Per quanto attiene alla sfera della salute, il vincolo solidaristico si risolve nell'attribuzione alla legge ordinaria (l'art. 32, comma 2, Cost. contiene una riserva di legge relativa come ha precisato il giudice delle leggi con la sent. n. 258/1994) del potere di eventualmente imporre trattamenti sanitari obbligatori in deroga al principio generale della libertà di cura, laddove il Parlamento, o il Governo tramite il ricorso alla decretazione legislativa d'urgenza, ravvisino l'esigenza di dare prevalenza alla salute come "interesse della collettività".
Diversamente, domina, in materia, l'autodeterminazione individuale (cfr. sent. n. 438/2008 Corte cost.). Al legislatore, dunque, e solo a lui, è rimesso in via esclusiva l'apprezzamento tra istanza solidaristica e istanza di libertà individuale. Con la certificazione verde (cartacea o digitale) Covid-19, il Governo Draghi ha introdotto in una forma surrettizia l'obbligo vaccinale e l'obbligo di sottoposizione al tampone (molecolare o antigenico con validità 48 ore) in netto contrasto con quanto disposto dalle norme costituzionali (non soltanto dell'articolo 32 della Costituzione). A cosa porterebbe, dunque, l’obbligo generalizzato?
Sicuramente a perdere l'evidenza anamnestica di ogni individuo e non solo, perché bisogna tenere presente che i vaccini obbligatori introdotti con la legge Lorenzin restano comunque un trattamento sanitario personalizzato sul singolo paziente. Teniamo presente che uno Stato liberale non impone un trattamento sanitario obbligatorio a milioni di renitenti.
Il Green pass INTRODUCE DI FATTO un palese obbligo di vaccinazione indiretto anche se, nell’era in cui l’ovvio non lo è più, è qualificato come "strumento di libertà".
Infine, si avrebbe piacere di sapere come fare ad ottenere il Green PASS per chi non può accedere al vaccino per ragioni fisiche ed organiche (e non rientra nelle ipotesi di esenzione) o come sembra essere palese a causa della scarsità delle dosi nella propria città o regione.
Chi guida senza aver mai conseguito la patente mette seriamente a repentaglio la vita altrui e la propria, a differenza di chi si reca in una pizzeria al chiuso con la propria patente verde, ove il rischio (di morte o invalidità gravi e permanenti a detta del terrorismo mediatico), stante le già efficaci regole, è tutto ASSOLUTAMENTE da dimostrare.
A quest’ultimo si chiede di effettuare un tampone che, a tutt'oggi, è considerato discriminante sulla presenza o meno della malattia, oppure di farsi iniettare un farmaco per il quale la legislazione non ha previsto l’istituzione di un fondo ad hoc per risarcirlo e/o indennizzarlo dagli eventuali “effetti collaterali ed indesiderati" tralasciando la possibilità di contagiare chi mangia al tavolo accanto.
"Nell'era dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario" forse l'unica cosa che ci è rimasta per riprenderci la dignità.
(*) Autori
Elena Gobbato (in arte "Pat")
Daniele Trabucco