Rapinano due malcapitati in via Santi, dietro l’edificio dell’anagrafe comunale di Modena: tre giovani inseguiti ed arrestati dagli agenti della Polizia di Stato.
Modena -
Ieri sera, personale della Squadra Volante ha tratto in arresto tre persone, due cittadini marocchini di 19 e 18 anni ed un cittadino tunisino di 22 anni, poiché colte in flagranza del reato di rapina aggravata e per resistenza a Pubblico Ufficiale.
Ad allarmare le Forze dell’Ordine, durante il servizio di controllo del territorio, delle grida di aiuto in via Santi, dalla parte retrostante dell’edificio che ospita l’anagrafe comunale. Girato l’angolo, gli operatori di Polizia hanno notato la presenza di tre ragazzi che stavano malmenando due uomini di origini pakistane, colpendoli alla testa e al volto, utilizzando anche una grossa catena. Alla vista dell’autovettura di servizio, i tre si sono dati ad una rocambolesca fuga nelle vie limitrofe in direzione di via Cesari.
Il 19enne ed il 22enne hanno scavalcato un cancello ed alcune recinzioni di confine, ma sono stati raggiunti e fermati entrambi, dopo una violenta resistenza. Hanno infatti colpito un agente con un pugno, cagionandogli un trauma distrattivo al terzo dito della mano sinistra con ecchimosi locale, refertato con 6 giorni di prognosi. Anche il marocchino di 18 anni, dopo essersi disfatto della catena, inseguito dall’altro uomo dell’equipaggio, è stato raggiunto ed ha tentato di sfuggire alla cattura sferrando calci e pugni, prontamente respinti.
Uno dei due pakistani aggrediti ha riportato lesioni personali giudicate guaribili in 6 giorni mentre l’altro, a causa dei traumi riportati, lesioni al volto e trauma cranico, è rimasto in osservazione presso il nosocomio di Baggiovara.
In fase di denuncia i due malcapitati hanno riferito di essere stati avvicinati dai malfattori prima con la scusa di una sigaretta e poi con la richiesta di avere in prestito un telefono per effettuare una chiamata. Dopo il rifiuto dei giovani, il 18enne ha strappato di mano il cellulare ad una delle vittime ed alla richiesta di riaverlo indietro, il 19enne ha prelevato una catena dal cestino della bici della vittima ed ha iniziato a colpirli, seguito dai suoi amici. Durante il pestaggio anche l’altro pakistano è stata derubato del telefonino.
I tre soggetti sono stati accompagnati presso gli Uffici della Questura per la stesura degli atti di rito. Dagli accertamenti presso le banche dati nazionali, tutti i soggetti sono risultati essere clandestini nel territorio dello Stato ed hanno alle spalle numerosi precedenti: il marocchino di 19 anni per reati contro il patrimonio e per immigrazione clandestina, il tunisino per reati in materia di stupefacenti ed il 18enne per falsa attestazione a P.U. sulla propria identità, lesioni personali, porto di oggetti atti ad offendere, rapina, furto aggravato e per ingresso e soggiorno illegale nel territorio nazionale. Quest’ultimo è risultato essere destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale per i minorenni dell’Emilia Romagna emessa nel marzo scorso.
Tutti e tre i soggetti sono stati altresì deferiti all’A.G. per lesioni personali e per inottemperanza alle norme sugli stranieri. Su disposizione del P.M. di turno, sono stati condotti all’interno delle celle della locale Casa Circondariale, in attesa di convalida da parte del GIP.
Uno dei due telefoni, marca Vodafone di colore bianco, è stato rinvenuto a seguito di perquisizione personale effettuata a carico del marocchino di 18 anni e restituito al legittimo proprietario.
L’esemplare, una femmina di 8 anni, è stata trovata a ottanta metri da casa, in località Sassofosco. Il branco si è avvicinato alla casa dove il cane era tenuto in cortile.
PRIGNANO (MO) –
Torna la paura dei lupi in Appennino. A farne le spese, nella notte di mercoledì scorso, una dolcissima femmina di pastore maremmano di otto anni di nome Amour che è stata attaccata e sbranata da un branco.
L’episodio è avvenuto in località Sassofosco, dove il maremmano, considerata una razza “anti lupo” per la forza e la stazza imponente, era tenuta nel giardino della casa dei proprietari per fare la guardia. Il branco, evidentemente, non ha avuto remore nell’avvicinarsi alle abitazioni. A questo punto, il cane sarebbe riuscito a liberarsi dalla catena per difendersi dall’attacco, ma i lupi erano in superiorità numerica e non ha avuto speranze.
Non vedendola in giardino i proprietari si sono messi sulle sue tracce. Giovedì mattina, la cagnolina più piccola ha cominciato ad abbaiare forsennatamente nella zona adiacente il torrente Rossena. Ed è qui che è stato ritrovato il corpo straziato della dolce Amour.
La giovane si trovava in auto con il fidanzato e una coppia di amici quando la vettura ha iniziato a sbandare per poi urtare il guard rail e cappottarsi. È stata sbalzata dall’auto e per lei non c’è stato niente da fare. Grave l’amica. Quasi illesi i due ragazzi.
MODENA –
Doveva sposarsi a breve Elisa Boschi, la 31 enne modenese che ha perso la vita ieri in un terribile incidente sull’Autostrada A4, all’altezza del casello di Arluno.
La giovane stava viaggiando insieme al fidanzato e a una coppia di amici, tutti modenesi, sulla Torino-Venezia quando, attorno alle 16.30, per cause in corso di accertamento, l’auto ha cominciato a sbandare per poi urtare il guardrail e cappottare al centro della carreggiata. Elisa è stata sbalzata dall’auto, mentre l’amica 29 enne che viaggiava con lei sul sedile posteriore è rimasta incastrata tra le lamiere.
Immediati i soccorsi del 118, che è intervenuto anche con l’elisoccorso. I sanitari hanno praticato sulla giovane un massaggio cardiaco, ma le sue condizioni erano troppo gravi e la 31 enne è deceduta durante il trasporto all’ospedale di Magenta. L’amica è stata invece trasferita d’urgenza al Niguarda di Milano.Per lei la prognosi è riservata per le fratture e le contusioni gravi riportate.
Se la caveranno invece in pochi giorni i due ragazzi di 33 e 34 anni che viaggiavano sui sedili anteriori. Per loro solo alcune escoriazioni giudicate non gravi dai sanitari. Uno di loro è il fidanzato di Elisa. I due dovevano sposarsi a breve, ma l’incidente ha spezzato la vita della ragazza e il suo progetto di vita. Per accertare la dinamica dell’incidente ed eventuali responsabilità è stata disposta un’inchiesta che dovrà stabilire, tra le altre cose, se le ragazze avevano le cinture di sicurezza allacciate, obbligatorie per legge anche per chi viaggia sui sedili posteriori.
Speciale onorificenza ai primi sei laureati in Ingegneria a Parma dell’a.a. 1989/1990, oggi tutti professionisti affermati: Alberto Alfieri, Daniela Allodi, Michele Amigoni, Massimo Bocchi, Massimo Boselli e Alberto Broggi.
A conferirla, il Rettore dell’Università Paolo Andrei durante l'evento “Pietro Barilla e Ingegneria, una storia lunga 30 anni” svoltosi questa mattin presso l’Auditorium del Plesso Polifunzionale del Campus Universitario di Parma, in occasione del 30° anniversario dell’inaugurazione della Sede didattica della Facoltà di Ingegneria.
Tutte le foto a cura di Francesca Bocchia
Questa mattina si è tenuto l'evento “Pietro Barilla e Ingegneria, una storia lunga 30 anni” presso l’Auditorium del Plesso Polifunzionale del Campus Universitario, in occasione del 30° anniversario dell’inaugurazione della Sede didattica della Facoltà di Ingegneria di Parma, che fu costruita tra 1987 e 1988 (appena istituita la facoltà di Ingegneria a Parma) proprio grazie a una generosa donazione di Pietro Barilla.
L’appuntamento si è aperto con i saluti del Rettore dell’Università Paolo Andrei, che ha conferito una speciale onorificenza ai primi sei laureati in Ingegneria a Parma dell’a.a. 1989/1990, oggi tutti professionisti affermati: Alberto Alfieri, Daniela Allodi, Michele Amigoni, Massimo Bocchi, Massimo Boselli e Alberto Broggi.
L'intervento di Luca Barilla, Vicepresidente del Gruppo Barilla, ha poi introdotto il grande Maestro Riccardo Muti, Direttore Musicale della prestigiosa Chicago Symphony Orchestra, unito a Pietro Barilla da una profonda amicizia, che a fine evento si è prestato per foto e autografi con gli studenti.
Tutte le foto a cura di Francesca Bocchia
Prosegue l'impegno del Comune di Parma contro i bocconi avvelenati. Da oggi nuova campagna sul territorio. Unità cinofile di soccorso SOS Langhirano della Protezione di Civile, P.M., amici cani e assessora al Benessere Animale Nicoletta Paci per dire basta a questo pericolo.
Parma -
Continuano le segnalazioni di ritrovati bocconi sospetti avvelenati nei parchi e aree cani cittadine. L'Amministrazione Comunale per arginare il problema ha avviato una campagna di informazione e sensibilizzazione, che prevede, tra le altre misure, la distribuzione di cartoline nei negozi e attività commerciali e l'affissione di poster e cartelli in aree cani.
"E' continuo il monitoraggio sulla base di segnalazione che pone in essere il Comune. Ordinanze ad hoc vengono emesse per attivare controlli e per presidiare il territorio in modo da mettere in allerta i fruitori delle aree cani e dei parchi cittadini tempestivamente al verificarsi di questi atti sconsiderati". Ha sottolineato l’assessora al Benessere Animale Nicoletta Paci, all’erta sul tema e circondata da amici a quattro zampe, insieme all’agente di Polizia Municipale Rino Ramploud che si è occupato di formare il personale del servizio sulle varie tipologie di intervento. "Abbiamo bisogno degli occhi dei cittadini. Abbiamo bisogno che chi porta a passeggio il proprio cane sorvegli anche questo problema e segnali comportamenti sospetti, targhe auto e presenza di bocconi per riuscire in primo luogo a salvare i cani da un atto vigliacco e poi ad assicurare i colpevoli alle ammende di legge".
CONSEGUENZE PENALI
Le conseguenze penali per questi atti criminosi non sono leggere: si rischiano pene da 3 mesi a 18 mesi e multe fino a 30 mila euro. Ma peggiori sono gli esiti sugli animali e all'interno delle famiglie in caso di avvelenamento del proprio animale domestico. Alla presentazione della nuova campagna non hanno voluto mancare gli operatori delle Unità cinofile di soccorso SOS di Langhirano e la coordinatrice Stefania Ugolotti "Quando siamo impegnati in operazioni di emergenza abbiamo i cani liberi e quindi non possiamo difenderli da questo pericolo. Abbiamo purtroppo toccato con mano quanto questa pratica sia presente perchè uno dei nostri animali è stato ucciso proprio da un boccone avvelenato".
COSA FARE SE SI TROVANO BOCCONI AVVELENATI
Chiunque si imbattesse in un boccone sospetto dovrà avvisare tempestivamente gli agenti della Municipale al numero 0521.218730 per segnalarne la presenza così da far partire la prassi amministrativa e le indagini necessarie. E' importante infatti non venire a contatto con i bocconi avvelenati ma far intervenire le autorità preposte.
Il lavoro sinergico delle realtà coinvolte, degli enti e delle istituzioni, accompagnato dalla sempre fondamentale collaborazione dei cittadini per le segnalazioni, sarà fondamentale per sviluppare dei controlli mirati, con le opportune bonifiche sanitarie e una apposita attività perlustrativa, cui seguiranno le procedure adeguate, attraverso sanzioni pecuniarie e penali, come già previsto, per sradicare un fenomeno che si è fortemente esteso e che mina la sicurezza di tutti.
Tragico episodio questa mattina a Langhirano, in provincia di Parma. Un ottantenne ha ucciso la moglie per poi togliersi la vita. Dalle prime ricostruzioni sembra sia successo con un colpo d’arma da fuoco. Poi probabilmente in preda alla disperazione, l’anziano si sarebbe gettato dalla finestra del quarto piano.
Sul posto i Ris dei Carabinieri di Parma e Langhirano, il procuratore di Parma Alfonso d’Avino e il pm di turno. Fra le ipotesi del gesto estremo, la grave situazione di salute in cui versava la donna, da tempo malata di Alzheimer.
Ieri, mercoledì 24 ottobre, l’Italia si è svegliata con un’alba rossa spettacolare che ha lasciato i fortunati spettatori senza parole, ma non è finita qui.
Dopo una giornata da temperature record, diremmo quasi estive, anche il tramonto ha lasciato tutti senza fiato.
Le foto degli utenti ricondivise sul nostro profilo Instagram @gazzettaemilia.
Usa #gazzettaemilia e ricondivideremo anche i tuoi scatti!
METEORITE DURANTE IL TRAMONTO (video a inizio pagina)
Per concludere in bellezza, mentre il cielo era ancora dipinto di sfumature rosse, in diverse regioni del Nord Italia, fra cui l’Emilia-Romagna, i fortunati con il naso all’insù hanno avvistato una lunga scia luminosa.
Un meteorite, più precisamente chiamato bolide, è stato avvistato anche nelle province emiliane, come segnalato sui social da tantissime persone poco dopo le 18.30, quando la scia luminosa ha solcato i cieli.
Il video è visibile sul canale YouTube de iLMeteo anche a questo link https://www.youtube.com/watch?v=NGdy7ED_NFI.
È passato solo un quarto d’ora dalla telefonata alla Sala operativa del Comando di via Galilei al momento in cui le operatrici della Polizia municipale di Modena hanno restituito il piccolo all’abbraccio del papà. Ma per il padre che, ieri domenica 21 ottobre, lo aveva perso di vista durante la mattinata trascorsa insieme al Mercantingioco deve essere stato un lasso di tempo interminabile.
Poco prima, verso le 11.45, il bambino era stato trovato in lacrime da un passante che ha chiamato la Polizia municipale e atteso l’arrivo della pattuglia. Le operatrici giunte sul posto hanno preso in custodia il bambino spaventato cercando di consolarlo. Immediatamente è iniziata anche la ricerca sul posto dei genitori che lo avevano smarrito: una pattuglia della Municipale si è posizionata all'interno dell'anello del Novi Sad con i lampeggianti accesi in modo da essere ben visibile agli occhi di chi stava probabilmente cercando il bambino. E non c’è voluto molto. In breve gli agenti sono stati avvicinati da un pakistano che ha detto di conoscere il piccolo e il padre che insieme a un gruppo di amici stava disperatamente cercandolo tra le bancarelle del Mercantingioco, il mercatino dei bambini in corso domenica al Novi Sad. Un squillo al cellulare e il papà è arrivato di corsa, in lacrime per la felicità, mentre il piccolo saltava al collo. Agli agenti l’uomo ha spiegato di aver portato il figlio di tre anni al Mercantingioco per acquistargli qualche giocattolo alle bancarelle e di averlo perso di vista proprio mentre estraeva il portafoglio per pagare una macchinina scelta dal bimbo che si è rapidamente allontanato.
Accordo firmato oggi nella sede dell’Ateneo dal Rettore Paolo Andrei e dal Presidente della Fondazione Cariparma Gino Gandolfi per progetti e iniziative in ambito scientifico e umanistico. 600mila euro il contributo della Fondazione Cariparma.
Parma, 22 ottobre 2018 –
Università di Parma e Fondazione Cariparma insieme per la ricerca. Questo lo spirito di fondo dell’accordo firmato oggi nella sede dell’Ateneo dal Rettore Paolo Andrei e dal Presidente della Fondazione Cariparma Gino Gandolfi. Un accordo di notevole rilievo, non solo per la cifra complessiva d’investimento ma anche per l’idea che ne sta alla base: il sostegno a un’attività strategica per l’Ateneo com’è quella di ricerca, nella quale l’Università di Parma ha raggiunto in questi anni risultati di straordinario livello (basti solo pensare alle scoperte sui “neuroni specchio”, alle ricerche che hanno portato alla realizzazione di veicoli autonomi, agli studi nel campo delle scienze dell’alimentazione e della produzione agro-industriale) che contribuiscono fortemente al buon posizionamento dell’Ateneo di Parma su scala nazionale e internazionale, oltre che ad avere importanti ricadute applicative e sulla didattica.
Nello specifico l’intesa, illustrata in dettaglio dal Pro Rettore alla Ricerca Roberto Fornari, va a supporto di un programma per l’incremento della competitività di tutte le aree di ricerca dell’Ateneo, con un investimento iniziale complessivo di un milione di euro: 400mila euro stanziati dall’Università di Parma e 600mila euro dalla Fondazione Cariparma.
L’accordo, di durata triennale, è finalizzato al sostegno di progetti di docenti e ricercatori, con attenzione all’innovatività e all’alto livello qualitativo: la selezione sarà a cura della Commissione Ricerca di Ateneo. Essenzialmente tre le tipologie su cui l’intesa si concentra:
Finanziamenti riservati a docenti e ricercatori senior al fine di sostenere ricerche già affermate o di lanciare ricerche a forte contenuto innovativo e potenzialmente di grande impatto
Finanziamenti riservati a ricercatori a tempo determinato di età inferiore a 40 anni che propongono idee innovative implementabili in un breve periodo
Azione che mira a premiare i docenti che si sono misurati nel mondo dei competitivi bandi ERC (European Research Council) e, pur non essendo risultati vincitori, hanno ricevuto valutazioni positive fino ad arrivare all’ultima fase della selezione a Bruxelles, dimostrando così di aver elaborato progetti di alto profilo. Questa azione, che non è stata mai sperimentata all’Università di Parma, ha il duplice obiettivo di premiare le idee di validi docenti e di stimolarne altri a intraprendere la difficile strada dei bandi ERC.
Queste azioni vanno ad aggiungersi ad altre quali borse di studio, assegni di ricerca, fondi locali per la ricerca di Ateneo, fondi per il rinnovo delle “grandi attrezzature”, – che l’Università di Parma ha recentemente lanciato, con grande determinazione, per incrementare il proprio potenziale di ricerca. Inoltre, non si può non ricordare il grande impegno che l’Università di Parma, congiuntamente a Fondazione Cariparma e ad altre realtà del territorio, ha condotto per rendere possibile il finanziamento di numerose borse di studio a vantaggio dei partecipanti ai diversi programmi di Dottorato di Ricerca istituiti presso l’Ateneo parmense.
Fonte: Università degli Studi di Parma