Di Andrea Caldart Cagliari, 28 febbraio 2023 (Quotidianoweb.it) - Probabilmente le promesse elettorali della Meloni & Co, sembrano ora essere state sedotte da chi gestisce il totalitarismo biopolitico che ha portato lo stato di emergenza a diventare la nuova normalità.
Quello che stupisce, in senso negativo, è l’arrendevolezza del popolo che, generalizzando un senso comune, lo dà per scontato, anche quand’esso va contro i suoi principi, benefici e libertà.
Una consapevolezza “distribuita” di volersi arrendere indotta da una propaganda costruita su di un falso scientifico e che ancora oggi si cerca di nascondere.
Probabilmente Giorgia Meloni non ha ben compreso la criticità a cui sta esponendo il suo governo, cercando di creare una commissione d’inchiesta auto referenziata.
I nomi che circolano in questo momento come futuri consulenti della commissione sono quelli dei teleimbonitori a cui siamo quotidianamente abituati come, Cartabellotta, Bassetti, Burioni.
Se fosse così ci chiediamo, ma soprattutto lo chiediamo alla Presidente del Consiglio, quale sarebbe il senso di dare la possibilità a chi ha gestito la “pandemia” di verificare come ha gestito la medesima; a noi appare un enorme errore, un controsenso.
Come potrebbero mai costoro, che hanno sostenuto e sostengono tutt’ora l’operato della gestione pandemica, riconoscere il falso scientifico che è emerso, ma soprattutto aver violato loro stessi, leggi fondamentali dello Stato e del codice deontologico, francamente ci sembra davvero inverosimile.
Fin dall’inizio vi era il sospetto che tutto fosse manipolato per permettere a Big Pharma di poter essere autorizzata a commercializzare il loro siero imponendo, con il segreto militare, di non poter conoscere le caratteristiche e la miscela dei componenti.
Il governo precedente inoltre, ha imposto per legge, la 76/21, un trattamento coercitivo, basato su di un falso scientifico che la Corte costituzionale nei giorni scorsi, ha asseverato come corretto, basandosi su riferimenti scientifici auto referenziati e di cui AIFA, ad esempio, ha dichiarato di non avere dati.
Su di una bugia mondiale si è basata la narrazione pandemica portandoci a credere che non c’erano soluzioni e nemmeno farmaci per contrastarne la diffusione, ma lo scopo era invece quello di limitare, partendo dalla vita privata e personale, la possibilità di partecipare al dibattito politico, escludendoci dalla possibilità di trovare soluzioni alternative.
La democrazia in cui crediamo non è fatta di sottomissione e schiavitù, ma di rappresentatività nel mandato nel quale il Popolo dà delega, con la scelta nelle urne.
Pensare che questa commissione possa venire demandata a delle virostar, presumibilmente sedotti da cospicui contratti con le case farmaceutiche, farebbe aumentare la consapevolezza di una politica corrotta e collusa che andrebbe a favorire la convinzione che si vorrebbe giustificare la morte per l’interesse collettivo.
Forse dopo una legge mortale basata sul falso scientifico, che la stessa Corte costituzionale giustifica, sarebbe il caso che, di questa commissione, facciano parte esponenti scientifici terzi ed indipendenti ed anche i rappresentanti di tutte quelle associazioni, che sono composte da cittadini che hanno subito gli effetti avversi, occultati fin dall’inizio, e oggi lasciati soli allo sbaraglio dallo Stato.
Per noi cittadini non ci sono scusanti che reggano nel non attivarci ed unirci per chiedere al Presidente del Consiglio, una coerente scelta dei componenti di questa commissione d’inchiesta.
Non facciamo l’errore di lamentarci passivamente perché questo rafforzerebbe l’isolamento dei singoli, e potrebbe venire usato con l’intento di “proteggere” i mandanti di questo olocausto che ogni giorno fa aumentare esponenzialmente il conteggio delle morti improvvise.
Siamo noi cittadini che dobbiamo pretendere una vera giustizia e non trovarci in questa commissione, un Bassetti che nella trasmissione di Giuseppe Brindisi diceva, delle persone con effetti avversi: “sono attori pagati”.
L’assenza di certezze scientifiche sulla sicurezza di quello che è stato chiamato “vaccino”, ma altro non era che un farmaco sperimentale, ci deve sensibilizzare nella ricerca di giuste contro misure alla monopolizzazione dei sistemi decisionali politici, che vogliono occultare la verità sul covid in Italia.