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Nove imprese su 10 sono ancora in attesa dopo 40 giorni. Qualcuno getta la spugna.

A 40 giorni dal DPCM liquidità, quasi 9 imprese su 10, in Emilia Romagna, non hanno ancora ricevuto il finanziamento fino 25 mila euro. Il 7% rinuncia per la complessità della burocrazia. Questo in estrema sintesi il quadro che emerge da un sondaggio condotto dal Centro studi di Confartigianato Emilia-Romagna, realizzato mediante interviste rivolte ai responsabili degli Uffici Credito delle organizzazioni confederate del territorio.

UniCredit ha erogato più di 500 milioni di euro a 23 mila aziende italiane che hanno presentato le richieste per un finanziamento fino a 25mila euro con garanzia dello Stato, sulla base del Decreto Liquidità. La banca ha infatti rafforzato e accelerato il processo per i finanziamenti richiesti, anticipando l’erogazione in attesa di ricevere la garanzia da parte del Fondo centrale.

Agricoltura. Prestiti agevolati per 95 milioni di euro: 1.400 imprese agricole dell'Emilia-Romagna hanno risposto al bando regionale. L'assessore Mammi: "Una importante iniezione di liquidità in un momento difficile per tutto il comparto. Sosteniamo e diamo fiducia tutti insieme al nostro sistema agricolo"

La Conferenza Stato-Regioni ha trovato l’accordo sul Fondo predisposto nel Cura Italia per far fronte ai danni diretti e indiretti derivanti dall’emergenza sanitaria Covid-19 e per assicurare la continuità aziendale delle imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura.

La dotazione è di 100 milioni di euro per il 2020 ed è finalizzata alla copertura totale degli interessi passivi su finanziamenti bancari destinati al capitale circolante e alla ristrutturazione dei debiti, alla copertura dei costi sostenuti per interessi maturati negli ultimi due anni su mutui contratti dalle suddette imprese, nonché per la sospensione dell’attività economica delle imprese del settore della pesca e dell’acquacoltura.

Cavandoli (Lega): "Premiati i progetti di Melloni, Toschi, Romagnosi, Sissa-Trecasali e Salso"

Roma, 17 luglio 2019 - "Dal Governo arriveranno nella provincia di Parma oltre 600 mila euro di contributi per la progettazione di interventi di messa in sicurezza degli Edifici Scolastici. Il contributo premia i progetti presentati dalla Provincia di Parma relativi agli istituti superiori "Melloni", "Romagnosi" e "Toschi" in città e delle scuole dei comuni di Sissa-Trecasali e Salsomaggiore.Il bando del Ministro Bussetti della scorsa primavera testimonia che per la Lega investire nella sicurezza delle scuole sia una scelta necessaria ed urgente, soprattutto se pensiamo alle difficoltà in cui abbiamo trovato molti istituti italiani", dice Laura Cavandoli deputato parmigiano della Lega e membro della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.

Il contributo più alto lo riceverà il Comune di Sissa-Trecasali con 326.270 euro seguito dalla Provincia di Parma relativamente agli istituti Melloni (60 mila), Romagnosi (80 mila) e Toschi (90 mila) e dal Comune di Salsomaggiore con 46 mila euro per l'istituto di via Bacchelli.
"La Lega al Governo sostiene con decisione gli enti locali, cui i precedenti governi dell'austerità hanno tagliato i contributi e scaricato sempre nuove responsabilità. Investire sull'educazione e sulla sicurezza dei nostri figli è una nostra priorità e come sempre siamo passati dalle parole ai fatti", conclude l'esponente del Carroccio.
"Già a Febbraio il Governo aveva stanziato oltre 700 mila euro per i piani antincendio delle scuole in provincia di Parma. Questo nuovo contributo segue di poche ore l'allarme su presunti tagli alla scuola lanciato dalla Giunta regionale di Bonaccini sempre più in campagna elettorale. Con curioso tempismo, le polemiche del PD vengono immediatamente smentite dai fatti", ironizza la Cavandoli.

Di Mario Vacca Parma 5 maggio 2019 - La riforma della crisi d'impresa tra le altre cose prevede nuove responsabilità in capo agli amministratori ed ai membri dei CdA prevedendo l'obbligo della creazione di un corretto assetto organizzativo, amministrativo e contabile, oltre al costante monitoraggio dei flussi di cassa, cioè la capacità di far fronte regolarmente alle obbligazioni pianificate.

È un bell'aggravio di responsabilità ed aumento del lavoro di controllo.
L'evoluzione del compito degli amministratori è partita dall'attribuzione dei doveri nel controllo dell'andamento generale della società, passando per l'obbligo di attivarsi per impedire eventi pregiudizievoli dei quali gli amministratori hanno avuto conoscenza o avrebbero dovuto avere conoscenza; infine ciò non basta più, oggi il componente del Cda (e non solo l'amministratore delegato) è tenuto a monitorare costantemente anche i flussi di cassa generati dalla società, verificando che siano sufficienti a garantire la sostenibilità dei debiti per almeno sei mesi successivi e a garantire la continuità aziendale per l'esercizio in corso . In tutto ciò assume un ruolo fondamentale il monitoraggio dei flussi finanziari perché è la mancanza di liquidità la causa di gran lunga prevalente delle crisi d'impresa.

L'ampliamento delle responsabilità dei componenti del consiglio di amministrazione risponde all'esigenza di evitare che la crisi di una singola impresa danneggi un intero settore, arrecando problemi non solo a creditori, dipendenti, fisco, pubblica amministrazione, ma anche alla collettività nel suo complesso.

In quest'ottica sempre maggiori responsabilità sono addossate a chi detiene le leve del potere aziendale o è in posizione tale da poter effettuare un controllo efficace, quindi l'incompetenza ed un atteggiamento passivo – come viene definito in gergo l'attività di un amministratore poco presente – possono costare cari poiché in caso di default aziendale i creditori potranno chiedere al giudice l'espropriazione del patrimonio personale degli amministratori.

In questa fattispecie si apre ancora di più la forbice tra grandi imprese e PMI.

Le prime avranno sicuramente possibilità di adottare consigli di amministrazione con persone di comprovata esperienza mentre le imprese più piccole, spesso a conduzione familiare e che costituiscono la spina dorsale del nostro paese avranno più difficoltà tanto per la ricerca di comprovate figure quando per la concessione delle deleghe, che come sappiamo sono molto spesso la genesi dei problemi aziendali ove regna l'autorità del fondatore.

Il monitoraggio dei flussi finanziari dell'azienda, con un idoneo sistema, può essere inserito nel più ampio sistema del controllo di gestione introducendo nuove routine organizzative e gestionali che andranno implementate e successivamente lette da collaboratori o professionisti competenti e di comprovata esperienza.

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Pubblicato in Economia Emilia
Domenica, 28 Aprile 2019 06:27

Il finanziamento delle imprese in crisi

Particolare rilevanza nella ristrutturazione di un'azienda in crisi è quella legata alla capacità di finanziamento per le imprese in stato di crisi, sia durante la fase di esecuzione del piano, sia durante fase intercorrente tra la redazione del piano e la sua effettiva esecuzione.

di Mario Vacca Parma 27 aprile 2019 - Ancorché la ristrutturazione di un'impresa in crisi sia talvolta possibile anche senza il ricorso a nuovi finanziamenti a titolo di debito, le opzioni disponibili sono più numerose se la ristrutturazione è accompagnata da nuova finanza. La nuova finanza, infatti, consente di disporre di maggiori risorse sia per la gestione della fase di emergenza, sia per la successiva impostazione del processo di ritorno al valore.

A riguardo la disciplina è dettata negli artt. 182-quater e 182-quinquies, L.F. ed è valida per i finanziamenti ottenuti sia nell'ambito degli accordi di ristrutturazione dei debiti (ex art. 182-bis L.F.), sia in quello del concordato preventivo (ex artt. 160 ss. L.F.).

Finanziamenti erogati prima della presentazione della domanda
I crediti derivanti da finanziamenti erogati prima ed funzione della presentazione della domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo o della domanda di omologazione dell'accordo di ristrutturazione dei debiti sono prededucibili solo se siano previsti dal piano di cui all'art. 160 L.F. o dall'accordo di ristrutturazione e purché successivamente la prededuzione sia espressamente disposta nel provvedimento con cui il tribunale accoglie la domanda di ammissione al concordato preventivo ovvero l'accordo sia omologato.

Finanziamenti erogati in fase di esecuzione delle procedure
I crediti derivanti da finanziamenti effettuati in esecuzione di un concordato preventivo ovvero di un accordo di ristrutturazione dei debiti omologato sono prededucibili.

Finanziamenti soci
La prededucibilità si applica anche ai finanziamenti effettuati dai soci fino alla concorrenza dell'80 per cento del loro ammontare in deroga agli artt. 2467 e 2497-quinquies c.c. Non vi è limitazione nel caso in cui il finanziatore ha acquisito la qualità di socio in esecuzione dell'accordo di ristrutturazione dei debiti o del concordato preventivo.

Finanziamenti espressamente autorizzati dal Tribunale
Nel novero di una domanda di concordato o di omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti il tribunale - verificato il complessivo fabbisogno finanziario dell'impresa sino all'omologazione - può autorizzare a contrarre finanziamenti prededucibili a condizione che un professionista designato dal debitore ed in possesso dei requisiti di cui all'art. 67, comma 3 , lett. d), L.F., attesti che tali finanziamenti siano funzionali alla migliore soddisfazione dei creditori.

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Pubblicato in Economia Emilia

Ben 10 milioni di euro. E' il plafond della convenzione stipulata da Emil Banca e Confartigianato Ferrara. Destinatarie sono le imprese che hanno necessità di finanziamenti a breve termine (liquidità) o a lungo termine (investimenti strumentali e beni). Detto più semplicemente, che vogliono crescere, ampliarsi, riqualificarsi. Attiva fino al prossimo 31 dicembre, non prevede limiti minimi e massimi di importo.

La richiesta deve essere tuttavia suffragata dal piano industriale e un peso ha il merito creditizio. Qualsiasi impresa - senza distinzione di comparto, pianta organica, longevità - può presentare domanda.

Grande soddisfazione si respira in Confartigianato. «Abbiamo fatto una convenzione con una banca che vuole esprimere la territorialità, la prossimità al mondo produttivo. Esattamente ciò di cui i nostri imprenditori sentono necessità e mancanza. Si tratta di una operazione che si traduce in concrete opportunità di crescita e in occasione di miglioramento della gestione di attività».

Oltre che la testimonianza, secondo Vancini, che «il mondo artigiano, che traina territorio e Paese, è reputato affidabile». Parole di compiacimento anche da Emil Banca. «Con questo accordo vogliamo ribadire la nostra vicinanza al territorio e a chi si occupa di economia reale. E cioè le tante piccole e medie imprese che rendono unico e vivace il nostro tessuto economico e che da sempre sono gli interlocutori privilegiati per il credito cooperativo - ha dichiarato Daniele Ravaglia, direttore generale di Emil Banca - Da oltre 120 anni la nostra Bcc opera ogni giorno, anche intrecciando relazioni e accordi come questo, con lo scopo di portare sviluppo, prima di tutto economico ma non solo, nelle comunità in cui siamo presenti e di cui ci sentiamo parte integrante».

«In un contesto finanziario particolare, in cui lo spread può subire variazioni in aumento, consente stabilità», la chiosa di Donatella Zuffoli, Responsabile Dipartimento Credito Confartigianato. Per informazioni, contattare sedi e filiali di Confartigianato ( www.confartigianato.fe.it ) ed Emil Banca ( www.emilbanca.it ).

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Dalla Regione 1,5 milioni di euro per finanziare sistemi intelligenti di guida. Questa mattina il taglio del nastro. Oltre un migliaio di mq su tre livelli, con spazi dedicati a studenti e dottorandi. Le risorse previste nel pacchetto dei progetti per il Tecnopolo nell'ambito del Por Fesr 2007-2013

Parma 12 febbraio 2018 -  Taglio del nastro questa mattina per la nuova sede di VisLab di Parma nel padiglione sperimentale del Polo dell'Innovazionedella città emiliana, un progetto Mastercampus che porterà circa trenta aziende ad alta innovazione all'interno del Campus Scienze e Tecnologie entro il 2018. Alla cerimonia era presente anche l'assessore regionale alle Attività produttive.

Nella sede anche i nuovi laboratori cofinanziati al 50% dalla Regione, nell'ambito del Tecnopolo di Parma, con il Por Feasr 2007-2013 per una dotazione finanziaria complessiva di 3,1 milioni di euro.

Nato come spin-off dell'Università, la storia di VisLab si identifica con l'attività del gruppo di ricerca del Dipartimento di ingegneria dell'informazione dell'Università di Parma sui sistemi intelligenti per l'aiuto alla guida.

Negli ultimi anni i prototipi intelligenti realizzati da VisLab hanno assunto un rilievo internazionale. Nel 2010 quattro veicoli elettrici hanno guidato automaticamente da Parma a Shanghai, mentre nel 2013 un altro mezzo, partito dal Campus di Parma, ha raggiunto il centro cittadino senza alcun intervento umano. Per rimanere competitiva con i grandi competitors, nel 2015 VisLab si è unita ad Ambarella, marchio della Silicon Valley, leader nel settore dei video ad alta definizione.

La sede inaugurata oggi occupa una superficie di oltre un migliaio di mq su tre livelli, con spazi dedicati a studenti e dottorandi che desiderano trascorrere periodi di ricerca e potrà essere affiancata da un padiglione gemello per eventuali progetti futuri. Vi opererà il personale dell'azienda, quasi 40 unità tra amministrativi e ingegneri. L'intervento è stato progettato dall'ufficio tecnico dell'Università di Parma e da Mastercampus Lab. /AA

 

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Pubblicato in Nuove Tecnologie Emilia

77 sedi in tutta Italia, di cui 9 in Emilia Romagna, collegate in streaming per formare le imprese su Innovazione, Filiera e Qualità. L'incontro è stato seguito in diretta audio/video anche a Bologna da una quarantina di rappresentanti delle aziende ed esperti del settore agroalimentare, accolti dai saluti introduttivi di Simona Caselli, Assessore all'Agricoltura dell'Emilia Romagna e di Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord UniCredit.

Bologna, 19 ottobre 2017 – Il settore agroalimentare genera un giro d'affari di 50 miliardi di euro e contribuisce per il 2% al valore aggiunto totale (dati Istat), confermando un trend anticiclico grazie a una crescita del 3,5%, dal 2008 al 2016, a fronte di un calo del 13,6% del settore industriale. UniCredit crede nel ruolo dell'agroalimentare come volàno per la crescita del Paese e si sta impegnando per supportarlo a 360 gradi.

Con riferimento alle aziende fino a 5 milioni di fatturato, la banca conta oltre 34 mila imprese clienti operanti nel settore agricoltura, ed eroga credito per quasi 2 miliardi di euro, di cui la parte prevalente a supporto degli investimenti a medio lungo termine.

Il rapido sviluppo dell'Agritech, con un crescente numero di startup italiane che puntano sull'agricoltura, e un potenziale ancora tutto da esprimere sull'export, sono i tratti peculiari di un business che richiede formazione continua e sempre più conoscenze specifiche per far fronte a un profondo periodo di trasformazione e innovazione, testimoniato dallo sviluppo di nuove tecniche di coltivazione e agricoltura di precisione, dai nuovi processi produttivi e di distribuzione e da una crescente attenzione alla tracciabilità del prodotto e della filiera produttiva.

Di questi trend in atto e di come UniCredit si stia adoperando per consentire ai propri clienti di coglierne le alte potenzialità, si è parlato ieri nel corso dell'Agritalk tenutosi presso la Tower Hall 'UniCredit di Milano.

Nel corso dell'evento il moderatore Patrizio Roversi, noto conduttore del programma televisivo Linea Verde, ha animato conversazioni con relatori d'eccezione, al fine di illustrare le principali trasformazioni che stanno rivoluzionando il business dell'agrifood e i suoi processi.

77 erano le sedi di UniCredit collegate in streaming in tutta Italia, di cui 9 in Emilia Romagna a Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Carpi, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì.

Ciò ha permesso agli imprenditori presenti - oltre 2200 a livello nazionale, circa 350 quelli emiliano romagnoli - di interagire in diretta e di porre domande ai relatori mediante una piattaforma di instant feedback.
L'incontro è stato seguito in diretta audio/video anche a Bologna, a Palazzo Magnani, da una quarantina di rappresentanti delle aziende ed esperti del settore agroalimentare, accolti dai saluti introduttivi di Simona Caselli, Assessore all'Agricoltura dell'Emilia Romagna e di Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord UniCredit. Ha moderato il dibattito finale Livio Stellati, Responsabile Territorial Relations Centro Nord UniCredit, cui sono state affidate le riflessioni conclusive.

L'Agritalk è stato anche l'occasione per presentare "UniCredit per l'Agricoltura", il nuovo modello di servizio della rete commerciale italiana, e i prodotti UniCredit a supporto del settore: dai servizi dedicati, all'impiego di gestori specializzati, oltre 140 a livello nazionale, dalle analisi specifiche delle filiere alimentari alle attività di formazione e promozione che rispondono alle istanze che emergono dai territori sui quali la banca è impegnata ogni giorno.

Obiettivo, un dialogo costante, quello tra aziende agricole e banca, che permette di trovare le soluzioni finanziarie più idonee a soddisfare le esigenze legate alle diverse fasi di produzione dell'impresa.

Tra cui il prodotto "Riserva", per l'affinamento e la stagionatura di prodotti di qualità del Made in Italy, o il supporto alle filiere agroalimentari per la valorizzazione del loro potenziale economico.

Questo in sintesi l'elenco dei contributi che hanno caratterizzato il dibattito:

Dopo i saluti dei Manager di Territorio di UniCredit, Andrea Casini, Co-Head UniCredit Italy ha aperto i lavori; ha quindi preso la parola Filippo Renga, Direttore dell'Osservatorio Smart AgriFood School of Management Politecnico di Milano, che ha illustrato come l'innovazione aggiunga valore alla tradizione agricola italiana con l'avvento delle nuove tecnologie (l'agricoltura di precisione, le nuove tecniche di coltivazione il vertical farming, i Big Data); Fabio Brescacin, Presidente EcorNaturaSì SpA, ha poi parlato di "Food revolution" e mutamento dei processi di trasformazione e distribuzione, illustrando il case history di NaturaSI, la principale rete di distribuzione del bio in Italia; mentre Francesco Marandino, Fondatore e AD di Penelope Spa ha spiegato come la tracciabilità e la digitalizzazione dell'intera supply chain "from field to fork" rappresentino un supporto alla valorizzazione dell'eccellenza dei prodotti Made in Italy; Costantino Vaia, Direttore Generale del Consorzio Casalasco del pomodoro, ha illustrato in che modo si stia declinando l'innovazione di filiera nel consorzio e quali siano strategie adottate per introdurre il cambiamento tecnologico all'interno dei propri processi, nell'aggregazione e nelle politiche della filiera; infine Massimo Macchitella, responsabile per UniCredit di Small Business & Financing Products, ha presentato "UniCredit per l'Agricoltura".

L'Agritalk rientra nel più ampio alveo degli UniCredit Talk, attività di formazione lanciate dalla Banca nel 2016: il format prevede conversazioni tra esperti e imprenditori con l'obiettivo di formare e informare le imprese sulle sfide strategiche e le tendenze che stanno rivoluzionando i loro business.

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