Di Chiara Marando - Parma 03 Gennaio 2015
Penso che ormai tutti conoscano “Slow Food”, il marchio che identifica l’eccellenza alimentare, quella che si impegna a ridare valore al cibo nel rispetto di chi lo produce, quella che opera in armonia con l’ecosistema e le tradizioni di ogni singolo territorio. E penso anche che più o meno tutti abbiamo sentito parlare, oppure visitato, uno dei tanti “Eataly”, punti vendita portabandiera della filosofia Slow Food all’interno dei quali poter trovare ogni sorta di delizia gastronomica tipicamente italiana, piccoli tesori della tradizione.
Ecco, proprio sulla scia di questo credo alimentare, dal 2011, stanno nascendo i franchising de “L’Hamburgheria di Eataly”, ovvero fast food di alta qualità dove i sapori genuini della nostra terra e l’esperienza dei produttori si fondono per dare vita ad un nuovo modo di concepire il gusto. Dopo Milano, Roma, Novara, Bergamo, Verona e Torino, anche a Parma ha aperto i battenti da poco più di un mese questo spazio interamente dedicato alla cosiddetta “hamburger experience”.
Gli ingredienti di punta sono un mix tra carni pregiate come quella di pura razza Piemontese dell’Azienda “La Granda”, salumi eccezionali firmati “Antica Ardenga”, birre artigianali del “Birrificio Baladin” oppure di “Birra del Borgo”, ed ancora pane, piadine e focacce accuratamente selezionate, formaggi DOP, olio extravergine Taggiasco ROI, insieme a Parmigiano Reggiano e verdure fresche di stagione rigorosamente italiane. Il tutto servito in un locale giovane, moderno ed elegante.
Il menù parte con gli Hamburger, dal più semplice “Giotto” fino al “Tropeagiotto” che alla carne aggiunge cipolla rossa di Tropea, oppure il “Cis-Pangiotto” fatto con l’aggiunta di Formaggio Raschera DOP e pancetta affumicata naturale. Poi ci sono le versioni con l’hamburger di pollo oppure il più elaborato “Lo Strolghino”, dove l’impasto è realizzato con strolghino di culatello, sale di Cervia, Lambrusco e spezie naturali. Ma troverete anche il “Kebabun” in tante piacevoli varianti, ovvero carne avvolta in una fragrante piadina romagnola presentata con molteplici abbinamenti. E per finire ecco le focacce con i salumi del territorio, mozzarella di bufala e verdure.
La formula è quella di un self service: si sceglie il piatto dalla carta, si va ad ordinare e si aspetta che arrivi la conferma dell’avvenuta preparazione. Vi è la possibilità di optare per i menù, ossia l’hamburger o il Kebabun prescelto accompagnato da patatine fritte lavorate fresche ogni giorno, insieme a birra, vino o bibita.
E fin qui tutto bene. Certo, ma nonostante la qualità del cibo non sia minimamente in discussione, in realtà mancano alcuni elementi a mio parere basilari. Mi spiego meglio. Leggendo le delizie della lista è impossibile non farsi assalire dall’acquolina, però questa impressione non viene confermata a pieni voti al momento dell’assaggio in quanto sembra che la preparazione sia carente in fatto di gusto e ricercatezza. Inoltre, non esiste fast food senza la velocità del servizio, caratteristica piuttosto altalenante in questo caso. Infine, prezzi e porzioni non sono proprio quelli tipici di un locale della categoria. In altre parole, il costo a singola portata è troppo alto, ma si bilancia se si decide di prendere il menù, ed il detto “bisogna alzarsi da tavola ancora con l’appetito” viene prontamente rispettato.
L’Hamburgeria di EATALY
Via Fausto Bocchi 7/A,
c/o Barilla Center Parma
Tel: 0521 247632
Di Chiara Marando – Sabato 27 Dicembre 2014
La notte più lunga dell’anno è ormai alle porte, una serata perfetta per stare in compagnia e festeggiare al meglio l’arrivo del 2015. C’è chi opterà per una festa, chi ha programmato un viaggio, chi affronterà il freddo per brindare in piazza e chi, ancora, non rinuncerà ad organizzare la classica cena tra amici nella tranquillità delle mura domestiche.
Ecco, è proprio in quest’ultimo caso che i consigli per preparare un menù completo e gustoso non sono mai troppi. Le scelte variano tra piatti più legati alle diverse tradizioni locali, oppure alle sempre eccellenti portate di pesce ed anche alle prelibatezze puramente vegetariane dove la fantasia si fa largo in ricette diverse ma altrettanto appetitose. Insomma, le possibili soluzioni per stupire i commensali con le proprie doti da chef sono veramente tante, una per ogni gusto e palato. Certo, non è sempre facile staccarsi dai fedeli cavalli di battaglia per provare a cucinare qualcosa di nuovo, sperimentare sapori ed abbinamenti diversi. Bene, niente paura perché ci sono proposte estremamente facili e di sicuro successo che potranno entrare a pieno titolo nel vostro libro di ricette personale.
Cominciamo con gli antipasti. Gli intramontabili gamberetti in salsa rosa sono un must presente su quasi tutte le tavole ma, seppur squisiti, ogni tanto è giusto sostituirli con qualcosa di ugualmente ghiotto, magari con delle Tartine Finger Food, invitanti stuzzichini che regalano un aspetto colorato e divertente all’insieme proponendo, nello stesso tempo, una grande varietà di gusti. Prepararli è un gioco da ragazzi, basta del buon pane per tartine e tanti ingredienti diversi da combinare a piacere: zucchine e salmone, paté di olive oppure carciofi, mozzarella e pomodoro, prosciutto crudo e speck con cetriolini giusto per fare qualche esempio. Ma si possono ampliare le possibilità preparando del sushi, degli involtini o delle polpette in versione mignon ed ancora dei salatini di pasta sfoglia. Un altro ottimo aperitivo sono le uova ripiene con tonno, capperi e maionese, sfiziose bontà da mangiare con le mani in un solo boccone.
Ed ora passiamo ai primi. Inutile dire che le Tagliatelle con il salmone sono sempre divine, ma per offrire qualcosa di nuovo si può optare per le prelibate Lasagne all’astice oppure per le Crespelle con radicchio rosso e speck, piatti che devono essere assemblati per tempo e vi permetteranno di stare con gli ospiti senza dover correre ai fornelli .
Per quanto riguarda i secondi, invece, specialità benauguranti come il Cotechino con lenticchie e purè non devono proprio mancare, ma possono essere integrate con delizie in più come il delicato Branzino alla pancetta con cipolle ed arance in agrodolce, oppure il leggero Polpettone di zucchine, ideale per gli amanti della verdura. Il tutto ovviamente innaffiato da ottimo Spumante o Franciacorta, perfetti per qualsiasi tipo di portata, anche per accompagnare dolci come il tradizionale Panettone arricchito da salse come crema inglese e zabaione, ed ancora come la profumata Crema di arance da mangiare al cucchiaio.
Di Chiara Marando – Sabato 06 Dicembre 2014
Conoscete la Valle dei Laghi? Una suggestiva vallata che si apre fra Trento e Riva del Garda, al cui interno sono incastonati come gemme ben otto laghi, in un paesaggio che spazia da quello aspro ed incontaminato di sassi e rocce, proseguendo tra filari e coltivazioni di frutta ed ortaggi. La prima tappa obbligata è certamente quella del paesino di Terlago, caratteristico borgo sulle rive dell’omonimo Lago, all’ombra di un Castello risalente all’anno Mille. Un piccolo quadro incorniciato da distese di vigneti famosi per le loro uve bianche e aromatiche, nonché da immense coltivazioni di mele.
Ovviamente non ci si può esimere dal raggiungere quella che è la zona considerata famosa per il Vin Santo e per la sua atmosfera romantica: Toblino, uno dei luoghi più ameni non solo della Valle dei Laghi ma di tutto il Trentino. Il Castello, che si specchia nelle acque del Lago antistante, deve la sua fama al bellissimo ambiente nel quale sorge e, come ogni castello che si rispetti, alle tante e cupe leggende che lo circondano. Si rimane come rapiti dall’assoluta pace e tranquillità di questo angolo di natura.
Tante sono le cantine che in questa Valle producono vini tra i più rinomati al mondo, eccellenze dai profumi inebrianti, capaci di esaltare degnamente qualsiasi tipo di specialità gastronomica. Un esempio è quello della Cantina Pisoni, Azienda Agricola biodimanica a conduzione familiare, un’anima rurale di lunga tradizione ed esperienza. Tra le sue etichette vanta vini bianchi e rossi dalla struttura corposa e dal gusto elegante, ma soprattutto è una delle poche Cantine del Trentino specializzata nella produzione del rinomato Vin Santo Trentino Doc, presidio Slow Food.
Loro sono Marco e Stefano, cugini che da sempre dedicano il loro tempo al mondo del vino, con passione e costanza, per fornire un prodotto che sia sempre di altissima qualità e rigorosamente biologico. La loro vita è legata alla coltivazione della terra, che lavorano con amore, rispetto, dedizione e grande entusiasmo, utilizzando quelle tecniche antiche ormai quasi perdute come l’aratro trainato da cavallo. Proprio per questo, nell’Azienda Agricola Pisoni non troverete solo vino eccellente, ma anche tipicità biologiche del Trentino quali patate, succose mele, grano per Polenta ed olio extravergine di oliva del Garda.
Osservare i filari che si rincorrono a perdita d’occhio è uno spettacolo che dona armonia, tra quei vigneti si intrecciano tradizioni e storia, luci e colori di sapori dal fascino immortale. Complice il clima mite e la presenza di acqua purissima, qui si riescono a produrre vini rossi come il Maso Gobbo, dall’aroma floreale ed avvolgente, i pregiati Sarica e Rebo che, essendo affinati in barriques, garantiscono un intenso bouquet di profumi. Poi i bianchi fruttati come il classico Pinot Grigio, la Nosiola, unico vitigno bianco autoctono del Trentino, lo Chardonnay ed il Moscato. Per finire, ecco il già citato Vin Santo, perfetto equilibrio tra tenore zuccherino ed alcolico, una vera coccola da degustare in qualsiasi momento.
Il consiglio è quello di approfittare dell’ospitalità della famiglia Pisoni per visitare questa splendida Cantina, osservando ed assaporando tutta la sapienza dei vignaioli trentini.
Azienda Agricola Fratelli Pisoni
Via San Siro 7, Pergolese di Lasino
38070 Sarche (TN)
Tel. 0461 563.216
Sul sito MyBusiness di Bormioli Rocco nasce una nuova idea interamente dedicata alla ristorazione: la rubrica “Lezioni a cinque stelle”.
- Parma 25 Novembre 2014
E' partita lunedì 17 Novembre 2014 la nuova iniziativa promossa da Bormioli Rocco MyBusiness "Lezioni a cinque stelle", nella quale o chef stellato Massimo Spigaroli svelerà segreti, metodi e piccoli accorgimenti per gestire al meglio un ristorante. Ogni mese un appuntamento per un totale di dieci pillole video, tutte interamente realizzate nella suggestiva cornice della rinomata Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense, vero e proprio regno dello chef che sfrutterà il suo locale per mostrare come ottenere e valorizzare una ristorazione di qualità, fatta di ingredienti freschissimi, di stagione ed a chilometro zero.
Ma un locale d’eccellenza è anche lo specchio di chi lo gestisce. Ecco allora che verranno illustrate alcune tecniche capaci di rendere più attenta ed oculata la guida dell’attività. Non da ultimo, saranno forniti preziosi consigli su come esaltare la tradizione della cucina regionale e proporsi nel modo più accattivante ad una clientela sempre più esigente.
Questi sono solo alcuni degli argomenti che verranno affrontati, un progetto che Bormioli Rocco MyBusiness ha voluto dedicare interamente ai professionisti della ristorazione per fornire loro un supporto di livello verso il mondo dell’alta cucina. Tramite questi appuntamenti si desidera sottolineare e promuovere l’importanza e la varietà della gloriosa tradizione culinaria italiana, riscoprire le antiche ricette ed impreziosirle con prodotti per la tavola di grande qualità ed impatto estetico. Un connubio capace di rendere perfetta la presentazione dei piatti e conciliarne la degustazione.
Una rubrica mensile nata con lo scopo di esaltare la condivisione dei valori legati al Made in Italy ed al territorio. Non a caso, per l’occasione, all’esperienza della storica vetreria Bormioli Rocco si unisce quella di un vero maestro della gastronomia come Massimo Spigaroli.
La sua è una storia ventennale costruita sulla costanza e la passione per il lavoro, elementi che hanno reso l’Antica Corte Pallavicina un punto di riferimento dell’eccellenza alimentare italiana. Non solo ristorante stellato, famoso con il nome di “Cavallino Bianco”, ma anche Azienda Agricola nella quale vengono prodotti i salumi considerati tra i più buoni al mondo.
La prima lezione si è soffermermata sulla pasta fresca, per conoscerne formati e peculiarità, con un’attenzione particolare verso i tortelli d’erbetta, piatto classico della cucina italiana nonché specialità del territorio emiliano tanto caro allo chef.
L’appuntamento con la rubrica “Lezioni a cinque stelle” è ogni terzo lunedì del mese all’interno del sito Bormioli Rocco MyBusiness
(Fonte: Ufficio Stampa Zenzero Comunicazione)
Di Chiara Marando – Sabato 08 Novembre 2014
Pioggia, cielo grigio e temperature più rigide, rappresentano le caratteristiche che per molti di noi meglio identificano il mese di Novembre. Ma in realtà, è nel corso di questa stagione che arriva uno dei prodotti più prelibati che la nostra gastronomia possa offrire: Il Tartufo. Già, perché la preziosa “pepita” viene raccolta proprio in questo periodo dell’anno. Non a caso fino al 16 di Novembre prossimo il paese di Calestano, in provincia di Parma, sarà in festa con la “Fiera Nazionale del Tartufo Nero di Fragno” (http://www.tartufonerofragno.it/), un evento che ogni anno anima le vie del suggestivo borgo con bancarelle enogastronomiche di piccoli produttori locali, e dove è possibile non solo degustare il Tartufo nei tanti locali che propongono squisiti menù ad hoc, ma anche acquistarlo freschissimo e di grande qualità secondo quanto dettato dal “borsino del tartufo”
Conosciuto e ricercato sin dall’antichità come simbolo di bontà e ricchezza, ancora oggi rappresenta una vera chicca per gli amanti della buona tavola che ne apprezzano l’aroma intenso. Tante sono le varietà presenti sul mercato, ma senza dubbio le più apprezzate sono quelle del pregiato Tartufo Bianco tipico della zona di Alba, in Piemonte, e del Tartufo Nero di Fragno, sull’Appennino Parmense. Nel primo caso va utilizzato in dosi minime perché la sua peculiarità è quella di trasmettere il profumo ai cibi, mentre nel secondo le quantità aumentano a causa dell’aroma meno penetrante.
Il suo odore inebriante risulta un vero e proprio alleato in cucina quando si vogliono stupire gli ospiti oppure concedersi una coccola godereccia. Gli affezionati lo sanno, ne basta veramente poco per far risaltare qualsiasi piatto, dalle semplici uova all’occhio di bue, alle tagliatelle fino alla carne ed al pesce. Non esiste portata che non possa essere impreziosita con due scaglie di Tartufo. Il modo migliore per preservarne il caratteristico sentore e sfruttarlo al meglio è quello di unirlo al Parmigiano Reggiano oppure al burro così da creare un condimento davvero speciale. Ovviamente l’essere accorti nell’utilizzo ben si adatta con i costi elevati del prodotto che molto spesso, infatti, non viene venduto fresco ma sotto forma di preparati come il tanto diffuso olio tartufato. Ecco, non illudetevi, non state mangiando il vero tartufo ma qualcosa di aromatizzato che può risultare anche di difficile digestione. Molto meglio concederselo una volta in meno ma essere sicuri di cosa viene proposto.
Anche saperlo scegliere, però, è un’arte. Per prima cosa un Tartufo che si rispetti non esiste senza il suo profumo, inoltre dovrà avere una consistenza dura e non gommosa ed una forma preferibilmente regolare. Al momento del taglio, poi, dovrà presentare la tipica venatura che ne confermi l’eccellenza ancora prima dell’assaggio.
Grazie a questa piccola fonte di sapore la fantasia ai fornelli potrà spaziare dall’antipasto al dolce per dare vita a piatti da veri gourmet, perfetti per le occasioni speciali. Ricette gustose come la pizza bianca con uova e Tartufo, oppure la polenta e la Tartarre battuta al coltello con scaglie di Tartufo, insomma vere godurie per il palato che potrete trovare facilmente consultando qui.
Di Chiara Marando – 04 Ottobre 2014
Chi lo dice che per preparare un pasto coi fiocchi siano necessari ingredienti ricercati oppure perfettamente dosati? La cucina, come tutte le arti, è fatta anche di sentimento ed improvvisazione, inutile pensare che sia soltanto pura tecnica e perfezione. Quindi spesso basta un tocco di fantasia in più per creare dal nulla, o quasi, ricette da leccarsi i baffi.
A tutti sarà capitato di tornare a casa, aprire il frigorifero e farsi invadere dallo sconforto perché, come si dice in questi casi, ad aspettarvi “c’era solo l’eco”. Il trucco però c’è e sta nell’ingegnarsi. Vi è rimasto un misero zucchino, una cipolla, due uova e poco di più? Niente paura, basterà far rosolare la cipolla con lo zucchino tagliato a rondelle, sbattere le uova con sale, pepe, un po’ di Parmigiano Reggiano e pangrattato, amalgamare il tutto e cuocerlo in una padella a fuoco vivace con il coperchio. Ne risulterà una frittata golosa che, grazie al pangrattato, somiglierà ad un tortino.
Ma questo è solo un semplicissimo, e più che rapido, esempio di quello che si può fare con gli avanzi, perchè la cosiddetta “cucina di recupero” può riservare piacevoli sorprese al palato ed al portafoglio, evitando inutili sprechi. E poi diciamolo, una piccola pausa dai banchetti, dal dover preparare tutti i giorni piatti elaborati, ci vuole proprio.
Non ci crederete ma dal nulla si possono cucinare delle tartine veloci, bastano del pane, un po’ di salume e formaggio, non importa la tipologia, ed ancora riutilizzare la pasta facendone una sempre ottima frittata oppure amalgamarla a pomodoro e scamorza per trasformarla in un delizioso sformato. Se vi è avanzato del pollo allora avanti con la creatività ed aggiungetelo ad una insalata mista, oppure frullatelo con la maionese ed i capperi per una sfiziosa bontà da spalmare sul pane, ed ancora fatene dei bocconcini croccanti impanati e fritti.
I veri gourmet non lo ammetteranno mai, ma più o meno in tutte le cucine, ben nascoste, ci sono le zuppe in brick oppure in scatola, i salva-cena per eccellenza dei momenti più bui. Bene, anche in questo caso il risultato vi sorprenderà se aggiungerete spezie, pane casereccio, verdure oppure speck a listarelle, pochi semplici ingredienti capaci di fare la differenza. Guardate qui.
Se desiderate qualche idea appetitosa in più allora cliccate qui e troverete tante possibili combinazioni, una soluzione diversa per ogni sera oppure per una cena tra amici.
Di Chiara Marando – 12 Luglio 2014
E’ arrivata l’estate, e con il caldo non desideriamo più magiare cibi pesanti e ricchi di sapidità, al contrario prediligiamo quelle pietanze leggere capaci di regalarci sensazioni di freschezza senza farci mancare il gusto. E poi diciamola tutta, dopo una giornata al mare il pensiero è quello di rientrare dalla spiaggia sapendo che qualcosa di appetitoso ci sta aspettando. Le insalate di pasta o riso sono sempre una soluzione molto apprezzata, ma per cambiare un po’ sapore si potrebbe provare qualcosa di diverso ed altrettanto invitante, magari un delizioso Cous Cous. Impossibile non conoscere questo alimento dai tanti utilizzi, simbolo per eccellenza della gastronomia nordafricana, e notevolmente sfruttato anche in quella siciliana. Le sue qualità nutrizionali sono pari a quelle del frumento, con l’unica differenza che in fase di cottura la quantità di acqua assorbita può variare a seconda delle preferenze personali, modificandone l’indice di sazietà. Inutile dire che questi piccoli chicchi di semola si prestano a svariate ricette dai tanti profumi e sapori.
In Tunisia, Marocco ed Algeria, ad esempio, il Cous Cous viene generalmente servito con verdure ,quali carote, rape e melanzane lessate in un brodo leggermente piccante, e carne di pollo, agnello o montone. Si può trovare anche la variante preparata con il pesce arricchita da una salsa agrodolce con uvetta e cipolle, oppure addirittura come dessert con mandorle, cannella e miele.
In Sicilia, questo piatto è diventato praticamente di uso quotidiano. Il suo condimento viene definito la “Ghiotta” ovvero un brodetto di pesce a base di scorfano rosso e nero, pesce San Pietro, cernia, gallinella, e anguilla, con l’aggiunta di qualche gambero o scampo. Una vera bontà.
Insomma, con questo ingrediente versatile la vostra fantasia potrà dare vita a meravigliose leccornie da assaporare anche in questi mesi estivi. Non è sempre necessaria una lunga e difficoltosa preparazione, perché anche con qualche semplice verdura o legume, olio extravergine di oliva e spezie, il risultato sarà assicurato.
Tanti sono i portali con suggerimenti e ricette interessanti, ma provate a dare un’occhiata qui www.cookaround.com, oppure qui www.buttalapasta.it.
E non dimenticatevi che se doveste essere da quelle parti, dal 23 a 28 settembre a San Vito Lo Capo è in programma il “Cous Cous Fest”, un importante appuntamento dedicato interamente a questa strepitosa specialità, che coinvolge nella sua affascinante atmosfera tutti i paesi dell’area euro-mediterranea. Per info potete consultare il sito ufficiale www.couscousfest.it
Di Chiara Marando - Sabato 05 Luglio 2014
Amanti della carne tenete pronti coltello e forchetta perché c’è un posto che sta aspettando solo voi. Si chiama “Maxelâ”e non si tratta di un semplice ristorante, ma nemmeno di una normale macelleria. In effetti è entrambe le cose in un modo tutto particolare, unico nel suo genere. Una filosofia che si fonda sulla ricerca, sulla passione per l’alta qualità, per il buon vivere ed i sapori genuini, nonchè per la voglia di condividere un’esperienza del gusto estremamente piacevole. Un’idea partita tra i caruggi di Genova con lo scopo di esportare un nuovo modo di concepire il cibo.
Ogni Maxelâ, ovvero “macelleria” in genovese, è un luogo in cui poter non solo acquistare, ma anche gustare sul posto carni pregiate provenienti esclusivamente da allevamenti italiani e selezionate da esperti professionisti. Ognuna di esse è situata in location strategicamente perfette, dalla città ligure in cui tutto è cominciato, a Milano, Torino, Roma, Modena, per arrivare fino a Londra.
E non potrete sbagliarvi, perché l’aroma di squisite bontà alla griglia si farà sentire già da lontano. Inutile dire che il banco ricolmo di tagli invitanti catturerà subito la vostra attenzione, impossibile resistere a tanta abbondanza e varietà.
Potrete scegliere tra specialità da assaporare crude come il Crudo d’Alba, ovvero carne macinata, oppure il Carpaccio, entrambe ricavate da tagli magri della coscia ed esaltate solo con un filo d’olio, un pizzico sale e pepe nero. Ed ancora squisitezze cotte alla piastra quali la strepitosa Fiorentina, la costata intera, la golosa Tagliata e gli sfiziosi Hamburger, arricchiti da olio extravergine di oliva, sale integrale e buccia di limone. Come in negozio avrete la libertà di selezionare il pezzo di carne che più preferite e deciderne il peso, al resto ci pensano gli chef.
Ma Maxelâ non è soltanto materia prima di qualità eccellente, è anche tutto ciò che può accompagnare degnamente un pasto luculliano, con contorni appetitosi e ottimi vini scelti tra le etichette più rinomate, che ben si sposano con il gusto deciso e intenso della carne. Una vera e propria coccola sensoriale.
Il tutto in un ambiente estremamente giovane e vitale, dove la calorosa accoglienza è uno dei veri punti di forza.
Si usa dire “provare per credere”, quindi dopo che avrete testato l’atmosfera, e soprattutto la bontà dei prodotti, eccovi l’opportunità di fare la spesa come in una macelleria normale e portarvi a casa ciò che più vi ha deliziato.
Se volete qualche dettaglio su menù, carta dei vini e ristoranti allora andate a dare un’occhiata qui www.maxela.it
Di Chiara Marando – Sabato 21 Giugno 2014
La storia del nostro Paese non è solo fatta dei grandi eventi che hanno segnato lo scorrere del tempo, di personaggi che nel bene o nel male hanno lasciato un segno, ma anche delle piccole realtà di tutti i giorni, di uomini e donne semplici ma nel contempo fondamentali. E’ fatta di quella quotidianità preziosa vissuta intensamente, nella quale ritrovare radici e tradizioni del territorio, anche e soprattutto in cucina.
Le ricette di una volta rappresentano un vero e proprio patrimonio culturale, una ricchezza da riscoprire, conservare ed assorbire. Le massaie del passato sono figure dalla poeticità rustica che grazie ai loro insegnamenti hanno tramandato un sapere genuino, un racconto confortevole e rassicurante.
Quale modo migliore di “studiare” la storia, se non curiosando nelle vecchie riviste, nei libri di cucina, e nei quaderni delle nonne, per recuperare preparazioni curiose da provare e assaggiare?
In poche parole diventare delle “Massaie Moderne”. Non pensiate sia solo un modo di dire, anzi, si tratta di un progetto concreto volto a recuperare il sapere culinario di un tempo, soffiare via la polvere per far rivivere quei profumi capaci di evocare atmosfere lontane, e svelare l’evoluzione del gusto italiano dell’ultimo secolo. Un percorso complesso e stimolante che passa, ad esempio, dall’archivio della famosa testata “La Cucina Italiana”, alla fornita biblioteca virtuale di www.academiabarilla.it.
Un’idea nata per passione, che le due autrici Samanta Cornaviera e Manuela Marinosci portano avanti con entusiasmo, professionalità ed energia, non solo mantenendo costantemente aggiornato il sito ufficiale www.massaiemoderne.it/, ma anche organizzando un nutrito programma di eventi collaterali itineranti di notevole richiamo.
Provate a curiosare tra le informazioni della sezione “Archeologia Culinaria”, rimarrete affascinati dalla varietà e originalità delle ricette raccolte, un trionfo di bontà dai nomi stravaganti, narratrici silenziose degli eventi di un territorio. C’è la Spalla di Vitello dalla Cadorna, ricordo della grande battaglia, ci sono le Uova alla Rossini e la Vivanda Italianissima, ovvero la pasta presentata in un modo tutto particolare, il simbolo italiano per eccellenza E ancora le Lasagne di Patate e gli invitanti Gnocchi Quaresimali.
Insomma non manca nulla, dalle minestre, a primi e secondi, ai dolci, fino alle piccole sfiziosità ideali come antipasto, il tutto rigorosamente accompagnato dalla personale storia di ogni piatto, nonché da immagini e pubblicità dell’epoca. E dato che ogni massaia che si rispetti deve essere anche una vera e propria maestra in economia domestica, non potevano mancare i consigli pratici per diventare una perfetta dea del focolare moderno.
Quindi che dire, la vostra prossima lettura è qui.
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