Regione Emilia Romagna
Sito Ufficiale: http://www.regione.emilia-romagna.it/
Crisi pesche e nettarine - Rabboni: "pronti ad attivare i ritiri straordinari decisi dalla Ue. Previsto anche un contratto tipo per velocizzare le operazioni. Ma la gestione delle crisi di mercato va ripensata a livello europeo".
Bologna - Il regolamento europeo per la crisi di mercato di pesche e nettarine che stanzia complessivamente 29 milioni di euro per i ritiri e 3 per la promozione, è stato al centro di due incontri a Bologna il 29 agosto scorso convocati dall'assessore regionale all'Agricoltura Tiberio Rabboni per fare il punto con le Organizzazioni di produttori e le rappresentanze regionali del mondo agricolo.
"L'Emilia-Romagna – ha detto Rabboni – è pronta a cogliere al meglio questa opportunità anche perché è una delle poche regioni europee che vanta nel settore esperienze, risultati e sistemi operativi funzionanti. Nella riunione abbiamo deciso di stilare un contratto tipo regionale per garantire un'applicazione veloce e facilitata del provvedimento europeo anche per le aziende agricole che non fanno parte di Organizzazioni di produttori. Resta il rammarico per una gestione delle crisi di mercato ancora una volta inadeguata rispetto a necessità, tempi e risorse. Superata questa emergenza occorrerà ripensare tutta la materia. Chiederemo al Ministero di attivarsi in questo senso presso la Commissione europea. Come Emilia-Romagna siamo pronti a dare il nostro contributo."
Il provvedimento europeo per la crisi di mercato di pesche e nettarine prevede risorse sia per i ritiri a scopo benefico (distribuzione agli indigenti) sia per altre destinazioni (energia rinnovabile e distillazione); si rivolge sia alle Organizzazioni dei produttori, che alle aziende agricole non socie e stabilisce una retroattività dall'11 agosto. Per il prodotto destinato agli enti benefici è prevista la concessione di un aiuto del 100% sia alle Op che alle aziende non socie; per gli altri tipi di destinazione l'importo sarà pari al 75% per le imprese socie Op e al 50% per quelle non socie.
L'incontro è servito anche per affrontare il tema del provvedimento europeo che stanzia 125 milioni di euro a fronte del blocco delle importazioni di diversi prodotti agroalimentari deciso dal Governo Russo. "Il regolamento sarà operativo nei prossimi giorni – ha sottolineato Rabboni - ed essenziale sarà la tempestività con cui i produttori si attiveranno. Mentre il provvedimento sulle pesche e nettarine riguarda poche regioni italiane e spagnole, quello sull'embargo della Russia interesse molti Paesi europei. A fronte di un interesse così vasto e di risorse comunque inadeguate essere organizzati e operativi farà la differenza. Per questo abbiamo già previsto una riunione ad hoc all'inizio della prossima settimana." Il Regolamento europeo sull'embargo russo stanzia 125 milioni di euro per 14 prodotti ortofrutticoli, comprese le susine. Nel settore lattiero-caseario anche i formaggi Dop a pasta dura come il Parmigiano Reggiano attraverso il finanziamento dello stoccaggio privato, per i quali al momento non sono però state rese note risorse ufficiali. Il tutto con retroattività dal 18 agosto.
(fonte Regione Emilia Romagna - Bologna, 29 agosto 2014)
In Emilia-Romagna ogni anno sono circa 4.500 le coppie che fanno ricorso alla fecondazione omologa e si stima che con l'eterologa aumenteranno circa del 10-15%. Sarà gratuita nelle strutture pubbliche. L'assessore regionale Carlo Lusenti: "Norme che danno ordine, funzionamento e disciplina all'esercizio di un diritto riconosciuto dopo la sentenza della Corte Costituzionale" -
Parma, 5 settembre 2014 -
Al via in Emilia-Romagna la fecondazione eterologa, che sarà gratuita nelle strutture sanitarie pubbliche. La Regione ha predisposto le proprie linee guida, che definiscono le modalità di erogazione e i criteri di autorizzazione per le strutture sanitarie.
Il documento è stato presentato oggi in conferenza stampa dall'assessore alle Politiche per la salute Carlo Lusenti e, considerata la natura urgente del provvedimento, sarà adottato la prossima settimana con una delibera di Giunta. Il testo recepisce le linee guida nazionali, condivise e approvate ieri dalla Conferenza delle Regioni e Province autonome.
"Con l'accordo raggiunto ieri - ha affermato Lusenti - le Regioni hanno assolto in modo molto tempestivo all'impegno preso a metà agosto: condividere regole comuni di funzionamento che rendano esigibile per le coppie un diritto riconosciuto dopo la sentenza della Corte Costituzionale".
Già dalla prossima settimana, non appena entrerà in vigore la delibera regionale, le coppie potranno recarsi nei ventuno centri - pubblici e privati - di procreazione medicalmente assistita presenti in Emilia-Romagna, per effettuare i colloqui con i medici, ai quali compete la decisione di consigliare la tecnica più idonea per la coppia.
"Le linee guida - ha spiegato l'assessore - danno ordine e disciplinano l'esercizio di un diritto, e al tempo stesso garantiscono equità di accesso alle prestazioni e sicurezza per la salute dei cittadini che ricorrono alla fecondazione eterologa".
Per quanto riguarda il tema economico, cioè l'incidenza che l'introduzione di questa tecnica avrà sul sistema sanitario nazionale, l'assessore ha affermato: "La differenza di costi tra la procreazione medicalmente assistita omologa ed eterologa è marginale - ha spiegato - e riguarda essenzialmente la spesa per la conservazione del registro e la crioconservazione dei gameti. In Emilia-Romagna ogni anno sono circa 4.500 le coppie che fanno ricorso alla fecondazione omologa e stimiamo che con l'eterologa aumenteranno circa del 10-15%".
I contenuti del documento
Le linee guida definiscono i criteri di selezione dei donatori e dei riceventi, gli esami infettivologici e genetici da effettuare, il numero di donazioni che un donatore o donatrice può effettuare, le regole sull'anonimato dei donatori, i criteri di esecuzione della fecondazione eterologa, la tracciabilità delle donazioni.
Come per la fecondazione omologa, tutti gli esami, i controlli e la metodica sono a carico del Servizio sanitario nazionale, con il limite massimo di 43 anni per le donne riceventi e un numero massimo di 3 cicli da effettuare nelle strutture pubbliche. La compartecipazione alla spesa (il ticket) è prevista solo per gli esami diagnostici e di valutazione dell'idoneità per entrambi i componenti della coppia, precedenti all'avvio della procedura. Gratuita e volontaria è la donazione, così come gli esami e i controlli che devono effettuare donatori e donatrici. I donatori maschi devono avere un'età tra i 18 e i 40 anni, le donatrici tra i 20 e i 35 anni.
I centri di procreazione medicalmente assistita in Emilia-Romagna
In Emilia-Romagna sono 21 i centri autorizzati (10 pubblici e 11 privati) per le tecniche di procreazione medicalmente assistita. Delle 10 strutture pubbliche, 4 sono di primo livello (effettuano l'inseminazione artificiale, a bassa complessità organizzativa e tecnico-professionale), mentre le altre (sempre pubbliche) sono autorizzate a utilizzare anche tecniche di secondo-terzo livello (fecondazione in vitro e fecondazione attraverso l'iniezione dello spermatozoo all'interno del citoplasma). Per il privato, su 11 centri, 4 sono di primo livello, gli altri di secondo-terzo.
Tutte le strutture che eseguono procedure di procreazione medicalmente assistita possono già effettuare la fecondazione eterologa, come previsto dal documento approvato dalla Conferenza delle Regioni. Rispetto ai nuovi ulteriori requisiti specifici di autorizzazione per la fecondazione eterologa, le linee regionali individuano un periodo di transizione entro il quale le strutture, sia pubbliche che private, devono adeguarsi (entro il 31 dicembre 2014).
In attesa di realizzare un registro nazionale dei donatori che possa consentire la tracciabilità dei dati tra donatore e nato, pur garantendo l'anonimato, ogni centro conserverà le proprie banche dati e non potrà, per motivi di sicurezza, scambiare i gameti con altri centri.
Nel 2013 i centri dell'Emilia-Romagna hanno trattato con tecniche di primo livello 794 pazienti (ultimo dato aggiornato del Registro nazionale), di cui 507 nelle strutture pubbliche e 287 nelle private. L'attività di secondo e terzo livello ha riguardato 3.820 pazienti, di cui 2.358 nei centri pubblici e 1.462 in quelli privati.
In allegato l'elenco dei Centri di procreazione medicalmente assistita dell'Emilia-Romagna
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Il consigliere Luigi Giuseppe Villani (Fi-Pdl) in un'interrogazione rivolta alla Giunta regionale chiede come "una società in agonia pre fallimentare come Terme, con bilanci disastrosi, con parecchie unità in cassa integrazione da anni, e che ha corrisposto ai dipendenti in forza, nel mese di giugno, solo la metà delle spettanze, possa permettersi di buttare migliaia di euro in contratti libero professionali" -
Parma, 4 settembre 2014 -
L'assemblea dei soci di Terme di Salsomaggiore e Tabiano Spa, società partecipata dalla Regione Emilia-Romagna, avrebbe rinnovato, nel giugno 2014, i propri vertici nominando un cda di tre membri al posto dell'amministratore unico precedente, la cui investitura era stata "magnificata come atto di risparmio vista la situazione pre-fallimentare della società".
Lo segnala il consigliere Luigi Giuseppe Villani (Fi-Pdl) in un'interrogazione rivolta alla Giunta regionale, in cui punta il dito anche sul fatto che il "direttore sanitario di Terme di Salsomaggiore e Tabiano Spa, inquadrato come dirigente-dipendente, andato in pensione in agosto", avrebbe contratto un "rapporto di consulenza in veste di libero professionista".
Villani chiede quindi alla Giunta se "la scelta della nomina del cda di tre membri in luogo dell'amministratore unico (scelta fatta solo l'anno passato) risponda a criteri di legge oppure, più miseramente, a logiche spartitorie tra i soci", se corrisponda al vero che "l'ex direttore sanitario sarebbe uscito dalla porta di Terme tramite pensionamento per rientrare dalla finestra tramite una consulenza come responsabile della Casa di riabilitazione Villa Igea", in caso di risposta affermativa, a quanto ammonti il compenso che gli è corrisposto e se "questa operazione" non avvenga "in palese violazione delle leggi e delle regole".
Il consigliere domanda, a questo proposito, se la società non si esponga così "al rischio potenziale di una futura richiesta di costituzione di rapporto subordinato da parte dell'ex direttore sanitario, dato che è evidente la natura surrettizia del rapporto libero professionale," e se la stessa società non sia esposta anche a "una eventuale contestazione da parte degli enti previdenziali" data la "potenziale omissione contributiva di un rapporto libero professionale che altro non sarebbe che un rapporto di lavoro subordinato camuffato".
Villani vuole infine sapere come sia possibile che "una società in agonia pre fallimentare come Terme, con bilanci disastrosi, con parecchie unità in cassa integrazione da anni, e che ha corrisposto ai dipendenti in forza, nel mese di giugno, solo la metà delle spettanze, possa permettersi di buttare migliaia di euro in contratti libero professionali, senza cercare soluzioni interne a costo zero, vista la presenza in organico di professionisti adeguati a ricoprire il medesimo ruolo". (AC)
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)