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Agricoltura. Una vendemmia 2019 con meno vino, ma di eccellente qualità. L'assessore Caselli: "Stiamo mettendo in campo ingenti risorse finanziarie per rafforzare l'immagine delle nostre etichette sui mercati e sostenere i progetti di sviluppo e innovazione delle imprese". La rese produttive, in base alle prime stime, sono diminuite in media del 20-25% sul 2018, a causa delle condizioni meteo sfavorevoli, per un totale di circa 8 milioni di quintali di uva raccolti. Il calo maggiore concentrato in Romagna. Oggi pomeriggio primo incontro dell'assessore con i produttori a Civitella (FC), dopodomani 27 ottobre a Ziano Piacentino (PC).

Bologna –

La quantità è minore, ma la qualità è ottima. È quanto emerge dalle prime valutazioni sui risultati della vendemmia 2019 nelle principali aree produttive regionali, dai colli piacentini alla Romagna, a pochi giorni della conclusione della campagna di raccolta delle uve.

Sulla base delle stime provvisorie elaborate dall’assessorato regionale all’Agricoltura, che ha interpellato al riguardo i maggiori gruppi cooperativi e le principali aziende vitivinicole private, l’annata 2019 ha fatto registrare un calo nella produzione di uva che oscilla in media tra il 20 e il 25% in meno rispetto al 2018, che era stato però un anno con un raccolto molto abbondante. A conti fatti, la produzione totale di uva dovrebbe pertanto aggirarsi sugli 8 milioni di quintali, contro i 10,3 milioni della scorsa campagna, che si sono poi “convertiti” in 7,35 milioni di ettolitri di vino.

Il calo produttivo si è tuttavia distribuito in maniera abbastanza disomogenea sul territorio regionale. Così mentre la Romagna accusa un calo delle rese tra il 25% e il 32%, più accentuato per le uve rosse, l’area emiliana che comprende bolognesemodenese e reggiano contiene la flessione nel 15% in meno, tuttavia assai più marcata nel caso dei vitigni a bacca bianca, leggi Pignoletto. Infine spostandosi più ad ovest, l’area Piacenza-Parma registra una diminuzione delle rese del 20%, a causa soprattutto del freddo primaverile e, in parte, anche per i danni provocati nelle vigne dalle violente grandinate dell’estate scorsa.

 

Gli incontri di presentazione in Romagna e nel piacentino 

Il primo, parziale, consuntivo dell’ultima vendemmia e gli interventi messi in campo dalla Regione a favore del settore vitivinicolo sono stati al centro oggi pomeriggio di un incontro tra l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli, e i rappresentanti delle associazioni agricole, dei consorzi vini e delle principali organizzazioni produttori. L’iniziativa, organizzata in collaborazione con Enoteca regionale e le due sezioni emiliana e romagnola dell’Associazione italiana sommelier, è stata ospitata nella storica azienda vitivinicola “Poderi dei Nespoli”, situata a Civitella di Romagna (FC), tra le colline della Val Bidente, e che proprio quest’anno ha festeggiato 90 anni dalla nascita. Un secondo appuntamento sul tema, sempre con l’assessore Caselli, sarà ospitato dopodomani 28 ottobre, alle ore 11, dall’azienda vitivinicola Torre Fornello, a Ziano Piacentino (Pc).  

“Dopo l’exploit del 2018- ha sottolineato Caselli- con la vendemmia di quest’anno siamo rientrati nella media produttiva degli ultimi anni, complice un andamento meteorologico sfavorevole, in particolare lo scorso mese di maggio, freddo e molto piovoso, che ha determinato anche un ritardo di una quindicina di giorni nella maturazione delle uve, quindi della raccolta. Sotto il profilo qualitativo, tuttavia, la vendemmia 2019 ha tutte le carte in regola per riuscire ad ottenere vini di eccellenza. Merito anche della grande professionalità dei nostri viticoltori, che hanno stanno facendo passi avanti da gigante dal punto di vista delle tecniche produttive e dell’innovazione sia in campo aperto, sia in cantina”.


L’andamento della campagna 2019   

Ripercorrendo l’andamento dell’annata 2019, la maturazione più lenta ed equilibrata degli acini, le piogge di maggio e le forti escusioni termiche tra giorno e notte hanno consentito di produrre uve molto più profumate che negli anni scorsi. In più il bel tempo in ottobre ha aiutato non poco le varietà tardive. Risultato: le uve raccolte presentano in generale un tenore zuccherino inferiore in media di un grado rispetto al 2018, ma spesso un buon grado di acidità, in particolare per i Lambruschi e le uve a bacca bianca romagnole e piacentine. Molto soddisfacente anche l’aspetto sanitario delle uve; in particolare quest’anno si è registrato un netto contenimento dei danni da cocciniglia, grazie al lancio di insetti antagonisti su circa 1.800 ettari di vigneto nel modenese e nel reggiano.

Tornando ai risultati quantitativi nelle principali macro-aree regionali, in Romagna il calo produttivo ha interessato sia le zone collinari, sia la pianura. In Emilia ad accusare il colpo sono stati soprattutto i vitigni a bacca bianca, mentre si sono difesi meglio quelli a bassa rossa come i Lambruschi, che rappresentano circa il 65% della superfice coltivata a vite nell’area in questione. Per finire nella zona Piacenza-Parma a fare le spese delle grandinate estive è stata soprattutto la Val d’Arda

 


Le strategie messe in campo dalla Regione 

Nel corso dell‘incontro l’assessore Caselli ha illustrato anche le strategie e le risorse della Regione per rilanciare la crescita del comparto. “Per sostenere i progetti di sviluppo delle imprese- ha rimarcato Caselli- attraverso i fondi europei dell’Ocm vino stiamo mettendo in campo un consistente pacchetto di risorse finanziare che s’aggira mediamente sui 24-25 milioni di euro all’anno. Gli obiettivi: promuovere i nostri vini sui mercati esteri, in particolare quelli emergenti del sud-est asiatico e del Nord America, favorire la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, finanziare l’ammodernamento tecnologico e gli investimenti in cantina”.

“A questo risorse-ha concluso Caselli- si aggiungono i quasi gli 8 milioni di euro erogati con gli ultimi bandi del Programma regionale di sviluppo rurale per finanziare progetti di innovazione e promozione sul mercato interno. Stiamo lavorando molto per migliorare l’immagine dei nostri vini di qualità che non hanno nulla da invidiare ad altre produzioni più blasonate sotto il profilo della qualità. Senza dimenticare la nuova frontiera dell’enoturismo, una leva formidabile per una regione come la nostra capace di coniugare vocazione turistica con cibi e vini di eccellenza”.

In Emilia-Romagna la superficie coltivata a vite al 31 luglio scorso si estendeva su oltre 51.420 ettari, 580 in più rispetto all’anno prima. Un dato che consente alla nostra regione di restare nella top ten delle principali regioni viticole italuane, dopo Sicilia (circa 97.000 ettari), Veneto (94.300), Puglia (88.400)  e Toscana (60.500 ettari). I vitigni più diffusi in Emilia-Romagna sono il Trebbiano Romangolo (15.200 ettari), seguito dal Sangiovese (6.645), Lambrusco Salamino  (5.100), Lancellotta (4.480), e Pignoletto (circa 2.410 ettari). /G.Ma

 

Vaccini. In Emilia-Romagna oltrepassato il 97% di copertura per le vaccinazioni introdotte dalla legge regionale. Percentuali in netta crescita in tutte le province: alcune sfiorano il 100%, e quelle storicamente più indietro recuperano 5 punti in sei mesi (dicembre-giugno). Superata la soglia di sicurezza per morbillo-parotite e rosolia, scesa all'87% a fine 2015 e oggi risalita al 96,5%. E arriva una novità: antimeningococco B gratuito per i bimbi nati dal 2014 al 2016.

Bologna -

L’Emilia-Romagna accelera ancora sulle coperture vaccinalioltrepassando - al 30 giugno 2019 - la percentuale del 97% per le vaccinazioni rese obbligatorie dalla legge regionale (difteritetetanopoliomielite ed epatite B) per la frequenza al nido.

continuano a salirein tutte le province comprese quelle storicamente più indietro, i dati di copertura anche per le vaccinazioni introdotte dalla successiva normativa nazionale: oltre a pertosse ed emofilo di tipo B, il gruppo ‘Mpr’, cioè morbillo, parotite e rosolia, che in Emilia-Romagna era sceso a livelli allarmanti: 87% a fine 2015. Oggi è arrivato al 96,5%, mettendo a segno un recupero di quasi 10 punti percentuali in meno di quattro anni. Un dato particolarmente significativo, considerando i casi di morbillo che negli ultimi anni hanno interessato tutto il Paese, compresa l’Emilia-Romagna.

Superato, già al 31 dicembre 2018, il muro del 95%, cioè la soglia raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità per garantire la cosiddetta “immunità di gregge”, l’aggiornamento al 30 giugno scorso delle coperture vaccinali nei bambini nati nel 2016 (il dato sulla fascia dei 2 anni è quello su cui si basano le rilevazioni ministeriali) mostra numeri inequivocabili: nel primo semestre dell’anno tutte le coperture in Emilia-Romagna si sono ulteriormente alzate: poliomielite 97,4% (era al 95,7%); difterite 97,3% (era al 95,7%); tetano 97,4% (era al 95,7%); pertosse97,3% (era al 95,7%); epatite B 97,2% (era al 95,5%), emofilo B 96,6% (era al 95,2%); morbillo-parotite-rosolia(MPR) 96,5% (era al 93,5%). (L’obbligatorietà per la vaccinazione contro la varicella vale a partire dai nati nel 2017).

Bene anche le vaccinazioni non obbligatorie, ma solo raccomandate, in deciso aumento e sempre più vicine al 95%: per il meningococco C si passa dal 92,1% di copertura al 31 dicembre 2018 al 94,5% del 30 giugno 2019, per lo pneumococco dal 93,8% al 94,9%.

Ci sono province, come Ravenna, che oltrepassano abbondantemente il 98% per tutte le vaccinazioni obbligatorie, o come Parma dove si sfiora quasi il 100% per i vaccini introdotti dalla legge regionale. Ma anche Forlì, Cesena e Rimini - che tradizionalmente si assestano su coperture più basse - avanzano visibilmente, arrivando a superare, o a sfiorare di poco, la soglia del 95% e mettendo complessivamente a segno, da dicembre a giugno, una crescita di 2 punti percentuali; inparticolare Rimini evidenzia un recupero massiccio su tutte le vaccinazioni, passando dall’88,3% al 93,4% di copertura per morbillo, parotite e rosolia.

“Parliamo- sottolineano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, che oggi in viale Aldo Moro ha presentato i dati alla stampa- di una crescita davvero significativa, che peraltro coinvolge l’intero territorio regionale, comprese le aree tradizionalmente più indietro sulla copertura, e riguarda tutte le vaccinazioni, anche quelle non obbligatorie ma solo raccomandate. Questi numeri dimostrano come nella stragrande maggioranza dei casi i genitori abbiano capito il senso della nostra battaglia, che l’Emilia-Romagna ha condotto per prima con uno solo scopo, quello di tutelare la salute pubblica e soprattutto dei bambini più deboli. È indubbio infatti che la legge con cui, a novembre 2016, rendemmo obbligatorie le vaccinazioni per l’iscrizione ai nidi, abbia fatto da traino, dandoci la possibilità di avere più tempo per organizzare, spiegare, fare sì che tutto funzionasse”.

“Grazie a un complesso e paziente lavoro svolto con le Aziende sanitarie, i Comuni e le scuole- aggiungono presidente e assessore- abbiamo accompagnato passo passo le famiglie lungo questo percorso, con un metodo di ascolto che oggi mostra di aver dato ottimi frutti. Partendo in netto anticipo rispetto alle altre regioni, abbiamo avuto modo di sensibilizzare i cittadini, con i risultati che oggi vediamo e di cui la nostra comunità, a partire dai più piccoli, può beneficiare. Questo era il senso della nostra legge, che come abbiamo sempre detto non era fatta per escludere, ma per includere e proteggere i più fragili”.

 

Vaccinazione gratuita per antimeningococco B

E per rafforzare ulteriormente questo percorso virtuoso, la Giunta regionale ha deciso di fare un ulteriore passo avanti, rendendo gratuita la vaccinazione contro il meningococco di tipo B (non obbligatoria, ma raccomandata)anche per i bambini nati nel 2014, 2015 e 2016, cioè quelli in età da scuola materna. Per i nati dal 2017 in avanti, infatti, la Regione aveva già introdotto la gratuità. Un modo per incentivare la vaccinazione nella fascia d’età, tra 0 e 6 anni, che è la più a rischio per la meningite di tipo B.

Questo provvedimento, approvato nell’ultima seduta di Giunta, consentirà quindi ai genitori di risparmiare 100 euro: la vaccinazione prevede infatti 2 dosi dal costo di 50 euro l’una (tariffa che peraltro la Regione in passato aveva deciso di ridurre rispetto a quella prevista per gli adulti che è di 80 euro). La gratuità è prevista sia per chi deve iniziare il ciclo vaccinale, sia per chi deve completarlo con la seconda dose. Le famiglie interessate devono chiamare l’Azienda sanitaria di competenza, che fisserà l’appuntamento.

“Estendere la gratuità per i bambini fino ai 6 anni- spiegano il presidente Bonaccini e l’assessore Venturi- è una decisione che abbiamo assunto per aumentare ulteriormente la copertura contro una malattia, la meningite di tipo B, che può avere conseguenze anche letali soprattutto nei bimbi più piccoli. In questo modo diamo una mano ai genitori per facilitare l’accesso a una vaccinazione molto importante, ma costosa”.

 

I risultati raggiunti in Emilia-Romagna pubblicati su Acta Bio Med

I risultati raggiunti sul fronte della copertura vaccinale in Emilia-Romagna, in particolare il recupero per morbillo, parotite e rosolia, sono stati oggetto di una pubblicazione scientifica: “Esitazione ed obbligo vaccinale in Emilia-Romagna: il caso della vaccinazione MPR” Acta Biomed 2019 (Vol. 90, N. 3: 394-397).  Dallo studio emerge con chiarezza - come mostra il grafico allegato - che l’aumento è iniziato dopo l’introduzione della legge regionale n. 19 del 2016, che stabiliva l’obbligatorietà di quattro vaccinazioni per l’iscrizione ai nidi e ai servizi della prima infanzia, ed è poi proseguito con la legge nazionale. La legge con cui l’Emilia-Romagna ha fatto da apripista a livello nazionale ha dunque avuto un effetto di trascinamento positivo anche su morbillo-parotite-rosolia, allora non obbligatorie. /EC

Giornata Mondiale dell'Alimentazione, "Amiamo la terra. Difendiamo il futuro", protagonisti gli istituti agrari del territorio nella difesa della biodiversità. Presentazione del progetto frutto di un Protocollo d'intesa tra Regione e Slow Food. L'evento si terrà domani a Bologna nella sede di viale Aldo Moro. In apertura, fra gli altri, i saluti del presidente della Regione e dell'assessore Caselli.

Bologna - 
 
“Il cibo, l’amore per le risorse di questo Pianeta, la difesa del futuro. Le scelte alimentari e i modelli produttivi che le ispirano sono entrate in questi anni sempre più nella piena consapevolezza di tutti noi.  Abbiamo compreso il valore della salute e della qualità in tavola, ma anche cosa significa sfruttare senza regole il territorio”: così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, in riferimento alla giornata “Amiamo la Terra. Difendiamo il futuro”, incontro che si svolgerà domani 16 ottobre, dalle ore 10, nella sala 20 maggio 2012 della terza Torre della Regione, in viale della Fiera 8 a Bologna.

Dopo i saluti del presidente Bonaccini e dell’assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli, quelli diRaffaella Donati (Slow Food Emilia-Romagna) e Andrea Libero Gherpelli (agricoltura custode e attore), prima di presentare il progetto “Amiamo la Terra – Difendiamo il Futuro”, che nasce da un Protocollo d’intesa siglato tra Regione e Slow Food per valorizzare il patrimonio rurale ed enogastronomico dell’Emilia-Romagna, promuovere l’agricoltura sostenibile e la biodiversità. Un progetto che coinvolge studenti delle terze classi di cinque istituti agrari: Istituto Tecnico Agrario “Serpieri” di Bologna, il “Navarra” di Ferrara, il professionale “Persolino – Strocchi” di Faenza, il Tecnico Agrario “Raineri Marcora” di Piacenza e l’Istituto Agrario Antonio Zanelli di Reggio Emilia con un ruolo di tutor.

“L’attenzione per il patrimonio rurale ed enogastronomico dell’Emilia-Romagna- aggiunge il presidente Bonaccini-  è un tratto essenziale di questo territorio e delle nostre politiche, frutto di azioni mirate, campagne di informazione, accordi fra centrali cooperative, investimenti importanti sul biologico. Difendere la biodiversità significa difendere la diversità biologica che è un valore aggiunto per le produzioni,  barriera contro l’impoverimento - culturale ed economico - dei nostri sistemi. In questa battaglia di posizione abbiamo trovato molti compagni di viaggio. In primis i nostri agricoltori che vivono da protagonisti l’amore per la terra. Ma anche Slow Food è da sempre un nostro alleato in molte battaglie”.
“Questo progetto- conclude Bonaccini- ha il merito di dare la giusta visibilità al lavoro di studio e ricerca  di cinque istituti agrari della regione. Si tratta di realtà che hanno una storia, un passato in questo campo e che ora sono state riunite per raccontare la qualità e la complessità del cibo, il rispetto per l’ambiente, la sostenibilità economica. Tutto questo noi oggi lo raccontiamo in una giornata significativa che celebra l’alimentazione. Un modo dunque per dare sostanza a un impegno che per noi è un dato acquisito, radicato nella nostra storia e cultura. E che vorremmo continuasse a dare identità, volto, ricchezza ai frutti della terra e al lavoro di tanti che si riconoscono in questi valori”.

Dal 25 ottobre al 26 novembre nel capoluogo emiliano ma anche a Ferrara, Modena e Forlì i più importanti nomi della musica afroamericana. Da Dianne Reeves a Pat Metheny fino a Fred Hersch e Dave Holland, per un'edizione "dipinta" da Altan.

Bologna -

Tra leader carismatici e guru musicali, l’edizione 2019 del Bologna Jazz Festival, che si terrà dal 25 ottobre al 26 novembre, sarà un giardino delle delizie, per il grande pubblico e per gli ascoltatori più esigenti. Tra i protagonisti spicca il nome di Pat Metheny, il chitarrista per eccellenza del jazz crossover. E gli altri non sono certo comprimari: la cantante Dianne Reevesjazz diva della vocalità afro, il trio all stars Cross Currents (che raccoglie Dave HollandZakir Hussain e Chris Potter), il trio del sopraffino pianista Fred Hersch, un’autorità della musica brasiliana come Hermeto Pascoal.

Il programma del festival, oltre alla consueta ricchezza di musica dal vivo, includerà importanti contenuti didattici e di intersezione tra jazz e altre forme espressive. Sul fronte interdisciplinare, il BJF ha coinvolto il grande disegnatore Altan, che ha realizzato una serie di disegni originali per l’immagine del BJF 2019, con il fondamentale apporto di BilBOlbul Festival internazionale di fumetto.

“Con il Bologna Jazz Festival- ha commentato l’assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti-, torna un appuntamento di qualità internazionale, ormai imprescindibile per gli appassionati non solo di questa regione. Siamo al varo dell’edizione di un festival che è un pezzo della storia culturale moderna in Emilia-Romagna, con i suoi oltre sessant’anni di vita e con la linfa vitale del coinvolgimento delle giovani generazioni, penso ai progetti didattici, sempre più capillare e innovativo nelle metodiche. La Regione Emilia-Romagna sostiene con decisione questo festival, che fa rete con altre rassegne e interessa diverse città, propone musica ma anche eventi collaterali quali solo grandi rassegne sono in grado di proporre, come il Progetto welfare per i senza fissa dimora supportato dal nostro assessorato alle Politiche sociali, fino al convegno giornalistico sulla musica da noi patrocinato e alle altre iniziative”.

Concerti principali nei teatri

Al Bologna Jazz Festival 2019 si ascolteranno i più interessanti sviluppi moderni del format del trio, a partire dal concerto del pianista Fred Hersch, che inaugurerà i grandi appuntamenti in teatro (25 ottobre, Unipol Auditorium).

Il BJF ospiterà poi Dianne Reeves (31 ottobre, Teatro Duse), misurandosi così con la grande storia interpretativa del jazz vocale. Come le jazz divas del passato, delle quali è una vera erede moderna, la Reeves si muove con disinvoltura tra jazz e pop, trasformando ogni scelta di repertorio in una perfetta jazz song.

Un ritorno alla dimensione del trio, l’8 novembre all’Unipol Auditorium con il Cross Currents Trio, formazione nella quale si incontranotre leggende dei rispettivi strumenti: Dave Holland è uno dei più importanti bassisti della storia del jazz; Zakir Hussain è il virtuoso indiano delle tabla che più di ogni altro si è confrontato con il jazz statunitense; Chris Potter è uno dei più apprezzati ‘stilisti’ del sax. Con loro la musica scorre incontenibile e senza confini estetici.

Il 15 novembre, l’Unipol Auditorium accoglierà un’icona vivente della musica brasiliana: Hermeto Pascoal. Polistrumentista eccentrico, Pascoal trascina il suo ‘Grupo’ in una musica la cui energia vitale la fa sembrare una sorta di religione animistica tradotta in suoni, con una notevole propensione al jazz.

Un’icona musicale come il chitarrista Pat Metheny tornerà al Bologna Jazz Festival (dopo la sua apparizione del 2011) con un trio che promette di muoversi a ‘stile libero’ nel repertorio del carismatico chitarrista. Musicista dei record (una ventina di Grammy Awards, un’incalcolabile serie di premi come ‘migliore della classe’), Metheny, ha saputo costruire e mantenere nel tempo un rapporto unico col pubblico. Lo dimostrerà ancora una volta il 26 novembre al Teatro EuropAuditorium, affiancato da Darek Oleszkiewicz e Jonathan Barber.

Le produzioni principali del festival saranno incastonate in una cornice musicale creata dai live pre-concerto che si terranno allo Zushi e i dopo concerto al Camera - Jazz & Music Club.

Concerti nei jazz club tra Bologna e Ferrara

Tra un appuntamento in teatro e l’altro (inclusa la presenza del lussuoso duo pianistico con Stefano Bollani e Chucho Valdés al Teatro EuropAuditorium l’1 novembre), si scatenerà la vita da jazz club.

Nel centro cittadino bolognese la Cantina Bentivoglio è la ‘casa del jazz moderno’: ospiterà i concerti del ZZ International Quartet, co-diretto dal fisarmonicista Simone Zanchini e dal chitarrista Ratko Zjaca (27 ottobre); il trio del pianista Barry Harris, grande testimone dell’era bop (1 novembre); un duo con i campioni del modernismo newyorkese, il trombettista Dave Douglas e il pianista Uri Caine (il 3); il longevo gruppo “Frontal” del pianista Simone Graziano (il 5); il trombettista e local hero Diego Frabetti, con i frutti del suo lavoro discografico “Interno 41” (il 12); l’estrosa band Plankton della sassofonista Helga Plankensteiner (il 19).

Alcuni dei concerti in programma a Bologna saranno replicati nell’altro club principale della galassia BJF, il Torrione San Giovanni - Jazz Club Ferrara: Dena DeRose assieme alla ERJ Orchestra (26 ottobre); il duo con Dave DouglasUri Caine (2 novembre); i “Frontal” di Simone Graziano (il 4). Il club ferrarese giocherà anche molte carte originali: il solo del pianista David Helbock (28 ottobre); due protagonisti di primo piano del jazz italiano come Fabrizio Bosso e Giovanni Guidi, nel contesto internazionale della loro Revolutionary Brotherhood (6 novembre); l’avanzato trio “New Things” del pianista Franco D’Andrea (9 novembre); la Tower Jazz Composers Orchestra, che presenterà il suo esordio discografico (l’11); il concerto del ventennale di Italuba, la band del gigante della batteria afro-cubana Horacio “El Negro” Hernandez (il 14); il pianista Aaron Parks con il quartetto “Little Big” (il 16); il progetto “Sun of Goldfinger” del chitarrista David Torn, che prevede la presenza al sax di Tim Berne (il 23).

Il Camera – Jazz & Music Club è una new entry nella mappa del BJF. Qui sono annunciati i concerti del trio della pianista e cantante Dena DeRose (29 ottobre); del quartetto del trombettista Tom Kirkpatrick (9 novembre); del trio del pianista Michael Weiss (il 16); del quartetto all stars con Piero OdoriciEric ReedDezron Douglas e Roberto Gatto (il 21). Il Camera sarà un vero ‘covo’ per il miglior mainstream.

Altra meta immancabile delle notti bolognesi è il Bravo Caffè. Qui, nel giro di pochi giorni, si concentreranno le apparizioni di una serie di star internazionali: il 10 novembre Tuck & Patti con la loro essenziale e intimistica miscela di folk e black music per voce e chitarra; l’11 gli Yellowjackets, campioni della fusion da oltre quarant’anni; il 13 il chitarrista Cory Wong, ‘prestigiatore’ del groove, come dimostrano la sua esperienza con i Vulfpeck e ora quella da solista; il 14 una super band co-diretta da un chitarrista di culto come Mike Stern e dal tastierista Jeff Lorber e completata da una ritmica ad alto voltaggio con Jimmy Haslip e Dennis Chambers. Il 20 toccherà poi al quintetto dello storico bassista Eddie Gomez.

Aria informale e ottima musica al Binario69: con un solo del vibrafonista Pasquale Mirra (17 novembre); l’ampio organico del Bologna Jazz Collective (il 22); il tocco funky dei Fake Jam (il 24).

 Non solo jazz club, ma anche ritrovi più trasversali saranno coinvolti nel BJF con proposte di richiamo. Il Locomotiv Club proporrà l’afrobeat dei londinesi Kokoroko (3 novembre), mentre al Mercato Sonato si ascolterà il quintetto dell’istrionico sassofonista Daniele Sepe (il 23).

Concerti nell’area metropolitana e fuori provincia

Novità per la mappa geografica del BJF sono Forlì (dove il 10 novembre al Teatro Auditorium San Giacomo si replicherà il concerto di Fabrizio Bosso e Giovanni Guidi) e San Giovanni in Persiceto (Bo), dove il 7 novembre al Cine Teatro Fanin si esibirà il gruppo del chitarrista Andrea Dessì, con la vocalist Sherrita Duran.

Anzola dell’Emilia (Bo) ospiterà un asso del jazz più avanzato, il trombettista Rob Mazurek (in quintetto il 18 novembre alla Biblioteca Civica), mentre al Teatro Biagi D’Antona di Castel Maggiore (Bo) andrà in scena Cinema Italia, un quartetto che riunisce alcuni protagonisti del jazz nazionale come Rosario GiulianiLuciano BiondiniEnzo Pietropaoli e Michele Rabbia (il 22).

Oltre alle già citate serate al Jazz Club Ferrara, ci sarà una tappa allo Smallet Jazz Club di Modena: il 22 novembre con il duo che riunisce Bobby Watson e Andrea Pozza. A Vignola (Mo), la Jazz in’It Orchestra diretta da Marco Ferri si esibirà assieme al trombettista Stjepko Gut come ospite solista (il 17). Il 24 novembre il festival sbarcherà per la prima volta a Medicina (BO), con l’XY Quartet.

Attività didattiche, Progetto Welfare e altri eventi

Il Progetto Didattico “Massimo Mutti”, giunto alla settima edizione e realizzato grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, si articolerà in varie sezioni, con il coinvolgimento della Tower Jazz Composers Orchestra e dell’ERJ Orchestra diretta da Roberto Rossi e Piero Odorici, che si esibirà in un omaggio aShirley Horn assieme a Dena DeRose (30 ottobre, Teatro Antoniano, con un opening act della Junior Jazz Band diretta da Cristiano Arcelli). In questa occasione verrà consegnato il Premio “Massimo Mutti”, consistente in borse di studio per i corsi internazionali di perfezionamento estivi 2020 realizzati dalla Fondazione Siena Jazz – Accademia Nazionale del Jazz.

Rientra nel progetto didattico anche il convegno Scrivere la Musica, che si terrà il 15 novembre presso la sede della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti (le iscrizioni sono aperte nella piattaforma Sigef). Significativo il cast di relatori provenienti dal mondo del giornalismo e degli studi musicali: Giordano MontecchiStefano ZenniPino Sau­loCarlo Massarini, Marco Molendini.

È ormai una tradizione la masterclass dello storico pianista Barry Harris alla Cantina Bentivoglio: si terrà tutti i giorni dal 30 ottobre al 3 novembre e sarà aperta a tutti i musicisti.

Il concerto del 30 ottobre all’Antoniano assieme a quello del 25 novembre alle Cucine Popolari con il duo formato dal trombettistaFlavio Boltro e il contrabbassista Stefano Senni costituiranno i momenti culminanti del nuovo Progetto Welfare Note di Solidarietà”, che ha l’intento di coinvolgere (e finanziare con l’intero incasso delle serate a offerta libera) i centri di aggregazione dei senza fissa dimora e delle persone con necessità primarie a Bologna.

Torneranno anche le lezioni musicali “Jazz Insights” con Emiliano Pintori (ideate e ospitate dal Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna, tutti i sabati di novembre): cinque approfondimenti tematici sulla musica afroamericana selezionati sulla base di importanti anniversari e raccontati dalla prospettiva di un musicista jazz.

In visita al BJF anche uno dei più noti fotografi di jazz a livello internazionale: Pino Ninfa, che il 9 e 10 novembre terrà il workshop “Il jazz e la città” presso laGalleria Fotografica Paoletti; la stessa location dal 26 ottobre al 17 novembre ospiterà inoltre la sua mostra fotografica “Jazz Spirit”.

Sul fronte editoriale, il BJF celebra il ventennale dalla scomparsa di un grande pianista: gli autori Vanni Masala Marilena Pasini presenteranno la graphic novel Io sono Michel Petrucciani (Edizioni Curci) assieme ad Alexandre Petrucciani, figlio di Michel, e Flavio Boltro (24 novembre, Cantina Bentivoglio).

 Autobus del Jazz

La sinergia tra il Bologna Jazz Festival, BilBOlbul Festival internazionale di fumetto e Tper, con l’importante sostegno del Gruppo Hera, rende ancora una volta possibile l’allestimento degli Autobus del Jazz, che dal 2010 sono un’icona viaggiante della kermesse jazzistica: due speciali autobus di linea di Tper che da ottobre sino alla fine del festival jazz percorreranno le strade di Bologna su linee ogni giorno diverse, con la loro livrea realizzata appositamente per il BJF.

L’immagine del Bologna Jazz Festival 2019 è stata affidata ad Altan, firma altisonante dell’illustrazione: le immagini in tema musicale da lui create su misura per il festival avvolgeranno l’esterno dei bus, mentre al loro interno i veicoli saranno trasformati in gallerie d’arte viaggianti, con l’esposizione delle tavole di Altan.

Le opere saranno inoltre affisse nelle bacheche del centro cittadino in collaborazione con Cheap on Board, il festival dedicato alla street poster art, diventando così un artistico arredo urbano. I disegni saranno poi visibili anche su tutto il materiale iconografico prodotto dal festival.

Il Bologna Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Bologna in Musica con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol, Tper, Città Metropolitana di Bologna, Bologna Città Creativa della Musica Unesco e del main partner Gruppo Hera.

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Montagna. Dimezzamento Irap alle imprese e azzeramento per nuove e startup, interessati 100 comuni montani, stanziati per il triennio 36 milioni di euro. Incontri nei territori con l'assessore Palma Costi. Sono circa 12mila le aziende, i commercianti, gli artigiani, i professionisti e i lavoratori autonomi coinvolti dal provvedimento regionale. Partono un percorso informativo e una campagna: primo appuntamento domani 1 ottobre a Pavullo (Mo).

Bologna –

Una serie di incontri per spiegare come possono essere sostenute le imprese nei comuni montani dell’Emilia-Romagna, a partire da quest’anno e per il prossimo triennio, con l’abbattimento dell’Irap deciso dalla Regione Emilia-Romagna per le aziende, i commercianti, gli artigiani, i professionisti e i lavoratori autonomi dell’Appennino emiliano-romagnolo. Un percorso informativo che partirà domani in provincia di Modena, a Pavullo, per poi snodarsi su altre zone appenniniche.

Il contributo riguarderà tre anni di competenza Irap: 2019, 2020 e 2021. Sarà assegnato tramite il meccanismo del credito d’imposta, in accordo con l’Agenzia delle Entrate. Le imprese e i lavoratori autonomi dei 100 Comuni montani interessati dal provvedimento risultano circa 12.000 e per assicurare a tutti il beneficio, la Regione ha stanziato 12 milioni di euro l’anno per il triennio, per un totale di 36 milioni di euro. In sostanza, la misura regionale consente il dimezzamento dell'Iran e l'azzeramento per tre anni per quelle nuove e le startup. 

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Ciclo di incontri
A fronte di un confronto e di un’attività d’informazione verso tutte le associazioni di categoria e i professionisti del settore, nonché di tutte le Amministrazioni comunali interessate, la Regione ha programmato, in collaborazione con le Province e la Città Metropolitana di Bologna, un calendario di incontri pubblici a cui parteciperà l’assessore alle Attività produttive Palma Costi. primo appuntamento domani 1 ottobre a Pavullo (Mo). Contestualmente sarà effettuata una campagna di informazione che coinvolgerà i centri appenninici interessati. E' poi on line un portale dedicato: www.bandoirap.it

Il Bando Irap
A oggi, per disposizioni nazionali, non è consentito alla Regione ridurre direttamente e semplicemente le aliquote dell’imposta. Per questo, volendo assicurare un equivalente beneficio alle aziende, la regione ha deciso di attivare un sistema di “rimborso” della stessa: in particolare, con apposita legge regionale, è previsto un contributo pari al 100% del valore dell’imposta lorda dovuta nel 2017 fino a 1.000 euro, al 50% per gli importi maggiori di 1.000 euro e fino ad un massimo di 5.000 euro; infine, le nuove imprese, insediate a partire dal 1 gennaio 2018, potranno godere di una esenzione totale fino ad un massimo di 3.000 euro l’anno di imposta dovuta, per tre anni.

Un quadro normativo nel quale si sono cercate di facilitare le procedure quanto più possibile: con unica domanda si accederà direttamente al beneficio per i tre anni individuati. A seguito del bando, già varato nei giorni scorsi, ciascuna impresa o lavoratore autonomo potrà quindi presentare la propria richiesta per il periodo indicato.

Vai al Bando Irap

In allegato il calendario di incontri nei comuni

Automotive. La Motor Valley trionfa nel mondiale di automobilismo riservato a monoposto realizzate da universitari, in Regione le ragazze e i ragazzi vincitori a Silverstone in Formula Student. Bonaccini: "Giovani animati da passione, talento, competenza cresciuti nella terra dei motori, eccellenza italiana per ricerca e innovazione". L'omaggio ai 67 studenti che compongono i due i team dell'Università di Modena e Reggio Emilia primi nella competizione, MMR-More Modena Racing e MMR-Hybrid, durante l'incontro insieme al Magnifico Rettore, Angelo Oreste Andrisano. Riconoscimento al preside del Dipartimento di Ingegneria 'Enzo Ferrari', Massimo Borghi, e diploma ai ragazzi.

Bologna -

E’ una vittoria targata Motor Valley quella che in Formula Student si è disputata sul mitico circuito di Silverstone, in InghilterraPer la prima volta a salire sul podio più alto della manifestazione, che può essere considerata il Campionato mondiale di automobilismo riservato a monoposto realizzate da studenti universitari, i due team dell’Università di Modena e Reggio Emilia, MMR – More Modena Racing e MMR-Hybrid.  

Gli studenti dei team vincitori - 67 studenti per MMR e 38 per MMR Hybrid - con le loro vetture, una a motore tradizionale a combustione e una ibrida, sono infatti risultati i migliori su oltre 100 scuderie provenienti da 20 paesi.

A rendere loro omaggio, questa mattina in Regione, a Bologna, il presidente Stefano Bonaccini e ilsottosegretario alla Presidenza della Giunta, Giammaria Manghi, che li hanno ricevuti insieme al loro rettore, Angelo O. Andrisano. La Regione ha consegnato una targa al preside del Dipartimento di Ingegneria ‘Enzo Ferrari’ dell’Ateneo, Massimo Borghi, quale riconoscimento collettivo a tutti i protagonisti e ai ragazzi, che hanno ricevuto ognuno un diploma.

“Giovani animati da passione, talento, competenza- ha sottolineato il presidente Bonaccini- che si sono formati in una terra di motori, la nostra, che rappresenta un’eccellenza assoluta nel mondo, di grande valore aggiunto nella ricerca, nella progettazione e nella produzione di marchi ai vertici nei mercati internazionali. A nome della Regione ringrazio questi studenti, il corpo docente che ha saputo portarli a questi risultati e le numerose aziende del territorio, che coniugano innovazione e sviluppo imprenditoriale. Un patrimonio sul quale abbiamo investito e sul quale continueremo a investire”.

“Sono molto onorato che la Regione ci ospiti per premiare i ragazzi dei nostri due team di Formula Student – commenta il Rettore Unimore, Angelo O. Andrisano-. Ritengo che sia stato apprezzato il risultato che questi studenti sono riusciti ad ottenere guidati da uno staff di docenti particolarmente preparato e animato da grande entusiasmo. Non si tratta soltanto di un importante traguardo sportivo ma è il riflesso di una formazione di qualità, che il nostro Ateneo mette in campo da sempre”.

Delle due vetture, la monoposto a combustione M19-L, al termine delle 5 prove previste per questa gara, è risultata prima assoluta nella classifica generale, e la monoposto ibrida, M181-H, al suo esordio in questo campionato, ha vinto il "Best powertrain installation", sponsorizzato da Mercedes AMG. /Ti.Ga.

In allegato Bonaccini e Andrisano premiano una studentessa del Team Unimore; Alcuni studenti Unimore premiati

L'assessore Caselli: "Innovazione e ricerca, programmazione produttiva e accordi di filiera le sfide da raccogliere per il futuro del comparto, minacciato da cambiamenti climatici e fitopatologie". Il punto sulle tecniche agronomiche migliori e sulle buone pratiche per ottenere frumenti più sostenibili e di migliore qualità.

Bologna - L’influenza del cambiamento climatico sulla coltivazione di grano duro, la ricerca e l’innovazione al servizio della produzione, le strategie d’impresa, l’andamento dei mercati agricoli e la copertura dei rischi. Sono i temi di cui si è parlato oggi a Bologna al convegno su “Grano duro in Emilia-Romagna: oltre la campagna 2019” organizzato dalla Regione proprio alla vigilia della stagione di semina, come opportunità di confronto e di approfondimento tecnico-scientifico e di orientamento degli agricoltori nelle scelte.

Bastano pochi elementi per comprendere l’importanza del comparto cerealicolo emiliano- romagnolo: la regione è tra le prime in Italia per la produzione con una quantità annuale (dati Istat 2014-2018) che si attesta a 2,1 milioni di tonnellate. Di queste, 773 mila tonnellate sono di frumento tenero, 373 mila di frumento duro, 647 mila di mais. Coltivano cereali oltre 31 mila aziende: più della metà del panorama agricolo regionale, per una superficie complessiva di circa 311 mila ettari di cui 127 mila a frumento tenero, 62 mila a frumento duro, 69 mila a mais.

È stata l’occasione per fare il punto con rappresentanti delle associazioni di categoria, Università, Arpae, aziende ed enti di ricerca, sulla stagione 2019 che ha visto le rese del grano duro penalizzate dall’andamento climatico, con maggio freddo e piovoso e giugno molto caldo e siccitoso, e di conseguenza una riduzione media stimata del 20% a seconda degli areali. Per quanto riguarda il livello dei prezzi le quotazioni, sebbene in ripresa, risultano troppo basse, tali da non consentire la copertura dei costi di produzione.

“Ricerca e innovazione, sia in campo tecnico che nelle strategie commerciali- afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli-, sono le strade da seguire per affrontare i cambiamenti climatici e le fitopatologie che sempre più incidono sulle produzioni agricole. I contributi di oggi, di alto livello scientifico e specialistico, indicano che le scelte per un’agricoltura sempre più evoluta e resiliente passano dall’agricoltura di precisione, allo studio delle innovazioni varietali, oltre ad adottare avvicendamenti e tecniche colturali che favoriscano la sostenibilità e la qualità dei suoli. Va sottolineata l’importanza della programmazione produttiva e degli accordi di filiera, con l’obiettivo di massimizzare e stabilizzare le rese produttive, contenere i costi senza incidere sulla produttività e sulla qualità del prodotto e ridurre i rischi di mercato”.

Secondo l’assessore, “il mercato del grano duro italiano va tenuto al riparo dalla logica delle commodities, delle materie prime indifferenziate. Abbiamo un’agricoltura vocata alla qualità piuttosto che alla quantità: occorre dunque puntare sempre più sulla filiera del Made in Italy e sulla programmazione anche attraverso le aggregazioni. In Emilia-Romagna abbiamo già un importante accordo di filiera per la produzione di frumento duro di alta qualità, che da oltre 10 anni viene sottoscritto da Barilla e da tutti gli attori coinvolti: società sementiere, organizzazioni di produttori e Consorzi agrari. Quella degli accordi di filiera resta la strada maestra e per le relazioni interprofessionali che genera. Va infine sottolineata l’importanza delle assicurazioni e dei fondi mutualistici quali strumenti atti a mitigare le perdite di reddito dovute agli eventi esterni. Come regione abbiamo raggiunto una copertura assicurativa nettamente superiore a quella media nazionale e restano da implementare i fondi mutualistici. Mentre su ricerca e innovazione abbiamo finanziato diversi gruppi operativi per l’innovazione (GOI), abbiamo un bando aperto e uno in uscita che potranno offrire nuove opportunità”.

Le indicazioni scientifiche emerse oggi da Università di Bologna, Centro di ricerca genomica Crea, Ismea e aziende di ricerca come Horta e Open Fields, puntano l’attenzione sui sistemi di supporto alle decisioni (Ssd), software che guidano le scelte tecniche e permettono di migliorare la produttività e la sostenibilità anche in condizioni avverse.
Importante il lavoro presentato da Crea e dal professor Tuberosa sulla mappatura genetica del grano duro che apre nuove frontiere alle tecniche di miglioramento genetico e può consentire un più rapido adattamento della specie anche ai cambiamenti climatici.


È stato inoltre fornito, dalla società Aretè, un’analisi del mercato mondiale e uno scenario previsionale dei mercati internazionali ai fini delle scelte di semina di quest’autunno e della relativa programmazione.
Al convegno sono intervenuti tra gli altri i presidenti regionali Eugenia Bergamaschi (Confagricoltura), Cristiano Fini (Cia), Carlo Piccinini (Confcooperative FedAgriPesca) Augusto Verlicchi (Legacoop).

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Al via l'1 ottobre la Settimana mondiale per l'allattamento materno, una scelta che in Emilia-Romagna piace sempre di più: aumentano le donne che lo praticano a tre mesi dal parto (58%) e a cinque mesi (45%). Tutta la regione mobilitata, con flash mob in 32 piazze e tante iniziative da Piacenza a Rimini. Domani convegno in viale Aldo Moro con gli esperti, le associazioni di mamme e i centri per le famiglie. L'assessore Venturi: "Impegnati con le Aziende sanitarie, i Comuni e le Associazioni a promuovere e sostenere l'allattamento materno. Bene che sempre più mamme seguano questa strada".

Bologna - 

Sette giorni per ricordarne l’importanza e “celebrarlo” in tutto il mondo. Torna anche quest’anno, dall’1 al 7 ottobre, la settimana mondiale dell’allattamento materno e l’Emilia-Romagna si fa trovare pronta, con il flashmob coordinato dalla Regione Allattiamo insieme’ che si svolgerà in 32 piazze dell’Emilia-Romagna, nella maggior parte dei casi sabato 5
Ma il programma prevede, su tutto il territorio da Piacenza a Rimini, tante altre iniziative realizzate da Aziende sanitarie, Enti locali e associazioni con un preciso obiettivo: informare, sensibilizzare, far conoscere - anche grazie alla presenza e all’aiuto degli esperti - l’importanza dell’allattamento materno, che porta grandi benefici sia al bambino che alla mamma. Una pratica che in Emilia-Romagna è scelta da un numero sempre maggiore di donne.  
A confermarlo, i dati 2018 che rivelano un tasso di allattamento completo (solo latte di mamma senza latte artificiale) a tre mesi del 58% (con punte superiori al 65% nei distretti di Montecchio, Rimini e Riccione), in crescita dell’1% rispetto all’anno precedente e un tasso del 45% (+2% sul 2017) a cinque mesi. A vent’anni esatti dal primo monitoraggio regionale, effettuato nel 1999, il trend registra un miglioramento costante, ancor più se confrontato con il dato Istat nazionale, fermo al 48% per l’allattamento completo a due/tre mesi e al 42% per quello a quattro/cinque mesi. 

“Il fatto che in Emilia-Romagna un numero sempre maggiore di donne, in crescita costante, scelga l’allattamento materno è molto positivo, perché questo rappresenta senza dubbio il miglior modo per nutrire il bambino e al contempo offre benefici alla madre- commenta l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Un risultato che dobbiamo al grande lavoro di rete fatto dalle nostre Aziende sanitarie, dai professionisti della salute ospedalieri e del territorio, assieme ai centri per le famiglie e alle associazioni di mamme. Ben vengano dunque- aggiunge Venturi- le iniziative che in tutto il mondo accendono i fari su un argomento così importante, perché per continuare a migliorarsi occorre informare, sensibilizzare e aiutare i genitori, in particolare le donne, come suggerisce anche il tema, ‘Potere ai genitori per favorire l’allattamento’ scelto per la Settimana mondiale dell’allattamento materno 2019”. 

Il convegno di domani in Regione 

E proprio per fare il punto su numeri, iniziative e obiettivi dell’Emilia-Romagna, la Regione anche quest’anno organizza per domani, sabato 28 settembre, una mattinata di formazione, ad iscrizione gratuita, rivolta agli operatori delle Aziende sanitarie coinvolti nel percorso nascita, alle associazioni di mamme e agli operatori dei centri per le famiglie. L’appuntamento è in Viale della Fiera 8 - Bologna, Sala 20 maggio 2012 dalle 8,30 alle 13,30; tutti i materiali del convegno saranno consultabili sulla pagina SaPeRiDoc (Centro di documentazione regionale sulla salute mentale e riproduttiva). 
L’Emilia-Romagna, peraltro, è tra le poche regioni in Italia a rilevare sistematicamente la prevalenza di allattamento in maniera del tutto informatizzata grazie all’anagrafe vaccinale regionale. Le indagini si svolgono da marzo a novembre negli ambulatori vaccinali delle Aziende Usl. Un metodo che si è consolidato nel tempo, permettendo di raccogliere informazioni su un campione molto rappresentativo di lattanti: 37.076 nel 2018.

Flashmob ‘Allattiamo insieme’: appuntamento nelle piazze dell’Emilia-Romagna fino al 7 ottobre 

Per il settimo anno consecutivo la Regione coordina il flashmob ‘Allattiamo insieme’, che si svolge in 32 piazze dell’Emilia-Romagna nella prima settimana di ottobre, in prevalenza il 5. Un’iniziativa organizzata in collaborazione con le Aziende sanitarie, i gruppi di sostegno e gli Enti locali. Nel luogo di incontro si ritrovano mamme che allattano i propri bambini, ma anche referenti dei gruppi di sostegno e ostetriche dei consultori pronte a fornire informazioni e a rispondere alle domande. 
Momenti di condivisione a cui si aggiungono molte altre iniziative su tutto il territorio (consultabili sui siti delle Aziende sanitarie e delle Associazioni), come letture in biblioteca, laboratori teatrali, presentazioni di libri, incontri musicali, giochi per bambini, mostre, momenti informativi in palestre e farmacie
L’elenco completo, con orari e indirizzi, dei flashmob e di tutte le iniziative in Emilia-Romagna nel corso della Settimana per l’allattamento materno è consultabile sul portale regionale ER Salute. /EC

L'assessore Costi: "Urgente una convocazione e vogliamo essere presenti". Vertice in viale Aldo Moro con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e i sindaci dei comuni sedi dei punti vendita. Presente anche la Città metropolitana.

Bologna

“E’ necessario che il Mise convochi a breve un tavolo nazionale per la salvaguardia occupazionale a cui chiediamo di essere presenti come Regione assieme a tutti gli attori coinvolti nella crisi”. E’ la richiesta avanzata dall’assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi, in merito alla vendita del Mercatone Uno/Shernon Holding Srl, sostenuta anche dalle organizzazioni sindacali e dai sindaci dei Comuni sede dei punti vendita, riuniti oggi in viale Aldo Moro a Bologna.

“L’incontro è più che mai urgente- aggiunge l’assessore Costi- per capire il futuro dei punti vendita in Emilia-Romagna, che occupano 450 lavoratori, per conoscere la situazione della sede logistica a San Giorgio di Piano tutt’ora esclusa dalla procedura di vendita, oltre al futuro della sede amministrativa di Imola. La Regione si è impegnata in questa fase di transizione, in attesa che si concluda l’iter nazionale per l’attivazione della cassa integrazione, con interventi a favore dei lavoratori attraverso uno stanziamento per aiutare le persone in difficoltà. E’ importante sapere quale ruolo intenda assumere il Ministero in merito alle prospettive occupazionali e alle azioni di rilancio dei negozi”. 

L’assessore ha sottolineato inoltre il ruolo di grande importanza che i Comuni svolgono nel presidio del territorio rispetto alle situazioni di disagio dei lavoratori. “Un ruolo che deve essere temporaneo- ha precisato- in attesa di una soluzione occupazionale definitiva per i lavoratori”. 

I presenti hanno auspicato che la Regione Emilia-Romagna sia presente al tavolo nazionale, assieme alle altre Regioni e che l’incontro si svolga in tempi brevi, possibilmente entro 20 giorni e prima della scadenza del 31 ottobre, data fissata per la chiusura delle offerte di acquisto del gruppo Mercatone Uno.

Venerdì, 20 Settembre 2019 14:37

Riapre il Duomo di Santa Maria Maggiore di Mirandola

Ricostruzione. Riapre al culto il Duomo di Santa Maria Maggiore di Mirandola (Mo). Il recupero e i lavori di messa in sicurezza finanziati dalla Regione con 6,2 milioni di euro. Domani, sabato 21 settembre, alle ore 18 la cerimonia ufficiale e la Messa solenne per la riapertura dell'edificio religioso che sette anni fa venne gravemente danneggiato dal sisma. Sono 286 le chiese aperte a cui si aggiungono 63 edifici per i quali si stanno ultimando i lavori.

Bologna -

Dopo sette anni torna alla città un luogo di culto, ma anche un importantissimo bene artistico e architettonico, centrale per la comunità locale e regionale. Sarà inaugurato domani, sabato 21 settembre alle ore 18, a Mirandola, nel modenese, il Duomo di Santa Maria Maggiore lesionato gravemente dal sisma del 2012. Conclusi i complessi lavori di consolidamento, miglioramento sismico e restauro, il Duomo sarà riaperto al culto con una messa solenne celebrata dal vescovo emerito della Diocesi di Carpi, monsignor Francesco Cavina, alla presenza del presidente della Regione e commissario delegato alla Ricostruzione, Stefano Bonaccini, dell’assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi e delle autorità locali.

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Il Duomo danneggiato nel 2012

L’intervento di miglioramento sismico e restauro è stato completamente finanziato con risorse della struttura commissariale regionale per 5 milioni e 397 mila euro. Il Duomo, tra il 2012 e 2013, è stato anche oggetto di opere provvisionali e interventi urgenti di messa in sicurezza per quasi 815 mila euro garantendo la salvaguardia dell’edificio. Complessivamente, le risorse investite sull’edificio religioso principale di Mirandola arrivano a circa 6,2 milioni di euro.

“E’ anche sull’impegno di tutti per veder rinascere un luogo così importante che si misura la forza della comunità locale e di tutta quella regionale - afferma il presidente Bonaccini -. Veder ripartire i centri storici, a cominciare proprio da monumenti e chiese, è l’obiettivo che ci siamo dati in questa fase finale della ricostruzione, dopo aver praticamente completato quella di abitazioni, scuole e imprese. Riportarli a piena vita e farlo insieme vuol dire ricucire fino in fondo l’anima e l’identità dei nostri territori. E questa inaugurazione è importante anche perchè diamo testimonianza del buon lavoro di squadra svolto da istituzioni, tecnici, sindaci, amministratori e istituzioni religiose. Collaborare su un obiettivo condiviso permette di raggiungere questi risultati, che, lo ripeto, sono di tutti, a partire dai cittadini di queste terre che non si sono mai fermati un minuto”.

Opere pubbliche e chiese
Piani delle opere pubbliche e dei beni culturali (municipi, teatri, strutture di bonifica, ospedali, edifici a uso pubblico, storici ed edifici religiosi) comprendono 1.659 interventi per quasi 1,4 miliardi di euro. La maggior parte degli interventi (1.227) sono finanziati da risorse che provengono da fondi del Commissario, mentre gli altri interventi (432) sono finanziati da assicurazioni, donazioni e risorse proprie degli enti locali.

Per gli edifici di culto danneggiati sono stati stanziati 315 milioni di euro, di cui 273 milioni provenienti da fondi del Commissario e 42 milioni provenienti da assicurazioni, donazioni e risorse proprie delle diocesi. Guardando allo stato di attuazione, risultano aperte 286 chiese, mentre per altre 63 i lavori sono in corso e se ne attende quindi la riapertura entro poco tempo. Per i rimanenti interventi sono in corso le progettazioni o sono in fase di approvazione. Inoltre, nei mesi successivi alle scosse erano stati subito riaperti al culto 64 chiese (con una spesa di oltre 15 milioni di euro) con interventi di messa in sicurezza: per assicurare la continuità di culto erano stati realizzati 15 edifici provvisori con una spesa di quasi 4 milioni di euro.

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L’intervento sul Duomo
Il progetto di restauro e miglioramento sismico del Duomo di Santa Maria Maggiore, chiesa e campanile, è stato curato dallo Studio Comes di Sesto Fiorentino, in particolare dall’architetto Carlo Blasi e dall’ingegner Susanna Carfagni. Il restauro si è svolto sotto la supervisione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per Bologna e province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara. Tra i principali interventi eseguiti lo smontaggio delle porzioni di copertura e di muratura rimaste, con il recupero dei materiali preesistenti; il raddrizzamento delle pareti nonché, la ricostruzione e il consolidamento di pareti e volte; la realizzazione di una nuova copertura sulla navata centrale con capriate in legno e acciaio e tavolato microlamellare; il consolidamento di volte, murature e coperture con tiranti metallici; il consolidamento del campanile con fasciature in fibra di vetro e cavi di acciaio; il restauro di superfici interne e intonaci; il restauro di archi ed elementi in muratura esterni del campanile; il rifacimento della parte alta della facciata; la realizzazione di nuovi impianti, fra cui quello di riscaldamento a pavimento.

La storia
La chiesa di Santa Maria Maggiore ha un impianto originario tardo-gotico. Fautori della costruzione furono Giovanni e Francesco I Pico. Iniziata verso il 1440, venne portata avanti da Giovan Francesco I Pico e nel 1470 dai fratelli Galeotto e Anton Maria. Varie modifiche e restauri, ultimati nel 1885, comportarono la ricostruzione dell’attuale facciata in forme quattrocentesche e pseudo-rinascimentali. L’interno era a tre navate con volte a crociera costolonate e conservava pregevoli dipinti, affreschi e monumenti funebri, fra cui due preziose ancone lignee dorate opere della scuola di Paolo Bonelli e due pale d’altare di Sante Peranda. Il campanile è alto 48 metri. La parte inferiore è tardo-quattrocentesca.

 

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