Visualizza articoli per tag: Sanità

 L’Azienda USL promuove la campagna di prevenzione degli incidenti domestici della Regione Emilia-Romagna. In distribuzione gli opuscoli dal titolo “Attenti a quei due!” nei servizi di Pediatria di comunità -

 
Parma, 13 marzo 2014
 

La casa, il luogo dove per definizione ci sentiamo tutti al sicuro e protetti, in realtà nasconde diverse insidie. Gli incidenti domestici, infatti, sono assai più numerosi di quelli stradali e degli infortuni sul lavoro. E’ un fenomeno che riguarda tutti, ma in particolare i bambini

Proprio per ridurre il numero degli incidenti tra le mura di casa dei più piccoli, la Regione Emilia-Romagna ha realizzato  un’apposita campagna di comunicazione per sensibilizzare i genitori su questo tema e un opuscolo dal titolo “Attenti a quei due!”.  

Nel corso di quest’anno, il pratico libretto, che ben si presta ad una lettura in famiglia con i più piccoli di casa, sarà consegnato ai genitori che porteranno i bimbi a sottoporsi alle vaccinazioni del primo anno di vita nei servizi di Pediatria di comunità di ciascun distretto dell’AUSL.

“La casa è l’ambiente dove i bambini trascorrono più tempo – commenta Emilio Marchionni,  referente dell’AUSL per la prevenzione  degli incidenti domestici -. E’ il primo luogo in cui giocano, imparano e crescono. E’ importante prestare attenzione affinché sia un posto davvero sicuro, a misura di bambino. L’opuscolo in distribuzione, per ognuna delle stanze di casa, evidenzia i possibili rischi e segnala i necessari accorgimenti da seguire, molto semplici, ma efficaci. E’ nostro obiettivo, con questa campagna – conclude Marchionni – ridurre sempre più il numero degli incidenti domestici”.

Dal coprire gli angoli dei mobili con i paraspigoli, alla protezione dei vetri con le apposite pellicole antisfondamento, all’uso dei blocca cassetti, al tappeto antiscivolo nella vasca da bagno, con un occhio di riguardo ai giocattoli e agli accessori per l’infanzia, che devono essere robusti, certificati e costruiti con materiali atossici. Questo e tanto altro ancora è contenuto nell’opuscolo. Per maggiori informazioni, consultare il sito www.ausl.pr.it. 

 
 
(Fonte: Ufficio stampa Ausl Parma)

 

Sono aperte fino venerdì prossimo 21 marzo le iscrizioni al corso professionalizzante per operatore socio-sanitario, organizzato e gestito dalla sede modenese di Irecoop Emilia-Romagna, l'ente di Confcooperative per la formazione professionale.

Modena, 13 marzo 2014 -

Sono aperte fino venerdì prossimo 21 marzo le iscrizioni al corso professionalizzante per operatore socio-sanitario, organizzato e gestito dalla sede modenese di Irecoop Emilia-Romagna, l'ente di Confcooperative per la formazione professionale. Possono partecipare 25 giovani (devono avere 18 anni compiuti) e adulti. Se giovani, devono aver adempiuto o assolto il diritto-dovere all'istruzione e alla formazione; se adulti, devono essere in possesso di licenza media inferiore; se stranieri, devono possedere permesso di soggiorno (in corso di validità), traduzione del titolo di studio, buona conoscenza della lingua italiana scritta e parlata. Il corso è rivolto a persone occupate e non, in cig, in possesso e non di capacità e conoscenze pregresse attinenti l'area professionale. L'attività formativa, che parte il 26 marzo, dura mille ore, di cui 450 di stage (suddiviso in due periodi - sociale e sanitario - da 225 ore). C'è l'obbligo di frequenza al 90 per cento del monte ore.

Info: Irecoop - via Emilia Ovest 101 – Modena - tel. 059.3367118 - fax 059.821682. Referente: Silvia Friggeri – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

(Fonte:Ufficio stampa Confcooperative Modena)

 

Inaugurata oggi la residenza terapeutica intensiva e post-acuzie per minori Area Vasta Emilia Nord (AVEN), la prima, in Emilia-Romagna, ad essere a completa gestione pubblica.

Parma, 12 marzo 2014 -

Il Centro è operativo già dall'ottobre scorso, quando, dopo un iter preparatorio delle Neuropsichiatrie Infanzia e Adolescenza delle Aziende di AVEN (che raggruppa le Aziende sanitarie pubbliche di Piacenza, Parma, Reggio-Emilia e Modena), ha iniziato ad accogliere i primi ospiti.

La struttura è dotata di 8 posti letto, più uno dedicato alle emergenze/pronte accoglienze ed è rivolta ad adolescenti di età compresa tra i 14 e i 17 anni affetti da patologie psichiatriche dell'età evolutiva.

Obiettivo del Centro è offrire ai giovani ospiti un progetto terapeutico-riabilitativo individualizzato – condiviso anche con la famiglia - finalizzato ad aumentare la capacità riflessiva, ridurre i comportamenti a rischio, migliorare l'adattamento sociale e relazionale, sostenere un adeguato livello di autonomia e favorire il reinserimento scolastico e/o l'avviamento professionale.
In sintesi, l'obiettivo è garantire una cura appropriata ed efficace utile a superare la fase di acuzie e a consentire un positivo rientro nel contesto familiare, scolastico e sociale.

Per questo è fondamentale un lavoro di rete tra diversi servizi per la realizzazione di programmi personalizzati e di sostegno al minore e alla sua famiglia. La struttura, infatti, opera in stretta collaborazione da un lato con i Servizi Ospedalieri di Parma (Pronto soccorso, Servizi Psichiatrici e Ospedale del Bambino) e, dall'altro, con i Medici di famiglia e i Servizi della comunità.

L'équipe di 20 professionisti che lavora nella struttura è composta da un medico psichiatra, un medico neuropsichiatra infantile, uno psicologo, educatori professionali, infermieri, un assistente sociale e operatori sanitari in grado di garantire prestazioni diagnostiche, riabilitative e terapeutiche.

Attualmente, il Centro accoglie 5 minori, tutti ragazzi.

L'accesso alla Residenza avviene tramite segnalazione dei Centri di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza delle province di AVEN.
La permanenza in struttura per ogni ospite può andare da un minimo di 30 giorni ad un massimo di 1 anno.
I ragazzi al Centro trascorrono le loro giornate tra le attività scolastiche (compatibilmente con le condizioni di salute), le attività terapeutico-riabilitative, che, in base ai progetti individualizzati sono svolte singolarmente e/o in gruppo e le attività ricreative-socializzanti. Anche il "tempo libero", se ben organizzato, diventa infatti un'opportunità di crescita e recupero delle proprie competenze. Sono organizzate uscite per fare piccole spese, per andare al ristorante, a teatro, ... Inoltre, il Centro è convenzionato con la palestra del Comune, adiacente la struttura, dove i giovani possono fare attività motoria, in questo periodo, ad esempio, è possibile frequentare un corso di kickboxing. Infine, ogni ragazzo viene coinvolto attivamente nella gestione domestica della quotidianità residenziale al fine di sviluppare e migliorare le autonomie individuali. Ogni ospite, può ricevere visite tutti i giorni, dalle 16 alle 19, previo accordo con l'équipe.

La struttura, di proprietà del Comune di Torrile, è stata completamente ristrutturata e riqualificata. E' posta su due piani.

A piano terra si trovano oltre agli studi degli operatori, un'ampia sala dove i ragazzi consumano i pasti, guardano la tv, ascoltano la musica. Dalla stanza si può accedere al giardino, dotato di gazebo. Per chi vuole e sa suonare, è disponibile una pianola. Vi sono poi una piccola cucina e un'altra ampia stanza dedicata alle attività ricreative. Al primo piano, ci sono le stanze, tutte a 2 letti (tranne una, che è singola), ciascuna con bagno. Vi sono, infine altri studi, del personale. Le pareti sono dipinte con colori pastello, che rendono la struttura molto accogliente.

Prevista dalla programmazione della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria di Parma, la Residenza vede la positiva collaborazione dei servizi sociali, della scuola, del sistema giudiziario, delle cooperative, del volontariato e del Comitato Utenti e Familiari (CUF) di Parma.

Il Centro si avvale delle attività di formazione e di supervisione di professionisti dell'Università di Parma e dell'Istituto Scientifico di Ricerca "Stella Maris" di Pisa.

Massimo Fabi "Quella che inauguriamo oggi è una struttura per adolescenti, tra i 14 e i 17 anni, con patologie psichiatriche e disturbi del comportamento. E' la prima, con queste caratteristiche, ad essere a gestione pubblica in Emilia-Romagna e risponde ai bisogni espressi non solo dalla provincia di Parma, ma dall'area vasta Emilia nord, che comprende le province da Piacenza a Modena. Nel centro è svolto un lavoro che mira al reinserimento sociale dei giovani ospiti, attraverso progetti riabilitativi individualizzati. Si tratta di percorsi che possono richiedere anche tempi lunghi, la permanenza in struttura può andare da un mese ed arrivare fino all'anno".

Andrea Rizzoli "Oggi è un giorno importante per questo territorio. Il centro è collocato nel cuore del paese, si affaccia sulla piazza: anche questo sta a significare come tutto voglia accogliere questi ragazzi, voglia coinvolgerli nella vita del paese, perchè si sentano davvero come a casa. Massima disponibilità e apertura, dunque, ad ogni forma di collaborazione, perchè il lavoro avviato già da ottobre scorso, quando la struttura è entrata in funzione, continui al meglio'".

Marcella Saccani "E' davvero importante questo servizio che inauguriamo oggi. Lo è in modo particolare perchè è dedicato agli adolescenti: una età della vita molto delicata, dove si gettano le basi per costruire il proprio futuro. Chi, come questi giovani, vive un forte disagio e sofferenza, ha bisogno di un luogo dove, oltre a trovare cura e ssistenza sanitaria, può ricostruire il proprio intimo, le relazioni. Punto di forza del centro è, anche per questo, la capacità di essere all'interno del contesto sociale, di interagire con le opportunità che il territorio offre: la scuola, le attività sportive, le attività ricreative, ecc."

Michela Cappai "Il primo impatto, entrando nella struttura, è quello di grande accoglienza: già questo è un aspetto significativo, un obiettivo raggiunto. Porto oggi la soddisfazione della Regione, che ha seguito il progetto fin dall'inizio. Sono tre le caratteristiche del centro: è una struttura provinciale, ha capacità di rispondere ai bisogni di area vasta ed è la prima a completa gestione pubblica in Emilia-Romagna. Nel portare i saluti della Responsabile del Servizio Salute Mentale e Dipendenze Patologiche regionale, auguro a tutti un buon lavoro"

Pietro Pellegrini "E' un ottimo risultato vedere oggi inaugurare questa struttura, ma è mio desiderio "domani" vederla chiudere. Ciò vorrebbe dire che non c'è più questa sofferenza, questi bisogni e che siamo in grado di lavorare sulla prevenzione, a partire dai bambini. La situazione attuale è invece critica: registriamo il 17% di disperisione scolstica e il 42% di disoccupazione giovanile. In questo scenario, il futuro è davvero incerto, ancora di più se ad affrontarlo sono giovani in condizioni di fragilità. C'è forte di bisogno di sostenere le famiglie, di lavorare e collaborare con le scuole e il mondo del lavoro. I ragazzi hanno bisogno di occasioni, non solo di cure".

 

 

(Fonte: Ufficio stampa AUSL di Parma)

 

Infermieri e nefrologi del Policlinico di Modena saranno impegnati per tutta la giornata presso il centro commerciale "Grand'Emilia" di via Emilia Ovest 1480 -

Modena, 12 marzo 2014 -

Domani, Giovedì 13 marzo, in occasione della Giornata Mondiale del Rene, che ha ottenuto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, dalle ore 9 alle 17 presso la galleria del centro commerciale "Grand'Emilia", i nefrologi e gli infermieri del Policlinico di Modena, saranno a disposizione di tutti i cittadini per fornire informazioni sulle malattie renali e sulla donazione degli organi. Per chi volesse, sarà anche possibile effettuare gratuitamente uno screening personalizzato: anamnesi, esame delle urine e misurazione della pressione arteriosa. Un efficace 'esame preventivo' per valutare il rischio di contrarre una malattia renale. Il punto informativo sarà presidiato dal nefrologo Marco Ballestri e dalla caposala Laura Bonaretti che coordineranno l'attività di tre medici e due infermieri che si avvicenderanno nel corso della giornata.

L'iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione dell'Associazione Italiana Donatori di Organi (AIDO), dell'Associazione nazionale emodializzati (ANED) e della direzione del centro commerciale "Grand'Emilia" che ha messo a disposizione lo spazio e il supporto logistico. "La malattia renale cronica – spiega il prof. Gianni Cappelli, Direttore della Struttura Complessa di Nefrologia e Dialisi del Policlinico – colpisce circa il 10% della popolazione mondiale e quindi costituisce una piaga di grande portata, tanto più che molte malattie renali hanno carattere progressivo e con il passare degli anni conducono all'insufficienza renale terminale con necessità di ricorrere alla dialisi o al trapianto di rene".

Il Policlinico partecipa da sette anni a questa iniziativa con risultati decisamente positivi. Dal 2007 sono stati sottoposti a screening nefrologico di base un numero di pazienti variabile da 90 a 110 per ogni giornata. L'analisi dei risultati ottenuti fino al 2011 ha confermato i dati attesi dalla letteratura: l'11% delle persone che si sono sottoposte ai test sono risultate portatrici di una patologia renale, mentre il 40% è risultato avere una ipertensione non ben controllata. Negli ultimi 2 anni la percentuale di persone con anomalie urinarie è salita al 24%; nel 25% dei casi è stata diagnosticata un'ipertensione arteriosa non nota e nel 9% dei casi è stata riscontrata una patologia renale con necessità di follow-up nefrologico. I fattori di rischio più frequenti si sono confermati essere l'ipertensione arteriosa (54,5%), l'ipercolesterolemia (37%) ed il fumo (10%). Gli accertamenti necessari sono sempre stati eseguiti in follow-up presso il Policlinico di Modena.

Ad oggi il Policlinico effettua annualmente più di 50mila dialisi e segue 650 pazienti che hanno perso le normali funzioni renali (di questi, i trapiantati sono 200). L'anno scorso il reparto diretto dal professor Cappelli ha effettuato più di seicento ricoveri in degenza ordinaria e 350 in Day Hospital dei quali circa il 60% provenienti da fuori regione.

In allegato la locandina scaricabile 

(Fonte: ufficio stampa Ausl MO)

 

 

Dalle ore 8.00 di domani, mercoledì 12 marzo entra in funzione la struttura di emergenza-urgenza completamente rinnovata. L'accesso pedonale si sposta da via Fogazzaro in via Smerieri -

Mirandola, 11 marzo 2014 -

A distanza di appena due giorni dalla sua presentazione ufficiale alla cittadinanza, diventa operativo il nuovo Pronto Soccorso dell'Ospedale 'Santa Maria Bianca'. La nuova area di emergenza-urgenza dell'Ospedale di Mirandola apre ufficialmente le porte ai pazienti domani mercoledì 12 marzo: a partire dalle 8.00 sarà attivo il nuovo accesso in via Smerieri (non più quello da via Fogazzaro in uso negli ultimi mesi).

Dopo un importante intervento di ripristino e miglioramento, il Pronto Soccorso dell'Ospedale 'Santa Maria Bianca' torna dunque nella sede che lo accoglieva prima del terremoto. Una tappa importante nel percorso di ricostruzione dei servizi dell'area Nord che restituisce al territorio una struttura più moderna, efficiente e qualificata.

(Fonte: ufficio stampa Ausl MO)

 

All'inaugurazione di ieri pomeriggio erano presenti anche l'assessore regionale Carlo Lusenti e il sindaco Maino Benatti. Il reparto torna nella sua sede originale. Per l'intervento sono stati investiti 958mila euro e sono serviti 135 giorni di lavoro -

 

Mirandola, 11 marzo 2014 -

Dopo un importante intervento di ripristino e miglioramento il Pronto Soccorso dell'Ospedale di Mirandola torna nella propria sede originaria. È questa la tappa più recente di un percorso avviato da mesi, grazie al quale il "Santa Maria Bianca" si sta progressivamente lasciando alla spalle le ferite del sisma, restituendo alla comunità una struttura che non solo sta "ritornando come prima", ma che vede ulteriormente qualificato il proprio ruolo nell'area nord e, più in generale, nell'ambito della rete provinciale.

Per sottolineare questo significativo momento, ieri pomeriggio, 10 marzo, si è tenuta la cerimonia d'inaugurazione alla quale, tra gli altri erano presenti l'Assessore regionale alle Politiche per la Salute Regione Carlo Lusenti, il Presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini, il Sindaco di Mirandola Maino Benatti, il Direttore Generale dell'Azienda Usl di Modena Mariella Martini, il Direttore dell'Ospedale di Mirandola Teresa Pesi.

Complessivamente, per la ristrutturazione del Pronto Soccorso, sono stati investiti poco meno di 958mila euro, 787mila dei quali per la struttura e 170mila per la dotazione tecnologica. Il progetto ha previsto una riorganizzazione degli spazi e dei percorsi per i pazienti secondo il modello dell'intensità di cura: sono infatti stati creati due accessi separati per i codici rossi e per i casi meno gravi (codici verdi e bianchi). Fulcro della nuova organizzazione è l'area del triage, vera e propria cabina di regia che indirizza i pazienti in arrivo verso l'area più appropriata alle loro esigenze.

All'esterno, per l'accesso di auto-mediche e ambulanze, è stato predisposto un ampio spazio (la cosiddetta 'camera calda') in parte chiuso e climatizzato in grado di ospitare due veicoli contemporaneamente e in ogni condizione climatica. All'interno del reparto, tra le novità più significative, va ricordata la presenza di un'area per l'Osservazione Breve e Intensiva (OBI) dei pazienti e un locale POCT – Point of Care Testing – che consente analisi ematiche "salva-vita".

Nella scelta dei materiali si è ricorsi a tecnologie costruttive "a secco" di tipo industriale per rispondere alla duplice esigenza di sicurezza e durabilità. Oltre ai lavori di ristrutturazione propriamente edilizia sono stati rinnovati tutti i sistemi impiantistici, come quello della distribuzione dei gas medicali, realizzato considerando le ultime normative in materia e disponibile direttamente al letto del paziente.

Tutti gli ambulatori per i codici verdi e bianchi sono dotati di lampade scialitiche di ultima generazione. Di configurazione tecnologica ancora superiore è la dotazione strumentale degli ambulatori per i codici rossi, nei quali è stato installato a soffitto un pensile a braccio singolo con colonna per sistemi infusionali. I locali sono tutti allestiti per consentire l'utilizzo in loco della tecnologia radiologica.

 

triage rid

 

DICHIARAZIONI

"Desidero prima di tutto ringraziare coloro che hanno lavorato per il raggiungimento di questo risultato: i tecnici, il personale amministrativo, gli esperti di ingegneria clinica e naturalmente il personale sanitario, così come la Regione, la Provincia e il comune di Mirandola. Anche in questo caso il risultato è il frutto di un lavoro di squadra, sicuramente complesso, ma indispensabile per centrare gli obiettivi che ci siamo dati. Un grazie anche alla comunità mirandolese che ha colto il senso del nostro impegno spronandoci a fare bene e il più in fretta possibile, accettando gli inevitabili disagi che la presenza dei cantieri determina. Concludo evidenziando con soddisfazione che il Santa Maria Bianca è ormai tornato a gestire volumi di lavoro assimilabili a quelli precedenti il terremoto del 2012 a conferma che davvero la fase più difficile è alle nostre spalle".
Mariella Martini, direttore generale Azienda Usl di Modena

"Un nuovo importante tassello nella ricostruzione e riqualificazione dell'Ospedale di Mirandola che conferma gli impegni presi, prima con il Piano Attuativo Locale (Pal) e poi con il Piano di riattivazione dell'ospedale di Mirandola a seguito del terremoto. Come avevo ricordato in occasione delle notizie positive sul reparto di Maternità, l'Amministrazione comunale sta lavorando per consolidare e aumentare la presenza dei nostri servizi (con l'integrazione con l'ospedale di Carpi). I prossimi impegni saranno per la Casa della Salute, Hospice e Lungodegenza / Lungoassistenza per completare le indicazioni di programmazione sanitaria inserite nel Pal". Maino Benatti, Sindaco di Mirandola

 

(Fonte: ufficio stampa Ausl Mo)

 

Una nuova centralina informatica per la Stroke Unit consente di controllare, ventiquattro ore al giorno, i parametri vitali nei pazienti colpiti da ictus. Alla Medicina Riabilitativa donati cinque lettini elettrici e diversi deambulatori -

 Carpi, 8 marzo 2014 -

Una nuova centralina informatica che permette di visualizzare sullo schermo del computer i parametri vitali dei pazienti colpiti da ictus ricoverati nella Stroke Unit di Neurologia, oltre a cinque lettini elettrici regolabili e diversi deambulatori per la Medicina Riabilitativa. La nuova strumentazione è stata donata giovedì 6 marzo 2014, dall'associazione ALICe Carpi Onlus all'Ospedale 'Ramazzini'. Un contributo del valore complessivo di 17 mila euro che implementa e migliora la dotazione tecnologica delle due Unità Operative.

"Traendo linfa vitale dalla grande generosità dei cittadini carpigiani, dalle imprese e dalle associazioni che operano sul territorio – sottolinea Maurizio Calestrini, Presidente di ALICe Carpi – siamo riusciti a dare il nostro contributo all'acquisto di apparecchiature e servizi per sostenere e migliorare la qualità dell'offerta dei servizi ospedalieri della città. Un impegno portato avanti con un pizzico di orgoglio e soprattutto con tanta convinzione da tutti i volontari dell'associazione".

La nuova centralina informatica, già in uso da alcuni mesi all'interno della Neurologia, ha un valore di 8 mila euro e consente di visualizzare i parametri vitali del paziente in tempo reale e di controllare, in modalità remota, le condizioni di tutti i ricoverati. Un aiuto concreto per l'organizzazione del lavoro all'interno della Stroke Unit che, attualmente, gestisce 6 posti letto e 300 ricoveri l'anno (arrivano a 20 mila le prestazioni ambulatoriali).

"Uno dei punti vincenti dell'organizzazione carpigiana della Stroke Unit – spiega Teresa Pesi, Direttore dell'Ospedale 'Ramazzini' – è la stretta collaborazione tra neurologi, fisiatri e fisioterapisti che permette una presa in carico veramente condivisa dei pazienti, molto spesso determinante per una prognosi positiva della malattia". È proprio da questa consapevolezza che sono partiti i volontari di ALICe quando hanno scelto di donare alla Medicina Riabilitativa dell'ospedale diverse strumentazioni tecnologiche, per un valore di circa 9 mila euro, tra le quali 5 lettini elettrici regolabili e vari deambulatori. Un gesto di solidarietà che mette in luce, ancora una volta, l'importanza di un attento percorso di riabilitazione rivolto a tutti i pazienti colpiti da ictus.

 

A.L.I.Ce.
L'Associazione Lotta all'Ictus Celebrale (A.L.I.Ce.) è una Onlus impegnata a livello nazionale, formata da pazienti, familiari e operatori sanitari (infermieri, fisioterapisti e medici) che vogliono alleviare le conseguenze della malattia e contribuire a prevenirla. La sezione di Carpi si è costituita ufficialmente nel 2009. Attualmente ALICe opera sul territorio delle Terre d'Argine (Carpi, Campogalliano, Soliera, Novi di Modena e Mirandola) e può contare sul sostegno di oltre 200 soci e 40 volontari attivi che partecipano e promuovono le sue attività. Ha sede in via Peruzzi 22 presso la Casa del Volontariato di Carpi (aperta lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.00 alle 12.00). L'associazione si occupa in modo particolare di promuovere iniziative legate alla prevenzione dell'ictus e fornisce aiuto diretto agli ammalati sia nella fase acuta della malattia che durante la riabilitazione fisica del paziente. A.L.I.Ce. pone al centro della propria iniziativa la sollecitazione e la sorveglianza affinché siano realizzate "le cure più appropriate dell'ictus cerebrale" come indicato nello Statuto Nazionale di ALICe Italia, che affida la realizzazione alle singole Associazioni Locali. ALICe Carpi collabora da alcuni anni con l'Unità Operativa di Neurologia e con la Stroke Unit dell'ospedale "Ramazzini". Insieme alle associazioni Anziani in rete, Il Ponte, L'Ancora e Il Faro assicura trasporti gratuiti agli ammalati e ai familiari per raggiungere gli ambulatori specialistici e le sedi riabilitative presenti sul territorio dell'area Nord. Organizza inoltre, presso palestre e circoli locali, attività motorie di gruppo (con fisioterapisti), musicoterapia, biodanza e Tai Chi. Sostiene finanziariamente l'intervento gratuito di uno psicologo o del logopedista per aiutare i pazienti in difficoltà.

Maurizio Calestrini è stato eletto Presidente dell'Associazione Lotta all'Ictus Celebrale (ALICe) di Carpi a inizio 2013, dopo essere stato consigliere dell'associazione per due anni. Nato ad Asmara in Eritrea nel 1940, Calestrini è padre di due figli ed è impegnato nel volontariato sociale da diversi anni. È membro del Lions Club International da quarant'anni.

 

(Fonte: ufficio stampa Azienda Usl Modena)

 

Prevenzione in primo piano, quest'anno, nella giornata internazionale dedicata alle donne con due appuntamenti promossi dall'Azienda Usl di Piacenza per domani, sabato 8 marzo -

Piacenza, 7 marzo 2014 -

L'Azienda Usl di Piacenza promuove per l'8 marzo un incontro incentrato sui tumori femminili, con l'obiettivo di sensibilizzare la popolazione e potenziare la formazione interna degli operatori. Per la stessa giornata, nel pomeriggio, è in calendario un secondo evento, dedicato al tema delle terapie alternative, preziose per il benessere dei pazienti, in particolare quelli in cura per un tumore.


CONVEGNO SUI TUMORI FEMMINILI
La mattina, con apertura alle ore 9, è dedicata alla prevenzione dei tumori femminili e si svolge nella sala Colonne dell'ospedale di Piacenza. Il focus è sul cancro al seno e sulle neoplasie ginecologiche. L'evento scientifico è promosso dal dipartimento di Oncoematologia e vede il coinvolgimento delle equipe multidisciplinari, con particolare riferimento alla prevenzione e quindi alla fase diagnostica. I lavori sono introdotti da Luigi Cavanna, direttore del dipartimento di Oncoematologia, e dal primario di Ginecologia e Ostetricia Marco Zannini.
La prima parte della mattina è dedicata al tumore al seno. Gli oncologi Elisa Anselmi, Massimo Ambroggi e Manuela Proietto forniscono un quadro preciso della frequenza e la distribuzione della malattia, con particolare riferimento all'ambito locale.
Giorgio Celoni, responsabile di Radiologia senologica, illustra i numeri dello screening mammografico. Daniela Favari ed Ernestina Umili raccontano il ruolo dell'infermiere. L'oncologa Rosa Porzio pone quindi l'attenzione sui pazienti a rischio genetico, per i quali è previsto un apposito percorso diagnostico e di controllo. Infine, Fabio Fornari, direttore del dipartimento di Medicina generale, propone una riflessione sulla Gastroenterologia al femminile. Moderano Egidio Carella, direttore del dipartimento delle Funzioni radiologiche, ed Emanuele Michieletti, primario di Radiologia.
La seconda parte è invece incentrata sui tumori dell'ovaio e dell'utero e si apre con una fotografia della diffusione di queste patologie curata dalle oncologhe Claudia Biasini e Livia Bidin. Cristiana Pavesi, responsabile assistenziale del dipartimento Materno infantile, interviene invece sul ruolo dell'ostetrica nella prevenzione. La parola passa poi ai ginecologi: di prevenzione del tumore del collo dell'utero parla Federico Amone, Bruno Arena di quella del corpo dell'utero e Marco Balestri dell'ovaio. Modera Carlo Paties, primario di Anatomia patologica.


POMERIGGIO CON AMOP
Nel pomeriggio l'Associazione piacentina malato oncologico (Amop) invita tutte le donne in sala Colonne per trascorrere qualche ora insieme.
Alle 15 e 30 saranno presentate le attività del gruppo Benessere, che vengono proposte ai pazienti in cura nel dipartimento di Oncoematologia. Si tratta di una serie di iniziative non mediche di supporto ai pazienti (che spaziano dai massaggi alla Tam The, dallo Shiatsu alle attività di acquaticità, passando per il giardinaggio, la cucina, la moda, il ballo e lo Yoga) gratuite e realizzate grazie a uno straordinario dispiegamento di volontari, ciascuno qualificato nel proprio settore.
Sfilata vintage
Alle ore 16 si svolgerà una sfilata di abiti vintage che vedrà come protagoniste una trentina di pazienti. Gli abiti sono stati messi a disposizione da Graziella Trecordi; il trucco sarà curato da Giorgia Biselli e le acconciature da Elena Meli.
L'aperitivo
Alle ore 17 il pomeriggio si concluderà con un aperitivo offerto dal gruppo Amop di Pontenure.

 

 

(Fonte: ufficio stampa Ausl Pc)

 

In provincia di Modena le persone affette dalle due patologie sono circa 35mila. È soprattutto alla cura di questo gruppo di pazienti, che si rivolge il V meeting internazionale sull'asma, la BPCO" organizzato a Modena dal 6 al 8 marzo -

 

Modena, 5 marzo 2014 -

L'asma è una malattia che colpisce circa 300 milioni di persone al mondo, oltre 5milioni gli italiani affetti da questa patologia cronica e 24 milioni quelle colpite da Broncopatia Cronico Ostruttiva (BPCO). Si tratta di numeri importanti per due patologie legate dalla caratteristica di cronicità e dal fatto che esiste una fascia importante di pazienti (il 30%) che è affetta da entrambe le malattie. È soprattutto alla cura di questo gruppo di pazienti, che si rivolge il V meeting internazionale sull'asma, la BPCO" organizzato a Modena dal 6 al 8 marzo presso l'Hotel Fini (via Emilia Est) dalla Struttura Complessa di Malattie dell'Apparato Respiratorio del Policlinico, diretta dal prof. Leonardo Fabbri, da GOLD (Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease) e da GINA (Global Initiative iN Asthma). L'incontro sarà l'occasione per fare il punto, con esperti italiani e stranieri, sulle cure e la diagnosi delle malattie respiratorie croniche.

Il prof. Leonardo Fabbri è coautore delle nuove linee guida che verranno presentato al Convegno, anche nella versione italiana, sulla Diagnosi, il Trattamento e la Prevenzione della BPCO e dell'asma. Esse introducono un approccio più individualizzato per i pazienti che presentano contemporaneamente sintomi e segni sia di asma che di BPCO (Asthma and COPD Overlap Syndrome, ACOS). Il meeting vede la partecipazione di esperti a italiani e stranieri che si occuperanno degli aspetti clinici e farmacologici delle malattie polmonari oltre che le terapie basate su cellule staminali, con l'intervento del prof. Michele De Luca, responsabile del Centro di Medicina Rigenerative dell'Ateneo modenese - reggiano.

La BPCO è una patologia polmonare progressiva e costituisce la terza causa di morte al mondo, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità. I suoi sintomi comprendono tosse cronica, espettorazione progressiva e soprattutto dispnea (cioè mancanza di respiro) prima da sforzo e poi progressivamente anche a riposo. "In presenza di tosse, catarro, affanno dopo uno sforzo fisico – consiglia il prof. Leonardo Fabbri – soprattutto se si fuma o si è fumato molto è opportuno parlarne al medico e sottoporsi ai test. Purtroppo la consapevolezza in materia di BPCO è assai scarsa: se venisse fatta a tutti una spirometria, troveremmo un buon 10-20 per cento di malati che non sospettano affatto di esserlo". Si stima che nella provincia di Modena siano colpiti da asma e da BPCO 35.000 soggetti. Secondo queste stime vi sarebbero quindi circa 10.000 pazienti con sovrapposte asma e BPCO. Nelle forme miste di BPCO ed asma, a questi sintomi cronici si sovrappongono crisi ricorrenti di dispnea respiro sibilante tipici dell'asma.

Per BPCO ed asma sono disponibili trattamenti che alleviano i sintomi come la dispnea e riducono gravità e frequenza delle riacutizzazioni in modo che i pazienti possano partecipare più pienamente alla vita quotidiana. Presso la Struttura Complessa di Malattie dell'Apparato Respiratorio del Policlinico, vi è una equipe multidisciplinare dedicata sia a pazienti asmatici che a BPCO, ivi compresi quelli con comorbidità cardiovascolari, grazie and ampi e, produttivi rapporti di collaborazione fra pneumologi e cardiologi.

 

 

(Fonte: ufficio stampa Ausl Modena)

 

Le condizione dello studente, attualmente ricoverato al Reparto di Pediatria dell'Azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, sono buone -

Reggio Emilia, 4 marzo 2014 -

La Direzione del Dipartimento di Sanità Pubblica informa che tra gli studenti frequentanti l'Istituto BUS Pascal di Reggio Emilia si è verificato un caso sospetto di meningite da meningococco. Le condizione dello studente, attualmente ricoverato al Reparto di Pediatria dell'Azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, sono buone.
Per prevenire efficacemente la malattia, i compagni di classe, gli insegnanti e gli operatori scolastici che rientrano tra i contatti stretti con l'ammalato sono stati convocati dal Servizio di Igiene e Sanità Pubblica per il pomeriggio di oggi per assumere, a scopo cautelativo, la profilassi antibiotica.
Nei prossimi giorni il Servizio attuerà la sorveglianza sanitaria prevista presso la scuola.

La meningite meningococcica
La meningite meningococcica (Neisseria Meningitidis) può essere contagiosa.
La trasmissione della malattia avviene con l'emissione di goccioline di saliva che si emettono parlando, starnutendo, tossendo e pertanto sono a rischio di contagio le persone che hanno avuto contatto stretto ( a distanza inferiore a 1 m ) e prolungato con l'ammalato nei 7 giorni precedenti la malattia.
Il periodo di incubazione varia da 2 a 10 giorni, di solito 3-4 giorni raramente può essere più prolungato. Si consiglia comunque nelle 4 settimane successive all'ultimo contatto con il malato di porre attenzione alla comparsa di febbre accompagnata da cefalea, rigidità nucale, nausea, vomito a getto, e, spesso, esantema con macule rosacee: in questo caso è necessario rivolgersi al proprio medico curante o al Pronto Soccorso, riferendo che si è stati a contatto con un caso di meningite.


(Fonte: ufficio stampa Ausl Reggio Emilia)

 

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"