A Roma è arrivata l'Hosteria del Mercato 1870, locale 100% organic philosophy dal carattere poliedrico di ispirazione londinese: ristorante, pizzeria, ma anche sala da thè, juice and cocktail bar per aperitivi particolari e vero e proprio market dove poter acquistare prodotti selezionati e particolari.
Di Chiara Marando -
Sabato 08 Ottobre 2016 -
Una filosofia 100% organic per un locale dal carattere poliedrico di ispirazione e stile londinese: a Roma è arrivata l'Hosteria del Mercato 1870, esattamente nel cuore del mercato rionale.
Ed il nome raccoglie solo in parte l'essenza e le caratteristiche che danno corpo a quello che è un ristorante, pizzeria, ma anche sala da thè, juice and cocktail bar per aperitivi particolari e vero e proprio market, dove poter acquistare prodotti selezionati e particolari.
Diverse proposte per accompagnare ogni momento della giornata, dalle 8.30 alle 23.00, in ambienti dal sapore confortevole e rilassante: un rustico giardino d'inverno per colazioni e pause distensive, e diverse sale interne per pranzare, cenare o semplicemente sorseggiare una tazza di thè caldo con un'ampia scelta di infusioni e biscotti fatti in casa.
Ma cosa propone la cucina?
Inutile dire che il menù richiama la tradizione romana, un comune denominatore che tocca le proposte dei piatti ma anche la scelta di prodotti acquistabili a scaffale. Il tutto, ovviamente, con una spiccata predilezione per il biologico, l'eco-friendly e l'organic.
Quindi si passa dalle più tipiche e immancabili Amatriciana e Carbonara, preparate con pancetta biologica, alla sottilissima pizza margherita alla romana, fino a piatti vegan come i Maccheroncini di canapa al pomodoro, conditi con melanzane formaggio di anacardi e basilico, oppure il Wok di quinoa con verdure saltate, menta fresca per profumare e peperoncino.
Poi ci sono i dolci...tanti, golosi e fatti in casa. Possono diventare un perfetto fine pasto o accompagnare la colazione e un delizioso spuntino del pomeriggio. Insomma, ogni momento è buono per un premio godereccio.
E non dimentichiamo il “market”.
Qui, la spesa di fa con prodotti accuratamente selezionati provenienti da aziende che propongono solo produzioni d'eccellenza: pancetta e lombetto di Cinta Sense dell’Azienda Biobrado, l'olio extravergine dell’Azienda Bio Innocenti, il vino biologico certificato dell’Azienda Vitivinicola Jasci e Marchesani di Vasto e il pane gluten free di Panis Naturae, cotto nel forno a legno e preparato con lievito madre in tante varianti altrettanto fragranti e profumate.
Ma nel market si trovano anche frutta e verdura freschissime, prodotti macrobiotici come il gomasio, un condimento a base di sale marino integrale e semi di sesamo, alghe wakame, komu e radici umeboshi, per non parlare dei cosiddetti Supercibi, estremamente ricchi di sostanze nutrienti.
L'idea da cui tutto parte è di far scoprire ai clienti sapori nuovi ma anche ricordare quelli puri, eccezionali nella loro semplicità di prodotti che la terra sa regalare. Una scelta ponderata dal titolare Umberto Cinelli, ex proprietario del Marcello Testa in via Tirso, la cui famiglia ha iniziato l’esperienza nella ristorazione proprio nel 1870, da qui il desiderio di inserire nel nome anche la data che ha dato il via alla loro storia.
“Vogliamo che le persone vengano a scoprire il vero sapore di una mela raccolta al momento giusto, senza passare dal frigo. Quella mela sarà molto meno bella, ma sarà realmente buona – spiega Umberto Cinelli - Sembra molto banale ma chi vive in città sa bene che non lo è affatto“.
Via Bocca di Leone, 46. Roma.
Tel. + 39 06 69923705
Lo chiamano “The Food Buddha” ma il suo nome è Rodelio Aglibot ed è sbarcato a Roma con un nuovissimo ristorante che mixa ingredienti Made in Italy con ricette asiatiche per dare vita ad una esperienza di gusto unica e particolare: ME GEISHA Japanese Fusion Restaurant
Di Chiara Marando – Sabato 05 Dicembre 2015 -
Il viso sorridente ed aperto, il modo di fare gentile e tranquillo e la simpatia che lo contraddistingue sono i suoi caratteri distintivi, insieme ad una grande capacità di rendere il cibo un vero percorso in bilico tra gusto ed estetica.
Lui è Rodelio Aglibot, meglio conosciuto come “The Food Buddha”, chef originario delle Filippine, cresciuto alle Hawaii e vissuto in California dove ha cominciato a crescere professionalmente. La passione per la cucina è iniziata imparando dai genitori, ma la sua carriera si snoda tra le migliori scuole internazionali e ristoranti rinomati come il “Koi Reastaurant” di Los Angeles, che lo ha consacrato vera celebrità ai fornelli, e lo “YiCuisine”, eletto uno tra i migliori ristoranti asiatici nel 2013 dalla rivista Food&Wine.
La sua tecnica culinaria è un mix di influenze che strizza l’occhio alla tradizione asiatica mescolando i sapori per creare accostamenti diversi, rivisitazioni che seguono tre cardini principali: piatti buoni da mangiare, realizzati con ingredienti ricercati e selezioni, ma anche belli da vedere. Lo scopo è quello di offrire una sorta di esperienza sensoriale che conquista la vista ed il palato, il tutto all’interno di un ambiente estremamente curato e zen, ma diciamolo, anche un po’ fashion.
Dopo l’apertura a Salerno, ora è sbarcato a Roma con un locale tutto nuovo, il ME GEISHA Japanese Fusion Restaurant in via Filippi 4, a due passi da Piazza Navona. Qui è bandita l’omogeneità di sapore, ogni ricetta coniuga note dolci, piccanti e salate che si equilibrano perfettamente già dal primo assaggio.
Quello che propone nel suo menù è una fusione tra ingredienti Made in Italy e ricette asiatiche che seguono la stagionalità e si presentano in continua evoluzione. Proposte come il Crispy Rice con tonno rosso della Sicilia, lardo di Colonnata e Chili, che fa incontrare tre specialità in un unico piatto, oppure il saporito Ramen in brodo di maiale, pollo e prosciutto, i cui aromi derivano da 36 ore di cottura, ed ancora i Sushi trio, tre diverse portate per gli amanti degli stuzzicanti Nigiri, Roll e Hamachi, per poi finire con un profumato Budino di riso, zenzero e frutta fresca.
Ma perché proprio l’Italia?
Certo rappresenta una sfida nuova ma Rodelio sostiene di avere tanto in comune con gli italiani, in particolare l’amore e la passione per la cucina, l’attenzione verso le materie prime, che ama studiare passeggiando tra i banchi del mercato, ed il rispetto dei valori più tradizionali che per lui rappresentano una vera ispirazione.
ME GEISHA Japanese Fusion Restaurant
via dei Filippini 4, Roma
www.megeisha.it
“Q.B.” è il primo romanzo di Marco Bellabarba, esperto di comunicazione con una grande passione per l’arte culinaria, in particolare per la pasticceria. Il suo è il racconto di un viaggio a tratti ironico ed amaro verso una maggiore consapevolezza di sé, nel quale amore, lavoro, amicizia e cucina si incontrano.
Di Chiara Marando - Giovedì 24 Settembre 2015 -
Tutti, prima o poi, ci lasciamo trascinare da una quotidianità che non ci soddisfa fino in fondo, ripetiamo movimenti, viviamo situazioni che divengono déjà vu perché non abbiamo il tempo di fermarci a riflettere…o meglio non ce lo prendiamo.
Rimaniamo lì, come intrappolati in una vita che soffoca le passioni, rassegnati dal dover accantonare quei sogni che tardano a realizzarsi nonostante l’impegno e le energie profuse, altalenanti in un lavoro precario che ben poco somiglia a quello per cui si è tanto faticato.
Ma non si può proprio fare nulla per cambiare? E’ veramente questa l’unica via percorribile?
Perché non proviamo a rallentare, a prendere fiato ed osservare il mondo che ci scorre intorno, analizzarlo e capire che la nostra strada può essere un’altra….basta saperla vedere.
Questo è quello che si trova a fare Paolo, 32enne che poco a poco vede sgretolarsi i suoi obiettivi, un lavoro prestigioso all’estero ed il matrimonio con la sua amata Deborah, per ritrovarsi single e con un impiego, che mai si sarebbe aspettato di ricoprire, come agente di vendita per le strade di Roma.
“Ah Paolo, non dimenticarti che il Giappone è sempre lì. Con o senza Deborah.
Anche a Deborah era venuto da ridere. Alla fine aveva raggiunto il risultato. In realtà non ero nemmeno troppo sorpreso. Sapevo che il Giappone non l’aveva mai entusiasmata. Ma ciò che mi faceva pensare era il modo estremamente lapidario con cui aveva condotto la conversazione. A lei il Sol Levante non interessava. Punto. Era stata rapida, noncurante. Avrei dovuto intuire qualcosa. Almeno immaginare la possibilità che Deborah, quella sera, stesse facendo ben altro che liquidare la mia proposta.
Stava liquidando me.”
Ma è proprio quando tutto sembra più grigio, quando non si riesce a vedere una soluzione, che il destino ti offre una via d’uscita. Per Paolo sarà una pausa estiva trascorsa ad apprendere l’arte culinaria tra pentole e fornelli nella cucina di Luisa, chef brillante e fantasiosa ma anche donna profonda e gentile, che gli farà ritrovare la voglia di tentare e mettersi in gioco.
Ecco allora che, come per una dolce magia, le più piccole attività quotidiane, quelle considerate insignificanti o completamente ignorate fino a poco prima, risplendono di nuova luce e divengono un’occasione continua per scoprire profumi, sapori e sensazioni ma anche, e soprattutto, per concedersi dei momenti dedicati semplicemente a sé stessi ed alle persone più vicine.
“Avocado tagliato a cubetti, pomodorini, cipolla tritata. Un po’ di olio d’oliva a emulsionare e qualche scaglia di grana padano sopra. Tutto su una fetta di pane ancora calda e croccante.
I miei incisivi affondavano in un delizioso mix di consistenze e sapori che si sposavano perfettamente tra loro. No, non me lo ricordavo il sapore dell’avocado, ma anche se lo avessi mangiato tutti i giorni, mi avrebbe sorpreso comunque: preparato a quel modo era semplicemente fantastico.”
“Q.B” scritto da Marco Bellabarba (Robin Edizioni) racchiude tutto questo: un romanzo condito con alcune ricette da cui farsi ispirare, ma anche momenti di inaspettata suspense, nel quale amore, lavoro, amicizia e cucina si incontrano per raccontare quanto la vita possa cambiare in un attimo regalando sorprese inattese, quanto ancora ci sia da scoprire ed imparare, quanto “a volte non basti osservare, ma anche aggiungere” per trovare la direzione giusta.
Di Chiara Marando – Sabato 04 Luglio 2015
Che siate di Roma oppure semplicemente di passaggio nella Capitale come turisti, non potete esimervi da una sosta serale ad Ariccia, una delle località più conosciute e popolari dei Castelli Romani. Ciò che veramente ne caratterizza la cultura gastronomica sono le tante fraschette che si susseguono lungo il corso principale, dei piccoli mondi dove la romanità più pura cattura gli avventori e dove è possibile gustare la tradizionale porchetta, simbolo culinario per eccellenza del luogo.
Ogni locale ha le sue peculiarità e stravaganze che contribuiscono a creare un variegato pubblico di affezionati clienti. Qui l’allegria fa da padrona e non cercate la raffinatezza di un cibo curato, ma aspettatevi piuttosto la bontà di stuzzicherie tipiche e golose.
Questa è la filosofia di semplice accoglienza che attende chi decide di scegliere la “Fraschetta Guardie e Ladri”: tavolacci e sedie di legno, tovaglie di carta, fiaschi di vino, una vetrina piena di cibarie dove farsi venire l’acquolina e le immancabili voci allegre dei camerieri e dell’ormai famoso titolare Gianluca.
Se vi domandate con quale specialità iniziare, la risposta è l’antipasto della casa, ovvero un tagliere traboccante di porchetta, tortini salati, mozzarelline di bufala, carne salata, bruschette, mortadella cotta alla piastra, fagioli con le cotiche, provola con pancetta e verdure grigliate. Sarà un vero piacere farsi saziare da queste delizie bagnando il tutto con il vino della casa, che del vino ha ben poco ma aiuta comunque la digestione.
I primi seguono la tradizione, quindi non fatevi mancare gli spaghetti cacio e pepe, alla carbonara oppure l’amatriciana, serviti in ampi vassoi, con porzioni più che generose e dal sapore intenso che soddisferà ampiamente il palato.
Ed ora i secondi, un tripudio di carne: grigliate miste, la classica ed immancabile porchetta, oppure i profumati arrosticini per chi ama i gusti decisi.
Per finire, dolci caserecci, biscotti da intingere nel vino rosso ed amari per concludere in bellezza.
Il prezzo? Dai €20 ai €25 per il menù completo a persona.
Fraschetta Guardie e Ladri
Via dell’Uccelliera, 22
Ariccia, (RM)
Tel. 347 016 6239
Di Chiara Marando - Sabato 05 Luglio 2014
Amanti della carne tenete pronti coltello e forchetta perché c’è un posto che sta aspettando solo voi. Si chiama “Maxelâ”e non si tratta di un semplice ristorante, ma nemmeno di una normale macelleria. In effetti è entrambe le cose in un modo tutto particolare, unico nel suo genere. Una filosofia che si fonda sulla ricerca, sulla passione per l’alta qualità, per il buon vivere ed i sapori genuini, nonchè per la voglia di condividere un’esperienza del gusto estremamente piacevole. Un’idea partita tra i caruggi di Genova con lo scopo di esportare un nuovo modo di concepire il cibo.
Ogni Maxelâ, ovvero “macelleria” in genovese, è un luogo in cui poter non solo acquistare, ma anche gustare sul posto carni pregiate provenienti esclusivamente da allevamenti italiani e selezionate da esperti professionisti. Ognuna di esse è situata in location strategicamente perfette, dalla città ligure in cui tutto è cominciato, a Milano, Torino, Roma, Modena, per arrivare fino a Londra.
E non potrete sbagliarvi, perché l’aroma di squisite bontà alla griglia si farà sentire già da lontano. Inutile dire che il banco ricolmo di tagli invitanti catturerà subito la vostra attenzione, impossibile resistere a tanta abbondanza e varietà.
Potrete scegliere tra specialità da assaporare crude come il Crudo d’Alba, ovvero carne macinata, oppure il Carpaccio, entrambe ricavate da tagli magri della coscia ed esaltate solo con un filo d’olio, un pizzico sale e pepe nero. Ed ancora squisitezze cotte alla piastra quali la strepitosa Fiorentina, la costata intera, la golosa Tagliata e gli sfiziosi Hamburger, arricchiti da olio extravergine di oliva, sale integrale e buccia di limone. Come in negozio avrete la libertà di selezionare il pezzo di carne che più preferite e deciderne il peso, al resto ci pensano gli chef.
Ma Maxelâ non è soltanto materia prima di qualità eccellente, è anche tutto ciò che può accompagnare degnamente un pasto luculliano, con contorni appetitosi e ottimi vini scelti tra le etichette più rinomate, che ben si sposano con il gusto deciso e intenso della carne. Una vera e propria coccola sensoriale.
Il tutto in un ambiente estremamente giovane e vitale, dove la calorosa accoglienza è uno dei veri punti di forza.
Si usa dire “provare per credere”, quindi dopo che avrete testato l’atmosfera, e soprattutto la bontà dei prodotti, eccovi l’opportunità di fare la spesa come in una macelleria normale e portarvi a casa ciò che più vi ha deliziato.
Se volete qualche dettaglio su menù, carta dei vini e ristoranti allora andate a dare un’occhiata qui www.maxela.it
Di Chiara Marando – Sabato 14 Giugno 2014
Chi lo dice che per mangiare dell’ottimo pesce sia sempre necessario spendere tanto? E infatti non è una regola, anzi esiste un posto dove il pesce degno di questo nome non solo si può mangiare, ma anche selezionare personalmente prima che venga cucinato.
Si chiama “FishMarket” , ed è il primo ristorante a Roma dove i clienti scelgono il pesce come fossero al banco del mercato, per poi lasciarlo nelle esperte mani di chef attenti a prepararlo nei modi più gustosi. Il tutto ad un prezzo più che accessibile. Un’idea che arriva dalla Spagna, e più precisamente da Barcellona, patria del divertimento e del buon mangiare per tutte le tasche.
Voi penserete, dove sta il trucco? Nessun trucco, semplicemente non ci sono dei veri e propri camerieri, è il cliente a gestire la propria cena, una formula ormai collaudata che permette di offrire ottime materie prime con altrettanto ottimi costi.
L’atmosfera è quella di un locale giovane e vitale, una location d’eccezione ricavata all’interno di una ex officina rimessa a nuovo ed arredata con semplicità così da non snaturare l’anima del posto: tavoli e sedie in legno, lavagne alle pareti con i piatti del giorno, tovagliette di carta ed un meraviglioso bancone colmo di ogni sorta di bontà ittica completato da una brulicante cucina a vista che sembra non doversi fermare mai.
Vi basterà guardare le proposte del menù e del banco, segnare portate e quantità desiderate, e consegnare l’ordine alla cassa. Giusto il tempo di prendere da bere ed il vostro tavolo sarà apparecchiato con deliziosi piatti dal profumo genuinamente invitante.
Rimarrete colpiti dalla freschezza del pesce che mangerete, un pescato accuratamente scelto ogni giorno per garantire il massimo del sapore. Una ricca varietà di proposte che spaziano dai crostacei come Scampi e Gamberi di Sicilia, Astici e Mazzancolle, oppure frutti di mare, pesce crudo come la Tartarre di Tonno o di Ricciola ed il Carpaccio di Spigola o di Gambero Rosso. E ancora gli sfiziosi Cartocci di fritto, con golosi Moscardini, Gamberi, Calamari e la mista Paranza, le Ostriche e i Tranci di Pesce al peso, un trionfo di Pesce Spada, Salmone, Tonno pinne gialle, Orata, Gallinella e chi più ne ha più ne metta.
Se siete amanti dei primi e dei secondi più elaborati, niente paura, dalla cucina arriveranno piatti più che appetitosi , creati a seconda dell’estro degli chef e delle materie prime a disposizione.
A voi la sorpresa ed il piacere di scoprire cos’altro vi riserverà la carta.
Insomma, una sorta di self-service chic e di alta qualità che non potrete farvi scappare una volta giunti nella Capitale. Un solo consiglio: non dimenticatevi di prenotare per tempo!
Ristorante Fish Market
Via Pietralta, 149 B Roma
Tel. 347 0095009
Vicolo della Luce 3/5 Trastevere (RM)
Tel. 366 9144157
Due uomini straordinari che hanno guidato la Chiesa con l’esempio e la sofferenza. Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II canonizzati nello stesso giorno, la Domenica successiva alla Pasqua.
di Lamberto Colla ---
Parma, 27 aprile 2014 -
Dispiace non avere la possibilità di raccontare un episodio di contatto diretto con questi due grandi uomini del XX secolo. Due sacerdoti divenuti Papa e poi Santi. Entrambi amati da tutti e entrambi, proprio per questa ragione, sono stati proclamati Santi con deroghe alle rigide procedure di canonizzazione.
Una risposta d’amore all’amore che il “Papa Buono”, come era soprannominato Giovanni XXIII, e Giovanni Paolo II hanno saputo donare alle comunità, non solo cristiane, durante il loro pontificato.
Due figure diverse ma complementari e due cause di canonizzazione (si chiamano così i processi che portano all’accertamento della santità) che, ciascuna a suo modo, hanno registrato delle peculiari eccezionalità rispetto alla norma.
“Santo Subito” fu il coro che si levò all’annuncio della morte di Papa Wojtyla. Il popolo cristiano pretendeva la santificazione del pontefice polacco ancora in vita. Un uomo che era entrato in tutti i cuori dalle prime parole pronunciate: “Si sbaglierò mi corrigerete”. Dapprima con la sua energia e carisma poi con la determinazione della sofferenza fisica mostrata quotidianamente. Solo nove anni furono quindi sufficienti per arrivare alla canonizzazione. La autorizzazione venne sottoscritta da Benedetto XVI che derogò alla norma che impone di attendere cinque anni prima di poter dare inizio al processo di beatificazione e canonizzazione.
Per Giovanni XXIII, invece, l’eccezione è stata fatta dallo stesso Papa Francesco che ha dispensato dalla necessità di accertare un miracolo da ascrivere all’intercessione del beato Roncalli per poterlo proclamare santo. Il secondo miracolo, quello cioè accertabile in fase di beatificazione ancora, per Roncalli, non è stato ascritto.
Anche per il “Papa Buono”, quindi, la santità è stata meritata e invocata dallo stesso popolo cristiano.
E oggi a Roma sono attesi 3 milioni di pellegrini da tutto il mondo per festeggiare questi due straordinari servitori di Dio e dell’umanità. Piazza San Pietro non potrà ospitarli tutti e perciò la città capitolina si è attrezzata con mega schermi qua e là sparsi in punti strategici. Per la precisione ben 14 in varie zone della città: 3 in via dei Fori Imperiali 2 in piazza Pio XII, 4 su via della Conciliazione, 1 su Largo Giovanni XXIII, 4 nella zona pedonale e giardini di Castel Sant'Angelo, 1 in piazza Navona (per i pellegrini di lingua polacca), 1 in piazza dell'Esquilino - Santa Maria Maggiore, 1 in piazza Farnese (per i pellegrini di lingua francofona) e 1 all'aeroporto Leonardo Da Vinci Terrazza Roma nel Terminal 3.
Oggi sarà un giorno memorabile per la cristianità.
Il “prete argentino” diventato Papa Francesco che con la semplicità di un missionario sta restaurando la “Chiesa” incoronerà Santi due uomini che hanno avuto in comune la guida spirituale della Chiesa e l’apprezzamento universale del popolo della cristianità: Papa Wojtyla e Papa Roncalli.