Regione Emilia Romagna
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In gran parte già liquidate le risorse per imprese, abitazioni e opere pubbliche. Ora l'obiettivo è lavorare sul 'cratere ristretto' dei 30 Comuni (su 59) e rivitalizzare i centri storici; a disposizione 35 milioni di euro dai finanziamenti a fondo perduto.
La Giunta, in Commissione Territorio, ambiente e mobilità, ha fatto il punto sulla ricostruzione a sette anni dal terremoto che ha colpito l'Emilia.
"Tutte le preoccupazioni relative alla nostra economia che avevamo nel 2012 non si sono avverate, anzi abbiamo assistito a processi di investimento e attrazione di nuove aziende anche dall’estero", è la prima nota di soddisfazione. "Quest'area che prima rappresentava il 2% del Pil nazionale oggi è passata al 2,4%, e c'è stato un aumento di occupazione con 22mila posti di lavoro in più" si aggiunge riportando i dati dell'analisi realizzata con Unioncamere. Non sono gli unici fattori positivi. Nel Report sui sette anni di ricostruzione realizzato dalla Giunta emerge anche che "per quanto riguarda il mondo delle imprese, due anni fa abbiamo finito di dare le concessioni destinando 1,9 miliardi alle aziende e abbiamo già liquidato 1,4 miliardi. Sono ancora attivi due presidi a Mirandola e Cento a disposizione degli imprenditori per confrontarsi sulle pratiche".
Riguardo alle abitazioni, il primo dato importante che si sottolinea dalla Giunta è che "9 famiglie su 10 sono tornate nelle loro case messe in sicurezza, ovvero su 16.500 famiglie solo 1.533 sono ancora in assistenza". La ricostruzione abitativa non riguarda solo le case ma anche le piccole attività produttive delle quali "5mila sono già state ripristinate", annuncia l'esecutivo regionale, aggiungendo che "dei 4 miliardi destinati alle ricostruzioni private, 2,7 miliardi sono già stati liquidati".
Anche sulle opere pubbliche l'attività di ricostruzione va avanti grazie ai cofinanziamenti e alle risorse dei soggetti privati. Su 1.227 progetti, 741 sono stati approvati e quasi tutte le opere sono coperte, in fase di realizzazione o finite. "Ci tengo a sottolineare", aggiunge la Giunta, "che fra le opere pubbliche sono compresi anche gli edifici di culto: abbiamo riaperto 21 chiese e fra queste anche il Duomo di Mirandola, uno dei Comuni più colpiti".
"Si può dire che dal 2019 l'area del cratere si è ridotta; su 59 Comuni, 29 hanno già completato la ricostruzione" spiega la Giunta. Tutti gli sforzi ora sono concentrati sui 30 Comuni del cosiddetto 'cratere ristretto', in particolare sui centri storici. "L'obiettivo", continua l'esecutivo regionale, "è quello di rafforzare tutte le azioni per renderli sicuri e rivitalizzarli anche dal punto di vista organizzativo". Per questo sono stati destinati 35 milioni di euro dai finanziamenti a fondo perduto per progetti di recupero e rafforzamento, da distribuire in tre diverse tranche fino al 2020. Ulteriori risorse sono destinate ai Comuni interessati per facilitare il lavoro di collegamento, alle piccole e medie imprese per progetti di ricerca e innovazione e alle start-up.
"Oggi possiamo dire con orgoglio che la nostra comunità ha reagito e lo ha fatto positivamente", è il commento del Partito democratico, "dalle istituzioni pubbliche ai cittadini, dalle associazioni ai partiti politici: l'impegno ha coinvolto tutti. Non abbiamo dimenticato le vittime e i loro familiari, ma siamo riusciti a ricostruire case, scuole e imprese; ora manca il rush finale sui centri storici".
"L'auspicio è che si riesca a chiudere tutto entro 8 anni dal sisma" aggiunge la Lega Nord che chiede anche di dare più rilievo e pubblicità possibile all'ordinanza sulle pertinenze che la Giunta comunica essere in uscita. Altra richiesta quella di "ricavare ulteriori fondi, oltre ai 35 milioni di euro, a beneficio delle attività dei centri storici per dare la giusta spinta a un mercato che ha sofferto molto". Si chiede anche di fare luce sulle tempistiche di erogazione dei contributi per i centri abitati, poiché in alcuni, come in quello di Cento, molte strutture sono ancora chiuse.
Forza Italia interviene per sottolineare, fra gli aspetti positivi della ricostruzione, la mancata perdita delle aziende del territorio e chiede come funzionino i controlli per le attività di finanziamento.
"I controlli vengono fatti dalla giunta in fase di attività istruttoria", è la risposta del tecnico dell'Agenzia regionale per la ricostruzione che riporta "solo un'ottantina di casi dove la documentazione o le modalità di presentazione delle domande non sono risultate idonee". In una seconda fase vengono eseguite anche verifiche sui cantieri, ma anche qui i numeri sulle difformità sono molto bassi. "Oltretutto", aggiunge, "abbiamo messo a disposizione delle forze dell'ordine tutte le banche dati; il percorso trasparente ed estremamente parcellizzato che abbiamo adottato ha scoraggiato eventuali infiltrazioni di grandi organizzazioni malavitose. Possiamo quindi affermare che si tratti di una ricostruzione sana e di qualità".
(Francesca Mezzadri)
Regione Emilia Romagna
Maltempo. Il presidente della Regione Bonaccini stamattina a Cesena, poi a Villafranca di Forlì per verificare la situazione: "Chiederemo lo stato di emergenza nazionale per l'Emilia-Romagna". In mattinata riunione operativa dell'assessore alla Protezione civile, Paola Gazzolo, a Villafranca dove ha ceduto l'argine del fiume Montone: arrivate 13 squadre con idrovore e attrezzature per la pulizia di strade e case, in azione non appena le acque si abbasseranno.
Bologna –
Proseguono gli interventi del sistema della Protezione civile della Regione per mettere in sicurezza le diverse zone del territorio dell’Emilia-Romagna nelle quali in maniera più rilevante ha colpito il maltempo degli ultimi due giorni.
Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, è giunto in tarda mattinata a Cesena, dove ieri si è verificata l’esondazione del Savio.
Insieme al sindaco Paolo Lucchi ha fatto il punto della situazione. Il presidente Bonaccini ha innanzitutto voluto rivolgere “un grazie sincero a tutti gli operatori, ai tecnici e ai volontari del sistema regionale di protezione civile, così come ai vigili del fuoco, alle polizie locali e a tutti gli uomini e le donne dei corpi dello Stato impegnati da domenica nella gestione dell’emergenza”.
“Siamo loro vicini- ha proseguito il presidente- così come lo siamo alle persone, alle comunità locali colpite, ai sindaci e agli amministratori locali. Per questo sono voluto venire qui, come sempre faccio e come siamo abituati a fare, per rendermi conto direttamente di quale sia la situazione e di quali i problemi da risolvere: lo ripeto, per essere vicini alle persone”.
Sul tema dei danni, il presidente ha confermato che la Regione chiederà lo stato di emergenza nazionale. "Ho già sentito al telefono il capo del Dipartimento nazionale di Protezione civile, Angelo Borrelli, e non appena sarà possibile partiremo con la conta dei danni per ottenere tutti i risarcimenti. Là dove i danni a persone e imprese non dovessero essere coperti da fondi nazionali, interverremo con fondi regionali, anche se già fin d’ora auspico il massimo impegno da parte del Governo. Le previsioni meteo non sono buone, ma sono qui per ribadire il fatto che la Regione è e sarà al fianco di tutti coloro che hanno bisogno di assistenza, aiuto e che si troveranno a dover ripartire una volta passata l’emergenza. Ho letto di qualcuno che polemizza, anche in queste ore- ha concluso- ma occuparmene è un lusso che in questo momento non mi posso permettere. Lavoriamo tutti per aiutare chi in questi giorni e in queste ore ha davvero bisogno".
Dopo Cesena, il presidente Bonaccini sarà a Villafranca di Forlì dove si è creata la situazione forse più complessa dopo il cedimento – nei pressi del ponte dell’A14 – dell’argine in sponda sinistra del Montone, che ha provocato l’allagamento dell'intero abitato.
E proprio a Villafranca, nel corso della mattinata, si è svolto un summit operativo, alla presenza dell’assessore regionale alla Protezione civile, Paola Gazzolo. Nel corso dell’incontro, i tecnici hanno ricostruito gli eventi che hanno portato alla situazione che oggi si sta cercando di risolvere.
In particolare, si è ricordato che ieri verso le 17 si è verificata la prima apertura dell’argine, fronteggiata con interventi di tamponamento sia sul versante di Faenza che di Forlì con la messa in opera di massi ciclopici e terra, intervento svolto dalla Società Autostrade (i piloni del ponte autostradale si trovano sull’argine del Montone), con il supporto della Regione. A lavori conclusi, si è registrata una sostanziale tenuta, che non ha retto però al transito dell'onda di piena, che ha causato la fuoriuscita delle acque verso l’abitato di Villafranca.
Sono arrivate da tutta la regione a Villafranca 13 squadre con idrovore e attrezzature per la pulizia di strade e case, pronte ad intervenire appena le acque si abbasseranno.
Il tavolo tecnico ha stabilito che le priorità sono chiudere la falla nel più breve tempo possibile, assistere la popolazione che è rimasta nelle case, posizionare sacchetti di sabbia, verificare la possibilità di collaborare con il Consorzio di bonifica per lo svuotamento dell'acqua attraverso la rete dei canali.
Nelle prossime ore, e nei prossimi giorni, è previsto un consistente arrivo di volontari per svuotare da acqua e fango le circa 600 abitazioni interessate dall’alluvione.
Fonte: Regione ER
Donazione di sangue, al via la campagna 2019 di Regione Emilia-Romagna, Avis e Fidas. I donatori come testimonial, per rendere 'contagioso' un gesto di solidarietà e altruismo. Tutti i dati 2018 e l'andamento del primo trimestre 2019, per provincia, illustrati oggi a Bologna. La presentazione alla stampa con i donatori protagonisti, che nel 2018 hanno superato quota 139.000. Locandine, opuscoli, manifesti, ma soprattutto la possibilità di continuare a raccontare sui social l'esperienza di chi il sangue lo dà e lo riceve. L'anno scorso quasi 214.000 unità raccolte, e crescono quelle inviate alle regioni non autosufficienti: 8.763.
Bologna -
“Donare sangue mi fa stare bene. Donare sangue è una delle mie passioni. Non è la dimensione del dono che conta, ma la dimensione del cuore che lo dà. Per i donatori di sangue la vaccinazione è gratuita”.
A raccontare le mille buone ragioni che li hanno spinti a compiere questo gesto di altruismo sono loro, i donatori, protagonisti della campagna di comunicazione 2019 di Regione Emilia-Romagna, Avis e Fidas: #IoTiRaccontoChe. Uomini e donne, giovani e meno giovani, che hanno con orgoglio ed entusiasmo prestato il proprio volto, e scelto il messaggio da trasmettere, per far sì che sempre più persone vengano “contagiate” dalla volontà di donare.
Lanciata lo scorso anno, la campagna regionale “Chi dona sangue inizia un nuovo racconto” ha messo a disposizionequesto hastag, ovvero l’etichetta che sui social network funge da aggregatore tematico, per chi voleva raccontare, e socializzare, la propria esperienza. Le tante testimonianze dei donatori sono state raccolte e nove di loro, partecipando ad un vero e proprio set fotografico, sono diventati testimonial della campagna di quest’anno. Che prevede manifesti, locandine e, nelle sedi di Avis, Fidas e al Centro Regionale Sangue, totem e corner informatividove, chi vorrà, potrà continuare a offrire la propria testimonianza di donatore su una lavagna rossa, fotografarsi e condividere l’esperienza sui social. A maggior ragione in un momento, come quello estivo ormai alle porte, in cui èparticolarmente importante sostenere la donazione. Infatti,un messaggio della campagna recita “Ricordati di prenotare la tua donazione”, per essere sicuri di andare in vacanza solo dopo avere donato.
I contenuti della campagna e i dati 2018 sulla donazione di sangue in Emilia-Romagna, con l’andamento del primo trimestre 2019, sono stati illustrati alla stampa oggi in Regione, a Bologna, dalla direttrice generale Cura della persona, salute e welfare, Kyriakoula Petropulacos, dal responsabile del servizio Assistenza ospedaliera, Anselmo Campagna, e dalla direttrice del Centro regionale sangue, Vanda Randi. Presenti anche i presidenti di Fidas e Avis Emilia-Romagna, Michele Di Foggia e Maurizio Pirazzoli, e come ospiti d’eccezione alcuni dei donatori di sangue protagonisti della campagna.
Il sistema regionale sangue
Grazie innanzitutto ai donatori - arrivati nel 2018 a toccare quota 139.250, in crescita rispetto allo scorso anno - ai volontari delle associazioni e a un sistema regionale sangue solido e innovativo, anno dopo anno l’Emilia-Romagna è in grado di mantenere l’autosufficienza: ciò significa che nessun intervento né alcun tipo di attività sanitaria in cui fosse necessaria una trasfusione è stato rimandato. Non solo, perché la regione continua a donare sangue ad altre, non autosufficienti, che soprattutto in caso di emergenze devono essere aiutate: un dato anch’esso in aumento, con 8.763 unità inviate rispetto alle 6.159 del 2017. Ma non si può abbassare la guardia, e proprio per questo motivo la Regione conferma il proprio impegno anche sul fronte della comunicazione, per sensibilizzare sempre più i cittadini rispetto a un gesto così importante per la collettività.
Sangue: i dati 2018 in Emilia-Romagna
Aumentato, nel 2018, il numero totale di donatori in Emilia-Romagna, che hanno un'età media di 40/42 anni: 139.250contro i 137.039 del 2017. E sono state 197.194 le unità di sangue trasfuse, a fronte di 213.890 unità raccolte; la diminuzione dell’utilizzo del sangue trasfuso (-2% rispetto alle unità del 2017, che erano state 201.552) è frutto di un impiego sempre più appropriato di questa risorsa in relazione alle necessità e alle condizioni del paziente, di tecniche operatorie all’avanguardia e dell’introduzione di strategie di contenimento della terapia trasfusionale.
Buono anche l’andamento del primo trimestre 2019, in cui si registra un aumento delle unità raccolte in aferesi:15.714, contro 14.672 nello stesso periodo 2018; restano complessivamente stabili le donazioni di sangue intero(822 unità in meno rispetto allo scorso anno). Anche il totale delle donazioni, sangue intero più aferesi, è complessivamente stabile: 69.719 nel primo trimestre 2019, contro 69.499 del primo trimestre 2018.
Come si diventa donatore
Donare il sangue è semplice. Chi intende diventare donatore può recarsi, possibilmente a digiuno, nei centri di raccolta o nei punti di raccolta sangue della propria città dove sarà accolto e accompagnato da un medico per un colloquio, una visita e un prelievo del sangue necessario per eseguire gli esami di laboratorio prescritti per accertare l’idoneità al dono. L’idoneità verrà comunicata con lettera o telefonicamente.
Per informazioni sulla donazione e sul centro o punto di raccolta della propria città è possibile telefonare al numero verde gratuito del Servizio sanitario regionale 800 033 033 (attivo tutti i giorni feriali dalle ore 8,30 alle ore 18 e il sabato dalle ore 8,30 alle ore 13); utilizzare la e-mail del sito sangue: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; contattare le Associazioni Avis e Fidas: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., consultare i siti di Avis e Fidas Emilia-Romagna. /EC