Sabato, 23 Novembre 2013 17:41

Modena. "Donne e sport", un convegno per sensibilizzare sull'arresto cardiaco e per parlare della presenza femminile nello sport. In evidenza

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Affrontare l'arresto cardiaco, creando la cultura del soccorso e della pratica sportiva in sicurezza, e parlare degli aspetti giuridici e politici nello sport femminile.

Di Manuela Fiorini – Modena 23 novembre 2013

Affrontare l'arresto cardiaco, creando la cultura del soccorso e della pratica sportiva in sicurezza, e parlare degli aspetti giuridici e politici nello sport femminile.

Sono questi i temi principali del convegno regionale"Donne e sport", che si è tenuto nella giornata di sabato 23 novembre presso il Collegio San Carlo, a Modena, città che ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di "Città Europea dello Sport 2013". Promosso da Profilo Donna, realtà modenese nota per la sua attenzione al ruolo della donna, il convegno ha avuto il patrocinio del Comune di Modena, CONI Comitato Regionale Emilia Romagna, Conacuore Coordinamento Nazionale Associazioni del Cuore e 118 Modena Soccorso.

"Ogni anno, in Italia, sono 60.000 i casi riconosciuti di arresto cardiaco, uno ogni 1000 abitanti – ha ricordato, durante il suo intervento, Pierluigi Castellini, direttore della Onlus "Amici del Cuore" – In ambito sportivo, negli ultimi due anni, sono decedute 72 persone, per lo più giovani, senza che ci fosse un intervento tempestivo o un defibrillatore a portata di mano".

Come non ricordare i casi drammatici del pallavolista Vigor Bovolenta e del giocatore del Livorno Piermario Morosini? Per questo è fondamentale sapere riconoscere il problema e intervenire in un intervallo di tempo compreso tra gli 8 e i 10 minuti e conoscere le manovre fondamentali della rianimazione cardiopolmonare. Non solo, quindi, è necessario avere a disposizioni un defibrillatore nelle scuole, nelle palestre, nei circoli sportivi, ma anche formare le persone, affinché siano in grado di riconoscere tempestivamente e mettere in atto le prime manovre di soccorso in attesa dell'arrivo del 118.

Il convegno è stata anche la prima tappa del Defribillation Day Tour promosso in tutta Italia da Iredeem, la società che distribuisce in esclusiva sul territorio nazionale i defibrillatori semiautomatici Philips in ambito extra ospedaliero. Lo scopo è quello di sensibilizzare e formare le persone all'uso dei defibrillatori, utilizzabili da chiunque abbia seguito un corso di formazione riconosciuto dal 118, secondo quanto stabilito dalla "Disciplina della certificazione dell'attività sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione e l'utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri salvavita", firmata dal Ministro della Salute Renato Balduzzi in concerto con il Ministro per lo Sport Piero Gnudi.

E' emerso, infatti, come in altri paesi europei, come Francia, Germania, Inghilterra e Svezia, dove la disciplina del primo soccorso viene inserita nei programmi scolastici e dove la presenza dei defibrillatori è diffusa un po' ovunque, in dieci anni la sopravvivenza dei colpiti da arresto cardiaco è addirittura triplicata.

L'altro grande tema del convegno "Donne e sport" ha avuto una relatrice d'eccezione, la campionessa olimpica di scherma e parlamentare Valentina Vezzali, che ha discusso della Carta Europea dei diritti delle donne nello sport, mettendo in luce alcune criticità e conquiste delle atlete.

Vezzali ha sottolineato la ancora scarsa presenza delle donne nella dirigenza delle società sportive e all'interno di enti e federazioni. Tra gli atleti, invece, esiste ancora una differenza di genere. Basti pensare che, in una disciplina come il calcio, anche a livello amatoriale, il 41,1% dei giocatori è maschio, contro una percentuale femminile del 1,7%. Nel ciclismo, invece, gli atleti maschi sono il 9,8%, mentre le donne appena il 2,8%. Le differenze di genere si rilevano anche nel trattamento economico, nel riconoscimento della leadership e persino nel giornalismo sportivo, rappresentato per lo più da uomini.

Un altro tema molto sentito dalle atlete è quello della maternità.

La stessa Vezzali, vincendo un oro ai mondiali di Lipsia, nel 2005, a 4 mesi dalla nascita del figlio Pietro, ha dimostrato che la gravidanza non è affatto un handicap per le atlete e ha ottenuto che nella Federazione Italiana Scherma prima, nel CONI, poi, fosse inserita la norma per il reintegro delle atlete dopo la maternità. Piccoli sogni che diventano piccoli passi avanti sulla strada dell'emancipazione e dell'uguaglianza nello sport, in particolare, se pensiamo alla condizione delle donne dei paesi orientali in ambito delle discipline sportive, dove rimane ancora molto da fare.

La seconda parte del convegno, nel pomeriggio, è cominciato con una tavola rotonda condotta da Cristina Biciocchi, Direttore Responsabile di Profilo Donna Magazine. L'Assessore allo Sport del Comune di Modena, Antonino Marino, ha introdotto il primo argomento di discussione "Sportive e Campionesse, l'importanza dei centri sportivi per coltivare i talenti", che ha visto la partecipazione di Alberta Gambigliani Zoccoli, istruttrice di equitazione, Irene Bezzi, campionessa europea di vela, Enrica Gasparini, allenatrice e campionessa del mondo di coppia di pattinaggio a rotelle, Giulia Mancini, manager di campioni sportivi e Stefania Lella, segretario del CONI del Lazio. Alla tavola rotonda era presente anche Lucia Grisanti, giocatrice della LIU JO volley, che milita in A1.