La Nutraceutica è la branca della Medicina che studia l'azione benefica e curativa degli alimenti sulla salute umana. Nutraceutica, etimologicamente crasi tra nutrizione e farmaceutica, sintetizza il concetto secondo cui il cibo può essere la prima ed efficace soluzione terapeutica.
di Alexa Kuhne
Parma, 6 agosto 2016 –
Fu Ippocrate, 2500 anni fa, a sostenere che il cibo è una medicina.
Il medico greco ci aveva visto bene, tanto che oggi, la Nutraceutica, una branca della Medicina che studia l'azione benefica e curativa degli alimenti sulla salute umana, può essere considerata un traguardo importante.
Nutrizione e farmaceutica sono una efficace soluzione terapeutica che ha una doppia anima, di alimento e farmaco.
La scienza della Nutrizione, oggi, è considerata una forma di cura e rappresenta uno degli aspetti di maggior importanza per il raggiungimento e mantenimento di un buono stato di salute. Si è capito che in medicina non si può prescindere dall'importanza del ruolo svolto dagli alimenti nel determinismo delle condizioni di salute e degli stati di malattia.
Cosa si può fare con la Nutraceutica? Lo spiega il dottor Mario Mariotti, fondatore di Unika Medical Spa, un centro integrato di medicina del benessere e anti-aging, e da 25 anni impegnato nel campo della Nutrizione.
"La Nutrizione e gli integratori alimentari, insieme ad un corretto stile di vita, sono i primi strumenti terapeutici per prevenire l'innesco di condizioni patologiche, per prendersi cura del wellness, cioè dell'equlibrio psico-fisico, per contrastare i processi di invecchiamento, per intervenire sulle condizioni patologiche come strumento coadiuvante di cura".
Si parla tanto di integratori alimentari. Qual è il loro reale valore? Non è sufficiente una alimentazione equilibrata per fornire tutto il necessario all'organismo?
"Gli integratori alimentari contengono dei nutrienti diversi per assicurare un apporto bilanciato ad ogni singolo individuo, secondo le carenze e\o necessità di ciascuno; con aminoacidi, vitamine, acidi grassi poliinsaturi, oligoelementi, sali minerali ecc. Questi complementi nutrizionali favoriscono il controllo delle funzioni fisiologiche e la regolazione dei circuiti metabolici che sottendono la salute. Gli integratori alimentari hanno caratteristiche intermedie tra l'alimento e il farmaco".
I pazienti temono l'effetto collaterale dei farmaci. E' un timore fondato?
"Qualsiasi agente farmacologico, assieme al suo potenziale terapeutico, si porta dietro anche qualche rischio. Quello che è meno noto è che spesso gli effetti collaterali possono essere minimizzati con l'uso di alcuni integratori alimentari. A volte gli effetti collaterali dei farmaci ad uso comune sono, infatti, legati alla loro capacità di ridurre la biodisponibilità di importanti nutrienti, esponendo così il paziente ad un rischio di specifiche carenze. In questi casi, associare al farmaco un integratore alimentare può risolvere il problema e permettere di ottenere l'effetto terapeutico voluto in condizioni di maggior sicurezza".
Visto il numero di persone che assume farmaci in modo continuativo, è buona norma interrogarsi su eventuali carenze nutrizionali indotte dalle terapie prescritte e intervenire per evitarle e ridurre così il rischio di effetti collaterali a lungo termine.
Molti, per esempio, devono lottare con problemi quali colesterolo e pressione arteriosa. Come può la Nutraceutica aiutarli?
"Moltissime persone assumono statine per tenere a bada il colesterolo. Pochi sanno che questi farmaci nel bloccare la produzione di colesterolo, ostacolano anche la formazione di coenzima Q10, fondamentale per l'energia a livello cellulare, oltre che un potente antiossidante. La sua carenza può portare a stanchezza e dolori muscolari, oltre che aumentare significativamente il rischio di accelerare l'invecchiamento. A volte le statine possono essere sostituite con prodotti naturali di riso rosso fermentato. Ma, in altri casi, ciò non è possibile e occorre continuare la terapia farmacologica a lungo termine. In queste condizioni è fondamentale associare un integratore di coenzima Q10, possibilmente nella forma di ubichinolo ad un dosaggio di 50-100mg al giorno. Un altro caso tipico riguarda le tante persone che usano farmaci per tenere a bada la pressione arteriosa. Anche betabloccanti e diuretici possono ridurre la disponibilità di coenzima Q10 e anche di vitamine del gruppo B, magnesio, calcio e potassio causando stanchezza e ridotta prestazione muscolare. Chi tiene sotto controllo la glicemia e la produzione di insulina deve prestare attenzione al rischio di carenza di vitamina B12 e acido folico. Oltre ad una possibile anemia, questa carenza può dare debolezza, pallore, formicolii alle estremità, mal di testa, depressione e diarrea. In questi casi un'assunzione di vitamina B12 e di acido folico possono essere utili. Alcuni farmaci usati contro il bruciore di stomaco e la gastrite come gli inibitori della pompa protonica possono invece ridurre l'assorbimento di proteine. Per le donne che assumono anticoncezionali orali è molto importante compensare il ridotto assorbimento di vitamine del gruppo B e acido folico indotto da questi farmaci che può contribuire a generare mal di testa e cambiamenti dell'umore. Anche in questo caso un multivitaminico bilanciato è indicato".