CNA Modena

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Compensi mensili abbondantemente al di sotto dei mille euro. Nei giorni scorsi confronto a Modena con i rappresentanti di circa 400 piccoli trasportatori associati a CNA. -

Modena, 10 luglio 2015 -

"Rimaniamo in attesa degli sviluppi della situazione, poiché sono ripresi gli incontri con il ministro del Rio ma, se le nostre rivendicazioni non dovessero essere soddisfatte, siamo pronti a ogni azione di protesta necessaria, dall'elaborazione delle denunce dei redditi sulla base delle norme in vigore sino all'anno scorso, fino al fermo dei veicoli". Così Franco Casadei, presidente di Fita CNA Modena, al termine del confronto con i piccoli trasportatori e i rappresentanti di consorzi e cooperative di questi ultimi (circa 400 aziende associate a CNA), sul tema della riduzione forfettaria spettante ai cosiddetti padroncini.

"Stiamo parlando – continua Casadei – di una manovra che determinerà un aumento medio delle imposte gravanti sui piccoli trasportatori che stimiamo tra i 4.000 e i 5.000 euro su redditi compresi tra i 10.000 e i 15.000. Ciò significa che, in conseguenza della riduzione dei due terzi delle deduzioni in vigore sino al 2014, i padroncini avranno compensi mensili abbondantemente al di sotto dei mille euro, e senza né tredicesime né quattordicesime".

Di fatto, dunque, i piccoli autotrasportatori in qualche caso dovranno addirittura fare ricorsi a finanziamenti per pagare le imposte, con tutte le difficoltà e i costi del caso, considerato il rating tutt'altro che positivo di cui gode la categoria.
"Speriamo – conclude il presidente di Fita CNA Modena, di coinvolgere attorno a questi temi tutto il mondo dell'autotrasporto, che ha un drammatico bisogna di cambiare se, come dimostra il caso delle deduzioni, la sopravvivenza delle imprese del settore oggi è affidata al sostegno dello stato tramite agevolazioni fiscali o il rimborso delle accise, per compensare costi tripli rispetto a quelli degli altri Paesi. E non è casuale che la concorrenza più pericolosa arrivi proprio dai camionisti esteri, spesso anche in sfregio alle nostre leggi, a cominciare da quelle sulla sicurezza".

(fonte: Ufficio Stampa CNA MO)

La risposta: Ripartire dai nuovi territori. Interessante dibattito ieri sera alla CNA di Modena. -

Modena, 7 luglio 2015 -

Lavorare su area vasta? Ormai una necessità, per le associazioni e per le istituzioni. Il problema del territorio e della politica? La mancanza di progettualità. Il futuro? Modena può rimanere un'eccellenza, a patto di recuperare attrattività e coesione. Sono alcune delle tesi emerse dal dibattito che si è tenuto ieri sera (lunedì 6 luglio) alla CNA di Modena, una discussione alla quale hanno preso parte Umberto Venturi, presidente dell'Associazione modenese, Valter Caiumi e Giorgio Vecchi, presidenti rispettivamente di Confindustria e Confcommercio, e William Ballotta, segretario della Uil Centro Emilia.

Ad aprire la serata è stato Guido Caselli, direttore del centro studi di Unioncamere Emilia Romagna, che, forte dei numeri, ha parlato di una Modena che, anche a causa del sisma 2012, ha viaggiato meno forte delle altre province ma che accelererà in futuro, un futuro nel quale rimaniamo sospesi tra un "non più" e un "non ancora", condizione che ci costringe a pensare a uno sviluppo basato su modelli nuovi. E tra questi modelli nuovi i relatori hanno parlato della necessità di ragionare a livello di area vasta, percorso iniziato da CNA, Confindustria e già perseguito dalla Cisl, con la fusione con Reggio Emilia. "Non solo e non tanto per raggiungere dimensioni in grado di permettere una maggiore efficienza economica – ha commentato in proposito Ballotta – ma per recuperare nuove progettualità". "In un mondo più grande – ha aggiunto Caiumi – serve essere più performanti e l'aggregazione consente di risparmiare energie evitando duplicazioni inutili". Un percorso da intraprendere senza paure di sudditanza, ad esempio nei confronti di Bologna. Da questo punto di vista tutti d'accordo sul fatto che Bologna Capitale non rappresenti una minaccia, se il capoluogo saprà essere al servizio del territorio. Tutti d'accordo anche sul fatto che questa marcia verso le aree vaste s'inserisca in un contesto in cui manca un progetto nazionale, lacuna che non deve suonare come un alibi, ma che rischia di rendere questo percorso piuttosto frammentato.

Non è mancata l'autocritica rispetto alla rappresentanza, una disaffezione che coinvolge in modo diretto la politica, ma anche le associazioni. "Ai cittadini e alle associazioni serve una politica alta, cioè una politica capace di progettualità e che sia lontana dagli individualismi, perché senza progetti non c'è futuro", hanno convenuto i quattro relatori. "Non è casuale che la comunità, come ha dimostrato il terremoto, dia il meglio di sé nelle situazioni di emergenza. Ma non possiamo vivere sempre in perenne emergenza. Questa consapevolezza ha contribuito a creare una palese disaffezione nei confronti della politica", ha sottolineato Venturi. Disaffezione che non esclude le associazioni: "Da questo punto di vista qualche responsabilità l'abbiamo avuta anche noi, spostando l'asse della nostra attività sui servizi. Quindi anche a noi spetta il compito di essere progettuali: non possiamo fermarci alla rivendicazione", osserva Giorgio Vecchi.

Tutti d'accordo sulle potenzialità del modello Modena e su un futuro che può essere roseo, ma a determinate condizioni, "anche se la ricetta definitiva in questo senso non l'ha nessuno", sottolinea Venturi. Esistono piuttosto delle precondizioni, a cominciare dall'attrattività del territorio, che non deve guardare alle multinazionali come a una minaccia, per continuare con la consapevolezza delle potenzialità, ma anche dei cambiamenti in atto, mutamenti che comportano la necessità di pensare al mondo digitale ("forse – ha commentato Caiumi – oggi sono più importanti le autostrade digitali di quelle stradali") e a una crescita dimensionale delle imprese che può passare anche attraverso le reti aziendali. Il tutto all'insegna di un patto sociale che va ben al di là di un accordo sindacale.

(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)

Venerdì, 03 Luglio 2015 16:19

Fita CNA: il Governo tradisce le promesse

Tagliate di due terzi le deduzioni dei piccoli trasportatori, a rischio chiusura un migliaio di "padroncini" modenesi. -

Modena, 3 luglio 2015 -

"Siamo consapevoli che si tratta di un'affermazione forte, ma chi manca alla parola data è un traditore, e quello del Governo sulle deduzioni forfettarie spettanti ai padroncini è, appunto, un vero e proprio tradimento". E' Franco Casadei, presidente di Fita CNA Modena, a lanciare l'allarme per una retromarcia che mette in pericolo la sopravvivenza stessa di centinaia e centinaia di piccoli trasportatori – i cosiddetti padroncini – soltanto nella nostra provincia.

"Era il 27 gennaio quando il Ministro dei Trasporti Lupi firmava il protocollo d'intesa che riconosceva, per i piccoli trasportatori, le stesse deduzioni forfettarie degli anni passati; era il 29 aprile quanto i ministri Del Rio e Guidi recepivano, di fatto, il protocollo ed era il 23 giugno quanto ancora Graziano Del Rio confermava le stesse deduzioni. Ora, invece, l'Agenzia delle Entrate ha comunicato un taglio di due terzi a queste deduzioni: taglio che determinerà un aumento delle imposte di 4/5 mila euro all'anno per le piccole imprese del settore, e noi stimiamo che potrebbero avvicinarsi al migliaio le piccole ditte che chiuderanno i battenti e che magari si daranno ad attività abusive, con un ulteriore danno per l'erario". Non usa mezzi termini Casadei, che continua, "in questo caso il governo avrà la responsabilità politica e sociale di aver messo sulla strada, ma non per lavorare, tutti questi trasportatori e le loro famiglie, contravvenendo alla parola data e con l'aggravante di non aver dato alcun preavviso, considerato che il termine ultimo per la chiusura dei bilanci è il 6 luglio e che l'ufficializzazione di questa aberrante decisione è arrivata il 3 luglio".

Dal punto di vista tecnico, CNA proporrà di chiudere i bilanci dei propri associati tenendo conto delle "vecchie" detrazioni, quelle previste prima della lettera dell'Agenzia delle Entrate giunta stamani, sulle quali graverà un rincaro dello 0,40%, in caso di conferma del taglio. "Abbiamo già chiesto di spostare al 20 agosto questo termine, visto che la comunicazione dell'Agenzia è arrivata appena un giorno prima della scadenza per la chiusura dei bilanci, ma quand'anche la risposta a questa richiesta fosse positiva, rimane la gravità di questo precedente nel quale il Governo viene meno ad una parola data e più volte confermata. E uno Stato che contraddice se stesso non può sperare di essere né affidabile, né credibile".

(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)