Giovedì, 18 Maggio 2023 08:29

Cagliari Smart City: La discesa nella follia In evidenza

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Mentre in Canada a Toronto nel 2022 naufragava il progetto di Google: “Quayside Waterfront Toronto” per il controllo totalitario dei cittadini, a Cagliari invece, già dal 2018, c’è il cervellone della Huawei, nato per fornire un nuovo stile di vita digitale.

Di Andrea Caldart Cagliari, 17 maggio 2023 (Quotidianoweb.it) - Questo sistema creato nel Joint Innovation Center di Pula (CA) da Huawei e Crs4 si chiama IOC Intelligence Operation Center e, sfruttando la tecnologia 5 G, si propone quale strumento definitivo per proiettare le nostre città nel futuro, appunto le cosidette Smart Cities.

Svelato il nome, Smart City, anche se preferiscono chiamarle comunità sostenibile ed inclusiva, nella realtà sono invece, un progetto di digitalizzazione urbana per il controllo delle vite umane.

In sostanza fanno credere di essere in un sistema modernissimo, unico, di appartenere alla classe degli Smartpeople, ma in realtà ognuno verrà trasformato in un algoritmo che produce, per loro, pixel, tracciamenti e pagamenti contactless.

A preoccupare è che con questi sistemi le persone diventano codici ai quali viene data “un’etichetta” in cui ogni reazione è riconducibile ad un processo matematico di funzioni algoritimiche che rimangono nel web, sostituendo la persona fisica.

Ma ancora più spaventoso è il fatto che questa digitalizzazione, ha lo scopo di dividere le persone in branchi, creando un negazionismo ipnotico di scontro su decisioni antiscientifiche e controproducenti per le persone stesse.

Non si tratterà più di cercare la verità dei fatti, ma solo di “rispondere” ai comandi di una messaggistica di App, sostituendo la realtà con l’ideologia.

Se si passeggia per Cagliari, si nota che non c‘è un angolo cieco dove, se ti scappa un ruttino, non vieni riconosciuto e se ti scappasse un trodio (puzzetta), chissà quanti punti potrebbero levare dalla patente del buon cittadino.

Sempre per tornare al 2018 c’è un passaggio della “Big Brother Awards” che non può lasciare indifferenti: “Un nuovo tipo di lampione, ad esempio, viene pubblicizzato come un grande risultato per una ‘città intelligente’. Non solo si illumina, ma contiene anche videosorveglianza, rilevamento pedoni, lettori targhe, sensori ambientali, un microfono con rilevatore di colpi e un segnalatore di posizione. Se immaginiamo questo combinato con la WLAN, con cui è possibile determinare la posizione degli smartphone, il riconoscimento facciale e l’analisi del movimento, allora è chiaro: se questa tecnologia arriverà nella nostra città, non passeremo inosservati”.

Le autorità locali dicono che lo fanno per aumentare la sicurezza, ma forse tali soggetti non sono informati che proprio la Huawei è l’azienda che per il governo di XI Jinping, ha progettato il sistema di sorveglianza per i più grandi campi di detenzione cinesi.

Ma non solo, sempre per citare degli esempi la stessa Huawei ha realizzato uno dei primi grandi progetti di “città intelligenti” della Cina, quello nella provincia autonoma dello Xinjiang, nella remota città petrolifera di Karamay.

Questo progetto di video sorveglianza che invece è un vero e proprio stato di polizia informatica, traccia oltre 2,5 milioni di residenti di Karamay, colpendo soprattutto, la minoranza musulmana uigura, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo.

Quindi i cagliaritani vorranno essere dei “nuovi uiguri”?

Ma per tornare a Cagliari, tutto questo grande fratello, avrà il consenso dei cittadini che probabilmente, sorridendo davanti alla birretta Ichnusa, oggi di proprietà dello zio Bill d’America, sanno dove finiscono i loro dati?

Probabilmente no e proprio qui sta il vero pericolo delle Smart Cities, che proclamando la libertà dell’individuo, lo conducono invece ad essere parte di una società che reinventa l’uomo attraverso politiche illiberali, ovvero, una società digitalizzata dalla follia.

Link utili:

https://www.quotidianoweb.it/attualita/agenda-digitale-italiani-come-uiguri/

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