La Guardia di Finanza di Piacenza ha localizzato, e catturato, in pieno centro città, un pericoloso latitante pregiudicato di nazionalita' albanese, a piede libero da circa 6 mesi.
L'uomo, doveva scontare una pena residua di 1 anno e 2 mesi di reclusione per una condanna di 6 anni inflitta dalla Procura della Repubblica di Firenze per cumulo di pene derivanti da diverse condanne per i reati di tentato omicidio, sfruttamento della prostituzione e dell'immigrazione clandestina, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, lesioni personali aggravate mediante utilizzo di armi, evasione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Colpito anche da un provvedimento di espulsione, l'uomo ha fatto lo stesso rientro in Italia clandestinamente.
Nei giorni scorsi, militari del nucleo di Polizia tributaria, durante una lunga attivita' di appostamento, lo hanno fermato mentre usciva dall'abitazione in cui viveva con la compagna.
Condotto in caserma con il supporto operativo dei "Baschi Verdi", e' stato sottoposto ad esami delle impronte digitali che hanno confermato la sua identita' ed arrestato. Si tratta del terzo soggetto socialmente pericoloso in stato di latitanza che viene catturato dalle Fiamme Gialle piacentine dall'inizio dell'anno, a testimonianza degli sforzi profusi quotidianamente per garantire, in perfetta sinergia con le altre forze di polizia, la sicurezza dei cittadini.
Come da tradizione anche quest'anno, in occasione della 24^ edizione di Skipass – "Salone del Turismo e degli Sport Invernali" che si svolgerà a Modena il 27, 28 e 29 ottobre p.v., la Guardia di Finanza – Comando Provinciale di Modena parteciperà con l'allestimento di un proprio stand, all'interno del quale, oltre all'esposizione di alcune divise che raffigurano l'abbigliamento e di materiale utilizzato dal Corpo per le attività in ambiente montano (sciatore alpino con divisa d'epoca ed attuale – tenuta da arrampicata d'epoca ed attuale – tenuta da soccorso S.A.G.F. con "toboga"), per i più fortunati sarà possibile incontrare alcuni atleti del Gruppo Sciatori "Fiamme Gialle" e saranno proiettati video, anche storici, che danno risalto alle attività sportive del gruppo sciatori e alle attività di formazione e addestramento sviluppate dalla Scuola Alpina della Guardia di Finanza.
Il tema di questa edizione "La vita di montagna" richiama alcune delle specificità del Corpo che, mediante l'impiego di Reparti specializzati "S.A.G.F." (Soccorso Alpino della Guardia di Finanza), istituiti nel 1965, effettua operazioni di soccorso in montagna utilizzando il personale qualificato in servizio presso le 26 "Stazioni" dislocate sul territorio nazionale.
La professionalità e l'abilità tecnica del citato personale viene acquisita e costantemente aggiornata attraverso la periodica attività addestrativa, organizzata e diretta dalla "Scuola Alpina" del Corpo con sede a Predazzo (TN).
L'Istituto, la più antica Scuola Militare Alpina al mondo, istituita alla fine del 1920 come distaccamento dipendente dalla Legione di Trento al fine di addestrare le giovani reclute alle fatiche della montagna, oltre a formare nuovi finanzieri da impiegare nel servizio d'istituto del Corpo è l'Organo tecnico preposto alla formazione ed all'addestramento dei militari del Soccorso Alpino, nonché sede del glorioso Gruppo Sciatori "Fiamme Gialle".
Nel corso della manifestazione, e più precisamente il giorno 27.10.2017, i 4 militari in forza alla Stazione S.A.G.F. di Roccaraso (AQ) - Mar. Aiut. Lorenzo GAGLIARDI – Brig. Marco BINI – Vice Brig. Mauro DESIDERI - Appuntato scelto Ivan LICCIARDELLO, che prestarono i primi soccorsi sul luogo della valanga che il 18 gennaio del corrente anno travolse l'albergo Rigopiano, saranno insigniti del titolo di "maestro ad honorem" a seguito di quanto deliberato dal Collegio Nazionale Maestri di Sci Italiani.
L'evento si svolgerà alla presenza del Ministro dello Sport, dott. Luca LOTTI, del Presidente del C.O.N.I. dott. Giovanni MALAGO', del Presidente della F.I.S.I. (Federazione Italiana Sport Invernali) dott. Flavio RODA e del dott. Stefano BONACCINI, Presidente della Regione
Emilia Romagna.
(Foto GDF: momenti di esercitazione del SAGF)
Nei giorni scorsi le Fiamme Gialle del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna, nell'ambito di un servizio finalizzato alla tutela dell'ambiente e della salute pubblica, hanno sequestrato nel territorio del comune di Faenza un'area adibita a deposito abusivo di rifiuti speciali.
Ravenna 25 ottobre 2017 - A seguito di alcuni servizi di perlustrazione condotti nel faentino, infatti, le Fiamme Gialle hanno individuato un'estesa superficie sulla quale erano stati collocati a cielo aperto centinaia di pneumatici nonché trattori agricoli in stato di evidente abbandono, per un totale di circa 40 tonnellate di peso complessivo.
Sullo stesso terreno erano stati depositati direttamente sul suolo anche migliaia di teloni in materiale plastico privi di protezione dagli agenti atmosferici ed in precario stato di conservazione, per un volume complessivo di circa 100 metri cubi e un peso stimato di circa 30 tonnellate.
Per questo motivo i Finanzieri della Compagnia di Faenza, rilevando il pericolo che poteva scaturire per l'ambiente circostante, sono intervenuti per rilevare la natura e la reale consistenza del deposito. Dall'esame diretto del sito, risultato essere di proprietà di un'azienda agricola, è stato possibile constatare il degrado dell'intera area, peraltro adiacente a campi coltivati.
In sintesi, è stata rilevata una vera e propria discarica abusiva di rifiuti speciali, in grado di determinare una situazione di concreta contaminazione e di inquinamento del terreno, tenuto anche conto che il materiale era appoggiato direttamente sul suolo, senza alcuna precauzione contro le infiltrazioni e dunque liberamente esposto ai fenomeni atmosferici.
I Finanzieri di Faenza hanno perciò provveduto a sequestrare l'area ed hanno segnalato alla Procura della Repubblica di Ravenna il responsabile dell'azienda agricola titolare del terreno per reati ambientali.
(Video in home page)
Doveva smaltire una ventina di vecchi computer obsoleti e vari componenti informatici non più utilizzabili e ha pensato di gettarli per strada, sul ciglio di Via Baiona nei pressi del porto di Ravenna.
La catasta di rifiuti abbandonati è stata individuata da una pattuglia della Guardia di Finanza di Ravenna impegnata in attività di vigilanza e perlustrazione in zona portuale, che è prontamente intervenuta per mettere in sicurezza l'area rimuovendo tutto il materiale, costituente rifiuto speciale potenzialmente dannoso per le risorse ambientali, urbanistiche e paesaggistiche.
Dopo aver ripristinato le originarie condizioni ambientali, i Finanzieri si sono messi alla ricerca dei responsabili del deprecabile gesto. Le indagini, esperite anche attraverso la visione delle telecamere di sicurezza installate lungo le arterie stradali vicine al luogo del rinvenimento, hanno consentito di individuare il mezzo con il quale i rifiuti erano stati trasportati fino alla zona utilizzata come improvvisata discarica a cielo aperto.
È stato così possibile risalire al responsabile, un italiano residente a Ravenna, che è stato denunciato alla locale Procura della Repubblica per i reati di abbandono di rifiuti speciali e di illecita attività di raccolta e trasporto di rifiuti senza autorizzazione.
La Guardia di Finanza di Forlì ha dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo - finalizzato alla confisca per equivalente, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Forlì - dott.ssa Monica Galassi, su richiesta del Sost. Proc. dott.ssa Sara Posa della Procura della Repubblica di Forlì, che ha interessato un fabbricato industriale del valore di oltre 400 mila.
Il provvedimento magistratuale è stato disposto sulla base delle risultanze di un'attività di verifica fiscale condotta dal Gruppo di Cesena nei confronti di un'impresa di Longiano operante nel settore della raccolta e depurazione delle acque di scarico.
L'ispezione ha fatto emergere che la ditta, negli anni d'imposta dal 2011 al 2015, non ha mai presentato le dichiarazioni annuali ai fini delle II.DD. e dell'I.V.A. risultando così evasore totale.
Nello specifico è stato possibile appurare che la verificata non ha dichiarato complessivamente quasi € 1.4 milioni ai fini delle imposte dirette e quasi € 600 mila euro ai fini dell'Iva.
Pertanto il responsabile dell'impresa è stato deferito all'Autorità Giudiziaria per la violazione di reati di natura tributaria.
Inoltre, sempre nel corso della medesima attività, sono state riscontrate ulteriori condotte penalmente rilevanti perpetrate dal rappresentante legale della verificata che ha effettuato attività di gestione di rifiuti - non pericolosi - tramite l'utilizzo di autocarri privi delle prescritte autorizzazioni.
Anche per tali vicende si è instaurato procedimento penale a cognizione del Procuratore - Dott. Filippo Santangelo, nell'ambito del quale era già stato disposto ed eseguito dal Gruppo di Cesena un altro decreto di sequestro preventivo di n. 2 autocisterne utilizzate per la commissione degli illeciti contestati.
Il promotore finanziario era riuscito a farsi affidare i risparmi da 35 persone e a carpire la loro fiducia attraverso lo "schema Tom Ponzi" che corrisponde finti interessi senza effettivamente investire il denaro. Sequestrati all'uomo valori per 250 mila euro. Ai domiciliari anche un complice.
Modena 5 ottobre 2017 – Aveva deciso di sfruttare la sua abilità e la sua esperienza nel settore bancario e degli investimenti per mettere in piedi una vera e propria truffa secondo lo "schema Tom Ponzi", che gli avrebbe fruttato ben 7 milioni di euro negli ultimi dieci anni. Tutti risparmi affidatigli in buona fede da 35 persone, tra piccoli investitori, pensionati, ma anche imprenditori e manager, con i quali Alessandro Ansaloni, broker modenese di 54 anni, faceva invece la bella vita, concedendosi auto di lusso, orologi delle marche più prestigiose, ma anche libri e monete da collezione.
A mettere fine all'attività del truffatore sono state le Fiamme Gialle, che lo hanno arrestato con l'accusa di truffa aggravata e di autoriciclaggio, a conclusione di un'indagine coordinate dai Pm Musti e Ferretti della Procura di Modena. Gli accertamenti sono partiti dopo una segnalazione della Banca d'Italia su operazioni sospette che ha consentito di ricostruire le attività illecite del broker modenese, anche attraverso le testimonianze di quelli che si consideravano suoi "clienti" e gli avevano affidato le proprie finanze allettati dalla prospettiva di lauti guadagni.
Infatti, era proprio questa "l'esca" che Ansaloni gettava per carpire la fiducia degli investitori, facendosi forte della sua faccia tosta e su un portafoglio clienti che utilizzava quando era ancora un lavoratore "regolare".
Il denaro affidatogli, tuttavia, non veniva affatto investito, ma veniva utilizzato in parte per corrispondere interessi fasulli, anche alti, che fungevano da "specchietto per le allodole" per invogliare altri investitori attraverso il passaparola, seguendo il sistema di truffa noto come "schema Tom Ponzi", dal nome dell'italo americano che lo ideò circa un secolo fa.
Ansaloni presentava ai suoi clienti anche report finanziari falsi. Il denaro, tuttavia, non veniva mai redistribuito, ma finiva nelle sue tasche, mentre lui continuava ad allettare le sue vittime con la prospettiva di guadagni sempre maggiori.
Insieme ad Ansaloni è finito agli arresti domiciliari anche un complice, già titolare di una tabaccheria di Modena, che aveva messo a disposizione del broker i suoi conti correnti, sui quali venivano fatti transitare i risparmi delle vittime della truffa.
Le perquisizioni della Guardia di Finanza hanno poi permesso di sequestrare all'Ansaloni oggetti preziosi, auto sportive, orologi di lusso per un valore di circa 250 mila euro. Una cifra ancora lontana dai 7 milioni che, negli anni, il promotore finanziario sarebbe riuscito a distrarre alle sue vittime e di cui si cerca ancora la destinazione, probabilmente quella di conti all'estero.
Le Fiamme Gialle hanno lanciato infine un appello affinché altre persone truffate dal broker si facciano avanti per denunciare.
Parma 4 ottobre 2017 – Visita in municipio del nuovo comandante della Guardia di Finanza di Parma, colonnello Gianluca De Benedictis, che è stato ricevuto dal sindaco, Federico Pizzarotti.
Si è trattato di un incontro cordiale e costruttivo dove sono state gettate le basi per una futura e proficua collaborazione.
Presso la caserma "Generale Sante Laria" di Parma, si è svolta oggi la cerimonia di avvicendamento tra il Colonnello Salvatore Russo ed il Colonnello Gianluca De Benedictis, nella carica di Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Parma.
L'evento è stato preceduto, nella prima mattinata, dalla deposizione di una corona di alloro al monumento dei caduti del Corpo presso il cimitero della "Villetta", alla presenza di una delegazione della Sezione di Parma dell'Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia.
Il Comandante Regionale dell'Emilia Romagna, Generale di Divisione Giuseppe Gerli, che ha presenziato alla cerimonia unitamente ad una rappresentanza di militari e di appartenenti alla Sezione di Parma dell'A.N.F.I., ha rivolto i più sentiti ringraziamenti per la preziosa opera prestata dal Colonnello Salvatore Russo, al quale ha espresso inoltre l'augurio di "buon lavoro" nella nuova sede di servizio di Brescia, dove assumerà l'incarico di Comandante Provinciale.
Il nuovo Comandante Provinciale di Parma, Colonnello Gianluca De Benedictis, sposato con tre figli, è laureato in Giurisprudenza ed ha conseguito il master in Diritto tributario dell'Impresa presso l'Università "L. Bocconi". Nel corso della sua carriera, ha prestato servizio in incarichi operativi presso le sedi di Milano, Roma, Civitavecchia (RM) e L'Aquila. Da ultimo, per circa tre anni, è stato Comandante del I Gruppo della Guardia di Finanza di Venezia.
Parma: la Guardia di Finanza ha denunciato sette amministratori di condominio infedeli. Centinaia le famiglie di Parma e Provincia che avevano denunciato i fatti
Parma 29 settembre 2017 - Puntuali nel versare le spese condominiali, centinaia di famiglie, tra Parma e provincia, mai si sarebbero immaginate di risultare invece debitrici - per importi anche significativi - nei confronti dei fornitori, tra i quali le aziende di erogazione dei servizi pubblici.
Poi l'ulteriore spiacevole scoperta dei conti correnti condominiali in sofferenza, essendosi volatilizzate somme spesso consistenti.
Sono scattate così le denunce e le conseguenti indagini della Guardia di Finanza di Parma - delegate dalla locale Procura della Repubblica - nei confronti di alcuni amministratori infedeli, che per anni hanno fatto finta di sollevare i condòmini dalle incombenze della gestione condivisa della casa, finché non si è scoperto che conti e bollette risultavano non pagate.
I Finanzieri, dopo quasi un anno di intenso lavoro e dopo aver esaminato i movimenti finanziari di decine e decine di conti bancari, hanno ricostruito minuziosamente le "allegre" gestioni: oltre ad innumerevoli movimentazioni di denaro non dovute né giustificate, è emersa inoltre, da parte dei professionisti indagati, la frequente abitudine di emettere indebitamente assegni a favore di se stessi o di propri familiari, traendo i fondi dai conti correnti condominiali.
I casi più gravi hanno riguardato tre amministratori di Parma, i quali si sono complessivamente appropriati di circa 600.000 euro in tre anni.
La gestione, in generale, si è rivelata oltre tutto approssimativa e confusionaria, tanto che sovente le spese di un condominio venivano pagate con i soldi di altri.
Gli abitanti di un palazzo di Ponte Taro (PR), invece, si sono accorti della grave e compromessa situazione solo nel momento in cui hanno ricevuto un decreto ingiuntivo promosso dalla ditta che aveva provveduto al rifacimento del tetto senza tuttavia ricevere alcun corrispettivo; ciò, nonostante i condomini avessero regolarmente versato, per tale scopo, circa 20.000 euro sul conto corrente condominiale.
Alla fine degli accertamenti svolti dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Parma, l'infedele professionista è stato denunciato per il reato di appropriazione indebita aggravata, per aver distratto un totale di circa 70.000 euro in un solo anno di gestione del condominio.
Lo stesso reato è stato contestato anche ad un amministratore di Medesano il quale, però, è stato scoperto che era anche un evasore fiscale totale, ovvero sconosciuto al fisco, per gli anni 2013 e 2014. Costui è stato quindi sottoposto anche a verifica fiscale da parte dei finanzieri, a seguito della quale sono emersi ricavi non dichiarati al fisco per circa 40.000 euro, oltre all'evasione all'IVA.
Le famiglie "truffate", composte prevalentemente da persone anziane, sono state costrette a mettere nuovamente mano al portafogli o a chiedere finanziamenti per evitare ulteriori gravi complicazioni, soprattutto per il rischio di chiusura delle utenze domestiche a causa dei mancati pagamenti delle bollette condominiali da parte dell'amministratore.
L'attività della Guardia di Finanza di Parma nello specifico settore è tuttora in corso nei confronti di altri soggetti, tra i quali uno studio con sede in città - che amministrava circa 80 condomini situati nel territorio parmense - il quale, negli anni 2014 e 2015, avrebbe sottratto dalle casse condominiali ben 400.000 Euro.
L'azione di controllo svolta a vasto raggio dalla Guardia di Finanza di Parma, oltre a tutelare gli interessi delle quasi 300 famiglie residenti nei condomini sottoposti ad indagine, vuole altresì salvaguardare l'immagine della maggioranza degli Amministratori di condominio che operano con professionalità nella provincia.
La Guardia di Finanza, inoltre, raccomanda a tutti i cittadini di mantenere comunque alto il livello di attenzione, partecipando attivamente alla gestione del condominio, ad esempio presenziando alle assemblee periodiche e pretendendo - quando ritenuto opportuno - l'esibizione delle fatture pagate ai fornitori nonché degli estratti dei conti correnti comuni.
I militari della Guardia di Finanza di Piacenza hanno arrestato due persone e altre tre sono state denunciate. Agli arresti domiciliari un funzionario del Ministero del Lavoro e un imprenditore piacentino.
Piacenza 27 settembre 2017 - Al termine di una elaborata indagine, denominata "Re Sole" e coordinata dal PM Ornella Chicca, i militari della Guardia di Finanza di Piacenza ha fatto emergere che, per ottenere determinati incarichi a favore di una ditta piacentina, venivano falsificati i curriculum. Due le persone arrestate, che ora si trovano ai domiciliari, e altre tre persone denunciate con accuse che riguardano reati corruttivi, truffa ai danni dello Stato, falso ideologico e sostituzione di persona.