La "brexit" preoccupa più per l'indebolimento della difesa militare europea piuttosto che per altre ragioni. La NATO è pronta a fare il suo "dovere" e tanto per non svegliare il can che dorme convoca un vertice proprio a Varsavia.
di Lamberto Colla Parma, 10 luglio 2016.
I timori circa l'effetto "Brexit" probabilmente non stanno solo sul piano interno.
Le catastrofiche previsioni che si rincorrono in questi giorni sono solo il pretesto per coprire mostruose operazioni finanziarie, così evidenti dagli indici borsistici di tutto il pianeta, che diversamente non troverebbero giustificazione alcuna.
Il fronte debole che si aprirà con la fuoriuscita della Gran Bretagna dalla Unione Europea sarà rappresentato dalla difesa dei confini e dalla consistenza bellica ben più limitata di cui potrà contare il blocco UE.
Con l'uscita del Regno Unito infatti se ne va la nazione di gran lunga più attrezzata, in fatto di armamenti, dell'Unione Europea. Con i suoi 56 miliardi di dollari di budget della difesa, il Regno di Sua Maestà la Regina Elisabetta, è il quarto per disponibilità mondiale e, nemmeno da dire, è di gran lunga il più consistente di ogni stato dell'UE.
Ecco quindi che una delle principali "sentinelle" d'Europa sta abbandonando la garitta e sul fronte strategico - militare si aprirà una falla di mostruose dimensioni.
Tant'è che, come un avvoltoio sulla preda ancora calda, fa la sua comparsa sulla scena la NATO. Una ghiotta occasione per offrire la copertura militare tanto sognata. Tornare a influenzare militarmente il vecchio continente è sempre stato il sogno americano e la NATO il suo braccio operativo.
E così, all'indomani del referendum che ha visto la vittoria del "Leave" nel Paese d'oltremanica mai entrato nell'euro, è stato convocato convocato un vertice NATO proprio in un Paese dell'ex blocco Russo, in quel di Varsavia che da sempre è stata capofila per sostenere una più massiccia presenza di forze alleate del Patto Atlantico sui terreni che furono del'URSS e oggi apparentati con l'UE.
Una due giorni nella capitale polacca (8 e 9 luglio) in cui si è discusso, e solo nei prossimi giorni si conosceranno i primi dettagli, di rapporti con la Russia, di immigrazione, delle nuove minacce provenienti da Sud e, probabilmente, di potenziali nuovi ingressi nell'UE.
Un incontro tecnico e una nuova sfida a Putin che, sornione come è, non farà nessun commento ma al momento opportuno farà sentire tutta la sua influenza nello scacchiere internazionale, Europa compresa.
Non è difficile immaginare che dal vertice di Varsavia uscirà forte e quasi unanime la necessità di aumentare il budget per armamenti e difesa al fine, diranno i leader europei, di scongiurare una dipendenza dalla NATO e salvaguardare la libertà dell'Unione, lanciando un perfetto assist alle lobby degli armamenti che, dopo quella della finanza, verrà a banchettare nel vecchio e molto malandato continente.
L'Europa Disunita prosegue il suo fantastico viaggio.
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La NATO vorrebbe proseguire la sua avanzata sempre più a ridosso dei confini russi e pretenderebbe che Putin non avesse reazioni?
di Lgc Parma 22 giugno 2015 -
Mentre in Ucraina si continua a combattere, distruggere e uccidere nell'assoluto silenzio della stampa (fonti dirette raccontano di scontri terribili), gli Stati Uniti perseverano nell'alimentare una politica di tensione verso la Russia.
Dalla parte opposta, purtroppo, non si trovano a affrontare un "agnellino" ma il duro Putin che risponde colpo su colpo alle provocazioni e le sue minacce, ormai dovremmo averlo imparato, sono promesse.
C'è da dire che la goccia che fece traboccare il vaso di Putin fu la questione Crimea, regione Russa da sempre, che solo per ragioni amministrative interne, a seguito di un processo di decentralizzazione dei poteri avviato dal leader sovietico Nikita Chruščëv nel 1954, venne sottoposta al controllo della "provincia" Ucraina.
A quasi 25 anni di distanza, l'Unione Europea ma soprattutto il Patto Atlantico è alle porte della Russia e la cosa non può far dormire sonni tranquilli al leader sovietico il quale, come ultima ratio, non ha certamente remore nell'utilizzare le armi.
Tant'è che è delle ultime ore la minaccia diretta alla Svezia affinché non accetti di aderire alla Nato. La minaccia russa ha tuonato forte attraverso l' ambasciatore in Svezia. Il diplomatico russo Viktor Tatarinstev ha usato toni tutt'altro che pacifici verso Stoccolma durante una intervista a un quotidiano svedese: "Se dovesse decidere di aderire alla Nato, dovrà essere consapevole dei rischi cui si espone".
Sino ad ora né la Svezia né la Finlandia, pur essendo parte integrante dello scacchiere occidentale, hanno mai aderito all'Alleanza Atlantica seppure, negli ultimi mesi, in diverse circostanze si siano sfiorati incidenti tra le forze armate russe e quelle svedesi.
Le provocazioni sono ormai all'ordine del giorno, alle accuse giornalistiche, Putin risponde con provocazioni tangibili, vuoi attraverso le incursioni di caccia, privi di segnali di identificazione, intercettati a solcare i cieli dei paesi alleati oppure, è roba di pochi giorni fa, inviati a sfiorare le navi da guerra occidentali.
I media, in questo clima di "guerra", concedendo ampio spazio alle ragioni della Nato e degli USA e quasi nulla a quelle in favore della Russia contribuiscono ben poco a stemperare la frizione tra le due grandi potenze.
E l'Europa sta a guardare senza rendersi conto che sarebbe proprio il vecchio continente il vero teatro di una guerra, ben poco fredda!