La libreria Feltrinelli stracolma di gente per ascoltare il Rossano Ercolini, assurto a Goldman Prize 2013, il "Nobel" per l'ambiente, per il suo impegno vincente verso rifiuti zero -
Parma, 29 luglio 2014 -
La risposta convinta dei cittadini di Parma ha di fatto rinnovato l'impegno di Gcr per lo spegnimento dell'inceneritore di Ugozzolo.
La libreria Feltrinelli stracolma di gente, un pomeriggio datato 28 luglio, non è cosa da poco.
Ma certamente ne valeva la pena per ascoltare la trama di vita di Rossano Ercolini, maestro elementare di Capannori assurto a Goldman Prize 2013, il "Nobel" per l'ambiente, per il suo impegno vincente verso rifiuti zero.
Una fatica iniziata con poche anime contro l'inceneritore che volevano costruire a Capannori, 40 mila anime poco fuori Lucca, che è diventato un movimento che ha valicato i confini italiani.
Oggi Rossano Ercolini è presidente di Zero Waste Europe, il movimento Rifiuti Zero annovera 205 comuni italiani, 4,5 milioni di abitanti equivalenti, Parma inclusa, e gira l'Italia e i Paesi Europei a seminare il verbo zero-waste, sostenendo le battaglie locali contro i mostri voraci che bruciano e inquinano senza risolvere.
L'impegno di Ercolini si è spesso intrecciato con le vicende parmigiane.
Rossano ha portato a Parma Paul Connett, il chimico americano ideatore della strategia rifiuti zero, e sempre lui si appellò sotto casa dell'ex sindaco Vignali, affinché si facesse un passo indietro sul progetto del forno.
Un amico di Parma che ha confermato ancora una volta il saldo legame con gli attivisti di Gcr, il particolare affetto che lo lega alla città che oggi è prima in Italia per raccolta differenziata, che sta affamando il forno fermo al 40% del suo potenziale e a rischio fallimento.
Ieri la conversazione con il sindaco Pizzarotti è stata animata da Pietro Ferraguti, direttore di Teleducato, lo stesso che governò la sfida tra l'oggi sindaco e l'aspirante tale Bernazzoli, finita come sappiamo.
Presente anche l'assessore Folli, che ha riletto i numeri del nuovo corso del porta a porta, evidenziano i 3 milioni di euro che il comune, e i cittadini, risparmieranno nel 2014 grazie alla messa a regime del sistema, sotto la regia di Raphael Rossi.
Non è finita.
Questa mattina Ercolini verrà ricevuto da Paolo Barilla per portare la preoccupazione che nel cuore della food valley, nei pressi di aziende leader nel mondo per la qualità dei loro prodotti, si annidi un impianto che potrebbe attrarre rifiuti non solo da tutta la regione ma anche da tutta Italia.
Un orizzonte molto cupo cui tutta la città è chiamata a far fronte comune.
Per evitare disastri e non bruciare il suo futuro.
(Fonte: ufficio stampa Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)
Il futuro impianto di trattamento meccanico dei rifiuti non si occuperà più dell'organico. Ridotti gli impatti ambientali e i costi. Prevista l'estensione della raccolta domiciliare a tutta la città e l'introduzione della tariffa puntuale. Ancora scettici i comitati che da anni si battono contro il progetto.
Reggio Emilia, 25 luglio 2014 – di Ivan Rocchi
E' un vero e proprio cambio di rotta nella gestione dei rifiuti, quello illustrato ieri dal sindaco Luca Vecchi e dall'assessore alle infrastrutture e ai beni comuni Mirko Tutino. Il discusso progetto di uno stabilimento per il pretrattamento dei rifiuti, che dovrebbe sorgere entro il 2017 nella frazione di Gavassa, è stato completamente stravolto.
Se prima si parlava di impianto Tmb (trattamento meccanico biologico), adesso si dovrà discutere solo di Tm, ovvero di un'opera più piccola e meno invasiva per il territorio agricolo circostante. Infatti il nuovo impianto non si occuperà più dell'organico, grazie all'impegno preso dal sindaco Vecchi di estendere a tutta la città la raccolta porta a porta e di superare entro i prossimi 5 anni il 70% di differenziata (adesso siamo fermi più o meno al 60%).
Un sollievo, si dirà, per i tanti comitati di cittadini (Gavassa, Correggio, San Martino in Rio, oltre a quelli provinciali) che da anni si battevano contro il progetto, paventando danni ambientali dovuti al consumo di suolo per la costruzione della struttura, ma anche causati dal viavai di camion che avrebbero attraversato quei territori. Adesso le dimensioni dell'impianto saranno ridotte, di circa 10.000 metri quadrati. Ma, a quanto pare, non tutti sono contenti.
"E' ancora troppo grande – dice Giardo Filippini (nella foto), presidente del comitato di Gavassa – e anche se non lavorerà più sull'organico, la quantità di rifiuto che arriverà qui è enorme". Secondo i dati forniti dal Comune, l'impianto tratterà inizialmente circa 105.000 tonnellate di materia indifferenziata e 12.000 tonnellate di rifiuti ingombranti l'anno. Con il vecchio progetto, a queste si sarebbero aggiunte altre 100.000 tonnellate di rifiuto organico, con i relativi disagi per la popolazione e l'agricoltura della zona.
Ma quello che il presidente Filippini contesta all'amministrazione è anche la fiducia cieca nelle stime, unita a una certa timidezza nell'introduzione del porta a porta spinto. "Il Tm – ha però precisato ieri il sindaco Vecchi – ci permette di chiudere il ciclo dei rifiuti. Si tratta di una scelta da abbinare all'estensione graduale a tutta la città della raccolta domiciliare tramite un suo riadattamento, rispetto al quale inizieremo il confronto in maniera partecipata con il Consiglio comunale e i cittadini a partire da settembre". E secondo l'assessore Tutino, la maggiore diffusione del porta a porta dovrebbe portare anche a una tariffa puntuale, ovvero che tenga conto della corretta differenziazione dei rifiuti e delle quantità di indifferenziata prodotte in ogni famiglia.
Anche i costi dell'opera sono in discussione. Iren ipotizza che la modifica progettuale ridurrà i costi complessivi da circa 53 a 35 milioni di euro. "E' tutto da vedere – conclude Filippini – ne hanno spesi 6 milioni solo per acquistare il terreno dove sorgerà. E poi costerà in bolletta ai cittadini. Si dice che la Regione avrebbe dato l'ok solo se il sindaco si fosse preso la responsabilità dell'aumento della tariffa". Infatti con l'avvio del Piano regionale di gestione rifiuti, che da febbraio sostituisce quelli provinciali, la Regione punta a valorizzare e sfruttare gli impianti già esistenti sul territorio, anche quelli Tm. La palla ora passerà alla Regione, per la valutazione di costi ed efficienza.
Lunedì 28 luglio alla libreria Feltrinelli la presentazione del libro di Rossano Ercolini "Non bruciamo il futuro", in uno scambio di opinioni con il Sindaco Federico Pizzarotti. L'incontro sarà condotto da Pietro Ferraguti, direttore di Teleducato -
Parma, 22 luglio 2014 -
Rossano Ercolini, maestro elementare in un piccolo comune della Toscana, è fondatore di Ambiente e Futuro, associazione nata con l'obiettivo di informare sui rischi ambientali dell'incenerimento e per proporre strategie alternative per la corretta gestione dei rifiuti.
Lunghi anni di battaglie lo hanno portato allo scontro aperto con gli apparati politici e i poteri economici locali e nazionali, ma alla fine ha vinto lui.
Nel 2007 il comune di Capannori è stato il primo in Italia ad adottare la strategia Rifiuti Zero, ideata dal chimico americano Paul Connett, ed è diventato in poco tempo il centro di un movimento che, da Napoli a Milano, coinvolge ora sempre più cittadini e tanti amministratori.
Nell'aprile 2013, per questo suo impegno ad affermare e diffondere una rivoluzionaria gestione dei rifiuti che salvaguardia l'ambiente e promuove l'economia, Ercolini, è stato invitato alla Casa Bianca dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che gli ha consegnato il Goldman Environmental Prize.
"Non bruciamo il futuro" è la testimonianza fiera e coinvolgente di questo percorso, la dimostrazione chiara e diretta delle enormi possibilità di un modo di fare politica nuovo e capace di organizzarsi dal basso. È anche uno straordinario manifesto educativo: in tutti questi anni l'autore non ha infatti mai smesso di insegnare.
Rossano Ercolini è oggi il simbolo di un ambientalismo capace di incidere in maniera efficace nello sviluppo di un territorio, andando oltre le ideologie e gli schieramenti.
Perché è solo con l'impegno di tutti a prendere parte al cambiamento che la democrazia respira e, con essa, prende vita la speranza di un futuro migliore.
Parma ha voluto seguire l'esempio di Capannori adottando nel 2013 la strategia Rifiuti Zero che oggi conta 205 Comuni italiani per un totale di 4,315 milioni di abitanti.
In queste settimana Parma ha anche aderito all'Associazione Comuni Virtuosi per indicare decisamente la strada che vuole imboccare per garantire futuro ai cittadini di domani. Oggi la differenziata è al 70%, il porta a porta è esteso a tutta la città, non ci sono più cassonetti per le strade, è calato di 15 mila tonnellate il rifiuto residuo da smaltire.
Presso la libreria Feltrinelli di via Farini, il 28 luglio alle ore 18, verrà presentato il libro di Ercolini, in un interessante scambio di opinioni tra l'attivista toscano e il sindaco 5 Stelle di Parma, Federico Pizzarotti. L'incontro sarà condotto da Pietro Ferraguti, direttore di Teleducato. La pagina facebook dell'evento: http://goo.gl/vF9XhX
(Fonte: Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)
La nota stampa di Aldo Caffagnini, sull' esperimento shock sulla resa della raccolta porta a porta -
Parma, 14 luglio 2014 -
L'esperimento, perché di questo si tratta, si è protratto dal 25 febbraio 2014 al 25 giugno.
Famiglia della zona di raccolta Molinetto, 4 componenti, due adulti e due ragazzi, residenti in condominio di 20 unità immobiliari.
Per 4 mesi è stato pesato il rifiuti residuo, conferito nel cassonetto grigio individuale, esposto una volta la settimana.
Il risultato colpisce per i numeri espressi.
La somma dei 18 conferimenti porta ad un totale di 4 kg di rifiuti prodotti in 4 mesi, con una media di 222 grammi a sacchetto.
Proviamo a fare due conti stimando i dati annuali.
La produzione media annua della famiglia è di 12,27 kg.
La produzione pro capite annua è di 3,067 kg.
Prendiamo la popolazione della provincia di Parma, stimata in 414 mila persone, e moltiplichiamola per la produzione pro capite.
Il totale è un cumulo di 1270 tonnellate di rifiuti residuo all'anno, in tutta la provincia.
Ora capiamo perché l'inceneritore di Ugozzolo sia in crisi di astinenza e dal 27 giugno sia rimasto spento sulle 2 linee contemporaneamente.
Dieci giorni di stop che non possono che avere questa motivazione.
Coll'aumentare del porta a porta crolla la produzione di rifiuti residui, il carburante che consente al forno di rimanere acceso, e non si sa come alimentare l'enorme fornace, che ha una capienza complessiva di 130 mila tonnellate di indifferenziato.
Non ci sono i numeri.
Anche considerando questa famiglia atipica a particolarmente attenta, si comprende che siamo davanti ad una scenario che non ha bisogno nemmeno di una stufetta.
Siamo davanti ad un errore di valutazione enorme, abissale, incomprensibile, di cui qualcuno dovrà nel prossimo futuro rispondere ai cittadini.
Un investimento di oltre 200 milioni euro, ricadute ambientali pesantissime, alto rischio di non rientro dal capitale investito, impossibilità a proseguire senza l'apporto di rifiuti da fuori provincia.
La stima dell'organico.
Gli scarti di cucina sono stati pesati dal 12 aprile al 30 giugno, per 79 giorni complessivi.
Complessivamente si tratta di 42 sacchetti conferiti, per 48,6 kg complessivi, con una media di 1,2 kg a sacchetto.
Stimando la produzione annua andiamo a 224 kg, per una produzione pro capite di 56 kg di materia organica di altissima qualità, pronta ad essere trasformata in concime per i terreni.
Su tutto l'estrema facilità di gestione del porta a porta.
La raccolta settimanale del residuo è eccessiva, visto il peso conferito.
Il sacchetto in mater-bi e il bidoncino areato rendono efficace e senza controindicazioni la raccolta della frazione organica.
Il sacco giallo per plastica e barattolame viene ritirato una volta alla settimana, e sciacquando i barattoli non ci sono problemi in termini di odori sgradevoli.
Il vetro, anch'esso sciacquato, viene conferito nella campana stradale.
Funziona molto meglio che con il sistema precedente.
E con risultati davvero sorprendenti.
Aldo Caffagnini
(Fonte: Gestione Corretta dei Rifiuti Parma)
Nonostante la raccolta differenziata a maggio abbia sfiorato il 70%, il Comune ha previsto nuovi controlli per verificare i comportamenti scorretti. Verranno impegnati in tutto 55 operatori ed entro fine mese inoltre, verranno posizionate telecamere sia fisse che mobili volte a reprimere episodi di abbandono sistematico.
Parma, 19 giugno 2014 -
L'azione messa in campo dal Comune è per per formare i cittadini, fornire loro informazioni ma anche per provvedere alle verifiche ed ai controlli sulle corrette modalità di conferimento dei rifiuti nell'ambito del sistema di raccolta differenziata ormai entrato a regime in città. Ne hanno parlato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, il sindacoFederico Pizzarotti, l'assessore all'ambiente Gabriele Folli, il comandante del Corpo della Polizia municipale Gaetano Noè e Luigi Zoni responsabile funzione ambiente Parma del Gruppo Iren. "Il sistema di raccolta differenziata – ha precisato il sindaco – è a regime e l'Amministrazione ha deciso di approntare un sistema di controlli organico per verificare i comportamenti scorretti ed in vista dalla futura applicazione della tariffazione puntuale". "Oltre ai 3 vigili ambientali oggi operativi – ha spiegato il comandante della polizia municipale Gaetano Noè – saranno formati altri 20 agenti di polizia municipale. Verranno addestrati agenti che operano già nel territorio". Il comandante ha fatto riferimento ai risultati eccellenti dei 3 vigili ambientali che hanno elevato 92 sanzioni e altre 44 sono in corso di verifica. "'intensificazione dei controlli – ha aggiungo il comandante – avverrà attraverso l'ausilio di telecamere fisse e mobili". L'assessore all'ambiente Gabriele Folli ha rimarcato il fatto che la raccolta differenziata ha dato e sta dando ottimi risultati, tanto che a maggio ha sfiorato il 70% e la proiezione per fine anno è quella di avere 15.000 tonnellate in meno di rifiuto a incenerimento. "I controlli – ha tenuto a precisare Folli – non hanno come unica finalità quella sanzionatoria, ma sono stati pensati al fine di supportare i cittadini, informarli sulle corrette modalità di conferimento dei rifiuti ed essere loro di aiuto".
Luigi Zoni del Gruppo Iren ha ricordato che anche personale Iren sarà impegnato a svolgere compiti di continua informazione e presa in carico di problematiche sul territorio. La raccolta differenziata porta a porta è ormai a regime, il Comune ha quindi predisposto parallelamente all'avvio del nuovo modello di raccolta differenziata ed unitamente ad una potente azione di informazione che ha visto impiegati informatori porta a porta, lo svolgimento di incontri pubblici tematici, l'attivazione di punti di tutoraggio itineranti aperti al pubblico e lo svolgimento di campagne sui media locali, l'Amministrazione Comunale ha implementato azioni di contrasto ai fenomeni di abbandono e di gestione non corretta dei rifiuti.
Dall'inizio dell'anno le forze operanti in ambito "controllo rifiuti" sono stati i Vigili Ambientali e le Guardie Ecologiche che hanno sottoscritto apposite convenzioni con il Comune di Parma. Le sanzioni ad oggi elevate dai Vigili Ambientali in questa prima fase dell'anno sono state 92, mentre altre 44 sono in corso di verifica ed eventuale emissione. Il totale dei controlli svolti è di 20 giornate, mentre 18 sono i controlli effettuati dalla Guardie Ecologiche. Visti gli ottimi risultati raggiunti sul piano della percentuale di raccolta differenziata (69,8% il dato di maggio con una media dei primi 5 mesi del 63,6%), che tuttavia sono in parte inficiati da modalità non sempre corrette da parte dei cittadini di separazione e conferimento dei rifiuti, dal giorno 23/06 l'Amministrazione Comunale ha deciso di potenziare i controlli, che saranno effettuati quotidianamente da parte del corpo di Polizia Municipale e delle altre forze disponibili per un periodo intensivo finalizzato a eliminare i fenomeni sopraindicati.
I punti frequenti di abbandono noti grazie ai controlli di agenti ambientali, tecnici Iren e segnalazioni dei cittadini verranno battuti a tappeto per eliminare definitivamente le situazioni che sono palesemente indice di inciviltà e deliberata inosservanza delle regolamentazioni. Ulteriori azioni messe in campo dall'Amministrazione vedranno entro fine mese la posa di telecamere itineranti volte a reprimere episodi di abbandono sistematico. Sono dunque una cinquantina le persone che a partire dal 23 giugno saranno a supporto del funzionamento del nuovo sistema, a cui si aggiungeranno a breve gli Ispettori Ambientali del gestore che dopo un corso di formazione da parte dell'Agenzia Regionale ATERSIR, sulla base di un'esperienza già portata avanti da Iren a Piacenza, costituiranno ulteriori forze aggiuntive a presidio del territorio. Le forze in campo non avranno unicamente funzione repressiva e sanzionatoria ma saranno anche a disposizione dei cittadini sul territorio per fornire tutte le informazioni necessarie per agevolare il compito di utenti domestici e non domestici nel corretto svolgimento della raccolta differenziata.
(Fonte: Comune di Parma)
Il progetto per portare nelle scuole la cultura del riciclo e della riduzione dei rifiuti, organizzato dall'associazione Gestione Corretta Rifiuti, ha coinvolto 80 scuole per corrispondenti 14 mila alunni. A primeggiare nella classifica dei riciclatori, il nido d'infanzia Pinocchio con 285 litri per alunno, la scuola primaria Rodari, con 246 litri, il nido d'infanzia La Trottola, 140 litri.
Parma, 30 maggio 2014 -
Rifiuti?Risorse! è il progetto per portare nelle scuole della città la cultura del riciclo e della riduzione dei rifiuti.
Organizzato dall'associazione Gestione Corretta Rifiuti, R?R! ha goduto del patrocinio e della piena e convinta collaborazione del Comune di Parma, attivo in particolare con i servizi ambientali ed educativi.
L'anno scolastico in corso corrisponde con la seconda edizione del progetto, che ha coinvolto 80 scuole per corrispondenti 14 mila alunni.
In questi giorni sul sito dedicato all'iniziativa, rifiutirisorse.weebly.com, sono stati pubblicati i risultati dei primi tre mesi di "raccolta", quelli di gennaio, febbraio e marzo.
I "numeri" sono particolarmente importanti e rendono merito a insegnanti e alunni di Parma per l'impegno e le capacità espresse in questo progetto.
I materiali riciclabili "conteggiati" sono stati la carta, la plastica e il barattolame.
In questi 3 mesi sono stati raccolti da Iren, che si è messo a disposizione del progetto, 1 milione e 600 mila "litri" di materiali, 1 milione tra plastica, vetro e barattolame, e 600 mila litri di carta.
Numeri imponenti che devono far riflettere.
Quanti rifiuti non sono tali se correttamente gestiti?
A primeggiare nella classifica dei riciclatori, il nido d'infanzia Pinocchio con 285 litri per alunno, la scuola primaria Rodari, con 246 litri, il nido d'infanzia La Trottola, 140 litri.
Il riciclo dei materiali come carta, plastica, vetro e alluminio permettono un doppio risparmio.
Il primo è quello di non dover ricorrere a materie prime vergini per produrre nuovi manufatti.
Il secondo l'imponente risparmio di energia che si ottiene dalla lavorazione di un materiale già pronto, rispetto alla produzione a partire da elementi naturali prelevati in natura.
I risultati a livello nazionale sono sorprendenti.
Il comparto del riciclo occupa 37 mila addetti, fattura 10 miliardi di euro con 1400 aziende.
Nei 15 anni di operatività del riciclo nazionale sono stati risparmiati 125 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 e 350 miliardi di kWh.
Il progetto Rifiuti?Risorse! sta attirando attenzione non solo a livello locale.
Il gruppo di 500 associazioni che ha presentato la proposta di legge rifiuti zero ha in animo di sviluppare un progetto nazionale sulla scuola che prenda spunto dall'iniziativa parmigiana.
Rifiuti Zero è a un passo, ed è già realtà nelle nostre scuole.
(Fonte: ufficio stampa Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)
Recccolta diffrenziata: Parma ha traguardato la soglia del 65% prevista per legge e oggi vede il traguardo del 70% sempre più vicino -
Parma, 28 maggio 2014 -
Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Aldo Caffagnini -
Da dieci giorni, a partire dal 17 maggio, l'inceneritore di Parma lavora con una sola linea.
La linea dedicata agli speciali è infatti spenta e inattiva da metà del mese.
Possiamo comprenderne le ragioni.
La raccolta differenziata prosegue nel suo incremento progressivo e Parma ha traguardato la soglia del 65% prevista per legge e oggi vede il traguardo del 70% sempre più vicino.
I comuni del circondario proseguono nelle loro medie altissime che sfiorano e a volta superano l'80% di riciclo.
Il residuo è sempre di meno, l'indifferenziato secco da bruciare a Ugozzolo scarseggia.
Iren ha bruciato nelle scorse settimane rifiuti provenienti da fuori provincia, ma è stata diffidata dall'amministrazione provinciale dal proseguire in questa operazione non consentita dall'Autorizzazione Integrata Ambientale del 2008.
Ci metterà una pezza il piano regionale rifiuti, che darà il via libera alla circolazione dei rifiuti dentro la regione senza più limiti provinciali.
La messa a regime del nuovo piano sarà la conferma di quanto il Gcr ha sostenuto in questi anni, cioè che la promessa di bruciare rifiuti locali era solo uno specchietto per le allodole.
Altra promessa mancata il boschetto mangia polveri, dichiarato ufficialmente inattuabile, ma anche senza conseguenze per il gestore.
Altra promessa non mantenuta le tariffe calmierate, che invece rimangono a livelli altissimi, battendo praticamente tutti gli altri impianti italiani.
E pensare che una pagina intera di un quotidiano locale era stata comperata (con i soldi dei contribuenti) per scrivere nero su bianco la promessa di tariffe in linea con i cugini di Reggio Emilia e Piacenza (100 euro circa alla tonnellata), una volta acceso il meraviglioso impianto.
L'impianto è stato acceso, ma lo sconto ancora non si vede.
Fatica anche la trasparenza.
Non sappiamo il destino delle migliaia di tonnellate di ceneri già prodotte a Parma.
E' on line la tabella degli inquinanti emessi dal camino.
Nove inquinanti messi sotto osservazione.
Ma alcuni dati lasciare a desiderare.
Il dato delle polveri sottili è sempre fermo sullo zero.
Immaginando che a Ugozzolo non si produca solamente vapore acqueo, una modesta proposta sarebbe quella di adeguare l'unità di misura (e/o le apparecchiature) per fare in modo che questo dato esprima quanto effettivamente esce dall'impianto.
Oggi la misurazione è fatta in microgrammi per normal metro cubo.
Lasciando a zero questo numero l'opinione pubblica come minimo si chiede quale possa essere l'utilità di un indice sempre fisso sullo zero e alla lunga mettere in dubbio la volontà di mettere in chiaro l'anima del forno.
Stesso identico ragionamento sul carbonio organico totale (COT), praticamente sempre fermo sullo zero.
Tornando al principio l'inceneritore funziona a metà giri.
Indicando come data di avvio il 1° gennaio, l'impianto ha lavorato complessivamente al 63%.
La linea 2, quella degli speciali, è stata la più attiva con il 79% di attività, mentre la linea 1 dedicata agli urbani è rimasta accesa solo per un 46% della sua potenzialità.
L'inceneritore lavora quindi già a poco più della metà delle sue capacità.
Il grande spauracchio del rischio Napoli, più e più volte evocato dalla Provincia per incentivare l'accettazione della soluzione forno, è rumorosamente sconfessato.
Semmai stiamo vivendo una situazione opposta.
A caccia di rifiuti, che profumano di profitti.
Nei cinque mesi di attività l'inceneritore ha registrato uno sforamento dei limiti (il 19 febbraio) sulla linea 1 nel valore del monossido di carbonio (66 microgrammi contro i 50 consentiti), e un giorno (il 15 marzo) rimasto senza valori dichiarati e senza giustificazioni di sorta, buco che rimanda al ragionamento sulla trasparenza.
Non si conoscono infine i dati sul teleriscaldamento né sul mancato completamento del Paip, che ad oggi rimane solo sede del forno senza nessuno degli altri servizi previsti dal progetto.
Su quest'ultimo tema il ventesimo esposto in procura degli avvocati De Angelis e Allegri.
Parma, 28 maggio 2014 -
Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Aldo Caffagnini -
Da dieci giorni, a partire dal 17 maggio, l'inceneritore di Parma lavora con una sola linea.
La linea dedicata agli speciali è infatti spenta e inattiva da metà del mese.
Possiamo comprenderne le ragioni.
La raccolta differenziata prosegue nel suo incremento progressivo e Parma ha traguardato la soglia del 65% prevista per legge e oggi vede il traguardo del 70% sempre più vicino.
I comuni del circondario proseguono nelle loro medie altissime che sfiorano e a volta superano l'80% di riciclo.
Il residuo è sempre di meno, l'indifferenziato secco da bruciare a Ugozzolo scarseggia.
Iren ha bruciato nelle scorse settimane rifiuti provenienti da fuori provincia, ma è stata diffidata dall'amministrazione provinciale dal proseguire in questa operazione non consentita dall'Autorizzazione Integrata Ambientale del 2008.
Ci metterà una pezza il piano regionale rifiuti, che darà il via libera alla circolazione dei rifiuti dentro la regione senza più limiti provinciali.
La messa a regime del nuovo piano sarà la conferma di quanto il Gcr ha sostenuto in questi anni, cioè che la promessa di bruciare rifiuti locali era solo uno specchietto per le allodole.
Altra promessa mancata il boschetto mangia polveri, dichiarato ufficialmente inattuabile, ma anche senza conseguenze per il gestore.
Altra promessa non mantenuta le tariffe calmierate, che invece rimangono a livelli altissimi, battendo praticamente tutti gli altri impianti italiani.
E pensare che una pagina intera di un quotidiano locale era stata comperata (con i soldi dei contribuenti) per scrivere nero su bianco la promessa di tariffe in linea con i cugini di Reggio Emilia e Piacenza (100 euro circa alla tonnellata), una volta acceso il meraviglioso impianto.
L'impianto è stato acceso, ma lo sconto ancora non si vede.
Fatica anche la trasparenza.
Non sappiamo il destino delle migliaia di tonnellate di ceneri già prodotte a Parma.
E' on line la tabella degli inquinanti emessi dal camino.
Nove inquinanti messi sotto osservazione.
Ma alcuni dati lasciare a desiderare.
Il dato delle polveri sottili è sempre fermo sullo zero.
Immaginando che a Ugozzolo non si produca solamente vapore acqueo, una modesta proposta sarebbe quella di adeguare l'unità di misura (e/o le apparecchiature) per fare in modo che questo dato esprima quanto effettivamente esce dall'impianto.
Oggi la misurazione è fatta in microgrammi per normal metro cubo.
Lasciando a zero questo numero l'opinione pubblica come minimo si chiede quale possa essere l'utilità di un indice sempre fisso sullo zero e alla lunga mettere in dubbio la volontà di mettere in chiaro l'anima del forno.
Stesso identico ragionamento sul carbonio organico totale (COT), praticamente sempre fermo sullo zero.
Tornando al principio l'inceneritore funziona a metà giri.
Indicando come data di avvio il 1° gennaio, l'impianto ha lavorato complessivamente al 63%.
La linea 2, quella degli speciali, è stata la più attiva con il 79% di attività, mentre la linea 1 dedicata agli urbani è rimasta accesa solo per un 46% della sua potenzialità.
L'inceneritore lavora quindi già a poco più della metà delle sue capacità.
Il grande spauracchio del rischio Napoli, più e più volte evocato dalla Provincia per incentivare l'accettazione della soluzione forno, è rumorosamente sconfessato.
Semmai stiamo vivendo una situazione opposta.
A caccia di rifiuti, che profumano di profitti.
Nei cinque mesi di attività l'inceneritore ha registrato uno sforamento dei limiti (il 19 febbraio) sulla linea 1 nel valore del monossido di carbonio (66 microgrammi contro i 50 consentiti), e un giorno (il 15 marzo) rimasto senza valori dichiarati e senza giustificazioni di sorta, buco che rimanda al ragionamento sulla trasparenza.
Non si conoscono infine i dati sul teleriscaldamento né sul mancato completamento del Paip, che ad oggi rimane solo sede del forno senza nessuno degli altri servizi previsti dal progetto.
Su quest'ultimo tema il ventesimo esposto in procura degli avvocati De Angelis e Allegri.
Premiata a Roma l'iniziativa regionale di reinserimento sociale dei detenuti attraverso il disassemblaggio dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Oltre 60 le persone coinvolte nei laboratori, di cui 22 assunte -
Parma, 23 maggio 2014 -
Un modello, per la sua capacità di coniugare finalità sociali e attenzione all'ambiente. E' una delle motivazioni per cui il comitato italiano promotore della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti (edizione 2013) ha premiato in questi giorni a Roma il progetto "RAEE in carcere" nella categoria "pubblica amministrazione". Già scelto come finalista tra oltre 85 progetti presentati in Europa agli Awards della European Week for Waste Reduction, "RAEE in carcere" si sta affermando come esempio nell'ambito della gestione dei rifiuti con un'importante valenza sociale.
"Il premio è una conferma della peculiarità e del valore dell'iniziativa" afferma Alfredo Bertelli, sottosegretario alla presidenza della giunta della Regione Emilia-Romagna. "La finalità sociale, rivolta in modo specifico alle persone in esecuzione penale, e quella ambientale, che si concentra sulla gestione dei rifiuti elettronici, si intersecano in un progetto che ha trovato il giusto riconoscimento anche a livello europeo".
"RAEE in carcere" ha come obiettivo il recupero dei rifiuti elettrici ed elettronici e, al tempo stesso, il reinserimento socio-lavorativo di persone in esecuzione penale – o che hanno concluso il periodo di detenzione – attraverso il disassemblaggio di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). Nato nel 2005 con l'iniziativa Equal Pegaso, promossa dalla Regione Emilia-Romagna e dal Fondo sociale europeo, il progetto è diventato operativo nel 2009 con la partecipazione di detenuti a tre laboratori: due all'interno delle carceri (Bologna e Ferrara), uno all'esterno (carcere di Forlì). Il personale selezionato è stato formato e poi assunto dalle cooperative sociali che gestiscono le attività. "RAEE in carcere" è promosso da Regione, Provveditorato regionale dell'Amministrazione penitenziaria, Hera, consorzi Ecolight, Ecodom e Erp Italia, cooperative sociali IT2, Gulliver e Il Germoglio, enti di formazione Techne e Cefal, Province di Bologna, Forlì-Cesena e Ferrara.
Importanti i risultati raggiunti finora in termini sociali: più di 60 persone in esecuzione penale sono state coinvolte nei tre laboratori. Di queste, 22 sono state assunte dalle cooperative sociali che gestiscono i laboratori: IT2 a Bologna, Gulliver a Forlì e Il Germoglio a Ferrara. L'accompagnamento formativo dei lavoratori – tramite tirocini d'inserimento e tutoraggio al gruppo dei lavoratori – e il raccordo con le istituzioni regionali è assicurato fin dall'avvio del progetto dagli enti di formazione Techne Forlì Cesena e Cefal Emilia Romagna. Dal 2012 il progetto ha ampliato il proprio raggio di azione: il sito web (www.raeeincarcere.org) e la pagina Facebook, cofinanziati da alcuni partner, sono gestiti da operatrici provenienti dall'esperienza del carcere, e rappresentano così un'occasione formativa e lavorativa.
I commenti dei partner
"E' importante individuare soluzioni e percorsi efficaci per promuovere e incrementare l'inclusione sociale e lavorativa delle persone detenute e in misura alternativa – spiega Pietro Buffa, provveditore regionale dell'Amministrazione penitenziaria – . Inoltre, detenzioni caratterizzate da un impegno lavorativo hanno conseguenze meno destrutturanti ed effettivamente più responsabilizzanti per le persone che le vivono".
Il progetto è operativamente e finanziariamente sostenuto dalla multiutility Hera Spa e da tre dei maggiori sistemi collettivi italiani per la gestione dei RAEE, Ecodom, Ecolight ed Erp, impegnati a remunerare le cooperative e a sostenere l'iniziativa. "Si tratta di un progetto che il nostro Gruppo ha promosso, sostenuto e co-finanziato fin dalle origini – spiega Tiziano Mazzoni, direttore Servizi ambientali di Hera Spa – mettendo a disposizione i propri servizi operativi ambientali e i Raee raccolti alle stazioni ecologiche gestite. Un progetto, questo, che porta una ricaduta positiva e concreta sul territorio, in particolare a beneficio delle fasce più deboli".
"Dall'avvio del progetto abbiamo messo a disposizione dei tre laboratori, tramite i nostri fornitori, oltre 2.500 tonnellate di RAEE, che sono state lavorate permettendo di recuperare importanti quantitativi di materie prime di recupero, ed evitando la dispersione nell'ambiente di sostanze pericolose – spiegano Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecolight, e Giorgio Arienti, direttore generale di Ecodom – . Abbiamo voluto sottolineare e rafforzare il nostro impegno nel progetto, assicurandone la continuità nel tempo e garantendo il proseguimento di un'iniziativa che riteniamo davvero meritevole e importante per il territorio e per i nostri Consorzi".
"Abbiamo scelto con orgoglio di aderire a quest'iniziativa – conclude Alberto Canni Ferrari, country manager di Erp Italia, sistema collettivo entrato nel progetto dal 2014 – per l'importante valenza sociale del progetto, che ci permette di coniugare perfettamente la nostra consueta attività con il nostro impegno costante e continuativo per la tutela dell'ambiente".
(fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Il bilancio della "Giornata Ecologica 2014", tenutasi nei giorni scorsi a Pavullo -
Modena, 9 maggio 2014 -
14 quintali di rifiuti raccolti in poche ore. È questo il bilancio della “Giornata Ecologica 2014”, tenutasi nei giorni scorsi a Pavullo allo scopo di sensibilizzare i cittadini verso un corretto e consapevole smaltimento dei rifiuti e per porre in parte rimedio ai danni provocati da chi questa sensibilità non la possiede. All'iniziativa, organizzata dall'Amministrazione Comunale, in collaborazione con Enalcaccia ed Hera, con la partecipazione delle associazioni di volontariato locali e il sostegno degli sponsor Forno Camatti e Sap - Salumificio Artigianale Pavullese, hanno aderito 30 persone, organizzate in 2 squadre di bonifica. Sono state ripulite scarpate, argini e spiazzi utilizzate colpevolmente come discariche abusive: un malcostume davvero duro da sconfiggere.
(Fonte: ufficio stampa Comune di Pavullo)