Oltre 280.000 articoli pericolosi o con false etichettature sequestrati dalla Guardia di Finanza di Bologna tra cui, migliaia di giocattoli e addobbi natalizi. Questo il bilancio di un duplice intervento effettuato dai Finanzieri del II Gruppo di Bologna che hanno individuato due esercizi commerciali all'ingrosso situati rispettivamente a Bologna e Castelmaggiore (BO), gestiti da due imprenditori di origine cinese, dove venivano venduti migliaia di prodotti senza alcuna indicazione circa i dati dell'importatore, la presenza di materiali o sostanze pericolose, le modalità di smaltimento e, non da ultimo, le precauzioni d'uso di sicurezza.
Ingente inoltre il sequestro di materiale elettrico e di dispositivi elettronici, anche per la cura della persona, tutti articoli sprovvisti della etichettatura di conformità oltreché della certificazione della qualità del prodotto.
Diverse le irregolarità riscontrate dai militari della Guardia di Finanza: violazione delle norme in materia di sicurezza dei giocattoli, false certificazioni di conformità e violazioni al codice del consumo.
Entrambi i soggetti sono stati segnalati alla Camera di Commercio di Bologna per le relative sanzioni amministrative. L'operazione rientra nel quadro di un più ampio piano di intensificazione dei controlli in materia di sicurezza prodotti in vista dell'approssimarsi delle festività Natalizie, finalizzato al monitoraggio nell'intera provincia degli esercizi commerciali che pongono in vendita giocattoli per bambini e addobbi natalizi a tutela dell'economia legale e finalizzate a preservare il mercato dalla diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza imposti dalla normativa nazionale e dell'Unione Europea.
GUARDIA DI FINANZA, operazione "UNDERLI©ENSING 3" contro il software pirata: denunciati 62 responsabili e sequestrati prodotti software o hardware illecitamente utilizzati, per oltre 7 milioni di euro.
Roma, 01 dicembre 2017. Si è conclusa in questi giorni l'operazione di contrasto alla pirateria del software denominata UNDERLI©ENSING 3, coordinata dal Nucleo Speciale Tutela Proprietà Intellettuale della Guardia di Finanza.
Le Fiamme Gialle hanno eseguito in contemporanea 121 ispezioni, presso le sedi di altrettante società dislocate sull'intero territorio nazionale, finalizzate al riscontro della regolare detenzione e utilizzo dei software impiegati nell'ambito delle varie attività economiche.
In ogni team operativo messo in campo dai Reparti territoriali, erano presenti gli "specialisti" della Guardia di Finanza, qualificati "C.F.D.A. - Computer Forensics Data Analysis", esperti nell'esaminare e rilevare anche i contenuti più remoti e nascosti nelle memorie virtuali dei supporti informatici.
Al termine delle ispezioni, sono state riscontrate diverse modalità di commissione delle violazioni: dalla più comune forma di pirateria informatica - l'underlicensing, ossia l'installazione di un software su un numero maggiore di "macchine" rispetto a quello previsto dalla licenza - al crack, cioè l'utilizzo di programmi illegali che, generando una chiave o codice di attivazione, permettono la conversione di una versione "trial/home" ad una versione "completa/professional", fino a casi di mislicensing, ossia l'uso inappropriato della licenza o del contratto acquistati, come ad esempio l'impiego imprenditoriale di un software in versione "education".
Nel complesso sono stati denunciati 62 responsabili. In alcuni casi, inoltre, in aderenza alle prescrizioni contenute nel decreto legislativo n. 231 del 2001, è stata contestata anche la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche per i reati commessi nel loro interesse dagli amministratori aziendali.
Nonostante i frequenti (e spesso anche maldestri) tentativi di cancellare i programmi illegali dai computer, anche a pochi istanti dall'avvio dell'ispezione, nella vana speranza di nascondere le responsabilità, grazie alle tecniche investigative e di controllo forense sviluppate dai militari è stato possibile sequestrare oltre 900 programmi per elaboratore privi di regolare licenza e più di 350 apparati hardware, tra computer e hard-disk.
Il valore di mercato delle licenze relative ai software sequestrati si aggira intorno ai 7,5 milioni di euro.
In proposito si rileva come uno studio, diffuso lo scorso anno a livello mondiale dalla Global Software Survey di BSA, abbia assegnato all'Italia un tasso di pirateria in calo intorno al 45%, ma ancora fra i più elevati dell'Europa Occidentale (in cui ad es. la Francia si situa al 34%, Germania e Regno Unito al 22%, a fronte una media dell'intera area pari al 28%).
Per il reato di violazione della proprietà intellettuale la normativa vigente nel nostro Paese (la legge n. 633 del 1941) prevede, in aggiunta alla violazione penale, anche una contestazione di natura amministrativa pari al doppio del valore di mercato del software illecitamente utilizzato.
Pertanto, sono state contestate ai titolari delle imprese utilizzatrici dei software piratati, sanzioni amministrative pari a circa 15 milioni di euro.
L'operazione UNDERLI©ENSING 3 sottolinea l'attenzione rivolta dalla Guardia di Finanza alla tutela del diritto d'autore connesso ai prodotti informatici. I risultati dell'ultimo triennio vanno dai circa 300 software illegali sequestrati nel 2015, agli oltre 1600 programmi nel 2016.
Nei primi 10 mesi di quest'anno sono stati oltre 1000 i software illecitamente installati o utilizzati riscontratati nel corso delle attività di servizio.
L'operazione "UNDERLI©ENSING 3" ha preso forma nell'ambito della mission della Guardia di Finanza in tema di tutela degli IP rights, identificata con l'espressione "sicurezza partecipata", consistente nella collaborazione sinergica tra Istituzioni, Forze di Polizia e titolari dei diritti che trovano nel S.I.A.C. – il Sistema Informativo Anti-Contraffazione (https://siac.gdf.it), gestito dal Nucleo Speciale Tutela Proprietà Intellettuale, il punto di raccordo fra queste realtà.
Oscurati 128 siti web con server in USA, Gran Bretagna, Russia, Ucraina e Malesia. In alcuni casi utilizzati anche i "Bitcoin".
Operazione del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, unità delle Fiamme Gialle specializzata nelle investigazioni tecnologiche, che, dopo un attento monitoraggio della Rete, ha portato all'individuazione di n. 128 siti web esteri, situati principalmente in Usa, Gran Bretagna, Russia, Ucraina e Malesia, ma che effettuano operazioni commerciali in Italia, ove sono posti in vendita medicinali online soggetti a prescrizione medica.
Oltre cinquanta i siti che vendono farmaci destinati a risolvere patologie fisiche (Sildenafil, Viagra), una quarantina quelli dediti alla commercializzazione di farmaci con composti anabolizzanti (Dianabol, Stanozol, Boldenodrol), ulteriori risorse web che promuovevano la vendita di farmaci eutanasici (Nembutal, Barbital) o contenenti sostanze oppiacee (Fentanil, Bromadol, Roxicodone).
L'analisi delle vetrine virtuali esaminate ha permesso di riscontrare, in alcuni casi, la possibilità di operare pagamenti in Bitcoin, la valuta virtuale che consente l'effettuazione di transazioni finanziarie in forma anonima.
L'operazione di servizio del Nucleo Speciale, che si inquadra nella più ampia azione di monitoraggio che il Corpo svolge a margine del Progetto Pangea di Interpol, effettuata con il coordinamento della Procura della Repubblica di Roma – Procuratore Aggiunto Dott.ssa Nunzia D'Elia - ha permesso di riscontrare condotte di reato previste dagli agli artt. 112 quater ed 147, comma 4 ter del DLgs. 24 aprile 2006, n. 219, puniti con la reclusione da sei mesi a due anni. T ali norme sanzionano la messa in vendita al pubblico, abusivamente, di medicinali soggetti a prescrizione medica, attraverso i servizi a distanza della società dell'informazione.
I siti web sono stati sottoposti a sequestro preventivo (ex art. 321 c.p.p.) dalla Procura della Repubblica di Roma, inibendo così la vendita.
L'acquisto di medicinali al di fuori dei circuiti ufficiali pone in serio rischio la salute degli utilizzatori di tali prodotti poiché non sono certificati dalle strutture sanitarie a ciò deputate e possono risultare alterati o modificati rispetto agli originali, oppure contenenti percentuali di principio attivo non autorizzate nel nostro Paese. Senza dimenticare che tale attività finisce, poi, per finanziare le organizzazioni criminali.
Contrasto all'abusivismo commerciale: tra gli espositori di "Modena benessere 2017" scoperto un commerciante evasore totale dal 2000.
Modena 28 novembre 2017 - Nella rete dei controlli eseguiti dai finanzieri di Modena è incappato un sessantenne trovato a vendere abusivamente capi di abbigliamento ed altri accessori presso la manifestazione fieristica "Modena Benessere" svoltasi nel comune geminiano lo scorso week end.
Già da tempo la Guardia di Finanza modenese, anche in risposta a segnalazioni pervenute da cittadini e/o associazioni di categoria in ordine a situazioni di irregolarità relative a fenomeni di commercio abusivo e di lavoro nero presenti nel tessuto economico locale, ha avviato specifiche e strutturate misure di contrasto volte a garantire una sempre maggiore tutela dell'economia legale, pianificando ed intensificando le attività di controllo economico del territorio. Attività che, per il forte richiamo di avventori ed il conseguente interesse a realizzare ingenti guadagni da parte di possibili venditori abusivi, sono estese anche ai grandi eventi fieristici che sono promossi nel capoluogo.
E in tale contesto, nel pomeriggio di sabato 25 novembre u.s., nel corso di una tipica attività d'Istituto a contrasto del sommerso da lavoro, i finanzieri del Gruppo di Modena hanno individuato presso i padiglioni del "Modena Benessere" un venditore di capi di abbigliamento privo del misuratore fiscale che, nella circostanza, si dichiarava titolare dell'omonima ditta individuale. Dai successivi approfondimenti esperiti in loco, le fiamme gialle modenesi scoprivano che la Partita Iva utilizzata dal "commerciante" era in realtà ricollegabile all'attività di agente in commercio di prodotti alimentari, bevande e tabacco, per la quale il soggetto in questione non aveva mai presentato alcuna dichiarazione fiscale dal 2000 ed era già stato sottoposto a procedura fallimentare nel 2003.
In ragione dell'accertata situazione di abusivismo commerciale, i militari hanno, da subito, proceduto ad interrompere la reiterazione della condotta illecita, ad inventariare tutti i beni nella disponibilità del medesimo, nonché ad indentificare una donna di nazionalità italiana, dichiaratasi sua collaboratrice, che assisteva i vari clienti, la cui posizione è in corso di approfondimento.
L'azione dei finanzieri di Modena testimonia concretamente come la Guardia di Finanza, attraverso l'esercizio delle tipiche funzioni di polizia economico-finanziaria, presidi sistematicamente il territorio al fine di garantire la tutela sia dei consumatori che degli stessi commercianti da tutte quelle condotte di illegalità e di abusivismo che danneggiano il tessuto economico locale e nazionale e che alterano le condizioni di libera concorrenza con gravi conseguenze per l'intera collettività.
L'ennesima campagna di controlli sulla regolarità dei contratti di locazione in zona GAD svolta dalle Fiamme Gialle ferraresi nel corrente mese di novembre ha visto l'esecuzione di controlli mirati svolti in una ventina di appartamenti situati sia all'interno del Grattacielo che nell'area di via Oroboni e strade limitrofe.
Tali controlli, svolti con la proficua e fattiva partecipazione di unità cinofile del Comando Provinciale di Ravenna e con la collaborazione di agenti del Corpo della Polizia Municipale ferrarese, hanno condotto:
- alla scoperta di sei appartamenti (uno di proprietà di un cittadino di nazionalità pachistana e gli altri di proprietà di cittadini ferraresi) tutti locati in nero a cittadini extracomunitari;
- all'individuazione di un appartamento di proprietà di un cittadino ferrarese, locato con contratto a una donna di nazionalità nigeriana, occupato da quattro prostitute nigeriane, due delle quali clandestine e una immediatamente destinataria di un decreto di espulsione emesso dalla locale Prefettura;
- alla scoperta di circa 1,5 etti di sostanza stupefacente marijuana occultata in una intercapedine del vano scala della Torre A del Grattacielo.
Per quanto riguarda i risultati nell'ambito dell'evasione immobiliare, la metodica attività delle Fiamme Gialle, nonostante le difficoltà connesse alla ricostruzione delle basi imponibili – difficoltà dovute all'impossibilità, nella maggior parte dei casi, di ricostruire i periodi di locazione in nero, irregolare o in sub-affitto - ha condotto nel corso degli ultimi 2 anni, nel contesto dell'esecuzione di circa 180 controlli, all'individuazione di redditi non dichiarati per ca. 300mila euro e all'erogazione di sanzioni pecuniarie complessive (soprattutto relative all'omessa registrazione dei contratti di locazione e all'omessa comunicazione di cessione di fabbricati) per ca. 200,00 euro.
La Guardia di Finanza di Reggio Emilia individua il centro di stoccaggio dei venditori ambulanti abusivi. Perquisizioni e maxi sequestro a Sant'Ilario d'Enza. Solo due giorni fa un altro sequestro a Brescello.
Un centinaio di borsoni pieni di pelletteria e abbigliamento già pronti per essere consegnati ai "vu cumprà" che dovevano porre in vendita la merce alle fiere di San Prospero e Santa Caterina.
Un'operazione a vasto raggio e con risultati importanti, quella conclusa proprio alla vigilia delle fiere di San Prospero e di Santa Caterina, dal Gruppo della Guardia di Finanza di Reggio Emilia, che ha consentito di togliere dal mercato circa 1.000 tra capi di abbigliamento e accessori di prestigiose griffe, i quali, se immessi sul mercato, avrebbero consentito di realizzare profitti illeciti per oltre 30.000 euro.
Come di consueto, nei giorni che precedono la fiera di San Prospero, patrono di Reggio Emilia, allo scopo di prevenire il commercio ambulante abusivo, la Guardia di Finanza reggiana, ha incentivato le attività di controllo economico del territorio e l'attività di intelligence allo scopo di individuare i traffici illeciti di merci contraffatte. In effetti l'odierna operazione si inquadra nello stesso filone investigativo che ha portato al sequestro, appena due giorni fa in località Brescello e sempre a cura del Gruppo Guardia di Finanza di Reggio Emilia, di altra ingente partita di merci recanti marchi contraffatti, del valore di circa 10.000 euro.
Le pattuglie dislocate sul territorio e le investigazioni su soggetti sospetti hanno indotto i Finanzieri del Gruppo di Reggio Emilia a concentrare la loro attenzione a Sant'Ilario d'Enza e la successiva irruzione in un'abitazione adibita a deposito ha consentito di individuare quantitativi ingenti di merce, tutta recante marchi contraffatti.
25 portafogli, 20 pochette, 130 borsette, 55 piumini, 230 paia di scarpe, 70 paia di occhiali oltre a centinaia di cinte, maglie, pantaloni, accessori di vario genere, delle più prestigiose griffe (PRADA, BURBERRY, GUCCI, LOUIS VITTON, FENDI, ARMANI, NIKE, ADIDAS, DIOR, ecc.) erano infatti stipati all'interno di borsoni, pronti per essere presi in consegna da venditori ambulanti che dovevano porli in vendita in occasione degli imminenti eventi fieristici di Reggio Emilia, Guastalla e Scandiano.
Il tipo di materiale e le modalità di custodia inducono a ritenere che lo stesso materiale, se posto in commercio, poteva essere altresì nocivo alla salute, essendo carente dei più elementari standard prescritti in tema di sicurezza dei prodotti.
All'interno dell'abitazione – deposito, due cittadini di origini senegalesi erano intenti al confezionamento dei borsoni e, con ogni probabilità, essi stessi avrebbero curato la commercializzazione del materiale. Entrambi sono stati deferiti all'Autorità Giudiziaria per la detenzione di merci recanti marchi contraffatti.
Uno di essi, un 24enne sprovvisto di documenti, aveva ricevuto diniego dello status di rifugiato ma, avendo fatto ricorso avverso tale provvedimento, è in attesa della definizione della sua posizione; mentre l'altro, ancora minorenne, è stato segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Bologna e non si esclude l'affidamento ai servizi sociali.
Tutto il materiale è stato sequestrato e posto a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.
GDF REGGIO EMILIA: SEQUESTRATI PRODOTTI CONTRAFFATTI PER UN VALORE DI OLTRE 10.000 EURO. Nell'imminenza di vari eventi fieristici che interesseranno la provincia reggiana, come la "Festa di San Prospero", patrono di Reggio Emilia, e la "Fiera di Santa Caterina" in Scandiano (RE) e Guastalla (RE), che richiamano tradizionalmente molte persone nelle vie dei rispettivi centri cittadini, la Guardia di Finanza ha predisposto una serie di attività operative di controllo economico del territorio volte ad individuare e sequestrare forniture di merci illegali, in quanto recanti marchi contraffatti, destinate a commercianti abusivi intenzionati a porle in vendita proprio nel corso della predette ricorrenze.
La capillare attività delle pattuglie del Gruppo della Guardia di Finanza di Reggio Emilia ha condotto ad individuare e sequestrare, in località Lentigione – Brescello (RE), una partita di prodotti contraffatti costituiti da accessori per l'abbigliamento (in particolare borse, borselli, occhiali, custodie per occhiali e scarpe) di note griffe, tra le quali "Prada", "Gucci" e "Armani Jeans".
Il responsabile, trentaduenne, di origini senegalesi, all'atto del controllo ha tentato, ma invano, una precipitosa fuga; fermato dai Finanzieri, è stato identificato e segnalato all'Autorità Giudiziaria per i reati di ricettazione, detenzione e vendita di prodotti recanti marchio contraffatto.
Si stima che il materiale sequestrato, una volta immesso sul mercato, avrebbe garantito incassi per oltre 10.000 euro. La tutela dei consumatori e dell'economia legale costituisce obiettivo prioritario della Guardia di Finanza, che continuerà ad operare un continuo, costante e capillare controllo economico del territorio.
Continua senza sosta l'attività della Guardia di Finanza di Modena a contrasto del "lavoro nero" e dello sfruttamento dell'immigrazione clandestina.
Modena 17 novembre 2017 - Attraverso il monitoraggio di anomali movimenti di merce e di persone effettuato nell'ambito del "Dispositivo Permanente di contrasto ai Traffici Illeciti" realizzato dalle Fiamme Gialle in ambito provinciale, nei giorni scorsi è stato individuato dai Finanzieri della Compagnia di Carpi un magazzino a Bomporto, sede di un'unità locale di una società cooperativa al cui interno erano dediti a lavorare, con modalità sospette, diversi operatori.
Una volta entrate, le Fiamme Gialle carpigiane hanno identificato complessivamente 15 soggetti intenti a prestare la propria attività lavorativa, dei quali 12 sono risultati essere impiegati completamente "in nero" e quindi privi di qualunque forma di copertura previdenziale ed assicurativa.
Tenuto conto che ben 7 dei 12 lavoratori in nero erano privi di documenti d'identità, sono state eseguite altre indagini che hanno chiarito come gli stessi risultavano soggiornare clandestinamente sul territorio italiano in quanto sprovvisti di permesso di soggiorno.
È subito scattata nei confronti del rappresentante legale della cooperativa la denuncia per sfruttamento dell'immigrazione clandestina nella forma aggravata (per aver impiegato più di 5 persone), mentre a carico dei 7 clandestini è stata inoltrata denuncia alla competente Autorità Giudiziaria per violazioni al Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione (D.Lgs. n. 286/1998).
Le scaturenti attività di controllo hanno permesso di procedere alla contestazione della c.d. "maxi-sanzione" da lavoro nero, il cui valore complessivo ammonta ad oltre 50.000 euro.
Ricorrendone i presupposti di legge, è stata poi inoltrata al competente Ispettorato Nazionale del Lavoro la proposta di sospensione dell'attività lavorativa per le rilevate violazioni alle vigenti normative in materia di sicurezza sul lavoro. Sospensione che è già stata notificata all'indomani dell'attività ispettiva eseguita dai militari del Corpo.
Come già anticipato, l'operazione è nata dagli elementi di sospetto acquisiti nell'ambito del "Dispositivo Permanente di contrasto ai Traffici Illeciti", che nasce con l'obiettivo di rendere maggiormente proiettata sul territorio provinciale modenese l'azione della Guardia di Finanza mirata alla prevenzione e al contrasto dei traffici illeciti economico-finanziari di ogni tipo. A tal fine, pattuglie automontate ed appiedate sono costantemente impiegate in servizi di appostamento, perlustrazione, osservazione e attuazione di posti di controllo presso i "punti strategici" del territorio provinciale.
Nel solo 2017 la Compagnia di Carpi, anche avvalendosi del citato "Dispositivo", ha eseguito complessivamente 30 interventi in materia di sommerso da lavoro che hanno portato all'individuazione di circa 50 lavoratori completamente in nero, di cui 17 clandestini.
L'operazione di servizio in rassegna conferma il ruolo centrale della Guardia di Finanza a tutela dell'economia legale e degli operatori che rispettano le leggi, che si realizza attraverso mirate investigazioni di polizia economico-finanziaria finalizzate all'individuazione di fenomeni di manodopera irregolare e/o di sfruttamento dell'immigrazione clandestina, che alterano la leale concorrenza nel mercato.
Si è conclusa, con l'esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare che hanno disposto gli arresti domiciliari, un'importante operazione di servizio condotta dalle Fiamme Gialle di Parma.
Gli arrestati sono due italiani, un uomo di 47 anni ed una donna di 39, P.P. e R.D. le loro iniziali, accusati di acquisto e spendita di banconote false.
I provvedimenti, emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Parma, sono stati eseguiti a Carpi (MO), presso il domicilio dell'uomo, ed all'Aeroporto di Bologna, dove la donna è stata bloccata al rientro da un breve soggiorno all'estero.
L'indagine è stata avviata, di iniziativa, nel giugno 2016, a seguito di svariate richieste di intervento pervenute al servizio di pubblica utilità "117" da parte di commercianti operanti nel settore del servizio a domicilio di alimenti e bevande (pizza express), i quali riferivano di aver ricevuto - quale corrispettivo - banconote risultate falsificate.
Nell'immediatezza delle segnalazioni, i Finanzieri riuscivano ad arrestare una coppia di italiani residenti a Parma, colti nella flagranza di reato.
Le successive indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Parma, hanno consentito di individuare un ulteriore sodalizio criminale dedito alla spendita di denaro falso.
In particolare, le indagini tecniche e gli appostamenti e pedinamenti, svolti dai finanzieri, hanno permesso di ricostruire e documentare circa un centinaio di scambi di banconote false, del taglio di 20, 50 e 100 euro, per un valore complessivo di circa 5.000 euro; è inoltre emerso che il sodalizio illecito - capeggiato dalla donna, pluripregiudicata - si riforniva nel Sud Italia per poi spacciare il denaro in Italia, tra le province di Parma, Modena e Reggio Emilia, nonché in Spagna, nell'isola di Palma de Mallorca.
La Procura della Repubblica, all'esito alla complessiva attività di indagine, ha chiesto ed ottenuto, dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Parma, l'emissione dei provvedimenti di custodia cautelare, eseguiti dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Parma.
Per evitare di rimanere vittime di questo genere di attività illecita, negli ultimi tempi sempre più frequente, la Guardia di Finanza suggerisce, in prima battuta, di osservare con attenzione le banconote, tenendo presente che quelle genuine presentano, al tatto, una tipica consistenza che le rende più resistenti ed elastiche di quelle false.
La banconota deve essere osservata in controluce per riconoscere le principali caratteristiche di autenticità: il filo di sicurezza, ovvero una striscia di colore scuro posta al centro della banconota, la filigrana, con un'alternanza di zone più chiare e più scure raffigurante il disegno nonché la cifra che ne indica il valore.
Sul fronte di una banconota vera è presente, inoltre, una striscia particolare, detta olografica che, se mossa, riproduce, in alternanza, il simbolo dell'euro ed il valore monetario.
Sul retro è raffigurata invece un'immagine, caratterizzante ciascun biglietto, ed è presente un'altra striscia, di colore cangiante, che brilla e cambia colore.
GDF RAVENNA: SCOPERTO GIRO DI FATTURE FALSE PER 14 MILIONI DI EURO. DENUNCIATI 23 RESPONSABILI DI FRODI FISCALI E SEQUESTRATI BENI E DISPONIBILITA' FINANZIARIE PER OLTRE 2,3 MILIONI DI EURO.
Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Ravenna, in esecuzione di un provvedimento emesso dal G.I.P. del Tribunale di Bologna su richiesta della Procura della Repubblica felsinea, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro di disponibilità finanziarie e beni per oltre 2,3 milioni di euro nei confronti di un imprenditore imolese, ex pilota di motociclismo, indagato per frode fiscale.
L'indagine della Guardia di Finanza è scaturita da un controllo fiscale eseguito dalla Compagnia di Faenza nei confronti di un imprenditore locale, nel corso del quale è stato accertato come questi, al fine di frodare il fisco, avesse utilizzato svariate fatture relative ad operazioni inesistenti emesse da diverse società di Roma risultate essere mere "cartiere", cioè semplici scatole vuote del tutto prive di reale consistenza economica ed aziendale.
Gli sviluppi investigativi condotti dai Finanzieri faentini sulla base di quelle prime evidenze hanno permesso di accertare che le "cartiere" romane erano in realtà gestite da un soggetto di Imola che, controllando anche altre imprese "fantasma", alcune delle quali con sede dichiarata in Ucraina e Slovenia, aveva organizzato un ramificato sistema di frodi fiscali consistente nella sistematica emissione di false fatturazioni nel settore delle sponsorizzazioni sportive, delle ricerche di mercato e delle consulenze aziendali per un importo complessivo di oltre 14 milioni di euro.
Grazie alle minuziose indagini svolte dalle Fiamme Gialle, è stato possibile accertare che le "cartiere" erano formalmente intestate a teste di legno che si prestavano a tale ruolo dietro pagamento di piccole somme di denaro e che l'intera gestione delle entità fittizie era condotta dall'ex pilota direttamente dalla propria abitazione, nella quale aveva creato un apposito ufficio dotato di utenze telefoniche dedicate, pc, server, fax, ecc.
Le prestazioni fittiziamente fatturate riguardavano sponsorizzazioni di team motociclistici in realtà mai effettuate o realizzate solo in minima parte nonché ricerche di mercato, consulenze commerciali ed aziendali che, in realtà, replicavano pubblicazioni, tesi di laurea ed altri documenti scaricati da internet ed opportunamente modificati.
A fronte delle false fatturazioni, l'ex pilota garantiva agli utilizzatori delle fatture fittizie la retrocessione in denaro contante di una percentuale del pagamento effettuato, pattuita sulla base di un vero e proprio tariffario che prevedeva il trattenimento di una quota a titolo di provvigione per il "servizio" reso attraverso le illecite transazioni.
L'attività di polizia economico-finanziaria complessivamente svolta dalla Guardia di Finanza di Faenza ha consentito di segnalare all'Autorità Giudiziaria 23 soggetti per reati di frode fiscale e di constatare imponibili sottratti a tassazione per oltre 16 milioni di euro e violazioni all'IVA per circa 3 milioni.
Sulla base delle evidenze investigative raccolte dalle Fiamme Gialle, la Procura della Repubblica di Bologna, nella persona del Sostituto Procuratore Dott. Flavio Lazzarini, ha richiesto ed ottenuto dal G.I.P. l'emissione di un decreto di sequestro nei confronti dell'ex pilota imolese per un valore di oltre 2,3 milioni di euro.
Il provvedimento è stato eseguito nei giorni scorsi dai Finanzieri di Faenza, che hanno così posto sotto sequestro, oltre a disponibilità finanziarie, anche uno yacht da diporto, un'auto sportiva, una villa con piscina, un'abitazione e 2 garage risultati nella disponibilità dell'organizzatore del giro di fatture false portato alla luce dalle indagini delle Fiamme Gialle.