Rete Imprese: "Circa 1800 le aziende colpite. Capire le cause. Serve un piano di prevenzione territoriale" -
Modena, 20 gennaio 2014 -
"Vicinanza e solidarietà ai comuni, alle popolazioni e alle imprese modenesi, colpite dall'alluvione che ha messo in ginocchio parte della provincia di Modena", dichiara Rete Imprese Italia. Che aggiunge: "Seguiamo con grande preoccupazione l'evolversi della situazione. Chiediamo che oltre ad affrontare l'emergenza creatasi si provveda anche a fornire il sostegno necessario ed indispensabile a tutte le attività imprenditoriali danneggiate delle zone alluvionate".
Valutando ancora impossibile, pensare di tracciare una prima stima dei danneggiamenti, rileva Rete Imprese Italia, l'unica certezza che si profila per le imprese d'ogni ambito è che, anche in questo caso, si tratterà di milioni e milioni di euro di danni ad attrezzature, strutture di produzione, fabbricati, oltre al fermo produttivo di giorni. Dal commercio, ai servizi, dal manifatturiero, all'edilizia, fino all'agricoltura, si stima siamo circa 1800 le aziende colpite, per circa 5200 addetti.
"Questa situazione le cui conseguenze sono destinate ad abbattersi sull'intera provincia – aggiunge Rete Imprese – pone con forza il problema della manutenzione del territorio, finalizzato alla prevenzione di simili disastri. Nel caso specifico della falla originatasi nell'argine del fiume Secchia, il nostro auspicio è che, una volta superato l'attuale stato di emergenza, le autorità competenti facciano chiarezza riguardo le cause. Perché, a fronte di una piena significativa, ma non eccezionale, diventa importante capire se quanto accaduto è il frutto di negligenze o inadempienze oppure altro. Questo, pensiamo sia doveroso, nei confronti dei cittadini e delle imprese colpite. È imprescindibile e concludiamo, anche e soprattutto di fronte ad episodi del genere generati da eventi climatici che ormai non sono più l'eccezione, ben sì la regola, non pensare di progettare ed attuare un tipo di prevenzione territoriale da applicare, data la conformità del territorio, modenese sia in montagna che in pianura".
(Fonte: ufficio stampa RETE Imprese Italia)
L'appello dell'Associazione ai Comuni per l'applicazione della Legge regionale come atto di civiltà per sistemare piccole anomalie -
Reggio Emilia, 17 gennaio 2014 -
Applicare la diffida amministrativa prevista dalla Legge Regionale del 24.05.2013, una nuova disciplina che in caso di infrazione di pubblici esercizi, commercianti e artigiani prevede un avvertimento prima di passare alla vera e propria sanzione. È questo l'appello di CNA alle amministrazioni comunali di Reggio Emilia e provincia.
"In questi giorni - spiega la Presidente provinciale CNA Commercio Annarella Ferretti – stanno arrivando diverse segnalazioni dai nostri Associati interessati da accertamenti e verbali per piccole violazioni durante le festività e i saldi. Questo ci spinge a sollecitare tutte le amministrazioni comunali della provincia a seguire l'esempio del Comune di Quattro Castella che ha avviato una 'piccola rivoluzione' applicando già dallo scorso anno le novità della legge regionale di maggio 2013.
In pratica, la norma in oggetto dà la possibilità ai Comuni di emettere una diffida, con la quale si ordina all'attività commerciale di mettersi in regola entro un determinato periodo di tempo, prima di passare alla sanzione vera e propria".
La diffida è valida una sola volta per lo stesso tipo di irregolarità e si applica per lo più per sanzioni amministrative come ad esempio l'esposizione della cartellonistica, le fioriere e occupazione suolo pubblico, comunicazione di orari o apertura, non per casi di attività svolte senza autorizzazione, licenza, concessione, permesso o nulla osta. La diffida, inoltre, non sarà applicabile alle violazioni delle normative che regolamentano l'abuso di alcolici e la gestione delle slot machines.
"E' importante – prosegue la Presidente di CNA Commercio - che tutti i Comuni della provincia applichino questa norma e la interpretino come una modalità di concreto ausilio per gli operatori, specialmente in questo momento di grave difficoltà. Spesso, infatti, si tratta per lo più di irregolarità dovute a dimenticanze o a un eccesso di burocrazia che a volte può non trovare piena attuazione in alcune disposizioni".
"La nostra Associazione ritiene che sia un atto di civiltà per aiutare le imprese a mettersi in regola senza essere immediatamente multate con sanzioni insostenibili – ha concluso la Ferretti - e una garanzia in più anche per i consumatori sull'effettivo adeguamento alle regole da parte degli esercenti. La Regione ha dato questo strumento importante: attiviamolo".
(Fonte: ufficio stampa CNA RE)
"La Casa dell' Economia ha trovato il punto di equilibrio utile a Reggio e alle sue imprese" -
Reggio Emilia, 17 gennaio 2014 -
Nota del presidente CNA, Nunzio Dallari -
Abbiamo sempre detto di voler stare sul merito. La nostra contrarietà non era su di Stefano Landi, persona stimatissima, ma sul metodo con cui si è arrivati alla sua candidatura. Avremmo preferito condividere un progetto insieme sin dall'inizio. Così non è andata, ma oggi esprimiamo grande soddisfazione perché la Casa dell'Economia ha trovato il punto di equilibrio utile a Reggio e alle sue imprese. Questo grazie alle proposte che CNA ha portato sul tavolo che sono state intelligentemente accolte dalle altre associazioni e inserite dal presidente Landi ad integrazione del suo programma.
In effetti, l'accordo sulle proposte CNA ha permesso di eleggere il presidente già oggi, il giorno prima dell'Assemblea delle Fiere di Reggio Emilia. Elezione che, senza il voto favorevole della delegazione CNA-Coldiretti, non avrebbe raggiunto il quorum dei due terzi necessari per l'elezione al primo turno, con un conseguente rinvio di almeno quindici giorni.
I temi che ritenevamo e riteniamo strategici per il futuro di Reggio Emilia e delle sue imprese su cui abbiamo ottenuto l'impegno delle altre associazioni riguardano un progetto di autoriforma dell'ente, il protagonismo della Camera di Commercio in quel ruolo di cerniera con le istituzioni territoriali per uno sviluppo solido e duraturo del nostro territorio; l'impegno massimo a valutare tutte le ipotesi progettuali di salvaguardia pubblica e valorizzazione delle aree delle Fiere.
Tutto è bene ciò che finisce bene, dice un detto. Oggi è una bella giornata per l'economia reggiana: la sua Casa ha ritrovato l'unità che ora si dovrà evidenziare in azioni concrete e veloci. Perché questa è la richiesta che viene dalle imprese.
(Fonte: ufficio stampa CNA RE)
Presenti gli organi dirigenti dell'Associazione imprenditoriale modenese il Sindaco della città dei Pico Maino Benatti e il presidente del Consiglio regionale Palma Costi -
Modena, 16 gennaio 2014 -
"C'è necessità di ricreare condizioni di fiducia, finalizzate all'avvio di una nuova fase di crescita. Per un tessuto economico che, malgrado sisma e crisi, non si è arreso, ha resistito riprendendo il lavoro tra infinite difficoltà. Snellimento delle pratiche burocratiche, ricostruzione, acceso al credito, una proroga seria al rifinanziamento dei mutui: servono segnali forti e concreti a tal senso. C'è tanto da fare, ostacoli e problemi non mancano, ma non ci tireremo indietro. Siamo stati al fianco delle imprese nei momenti peggiori, lo siamo oggi, lo saremo sempre". Un inciso di rilievo quello di Mauro Bega direttore sindacale di Confesercenti Area Nord a coronamento dell'inaugurazione della nuova sede dell'Associazione imprenditoriale a Mirandola. Con lui anche il sindaco della città dei Pico Maino Benatti, il presidente del Consiglio Regionale Palma Costi, Roberto Bernaroli e Andrea Ratti rispettivamente presidente Confesercenti Area Nord e membro del consiglio di presidenza di Confesercenti Modena.
La nuova sede - in via Agnini sempre presso il direzionale La favorita con l'ingresso ora al civico 94 - sostituisce di fatto quella sita nel medesimo stabile. Va ricordato comunque che l'attività dell'Associazione non si è mai arrestata se non per pochi giorni immediatamente dopo il sisma. Confesercenti infatti per non far mancare il proprio sostegno e vicinanza, data la gravità del momento agli associati, aveva provveduto ad attivare un apposito punto di riferimento in due casette mobili così da poter continuare ad offrire i propri servizi di consulenza.
Dopo il taglio del nastro e il saluto alle autorità il presidente Bernaroli ha voluto ringraziare i dipendenti Confesercenti per l'incessante impegno profuso nei mesi successivi al sisma. L'intervento di Mauro Bega ha offerto poi qualche spunto di riflessione su post-sisma e ricostruzione. "Rimane indelebile il ricordo di quei drammatici giorni. Come del resto la reazione di fronte alla catastrofe, mostrata da cittadini ed imprese. Reazione che ha contribuito tra mille difficoltà, prima a salvaguardare e quindi a rimettere in moto quella rete importante e fondamentale costituita da tante micro e piccole imprese del commercio, del turismo e dei servizi, parte dell'ossatura portante dell'economia locale. Confesercenti non ha fatto mancare il proprio sostegno, come non mancherà di farlo oggi e in futuro. Sono innumerevoli e difficili le sfide imposte ogni giorno dal binomio composto da crisi e sisma. Le imprese stanno resistendo, ma a fatica dal momento in cui le richieste di sospensione e rateizzazione delle imposte o la realizzazione di una fiscalità di vantaggio portata avanti da Associazioni, Comuni e Regione, sono state dal Governo disattese o accolte solo in parte. Le difficoltà però non debbono frenare la possibilità per la città di Mirandola di recuperare quella centralità che l''ha sempre contraddistinta come polo attrattivo commerciale e dei servizi dell'intera Area nord, comuni e province limitrofe compresi".
"È il momento della ricostruzione – ha evidenziato Bega - del nostro tessuto economico, sociale e culturale. E Il commercio deve essere parte integrante di questo progetto come lo è del territorio. A tal senso riteniamo ci sia necessità di un'azione sinergica tra l'Amministrazione comunale, le Associazioni imprenditoriali e di tutti gli imprenditori per contribuire all'elaborazione di un progetto che sia innovativo e di rilancio. In particolare del centro storico, in grado di mettere insieme recupero degli immobili sostegno delle imprese presenti e delocalizzate, azioni mirate di promozione. Il nostro impegno in questa direzione non verrà a meno. Come del resto quello di continuare ad essere un punto di riferimento per le PMI di Mirandola".
"Il 2014 – ha sostenuto il Sindaco di Mirandola Maino Benatti - sarà un anno importante per la ricostruzione della nostra comunità ed abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti. Le Associazioni di categoria, in particolare, hanno dato prova di impegno nella fase di emergenza e nell'avvio della ricostruzione, a fianco dei cittadini e delle istituzioni. A Confesercenti va dato merito per il lavoro svolto e per la costanza nell'opera di ripresa, culminata con l'apertura di questa nuova sede. All'associazione rivolgo i più sentiti auguri per il tanto lavoro che resta ancora da fare per far tornare le nostre comunità come prima e, se possibile, ancora migliore"
Situazione imprese commercio, servizi, terziario comuni Area Nord colpiti dal sisma
Il momento dell'inaugurazione ha rappresentato per l'Associazione anche l'occasione per fare il punto relativamente alla situazione attuale in merito alle piccole e medie attività imprenditoriali del commercio come dei servizi, dei comuni della sola Area Nord lesionati dal sisma Su un totale di circa 1600 imprese attive, sono circa 270 quelle che permangono ancora in strutture temporanee per la difficoltà a rientrare nella loro sede o trovarne un'altra adeguata alle loro esigenze. Nello specifico, risultano ancora delocalizzate in media circa il 16% delle imprese. Riguardo invece alla situazione dei singoli comuni dell'Area Nord: a Mirandola risultano ancora in strutture mobili o d'emergenza il 16% delle attività; a Concordia e San Felice Sul Panaro, sono rispettivamente il 30%; a Cavezzo e a San Possidonio il 20%; mentre nei restanti Comuni – Finale Emilia, Medolla , San Prospero e Camposanto, variano da un 6% ad un 10%.
(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Modena)
Impossibile l'utilizzazione della strada che collega Tagliole a Pievepelago: aziende ormai prossime alla chiusura. CNA: "In attesa di soluzioni definitive, tagliare le imposte locali" -
Pievepelago, 16 gennaio 2014 -
Ormai è un problema ricorrente: un po' di pioggia, perché per ora di neve non se ne parla, e le frane rendono impossibile l'utilizzazione della strada che collega Tagliole a Pievepelago. Una situazione ormai insostenibile per la comunità del nostro Appennino, in particolare per quelle realtà economiche che svolgono la propria attività a Tagliole. "Per questi imprenditori – commenta Andrea Lenzini, direttore della locale sede CNA – non si tratta di un semplice disagio ma, dopo anni di crisi economica e di difficoltà logistiche causate da frane che rendono impraticabile una strada già obsoleta, di una vera e propria questione di sopravvivenza".
"Di là dall'attribuzione delle responsabilità – prosegue Lenzini – oggi a noi, sull'immediato, interessa l'individuazione delle soluzioni". Alcune di queste, in grado di contribuire da subito alla sopravvivenza di queste imprese, sono sull'agenda di interventi che CNA propone alla politica locale.
"Le prime azioni che ci vengono in mente – commenta il funzionario CNA – sono l'esenzione dalle imposte comunali, provinciali e regionali per i cittadini e le imprese, a cominciare dall'Irpef. Poi, per le aziende, la sospensione degli studi di settore. Il tutto in attesa di un intervento risolutivo per il territorio" Infine l'esenzione dall'Irap.
"Si tratta – prosegue Lenzini – d'interventi che non incidono certo sui bilanci delle istituzioni e delle amministrazioni coinvolte, ma che, al contrario, possono davvero rappresentare un grande, importante aiuto ai singoli contribuenti, non solo una testimonianza di solidarietà, ma un sostegno concreto".
Sono queste le ragioni anche hanno spinto CNA ad avanzare una richiesta in questo senso agli enti coinvolti.
(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA MO)
DURC e tracciabilità le pratiche più diffuse, SISTRI il più complicato -
Modena, 10 gennaio 2014 -
L'abbiamo ribattezzata "la tassa che non si vede": la burocrazia costa agli artigiani e alle piccole imprese di tutta Italia circa 5 miliardi di euro l'anno. Nell'analisi curata da IPSOS per conto di CNA Nazionale emergono i profili di una piaga che va al di là del denaro che costa direttamente, perché il costo maggiore che comporta è nel tempo che fa perdere agli imprenditori e ai loro dipendenti.
In un anno la "macchina della burocrazia" brucia 47 giorni di lavoro (cioè due mesi) di ogni imprenditore, e consuma 28 giorni dei suoi dipendenti. Totale: 11 mila euro per impresa (senza contare che il tempo, per gli imprenditori e i lavoratori appena citati, ha spesso un valore non quantificabile). La burocrazia costa più della metà dell'IMU pagata dalle imprese stesse, che ammonta a 9 miliardi all'anno, senza contare le spese accessorie per il lavoro di specialisti e consulenze. Un esempio? La richiesta di informazioni, in particolare agli Uffici Pubblici: non solo è eccessiva e complessa, ma spesso costringe a richiedere più volte la stessa informazione, nonostante una legge imponga da circa due anni agli stessi uffici l'obbligo di trasmettersi dati e documenti l'uno con l'altro.
Dividendo gli adempimenti in fasce sulla base della loro diffusione (fascia alta se l'adempimento coinvolge più del 50% delle imprese; media, se riguarda una quota di imprese compresa tra i 30 e i 50 punti percentuali; bassa, se essa riguarda non più del trenta percento delle imprese) emerge che gli adempimenti più diffusi sono quelli dell'area fiscale seguiti, nell'ordine, da quelli del lavoro e dell'area ambiente e sicurezza. Tracciabilità del contante e DURC (la dichiarazione unica di regolarità contributiva) sono le pratiche più diffuse, che interessano rispettivamente il 90% e il 71% delle imprese.
Il "fastidio" degli adempimenti burocratici sulla vita delle imprese deve essere valutato secondo una duplice dimensione: da un lato grado di diffusione, dato dal numero di imprese chiamate ad assolvere l'adempimento; dall'altro la difficoltà, cioè il livello di problematicità dello stesso. Il SISTRI risulta l'adempimento di gran lunga più ostico da assolvere (61,9% delle imprese interessate) seguito a distanza dalla Responsabilità solidale negli appalti (indicato come il più problematico dal 42,9% delle imprese chiamate ad assolverlo).
"Noi crediamo sia possibile liberare risorse per le aziende, in un momento in cui la liquidità rappresenta uno dei problemi principali, è possibile, allentando questi lacci e laccioli che appesantiscono e ostacolano, a volte incomprensibilmente, l'attività d'impresa. La vicenda diventa ancor più grave se si pensa che questa semplificazione non costerebbe nulla. Basterebbe la volontà politica di risolvere questo problema, che invece si concentra su altre discussioni. Importanti, ci mancherebbe, ma che vengono dopo le esigenze più pressanti di imprese e cittadini", commenta Umberto Venturi, presidente di CNA Modena.
I dati completi del dossier IPSOS CNA sulla burocrazia sono disponibili sul sito www.cna.it.
(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA
Modena)
Nunzio Dallari, Presidente CNA: "5 miliardi all'anno è il costo stimato per le PMI italiane. Cifre record incoerenti con la qualità dei servizi ottenuti" -
Reggio Emilia, 9 gennaio 2014 -
"Un imprenditore impiega 45 giorni lavorativi in media all'anno per svolgere adempimenti burocratici, mentre i suoi dipendenti impiegano circa 28 giorni per un costo in media di 11mila euro l'anno. Ridurre la burocrazia è indispensabile per non essere affogati da regole ridicole e per poter investire davvero nella crescita delle imprese. I numeri lo confermano. Quante altre indagini serviranno prima di rendersene conto?"
Nunzio Dallari, Presidente provinciale CNA, commenta così i risultati di un'indagine Ipsos commissionata dalla CNA per fotografare la realtà della burocrazia italiana e quantificarne i costi per le PMI.
"Se moltiplichiamo gli 11mila euro - continua il Presidente Dallari - per il numero delle piccole imprese italiane possiamo stimare in 5 miliardi di euro il costo totale della burocrazia. Una cifra pazzesca, specialmente se paragonata alla qualità dei servizi erogati. Ciò che i nostri imprenditori lamentano in particolare sono delle procedure lente e farraginose, con richieste difficili da comprendere. Di conseguenza si incappa spesso in errori o si è obbligati a fornire più volte le stesse informazioni".
Perché all'inarrestabile progresso tecnologico in tutti i settori non si è accompagnato una digitalizzazione e una semplificazione delle procedure anche nella burocrazia?
"Non solo, - incalza Dallari - troppo spesso tocca a noi "garantire" sul rispetto delle regole di altri. Non dobbiamo essere noi i controllori di regole che ci piovono sulla testa "dall'alto". Così agli imprenditori spettano compiti che non li riguardano: è il legislatore che nella stesura delle regole non deve coinvolgere le imprese e la responsabilità del rispetto delle regole deve essere a capo delle istituzioni anche per quanto riguarda i costi necessari per i controlli, senza scaricarli sulle imprese".
"Nel nostro Paese, - conclude il Presidente CNA Dallari - troppe volte ci troviamo a dover "lottare" contro regole aggirabili dai "furbetti" che finiscono per mettere in difficoltà le aziende che lavorano nel rispetto delle norme. Abbiamo il dovere di tutelare chi opera nella correttezza e nella trasparenza e di abbattere i costi inutili che sottraggono tempo e risorse preziose alla ripresa della nostra economia".
(Fonte: ufficio stampa CNA RE)
Le Associazioni imprenditoriali modenesi giudicano in modo negativo la proroga di un solo anno -
Mirandola, 3 gennaio 2014 -
Le Associazioni imprenditoriali modenesi riunite in RETE IMPRESE ITALIA (Confesercenti, Confcommercio FAM, Confartigianato Lapam Licom, CNA), in seguito alla pubblicazione del Decreto Legge 30 dicembre 2013 N. 150, giudicano in modo negativo la proroga di un solo anno, concessa per il rimborso delle rate relative ai finanziamenti per le imposte cui sono tenute a saldare le imprese colpite dal sisma.
Ritengono infatti che sia stato raggiunto solo un primo ed urgente obiettivo, ovvero la proroga della scadenza della prima rata oltre il 31/12/2013. Data in cui molte imprese si sarebbero state in fortissima difficoltà nel sostenere i relativi pesanti esborsi finanziari.
Le attività imprenditoriali del cratere che, lo ricordiamo, stanno facendo i conti rispettivamente con un'ardua quanto 'faticosa' ricostruzione ed una crisi economica senza precedenti, sono, e si prevede saranno ancora per mesi, in una situazione di forte difficoltà nel reperire le risorse utili a sostenere il peso delle rate di tali finanziamenti. Una maggiore rateizzazione data dalla proroga di 3 anni, come da Rete Imprese Italia richiesto e come fortemente sostenuto dai parlamentari emiliani, avrebbe reso sostenibile tale carico, gravato oltretutto da un arretrato di tasse e contributi in accumulo e che grava sulle imprese che devono affrontare le difficoltà della crisi economica e contestualmente lottare contro la burocrazia per vedersi riconosciuto il diritto per i rimborsi relativi alle spese affrontate per la ripresa dell'attività.
Rete Imprese Italia auspica che in sede di conversione il Parlamento voglia riconoscere tutta la natura straordinaria del provvedimento e garantire quindi alle imprese di un territorio tanto duramente colpito un primo piccolo tassello di una fiscalità di vantaggio che continuiamo a sostenere debba essere studiata ed applicata per una equità e parità di trattamento che ancora si stenta ad intravvedere, ma che con forza la stessa Rete Imprese continuerà a richiedere.
(Fonte: ufficio stampa Rete Imprese Italia)
Rimasta senza gli uffici e gran parte degli stabilimenti, la cooperativa sembrava in ginocchio ma ha saputo risollevarsi e tornare alla piena normalità -
Modena, 19 dicembre 2013
Diciannove mesi dopo il terremoto riparte una delle cooperative simbolo del sisma. Alla Ital-frutta di S. Felice sul Panaro, cooperativa ortofrutticola aderente a Confcooperative Modena, le scosse del 20 e 29 maggio 2012 avevano provocato danni per oltre dodici milioni di euro. Rimasta senza gli uffici e gran parte degli stabilimenti, la cooperativa sembrava in ginocchio. Invece ha saputo risollevarsi e tornare alla piena normalità, grazie anche ai finanziamenti pubblici, la cui prima tranche è stata erogata proprio ieri.
«È stata dura, ma sembra che finalmente ce l'abbiamo fatta – dichiara il presidente di Ital-frutta, Francesco Budri – Se ripenso agli 11 mila metri quadrati che abbiamo dovuto demolire e poi ricostruire e agli investimenti che abbiamo effettuato, mi pare sia passato un secolo; invece è trascorso solo un anno e mezzo. Abbiamo avuto coraggio e non abbiamo mai perso la speranza, neanche quando i tempi della burocrazia non coincidevano con i nostri. Se oggi siamo qui a inaugurare i nuovi uffici e stabilimenti è grazie all'impegno dei soci e dipendenti, ma anche di Confcooperative Modena e delle istituzioni, in particolare della Regione Emilia-Romagna». «Gli sforzi anche finanziari compiuti nei mesi scorsi da Ital-frutta hanno garantito un reddito alle 280 aziende agricole socie e alle famiglie dei quasi cento dipendenti (undici dei quali fissi) della cooperativa – sottolinea il presidente di Confcooperative Modena Gaetano De Vinco – Oggi festeggiamo il ritorno alla piena normalità di una delle realtà agroalimentari più importanti della Bassa modenese. Non dobbiamo, però, dimenticarci di chi è ancora in difficoltà».
Per la ricostruzione la cooperativa Ital-frutta ha speso complessivamente 12,3 milioni di euro, così suddivisi: 9,67 milioni per gli immobili, 2,46 milioni per le attrezzature, impianti e macchinari, 150 mila euro per le delocalizzazioni dei prodotti e delle lavorazioni. Sugli immobili, per la cui ricostruzione la Regione Emilia-Romagna concede il 100 per cento della spesa, la cooperativa ha ottenuto 9,67 milioni di euro; la prima tranche da 6,11 milioni di euro è stata accreditata proprio ieri sul c/c di Ital-frutta, che però nei mesi scorsi aveva dovuto anticipare una somma equivalente per pagare almeno i primi fornitori. Per la seconda tranche da 3,56 milioni di euro è già stata avviata la procedura di liquidazione, che dovrebbe concludersi entro febbraio 2014. Arriveranno anche il contributo per il ripristino dei beni strumentali (1,97 milioni di euro, pari all'80 per cento della spesa) e quello per le delocalizzazioni (75 mila euro, cioè la metà dell'investimento). In totale la cooperativa riceverà 11,7 milioni di euro, che equivalgono al 95 per cento della somma spesa per ripartire.
(Fonte: ufficio stampa Concooperative Modena)
Rete Imprese Italia: "tiriamo un sospiro di sollievo, ma rimane l'amarezza per la mancata sensibilità dimostrata nei confronti di un provvedimento di buon senso. Attendiamo con ansia l'ufficialità attesa lunedì" -
Mirandola, 19 dicembre 2013 -
"Ringraziamo chi si è prodigato per ottenere, assieme agli altri, un provvedimento vitale per l'imprese colpite dal sisma, che di fronte alla rata del 31 dicembre per il ripianamento del finanziamento delle imposte, avrebbero davvero rischiato di chiudere".
Tirano un sospiro di sollievo le Associazioni di Rete Imprese Italia, che avevano segnalato il rischio che molte attività, già alle prese con i costi della ricostruzione ed i danni economici provocati dal sisma, chiudessero l'attività di fronte al peso della rata in scadenza al 31 dicembre. "Attendiamo con ansia che lunedì sia definitivamente ratificato dalla Camera l'emendamento passato in Senato, perché recenti vicende, come quella dell'Imu, impongono di rimanere sempre in guardia. Di sicuro il segnale arrivato questa volta è positivo".
"Rimane però una certa amarezza per il fatto che alcuni senatori siano dovuti arrivare addirittura a minacciare le dimissioni per approvare una provvedimento che rappresenta solo una norma dettata dal buon senso e dall'equità e che arriva davvero sul filo di lana, dopo aver tenuto con il fiato sospeso centinaia di imprenditori complicandone l'attività e la programmazione aziendale.".
(fonte: L'Ufficio Stampa CNA MO)