Premiata a Roma l'iniziativa regionale di reinserimento sociale dei detenuti attraverso il disassemblaggio dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Oltre 60 le persone coinvolte nei laboratori, di cui 22 assunte -
Parma, 23 maggio 2014 -
Un modello, per la sua capacità di coniugare finalità sociali e attenzione all'ambiente. E' una delle motivazioni per cui il comitato italiano promotore della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti (edizione 2013) ha premiato in questi giorni a Roma il progetto "RAEE in carcere" nella categoria "pubblica amministrazione". Già scelto come finalista tra oltre 85 progetti presentati in Europa agli Awards della European Week for Waste Reduction, "RAEE in carcere" si sta affermando come esempio nell'ambito della gestione dei rifiuti con un'importante valenza sociale.
"Il premio è una conferma della peculiarità e del valore dell'iniziativa" afferma Alfredo Bertelli, sottosegretario alla presidenza della giunta della Regione Emilia-Romagna. "La finalità sociale, rivolta in modo specifico alle persone in esecuzione penale, e quella ambientale, che si concentra sulla gestione dei rifiuti elettronici, si intersecano in un progetto che ha trovato il giusto riconoscimento anche a livello europeo".
"RAEE in carcere" ha come obiettivo il recupero dei rifiuti elettrici ed elettronici e, al tempo stesso, il reinserimento socio-lavorativo di persone in esecuzione penale – o che hanno concluso il periodo di detenzione – attraverso il disassemblaggio di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). Nato nel 2005 con l'iniziativa Equal Pegaso, promossa dalla Regione Emilia-Romagna e dal Fondo sociale europeo, il progetto è diventato operativo nel 2009 con la partecipazione di detenuti a tre laboratori: due all'interno delle carceri (Bologna e Ferrara), uno all'esterno (carcere di Forlì). Il personale selezionato è stato formato e poi assunto dalle cooperative sociali che gestiscono le attività. "RAEE in carcere" è promosso da Regione, Provveditorato regionale dell'Amministrazione penitenziaria, Hera, consorzi Ecolight, Ecodom e Erp Italia, cooperative sociali IT2, Gulliver e Il Germoglio, enti di formazione Techne e Cefal, Province di Bologna, Forlì-Cesena e Ferrara.
Importanti i risultati raggiunti finora in termini sociali: più di 60 persone in esecuzione penale sono state coinvolte nei tre laboratori. Di queste, 22 sono state assunte dalle cooperative sociali che gestiscono i laboratori: IT2 a Bologna, Gulliver a Forlì e Il Germoglio a Ferrara. L'accompagnamento formativo dei lavoratori – tramite tirocini d'inserimento e tutoraggio al gruppo dei lavoratori – e il raccordo con le istituzioni regionali è assicurato fin dall'avvio del progetto dagli enti di formazione Techne Forlì Cesena e Cefal Emilia Romagna. Dal 2012 il progetto ha ampliato il proprio raggio di azione: il sito web (www.raeeincarcere.org) e la pagina Facebook, cofinanziati da alcuni partner, sono gestiti da operatrici provenienti dall'esperienza del carcere, e rappresentano così un'occasione formativa e lavorativa.
I commenti dei partner
"E' importante individuare soluzioni e percorsi efficaci per promuovere e incrementare l'inclusione sociale e lavorativa delle persone detenute e in misura alternativa – spiega Pietro Buffa, provveditore regionale dell'Amministrazione penitenziaria – . Inoltre, detenzioni caratterizzate da un impegno lavorativo hanno conseguenze meno destrutturanti ed effettivamente più responsabilizzanti per le persone che le vivono".
Il progetto è operativamente e finanziariamente sostenuto dalla multiutility Hera Spa e da tre dei maggiori sistemi collettivi italiani per la gestione dei RAEE, Ecodom, Ecolight ed Erp, impegnati a remunerare le cooperative e a sostenere l'iniziativa. "Si tratta di un progetto che il nostro Gruppo ha promosso, sostenuto e co-finanziato fin dalle origini – spiega Tiziano Mazzoni, direttore Servizi ambientali di Hera Spa – mettendo a disposizione i propri servizi operativi ambientali e i Raee raccolti alle stazioni ecologiche gestite. Un progetto, questo, che porta una ricaduta positiva e concreta sul territorio, in particolare a beneficio delle fasce più deboli".
"Dall'avvio del progetto abbiamo messo a disposizione dei tre laboratori, tramite i nostri fornitori, oltre 2.500 tonnellate di RAEE, che sono state lavorate permettendo di recuperare importanti quantitativi di materie prime di recupero, ed evitando la dispersione nell'ambiente di sostanze pericolose – spiegano Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecolight, e Giorgio Arienti, direttore generale di Ecodom – . Abbiamo voluto sottolineare e rafforzare il nostro impegno nel progetto, assicurandone la continuità nel tempo e garantendo il proseguimento di un'iniziativa che riteniamo davvero meritevole e importante per il territorio e per i nostri Consorzi".
"Abbiamo scelto con orgoglio di aderire a quest'iniziativa – conclude Alberto Canni Ferrari, country manager di Erp Italia, sistema collettivo entrato nel progetto dal 2014 – per l'importante valenza sociale del progetto, che ci permette di coniugare perfettamente la nostra consueta attività con il nostro impegno costante e continuativo per la tutela dell'ambiente".
(fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
"A due anni dalla prima scossa- afferma Palma Costi, presidente dell'Assemblea legislativa regionale- il pensiero va alle 27 vittime del terremoto che ha sconvolto l'Emilia nel maggio 2012.
Modena, 20 maggio 2014 -
Un aiuto concreto ai figli delle vittime del terremoto del maggio 2012. L'Assemblea legislativa regionale ha assegnato 11 borse di studio e 2 sussidi ad altrettanti ragazzi in età scolare di ogni ordine e grado che hanno dovuto far fronte, oltre che alla gravissima perdita del familiare, anche alle conseguenti difficoltà economiche. In diversi casi, infatti, le 27 persone decedute in seguito alle scosse del 20 e del 29 maggio di due anni fa hanno lasciato figli iscritti chi alla materna, chi alle medie e alle superiori, chi all'università.
Delle 11 borse di studio, sei, da 2.500 euro ciascuna, sono andate a beneficio di 3 studenti di scuola secondaria di 1^ grado e di 3 studenti di scuola secondaria di 2^ grado; due, da 2 mila euro ognuna, sono andate a due bambini frequentanti la scuola primaria e una, sempre di 2 mila euro, a un bambino della materna. Una borsa di studio da 4 mila euro è stata assegnata a uno studente universitario mentre 4 mila euro di sussidio sono andati a un ragazzo disabile. Queste dieci borse di studio e il sussidio sono già stati liquidati nei giorni scorsi.
Restano una borsa di studio da 2 mila euro assegnata a un bambino iscritto alla materna e un sussidio di pari importo per un bambino in età pre-scolare: entrambi gli atti verranno liquidati non appena sarà completato l'invio in Assemblea legislativa della documentazione richiesta.
Complessivamente, il sostegno stanziato è di 31.500 euro, di cui 27.500 già liquidati.
"A due anni dalla prima scossa- afferma Palma Costi, presidente dell'Assemblea legislativa regionale- il pensiero va alle 27 vittime del terremoto che ha sconvolto l'Emilia nel maggio 2012. L'Ufficio di Presidenza e tutta l'Assemblea legislativa si stringono ai loro familiari, alle prese con un dolore che il tempo non può cancellare. Queste borse di studio, volute dall'intero Ufficio di Presidenza in rappresentanza dell'Assemblea legislativa, vogliono essere un aiuto per i loro figli, affinché possano portare avanti il loro percorso di studio e formazione con qualche disagio in meno. Ma il nostro pensiero va anche a tutti coloro che hanno visto i loro cari feriti, che hanno subito danni, che hanno perso ciò che avevano e che hanno lottato per tornare alla normalità, così come stanno facendo tuttora. L'Assemblea legislativa ha voluto essere da subito accanto ai cittadini, alle imprese, ai lavoratori e alle lavoratrici, agli amministratori locali, ai sindaci, vero avamposto delle istituzioni sul territorio. Sono passati due anni, la ricostruzione procede, molte cose sono state fatte e molte altre ne restano da fare, ma l'Emilia, attraverso lo sforzo di tutti, delle comunità e delle istituzioni insieme, si è subito rialzata e non si è mai fermata: una tenacia e una preparazione, ne sono convinta, che ci porteranno a chiudere la fase della ricostruzione avendo un territorio più sicuro, più competitivo e ricco di nuove opportunità, un modello per l'intero Paese, impegnato in un'opera di cambiamento che deve guardare all'Emilia e a ciò che questa terra ha fatto e che sta facendo. Rinnovo il mio abbraccio sincero e affettuoso e quello di tutta l'Assemblea legislativa ai familiari delle 27 persone decedute- chiude la presidente Costi- agli emiliani e a tutti coloro che hanno sostenuto e aiutato le popolazioni colpite, in uno sforzo di solidarietà e senso civico davvero senza pari".
Nel pomeriggio di oggi, la presidente dell'Assemblea legislativa parteciperà, nello stabilimento di Camposanto (Mo) della Smurfit Kappa Group, pesantemente danneggiato dal terremoto del 2012 ma subito in grado di ripartire (si tratta di una delle aziende leader al mondo nella produzione di fogli e scatole di cartone ondulato), allo Safety day, appuntamento annuale che il Gruppo dedica alla sicurezza sul luogo di lavoro, alla prevenzione sulla salute del dipendente, all'attività fisica e all'alimentazione, una giornata nella quale oltre a confrontarsi con i vertici aziendali i dipendenti possono sottoporsi a esami di controllo e ricevere consigli da medici ed esperti su stili di vita più corretti.
In serata, poi, nell'ambito del programma 'Celebrazioni, solidarietà e ricostruzione a due anni dal terremoto' organizzato in questi giorni dal Comune di Finale Emilia, Costi sarà alla messa nella Chiesa del Seminario (ore 20.30), a Finale, e alla successiva fiaccolata, che partirà da Piazza Verdi (ore 22.30).
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Il presidente della Regione e commissario delegato Vasco Errani: "Oltre 4 miliardi di risorse messe in campo. Il percorso è robusto e va avanti grazie all'impegno di istituzioni e comunità. Problemi da affrontare ce ne sono ancora, e li affronteremo fino all'ultimo giorno. Non abbiamo promesso e non promettiamo miracoli" -
Modena, 19 maggio 2014 –
Oltre 4 miliardi messi in campo per l'emergenza, l'avvio della ricostruzione e il rilancio dell' economia. Sette famiglie su dieci tornate a casa. 215 lavoratori in cassa integrazione rispetto ai 40 mila iniziali.
"Questo terremoto costerà quello che avevamo previsto costasse. E i tempi della ricostruzione non saranno più lunghi rispetto a quelli di altri che hanno dato buoni risultati finali" ha detto il presidente della Regione e commissario delegato Vasco Errani presentando a Bologna il bilancio della ricostruzione a due anni dal sisma, insieme al sottosegretario alla Presidenza Alfredo Bertelli e agli assessori Patrizio Bianchi (scuola), Carlo Lusenti (salute), Alfredo Peri (urbanistica) e Tiberio Rabboni (agricoltura).
"Il percorso è robusto - ha sottolineato Errani - e va avanti grazie all'impegno di tutti: istituzioni, volontari e gli stessi cittadini che dal primo giorno hanno lavorato insieme per ripartire. Non abbiamo promesso e non promettiamo miracoli. Problemi da affrontare ce ne sono ancora, e li affronteremo fino all'ultimo giorno".
A oggi il totale delle risorse impegnate ammonta a 4,03 miliardi. Ad esse si sommano 726 milioni di prestiti senza interessi accesi dalle imprese per il pagamento di tributi, contributi e premi. "Comunque, per completare la ricostruzione, rispetto alle necessità finanziarie ed economiche manca ancora un miliardo, che contiamo di ottenere nei prossimi mesi, unitamente alla fiscalità di vantaggio. Sarà un percorso difficile per il quale, però, ci impegneremo fino in fondo" ha sottolineato il presidente.
Il bilancio dopo il sisma
Dopo le due scosse principali, il 20 e il 29 maggio 2012, il territorio colpito registrava: 19 mila famiglie che avevano lasciato le proprie abitazioni, di cui 16 mila (per un totale di 45 mila persone coinvolte) avevano chiesto assistenza; 14 mila edifici residenziali danneggiati; 13 mila attività economiche danneggiate (capannoni e impianti aziende agricole, negozi) nonché 1.500 edifici pubblici e strutture socio-sanitarie lesionati. Oltre 40 mila i lavoratori in cassa integrazione, scesi oggi a 215. L'area del sisma - in cui si realizza il 2% del Pil italiano - ha interessato 58 comuni (di cui 4 capoluoghi), due comuni per i danni produttivi e diversi comuni limitrofi con danni puntuali a edifici pubblici e privati.
Prosegue la ricostruzione
La ricostruzione vera e propria è iniziata 14 mesi fa, con il riconoscimento del 100% del contributo (il Dpcm di febbraio 2013). Tra gli altri indicatori della ricostruzione, le 6.345 pratiche presentate per ricostruire abitazioni e imprese per un totale di 1,9 miliardi di euro, di cui 960 milioni registrati dalla piattaforma Mude (5312 abitazione) e 934 milioni registrati da Sfinge (1.033 imprese).
Ben 110 enti pubblici coinvolti attuatori degli interventi, 1.200 i professionisti (registrati da Mude con ruolo di progettista architettonico) che salgono a 2.400 se si considerano tutti quelli che a vario titolo intervengono nella costruzione, nonché 1600 imprese esecutrici di lavori (il numero indica solamente le capofila e non le subappaltatrici). Rispetto agli anni di attività ordinaria le pratiche edilizie nei Comuni sono più che raddoppiate. L'esame delle pratiche Mude richiede un impegnativo supplemento di istruttorie: gli stessi uffici tecnici, oltre all'ordinarietà, curano le opere provvisionali e le opere pubbliche.
Inoltre, 23 milioni di euro sono serviti per la rimozione di 595 mila tonnellate di macerie,con l'apertura di 1.764 cantieri, di cui oggi 1.562 già chiusi.
Gli strumenti di sostegno
A oggi le famiglie che percepiscono un sostegno, trovandosi in soluzioni provvisorie, sono complessivamente 5.831 (le cui abitazioni per l'80% con danno E, che prevede una riparazione più complessa e con tempistiche lunghe): il 30% di quelle inizialmente coinvolte.
Il Contributo di autonoma sistemazione (Cas) è stato messo a disposizione di coloro che, in attesa della propria abitazione, hanno preferito trovare un'autonoma soluzione abitativa. É stato scelto dall'80% delle famiglie. Da 15.000 famiglie iniziali quella che lo utilizzano oggi sono 4.691 (l'85% delle quali ha un'abitazione con danno E), corrispondenti a 11.900 persone, il 30% degli assistiti iniziali.
Alloggi in affitto. La misura prevede che il canone di locazione sia a carico dei fondi per la ricostruzione gestiti dal Commissario. Dalle 550 le famiglie iniziali, ora sono 320 (l'80% con danno E) con un calo di oltre il 40% quelle che ne usufruiscono.
Modulo abitativo prefabbricato (Map). E' stato destinato a tutti coloro che non ritenevano di trovarsi nelle condizioni per affrontare il mercato dell'affitto o per organizzarsi autonomamente. Ne sono stati realizzati 977, allestiti nei comuni più danneggiati, soprattutto nel modenese, assegnati alle famiglie tra dicembre 2012 e gennaio 2013. A oggi dei 220 rurali ne risultano occupati 200, ospitano 600 persone tra agricoltori e dipendenti che necessitavano di restare in loco per esigenze produttive. Mentre dei 757 moduli abitativi prefabbricati urbani ne risultano occupati 620, per un totale di circa 2.000 persone. Di questi, 100 nuclei familiari hanno un'abitazione con un danno B e si prevede l'uscita entro il 2014 mentre per altre 300 famiglie, con situazioni più complesse, si prevede che lasceranno la sistemazione entro il 2015. Per i nuclei senza percorso certo di rientro le azioni messe in campo prevedono la sistemazione derivante dal ripristino degli alloggi pubblici Acer (programma di intervento di 40 milioni di euro), l'acquisto di nuovi alloggi pubblici (170-180 per cui sono disponibili 25 milioni euro di fondi regionali per i 17 comuni più colpiti), mentre i nuclei che già prima del sisma alloggiavano in situazioni precarie o irregolari entreranno in un percorso sociale, gestito dai comuni, con risorse extra terremoto.
Edifici e imprese
Abitazioni. Delle 5.312 domande di contributo in iter (edifici, comprensivi di abitazioni e locali a uso produttivo e commerciale), 2.986 sono le Ordinanze di pagamento per 440 milioni di euro di contributi concessi.
Le prenotazioni per accedere al contributo sono 7.305. Le domande e le prenotazioni (12.617 edifici) rappresentano il 90% dei danneggiati: i cantieri a oggi ultimati sono 1.572 (oltre il 50% delle domande finanziate).
Il costo medio per pratica/edificio risulta di 60 mila euro per i B e C; 235 mila euro per gli E0 (meno gravi); 438 mila euro per gli E1, E2, E3 (le più gravi). L'entità dei contributi concessi aumenta con la complessità degli interventi.
Imprese. Delle 1.033 domande di contributo presentate (immobili, beni strumentali, scorte e delocalizzazione), sono 512 i Decreti di concessione per 342 milioni di euro. Le prenotazioni per accedere al contributo sono 3.998. Le domande e le prenotazioni (5.031 imprese) raggiungono quota 8.016 unità se si considerano anche 2.985 immobili a uso produttivo e commerciale, registrati dalla piattaforma Mude in quanto inseriti in edifici.
Il costo medio per pratica risulta per l'industria di 1 milione e 121 mila euro, per l'agricoltura di 589mila euro e per il commercio di 388 mila euro.
Gli interventi di ricostruzione si sono concentrati per oltre il 60% nei comuni modenesi di Concordia, Cavezzo, Finale Emilia, Mirandola, Medolla, Novi e San Felice sul Panaro. La maggior parte riguarda gli immobili (circa il 76%) del totale, a seguire i progetti per il ripristino dei beni strumentali (13%), la ricostituzione delle scorte (7%) e la delocalizzazione temporanea (4%). Si tratta prevalentemente di imprese di piccole e medie dimensioni (67%). La maggior parte dei progetti non oltrepassa i 500.000 euro di contributo (79%), mentre 8 superano la soglia dei 10 milioni, che da soli rappresentano oltre il 50% dei contributi concessi. Vi è una netta prevalenza della meccanica, seguita dal settore agricolo e immobiliare. Quasi tutte le imprese sono riuscite a non interrompere completamente l'attività produttiva, attraverso soluzioni temporanee di delocalizzazione o distribuzione delle commesse alla propria rete di imprese collegate o in collaborazione, attenuando così l'impatto in ambito occupazionale.
Sviluppo del tessuto produttivo
Investimenti per lo sviluppo delle imprese. Oltre ai contributi per la ricostruzione delle imprese sono state previste numerose forme di sostegno, tra cui gli aiuti per gli investimenti in ricerca e sviluppo e i contributi con fondi Inail, a favore delle imprese con carenze strutturali nei capannoni e per le quali fosse necessario aumentare la sicurezza. Per il sostegno agli investimenti produttivi, con il ricorso alle risorse del Fesr sono state raccolte 1.297 domande, per un contributo richiesto pari a 134 milioni di euro. Ne sono state finanziate 950 per un totale di 92 milioni.
La dotazione messa a disposizione dall'Inail è di 74 milioni di euro: a oggi, a fronte di 775 domande presentate, per un valore complessivo di 29 milioni di euro, sono state assegnate risorse per 19 milioni.
Aziende agricole. Per garantire una rapida ripresa del sistema agricolo e agro-industriale, caratterizzato da industrie alimentari e imprese agricole specializzate nella produzione di Dop e Igp, la Regione ha attivato numerosi interventi destinati al finanziamento della ricostruzione di immobili, impianti e macchinari. Sono pervenute 1.357 prenotazioni, localizzate principalmente a Mirandola, Finale Emilia, San Prospero, San Felice sul Panaro, Novi di Modena, Medolla, Concordia sulla Secchia, Cento, Bomporto, Carpi e Poggio Renatico.
Agricoltura. Con le risorse rese disponibili dal fondo di solidarietà Feasr (Fondi europei agricoli per lo sviluppo rurale) complessivamente sono state finanziate 1.688 domande per un ammontare di 122 milioni di euro. Misure per l'ammodernamento delle aziende agricole: ammesse 695 domande, per un ammontare dei contributi di circa 44 milioni di euro e l'attivazione di quasi 119 milioni di investimenti; aumento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e della loro trasformazione e commercializzazione: ammesse 39 domande per quasi 19 milioni di contributi, con un volume di investimenti che sfiora i 59 milioni di euro; ripristino del potenziale produttivo danneggiato: 524 domande ammesse, per un contributo di 38 milioni e oltre 47 milioni di investimenti previsti; prevenzione e miglioramento sismico: destinati oltre 21 milioni di euro di contributi.
Ricostruzione pubblica
Finanziati e realizzati circa 2.000 interventi (per oltre 200 milioni di euro) di opere provvisionali e di somma urgenza per riaprire le "zone rosse", mettere in sicurezza chiese e monumenti, opere idrauliche, ripristinare la viabilità, facilitare il rientro di coloro che avevano le abitazioni con rischio esterno.
Costruite 12 sedi di municipi temporanei per la continuità dei servizi pubblici. A maggio 2012 erano inagibili: 570 scuole (70mila studenti coinvolti): in pochi mesi sono state riparate le scuole in B e C e costruiti 30 edifici scolastici temporanei (Est), 32 prefabbricati modulari scolastici (Pms) e 26 palestre scolastiche.
Il "Programma per le opere pubbliche, beni culturali e edilizia scolastica" prevede ben 1.540 interventi per 1 miliardo e 354 milioni di euro. Il Piano operativo 2013-2014 stanzia 537 milioni di euro per 664 interventi di cui: 179 interventi per opere pubbliche per 131 milioni di euro; 363 interventi per beni culturali, 288 milioni; 122 interventi per scuole e Università per 123 milioni.
Sono stati realizzati, dopo le scosse, interventi di ripristino in ospedali e strutture socio sanitarie per un totale di 156 milioni.
Predisposte misure per sostenere la rinascita dei centri storici, che si aggiungono a quelle già emanate, in particolare attraverso le Umi, i Piani urbanistici della ricostruzione e i Piani per il ripristino degli edifici pubblici e dei beni culturali.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
I circa cento ragazzi della scuola primaria Bottego e delle secondarie D'Acquisto, Don Cavalli, Fra' Salimbene, Ferrari, Toscanini, Puccini e Verdi hanno presentato oggi i loro lavori presso l'Auditorium del Palazzo del Governatore -
Parma, 16 maggio 2014 -
Come capita spesso quando si dà loro la parola, la lezione stavolta l'hanno fatta loro, i ragazzi. Gli studenti di sette Istituti comprensivi di Parma riuniti questa mattina nell'Auditorium del Palazzo del Governatore della città ducale per l'atto finale di conCittadini, il progetto sulla partecipazione voluto dall'Assemblea legislativa regionale che in tutta l'Emilia-Romagna ha coinvolto oltre 26 mila giovani e che a Parma quest'anno è stato dedicato al tema della legalità.
I circa cento ragazzi della scuola primaria Bottego e delle secondarie D'Acquisto, Don Cavalli, Fra' Salimbene, Ferrari, Toscanini, Puccini e Verdi hanno presentato oggi i loro lavori (canzoni, testi, foto e immagini correlati a pensieri e riflessioni, citazioni, ricerche), fino a quando gli studenti che avevano curato una rassegna multimediale su figure femminili protagoniste della storia contemporanea e dell'attualità hanno chiuso la loro carrellata con l'omaggio alle ragazze rapite in una scuola del nord della Nigeria lo scorso 14 aprile dagli estremisti islamici di Boko Haram, rinnovando l'appello per la loro liberazione: #BringBackourGirls (ridateci indietro le nostre ragazze), slogan di una campagna ormai planetaria.
Con i ragazzi, all'Auditorium del Palazzo del Governatore c'erano i loro docenti, i dirigenti scolastici, la vicesindaco di Parma, Nicoletta Paci, la presidente dell'Assemblea legislativa, Palma Costi, Alessia Frangipane, rappresentante di Libera Parma, e Francesca Bommarito, sorella dell'appuntato dei carabinieri Giuseppe Bommarito, morto in un attentato di mafia il 13 giugno 1983: la signora Francesca gira l'Italia, invitata nelle scuole e nelle associazioni, per raccontare la storia del fratello, promuovere la legalità e la lotta contro tutte le mafie (e per questo è nata di recente l'Associazione 'Giuseppe Bommarito').
"Insisto col dire che le istituzioni devono andare nei territori- ha affermato Palma Costi nel suo intervento- per toccare con mano iniziative come quella di oggi. Merito degli studenti, bravissimi, degli insegnanti e dei dirigenti scolastici, così come del Comune e delle istituzioni: l'Assemblea legislativa crede in progetti come 'conCittadini', da portare avanti proprio insieme ai territori. Fate parte di una comunità di 26 mila ragazzi- ha poi detto rivolta ai giovani in sala- che lavora alla costruzione di una cultura della legalità, della memoria e dei diritti. Questa mattina avete fatto venir fuori una parola chiave: scelta. E scegliere ogni giorno, nelle grandi e nelle piccole decisioni, di stare dalla parte delle regole e del rispetto degli altri è fondamentale, prendendo anche esempio da chi, pur sapendo di essere minacciato, ha fatto la scelta della legalità e dei diritti, spesso rimettendoci la vita".
Per l'anno scolastico in corso, la rete delle sette scuole parmigiane, insieme al Comune di Parma, in totale ha coinvolto nel progetto conCittadini per la legalità 500 alunni e 20 insegnanti. Grande la ricchezza progettuale: incontri a tema con rappresentanti di istituzioni e associazioni, letture di testi completate da incontri con gli autori, giochi linguistici e tanto altro, attività tutte legate dall'unico filo conduttore della legalità. Gli alunni si sono potuti confrontare anche con esperti e rappresentanti della Polizia postale e dei Carabinieri sull'utilizzo del web e su comportamenti come vandalismo e bullismo, hanno assistito alla proiezione del film "Vado a scuola" di Pascal Plisson, che narra la difficile quotidianità che alcuni bambini in diverse parti del mondo devono affrontare tutti i giorni per recarsi a scuola. E poi la scuola raccontata come risorsa educativa e relazionale importante per tutti, i bambini e i loro genitori ma anche per gli adulti che scontano la loro pena all'interno delle Carceri di Parma: di questo hanno parlato con una docente della scuola della Casa Circondariale di Parma, realtà così particolare in cui la scuola assume un ruolo di simbolo di possibile riscatto.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Interventi urgenti nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara e Ravenna -
Parma, 15 maggio 2014 -
A seguito dei gravi fenomeni di dissesto causati dagli eventi atmosferici che hanno interessato negli ultimi mesi diverse opere pubbliche di bonifica in Emilia-Romagna l'assessore regionale all'Agricoltura Tiberio Rabboni ha disposto finanziamenti per interventi nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara e Ravenna per un importo complessivo di 310.000 euro.
I fondi saranno impiegati per ripristinare la funzionalità delle opere pubbliche di bonifica danneggiate ed eliminare al più presto le situazioni di pericolo per infrastrutture pubbliche, centri abitati e attività economiche.
In provincia di Piacenza si è provveduto al ripristino della transitabilità sulla strada pubblica "Mezzano Scotti - Crocetta - Cicogni" (35.000 euro) in comune di Bobbio.
In provincia di Parma si interviene per garantire la transitabilità sulle strade pubbliche "Graiana Chiesa - Graiana Castello" (40.000 euro) in comune di Corniglio, "Pianazzo - Grondana" (20.000 euro) in comune di Tornolo e "Molino Monti – Volpi in comune di Bardi (15.000 euro).
In provincia di Reggio Emilia è stato finanziato il consolidamento delle opere di bonifica montana a presidio della viabilità pubblica in località Monte della Guardia in comune di Viano (25.000 euro).
In provincia di Modena sarà messa in sicurezza la strada pubblica Via Case Maioncelli in località Borra in comune di Lama Mocogno (40.000 euro) e si consolideranno le sponde del Canale Fossetta di Gruppo in comune di Carpi danneggiate da franamenti (35.000 euro).
In provincia di Ferrara si provvederà alla ripresa del franamento di sponda destra del Canale Collettore Burana per ripristinare la viabilità sull'adiacente strada comunale per Burana in comune di Bondeno (80.000 euro).
In provincia di Ravenna è stata ripristinata la botte a sifone sullo Scolo consorziale Marocchia sottopassante il Canale dei Mulini di Lugo in fregio alla strada comunale San Biagio, in comune di Fusignano (20.000 euro).
In questi giorni è in corso la stima dei danni dovuti agli eventi delle ultime settimane.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Online sulle pagine web della Regione una sezione dedicata alle elezioni 2014. In lizza 159 candidati, di 12 liste, per aggiudicarsi uno dei 14 seggi a Strasburgo assegnati alla Circoscrizione Nord-Est -
Parma, 15 maggio 2014 -
Domenica 25 maggio, oltre al rinnovo delle amministrazioni comunali, si voterà per eleggere il nuovo Parlamento europeo. Circa 3,5 milioni di elettori emiliano-romagnoli - di tutti i 340 Comuni della Regione - sono chiamati alle urne.
Sul sito http://elezioni.regione.emilia-romagna.it – realizzato in collaborazione tra Giunta regionale e Assemblea legislativa - un'apposita sezione dedicata al voto che proporrà news, curiosità e aggiornamenti: disponibile il collegamento con la banca dati elettorale (Bde) dell'Assemblea legislativa, contenente i risultati delle precedenti elezioni europee.
I seggi sono aperti nella sola giornata di domenica dalle ore 7 alle ore 23: gli elettori devono presentarsi ai seggi con un documento valido e la tessera elettorale.
Lo scrutinio avverrà immediatamente al termine delle operazioni di voto: i risultati, anche per gli Stati che hanno votato in giorni precedenti, saranno resi noti a partire dalla tarda serata di domenica 25 maggio.
L'Emilia-Romagna è "inserita" nella Circoscrizione Nord-Est (comprendente anche il Veneto, il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia) che concorrerà alla elezione di 14 eurodeputati sui complessivi 73 assegnati all'Italia (sono 96 quelli eletti dalla Germania, 74 dalla Francia e 73 anche per il Regno Unito).
Il Parlamento europeo è l'unico organo dell'Unione europea eletto direttamente dai cittadini. Infatti le elezioni che si terranno in Europa dal 22-25 maggio 2014 (a seconda della data scelta dal Paese) serviranno ad eleggere i 751 deputati al Parlamento europeo, rappresentanti degli oltre 500 milioni di persone che vivono nei 28 Stati membri dell'Unione europea.
I candidati
Per la circoscrizione Nord-Est, di cui fa parte l'Emilia-Romagna, concorrono 12 liste mentre l'elettore può scegliere tra 159 candidati per assegnare le 3 preferenze a disposizione: le donne in corsa sono in tutto 60, pari al 37,7% del totale.
L'età media dei candidati è di 49 anni: 47 per le donne e 50 per gli uomini. Il 26,3% dei 159 candidati della circoscrizione Nord-Est proviene dall'Emilia-Romagna: 13 dalla provincia di Bologna, 7 dalla provincia di Forlì - Cesena, 6 dalla provincia di Reggio Emilia, 5 dalle provincie di Parma e Ferrara, 3 da quella di Modena, 1 dalle provincie di Piacenza, Ravenna e Rimini. Quindi la maggior parte dei candidati (47,8%) è nato nelle altre regioni della circoscrizione Nord-Est (Trentino Alto - Adige, Friuli Venezia - Giulia e Veneto.
Come si vota
Il voto di lista si esprime tracciando sulla scheda - in Emilia-Romagna è di color marrone, con la matita copiativa, un segno sul contrassegno corrispondente alla lista prescelta. Ogni elettore può inoltre esprimere, al massimo tre voti di preferenza (l'eventuale terza preferenza deve essere di "genere" diverso rispetto alle altre due, pena l'annullamento della stessa), scrivendo nelle apposite righe, tracciate a fianco e nel rettangolo contenente il contrassegno della lista votata, il nome e cognome o solo il cognome dei candidati preferiti, compresi nella lista medesima. Non si possono esprimere voti di preferenza con indicazioni numeriche.
Ogni Paese utilizza un proprio sistema elettorale: solo la metà di Stati, come l'Italia, prevede una soglia di sbarramento per l'accesso delle liste alla ripartizione dei seggi.
L'età per esercitare l'elettorato passivo (candidarsi), in Italia, è di 25 anni (è di 18 anni in 15 Paesi, a 21 in 9 Stati, a 23 anni solo in Romania e 25 anche in Grecia e a Cipro), mentre quella per l'elettorato attivo (poter votare) è uguale a tutti gli altri Stati ed è di 18 anni.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Corecom, restituiti 2,3 milioni di euro a cittadini e imprese (10% degli indennizzi nazionali). Istanze per Provincia: prima Bologna, ultima Piacenza -
Parma, 15 maggio 2014 -
Ammonta a oltre 2,3 milioni di euro l'importo complessivo degli indennizzi a cittadini e imprese dell'Emilia-Romagna riconosciuti da compagnie telefoniche e di telecomunicazione grazie all'attività di conciliazione svolta nel 2013 dal Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom). Un dato rilevante, soprattutto se si pensa che rappresenta poco meno del 10% dell'importo totale restituito a livello nazionale in seguito alla conciliazione di controversie tra utenti e aziende fornitrici di servizi di Tlc portate a buon fine da tutti i Corecom delle Regioni italiane, attività che ha visto l'anno passato circa 24,7 milioni di euro riconosciuti dagli operatori telefonici a utenti che avevano lamentato disservizi.
È quanto emerge dai dati sull'attività di conciliazione svolta dal Corecom dell'Emilia-Romagna nel 2013. Un'attività delegata dall'Autorità garante per le comunicazioni (Agcom) a partire dal 2005 e cresciuta progressivamente fino ad arrivare alle 4.757 domande pervenute nel 2013 (con un incremento del 2,85% rispetto al 2012) e risultate ammissibili in più del 96% dei casi. Sempre in merito all'anno scorso, l'operatore cui far risalire il maggior numero di richieste di conciliazione è stato Vodafone Omnitel Bv con 989 istanze di utenti (20,79%), a seguire Telecom con 915 richieste di conciliazione (19,23%) e Fastweb (599 richieste, 12,59%).
I 2,3 milioni di euro di indennizzi a cittadini e imprese del 2013 sono inferiori ai 2,9 milioni del 2012 e superiori agli 1,9 milioni del 2011, ma l'obiettivo è arrivare, anche attraverso l'attività di conciliazione, a stimolare comportamenti virtuosi nel comparto delle Tlc, capaci di ridurre il contenzioso. Quanto al Corecom, il bilancio di previsione 2013 dell'Assemblea legislativa ha assegnato al Comitato 459 mila euro per le attività previste, di cui poco più di 182 mila garantiti da Agcom. Con il personale e le spese fisse, il costo complessivo del Comitato arriva al milione di euro.
Il servizio per la conciliazione fornito dal Corecom è completamente gratuito e consente in tempi piuttosto rapidi di risolvere casi di disservizio comuni e in aumento, vista la continua crescita delle offerte tariffarie e la sempre maggiore diffusione dell'uso di cellulari, smartphone, tablet e pay tv. Basti pensare che nel 2008 le richieste di conciliazione erano 2.970.
Si accede al servizio dal sito del Comitato: www.assemblea.emr.it/corecom. E' disponibile anche un numero verde: 800967701.
I procedimenti di conciliazione conclusi nel 2013 dal Corecom Emilia-Romagna sono stati 4.805, oltre la metà dei quali chiusi con un accordo (il 55,46%, pari a 2.665 casi). Nei restanti, si sono invece registrati accordi parziali (2,64%; 127 pratiche), estinzione del contendere (13,94%; 670 casi), mancata adesione del gestore (11,55%; 555 casi), mancato accordo (11,05%; 531 casi), mancata comparizione di una entrambe o le parti (meno del 2%).
E se tra le 2.792 conciliazioni concluse con accordo totale o parziale - e che hanno dato seguito a indennizzi agli utenti per oltre 2 milioni e 366 mila euro - l'importo medio a favore dell'utente è stato di circa 400 euro, la cifra più alta ha raggiunto i 20 mila euro.
Non mancano poi i casi, sia pur in misura minore, di 'restituzione' agli operatori, per un totale di 308 mila e 344 euro, corrispondenti a una cifra media di circa 110 euro e un importo massimo raggiunto di 32 mila euro.
Guardando proprio agli operatori chiamati in causa nei procedimenti di conciliazione davanti al Corecom, vanno ricondotti a Telecom 681 accordi chiusi per un totale di 777.339 euro indennizzati agli utenti (tra rimborsi e storni), a Vodafone 496 accordi per 482.469 euro restituiti, a Fastweb 419 accordi per 211.870 euro,a Wind 209 accordi per 165.652 euro restituiti.
Tra i differenti motivi alla base delle controversie, in prima posizione si trovano le presunte errate fatturazioni con 1.781 richieste di conciliazione (37,44%), seguono i malfunzionamenti e i disservizi con 674 richieste (14,17%), la mancata portabilità della numerazione della linea fissa con 506 istanze (10,64%) e, al quarto posto, i problemi di recesso con 466 richieste (9,8%) e di poca trasparenza (ad esempio, mancata chiarezza delle clausole contrattuali) con 321 richieste (6,75%). Percentuali minori riguardano poi casi di disattivazione del servizio (5,76%), sospensioni e interruzioni amministrative (5,76%), attivazioni (3,13%), ritardi (2,38%) e, a seguire, portabilità della linea mobile (1,85%) e altre casistiche residuali.
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale delle istanze pervenute, anche nel 2013 è Bologna il territorio provinciale con la percentuale più elevata con 1.716 istanze (36,06%), seguono la provincia di Forlì-Cesena con 657 richieste (13,81%), Modena con 520 richieste (10,93%), Ravenna con 462 richieste (9,71%), Rimini con 299 istanze (6,28%), Ferrara con 297 richieste (6,24%) e Reggio Emilia con 289 (6,07%). Piacenza, con l'1,89% (90 istanze), registra la percentuale più bassa e anche la maggiore diminuzione rispetto all'anno precedente (era del 3,63% nel 2012).
Sono due, al momento, gli accordi per il servizio di conciliazione a distanza, con il Comune di Rimini e con quello di Cesena.
Per quel che riguarda la classificazione delle istanze per tipologia di rete, quelle che riguardano linee fisse (61,23%) sono in calo rispetto all'anno precedente (circa 6 punti percentuali) mentre aumentano le controversie che riguardano la linea mobile, che dal 28,14% del 2012 salgono al 33,87%. In leggera flessione (meno dell'1%) anche le istanze che riguardano la pay tv che dal 4,15% del 2012 passano al 3,70%.
La relazione sull'attività 2013 del Corecom è disponibile al link:
http://www.assemblea.emr.it/corecom/attivita/programmi-risorse/relazioni-consuntive/relazione-consuntiva-2013/at_download/file/Relazione%20consuntiva%202013.pdf
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Alfredo Peri risponde al consigliere Defranceschi: "A volte si parla di ciò che non si conosce, occorre verificare i numeri" -
Parma, 15 maggio 2014 –
"Le questioni sollevate da Defranceschi, oltre ad essere strumentali, sono vecchie. I Comuni seguono quotidianamente la vita di coloro che abitano nelle strutture provvisorie e ne conoscono le esigenze meglio di chiunque altro". Così l'assessore regionale alle Infrastrutture Alfredo Peri ha risposto alle accuse del consigliere Defranceschi in merito a sicurezza, bollette e gestione dei 620 moduli abitativi provvisori (Map) ancora in funzione.
"Bisogna conoscere i numeri e i problemi di cui si parla", precisa Peri.
I MAP
I Map ancora utilizzati sono 620 (e non 1600 come riferito) sui 977 inizialmente istallati, compresi 220 rurali. I moduli sono coibentati, ma è evidente che l'inerzia termica di un modulo provvisorio prefabbricato non potrà mai raggiungere quella di un edificio normale. La Regione ha puntato al migliore risultato possibile nei necessari tempi stretti, chiedendo in molti casi alle ditte di apportare miglioramenti specifici proprio sul tema della coibentazione.
GLI ASSEGNATARI
Sul tema delle verifiche sulla regolarità e sul mantenimento dei requisiti degli assegnatari, dai controlli dei Comuni è emerso che una cinquantina di nuclei, per diverse ragioni, presenta irregolarità. "Ora si dovrà procedere alle necessarie regolarizzazioni – spiega Peri - Non è accettabile che qualcuno abbia accesso a risorse destinate al sisma senza averne i requisiti".
LE BOLLETTE
"Nessun accordo 'segreto' con Enel sulle bollette per nascondere l'andamento dei consumi e dei costi energetici", smentisce l'assessore.
I costi dei consumi sono direttamente collegati all'utilizzo dell'energia all'interno dei Map, dove – per ragioni di sicurezza – tutto funziona a elettricità: illuminazione, riscaldamento e raffreddamento, uso cucina e acqua sanitaria. Le oscillazioni molto alte tra diverse bollette mostrano che ci possono essere usi morigerati e usi poco controllati dell'energia. A fronte della riemissione delle fatture (dopo il ricalcolo delle bollette seguito all'accordo con l'Autorità) e dell'intervento dei servizi sociali, attualmente non ci sono né distacchi di corrente né "morosi". Quello dell'energia elettrica, infine, è l'unico costo a carico delle persone assistite nei Map.
LE INFORMAZIONI AI CITTADINI
Un'informazione puntuale e precisa relativamente alle diverse modalità di assistenza della popolazione terremotata è stata fatta, sin dall'inizio, dal Commissario nei confronti dei Comuni, e dai Comuni, a loro volta, nei confronti dei cittadini. Sono state spiegate modalità e condizioni sulle varie soluzioni: affitto, Cas e Map. In particolare, poiché l'intento – condiviso da tutti – era realizzare il minor numero di Map, si è sollecitato chi aveva bisogno di assistenza a scegliere gli affitti e i Cas, evidenziando sin dall'inizio eventuali problemi legati alla scelta dei Moduli provvisori.
I COSTI PER LA GESTIONE DEI MAP E IL COLLAUDO
A carico dei Comuni non si creerà alcun costo aggiuntivo per la gestione dei Map: il contratto con cui sono stati realizzati prevede la fornitura e la disponibilità per almeno 6 anni, con l'introduzione di un meccanismo di buy-back a favore del Commissario. Già al termine dei primi 24 mesi, nel caso in cui i moduli non siano più utilizzati, c'è l'obbligo per le imprese fornitrici di smontarli e riprenderli, con un risparmio per la gestione commissariale del 20% a partire dal secondo anno. I costi calano, quindi, mano a mano che i Map vengono smontati. In tutti i Map è stata fatta la verifica tecnico-funzionale degli impianti per controllarne la sicurezza e l'efficacia; per questi moduli non è previsto il collaudo statico, in quanto si tratta di strutture appoggiate al suolo. Per tutte le opere infrastrutturali sono in corso i collaudi tecnico-amministrativi, che però nulla hanno a che fare con la sicurezza di chi li abita.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
La presidente dell'Assemblea legislativa regionale, Palma Costi: "Favoriamo lo sviluppo e promuoviamo le nostre eccelenze" -
Parma, 14 maggio 2014 -
“Rafforzare la riconoscibilità, la reputazione e l’apprezzamento delle produzioni italiane di settore in Messico” e “favorire lo sviluppo di nuove opportunità di business per le imprese”: questi gli obiettivi, i risultati attesi, invece, sono “accrescere l’immagine di qualità del Made in Italy”, “favorire l’internazionalizzazione della filiera attraverso lo sviluppo e il rafforzamento dei contatti con operatori di settore” e “avviare e potenziare un centro servizi collettivo post vendita per i macchinari italiani”.
La presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Palma Costi, in rappresentanza della Regione Emilia-Romagna, ha presentato così “Mecamex”, il progetto interregionale per la diffusione della meccanica italiana in Messico che l’Emilia-Romagna ha promosso insieme a Piemonte, Veneto, ministero dello Sviluppo economico e Italian trade agency, in un convegno ieri nella Terza Torre di viale Aldo Moro, a Bologna.
“Il sostegno all’export e ai processi di internazionalizzazione dell’Emilia-Romagna quale attività regionale strategica e prioritaria, assieme al sostegno dei processi di innovazione, ci ha portato a definire recentemente due nuovi atti fondamentali di programmazione- spiega la presidente nel suo intervento-, il primo è la strategia detta S3, cioè Smart specialization strategy, e poggia sul ruolo cruciale della meccanica, che assieme ad agro-industria, abitare e costruire è alla base degli investimenti dei prossimi anni per oltre 500 milioni di euro grazie al cofinanziamento comunitario; il secondo è la nuova legge regionale per favorire l’attrazione degli investimenti internazionali e supportare i processi di internazionalizzazione attiva del nostro sistema produttivo, tecnologico, formativo e socio-sanitario”.
Al convegno ha partecipato anche Miguel Ruiz-Cabanas Izquierdo, l’ambasciatore messicano in Italia: “Il Messico è un paese importante e prossimo a profonde riforme strutturali, noi e l’Italia, e in particolare l’Emilia-Romagna, possiamo essere soci naturali, perché le nostre economie sono complementari- sostiene il diplomatico-, noi non chiediamo alle imprese di questi territori di abbandonarli con la delocalizzazione ma semmai di aprire una ulteriore opportunità produttiva e di internazionalizzazione in un paese che crede nelle piccole e medie imprese straniere, tanto da aver preparato per loro un apposito fondo da 500 milioni di euro”.
Il convegno è stata l’occasione per discutere non solo di meccanica ma anche di altre eccellenze regionali: la presidente Costi ha infatti proposto all’ambasciatore di “organizzare insieme la partecipazione a Expo”, dal momento che “l’Emilia-Romagna è luogo di eccellenza mondiale sul cibo, sul packaging e sull’impiantistica alimentare e la catena del freddo”. L’idea della Regione è quindi quella “un accordo strategico di collaborazione triennale centrato sulla co-organizzazione del World food forum, la realizzazione di incontri diretti fra imprese, centri di ricerca e università e visite alle principali realtà di eccellenza della regione”.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
210 milioni di euro per il territorio della provincia di Modena colpito dalle inondazioni lo scorso gennaio. La soddisfazione del presidente Errani -
Modena, 13 maggio 2014 –
“Un fatto importante, che riconosce le giuste ragione di un territorio già profondamente ferito dal terremoto del 2012. Cominceremo subito insieme ai sindaci interessati a lavorare per dare a cittadini e imprese le risposte necessarie”.
Così, esprimendo soddisfazione per il risultato ottenuto, il presidente della Regione Emilia-Romagna e commissario per la Ricostruzione, Vasco Errani, ha commentato l’entrata in vigore, con la firma del presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, del decreto-legge che stanzia 210 milioni in favore delle popolazioni colpite dagli eventi alluvionali tra il 17 e il 19 gennaio scorsi nel territorio della provincia di Modena. I fondi, per gli anni 2014 e 2015, sono destinati a contributi per danni ma anche a urgenti interventi connessi alla messa in sicurezza idraulica e per il ripristino di opere pubbliche.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)