Per non parlare, poi, della scuola primaria con una maggiore attenzione alla musica e alla civiltà musicale.
Di per sé sono iniziative lodevoli e pure condivisibili. Tuttavia, si corre il rischio di guardare il dito e non la luna. Perché non serve ad alcunché una riforma delle discipline di studio e dei relativi programmi se non cambia radicalmente la struttura della scuola fatta a pezzi dagli Esecutivi precedenti.
A decorrere dal 1997 gli istituti scolastici sono divenuti, grazie all'avvio dell'autonomia scolastica, vere e proprie "para-aziende" verticistiche e dominate dalla burocrazia (fin dalla selezione dei docenti), dove alla vera conoscenza si è sostituita la certificazione delle competenze e delle abilità che riducono gli studenti a "capitale umano dequalificato", perdendo la loro dimensione di persone a tutto tondo da valorizzare, educare, far crescere e meravigliare nel senso aristotelico del termine.
Per non parlare del carico che grava sugli insegnanti sottoposti, in base all'allucinante decreto-legge n. 36/2022 convertito, con modificazioni, nella legge formale n. 79/2022, a formazione coatta fatta di strumenti e tecniche di progettazione-partecipazione a bandi nazionali ed europei.
E, da ultimo, la digitalizzazione massiva che tocca ogni aspetto della vita della scuola e che compromette la dimensione relazionale. In realtà, che cosa volete che questa conti di fronte agli "ambienti di apprendimento innovativi" finanziati con i fondi del Piano nazionale di ripartenza e resilienza.
Ora, anziché porre le premesse per un "cambio di rotta", senza il quale il latino, la Bibbia etc. diventano solo uno strumento nostalgico-conservatore, perché non si interviene in maniera radicale sulla "visione" della scuola? Solo in questo modo si potrà consentire alle materie di cui sopra di esplicare al meglio la loro funzione di sviluppo pieno della persona, dotata di una ratio autenticamente contemplativa.
(*) Autore - prof. Daniele Trabucco.
Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.
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