Mercoledì, 16 Febbraio 2022 12:07

Peste suina. Animalisti e ambientalisti contro gli abbattimenti: "Mattanza che pesa come un macigno sulla società"

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Dopo l'ordinanza di abbattimento, erano a rischio di vita gli animali dei rifugi, i cinghiali selvatici (alcuni addirittura facenti parte di colonie seguite da volontari), e i maiali degli allevamenti "non convenzionali", o meglio "non intensivi".

Grazie a tutte le numerosissime proteste degli animalisti e dei cittadini, almeno gli animali dei rifugi si sono salvati: il Ministero della Salute ha comunicato che l'ordinanza di macellazione per i suidi "d'affezione" è derogabile, e che "i maiali e i cinghiali d'affezione non dovranno essere uccisi preventivamente per contenere la peste". In più, il Ministero della Salute ha annunciato anche la definizione di un provvedimento che riconoscerà la corretta registrazione di questa "categoria" di suini, cioè il loro riconoscimento come animali d'affezione.

Salvi solo gli animali dei rifugi, per tutti gli altri continua purtroppo lo sterminio: già macellato 70% dei maiali degli allevamenti nel territorio genovese, e procedono gli abbattimenti. Oltre alla mattanza dei suini degli allevamenti non intensivi, procedono le intenzioni di abbattimento dei cinghiali selvatici, il cui sterminio potrebbe iniziare a breve.

Per gli animalisti è arrivata quindi una parziale vittoria, e nello stesso tempo una grandissima sconfitta morale pesa ormai come un macigno su tutta la società. Questi stermini sono ormai il segno palese del fallimento di un sistema basato sul massacro degli animali, un massacro che continua nella sua folle corsa verso l'autodistruzione. Per questo motivo oltre 30 associazioni si sono unite lanciando una petizione che ha raccolto subito tantissime firme (chng.it/82KvJTBBjr sul sito change.org).

e chiedendo un dialogo con le istituzioni proponendo soluzioni alternative alla mattanza. Una richiesta di confronto che ad oggi attende ancora risposta: il ministro Speranza, le Regioni Liguria e Piemonte e il commissario per l'emergenza Angelo Ferrari, non hanno dato ancora nessun riscontro alle richieste di confronto inviate dalle associazioni animaliste e ambientaliste.

La battaglia non è ancora finita, le proteste stanno continuando e si spera di poter salvare dalla mattanza i cinghiali selvatici evitando un altro sterminio. Purtroppo nulla si è potuto fare per i suini degli allevamenti, e sarà difficile anche poter salvare gli altri animali e la nostra stessa specie se si andrà avanti su questa strada. Le zoonosi che stanno colpendo uomini ed animali (covid, sars, aviaria, peste suina, etc) sono un chiaro segno che non è più possibile ignorare. Non si può più aspettare, bisogna cambiare subito rotta e smettere di sfruttare e ammazzare gli animali, per un mondo migliore e per la salvezza di tutti, esseri umani compresi.