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Un danno al mercato interno che il presidente di 'Sistema Moda Italia' Claudio Marenzi stima in tre anni potrebbe arrivare a "120mila posti di lavoro a livello europeo, 40mila dei quali in Italia" -
Modena, 9 gennaio 2014 -
Un'iniziativa nata per ragioni umanitarie offre lo spunto per una riflessione economica più vasta su certe iniquità dell'economia globale. In particolare si parla dei rapporti commerciali tra il Pakistan e l'Unione Europea, riferiti a un settore strategico soprattutto per l'Italia e già fiaccato dalla crisi come quello tessile.
Che cosa è successo: nel recente passato l'UE ha inserito il Pakistan nel cosiddetto 'sistema generalizzato delle preferenze' per consentire alle fabbriche del Paese – nelle quali le condizioni di lavoro sono ancora disumane – di vendere prodotti sul mercato europeo senza pagare dazi doganali, o pagandoli in misura molto ridotta. Il provvedimento, in scadenza lo scorso 31 dicembre, è stato prorogato al 31/12/2017 per voto unanime dell'Europarlamento: 75 prodotti provenienti dal Pakistan continueranno a entrare in Europa attraverso una corsia preferenziale, il 70% con un dazio doganale molto basso e un 20% senza alcun dazio. Peccato che, nel frattempo, il dazio pagato dalle aziende europee in Pakistan rimarrà lo stesso: il 25%.
Non sono le tanto barriere all'ingresso nel mercato pakistano a preoccupare le imprese italiane del tessile: preoccupa, semmai, la persistente concorrenza di un Paese che proprio attraverso lo scarso rispetto delle norme di tutela dei lavoratori pratica già prezzi estremamente competitivi.
Questo trattamento di favore produrrà un danno al mercato interno che il presidente di 'Sistema Moda Italia' Claudio Marenzi stima in "120mila posti di lavoro a livello europeo, 40mila dei quali in Italia". Il Pakistan è il quindicesimo fornitore dell'Italia nell'industria tessile e moda, e quindi un competitor già forte per il mercato interno. Inoltre l'UE premia con dazi minimi anche altri Paesi, quali Armenia, Bolivia, Capo Verde, Costa Rica, Ecuador, Georgia, Mongolia, Paraguay e Perù.
"Tra queste 40.000 posti a rischio, ovviamente ce ne sono anche sul nostro territorio – osserva Tamara Gualandi, presidente di CNA Federmoda Modena – Non sfuggiamo certo alla responsabilità di contribuire all'emancipazione di Paesi economicamente meno fortunati, ma viene da chiedersi perché l'Europa decida di farlo con una norma che penalizza la libera concorrenza tra le aziende e, in ultima analisi, le aziende stesse. Le imprese italiane del settore tessile-abbigliamento, che proprio dall'Europa attendono da tempo segnali sulla tutela di un marchio di qualità assoluta come il 'Made in Italy', si trovano invece a fronteggiare un nuovo ostacolo a una più equa concorrenza".
(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA Modena)
Due corsi avanzati per professionisti dell'edilizia gratuiti perché cofinanziati dal Fondo Sociale Europeo -
Modena, 27 dicembre 2013 -
Effettuare una corretta diagnosi energetica e progettare reti "Green", non soltanto dal punto di vista tecnico ma anche da quello finanziario e fiscale. CNA, grazie ai Fondi Europei, attraverso la Provincia, presenta due corsi altamente specialistici e gratuiti, che offrono prospettive occupazionali a lungo termine in uno dei settori in più rapida evoluzione: quello dell'efficientamento energetico degli immobili, sia privati che strumentali.
"Reti Green, Finanza, Incentivi e Fiscalità" è il titolo del corso che fornisce competenze sulle cosiddette reti "Green" dal punto di vista finanziario e fiscale, attraverso una dettagliata panoramica degli incentivi pubblici tuttora in essere per la realizzazione di sistemi energeticamente efficienti. Dodici imprenditori o lavoratori dotati di competenze tecniche specifiche, operanti nel settore impianti, potranno partecipare: il corso si articola su 20 ore di teoria e 4 di project work, un'esercitazione strutturata relativa a uno dei temi trattati in aula. Il corso comprenderà simulazioni strategiche per imparare a valutare la convenienza degli investimenti, le modalità e i costi di finanziamento per le diverse tipologie di intervento. Ma si parlerà anche di aggregazione di imprese, per la condivisione di progetti "Green", nella convinzione che sia dal punto di vista tecnico sia economico, sia la strada per restare competitivi sul mercato.
"Diagnosi e Certificazione Energetica" è il titolo del corso sulla valutazione delle prestazioni energetiche dell'edificio, e sulla successiva progettazione degli interventi di efficientamento. Anche in questo caso saranno 12 i partecipanti ammessi, sempre per la durata di 20 ore più 4 di project work. Analizzare le componenti tecnologiche e ambientali dell'involucro edilizio e dell'impiantistica preesistente è la prima parte del corso, seguita da una ricca panoramica delle tecniche e delle strumentazioni più idonee per eseguire le misurazioni, rilevando i punti deboli
I corsi sono gratuiti perché cofinanziati dal Fondo Sociale Europeo, e prevedono il rilascio di un attestato di frequenza al raggiungimento del 70% di presenze.
Per informazioni contattate CNI Ecipar, la società del sistema CNA specializzata nella formazione professionale: Tel 059 269800, Fax 059 253488, mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA Mo)
Dal 1 gennaio 2014, tutti gli esercizi pubblici sono obbligati ad accettare pagamenti con carte di credito e bancomat. Peccato che, ad oggi, la legge sia del tutto inapplicabile...
Modena, 23 dicembre 2013 -
Per un anno che si chiude ce n'è uno che arriva, con il suo carico di novità. Una su tutte agita le ultime ore del 2013 per gli imprenditori che hanno quotidianamente a che fare con il pubblico: dal 1 gennaio 2014, tutti dovranno dotarsi di strumenti POS, ovvero mettersi in condizione di accettare pagamenti attraverso carte di credito e bancomat. Non si parla solo di pubblici esercizi, quali bar e ristoranti, o delle attività commerciali in genere, ma anche di autoriparatori, estetisti, liberi professionisti quali geometri e avvocati, consulenti del lavoro, commercialisti, eccetera. Una novità chiara e di facile attuazione, una volta tanto?
Assolutamente no, perché – come spesso accade – la legge esiste, ma mancano i relativi decreti attuativi. E finché questi non verranno pubblicati la norma è, di fatto, inapplicabile.
Le questioni ancora irrisolte in merito all'obbligo di dotazione POS sono, infatti, numerose: ad esempio dovrebbe essere introdotto un tetto minimo d'importo, sotto il quale l'obbligo di accettare pagamenti elettronici non vige. Pensiamo al caffè o al gelato: obbligare un bar ad accettare pagamenti con carta di credito per ogni singolo cono o tazzina è semplicemente impensabile. Altro esempio: per chi non si adegua, ad oggi, la legge non prevede sanzioni. CNA, assieme alle altre associazioni, si è già attivata per chiedere ai Ministeri competenti una proroga del termine di entrata in vigore della norma, fino all'approvazione dei decreti attuativi fondamentali: di fatto una proroga tacita esiste già, ma andrà formalizzata onde evitare rischi retroattivi per le imprese che, ad oggi, non hanno una vera normativa di riferimento in base alla quale mettersi in regola.
L'altro aspetto che preoccupa CNA è quello dei costi a carico delle imprese: oggi installare un POS significa pagare prima un canone, e poi una commissione su ogni singola transazione. Un meccanismo non più accettabile ora che il pagamento tramite POS diventa obbligatorio: se infatti è comprensibile sostenere le spese di acquisto e installazione dell'apparecchiatura per il pagamento, è invece assurdo accettare una tassa aggiuntiva, rappresentata dalle commissioni bancarie, per ogni singola transazione conclusa.
(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA Modena)