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La Serbia si è affiancata a Bulgaria e Ungheria vietando l’export di cereali , semi oleaginosi e oli.

Il rischio di non arrivare alla congiunzione dei nuovi futuri raccolti è concreto e reale.

E’ un escalation progressiva e inesorabile con il coinvolgimento al sostegno bellico sempre più ampio e sempre meno razionale. Una tragedia dai confini indefiniti.

Impossibile fare previsioni a medio e nemmeno a breve termine.

Inutile fare commenti su dove possono finire le quotazioni, una cosa sola è certa: avremo molte difficoltà di approvvigionamento, l’agenzia Agritel ha già segnalato la chiusura dei porti di Odessa e Mariupol. 

Momento precario in preda alle volatilità. Meteo e frizioni geopolitiche altamente condizionanti

Si sta vivendo una situazione strana, poca merce, pochi scambi, poca finanza, parti arroccate sulle loro posizioni.

Fibrillazione alle stelle per l’escalation dei rapporti tra le superpotenze militari USA e RUSSIA che svolazzano come avvoltoi sull’Ucraina.

Il prossimo USDA è vicino e le fibrillazioni dovute a situazioni di gravità, meteorica e geopolitica, accentuano il nervosismo che si palpa sui mercati.

Il rischio di rivedere i valori del “Chicago” analoghi al 2012 si sta facendo sempre più concreto.