Lunedì, 12 Febbraio 2024 05:03

Giuseppe, giovane infermiere sportivo, muore a 25, mamma Paola ci racconta di lui. In evidenza

Scritto da Ingrid Busonera

Di Ingrid Busonera Roma, 11 febbraio 2024 (Quotidianoweb.it) - Straziata, da un anno respira ma non vive più, dal 19 febbraio 2023, giorni in cui il cuore di suo figlio Giuseppe ha smesso di battere, divorato da una malattia tremenda e incurabile.

Con estrema dignità, raccolta nel suo dolore, al primo anniversario della sua scomparsa, per mantenere vivo il suo ricordo e chiedere che venga fatta chiarezza su tutte le morti analoghe a quella di Giuseppe, mamma Paola ci racconta la loro storia.

Giuseppe aveva 25 anni, una laurea 110 e lode, un futuro, sogni, speranze, e il desiderio di mettersi al servizio dei deboli e dei malati. Era un infermiere e proprio per poter inseguire il suo sogno nelle professioni sanitarie, si era sottoposto, come tanti, alle vaccinazioni anti COVID 19.

Ringraziamo Mamma Paola per la sua dolorosa testimonianza. Vuole raccontarci cosa è successo?

Ormai siamo ridotti a dei fantasmi viventi. Vado avanti soltanto perché ho un altro figlio, ma la mia vita è un'agonia quotidiana da quel giorno. Mio figlio è venuto a mancare in 4 mesi. Era un ragazzo sano, sportivo, privo di vizi. Si era sottoposto a diverse vaccinazioni, oltre a quelle contro il COVID, perché era uno studente di scienze infermieristiche.  L'ultima dose a gennaio 2022, e nella stessa settimana, risultò positivo al tampone. Era il periodo in cui l'infezione era al massimo della diffusione, e si manifestava al pari di una banale influenza.

Soffriva di qualche problema prima di scoprire la malattia?

Era sanissimo, lavorando in ambito sanitario, ogni sei mesi, faceva i controlli, non aveva mai avuto nessun problema, dolo fastidio a causa delle emorroidi che si infiammavano, ma mai grossi problemi. All'improvviso, a settembre 2022, ha incominciato ad avere perdite di sangue dal retto. Mi mise subito molta preoccupazione, tanto che gli dissi di sottoporsi immediatamente ad una rettoscopia per escludere qualcosa di grave.

Soltanto poche settimane prima, era stato in vacanza a Malta e stava benissimo. Qualche amico mi ha poi confidato che in quell'occasione si toccava spesso la parte destra dell'addome, ma non so se avesse già qualche fastidio o dolore, proprio dove poi ha avuto il tumore.

Lui cercava di tranquillizzarmi perché in ospedale, i medici del suo reparto e di cui lui si fidava ciecamente, lo rassicuravano sull'origine delle perdite. Consigliarono una cura per le emorroidi e la possibilità poi di rimuoverle chirurgicamente. Il fatto di saperlo in mezzo a medici, mi tranquillizzò.

Dopo questa cura cosa è successo?

La situazione non migliorava, anzi, incominciò a manifestare problematiche sempre più importanti, aveva forti dolori addominali disturbi della digestione, tanto da rivelare lui stesso che si stava preoccupando in quanto non riusciva più a digerire e aveva dolori molto forti.

Nel giro di un paio di giorni siamo stati catapultati in un incubo senza fine, che in pochi mesi ce lo ha portato via.

Fu portato immediatamente in pronto soccorso per un'ecografia urgente e da lì, è stato solo un peggiorare costante.

Quel giorno, il 9 ottobre 2022, il mondo ci è crollato addosso.

Diverse volte in quei giorni anche i suoi colleghi avevano notato il suo colorito strano.

Mi ricordo che mi telefonò dall'ospedale, lo stesso giorno del ricovero <<mamma, sai, mi stanno ricoverando, probabilmente ho degli angiomi ma non ti preoccupare, portami il pigiama e qualcosa per l'igiene personale>>, voleva rassicurarmi, ma la diagnosi è stata molto più dura e in cuor mio sento che il vaccino ha giocato un ruolo cruciale nella malattia di mio figlio.

Quale diagnosi è stata fatta?

In principio, dopo diverse ecografie ed esami, avevano evidenziato alterazioni al colon e retto, e dei noduli su un gluteo.

Il cancro, non appena scoperto, era inoperabile perché vascolarizzato, e già in uno stadio terminale, come se ci fosse da moltissimo tempo.

Dopo le ecografie fece il prelievo istologico e nell'attesa ci recammo all'ospedale Gemelli di Roma, pieni di speranza. Purtroppo il tumore si era già esteso ai polmoni, alle vertebre e alle ossa. Ricordo che a giugno, soltanto ,3 mesi prima, i valori del sangue di mio figlio erano perfettamente nella norma.

Il referto con la diagnosi è stato tremendo: carcinoma neuroendocrino a grandi cellule scarsamente indifferenziato ad alto grado di aggressività, un macigno incomprensibile per un ragazzo giovane come lui, che fino a poco prima stava benissimo.

Inoltre dagli accertamenti, venne fuori che si trattava di un tumore atipico e molto raro, e non evidenziarono nessuna predisposizione genetica familiare.

Già dai i primi esami, i dottori avevano visto che il fegato di mio figlio era in condizioni tremende, sovvertito e già in metastasi. Con tanta forza e coraggio si è sottoposto a sei cicli di chemioterapia che non sono state in grado di arrestate o rallentare la progressione della malattia. Purtroppo dagli esami del profilo genetico tumorale non esistevano terapie specifiche e mirate e l'unica speranza era la chemio.

Dopo l'ultima chemio, è insorta una grave insufficienza epatica, aveva la bilirubina molto alta e gli organi non rispondevano più bene. Lo mandarono a casa e dopo pochi giorni ci ha lasciato, mettendo fine al suo calvario durato 4 mesi, il 19 febbraio 2023.

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