Giovedì, 14 Marzo 2024 07:33

In attesa della conferenza dei servizi, tornano in TV Bosi e Cesari In evidenza

Scritto da Gabriele Majo

di Gabriele Majo Parma, 13 Marzo 2024 - (Gmajo) – L’ultima volta che Marco Bosi, Assessore a Bilancio e Sport (per cui titolare della Gestione degli impianti sportivi, sostegno del diritto allo sport e persino dei TSO) del Comune di Parma era stato ospite di Parma Europa – addì martedì 23 gennaio 2024, come vola il tempo, sembra ier…i – chiosando il suo intervento su queste colonne avevamo titolato “La questione stadio non è banale”, in quanto il politico, durante la trasmissione, a mo’ di intercalare aveva più volte ripetuto, appunto, l’espressione (sovente da noi udita ad Alcatraz“Non è banale”.

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Ebbene: ieri sera, martedì 12 marzo 2024, se non ci siamo distratti, il vice sindaco nella passata legislatura, non ha riproposto il medesimo intercalare, né, però, ha replicato un suo felice paragone – che avevamo letto domenica mattina sulla Gazzetta di Parma, in un articolo a firma di Giuseppe Milano nelle due pagine nobili del giornale dedicate sostanzialmente alle stesse tematiche oggetto della trasmissione di ieri sera sul piccolo schermo, ossia l’impiantistica sportiva – e cioè che la pioggia dorata di KK per lo stadio era una possibilità di cui valersi come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, perché secondo lui, bisognava «approfittare di questa opportunità economica per dare nuova vita ad un impianto che aveva bisogno di essere riqualificato. Come avvenuto per i fondi del Pnrr, anche qui l’occasione non si sarebbe mai più ripetuta».

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Non ha usato il medesimo riuscito parallelismo, però, anche sotto i riflettori di Via Mantova, Bosi ha ribadito come il Comune di Parma giammai avrebbe potuto mettere (“da solo”, dice lui…) sul piatto la bellezza di 138 milioni, tanti quanti ne ha stanziati il tycoon americano per quest’opera che, come amiamo ripetere noi, sarà la più importante opera urbanistica dal dopoguerra in poi. A mio modo di vedere il problema è sempre uno: l’amministrazione pubblica, abbagliata dai riflessi dell’oro dell’investitore privato, non sempre ha guidato in modo opportuno le operazioni, evitando quelle storture progettuali che fanno storcere il naso non solo agli oppositori ideologici contrari alle cementificazioni, o ai residenti locali, ma anche a qualche moderato, quroum ego, che, pur conscio della necessità di ristrutturare il vecchio Ennio, trova la soluzione trovata inadatta al contesto che la ospita e con qualche punto interrogativo di troppo.

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Dall’ultimo rendering di recente mostrato a Bar Sport (quella volta, lunedì 26 febbraio 2024, Bosi – solo Marco – nella grafica, era collegato telefonicamente) si può notare come siano sparite (per fortuna) le due enormi scalinate d’accesso alla tribuna centrale (che erano proprio due pugni in entrambi gli occhi) e come si sia tentato – seguendo disposizioni nel frattempo pervenute – di valorizzare la Porta Monumentale e le due palazzine resilienti, creando un ampio cortile (ma col sacrificio delle piante secolari, sia pure male in arnese, che taluni vorrebbero proteggere). Basterà tutto questo per convincere la Conferenza dei Servizi, inondata dalle tavole spedite via pec nel termine del 19 febbraio scorso?

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Già, la Conferenza dei Servizi, un po’ troppo tirata per la giacchetta, se si considera il pressing mediatico (tra paginate e talk show) nella imminenza di un verdetto che tutti danno per scontato sia favorevole, ma che non è detto lo sia: il suo parere (mi ha spiegato un esperto della materia come il collega Gian Luca Zurlini) potrebbe essere un sì totale, un sì con prescrizioni che però diventano obbligatorie e se non seguite diventano un no, oppure un no immediato, che, sia pure improbabile, è quanto meno possibile. Considerata la suscettibilità di qualcuno, investito di questo piccolo (o grande) potere, è poco consigliabile mostrare i muscoli o estrema sicumera o mostrare sorpresa (come nell’articolo domenicale del quotidiano confindustriale) perché: “I lavori della Conferenza dei Servizi si concluderanno il 20 marzo ed ancora non trapela nulla sul responso dei vari enti chiamati a decidere sul progetto del nuovo Tardini”.

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A proposito della data di scadenza della Conferenza dei Servizi, stando a quanto sostenuto ieri sera dall’assessore, si apprende di un ulteriore piccolo ritardo: “Dovrebbe esserci uno slittamento ad aprile: il 19 febbraio il Parma ha integrato e la dichiarazione è corposa, quindi è servito qualche giorno per rifare formalmente la riapertura della conferenza, che dura circa un mese, quindi inizio aprile: le tempistiche sono quelle…”. Bosi ha anche ricordato che “una volta recepito il parere favorevole dei tecnici, ci sarà poi quello dei politici per porre fine al percorso, in coincidenza con la fine del campionato, ossia l’11 maggio, senza i playoff come speriamo tutti, con il voto finale del consiglio comunale”.

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La parte politica, come spiegato, da Bosi, dovrà quindi pronunziarsi su un altro tema spinoso, ossia la durata del diritto di superficie della concessione, con i richiedenti che dagli inizialmente previsti 90 anni, potrebbero accontentarsi di ridurla attorno ai 65, ossia coincidente con il break even point dell’opera (durante il precedente Parma Europa a tema era 63, ma non stiamo qui a sottilizzare…). Fossero anche 60 sarebbero, comunque, un’eternità. E a tal proposito Bosi ammette: “Il piano economico prevede il rientro dell’investimento a 65 anni, ma c’è una mozione in consiglio per una significativa riduzione che non quantifica quanto: il punto di caduta lo si sta trovando, penso sia legittimo che si provi a ridurre il tempo necessario per ammortizzare l’investimento che è lungo, anche per capire come sarà il calcio da qui a là…”.

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60 anni, lasciatemelo dire, visto che li ho appena compiuti, sono una vita e la fruizione del calcio, in questo lasso di tempo, è piuttosto cambiata: vero che Kyle è dotato di una visione avveniristica, ma che la sua arena possa prevedere di accontentare le esigenze degli sportivi di fine secolo penso possa essere esagerato, vista la rapidità del progresso, che, come l’Oceano non si può fermare… Apposta che, con buon senso, personalmente avrei valutato una soluzione di restyling meno radicale e più conservativo per rendere il New Tardini fruibile alle esigenze dell’oggi e del domani, lasciando, semmai, margini per revisioni nel dopodomani, quando le idee saranno chiare un po’ a tutti, anche a chi è meno futuristic… Ma adesso, evidentemente, va di moda il radere al suolo e ricostruire, se lo stesso destino, ci è stato spiegato, sia inevitabile per la piscina di Via Zarotto

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La soluzione radicale comporta il prodotto indesiderato (in termini medici complicanza) di dover trovare un sito ove i tifosi del Parma (che come specificherebbe il professor Zannoni non è una franchigia, ma una squadra di calcio espressione di un definito territorio) possano andare a sostenere la propria squadra del cuore durante la lunga indisponibilità del tradizionale Piazzale Risorgimento. Ieri sera, dunque, il Sindaco Nicola Cesari ha approfittato, ancora una volta, della ribalta televisiva offertagli dalla televisione locale per una telepromozione (efficace definizione che dobbiamo al direttore Pietro Adrasto Ferraguti) a sostegno della ipotesi Sorbolo-Mezzani per il temporary, dando per scartata la soluzione fuori provincia inizialmente paventata.

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“Col Parma abbiamo fatto pace”, ha annunziato Cesaridopo che in precedenza era stato bacchettato sul giornale locale da Luca Martines per la sua proposta solo mediatica e non per il tramite di candidatura diretta come quella dei competitors e per questo inizialmente escluso dalla rosa“Il dialogo è costruttivo, e gli animi si sono stemperati”, ha aggiunto, “la cosa più importante è che la ricchezza rimanga a Parma, per questo andrebbero coinvolte nel dibattito anche categorie come ristoratori ed albergatori. Sorbolo è un quartiere di Parma a tutti effetti, la viabilità è comoda, abbiamo un treno che presto sarà elettrificato, con il doppio binario, e collegamento diretto con la Mediopadana, in 20′ si arriva con la ciclabile, l’impatto ambientale minimo, abbiamo un’area classificata sportiva che è già Centro Federale, il consumo di suolo zero, grazie al piano urbanistico generale che approveremo entro fine mandato; per l’ordine pubblico e la sicurezza, siamo in mezzo a due caselli autostradali…”

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La telepromozione di Nicola Cesari ha convinto persino un osso duro come Priamo Bocchi (FdI, opposizione in consiglio comunale) ospite in studio: “Abbiamo fiducia in Krause, ma notiamo qualche tentennamento e qualche crepa nella maggioranza, il percorso di partecipazione è stato inutile e ha rallentato l’iter, con ulteriori passaggi…”. E qui, visto che si parla di minoranza, chiedo a Fabrizio Pallini se finalmente ci vuole dare qualche chiarimento in più su come la pensa sulla vicenda, dal momento che da qualche tempo a questa parte chiude tutte le sue Annotazioni Crociate più o meno così: “mentre passano su di noi tutte le luci e le ombre che si susseguono per la costruzione del nuovo Stadio… ma questo é un altro racconto…”. E faccelo, una buona volta, sto’ racconto…

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A proposito di telepromozioni, come aveva già fatto sulla Gazzetta domenica, anche ieri sera Bosi ci ha venduto l’idea che il nuovo Tardini possa essere una delle sedi italiane di Euro 2032, ma al momento in lizza ci sono già altri dieci stadi, che entro il 2026 saranno ridotti a cinque sedi (Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Roma, Napoli, Torino, Verona), a parte l’Allianz tutti impianti datati, pronti a un restyling nel caso in cui dovessero essere scelti nella cinquina definitiva: “Siamo all’ultimo miglio, sono fiducioso: sarà un impianto accessibile, all’altezza delle aspettative, un’occasione che non possiamo perdere. Parma potrebbe candidarsi con il nuovo stadio anche per gli Europei di calcio. Nonostante ci sia già una lista, la federazione andrà sicuramente ad orientarsi verso impianti più moderni, non necessariamente di grande capienza. Il nuovo Tardini potrebbe rivelarsi ottimale per una gara dove serve meno pubblico, come le sfide che non vedranno in campo l’Italia”. Nell’elenco degli impianti in lizza vediamo che mancano quelli già ristrutturati di Bergamo ed Udine: sognare che ci possa rientrare Parma è lecito? Gabriele Majo

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gabriele-majo-per-slide.jpegGabriele Majo

Gabriele Majo, 60 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 a Dicembre 2023 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società. Dal 2010, a conferma di una indiscussa poliedricità, ha iniziato un percorso come attore/figurazione speciale di film e cortometraggi: l'apice l'ha raggiunto con il cammeo (parte parlata) all'interno del pluripremiato film di Giorgio Diritti "Volevo Nascondermi" (con presenza nel trailer ufficiale) e partecipazioni in "Baciato dalla Fortuna", "La Certosa di Parma", "Fai bei sogni" (del regista Marco Bellocchio), "Il Treno dei bambini" di Cristina Comencini, "Postcard from Earth" del regista Darren Aronofsky, "Ferrari" del regista Michael Mann. Apparizioni anche nei cortometraggi nazionali "Tracce", "Variazioni", "L'Assassinio di Davide Menguzzi", "Pausa pranzo di lavoro"; tra i protagonisti (Ispettore Majo) della produzione locale della Mezzani Film "La Spétnèda", e poi nei successivi lavori "ColPo di Genio" e "Franciao".

 

 

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