Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 17 26 aprile 2015
SOMMARIO Anno 14 - n° 17 26 aprile 2015
(In allegato la news letter in formato pdf scaricabile)
SOMMARIO
1.1 editoriale La Festa della Liberazione 70 anni dopo. Meglio non dimenticare.
2.1 cereali Mercati, tutto pare normale ma, tra alti e bassi le previsioni sono incerte.
3.1 Lattiero caseario Deboli segnali di ripresa per il Grana Padano di 15 mesi.
4.1 vino Gutturnio: la vittoria della semplicità
4.2 Expo2015 Ospitalità espositiva per le piccole imprese agroalimentari.
4.3 consumi Crescono i consumi alimentari e crescono i discount ( +3,6%)
5.1 expo2015 Prenotabile il 60% degli alberghi. Partenza a rilento per expo2015
5.2 cooperazione alimentare I negozi cooperativi "Qui da Noi" fanno rete.
6.1 terremoto Via Libera alla proroga per le imprese agricole e agroindustriali.
7.1 mais e soia Dati previsionali aprile 2015
8.1 concorso enologico Terre della Baronia vince il "Gran Vinitaly 2015"
10.1 greenpeace Greenpeace cerca fondi sola da privati.
10.2 promozioni "vino" e partners
Lieve recupero anche per il Parmigiano Reggiano di 24 mesi. Fermi i listini del burro e delle creme a uso alimentare. Segnali di cedimento per il Latte spot.
di Virgilio 22 aprile 2015 -
LATTE SPOT Un altro piccolo segnale di cedimento del latte spot sulla piazza di Verona è stato registrato lunedi scorso. 34,02€/100/litri di latte è stata la minima quotazione del latte crudo spot nazionale e 36,09 il valore massimo contrattato. Una tendenza al ribasso replicata anche anche dal latte intero spot di provenienza estera che lo sorso lunedì è stato quotato tra 30,93 e 31,96€/100 litri di latte (-3,17% sulla precedente quotazione).
BURRO E PANNA Dopo l'ondata ribassista delle ultime due settimane i listini di burro, determinati alla borsa milanese, hanno mantenuto i prezzi della precedente ottava. Nello specifico il burro CEE è stato quotato 2,95€/kg, 3,15 il burro da centrifuga, 2,15 il burro pastorizzato e 1,95€/kg lo zangolato.
Come era stato anticipato dalla seduta borsistica reggiana, il burro zangolato da creme fresche quotato lo scorso venerdì alla borsa di Parma, ha ceduto il -3,13% collocandosi a 1,55€/kg. Stabilizzati invece i listini delle creme a uso alimentare. 1,47-1,52€/kg e 1,50€/kg le quotazioni registrate rispettivamente a Verona e Milano.
GRANA PADANO Lieve segnale di ripresa del Grana Padano limitatamente al formaggio più stagionato. A Milano, realizzando un +0,68% , il 15 mesi di stagionatura è stato quotato tra 7,10 e 7,75€/kg. mentre è rimasto stabile il listino del 9 mesi con quotazione compresa tra 6,35 e 6,45 €/kg.
PARMIGIANO REGGIANO Guadagna 5 centesimi il Parmigiano Reggiano fresco alla Borsa di Parma.
Nessuna variazione invece per il prodotto più stagionato che, da febbraio, si mantiene nell'intervallo tra 8,75 e 9,10€/Kg. Realizzando un +0,33% il 12 mesi di stagionatura colloca il listino tra 7,55 e 7,85 €/Kg.
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 16 19 aprile 2015
SOMMARIO Anno 14 - n° 16 19 aprile 2015
(In allegato la news letter in formato pdf scaricabile)
1.1 editoriale Il paese del bengodi cade a pezzi. Ricominciare daccapo!
3.1 Lattiero caseario La caduta dei derivati del latte.
4.1 Expo2015 I Musei del Cibo: le eccellenze di Parma per Expo 2015
4.2 salute e benessere Dimagrire col cioccolato per poi mantenere il peso
5.1 tempi di crisi Fallimenti diminuiti nel primo trimestre 2015
5.2 eventi Torna "Caseifici Aperti"
6.1 aspettando expo2015 La porta d'ingresso di Expo2015, il Padiglione Zero.
7.1 export Esportazioni di formaggi italiani in crescita
8.1 ambiente Greenpeace cerca fondi sola da privati.
9.1 promozioni "vino" e partners
15.000 visite nell'edizione precedente (+50%). Il 5% stranieri
Reggio Emilia, 14 aprile 2015 - Dopo l'edizione dei record dell'ottobre scorso (oltre 70 strutture coinvolte e 15.000 visitatori, con un incremento del 50% rispetto alla precedente), decine di caseifici del Parmigiano Reggiano si preparano ad un nuovo week end di accoglienza dei consumatori all'insegna della tradizione, del sapore e dell'artigianalità.
Il 25 e il 26 aprile, infatti, tornerà in scena l'iniziativa "Caseifici aperti", promossa dal Consorzio del Parmigiano Reggiano per offrire ai consumatori la possibilità di entrare direttamente in quel mondo di piccole strutture in cui artigianalmente si produce un'eccellenza alimentare italiana conosciuta in tutto il mondo, caratterizzata da volumi di export in continua crescita (+3,6% nel 2014) e da consumi interni che lo scorso anno hanno ripreso la via della crescita (+1,7%) dopo la sostanziale stabilità del biennio precedente.
In questo contesto decisamente favorevole per i consumi, ma in presenza di quotazioni all'origine ancora insoddisfacenti, la nuova edizione di "Caseifici aperti" vuole dunque rafforzare proprio il legame con i consumatori, "con l'obiettivo - spiega il presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Alai – di favorire una più ampia e precisa conoscenza del Parmigiano Reggiano sia nelle sue caratteristiche intrinseche che per altri elementi assolutamente esclusivi e ben verificabili attraverso le visite, a partire dal profondo ed esclusivo legame con il territorio".
"A questa conoscenza legata alle visite, che rappresentano una sorta di "Expo della qualità" – prosegue Alai – si associa anche la spinta che si imprime sulle vendite dirette da parte dei caseifici (supportate anche dai servizi online del Consorzio, con 50.000 contatti attivi), che sono quelle che attualmente garantiscono una redditività che premia il lavoro e gli investimenti e interessano circa 300.000 forme".
L'iniziativa – come si è detto – nell'ottobre 2014 ha registrato un vero e proprio record, non solo per le 15.000 visite registrate, ma soprattutto per la provenienza dei visitatori, che è andata ben oltre i confini del comprensorio di produzione.
Dalle province di produzione è giunto il 15% delle visite, mentre la quota più consistente (il 65%) ha interessato consumatori italiani provenienti da altre aree del Paese (da Torino a Venezia, da Firenze a Milano, e via via Ferrara, Siena, Verona, Trieste, Treviso, Roma, la riviera romagnola, le Marche e la Puglia).
Per la prima volta da quando l'iniziativa è stata lanciata (all'indomani del terremoto del maggio 2012, quando venne istituita come occasione per ringraziare i consumatori della concreta solidarietà espressa ai caseifici pesantemente danneggiati dal sisma), anche i visitatori stranieri (provenienti, in particolare, da Francia, Svizzera e Austria) hanno affollato i caseifici del Parmigiano Reggiano, portandosi ad una quota del 5% sul totale.
Con questi numeri alle spalle, i "Caseifici aperti" il 25 e 26 aprile attendono ora i consumatori con un intensissimo e diversificato programma di iniziative: degustazioni e vendite dirette, infatti, saranno affiancate da visite guidate, eventi speciali per adulti e bambini, giochi e sorprese.
Partecipare da protagonisti all'iniziativa è semplicissimo: sul sito web del Consorzio di tutela è presente una sezione ( http://www.parmigianoreggiano.it/dove_trova/caseifici_aperti_1/ext/CaseificiAperti/default.aspx ) con l'elenco dei caseifici aderenti al progetto, quotidianamente aggiornata sia sulle strutture interessate che sulle attività proposte in ciascuna.
Un comodo sistema di geolocalizzazione, inoltre, permette di trovare la struttura più vicina e più affine alle proprie esigenze.
Per rendere ancora più coinvolgente ed emozionante questa edizione di "Caseifici aperti", tutti i consumatori che visiteranno i caseifici artigianali del Parmigiano Reggiano sono invitati a condividere la loro esperienza attraverso l'hashtag #caseificiaperti da utilizzare su tutti i Social Media del Consorzio (Twitter, Facebook, Instagram e Pinterest).
A ricordo della giornata, il Consorzio ha anche ideato un piccolo gadget per tutti i visitatori.
(Fonte CFPR)
Nonostante la crisi di alcuni mercati importanti. Anche nel 2014 i caseari made in Italy hanno realizzato performance straordinarie sui mercati esteri con oltre 331 mila tonnellate che hanno varcato i confini nazionali per un valore record di 2,2 miliardi di euro.
Roma 14/04/2015- Tali risultati sono stati conseguiti nonostante la chiusura del mercato russo (-45% in volume rispetto al 2013), uno dei più promettenti degli ultimi anni che assorbiva circa il 2% delle esportazioni italiane e che tra il 2010 e il 2013 aveva mostrato una crescita di oltre 135 punti percentuali, e nonostante il cambio euro/dollaro che non ha favorito gli acquisti da parte degli Stati Uniti, quarto mercato di sbocco per i formaggi italiani (-5,7% in volume rispetto al 2013). Nuove opportunità si sono profilate, invece, nei mercati dell'est Europa - in particolare Polonia (+18,5%), Repubblica Ceca (+9,1%) e Romania (+22%) - e, sebbene rappresentino ancora quote esigue, interessanti tassi di crescita si sono evidenziati nei flussi diretti in Cina e Corea (rispettivamente +41% e +26%) e negli Emirati Arabi Uniti (+28%).
Tra i tanti formaggi esportati sono soprattutto i freschi - mozzarella in testa - ad aver realizzato i numeri più interessanti: nell'ultimo anno le esportazioni sono aumentate del 3,1% in volume sfiorando le 140 mila tonnellate e se si considera il quinquennio 2010-2014 i tassi di crescita hanno addirittura superato il 35%.
Anche Grana Padano e Parmigiano Reggiano hanno fatto registrare una crescita significativa (+3,4% rispetto al 2013), seppure a fronte di una corrispondente contrazione dei prezzi medi all'export.
Risultati importanti, sono stati messi a segno anche dai formaggi grattugiati (+9,7% in volume), da provolone (+7,2%) e Gorgonzola (+2,7%). Considerando i primi quattro mercati di destinazione (Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti) emerge che nel 2014 la mozzarella e i freschi italiani sono cresciuti soprattutto in Germania (+8,2% in volume) e in Francia (+7,0%), mentre hanno registrato una flessione nel Regno Unito (-2,5%). Grana Padano e Parmigiano Reggiano hanno registrato la crescita maggiore nel Regno Unito (+9,1%), mentre sono aumentati meno in Germania e in Francia (rispettivamente +3,7% e +2,1%) ed è riapparso il segno negativo per le vendite negli USA (-5,2%). Il Gorgonzola, infine, è stato molto più apprezzato nei Paesi bassi (+13,9% in volume) e nel Regno Unito (+7,3%).
(Fonte Ismea)
Latte e formaggi non registrano alcuna variazione mentre il burro continua a perdere valore. L'export dei formaggi a denominazione è cresciuto seppure realizzando prezzi medi sensibilmente inferiori.
di Virgilio, Parma 15 aprile 2015 -
LATTE SPOT: Nessuna variazione di prezzo rilevata riguardo il latte spot sia relativamente il crudo nazionale sia riferito al quello pastorizzato intero di provenienza estera. Nello specifico sono perciò stati riconfermati i listini del 30 marzo non essendo vi stata quotazione la scorsa settimana in ragione della festività pasquale. Tra 35,05 e 36,09€/100 litri di latte la quotazione del nazionale veronese e tra 31,96 e 32,99/100 litri di latte per il pastorizzato estero.
BURRO E PANNA: Il crollo dei derivati del latte. Tutti i listini di burro sono in profonda fase d'arretramento. In controtendenza solo la piazza di Milano relativamente alla crema di latte a uso alimentare che recupera 2 centesimi riposizionandosi a 1,50€/kg. Il crollo più significativo è stato registrato dallo zangolato di panne fresche sulla piazza di Parma che, cedendo 10 centesimi, è precipitato a 1,60€/kg con prospettive di ulteriore cedimento. Infatti, la piazza reggiana, nella seduta di ieri, ha ceduto altri 5 centesimi portando il valore a 1,55€/kg anticipando, molto probabilmente, la quotazione ducale di venerdì prossimo.
GRANA PADANO: Ancora calma piatta per il Grana Padano DOP. I listini sulla piazza milanese non hanno subito alcuna variazione. In sintesi,le ultime quotazioni rilevate a Milano hanno confermato tra 6,35 e 6,45€/kg il prezzo all'ingrosso del 9 mesi di stagionatura e tra 7,05 e 7,70€/kg l'intervallo di prezzo relativamente al 15 mesi e oltre di stagionatura.
PARMIGIANO REGGIANO: Stazionari anche i listini del Parmigiano Reggiano Reggiano DOP. I piccoli segnali di ripresa che, in modo altalenante si sono succeduti da inizio anno e limitatamente per il formaggio più fresco, non si sono manifestate nell'ultima settimana di rilevazione. In sintesi per 12 mesi sono confermate le quotazioni tra 7,50 e 7,85€/kg. mentre per il 24 mesi i prezzi sono, ormai da molto tempo (10 settimane consecutive), bloccati tra 8,75 e 9,10€/kg.
Cresce l'export anche per il Grana Padano e Parmigiano Reggiano che hanno fatto registrare una crescita significativa (+3,4% rispetto al 2013), seppure a fronte di una corrispondente contrazione dei prezzi medi all'export. E' quanto rilevato dall'Ismea analizzando i dati del 2014. Tale crescita è da considerarsi notevole interesse anche in considerazione dell'embargo russo, uno dei mercati più promettenti degli ultimi anni che assorbiva circa il 2% delle esportazioni italiane.
Nessuna variazione da rilievo per i caseari in concomitanza delle festività pasquali.
di Virgilio - Parma 8 aprile 2015 -
LATTE SPOT Il mese di marzo si è concluso con una leggera perdita di valore rispetto il prezzo medio registrato nel mese precedente. Con un -0,14% corrispondente a una media di 36,29 €/kg. il latte spot crudo nazionale rosicchia parte del recupero di valore registrato nel mese precedente (36,34€/kg.). Complessivamente il primo trimestre ha chiuso con -12,54% rispetto il 2014 (media annua = 41,38€/kg) considerando però che nel gennaio 2014 il prezzo era di ben 48,37€/kg. Così procedendo l'annata solare in corso, il prezzo medio 2015 arretrerebbe di oltre 5 anni. Il 2010, con un recupero del 21,89% sul 2009, chiuse con un prezzo medio di 38,19€/kg.
BURRO E PANNA Contrariamente alle previsioni alla seduta di venerdì Santo, la Borsa di Parma non ha replicato al ribasso il listino del Burro Zangolato registrato a Reggio Emilia il 31 marzo (1,65€/kg) mantenendo quindi invariato i prezzo a 1,70€/kg. Nessuna quotazione invece per le altre piazze (Verona e Milano) in forza della ricorrenza di Pasquetta. Al momento quindi rimangono in vigore i listini dell'ottava precedente. Nello specifico il burro CEE è quotato a 3,10€/kg, 3,30€/kg il burro di centrifuga, 2,30€/kg il pastorizzato e 2,10 lo zangolato.
GRANA PADANO A causa delle festività Pasquali i listini del Grana Padano DOP non hanno subito variazioni. Listini che, come abbiamo avuto modo di confermare settimanalmente, sono invariati da molte settimane replicando da Novembre 2014 un prezzo medio di 6,40€/kg. il prodotto fresco con stagionatura di 9 mesi e oltre. 7,38€/kg è la media di marzo del 15 mesi di stagionatura che ha riportato i 4 centesimi guadagnati nel mese precedente rispetto il mese di gennaio.
In sintesi,le ultime quotazioni rilevate a Milano hanno confermato tra 6,35 e 6,45€/kg il prezzo all'ingrosso del 9 mesi di stagionatura e tra 7,05 e 7,70€/kg l'intervallo di prezzo relativamente al 15 mesi e oltre di stagionatura.
PARMIGIANO REGGIANO Nessuna variazione è intervenuta nella seduta borsistica di Parma alla vigilia di Pasqua confermando perciò i listini sia del 24 mesi di stagionatura sia del più fresco (12 mesi). Per il 12 mesi sono confermate le quotazioni tra 7,50 e 7,85€/kg. mentre per il 24 mesi i prezzi sono inchiodati da 9 settimane tra 8,75 e 9,10€/kg. Nonostante i piccoli segnali di ripresa che si sono manifestati sin da inizio d'anno, le quotazione medie del Parmigiano Reggiano 12 mesi del primo trimestre 2015 (7,58€/kg.) soffrono di un gap del -8,21% rispetto la media del 2014 (8,26€/kg).
(C.A.S.E.A.) - Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 14 5 aprile 2015
SOMMARIO Anno 14 - n° 14 5 aprile 2015 (scaricabile in formato pdf)
1.1 editoriale Il silenzio della portinaia d'Europa. Perché non parli?
3.1 cereali In attesa dei dati USDA, si registra qualche segno meno.
4.1 Lattiero caseario Fine regime delle quote latte. Crolla il latte spot.
5.1 Quote Latte Latte a libero mercato. Dopo 32 anni finisce il regime delle quote latte.
5.2 Quote latte Quote latte parmigiano reggiano. Adesione in massa degli allevatori
6.1 economia Istat, la fiducia mai così alta dal 2002. Ma dove?
6.2 animali da compagnia Le ricette "Cruelty Free" di Michela Vittoria Brambilla.
7.1 agroalimentare Ismea. Previsioni settimanali.
9.1 promozioni Per Bacco che partner
Una liberazione o una liberalizzazione? Il tanto bistrattato e mal gestito regime comunitario di regolamentazione, comunemente e tristemente noto come regime "quote latte", rischia di venire presto rimpianto.
di Virgilio - Parma, 5 aprile 2015 -
Il mercato libero è una giungla e se non si è cresciuti e addestrati per affrontarlo può fare veramente male.
La nostra filiera latte è tutto tranne che organizzata. Tra gli stessi allevatori rimasti a sventolare il tricolore sui bidoni del latte non c'è intesa e i risultati si sono visti e si continueranno a vedere, ovviamente nella negatività.
La mala gestio del regime delle quote latte nel lungo periodo di applicazione (1983) altro non ha fatto che avvantaggiare gli avversari mentre noi, invece di spendere bene il tempo riorganizzando le filiere produttive, si è investito in litigiosità.
Contenziosi per multe latte da pagare, sanatorie a gogo e ricorsi in decine di tribunali sono il frutto delle strategie di settore. Intanto, gli altri, hanno diligentemente osservato le norme e negli ultimi anni si sono persino permessi il lusso di aumentare le produzioni al fine di presentarsi al 1 aprile 2015 con una maggiore forza contrattuale.
L'Irlanda, ad esempio, nell'ultimo anno ha incrementato i volumi di latte del 20 per cento, Francia e Germania del 12-13 per cento mentre l'Italia del 1,5% a fronte di una produzione del 40-45% inferiore alle necessità d'auto consumo.
Con la liberalizzazione il mercato europeo è diventato ancor più appetibile e, proprio recentemente, Fonterra, la più grande cooperativa lattiera del mondo, dalla Nuova Zelanda è venuta a costruire il nido nei Paesi Bassi.
Mentre tutti fanno strategie noi invece a litigare e urlare che il nostro latte è buono come se fosse l'unico elemento necessario alla vendita.
Ma non basta, la forbice tra prezzo all'allevamento e prezzo al consumo, in questi 32 anni, anziché diminuire si è fortemente ampliata. Se in passato era sufficiente moltiplicare per due il prezzo alla stalla per ottenere il prezzo al consumo oggi è necessario moltiplicare per quattro.
Basti pensare che nell'ultimo anno il prezzo del latte è passato da 41 centesimi al litro (gennaio 2014) a 37 centesimi al litro mentre il prezzo al consumo è passato da 1,37 a 1,49€/litro per il latte fresco intero.
Il mercato così liberalizzato farà ulteriore selezione e nel frattempo ci porteremo dietro i vecchi contenziosi delle quote latte con una massa di multe da fare rabbrividire e quello che non macina il mercato lo macineranno le multe. La UE non ce la perdona più e diversi richiami a saldare i debiti (1,4 miliardi circa) sono arrivati anche recentemente per il pregresso riferito al periodo 1995-2009.
Una volta che salteranno le protezioni per il latte poco tempo e salteranno anche le protezioni della qualità dei nostri prodotti DOP di eccellenza Parmigiano Reggiano e Grana Padano in primi senza escludere il Pecorino Romano e via di seguito tutti gli altri.
Ancora pochi mesi e la fragilità del nostro sistema lattiero caseario si manifesterà con violenza a meno di un miracolo o che si faccia finalmente squadra coinvolgendo tutti, nessuno escluso, industriali compresi ovviamente.
Sarà invece più facile trovare da leggere nostalgiche poesie sui bei tempi delle vituperate quote latte.
Mentre cessa il regime delle quote latte comunitarie, nuovo valore per i produttori del comprensorio con l'adesione alle quote stabilite dal Piano di regolazione dell'offerta proposto dal Consorzio e approvato dall'Assemblea dei caseifici.
Reggio Emilia - 1 aprile 2015 -
Mentre a livello europeo si scrive la parola "fine" sulle quote latte, il Consorzio del Parmigiano Reggiano realizza l'"en plein" per l'adesione degli allevatori alle quote latte da destinare alla trasformazione in formaggio Dop, la cui scadenza è stata fissata al 31 marzo 2015.
Istituite dall'Ente di tutela nel novembre scorso, le quote latte per il Parmigiano Reggiano sono state infatti sottoscritte, entro i termini, dal 98% degli oltre 3.200 allevamenti interessati e nei prossimi giorni è più che probabile il "ripescaggio" dei pochi che non hanno aderito entro il termine fissato al 31 marzo.
"In questo modo – sottolinea il Consorzio – non solo raggiunge la piena operatività lo strumento di regolazione dell'offerta varato un anno e mezzo fa dall'Assemblea dei caseifici, ma per gli allevatori si genera un nuovo valore economico proprio nel momento in cessano le quote latte europee".
"La scelta di attribuire direttamente agli allevatori (e non ai caseifici) le quote latte da destinare a Parmigiano Reggiano – prosegue il Consorzio – è nata proprio con questo duplice obiettivo: organizzare meglio la programmazione dell'offerta e, contemporaneamente, sostenere gli allevatori nel momento in cui le quote latte comunitarie, che sono state oggetto anche di consistenti investimenti, perdono ogni valore".
"Questo passaggio – osserva il Consorzio – crea dunque un patrimonio nuovo per le aziende del comprensorio e, contemporaneamente, evidenzia ancor di più il legame del nostro prodotto con il territorio, creando le condizioni, anche in prospettiva, per un miglior governo dell'intera filiera".
"La vastissima adesione ottenuta, che va oltre ogni più rosea aspettativa di inizio 2015 – sottolinea l'Ente di tutela - rappresenta pertanto una importantissima risposta "dalla base" alla crisi di prezzo già in atto da diversi mesi e che sta determinando una modulazione al ribasso delle quantità".
"Evidentemente – conclude il Consorzio – è stato compreso fino in fondo il significato di disporre direttamente, come allevatori, di quote latte per Parmigiano Reggiano, in piena coerenza con gli obiettivi del Pacchetto Latte che ha introdotto la programmazione dell'offerta per "assicurare un equo tenore di vita ai produttori di latte rafforzando il loro potere contrattuale nei confronti dei trasformatori".
(Fonte Consorzio Parmigiano Reggiano 31 marzo 2015)
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