misura di sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione.
I contratti di locazione ad uso abitativo e commerciale sono regolamentati dalla legge 431/98, che ne individua 4 tipologie.
I contratti di locazione ad uso abitativo si suddividono in quelli liberi (4 anni più 4 anni), concordati (3 anni più 2 anni) e transitori (che vanno da un periodo minimo di 30 giorni fino ad un massimo di 18 mesi). I contratti di natura commerciale durano 6 anni più 6 anni.
Sia il locatore che il conduttore possono risolvere questi contratti prima della scadenza per gravi motivi. Fanno eccezione solo i contratti transitori che, per la breve durata dell'accordo, non possono essere rescissi anticipatamente.
Il diniego a rinnovare il contratto alla prima scadenza deve essere comunicato al diretto interessato tramite lettera raccomandata A/R.
Per velocizzare i tempi è consigliabile affidarsi alla raccomandata online, che si può spedire direttamente dall'app poste di Ufficio Postale. Come si può leggere dalla pagina del servizio, basta scaricare l'applicazione, che risulta facilmente accessibile ed intuitiva anche per chi non ha grande dimestichezza con la tecnologia, per inviare comodamente da casa una raccomandata A/R senza lunghe file alla posta.
Come già anticipato però prima di richiedere la risoluzione del contratto è opportuno verificare che ci sono le condizioni per farlo. La legge stabilisce quali sono i motivi gravi per i quali inquilino o proprietario possono rescindere il contratto.
Il proprietario dell'immobile può recedere dal contratto se ci sono cause vincolanti. Se ad esempio decide di utilizzare l'immobile per se stesso o per altri membri della sua famiglia, demolirlo, ristrutturarlo o venderlo può ricorrere alla rescissione in quanto considerate motivazioni plausibili.
Ovviamente i motivi avanzati per la rescissione del contratto devono essere comprovati e la disdetta va inviata almeno 6 mesi prima della scadenza. Per i locali commerciali invece la disdetta va inviata almeno un anno prima.
Anche l'inquilino dell'abitazione o del locale commerciale può recedere dal contratto, inviando la disdetta con un preavviso di almeno 6 mesi prima della data di scadenza ed indicando i gravi motivi sopraggiunti.
Tra questi rientrano il trasferimento del luogo di lavoro in un'altra città, o comunque in una zona piuttosto lontana dall'immobile affittato.
Motivi validi sono poi considerati problemi familiari come la malattia di un genitore o di un membro della famiglia, il licenziamento o la necessità di abitare in un ambiente più grande in seguito all'arrivo di nuove persone nel nucleo familiare.
A questi motivi si aggiungono poi quelli oggettivi strettamente legati a problemi strutturali dell'immobile sopraggiunti dopo la stipula del contratto, oppure gravi situazioni condominiali di natura ambientale che mettono a rischio la salute degli abitanti della casa.
Non sono invece considerati motivi gravi i problemi relativi alla struttura dell'immobile di cui l'inquilino era già a conoscenza prima della firma del contratto.
Per quanto riguarda i contratti di natura commerciale il conduttore può recedere se la sua attività è in forte contrazione, quindi ha bisogno di un locale più piccolo, o al contrario se è in forte espansione e quindi necessita di un locale più ampio.
L'analisi condotta dall'Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa sui contratti di locazione stipulati attraverso le agenzie Tecnocasa e Tecnorete nel primo semestre 2019 in Emilia Romagna, evidenzia che nella maggioranza dei casi si opta per l'affitto per scelta abitativa (70,8%), mentre il 28,5% del campione lo sceglie per motivi di lavoro, la scelta per motivi di studio è pari allo 0,7%. Rispetto al primo semestre del 2018 si segnala un aumento della percentuale di locazioni legate alla scelta abitativa (era il 64,2%) in diminuzione invece chi sceglie l’affitto per lavoro, nel primo semestre 2018 era il 35,0% invariata la scelta per motivi di studio (nel Isem2018 era lo 0,8%).
Il contratto di locazione più utilizzato è quello a canone libero, che registra il 66,0% delle preferenze (nel Isem2018 era il 54,3%), a seguire ci sono i contratti a canone concordato con il 30,4% (era del 34,2%) delle scelte ed infine i contratti a carattere transitorio scelti nel 3,6%; in quest’ultimo caso si registra una forte diminuzione: nel primo semestre era l’11,5% dei casi.
Il taglio più affittato è il bilocale con 39,2% che supera il trilocale (37,4%).
In Emilia Romagna gli inquilini sono coppie e coppie con figli nel 61,4% dei casi, mentre sono in diminuzione i single: attualmente sono il 38,6% (erano il 40,5% dei casi). In lieve diminuzione rispetto al primo semestre 2018 la percentuale di coppie e coppie con figlie che erano il 59,5%.
L’analisi demografica di coloro che cercano casa in affitto in Emilia ha evidenziato che il 37,4% ha un’età compresa tra 18 e 34 anni, seguita dalla fascia d’età tra i 35 e 44 anni con il 25,4%.