Di Giulia Bertotto Roma, 10 novembre 2023 (Quotidianoweb.it) - Pier Luigi Fettolini, brillante autore, avvocato e filosofo, conosciuto anche come “giurista impertinente” ha dato alle stampe il suo “Scritti Apocalittici” Telegrammi dal Fronte” (2023, Ed. StreetLib). Così lo intervistiamo, e a chi si stupisce di quella che appare una doppia natura difficile da conciliare, impertinente appunto, rispondiamo che in origine le discipline erano tutte unite sotto l’immensa guida sapienziale della filosofia.
Impertinente vuol dire non appartenente ad alcun luogo, ci spiega Antonio Florita nella ricca Prefazione, e in effetti Socrate era atopico, non collocato in alcun luogo, devoto solo alla ricerca del vero, anche se fu al contempo il più rispettoso cittadino delle leggi di Atene.
Questo libro, una combinazione riuscitissima di generi differenti, non è stato pensato per essere tale, è difficile de-finirlo, quasi impossibile catalogarlo: se sia silloge di poesia, flusso di pensieri da diario, manuale legale non pedante, raccolta di citazioni, frammenti di metafisica come tipico dei presocratici, aforismi alla maniera Nietzsche e Cioran, anche se la sua cifra non è il nichilismo.
Dottor Fettolini, in copertina di “Scritti Apocalittici” Telegrammi dal Fronte”, c’è una nave nel mare in tempesta, cosa rappresenta? Se siamo noi durante lo “Stato di emergenza pandemica” questo scritto è allora anche un diario di bordo.
Sì, il quadro di Francis Denby “Shipwreck” (1850) raffigura una scialuppa in balia delle onde della confusione, della propaganda e della paura con cui la nostra classe dirigente e chi ha ordito questo golpe in chiave sanitaria, ha cercato di travolgerci. Il rosso richiama un colore chiave dell’iconografia dell’Apocalisse, anche se l’Apocalisse di cui parlo nel libro è un’Apocalisse interiore, che ha più a che fare con il significato di “Rivelazione”. Ci sono state infatti delle rivelazioni interiori, prodotte in maniera diciamo “collaterale”, scaturite da questa catastrofe esteriore. Noi abitiamo il tempo dell’Apocalisse e di questo ho avuto conferma anche da sacerdoti e appartenenti alla gerarchia ecclesiastica. Dobbiamo cercare di non naufragare e conoscere i significati anche occulti di ciò che è accaduto e sta ancora accadendo.
Anche questo manoscritto ha attraversato la sua tempesta: è stato rifiutato da tutti gli editori a cui lo ho proposto, per questo sono ricorso all’autopubblicazione.
TelegramMI è una crasi storica, un gioco di parole tra antico e moderno. Un po’ tutto il suo libro verte sul rimando tra filosofia classica e temi attuali: ci sono argomenti universali che per loro stessa natura non invecchiano mai. Quali sono?
Sicuramente il tema della libertà dell’Uomo e del Libero Arbitrio, perché questo è stato un periodo in cui è emerso con una forza immane il concetto di libero arbitrio, il concetto di uomo come centro della scena dell’esistente, e il Bello, la Bellezza, perché sopra ogni cosa la “psicopandemia” è stata un attacco al bello. Non è un caso che le parole est-etica ed etica condividano la stessa assonanza e parte della stessa etimologia.
A pagina 16 del 10 marzo ho scritto: “Credo non vi sia migliore metafora della mascherina per descrivere i tempi che stiamo vivendo. È l'ossigeno ciò di cui ci stanno privando. Ossigeno nei polmoni, ossigeno nell'economia e, considerato il dispiegamento dei media finalizzati all'omologazione di un intero popolo, ossigeno per la nostra creatività. Schiena dritta, la strada è ancora lunga”.
Questo infatti era brutto, prima che ingiusto, brutto e infatti ingiusto.
Come tutti i fenomeni il controllo sociale e psicologico ha però prodotto anche ventate di ribellione, picchi di creatività e spero che questo libro ne sia un esempio. Questo perché per alcune persone il distacco dagli amici, l’impossibilità di lavorare, la sospensione delle incombenze, ha generato un tempo-spazio contemplativo.
Dalla sua opera traspare un ottimismo incrollabile, tuttavia scrive anche “Non ci sarà nessuna Norimberga, e questo per la semplice ragione che nessun popolo processa sé stesso”. Questa frase lapidaria si trova a pagina 18.
Siamo sicuri di volere una seconda Norimberga? Se davvero istituiamo un processo per Crimini di guerra dovremmo processare intere classi di lavoratori, forse una buona parte della popolazione italiana! Non solo chi ha ordito la sceneggiatura, ma anche chi ha eseguito i protocolli e fatto rispettare i provvedimenti incostituzionali e contrari al Giuramento di Ippocrate, nonché i trattati di Diritto Internazionale. Ci sono doversi livelli di responsabilità e nessuno ha interesse a portare alla sbarra i responsabili. Questa è stata a mio avviso la più grande vittoria della nostra “controparte”, aver coinvolto più persone possibili nella presa violenta del potere.
Tengo però a sottolineare l’importanza delle più recenti sentenze del Tribunale di Torino e de L’Aquila, come anche quella del Gip penale di Napoli, le quali dicono proprio ciò che nella ”controinformazione” è stato sempre affermato, ossia che questo pseudovaccino non previene alcuna malattia, dato che le stesse aziende farmaceutiche ad un certo punto hanno ammesso. Stanno quindi dichiarando illegittime le sospensioni dal lavoro, poiché esse avrebbero avuto valore se implicavano l’efficacia preventiva del farmaco, cosa che è attestato essere falsa.
Cosa pensa di coloro che dicono che occorre ”rifarsi” sulle persone che hanno sostenuto il Green Pass o anche solo si sono sottoposte a “vaccinazione”? Chiaramente ciascuno di noi ha avuto una responsabilità ineludibile nei fatti accaduti, ma ora abbiamo davvero bisogno di un conflitto orizzontale?
Credo che sia umanamente comprensibile che chi si è sentito discriminato, non potendo entrare in ufficio o portare i figli a scuola, abbia risentimento e ostilità; non ho memoria nella storia moderna di una discriminazione così estesa, tuttavia è una rabbia che dobbiamo superare. All’inizio mi sono percepito come un pompiere più che come un avvocato, vedevo dei fuochi e andavano spenti prima che diventassero incendi. Ma il fuoco è ormai divampato, non serve soffiare ancora sulle fiamme, dobbiamo passare ad un’altra fase e non fare il giochino delle élite e alimentare la guerra tra cittadini.
Infatti lei scrive citando Marco Aurelio: “Il modo migliore per difendersi da un nemico è non comportarsi come lui”. Passiamo a questo esito legale che lei riporta:
“Ordine dei Medici di Piacenza: il vaccino va somministrato SOLO dopo prescrizione [ordinemedici.piacenza.it]”. È davvero una chiave di volta nel processo.
Sì, perché si trattava di una terapia genica e non di un vaccino, occorreva dunque una prescrizione individuale per ogni cittadino: le informazioni erano disponibili, ma sono state omesse, non è stato dato risalto ad esse e anzi sono state ridicolizzate nelle televisioni. Le informazioni erano recuperabili con un lavoro di ricerca profonda, del resto questo accade per tutte le questioni di importanza collettiva, sia in campo economico, sia di politica internazionale e interna. L’informazione non è libera e qualcosa che si avvicini alla verità deve essere sempre conquistata. Anche qui entra in ballo quel libero arbitrio a cui facevamo riferimento sopra, ognuno ha il dovere di informarsi. La libertà è sforzo, perché una libertà concessa non è un’autentica ed è sempre revocabile.
Per questo Gaber diceva che la libertà è partecipazione, entrare in azione facendo la propria parte. Tocchiamo ora un altro argomento, anche se non disgiunto dal resto: lei scrive a pagina 128 “Trovo esilarante la schizofrenia dei padroni del discorso che celebrano, da una parte, la diversità arcobalenica, e dall'altra non possono tollerare che esistano due sessi”. Che paradosso clamoroso!
Quando i grandi agglomerati tecnofinanziari decidono che una certa ideologia è favorevole ai loro interessi, diventa retorica di Stato, tuttavia questi assunti producono paradossi davvero caricaturali. Può essere affermato tutto e il contrario di tutto, dicotomie insanabili che vengono fatte convivere in stile orwelliano. Puoi fare ciò che vuoi del tuo corpo ma non di non sottometterti ad un trattamento sperimentale: quale contraddizione più palese di questa?
Il capitalismo è un’ideologia senza valori, e per quanto si possa cercare di nobilitarla, avrà sempre come unico imperativo il profitto. Pasolini è stato profetico in tal senso e per questo è stato tolto di mezzo.
Sono dei mostri della logica. Forse lo è anche il concetto di “Intelligenza Artificiale”?
Le rispondo con un passaggio dal mio libro: “Se penso che la cosiddetta "Intelligenza Artificiale" è sempre e comunque il prodotto di un'"Intelligenza Umana", mi chiedo se veramente si avvertiva il bisogno di raddoppiare l'idiozia collettiva, privandola, tra l'altro, dell'unico strumento che ha a disposizione per redimersi, cioè il "coefficiente umano".