Il dibattito con il ministro Delrio e i magistrati Gratteri, Conte e (in collegamento telefonico) Di Matteo ha chiuso Noicontrolemafie, la settimana della legalità promossa dalla Provincia. Manghi: "Dobbiamo farci tutti testimoni di una nuova stagione morale". -
Reggio Emilia, 20 aprile 2015 -
Riforme legislative, ma anche - se non soprattutto - della nostra società per sconfiggere la criminalità organizzata al centro del dibattito conclusivo di Noicontrolemafie, il festival della legalità promosso per il quinto anno consecutivo dalla Provincia di Reggio Emilia. In un auditorium Malaguzzi gremito di studenti delle superiori, ne hanno parlato esponenti davvero di rilievo di chi conduce la lotta alla mafia in prima linea e di chi, queste riforme, è chiamato a vararle: magistrati e giudici come Nicola Gratteri, Mario Conte e (in collegamento telefonico da Palermo) Antonino Di Matteo, il ministro alle Infrastrutture (l'ex sindaco reggiano e, fino a pochi giorni fa, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri) Graziano Delrio e Antonino Nicaso, studioso di fenomeni criminali e, soprattutto, direttore scientifico di Noicontrolemafie, di cui è il principale artefice insieme a Rosa Frammartino e alla Provincia.
A fare gli onori di casa, il presidente della Provincia Reggio Emilia Giammaria Manghi, che ha tirato le fila di una lunga settimana densa di iniziative "rivolte soprattutto ai ragazzi, perché è indispensabile misurarci con chi sta crescendo e deve farlo con valori limpidi e cristallini" e promosse in diversi "paesi proprio perché, come testimonia l'aggiunta alla classica denominazione della dicitura "Comuni e Cittadini reggiani", è una intera comunità che si sta impegnando e sta offrendo concreti segnali di crescente consapevolezza e responsabilità nella lotta all'infiltrazione criminale".
"A Reggio, ed è un dato culturale non scontato, esiste da tempo un lavoro intenso di collaborazione tra le istituzioni che, a breve, produrrà anche ulteriori strumenti condivisi con la Prefettura per dare una mano ai sindaci nella difficile sfida che quotidianamente, specie in campo urbanistico, devono affrontare per contrastare i pericoli di infiltrazione – ha aggiunto - Ma oltre ad un arricchimento delle norme, serve cambiare anche l'etica della nostra società, perché la morale sta sopra la legalità: capire che non si deve rubare non perché si può essere puniti, ma perché è sbagliato. La nostra realtà non è disastrosa, ci sono tantissime testimonianze di eticità e di impegno per il bene comune. Ma serve una rigenerazione locale: dobbiamo farci testimoni di una nuova stagione morale, segnata dalla coerenza tra il dire e il fare e spinta da una forte motivazione, perché è quella che può fare la differenza. Una nuova stagione morale che ci consenta di sperare in un oggi e in un domani migliore".
Anche per questo è fondamentale, come ha detto il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, "il carattere educativo e pedagogico, il lavoro di diffusione culturale di questa iniziativa". Anche il primo cittadino ha sottolineato "il circuito virtuoso di dialogo istituzionale che da tempo esiste nella nostra provincia", ma pure le tante difficoltà che devono affrontare i pubblici amministratori "perché non basta essere onesti e trasparenti, per essere efficaci occorrono anche riforme pensate mettendosi nei panni delle autonomie locali e normative adeguate, come ad esempio una banca dati nazionale aggiornata che ci consenta di sapere se una ditta che lavora qui abbia ricevuto un'interdittiva antimafia in un'altra provincia".
"L'Emilia non è terra di mafia, perché qui non regna l'indifferenza, qui si reagisce grazie a una storia che affonda le proprie radici in un sistema di valori nato con la Resistenza, esiste una cultura della legalità ancora oggi profondamente radicata – ha concluso - L'Emilia dunque non ha intenzione di cedere e ci riuscirà continuando a essere quello che è sempre stata, alimentando la fiducia nella comunità".
Antonio Nicaso ha quindi illustrato il tema del dibattito, quello delle riforme, "indispensabili in un Paese che ha sempre avuto una legislazione antimafia di natura emergenziale, nata sull'onda di fatti eclatanti e stragi eccellenti, e mai frutto di una riflessione ponderata e razionale". "Ora finalmente, grazie al pacchetto di riforme prodotte dalla commissione coordinata da Gratteri, questo lavoro è stato svolto e se anche solo un terzo delle proposte diventerà legge metteremo davvero in difficoltà le mafie", ha detto, sottolineando poi l'importanza "della semiotica delle buone pratiche, perché non bisogna solo essere onesti, ma anche dimostrarlo quotidianamente con gesti adeguati" e tornando, dunque, sulla polemica che ha riguardato il sindaco di Brescello. "Io, che vivo a settemila chilometri di distanza, non posso certo chiedere le dimissioni di chi è stato eletto democraticamente, le dimissioni in una vicenda che non ha risvolti penali sono un fatto personale – ha detto - Ma non sono certamente concepibili certe valutazioni da parte di un sindaco su uomini con sentenze passate in giudicato per associazione mafiosa e che anche le recenti indagini confermano essere personaggi di spicco della 'ndrangheta. Queste non sono e nemmeno possono sembrare brave persone, questa è feccia da isolare come sta facendo ad esempio la Prefettura di Reggio Emilia con il consistente numero di interdittive antimafia emesse anche recentemente, nel solco del coraggioso lavoro avviato da Antonella De Miro".
Mario Conte, consigliere di Corte d'appello del Tribunale di Palermo, ha quindi ribadito la necessità di un impegno comune, a partire innanzitutto dai cittadini e in particolare dai giovani, "che devono scendere in campo, non essere spettatori, perché la prima riforma sta in noi: la società deve assumersi le proprie responsabilità, dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere, perché la mafia non si sconfigge con magistrati e forze dell'ordine, ma come ci ricorda Gesualdo Bufalino con un esercito di insegnanti elementari".
Emblematico il caso di "quei quattro ragazzi, tra 20 e 25 anni, che una notte tappezzarono Palermo con adesivi con su scritto "un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità": si erano chiesti se davvero volevano vivere in una società soffocata dalla mafia e, in questo Paese dove siamo solitamente più bravi a lamentarci, avevano deciso di rimboccarsi le maniche. Da lì è nato il comitato "Addiopizzo", che oggi conta migliaia di iscritti, e ha messo in rete oltre mille commercianti protetti solamente da un adesivo".
Il procuratore aggiunto Dda di Reggio Calabria Nicola Gratteri è quindi entrato nel dettaglio del pacchetto di riforme consegnato a fine anno al Governo Renzi, al termine del lavoro nato "grazie proprio a una intuizione di Delrio, che me lo chiese per telefono negli stessi giorni in cui... non ero ministro". "Un lavoro nel quale ho coinvolto professionisti di mia assoluta fiducia per valore etico-morale e competenze tecnico-giuridiche e che ha avuto tre criteri di fondo: non abbassare di un millimetro il livello di garanzia degli imputati; non rendere conveniente delinquere; utilizzare il più possibile ogni tecnologia per abbattere costi e tempi dei processi".
Alcune di queste riforme sono tanto utili e redditizie quanto di sconvolgente semplicità, a conferma di come questo Paese sia purtroppo sotto molti aspetti fortemente arretrato: "Con l'informatizzazione dei procedimenti e la chiavetta usb di un avvocato si possono eliminare a ogni richiesta di copia degli atti settimane di lavoro e ventimila euro di fotocopie; regolando in maniera diversa le eccezioni preliminari si possono accorciare di due, tre mesi i processi; videoregistrando le deposizioni dei testimoni si può evitare che, per il trasferimento o anche la maternità di uno dei giudici dei processi ordinari, si debba ricominciare daccapo, ma anche far perdere tempo e denaro a poliziotti nel frattempo trasferiti a migliaia di chilometri di distanza chiamati a ripercorrere l'Italia per confermare quanto già detto", ha detto Gratteri. Poi ancora la possibilità di infiltrare agenti sotto copertura o utilizzare finte società finanziarie per contrastare mafie e corruzione, tema anticipato al dibattito di ieri, e l'inasprimento delle pene per gli ecoreati, oggi solamente puniti con semplici contravvenzioni. Nuove regole e sanzioni sulle intercettazioni telefoniche ("il nostro obiettivo non è limitare la libertà di informazione, ma scoprire chi passa le notizie ai giornalisti ed evitare che i processi si svolgano prima sui giornali e che alla gente interessi più il gossip del reato, che non è da Paese civile ed evoluto") e soprattutto una profonda riforma della polizia penitenziaria. Da trasformare, prendendo a riferimento i marshals americani (il Tommy Lee Jones de "Il fuggitivo" per intendersi), in un Corpo di giustizia dello Stato che si occupi della gestione di tutti i provvedimenti limitativi della libertà personale, dalla fase immediatamente successiva all'emissione fino alla materiale esecuzione, nonché dell'amministrazione dei collaboratori di giustizia e della sicurezza di tribunali e magistrati. Ed anche in queste settore, grazie alle tecnologie, "ed in particolare alle videoconferenze, ogni anno si potrebbero risparmiare 70 milioni sprecati per questa sorta di turismo giudiziario, ovvero la traduzioni di detenuti per processi che occupano ben 10.000 degli attuali 44.000 agenti di polizia penitenziaria, con alto rischio di evasione e pericoli anche per la comunità: 70 milioni che potrebbero essere investiti ogni anno in tecnologie e in assunzioni di agenti o di personale di cancelleria".
L'intervento di Gratteri è stato inframmezzato dall'atteso collegamento telefonico con Antonino Di Matteo, pubblico ministero del Tribunale di Palermo, contattato da un Antonio Nicaso che non ha potuto esimersi dall'esternare "il proprio atteggiamento critico nei confronti delle logiche correntizie del Csm, perché Di Matteo alla Procura nazionale antimafia sarebbe stata la persona giusta al posto giusto".
"Ho ancora ben vivo il bellissimo ricordo del meraviglioso incontro dello scorso anno, della voglia di partecipazione di tanti giovani che vogliono lottare contro la mafia – ha detto il magistrato rivolto ai ragazzi – Purtroppo impegni di lavoro mi hanno impedito di tornare a Reggio Emilia, ma sono certo che i relatori sapranno stimolarvi per farvi capire che la mafia non è solo una questione militare, non è roba di stragi e droga, ma è soprattutto una mentalità: là dove prevale la logica del favore e della raccomandazione, c'è la mafia, una mafia oggi sempre più strettamente legata alla corruzione e che cerca di impadronirsi dell'economia e delle istituzioni. Tenetelo sempre ben presente e tenete alta la vostra passione civile, perché la mafia prospera nel silenzio e nel disinteresse".
Ha chiuso i lavori l'ex sindaco di Reggio e neo ministro alle Infrastrutture, Graziano Del Rio, che ha ribadito la necessità di riforme, e l'impegno del Governo in questa direzione, perché comunque "la lotta alla mafia è fatta da professionisti come i magistrati al mio fianco, ma senza leggi e mezzi adeguati non può essere vinta, e il popolo e una condivisione vera sono certamente importantissimi, ma anche questa Liberazione ha bisogno di persone che imbraccino il fucile e combattano in prima linea".
Quella contra mafia e corruzione è "una battaglia complicatissima, che necessita di un'alleanza vera anche con gli imprenditori, mentre la politica fondamentalmente deve mettere le persone in condizioni di far bene il proprio mestiere", ha aggiunto Delrio confermando come "il ministro della Giustizia sia impegnato a portare avanti il prezioso lavoro coordinato da Gratteri".
L'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri ha poi ricordato le misure già attuate, o in cantiere, da parte del Governo: dalla recente nomina di Raffaele Cantone a capo dell'Autorità nazionale anticorruzione per rafforzare la vigilanza su contratti pubblici, "che però non significa bloccare i lavori", alla indispensabile riforma del codice degli appalti, "che dovrà certamente limitare le gare al massimo ribasso che favoriscono solo la mafia, prevedere una sorta di rating di legalità per le imprese e un albo ben verificabile di collaudatori e controllori di opere pubbliche". Riforme che devono essere portate avanti nel segno della "semplificazione, non certo aggiungendo norme perché più semplifichiamo più saremo efficaci". "La politica deve aiutare gli amministratori a fare il bene delle loro comunità e ha il dovere di controllare perché così si recupera la fiducia dei cittadini, ma serve anche l'impegno e l'orgoglio da parte di ognuno di noi nel fare e nel vedere una cosa fatta bene", ha concluso il ministro ricordando la locuzione latina ubi societas, ibi ius: "se una società è attenta, allora c'è la legge".
(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)
Corruzione e criminalità al centro della quinta giornata di Noicontrolemafie. Il procuratore della Dda di Reggio Calabria indica le possibili riforme puntando il dito anche contro gli appalti al massimo ribasso e ammette: "Se la giustizia non va anche il Csm ha le sue colpe" -
Reggio Emilia, 18 aprile 2015 -
Sconfiggere la mafia anche infiltrando al suo interno agenti sotto copertura. E' una delle ricette – tante: ben 150 sono infatti gli articoli di codici, leggi e regolamenti di cui si propone la modifica - individuate dal gruppo di lavoro per la riforma delle norme contro la criminalità organizzata coordinato da Nicola Gratteri che lo stesso procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Reggio Calabria ha anticipato questa mattina al cinema Olimpia di Reggio Emilia.
"Grazie agli agenti sotto copertura abbiamo ottenuto risultati importanti nella lotta al traffico internazionale di armi e droga, anche contro la mafia questa attività, di cui gli americani sono maestri, può risultare determinante", ha detto Gratteri, ieri mattina nuovamente ospite – qui ormai è un caro amico di famiglia - di Noicontrolemafie, il festival della legalità promosso dalla Provincia di Reggio Emilia. "Uomini selezionati e preparati che per mesi rinuncino a qualsiasi contatto con familiari e forze dell'ordine, che possano girare con armi non convenzionali per meglio calarsi nei panni del criminale e la cui identità venga lasciata segreta anche in udienza davanti al giudice", ha meglio precisato Gratteri addentrandosi in una delle tane proposte contenute nella relazione di 266 pagine consegnata a fine anno al Governo Renzi (ma l'incarico risale al Governo Letta).
Un gruppo di lavoro, come ha spiegato il direttore scientifico di Noicontrolemafie Antonio Nicaso presentando Gratteri agli studenti – chiamato a porre finalmente fine a uno dei tanti punti deboli del nostro Paese: "L'avere sempre avuto una legislazione antimafia di natura emergenziale, nata sull'onda di fatti eclatanti e stragi eccellenti, e mai frutto di una riflessione ponderata e seria".
Lo stesso genere di riflessioni che Gratteri ha condiviso ieri mattina con gli studenti reggiani, puntando il dito anche contro un'altra anomalia tutta italiana, quella della logica del massimo ribasso negli appalti pubblici: "Da 10, 15 anni si assegnano opere con ribassi anche del 40%, ma questo significa che si costruisce con acqua e terra e che tutte queste opere, in caso di una scossa di terremoto del settimo grado, sono destinate a crollare". E non risparmiando critiche nemmeno alla sua categoria: "Se la giustizia in Italia non funziona siamo tutti responsabili: la politica ha le sue colpe, ma anche i magistrati, anche il Csm ne hanno, tantissime e grandissime, nella scelta dei capi degli uffici o nel distribuire il numero di magistrati in tali uffici".
Agli studenti, il procuratore aggiunto della Dda ha concluso sollecitandoli "a contribuire a un nuovo modo di pensare in Italia, a ricostruire una etica e una morale in questa società che ci ha costruiti come macchine da consumo omologando i gusti e in cui si è valutati in base a ciò che si ha e non per quello che si è". Come? "Puntando sull'istruzione, riparlando tra di voi in lingua italiana e non con quella dei telefonini sennò non sarete in grado di scrivere un tema a concorso, e sulla ricerca: e poi, ma solo dopo istruzione e ricerca, anche sulla cultura".
Quello di Nicola Gratteri è stato l'intervento conclusivo di un'altra ricca mattinata di spunti offerta da Noicontrolemafie alla quale, dopo il saluto del presidente della Provincia di Reggio Emilia Giammaria Manghi, è intervenuto anche il prefetto di Reggio Emilia Raffaele Ruberto: "Avendo anche una figlia che fa la prima superiore vi parlo più da padre che da prefetto – ha detto - Voi avete la fortuna di essere nati in un territorio che ha tradizioni antiche di rispetto delle regole: un territorio civile che trae le proprie origini da una cultura contadina che stiamo dimenticando e che, come tante altre zone d'Italia, registra pure una presenza criminale che si manifesta anche con corruzione: allora vi dico che rispettare le regole alla lunga è appagante e vantaggioso più che vivere nella illegalità, che la legalità non accetta compromessi ed è uno stile di vita al quale dovete improntare la vostra quotidianità, anche nelle piccole cose".
Concetti ripresi da Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia, il più importante network mondiale contro la corruzione presente in 100 Paesi del mondo: "La corruzione non si debella con polizia e magistratura, per questo da anni andiamo nelle scuole per far capire che la legalità è un sistema di vita e un fatto di cultura – ha spiegato – L'equazione politica uguale disonestà è sbagliata, perché se sei onesto lo resti anche da politico, se sei un politico disonesto vuol dire che lo eri anche prima". Carnevali ha quindi evidenziato il preoccupante risultato di un sondaggio svolto tra i ragazzi, nel 58% dei casi disponibili a farsi corrompere, sottolineando come "purtroppo siamo tutti un po' mafiosi, perché il denunciare un amico che evade il fisco o un collega che timbra il cartellino e poi va a fare la spesa non lo riteniamo un nostro dovere civico, ma un tradimento". Quella che serve, dunque, è una "presa di coscienza da parte di tutti noi che il corrotto non sta derubando una entità astratta, ma ciascuno di noi".
Come ha illustrato Cristina Brasili, docente di Politica Economica dell'Università di Bologna, la corruzione comporta infatti nel nostro Paese costi economici e sociali rilevantissimi. Al di là delle sue esatte dimensioni, ovviamente quasi impossibile da quantificare essendo frutto di attività illegali e dunque nascoste (i 60 miliardi stimati dalla Commissione europea, e pari alla metà dei 120 ipotizzati in tutta Europa, sono infatti una "stima grossolana frutto di incomprensioni e passaparola"), ci sono dati attendibili e apparentemente contrastanti sui quali è certamente necessario riflettere. "Le condanne per corruzione e concussione sono scese in Italia dalle 1.714 del 1996 alle 263 del 2010, ma questo è dovuto ad esempio alla abolizione del reato di falso in bilancio o all'accorciamento dei tempi di prescrizione, non certo alla riduzione di un fenomeno corruttivo che per ben il 97% degli italiani, era l'84% nel 2007, viene avvertito come diffuso, dato peggiore in tutta Europa dopo il 99% della Grecia: eppure solo il 42% degli italiani pensa di esserne personalmente colpito e appena il 2%, contro una media europea del 4%, dichiara di aver avuto una richiesta di pagamento di tangente", ha concluso illustrando poi il "gioco di ruolo" ideato con un gruppo di ricercatori di UniBo, e proposto con grande successo proprio ieri a Bibbiano, per far crescere questa consapevolezza.
Paolo Bertaccini Bonoli, coordinatore del Premio Giorgio Ambrosoli, ha quindi ricordato la figura del commissario liquidatore della Banca privata italiana di Michele Sindona, fedele servitore dello Stato che pagò con la vita il suo impegno "divenendo un protagonista della storia del nostro Paese". "La professionalità, fare bene il proprio mestiere, è un passaggio non banale nel contrasto alle mafie – ha spiegato ai ragazzi - E noi italiani siamo noti, e da molti secoli, per far bene le cose: certo, è faticoso però ci tutela da molti pericoli. E non è vero che la nostra piccola azione quotidiana è inutile, così come non è vero che siete abbandonati a voi stessi perché ci sono anche molti 'adulti' che ancora si impegnano per il bene del nostro Paese".
Ultimo intervento quello di Salvatore Sberna, assegnista di ricerca dell'Istituto universitario Europeo di Firenze, per il quale "le mafie campano anche senza corruzione, sopravvivranno finché ci saranno mercati illeciti da regolamentare" e l'attenzione, più che alla politica, "dovrebbe essere rivolta, oltre che agli imprenditori, a faccendieri, ex politici e grandi burocrati che, come anche le ultime inchieste hanno rivelato, hanno un ruolo spesso più importante".
Il programma di oggi, sabato 18 aprile
Ore 8.45-9.30 scuola media Balletti di Quattro Castella
Saluto del sindaco Andrea Tagliavini
IL RISPETTO DELLE REGOLE CI RENDE LIBERI
nel gioco come nella vita
Incontro con Mario Conte consigliere di Corte d'appello del Tribunale di Palermo
e autore, insieme a Flavio Tranquillo, del saggio "I dieci passi"
Ore 10-12.30 Auditorium Malaguzzi Reggio Emilia
QUALI RIFORME
NELLA LOTTA ALLE MAFIE?
Saluti di Giammaria Manghi presidente della Provincia Reggio Emilia
e Luca Vecchi sindaco di Reggio Emilia
Presiede
Antonio Nicaso direttore scientifico di Noicontrolemafie
Relatori
Graziano Del Rio ministro delle Infrastrutture
Nicola Gratteri procuratore aggiunto Dda di Reggio Calabria
Mario Conte consigliere di Corte d'appello del Tribunale di Palermo
Ore 17 Cinema Teatro Metropolis di Bibbiano
Saluto del sindaco Andrea Carletti
BIBBIANO CONTRO LE MAFIE
Conferimento della cittadinanza onoraria all'Associazione Cortocircuito
Consegna targhe "Campione di legalità"
a Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, già cittadino onorario di Bibbiano
A seguire
Nicola Gratteri e Antonio Nicaso autori di "Oro bianco" Ed. Mondadori
Intervistati da Elia Minari coordinatore di Cortocircuito
Associazione culturale antimafia di Reggio Emilia
(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)
Nella quarta giornata di "Noicontrolemafie" si è parlato degli scempi ambientali. Tra i testimoni anche don Maurizio Patriciello, il sacerdote di Caivano che "non è la Terra dei fuochi, ma la Terra dei fumi che ci avvelenano e uccidono ragazzi e giovani madri". -
Reggio Emilia, 17 aprile 2015 -
"Custodire il futuro: bellezza contro paura" e, dunque, quando la mafia deturpa la nostra terra e mette a repentaglio la nostra salute al centro della quarta mattinata di "Noicontrolemafie", il festival della legalità promosso dalla Provincia di Reggio Emilia. Ma, soprattutto, a catalizzare l'attenzione degli studenti che hanno gremito il cinema Olimpia – in un gruppo di relatori comunque di grande competenza – è stato don Maurizio Patriciello, il sacerdote di Caivano in prima linea contro i veleni dei roghi a cielo aperto provocati dalla camorra nel Napoletano. Lui - "un esperto di niente" come si è presentato, solo "un semplice sacerdote entrato in seminario a 30 anni per servire Dio e i suoi fratelli, lasciando il lavoro da paramedico, dopo aver dato un passaggio in auto a un frate" - che ha raccontato il dramma delle più povere famiglie napoletane trasferite nei quartieri del post-terremoto. In quella che – a causa dello sversamento illegale da parte della camorra nelle campagne o ai margini delle strade di rifiuti, anche tossici, che vengono poi bruciati - è diventata la tristemente nota 'Terra dei fuochi'. "Che in realtà è una 'Terra dei fumi', perché di fuochi non se ne vedono, noi siamo circondati da nuvole di denso fumo nero...", ha detto don Maurizio, divenuto l'emblema della ribellione popolare contro questo sfregio non solo ambientale "dopo essermi stancato di celebrare funerali di ragazzini o giovani madri stroncati da tumori e leucemie".
"Non era il mio compito, ma ho dovuto fare qualcosa", ha detto spiegando le tante iniziative promosse insieme alle stesse mamme di Caivano per sensibilizzare quelle istituzioni, a partire dal Governo, "che sono responsabili in egual misura di camorra e industrie dell'avvelenamento della nostra terra e di tante, troppe morti". L'ultima proprio l'altro giorno, con la lettera-appello firmata da 25 associazioni per sollecitare il Parlamento ad approvare in tempi rapidi il disegno di legge sugli ecoreati, così da "dare ai magistrati le armi per combattere e punire questo crimine odioso, perché inquinare il creato equivale ad ammazzare gli uomini".
Insieme a don Maurizio, ieri mattina – ben coordinati dal capo della pagina di Reggio Emilia del Resto del Carlino, Gigi Manfredi, che ha sottolineato come "anche ai danni dell'ambiente le mafie prosperino e facciano affari, e come la bellezza ci possa veramente salvare" – sono intervenuti Patrizia Fava, docente del Dipartimento di Scienze della vita dell'Università di Modena e Reggio Emilia, e Walter Ganapini, direttore generale di Arpa Umbria e membro onorario del Comitato scientifico dell'Agenzia europea Ambiente. Ad aprire la giornata, il saluto del presidente della Provincia Reggio Emilia Giammaria Manghi, che ha ricordato ai ragazzi l'importanza "di un festival della legalità proprio nella settimana che precede il 25 aprile: queste sono le nuove Resistenze, oggi sono le mafie il nuovo terreno di una lotta che ha bisogno di partigiani attivi, contro le eversioni e infiltrazioni malavitose, perché il nostro territorio è occupato anche da persone che non vogliono il bene della nostra comunità, e i danni ambientali di cui oggi parleremo rappresentano uno dei tanti crimini compiuti a danno del vostro futuro".
"Perché se si inquinano le falde acquifere nel Meridione, se si inquina la filiera alimentare, i prodotti non restano comunque al Sud, ma finiscono anche sulle vostre tavole", ha aggiunto il direttore scientifico di Noicontrolemafie, lo studioso delle organizzazioni criminali Antonio Nicaso, sottolineando con rimpianto come anche proprio dal Napoletano "grazie a un grande giurista e filosofo, Gaetano Filangieri, la Costituzione americana abbia attinto per sancire il suo fondamento centrale, quello della ricerca della felicità". "Un principio che è nato proprio a Napoli, dove nel Settecento una legge garantiva ai cittadini il diritto di vedere il mare – ha aggiunto – Oggi invece basta girare in qualsiasi città italiana, non solo del Sud, per assistere a ogni genere di scempio, alla cementificazione della coste e a uno sviluppo urbanistico selvaggio. Allora voi ragazzi dove cercare di crescere nella consapevolezza di gestire con cura questo territorio e non farvelo strappare dalle mani da chi cerca solo bruttezza e scempio ".
Sull'importanza della consapevolezza ha insistito anche la docente di UniMoRe Patrizia Fava: "Spesso siamo troppo disattenti a dove lasciamo i nostri rifiuti – ha detto – Il 70% dei rifiuti nel mondo finisce in discarica, anche se tutto contiene energia che può essere riutilizzata, e solo il 19 per cento viene destinato a forme corrette di smaltimento come riciclo e compostaggio". E il 50% per cento dei rifiuti si stima sia composto da plastica, ha aggiunto Fava citando lo scempio – che ha molto colpito i ragazzi – delle vere e proprie 'isole di plastica' (il Pacific Trash Vortex), quegli enormi accumuli di spazzatura galleggiante formatisi a partire dagli anni cinquanta nell'Oceano Pacificio a causa dell'azione delle correnti.
Walter Ganapini, ambientalista reggiano che ha lavorato un po' in tutta Italia (anche in Campania, in particolare sui laghetti di Castelvolturno, venendo anche minacciato dalla camorra) ha invitato i ragazzi "a pretendere che si cambi il nostro modo di vivere e di consumare, perché purtroppo abbiamo innescato una bomba a tempo e vi stiamo consegnando una terra devastata". "Anche qui nel Reggiano, perché basta guardare dalla chiesa di Albinea la cappa marrone che copre la Pianura padana a causa dell'inquinamento ed in particolare delle polveri sottili, che sono cancerogene, per rendersene conto – ha detto - Allora voi dovere pretendere che tutti i discorsi fatti oggi non si fermino qui, ma si traducano in azioni concrete a tutela del nostro territorio, perché purtroppo anche qui dobbiamo fare i conti con un consumo sconvolgente di suolo".
Il programma di oggi, venerdì 17 aprile
Ore 10 Palazzetto dello Sport di Correggio
Saluto del sindaco Ilenia Malavasi
DON CIOTTI
incontra gli studenti delle scuole superiori di Correggio
Promosso da Lions Club Correggio "Antonio Allegri"
Ore 10.30-13 Cinema Olimpia, via Tassoni Reggio Emilia
Saluti di Giammaria Manghi presidente della Provincia Reggio Emilia
e Virginio Carnevali presidente di Transparency International Italia
CRIMINALITÀ E CORRUZIONE
Una metastasi che corrode senso civico e cultura democratica
Presiede Antonio Nicaso direttore scientifico di Noicontrolemafie
Relatori
Cristina Brasili docente di Politica Economica, Università di Bologna
Paolo Bertaccini Bonoli coordinatore del Premio Giorgio Ambrosoli e Centro Studi
Territoria/ASAG Università Cattolica
Salvatore Sberna research fellow, Istituto Universitario Europeo di Firenze
Conclusioni
Nicola Gratteri procuratore aggiunto Dda di Reggio Calabria
Ore 11-12.30 Aula magna istituto Galvani-Iodi di Reggio Emilia
QUANDO IL GIOCO NON È PIÙ UN GIOCO
Dialogo con il pubblico sulla pericolosa diffusione del gioco fra i giovani
Saluto della dirigente Maria F. Dall'asta
Relatori Filippo Arcelloni e EnzoValeri Peruta
autori de Il Circo delle Illusioni, progetto di prevenzione al gioco d'azzardo
Ore 21 Centro di volontariato Kaleidos di Poviglio
Saluto del sindaco Giammaria Manghi
ORO BIANCO
Nicola Gratteri e Antonio Nicaso presentano in prima nazionale
"Oro bianco" Mondadori: storie di uomini, traffici e denaro dall'impero della cocaina
Conduce Nicola Fangareggi direttore di 24Emilia
Ore 21 Teatro Herberia di Rubiera
Saluto del sindaco Emanuele Cavallaro
IL CIRCO DELLE ILLUSIONI
Spettacolo teatrale di prevenzione al gioco d'azzardo di e con Filippo Arcelloni e Enzo
Valeri Peruta
A seguire, dialogo degli attori col pubblico sul tema 'Quando il gioco non è più un gioco'
(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)
Protagonisti gli studenti degli Istituti Chierici, Filippo Re, Galvani-Iodi, Matilde di Canossa e Zanelli impegnati nel progetto di pedagogia civile. -
Reggio Emilia, 15 aprile 2015 -
Giovani talenti per la legalità protagonisti ieri pomeriggio al Festival "Noicontrolemafie". Nella Sala del Consiglio provinciale, insieme alla vicepresidente Ilenia Malavasi e alla curatrice scientifica del progetto di pedagogia civile Rosa Frammartino, si è fatto il punto delle tante iniziative attuate in diverse scuole superiori reggiane: Chierici, Filippo Re, Galvani-Iodi, Matilde di Canossa e Zanelli. Coordinati dal direttore di Reggio Report Pierluigi Ghiggini, sono intervenuti i docenti Rosaria Cascio, educatrice del metodo Don Puglisi, e Stefano Aicardi, curatore educativo del progetto, la vicepresidente provinciale dell'Anpi Fiorella Ferrarini e Maria Cristina Sarò, autrice teatrale e regista. Al termine è stato consegnato un attestato agli studenti reggiani coinvolti nei progetti Per l'"impegno costante e fruttuoso contro ogni forma di illegalità e di prevaricazione nel mondo della scuola e nella società".
Saltato per l'improvvisa indisponibilità delle relatrici il dibattito di questa mattina Teatro Re-Giò sul tema "Minacce all'articolo 21: in Italia come in America latina?", il festival prosegue nel pomeriggio a Rubiera nel nome di Libero Grassi con la merenda della legalità sotto i portici della via Emilia e la passeggiata con consegna dell'adesivo "Io scelgo la legalità" e in serata in Sala del Tricolore con la proiezione del film di Nella Condorelli "L'inchiesta" sui fasci siciliani dei lavoratori, prodromo dell'amtimafia sociale.
Il programma di domani, giovedì 16 aprile
ORE 10.30-13 Cinema Olimpia, via Tassoni Reggio Emilia
Saluto di Giammaria Manghi, presidente della Provincia Reggio Emilia
CUSTODIRE IL FUTURO: bellezza contro paura
Relatori
Patrizia Fava docente del Dipartimento Scienze della vita di UniMoRe
Walter Ganapini direttore generale Arpa Umbria e membro onorario del Comitato scientifico dell'Agenzia Europea Ambiente
Don Maurizio Patriciello sacerdote di Caivano (NA), in prima linea contro i veleni dei roghi "a cielo aperto"
Antonio Nicaso studioso delle organizzazioni criminali
Conduce Luigi Manfredi direttore del Resto del Carlino Reggio Emilia
Ore 10-12.30 Cinema Teatro Metropolis di Bibbiano
Saluto del sindaco Andrea Carletti
IN NOME DI LIBERO GRASSI
Incontro pubblico con la partecipazione di Alfredo, nipote di Libero Grassi
Gruppo di ragazze e ragazzi di Palermo e di Bibbiano
Immagini dal film-documentario Libero nel nome regia di P. Durante
Testimonianze e canzoni di Addiopizzo Junior e Young
Mostra lavori degli studenti
Merenda della legalità
Passeggiata e consegna dell'adesivo Io scelgo la legalità
Ore 15-18.30 Sala del Consiglio comunale di Bibbiano
Saluto del sindaco Andrea Carletti
I GIOVANI DI BIBBIANO IN GIOCO
CONTRO LA CORRUZIONE
Alla ricerca della legalità perduta. Gioca il tuo ruolo!
Quali ricadute comportano corruzione ed illegalità sull'economia e sulla società? Come si possono contrastare? Un gioco di ruolo, ispirato a vicende realmente accadute, coinvolgerà un gruppo di giovani ad accettare e cercare di vincere la sfida della legalità
Intervengono
Cristina Brasili docente del Dipartimento di Scienze statistiche UniBo
Paolo Bertaccini Bonoli coordinatore del Premio Giorgio Ambrosoli e Centro Studi Territoria/ASAG Università Cattolica
Team di Progetto: Valentina Aiello, Pierre Maurice Reverberi, Jacopo Fanti
ricercatori presso il Dipartimento di Scienze statistiche UniBo
ORE 17.30-19 Centro Sociale 25 Aprile di Correggio
Saluto del sindaco Ilenia Malavasi
LA LEGALITÀ FRA I BANCHI DI SCUOLA
Educazione alla legalità con laboratori di scrittura, musica e teatro con gli studenti della scuola media Andreoli
Ore 21 Cinema Teatro Metropolis di Bibbiano
Saluto del sindaco Andrea Carletti
IL CIRCO DELLE ILLUSIONI
studio grafico delicatessen
Spettacolo teatrale di prevenzione al gioco d'azzardo di e con Filippo Arcelloni e Enzo Valeri Peruta
A seguire, dialogo degli attori col pubblico sul tema 'Quando il gioco non è più un gioco'
Ore 21 Sala conferenze Palazzo Principi di Correggio
Saluto del sindaco Ilenia Malavasi
CON I FASCI SICILIANI NASCE L'ANTIMAFIA SOCIALE
Uomini e donne che hanno fatto la storia
Proiezione de L'inchiesta di Nella Condorelli
Un film e una doppia inchiesta nel 120° anniversario dei Fasci Siciliani dei Lavoratori (70')
Relatori
Nella Condorelli regista
Giuseppe Carlo Marino prof. ordinario di Storia contemporanea
Conduce Mirco Zanoni coordinatore culturale Istituto Alcide Cervi
(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)
Nella seconda giornata di "Noicontrolemafie" si è parlato della 'ndrangheta in Emilia e, dunque, anche della recente inchiesta Aemilia, di ritardi e di silenzi. Ma Zincani, Nicaso, Pignedoli e Bini hanno anche spiegato agli studenti reggiani come fare per contrastarla -
Reggio Emilia, 15 aprile 2015 -
'Ndrangheta in Emilia, e dunque anche la recente, clamorosa inchiesta Aemilia, al centro della seconda mattinata di Noicontrolemafie, il festival della legalità promosso per il quinto anno consecutivo dalla Provincia di Reggio Emilia in collaborazione con Università, Comune di Reggio Emilia e Regione Emilia-Romagna. In cattedra - davanti a un platea di studenti delle superiori e moderati dal direttore di Radio Bruno, Pierluigi Senatore - il direttore scientifico del festival, lo storico delle organizzazioni criminali Antonio Nicaso, Vito Zincani, già procuratore capo del Tribunale di Modena, il consigliere con delega alla legalità della Provincia di Reggio Emilia, Enrico Bini, e la giornalista del Resto del Carlino, Sabrina Pignedoli.
E' stato proprio Enrico Bini - ex presidente della Camera di commercio al quale, come ha ricordato Nicaso, "dobbiamo essere grati per essere stato il primo a segnalare le anomalie del settore dell'autotrasporto" - ad aprire la giornata, "emozionato nel vedere tanti giovani, che voglio ringraziare insieme alle scuole e agli insegnanti per l'appoggio che ci hanno sempre dato nelle battaglie a favore della legalità".
"Nella lotta alla mafia non siamo all'anno zero, purtroppo nel mondo imprenditoriale siamo sotto zero, mentre nel mondo politico si è fatto qualcosa di più e si è compiuto qualche passo in avanti", ha tra l'altro detto Bini ricordando anche "il silenzio assordante che ha accompagnato le prime coraggiose iniziative del prefetto De Miro da parte di chi, proprio come il sistema imprenditoriale reggiano, doveva invece dire qualcosa".
Antonio Nicaso ha quindi analizzato del dettaglio il profilo della 'ndrina presente nel Reggiano, "che non è una 'ndrangheta di serie B, ma quella che fa capo a Nicolino Grande Aracri, un boss che l'inchiesta Aemilia ha confermato avere rapporti con politici e imprenditori, perfino magistrati di Cassazione attraverso avvocati compiacenti, con una commercialista di Bologna convinta a fare operazioni particolari sul mercato legale, che aveva contatti con la massoneria e con un monsignore che inconsapevolmente si era prestato a far trasferire un detenuto". "Una 'drina che non è comparsa ora dal nulla – ha aggiunto Nicaso - ma che è stata protagonista oltre vent'anni fa della faida con i Dragone, Antonio faceva il bidello a Quattro Castella, vincendola e riuscendo a mettere le mani in questa terra appetibile sulla grande ricchezza della mafia, il traffico di cocaina, e stipulando un accordo strategico con i casalesi: a loro il Modenese, a Grande Aracri il Reggiano".
E da allora è cresciuta sempre più, come ha confermato l'inchiesta Aemilia e chi questa indagine l'ha raccontata, come la giornalista reggiana del Carlino Sabrina Pignedoli, citata anche lei nelle carte dei magistrati come cronista coraggiosa che ha rifiutato pressioni per pubblicare notizie aggiustate. "Anche io quando ho iniziato a lavorare non credevo che a Reggio esistesse la 'ndrangheta – ha ammesso – Tutto è cambiato con l'operazione Pandora e una intercettazione che lessi e che mi lasciò senza parole: tre persone che uscivano da una pizzeria di Montecchio e in macchina si mettono a parlare di uccidere qualcuno a colpi di bazooka...". Da allora ha iniziato a indagare, a leggere carte, ad annotare nomi e rapporti e a raccontare di mafia, fino a spingere un poliziotto compiacente a minacciarla di "non scrivere più di certe persone". Lei, ovviamente, ha continuato, ma non tutti hanno detto no alla mafia: "L'economia, ad esempio, ha voluto usufruire di certi servizi perché era comodo, ha preferito chiudere gli occhi, perché i soldi sono utili e non puzzano", ha denunciato.
Ma quali i rimedi alle infiltrazioni della mafia nella ricca Emilia? Per il magistrato Vito Zincani, uno su tutti: "La trasparenza, soprattutto la trasparenza può spezzare il matrimonio innaturale tra mafia e imprenditoria, perché è solo nella oscurità che si coltivano certi rapporti". Ma, purtroppo, in Italia non si fa abbastanza: "Abbiamo perso la battaglia dei falsi in bilancio, e da quando lo abbiamo fatto la nostra economia è andata a rotoli; non abbiamo ancora abbastanza trasparenza nei pagamenti, visto che il nostro è l'unico Paese del mondo occidentale nel quale oltre il 60 per cento dei pagamenti continua ad avvenire in contanti – ha detto – Ma è anche vero che, da noi, la pressione fiscale è pari al 70 per cento e che, in generale, è il nostro modello complessivo di sviluppo ad aver subito un forte condizionamento che appartiene anche a scelte di natura politica: leggi e normative sono fondamentali per contrastare le mafie, se l'Italia non si libererà da questo abbraccio non decollerà mai. Così come è importante investire nella scuola e in voi giovani...".
Già, i giovani. A fine dibattito, quando la parola è passata agli studenti reggiani, tante le domande, ma principalmente un unico, accorato interrogativo di fondo: ma noi, cosa possiamo fare per contrastare le mafie? Altrettanto accorate, le risposte. Per Nicaso "rispettare le regole e lavorare, evitare la logica del compromesso e le raccomandazioni, essere onesti e coerenti, cercando di essere cittadini responsabili, sentinelle vigili del territorio: ma soprattutto studiare, distinguervi, perché solo i sacrifici rendono liberi". Per Zincani "isolare il modello culturale del mafioso che in alcune aree si presenta come persona di successo: studiare perché la vostra idea della mafia sia quella corretta, quella di una organizzazione criminale nociva, non qualcosa che dà successo e facile denaro". Per Pignedoli "rispettare diritti e doveri, essere cittadini responsabili delle proprie azioni, anche nelle piccole cose, come ad esempio segnalare la targa di chi tampona un'altra auto in un parcheggio e fugge". Per Pierluigi Senatore "fare come Sabrina: saper dire di no".
Il programma di oggi mercoledì 15 aprile
Ore 10-12.30 Teatro Re-Giò Via Agosti 6 Reggio Emilia
Saluto della Presidenza dell'Assemblea legislat iva dell'Emilia-Romagna MINACCE ALL'ARTICOLO 21
In Italia come in America latina?
Relatori
Antonio Nicaso scrittore e studioso di criminalità organizzata Isabella Pascucci giornalista e criminologa
Cynthia Rodriguez giornalista messicana
Conduce Massimo Sesena della della Gazzetta di Reggio Spettacolo QUESTIONE DI UN ATTIMO
di Emanuele Tirelli con Marco Ziello Regia di Alessandro Gallo Prod.Caracò A seguire: dialogo con il pubblico
Ore 10-12.30 Sala Conferenze Palazzo dei Principi di Correggio
Saluto del sindaco Ilenia Malavasi
IN NOME DI LIBERO GRASSI
Incontro pubblico con la partecipazione di Alfredo, nipote di Libero Grassi Gruppo di ragazze e ragazzi di Palermo e di Correggio
Immagini dal film-documentario Libero nel nome regia di P. Durante
Test imonianze e canzoni di Addiopizzo Junior e Young
Mostra lavori degli studenti
Merenda della legalità
Passeggiata e consegna dell'adesivo Io scelgo la legalità
Ore11-12.30 Aula Magna Istituto Filippo Reviale Trento Trieste 4
Saluto della dirigente Maria Dall'Asta
QUANDO IL VISSUTO DIVENTA NARRAZIONE
storie di ragazze e ragazzi del liceo Regina Margherita di Palermo
Rosaria Cascio educatrice Metodo Don Puglisi e docente
Io pretendo la mia felicità, ho pagato tanto e adesso me la merito Ed. Navarra progetto di scrittura collettiva con le storie dei ragazzi del Liceo Regina Margherita di Palermo
Ore 17-19.30 Sala del Consiglio comunale di Rubiera
Saluto del sindaco Emanuele Cavallaro
IN NOME DI LIBERO GRASSI
Incontro pubblico con la partecipazione di Alfredo, nipote di Libero Grassi Gruppo di ragazze e ragazzi di Palermo e di Correggio
Immagini dal film-documentario Libero nel nome regia di P. Durante
Test imonianze e canzoni di Addiopizzo Junior e Young
Mostra fotografica Scatti di legalità
Merenda della legalità sotto i portici della via Emilia
Passeggiata e consegna dell'adesivo Io scelgo la legalità
Ore 21 Sala del Tricolore, Municipio d i Reggio Emilia
Saluti di Luca Vecchi sindaco di Reggio Emilia
e Giammaria Manghi presidente della Provincia di Reggio Emilia
CON I FASCI SICILIANI NASCE L'ANTIMAFIA SOCIALE
Uomini e donne che hanno fatto la storia
Proiezione de L'inchiesta di Nella Condorelli
Un film e una doppia inchiesta nel 120° anniversario dei Fasci Siciliani dei Lavoratori (70') Relatori
Nella Condorelli regista
Giuseppe Carlo Marino prof. ordinario di Storia contemporanea
Giacomo Notari presidente Anpi provinciale Reggio Emilia
Antonio Nicaso storico delle organizzazioni criminali
Conduce Nando Rinaldi direttore Istoreco
(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)
Approvati i criteri di ripartizione dei 13,8 mln stanziati per interventi urgenti su tutto il territorio regionale. Votati all'unanimità dall'Assemblea dei sindaci in vista del Piano che presenterà il commissario delegato alla gestione dell'emergenza. Solo nel Reggiano prima stima danni di 42 milioni -
Reggio Emilia, 9 aprile 2015 -
L'Assemblea dei sindaci della Provincia di Reggio Emilia, presieduta da Giammaria Manghi, ha approvato ieri mattina all'unanimità i criteri di ripartizione dei finanziamenti che verranno concessi in seguito alla nevicata, e ai conseguenti black-out e dissesti idrogeologici, che hanno interessato anche il Reggiano ai primi di febbraio. Sulla Gazzetta Ufficiale del 30 marzo è stata infatti pubblicata l'ordinanza del capo Dipartimento della Protezione civile che – in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei ministri - stanzia 13,8 milioni di euro per interventi urgenti su tutto il territorio regionale, colpito in quei giorni anche da una violenta mareggiata sulle coste romagnole. Sulla base di tale ordinanza, il commissario delegato alla gestione dell'emergenza – individuato nel direttore dell'Agenzia regionale di Protezione civile, Maurizio Mainetti – entro fine mese dovrà sottoporre al Dipartimento nazionale il Piano degli interventi urgenti riguardante interventi realizzati da Comuni, Province, enti pubblici o strutture organizzative nella fase di prima emergenza rivolti a rimuovere le situazioni di rischio e ad assicurare l'indispensabile assistenza alle popolazioni; attività poste in essere per la messa in sicurezza delle aree interessate dagli eventi calamitosi; interventi urgenti volti ad evitare situazioni di pericolo o maggiori danni a persone o cose.
Nell'esprimere "soddisfazione per l'approvazione all'unanimità da parte dell'Assemblea dei sindaci dei criteri di ripartizione, a conferma del senso di responsabilità e del grande lavoro di condivisione da parte di tutti i primi cittadini anche in questa occasione", il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, sottolinea come "i 13,8 milioni stanziati per tutta la regione siano insufficienti a risarcire i territori, considerando l'entità dei danni provocati dall'ondata di maltempo registratasi ai primi di febbraio".
Come ha ricordato la responsabile della Protezione civile provinciale, Federica Manenti, "una prima quantificazione di tutti i danni riportati, inoltrata alla Regione da Comuni e Provincia in febbraio, stimava in circa 42 milioni i fabbisogni di pubblico, privato ed attività produttive solo nel Reggiano". Danni a cui si aggiungono – come ha illustrato il dirigente del Servizio Infrastrutture Valerio Bussei – gli ulteriori, nuovi 18 dissesti che hanno interessato strade provinciali, per un fabbisogno di 2 milioni e 750.000 euro (portando, complessivamente, a 80 i dissesti su strade provinciali provocati dal maltempo negli ultimi anni, per un danno di circa 9,6 milioni di euro).
Anche i fondi urgenti stanziati dalla Regione Emilia-Romagna immediatamente dopo la nevicata, hanno coperto solo in minima parte le esigenze dei Comuni, che si sono visti soddisfare 24 delle 57 domande presentate, per un importo di 650.000 euro a fronte dei 3,8 milioni richiesti.
"Dai dati pervenuti dai Comuni, solo sommando le voci relative all'assistenza alla popolazione e agli interventi di somma urgenza eseguiti e da eseguire, si arriva nella nostra provincia a 9,4 milioni di euro, a cui si aggiungerebbero 8,6 milioni per le opere di mitigazione del rischio – conclude il presidente Manghi – E' quindi indispensabile individuare ulteriori risorse e, su questo, mi impegno a sollecitare il presidente della Regione che incontrerò nei prossimi giorni".
L'ordinanza del capo Dipartimento di Protezione civile disciplina anche i contributi per l'autonoma sistemazione dei nuclei familiari evacuati la cui abitazione principale - abituale e continuativa - sia stata distrutta in tutto o in parte, ovvero sia stata sgomberata in esecuzione di provvedimenti delle autorità, adottati a seguito degli eccezionali eventi meteorologici. Sono altresì contemplati i danni subiti dal patrimonio privato e dalle attività economiche e produttive per i quali sia rinvenibile il nesso di causalità con l'evento, nonché una quota per oneri per prestazioni di lavoro straordinario svolto dalle Pubbliche amministrazioni.
(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)
Alessio Mammi ha espresso il proprio compiacimento per l'operazione del Nucleo antifrode dei carabinieri che l'altro giorno hanno perquisito una quindicina tra caseifici e magazzini a caccia di Parmigiano-Reggiano contraffatto.
Reggio Emilia 26 marzo 2015 -
La provincia di Reggio Emilia ha approvato all'unanimità un ordine del giorno, presentato dal gruppo Terre reggiane – illustrato in aula dal capogruppo Giuseppe Pagliani ed emendato dal consigliere delegato all'Agricoltura Alessio Mammi –, sul fenomeno delle tante imitazioni di Parmigiano-Reggiano confezionate all'estero.
Il documento impegna la Provincia di Reggio Emilia a richiedere "al Governo Italiano di inserire, nell'ambito dei negoziati per un accordo Ue-Usa riguardanti il partenariato transatlantico su commercio e investimenti, clausole precise volte a perseguire efficacemente la contraffazione, in particolare quella dei prodotti alimentare, anche attraverso misure di protezione che impediscano - ad esempio nel settore alimentare - ad un casaro americano di fregiare i loro formaggi con denominazioni che richiamano in maniera sfacciata il formaggio di casa nostra; al Ministro delle Politiche agricole di ricorrere in modo sistematico a livello europeo - non appena vi siano le condizioni - al meccanismo di tutela ex officio delle produzioni agroalimentari di qualità di denominazione di origine protetta e indicazione geografica protetta; alle competenti autorità d'implementare l'attività di lotta alla contraffazione sul web dei prodotti italiani, a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano, anche attraverso l'auspicabile collaborazione di alcuni grandi player dell'e-commerce; al Consorzio di tutela di potenziare le attività di controllo, in Italia e all'estero, per contrastare ogni forma di contraffazione, garantendo l'eccellenza e la qualità del prodotto e la sicurezza dei consumatori".
Nel corso del dibattito, lo stesso consigliere delegato Alessio Mammi ha espresso il proprio compiacimento per l'operazione del Nucleo antifrode dei carabinieri che l'altro giorno hanno perquisito una quindicina tra caseifici e magazzini a caccia di Parmigiano-Reggiano contraffatto. "Le attività di verifica sul rispetto da parte dei produttori dell'intero percorso di qualità che contraddistingue il re dei formaggi sono fondamentali per tutelare questo vero e proprio gioiello agroalimentare del Made in Italy che rappresenta in tutto il mondo non solo una nostra tradizione, ma un'eccellenza in termini di qualità e sicurezza alimentare - ha tra l'altro detto Mammi - Purtroppo, come la cronaca di questi giorni conferma, non solo all'estero non si rispettano le regole del gioco: ben vengano, dunque, i controlli di carabinieri e magistratura a difesa non solo della qualità del Parmigiano-Reggiano, ma anche dei tanti produttori che, con grande fatica specie in questo periodo di crisi, si impegnano per creare ogni giorno un prodotto di eccellenza. Per contrastare le imitazioni, bisognerà comunque anche migliorare la commercializzazione del nostro prodotto, essere più presenti sui mercati esteri per far conoscere a apprezzare la qualità di un formaggio che davvero non può essere imitato".
Senso unico alternato sulla Sp 11 a Paderna di Vezzano per uno smottamento -
Reggio Emilia, 27 marzo 2015 -
Altre situazioni di criticità, in seguito al maltempo dei giorni scorsi, sulle strade provinciali. Da oggi la Provincia di Reggio Emilia è stata costretta a chiudere al transito la Sp 73 "San Polo-Canossa-Castello", nei pressi della località Borsea di San Polo d'Enza, a causa di un cedimento della sede stradale che ha interessato completamente l'asse viabile. Fino al termine dei lavori di ripristino, per consentire il raggiungimento dei centri abitati di Borsea e Grassano, il traffico verrà deviato sulla Sp 78 "Quattro Castella-Bergonzano-Borsea".
Senso unico alternato a vista e limite di velocità a 30 km/h invece sulla Sp 11 "Braglie-Torre-Casina", in località Paderna di Vezzano sul Crostolo, a causa di uno smottamento della scarpata di monte.
Per info in tempo reale sulla viabilità e in caso di eventuali emergenze consultare il profilo Twitter della Provincia di Reggio Emilia @ProvinciadiRE.
(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)
Grazie a una convenzione tra Provincia e Dipartimento di Educazione dell'Università di Modena e Reggio Emilia: coinvolti 200 universitari, crediti formativi per i tirocini -
Reggio Emilia, 27 marzo 2015 -
Si apre un nuovo percorso per la realizzazione nelle scuole superiori reggiane del progetto Tutor, importante sostegno a favore degli studenti disabili certificati o con disturbi specifici di apprendimento (Dsa) che la Provincia di Reggio Emilia era stata purtroppo costretta a sospendere a causa dei pesanti tagli subiti. Le modalità del 'nuovo' progetto Tutor – che è stato possibile attivare grazie a una convenzione con e l'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – sono state illustrate ieri mattina dal presidente e dalla vicepresidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi e Ilenia Malavasi insieme al preside del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell'Università di Modena e Reggio Emilia Giorgio Zanetti, alla presenza dei dirigenti scolastici tra cui il referente della rete dei dirigenti delle scuole secondarie di secondo grado Maurizio Bocedi.
Viene dunque offerta una nuova opportunità di tutoraggio per i ragazzi disabili o certificati Dsa non solo attraverso i tirocini del Dipartimento di Educazione e Scienze umane di Unimore che prevedono fino a 360 ore di stage a partire dall'inizio del terzo anno del corso di laurea, ma anche tramite il riconoscimento successivo di crediti formativi (1 ogni 30 ore) per l'esperienza svolta direttamente tramite una scuola o una associazione di volontariato.
"Si tratta di un atto rilevante che conferma una importante azione di sostegno a favore dell'integrazione che, purtroppo, la Provincia era stata costretta a sospendere a inizio d'anno scolastico per mancanza di risorse economiche a causa dei tagli che il nostro ente ha subìto e continua a subire - ha detto il presidente Giammaria Manghi sottolineando - Fortunatamente, grazie all'impegno della vicepresidente Malavasi e alla disponibilità del Dipartimento di Educazione, siamo riuscito a risolvere una situazione veramente paradossale perché, nonostante una chiara volontà politico-istituzionale di proseguire una felice azione legata all'integrazione avviata da oltre dieci anni, eravamo impossibilitati a farlo. Ci siamo riusciti ricorrendo a un nuovo modo di fare amministrazione, perché in questa situazione di crisi e di risorse che vengono meno è indispensabile trovare strade diverse per non perdere l'anima, per non disperdere il grande patrimonio di servizi alle persone, a partire dai più deboli, che questa provincia ha realizzato nel corso di decenni – ha concluso il presidente della Provincia, ricordando anche il recente accordo sull'inserimento lavorativo delle persone diversamente abili - E lo abbiamo fatto rinnovando una proficua collaborazione con la massima espressione del nostro sistema educativo, l'Università".
"Una Università – ha aggiunto la vicepresidente Ilenia Malavasi – che si è dimostrata attenta e disponibile per proseguire un progetto, che abbiamo avviato nel 2004 insieme a tutte le scuole superiori a favore dei ragazzi disabili e che dal 2011 abbiamo ampliato a quelli con disturbi specifici di apprendimento, che potrà compiere un ulteriore passo in avanti grazie al supporto di studenti universitari preparati e adeguati".
Anche il preside del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell'Università di Modena e Reggio Emilia Giorgio Zanetti ha definito "veramente rilevante questa sinergia a tre che si è venuta a creare ed alla quale l'Università tiene molto per ragioni persino di ricerca, oltre che di didattica: per i nostri studenti tornare a scuola dalla parte dello staff che presiede all'educazione, seguendo casi difficili e a volte anche dolorosi, rappresenta una grande opportunità che li farà crescere sul piano dell'esperienza e garantirà al Dipartimento una preziosa serie di relazioni col mondo della scuola".
La soddisfazione degli istituti superiori è stata espressa dal referente della rete dei dirigenti delle scuole secondarie di secondo grado Maurizio Bocedi: "I tutor, in tutti questi anni, hanno rappresentato figure fondamentali per facilitare i ragazzi disabili o con disturbi di apprendimento: è fondamentale proseguire con questo progetto in crescita progressiva negli anni, che ora darà anche la possibilità ai futuri insegnanti di toccare con mano una realtà scolastica che, dal punto di vista degli studenti, è in continua evoluzione".
Come funziona il 'nuovo' Progetto Tutor
Sulla base di una Convenzione quadro di Tirocinio di formazione ed orientamento tra la Provincia di Reggio Emilia e l'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, la vicepresidente della Provincia con delega all'Istruzione, Ilenia Malavasi, ha preso nei giorni scorsi contatti con il Dipartimento di Educazione e Scienze umane per una proposta di tirocino che preveda la possibilità per gli studenti che frequentano il corso di laurea in Scienze dell'educazione di svolgere il tirocinio come tutor in una scuola secondaria di secondo grado della nostra Provincia. Il tirocinio riguarderà gli studenti universitari – circa 200 - che abbiano concluso il secondo anno e riconoscerà 1 credito formativo ogni 30 ore svolte.
L'obiettivo del progetto è quello di "lavorare su una sfera delicata", complessa ma fondamentale per la crescita dell'individuo: quella della comunicazione e dell'integrazione con le diverse situazioni progressivamente affrontate, in particolare con "il gruppo dei pari". Al tirocinante che si candida come tutor sarà richiesta una forte carica relazionale ed educativa, in quanto deve essere in grado di prendersi cura dell'alunno disabile o certificato Dsa, per aiutarlo a crescere sul piano sociale e personale; avrà il compito di facilitare l'apprendimento dello studente disabile nella classe, nelle attività di laboratorio, nei compiti di casa e favorire l'integrazione sociale e scolastica nel gruppo dei ragazzi sia a scuola, sia in altri contesti extrascolastici. Tramite interventi educativi di sostegno e di accompagnamento il progetto agisce in termini di prevenzione della dispersione scolastica e contribuisce a limitare i fenomeni di disagio.
La Provincia di Reggio Emilia, che in questi anni ha promosso la realizzazione del progetto Tutor, manterrà un ruolo di coordinamento del progetto, facendo da raccordo tra il Dipartimento di Educazione e Scienze umane e le scuole superiori che gestiscono il progetto, individuando un insegnante referente, selezionando il tutor con le competenze più adatte al caso da seguire, condividendo il Piano Educativo Individualizzato (Pei) dello studente diversamente disabile.
Il Servizio di programmazione scolastica, educativa ed interventi per la sicurezza sociale della Provincia ed il Dipartimento di Educazione e Scienze umane dell'Università di Modena e Reggio Emilia hanno quindi messo a punto una convenzione ad hoc, basata sul progetto Tutor, per il Tirocinio di formazione ed orientamento, firmata ieri mattina dal presidente Manghi, dal preside Zanetti e dai dirigenti di tutte le scuole secondarie di secondo grado.
(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)
In entrambi i tratti si viaggia a senso unico alternato. Mezzi pesanti e autobus ancora dirottati su percorsi alternativi. Limite dei 30 km all'ora in due tratti della Sp 8 a Toano per strada dissestata -
Reggio Emilia, 25 marzo 2015 -
Il maltempo continua a flagellare il nostro Appennino ed in particolare il territorio di Baiso. Dopo che ieri la Provincia di Reggio Emilia aveva comunicato di aver provvisoriamente riaperto al transito a senso unico alternato, ma non per i mezzi pesanti, la Sp 7 Pratissolo – Felina (chiusa da gennaio per una frana in località Monte Lusino di Baiso), oggi sempre sulla stessa Sp 7, nei pressi di Monte Faraone, a causa di una frana di monte è stato istituito un senso unico alternato a vista con limite di velocità a 30 km/h.
Per quanto riguarda la frana di Monte Lusino, dove la strada provinciale è stata provvisoriamente riaperta al transito a senso unico alternato e con limite dei 30 km/h, la Provincia di Reggio Emilia ricorda che per i mezzi pesanti la Sp 7 continua a rimanere non transitabile per un tratto di circa 8 chilometri dall'incrocio con la Sp 98 in località Gargola all'incrocio con la Sp 27 e la Sp 107 nell'abitato di Baiso.
I percorsi alternativi restano i seguenti:
Veicoli di massa a pieno carico superiore a 3,5 tonnellate) e autobus:
- da Reggio Emilia in direzione Baiso sulla Sp 7 all'incrocio in località Gargola sulla Sp 98 e in seguito sulla Sp 107;
- da Baiso in direzione Reggio Emilia sulla Sp 107, quindi sulla S.P.98;
Veicoli di massa a pieno carico superiore a 7 tonnellate (esclusi quelli diretti alla discarica):
- da Reggio Emilia in direzione Baiso, alla rotatoria di Pratissolo proseguire per Castellarano sulla Sp 486R, quindi a Roteglia sulla Sp 27 per Baiso;
- da Baiso in direzione Reggio Emilia sulla Sp 27 direzione Roteglia, quindi sulla Sp 486R direzione Reggio Emilia.
Nei prossimi giorni, forse già lunedì se il tempo lo consentirà, è probabile comunque una nuova chiusura al transito della Sp 7 a Monte Lusino per consentire la posa delle fondazioni dell'opera di contenimento della frana: i lavori dovrebbero durare non più di una settimana, dopo di che la Sp 7 sarà di nuovo riaperta alle sole auto, sempre a senso unico alternato.
Variazioni al traffico anche in comune di Toano, dove da ieri in due tratti della Sp 8 - in località Aigume e all'incrocio per il campeggio di Quara – si viaggia con limite di velocità a 30 km/h in quanto la strada è dissestata ed è presente della ghiaia sulla carreggiata. Il provvedimento rimarrà in vigore fino al termine dei lavori di ripristino.
Per info in tempo reale sulla viabilità e in caso di eventuali emergenze consultare il profilo Twitter della Provincia di Reggio Emilia @ProvinciadiRE.
(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)
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24-06-2024 Salute e Benessere
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19-03-2024 Salute e Benessere
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10-02-2024 Salute e Benessere
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17-12-2023 Salute e Benessere
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