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Sta tagliando un bosco, abbatte un albero sulla linea elettrica si sviluppa un pericoloso incendio boschivo. I Carabinieri Forestali identificano il responsabile.

Parma, 17 aprile 2020. I Carabinieri Forestali della Stazione di Solignano hanno indagato per incendio boschivo colposo un boscaiolo che nel tagliare alcuni alberi ne ha fatto cadere uno sulla linea elettrica, dalla rottura dei cavi si è generato un incendio di problematico spegnimento.

In località Tramonte del comune di Solignano un operatore stava tagliando un bosco quando, a causa dell’imperizia, negligenza e imprudenza un albero è stato fatto cadere su una linea elettrica aerea. Il cavo elettrico che è stato tranciato dalla caduta della pianta ha generato un cortocircuito, con innesco di un pericoloso incendio boschivo.

I Carabinieri forestali della Stazione di Solignano, prontamente intervenuti, dopo le valutazioni del caso e dopo aver raccolto preziose indicazioni anche grazie al Metodo delle Evidenze Fisiche, un protocollo di indagine specifico per la ricerca dei responsabili degli incendi forestali, hanno indagato per incendio boschivo colposo il soggetto, presente sul luogo, che stava tagliando le piante. La pena prevista per questo reato è la reclusione da uno a cinque anni.

Sono in corso approfondimenti per verificare se, alla luce della recentissima normativa sull’emergenza coronavirus, il bosco potesse essere tagliato da chi stava operando. Infatti dal 14 aprile gli operatori del settore forestale (imprese forestali iscritte all’albo regionale e aziende agricole inserite in apposito elenco) possono riprendere le attività, ma ad esempio i tagli boschivi per autoconsumo da parte di privati cittadini possono essere eseguiti solo in presenza di una effettiva situazione di necessità.

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I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Parma hanno arrestato in flagranza dei reati di cui agli artt. 600 ter comma 3 (Pornografia minorile) e 600 quater comma 1 e 2 (Detenzione di materiale pornografico) del codice penale, S. A., parmigiano, classe 1983.

In particolare, a seguito di perquisizione domiciliare disposta dalla Procura della Repubblica di Parma, i militari hanno rinvenuto nella disponibilità dell’indagato, su supporti informatici, documenti pedopornografici per un totale di 22 gigabyte contenenti complessivamente 4173 fotogrammi e 300 video.

Contestualmente si appurava che sul computer portatile in uso all’indagato era installato un software di file sharing all'interno del quale erano in fase di download 925 file, alcuni dei quali di pornografia minorile. Tutto il materiale è stato sottoposto a sequestro.

L’indagato è stato quindi tradotto presso il carcere di Parma, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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I carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Parma hanno tratto in arresto per rapina e violenza sessuale un cittadino nigeriano classe 96 in Italia senza fissa dimora, celibe, disoccupato, con numerosi precedenti.

Ieri mattina, alle ore 6:50, nei pressi del parcheggio dell’ospedale maggiore di Parma dopo averla seguita a piedi l’arrestato approfittava di qualche attimo di distrazione dell’infermiera impiegata presso l’ospedale, ove doveva intraprendere il turno, per rapinarla.

Dopo aver aperto violentemente lo sportello della macchina per racimolare i pochi spiccioli contenuti all’interno, tentava di asportargli il veicolo.
La pronta reazione della vittima, nonostante le numerose minacce e la forza dell’uomo, richiamavano l’attenzione di una collega che immediatamente sopraggiungeva sul posto e nel mentre componeva il numero di emergenza.

I militari prontamente riuscivano a trarre in arresto il cittadino nigeriano già gravato da numerosi reati contro il patrimonio. Al termine delle formalità di rito è stato tradotto presso la casa circondariale di Parma

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I carabinieri della stazione di Sorbolo Mezzani sono stati contattati dall’assistente sociale di quel comune per trovare una soluzione ad una problematica di un cittadino, classe 1945, che aveva difficoltà a prelevare dei contanti in banca.

In particolare il soggetto, vista l’età, è destinatario del servizio di assistenza domiciliare relativa alla fornitura di beni di prima necessità. Tuttavia, a causa della situazione epidemiologica, alcuni servizi offerti sono stati sospesi, e l'uomo non riusciva a disporre dei soldi per poter pagare i servizi domiciliari.

Non essendo titolare di patente di guida era perciò impossibilitato a recarsi personalmente presso l’Istituto bancario a prelevare dal suo conto corrente la somma di cui necessitava.

I carabinieri della stazione allertavano pertanto la direttrice della banca, filiale di Colorno, nella quale trovavano un’attenta e comprensiva interlocutrice. Una volta ottenuta la delega dell’anziano i militari si prodigavano al fine di poter prelevare al suo posto la domanda ma di cui necessitava

 

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Carabinieri Forestali verificano il rispetto delle misure urgenti per fronteggiare l’emergenza da COVID-19. Controllati molti ambienti naturali del parmense.

Parma, 7 aprile 2020. I Carabinieri Forestali della provincia di Parma stanno svolgendo una intensa attività di controllo negli ambiti collinari, montani, lungo i fiumi, i torrenti e i laghi per verificare che chi frequenta questi ambienti rispetti le normative che precludono assembramenti e presenze non necessarie. 

Le dieci Stazioni dei Carabinieri Forestali della provincia di Parma stanno svolgendo una intensa attività di controllo negli ambienti nei quali usualmente svolgono i loro servizi, per verificare il rispetto delle misure di contenimento che impediscono assembramenti di persone e presenze sul territorio non giustificate da motivi di necessità.

Sono stati percorsi, anche con pattuglie appiedate, alcuni tratti di argini e sponde di fiumi e torrenti, diversi ambiti collinari e montani e diversi tratti di viabilità minore in ambiente agricolo. Sono state oltre duecento le persone controllate e le verifiche condotte hanno portato ad elevare quindici sanzioni amministrative, relative ad attività non permesse e non giustificate da una indifferibile necessità, per circa settemila euro.

In particolare alcuni frequentatori degli ambienti naturali stavano pescando, altri praticavano attività sportive o escursionistiche lontano dalla residenza o dal domicilio, altri stavano effettuando, pur non essendo agricoltori, la combustione di residui vegetali su loro terreni, altri lavoravano in cantieri edili, o prelevavano materiale inerte sulle sponde del fiume, diversi si dedicavano al taglio della legna da ardere o ad attività selvicolturali negli ecosistemi forestali.

I controlli verranno intensificati nei giorni prossimi e nelle giornate di Pasqua e Pasquetta con particolare attenzione al transito verso le seconde case in collina e montagna e alle concentrazioni di persone per scampagnate e pic nic nelle aree protette, nei parchi naturali e nei boschi.

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Parma 3 aprile 2020 - I militari del nucleo operativo e radiomobile di Parma hanno proceduto a due denunce a piede libero nei confronti di un cittadino crotonese classe 87 residente a Parma e di una cittadina napoletana classe 93 residente a Colorno.

I due soggetti, nei giorni scorsi e in modo separato, si erano recati presso il supermercato Esselunga rispettivamente di via Colaianni e di via Emilia est e avevano tentato di superare le casse con prodotti cosmetici ed alcolici per un valore di circa 400 € cadauno. Un tentativo però fallito per entrambi e la refurtiva
recuperata e restituita agli aventi diritto.

In particolare l’uomo aveva occultato, all’interno del suo zaino e dentro il giubbotto, le bottiglie di materiale sottratto per poi tentare di superare la barriera delle casse e pagare soltanto tre confezioni di acqua naturale.

L'uomo è stato fermato dall’addetto alla vigilanza, il quale ha immediatamente ricevuto il supporto dai militari dell’arma.

La donna invece riusciva ad occultare le bottiglie del materiale all’interno della propria borsa personale per uscire dall’esercizio attraverso un’uscita di emergenza con la refurtiva e senza passare per le casse. Il personale addetto alla vigilanza, osservata tutta la scena, riusciva ad intervenire in tempo e a assicurarla ai militari.

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In data 2.4.2020 i Carabinieri di Salsomaggiore, con la collaborazione dei Cc di Merate (Lecco) hanno dato esecuzione alla misura cautelare della custodia in carcere disposta dal Gip di Parma su richiesta della Procura di Parma (PM dott. Fabrizio Pensa) nei confronti di Serio Vincenzo per il reato di rapina aggravata.

La mattina del 10 febbraio scorso, con il volto travisato e minacciando con una pistola gli impiegati e i cittadini presenti, l’uomo aveva rapinato l’ufficio postale di Salsomaggiore Terme, allontanandosi con un “bottino” di circa 650 euro composto da banconote e monete.

Il 43enne, un siciliano pregiudicato e residente in provincia di Lecco, non è nuovo ad imprese del genere, avendo precedenti penali anche specifici. In passato aveva soggiornato anche nella cittadina termale in provincia di Parma e dunque conosceva bene i luoghi in cui aveva deciso di agire.

La sua identificazione è stata possibile grazie al notevole impegno investigativo dei militari della Compagnia di Salsomaggiore Terme che, coordinati dalla Procura di Parma, hanno portato avanti sin dal primo momento un meticoloso lavoro di raccolta e analisi di tutti i possibili elementi utili all’indagine, tra cui i filmati estrapolati dalle telecamere della videosorveglianza installate all’interno e all’esterno dell’ufficio postale, i tabulati telefonici e le dichiarazioni delle persone informate sui fatti (soprattutto i dipendenti dell’ufficio), elementi che, complessivamente analizzati, hanno permesso di ricostruire gli spostamenti dell’autore del fatto, il quale, subito dopo aver commesso la rapina non si è dato velocemente alla fuga ma si è addirittura intrattenuto per alcuni minuti in un parco nelle immediate vicinanze dell’ufficio postale.
In particolare, grazie alle dichiarazioni dei dipendenti si è riusciti ad ottenere una descrizione fisica del soggetto, e cioè della sua statura e del colore dei suoi occhi, ma non degli altri dettagli del volto, che era coperto.

Si è arrivati, inoltre, a individuare i capi d’abbigliamento utilizzati nel corso dell’azione delittuosa, confrontandoli con quelli che si possono osservare nelle immagini di videosorveglianza (di notevole importanza il giubbino, contraddistinto da un segno catarifrangente sul retro del cappuccio), nonché l’arma utilizzata per minacciare le persone presenti all’interno dell’ufficio postale.
Decisivo è stato, infine, quanto narrato da una persona informata sui fatti che conosceva il rapinatore e che ha fornito particolari utili alle indagini, tra cui i dettagli dei suoi spostamenti antecedenti e successivi alla rapina.

Tali dichiarazioni, pienamente riscontrate dalle risultanze dei tabulati telefonici dell’utenza in uso all’uomo, hanno consentito di giungere ad un quadro indiziario ritenuto grave anche dal Gip che ha emesso la misura cautelare.

In occasione della esecuzione della misura cautelare, avvenuta in provincia di Lecco, sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro dei capi di abbigliamento riconducibili a quelli utilizzati al momento della rapina, ovvero un giubbotto con striscia rifrangente sul cappuccio ed un paio di guanti neri.

Al termine della redazione degli atti l’indagato è stato tradotto presso la casa circondariale di Lecco in attesa di essere interrogato dal G.I.P. per esporre gli elementi in sua difesa

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Nella giornata di sabato i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Parma, coordinati dalla locale Procura della Repubblica (P.M. dott.ssa Francesca Arienti), hanno eseguito un provvedimento coercitivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del capoluogo: tre i soggetti indagati, tutti marocchini ma residenti regolarmente in Italia, cui sono stati contestati plurimi episodi di furto aggravato, in concorso, e continuato. In particolare il G.I.P. ha disposto:
- la misura degli arresti domiciliari a carico di EL OMARI Bouchaib, classe 1975, domiciliato a Tizzano Val di Parma, per il ruolo preminente avuto nella pianificazione e nella individuazione degli obiettivi da depredare;
- la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di Eboli, in provincia di Salerno, a carico di SIFESSALAM Said, classe 1985 ed E.A. H., classe 1974 (quest’ultimo, allo stato, sottrattosi all’esecuzione dell’ordinanza cautelare).

Le indagini sono iniziate il 30 settembre 2019, allorquando – nella notte - a Fontanellato, in provincia di Parma, nel parco fotovoltaico di via Priorato, ignoti asportavano 178 pannelli di proprietà della IREN Energia S.p.A; ne danneggiavano 15 e ne smontavano – rendendoli inutilizzabili – altri 150. Il tutto dopo aver reciso la rete di recinzione e parzialmente danneggiato le telecamere di sicurezza.

I primi accertamenti condotti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo attraverso le immagini ritratte dal sistema di sorveglianza interno e dalle telecamere OCR del comune, consentivano di:
- ricondurre il furto a due uomini incappucciati;
- accertare la presenza, in prossimità del sito ed in orario compatibile con l’evento, di un autocarro, risultato rubato poche ore prima a Langhirano (PR) e di una Golf intestata all’ indagato EL OMARI Bouchaib.

I successivi approfondimenti investigativi, condotti anche mediante attività tecniche di captazione di conversazioni telefoniche ed ambientali, permettevano di raccogliere gravi indizi di reità a carico di altri due correi, anch’essi marocchini, residenti ad Eboli, in provincia di Salerno, che operavano quindi in trasferta, su attivazione, e a ricondurre al terzetto gli ulteriori episodi avvenuti in provincia.
Nel dettaglio:
- a Langhirano la notte del 30 settembre 2019 – immediatamente prima del colpo presso il parco fotovoltaico dell’IREN – sottrazione di un autocarro;
- la notte tra il 13 ed il 14 novembre 2019, presso il parco fotovoltaico di via Bergonzi, furto di 6 inverter;
- a Parma, la notte del 15 novembre 2019, furto di un furgone Ducato Maxi;
- a Parma, la stessa notte del 15 novembre, presso il parco fotovoltaico di via Quingenti, furto di 306 pannelli e 18 inverter. Nella circostanza venivano danneggiate 6 telecamere di sorveglianza ed il sistema volumetrico di allarme senza che questo si attivasse.

Il modus operandi era ormai consolidato: selezionato l’obiettivo, all’esito di un’accurata ricognizione volta ad individuarne i punti più vulnerabili, pressoché nell’immediatezza dell’azione, a notte fonda, i correi rubavano un furgone idoneo al trasporto dei pannelli: ciò conferiva loro il vantaggio di muoversi con un mezzo “pulito” non ancora inserito nel sistema di ricerca, atteso che il proprietario si sarebbe avveduto del furto solo nelle ore successive. Materialmente lo smontaggio dei pannelli e degli inverter veniva curato da SIFESSALAM Said e da E.A. H..
EL OMARI attendeva a distanza di sicurezza, con funzione di palo e segnalazione degli eventuali transiti delle Forze di polizia; quindi, terminata l’attività disinstallazione, si avvicinava con il furgone per caricare il materiale.
La refurtiva veniva quindi stoccata su un camion di proprietà dello stesso EL OMARI in attesa di essere trasportata, con lo stesso mezzo, in Marocco, destinazione finale dei manufatti.
E proprio in Marocco era diretto EL OMARI il 4 dicembre 2019 quando è stato fermato mentre era in procinto di imboccare l’autostrada, diretto a Genova ove si sarebbe imbarcato per il Paese natìo. Nel furgone, stipato all’inverosimile, sono stati sequestrati 204 pannelli e 25 inverter, tutto provento dei furti posti in essere. Altri 102 pannelli, sempre oggetto di furto, erano stati rinvenuti e sequestrati in precedenza dai Carabinieri.

Nel complesso, l’attività messa in piedi dagli indagati ha prodotto un danno complessivo di circa 230.000 €, di cui 100.000 € per gli inverter e 130.000 € per i pannelli.

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I Carabinieri della Stazione Carabinieri di Monticelli terme hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Gip di Parma in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di estorsione aggravata nei confronti un cittadino italiano:

- C.I., classe 1968, residente a Montechiarugolo.

Secondo l’accusa, l’indagato avrebbe sottoposto la propria madre convivente classe 34 a continui maltrattamenti psicofisici, in particolare: aggredendola verbalmente, umiliandola con ingiurie pressoché quotidiane, chiedendole continuamente somme di denaro al fine di acquistare stupefacenti ed alcolici e minacciandola in caso di rifiuto con espressioni offensive; in plurime occasioni, nel corso delle aggressioni verbali, avrebbe rivolto la propria rabbia su un qualsiasi oggetto si trovasse nelle immediate vicinanze, danneggiando con calci e pugni porte, mobili e suppellettili dell’abitazione; inoltre in un’occasione (11.03.2020) l’avrebbe aggredita fisicamente, colpendola con un oggetto contundente al cranio e così cagionando una ferita sanguinante.
In più occasioni inoltre si sarebbe reso responsabile del reato di estorsione aggravata, nell’ambito delle condotte di maltrattamenti nei confronti della madre convivente se non avesse accondisceso alle sue richieste e di fatto dando seguito a tali minacce danneggiando con calci e pugni mobilio e suppellettili dell’abilitazione, così garantendo reale efficacia intimidatoria alle proprie affermazioni, costringendo la vittima a consegnargli reiteratamente plurime somme di denaro d’importo variabile

I fatti narrati sono riferiti al periodo dal dicembre 2018 sino alla data dell’arresto.

Il procedimento trae origine dall’intervento effettuato dalla PG nel tardo pomeriggio dell’11 marzo scorso presso l’abitazione dell’indagato. I militari intervenivano su richiesta di uno dei familiari (il fratello convivente) che segnalava l’ennesima discussione nata in casa tra la madre e l’indagato, degenerata in una condotta violenta da parte di quest’ultimo nei confronti dell’anziana. I militari giunti sul luogo e identificati i tre soggetti, acquisivano le relative versioni dei fatti.
In particolare la signora, nonostante la ferita riusciva a riferire di aver discusso con il proprio figlio e di essere stata colpita da costui alla testa con un oggetto contundente, di cui non sapeva però indicare la natura. Il figlio dal suo canto raccontava di essersi in realtà solo difeso dalla madre, la quale, armata di un matterello lo avrebbe colpito su di un avambraccio che aveva sollevato a propria protezione e per il contraccolpo il mattarello avrebbe colpito di rimbalzo l’anziana sulla testa. L’altro fratello che si trovava in un’altra stanza al momento dell’alterco veniva attirato dalle urla e interveniva per dividere e calmare le parti.

La donna si rifiutava sia di essere trasportata in pronto soccorso sia di  sporgere denuncia avverso il proprio figlio.

L’arrestato, tossicodipendente da circa trent’anni ed in cura presso il Sert di Langhirano da circa 10, viveva periodi di astensione alternati a periodi di ricaduta nella dipendenza. Oggetto del contendere era principalmente il denaro, preteso con modi minacciosi al fine di poter acquistare alcol e droga.

Non era la prima volta che i carabinieri, chiamati dai familiari, si vedevano costretti ad intervenire per sedare una lite all’interno della loro abitazione. Gli stessi vicini di casa, attratti dalle urla dell’indagato, più volte aveva richiesto l’intervento della pattuglia, confermando poi la situazione difficile della famiglia.

Alla luce degli elementi indiziari raccolti, il PM chiedeva l’applicazione della misura custodiale in carcere che il GIP, in virtù della gravità dei fatti, concedeva, ritenendola proporzionata alla gravità dei fatti in contestazione.

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I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Parma hanno tratto in arresto, in ottemperanza all’ordine di esecuzione della carcerazione della procura della Repubblica di Cremona, un cittadino albanese classe 81 in Italia senza fissa dimora censurato.

Durante la notte era stato controllato In quanto trovato in compagnia di altri connazionali in Piazzale Corridoni e non riuscendo a giustificare la sua presenza veniva denunciato ai sensi dell’articolo 650

Da un controllo presso la banca dati emergeva che doveva ancora scontare un anno di reclusione in quanto giudicato definitivamente colpevole del reato di falsa attestazione sull’identità personale commesso a Cremona nel 2011.

Al termine delle formalità di rito veniva accompagnato presso la casa circondariale di Parma

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