Duecento bambini di Chernobyl sono stati ospitati dall'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna in occasione del "Chernobyl day 2019": l'appuntamento voluto dal parlamento regionale per incontrare le associazioni del territorio che da oltre 30 anni assistono nel loro soggiorno in Italia i bimbi colpiti dalla radiazioni del disastro nucleare del 1986.
Un'esperienza di accoglienza e di prevenzione sanitaria per i piccoli ucraini e bielorussi, che ieri mattina sono stati accolti presso la sede della Regione a Bologna, in viale Aldo Moro dalla presidente Simonetta Saliera e dai consiglieri regionali Barbara Lori, Enrico Campedelli, Francesca Marchetti, Roberto Poli, Nadia Rossi, Ottavia Soncini, Luciana Serri e Mirco Bagnari per rinnovare il legame tra l'associazionismo e la Regione.
"L'Assemblea legislativa ha voluto fortemente il 'Chernobyl day' per far conoscere tutte le associazioni che operano ogni giorno da Piacenza a Rimini e creare un'occasione di incontro", ha spiegato la presidente Saliera. "Sono oltre 30 anni di associazionismo e solidarietà nei confronti di bambini e di famiglie che hanno subito il disastro di Chernobyl. In questi anni, oltre all'accoglienza di migliaia di bambini, si sono attivati tanti progetti a livello educativo e sanitario in scuole, ospedali e orfanotrofi: un rapporto consolidato fra associazioni, famiglie e istituzioni che oggi stiamo celebrando". Da qualche anno, infatti, l'Assemblea ha riallacciato i rapporti con le associazioni che già negli anni '80 dimostrarono attenzione per i bimbi bielorussi, tanto che da allora sono stati oltre 11 mila i bambini ospitati e curati nelle strutture sanitarie emiliano-romagnole.
Presente anche il professor Angelo Varni, storico e docente dell'Università di Bologna, che ha curato gratuitamente per l'Assemblea il volume "Progetto Chernobyl. 30 anni di amicizia e solidarietà": pubblicazione che racconta la storia delle associazioni emiliano-romagnole che si impegnano a favore dei bambini di Chernobyl. "Questo legame trasmette grande positività, nasce dal basso, spontaneamente, e si è alimentato giorno dopo giorno. Un rapporto che cerca di combattere il dolore, sostituendolo con la speranza per un futuro in cui la solidarietà significa dare e ricevere".
Nella mattinata si sono susseguiti interventi e testimonianze dei rappresentanti di varie associazioni (come Help for children, Anpas Bologna, Aiutiamoli a vivere e Puer Gruppo Bologna Coccinella) e anche degli stessi ragazzi che hanno partecipato ai progetti di accoglienza, come il sedicenne Fiasiun Uladzimir. "Vengo in Italia ormai da 9 anni, dal 2010- ha raccontato l'adolescente- ed è stato bello incontrare un popolo così aperto, ci ha fatto capire che non esiste solo freddezza ma anche affetto e capacità di ascolto. Un'esperienza bellissima, tanto che il prossimo anno voglio trasferirmi in Italia e iscrivermi all'università per studiare lingue".
"Noi accogliamo bambini dagli anni Novanta- ha spiegato Enrico Pelassa di Help for the children Parma- e abbiamo accolto oltre 4 mila bambini, che si sono legati al territorio e alle famiglie". Un'attività che porta avanti da tempo anche Anpas Bologna: "Siamo l'unica Regione in Italia a celebrare il Chernobyl day e questo ci deve rendere orgogliosi", ha sottolineato Marina Balboni. Si tratta di una ricorrenza molto importante anche per Sergio Messori di Puer: "Si restituisce dignità alla parola 'accoglienza', che significa solidarietà e rispetto, valori che oggi sono troppo spesso visti con valenza negativa. Credo che tutte le Regioni dovrebbero istituire una giornata di questo tipo".
La collaborazione con le associazioni di Chernobyl ha visto anche nell'ottobre 2018 un momento istituzionale, quando una delegazione di consiglieri regionali (Barbara Lori e Matteo Rancan) si è recata in missione in Bielorussia per accompagnare le associazioni al fine di vedere sul campo l'impegno del nostro volontariato.
Fonte: Regione ER
Sicurezza nelle città. Accordo tra Regione e Prefetture: controlli, scambio di informazioni Forze di Polizia-Polizia locale, aggiornamento professionale condiviso, integrazione dei sistemi di videosorveglianza contro furti e rapine, interventi per le periferie e prevenzione sociale. Siglato oggi a Bologna dal presidente Stefano Bonaccini e dal prefetto Patrizia Impresa: "Il miglioramento della sicurezza può essere solo il risultato di azioni convergenti delle istituzioni nazionali e locali e di interventi integrati".
Bologna –
Più controlli attraverso lo scambio in tempo reale di informazioni tra le Forze di Polizia, grazie anche alla interconnessione con le sale operative della Polizia locale, e aggiornamento professionale condiviso. Integrazione dei sistemi di videosorveglianza, con la sperimentazione di piattaforme intelligenti capaci, ad esempio, di leggere le targhe interfacciandosi con le banche dati del Viminale, visto un obiettivo in particolare: prevenire e contrastare i furti in appartamento, imprese ed esercizi commerciali, e le rapine, reati sempre di più realizzati da soggetti in arrivo da fuori città. E ancora, progetti di inclusione sociale, prevenzione ambientale e rigenerazione urbana, in particolare valorizzando gli interventi regionali volti alla riqualificazione di grandi complessi edilizi o di aree degradate e ad alto rischio, così come le esperienze sostenute dal sistema degli enti locali come assistenti civici e controllo di comunità. Infine, programmazione e monitoraggio congiunto sull’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
E’ il nucleo dell’Accordo triennale per la promozione della sicurezza integrata siglato oggi tra la Prefettura di Bologna e la Regione Emilia-Romagna nella sede del Palazzo del Governo, in piazza Roosevelt. A firmare l’intesa il prefetto Patrizia Impresa e il presidente Stefano Bonaccini.
Un Accordo che ha come oggetto l'individuazione dei progetti e delle modalità operative per la promozione della sicurezza che il Ministero dell'Interno, con il sistema delle Prefetture e la Regione Emilia-Romagna, si impegnano a realizzare in collaborazione con gli Enti locali interessati.
“Con questo accordo definiamo il quadro di riferimento per una collaborazione importante, che ha l’obiettivo di migliorare la sicurezza nelle città dell’Emilia-Romagna- ha affermato il presidente Bonaccini-. Un’esigenza fortemente sentita dalla Regione, tanto che abbiamo raddoppiato gli stanziamenti dell’anno scorso, mettendo a bilancio oltre 2 milioni di euro per la sicurezza integrata del territorio, a sostegno di nuovi progetti che puntano soprattutto a recuperare spazi urbani. Ma l’importanza di questa intesa è nella collaborazione istituzionale, convinti che il miglioramento della sicurezza può essere solo il risultato di interventi convergenti delle istituzioni nazionali e locali. Controllo e prevenzione, rispetto delle leggi, inclusione, garanzia dei diritti e dei doveri, non sono un elenco di obiettivi astratti, ma gli elementi indispensabili per risolvere specifici problemi. Per questo come Regione abbiamo avviato, in questa legislatura, una nuova fase delle politiche regionali di sicurezza. L’obiettivo che ci siamo posti è quello di integrarle sempre più con quelle politiche di settore che, pur avendo diverse finalità, possono tuttavia esercitare una significativa influenza sul livello complessivo di sicurezza di una comunità, misure preventive tutte giustamente ricomprese nel protocollo che firmiamo oggi. In un quadro di collaborazione che con le Prefetture e le forze di polizia abbiamo rafforzato già a partire dalla ricostruzione post sisma, sulla quale, insieme, in questi anni abbiamo ottenuto ottimi risultati sul fronte della legalità, della trasparenza e della prevenzione- ha chiuso Bonaccini-, così come dello smascheramento di coloro che avevano ingiustamente ricevuto contributi”.
Bonacinni con i Prefetti di Bologna, Fearrara, Reggio Emilia, Ravenna, Modena e Rimini
COSA PREVEDE L’ACCORDO
Nell’intesa si prevede: condivisione dei dati sull’andamento della criminalità; interconnessione delle sale operative della Polizia locale e delle Forze statali di Polizia, con reciproco scambio informativo avvalendosi anche dei nuovi sistemi tecnologici richiesti dall’introduzione del numero unico di emergenza europeo 112; uso in comune dei sistemi di videosorveglianza; aggiornamento professionale integrato per gli operatori di polizia nazionale, locale e di altre professionalità, specializzate nei settori di prevenzione dei fenomeni di devianza sociale o nel campo della mediazione interculturale. E ancora, attivazione di progetti di inclusione sociale, al fine di migliorare la qualità della vita e la riqualificazione socioculturale delle aree interessate, oltre allo sviluppo di progetti di prevenzione ambientale e rigenerazione urbana per favorire condizioni di maggiore sicurezza degli spazi pubblici. Infine, promozione delle attività di programmazione e monitoraggio congiunto delle azioni di valorizzazione dell’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
L’accordo intende valorizzare gli interventi regionali volti alla riqualificazione urbana di grandi complessi edilizi o di aree urbane ad alto rischio di criminalità e di degrado. Si tratta di una prevenzione basata sulla progettazione ambientale finalizzata a ridurre al minimo fenomeni quali la frammentazione urbana, l’isolamento, il degrado e l’esistenza di quartieri monofunzionali. Questo principio si è tradotto in investimenti regionali a sostegno di interventi a livello territoriale per la rigenerazione urbana e il recupero dei contenitori dismessi, sulla base di indirizzi e linee guida volti a incoraggiare la mescolanza sociale e funzionale e a favorire il recupero innovativo di spazi e edifici.
Per quanto attiene poi lo scambio di dati, verranno avviate sperimentazioni di crime mapping, peraltro già testate proprio da Prefettura di Bologna e Regione Emilia-Romagna sulla base di precedenti intese, che hanno fatto da apripista a metodi innovativi di analisi territoriale e valutazione di impatto di politiche pubbliche di prevenzione e sicurezza urbana.
Sarà promosso un incremento strategico dei sistemi di videosorveglianza esistenti, anche allo scopo di costituire reti integrate e tecnologicamente compatibili di scambio e condivisione di informazioni ed immagini.
Verrà privilegiata la sperimentazione di sistemi di videosorveglianza intelligenti, capaci della rilevazione dei transiti e di lettura delle targhe interfacciandosi con la banca dati del Sistema centralizzato nazionale targhe e transiti del Ministero dell’Interno e con quello di videosorveglianza cittadino a supporto delle Forze di Polizia (Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale). L’intervento tecnologico di videosorveglianza integrata, così concepito, intende prevenire e contrastare i reati e in particolare i furti in appartamento e a danno di attività economiche e le rapine, che sempre più spesso vengono perpetrati da soggetti che provengono da fuori città.
Verrà promossa la collaborazione con le associazioni di volontariato per la rivitalizzazione sociale delle aree urbane, valorizzando le esperienze sostenute dalla Regione Emilia-Romagna e dal sistema degli Enti locali come le figure degli assistenti civici e le diverse forme di controllo di comunità.
Fonte: Regione ER
Sviluppo. Emilia-Romagna attrattiva: 17 Gruppi e imprese pronti a investire oltre 56 milioni di euro nei settori automotive, biomedicale, meccatronica, mobilità sostenibile. Insediamenti, due centri di ricerca e 521 nuovi posti di lavoro. Anche la mitica Isotta-Fraschini decide di ripartire dalla Motor Valley emiliana. Conclusa la selezione dei progetti presentati col terzo bando della legge 14/2014 per la promozione degli investimenti nel territorio: 22 milioni il contributo della Regione. Anche Ferrari e Lamborghini realizzeranno ulteriori investimenti e assunzioni. Centri ricerche della Vis Hydraulics a Serramazzoni (Mo), per valorizzare gli scarti di produzione, e di Imal a Modena, per la sensoristica dei sistemi oleodinamici. Il 13% degli investimenti, per 7 milioni di euro, in aree montane.
Bologna -
Dopo 70 anni, riparte dall’Emilia-Romagna lo storico marchio milanese Isotta-Fraschini. Nata all’ombra della Madonnina nel 1900, la casa automobilistico insedierà due nuovi stabilimenti lungo la Via Emilia, uno a Bologna e uno a Modena, per progettare e realizzare autovettura elettriche “intelligenti” ad elevatissime prestazioni. Ma nella Motor Valley emiliana continueranno a investire in ricerca la Lamborghini di Sant’Agata Bolognese, la Ferrari di Maranello e la Vrm (storica casa produttrice di sospensioni moto), prevedendo centinaia di nuove assunzioni di alto livello. Questo in una terra che può contare su professionalità formate nella Motorvehicle University of Emilia-Romagna (MUNER), voluta dalla Regione Emilia-Romagna mettendo insieme i quattro atenei del territorio emiliano-romagnolo e le case motoristiche che rappresentano l’eccellenza del Made in Italy nel mondo, con le loro radici storiche qui, nel territorio: Automobili Lamborghini, Dallara, Ducati, Ferrari, Haas F1 Team, HPE Coxa, Magneti Marelli, Maserati e Toro Rosso. E poi anche la realizzazione di due nuovi centri di ricerca (entrambi nel modenese), uno per lo sviluppo di tecnologie sul riutilizzo di scarti dei prodotti lignei e vegetali e l’altro per sistemi oleodinamici. Ma anche rilevanti investimenti nel settore biomedicale, dell’intelligenza artificiale, del risparmio energetico, della mobilità sostenibile e della logistica.
Sono gli investimenti che saranno realizzati in Emilia-Romagna - fra Bologna, Modena e Reggio Emilia - per oltre 56 milioni di euro con un cofinanziamento a fondo perduto della Regione pari a quasi 22 milioni di euro e l’assunzione di 521 nuovi lavoratori di cui quasi la metà laureati. I progetti presentati da 17 imprese (di cui 5 con proprietà straniera), e approvati dalla Giunta regionale, sono stati selezionati attraverso il terzo bando per l’attrattività, misura prevista dalla legge regionale 14 del 2014 sulla “Promozione degli investimenti in Emilia-Romagna”, uno strumento normativo che porta a procedure definite e tempi certi, puntando sulla collaborazione fra istituzioni e imprese.
“Siamo di fronte a realtà imprenditoriali importanti che decidono di potenziare la loro presenza nella nostra regione, o che scelgono di venire qui- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Gruppi che in Emilia-Romagna trovano le condizioni per crescere, soprattutto in settori ad alto valore aggiunto, nei quali come Regione abbiamo investito puntando su formazione, ricerca e sviluppo, oltre alla rete regionale dei Tecnopoli, basata sul forte collegamento fra i nostri atenei e il mondo produttivo. In una logica di sistema che è quella del Patto per il Lavoro siglato con tutte le parti sociali: una concertazione sulle scelte per una crescita sostenibile che ci consente di essere fra le aree più innovative e attrattive nel Paese e a livello internazionale. Le 17 imprese che intendono puntare sui nostri territori, dimostrano anche la validità degli strumenti normativi che mettiamo in campo, a partire dalla legge regionale per promuovere gli investimenti in Emilia-Romagna, che consente di avere procedure definite e tempi certi, puntando sulla collaborazione fra istituzioni e imprese. Tutto questo con l’obiettivo primario di creare nuovi posti di lavoro, qualificati e stabili, contrastando la precarietà ed estendendo i diritti”.
Le 17 imprese
Le aziende che realizzeranno gli investimenti sono: Automobili Lamborghini Spa, Bellco Srl, Datalogic, Elettric 80(3 progetti), Eurosets Srl, Ferrari (3 progetti), Fev Italia Srl, Imal (1 progetto e 1 centro di ricerca), Injenia, Isotta Fraschini, Iungo Spa, Mind Srl, Nier Ingegneria Spa, Qura (5 progetti), System Logistics Spa, Vis Hydraulics Srl(1 progetto e 1 centro ricerche) e Vrm Srl.
Nelle prossime settimane saranno sottoscritti gli “Accordi regionali di insediamento e sviluppo delle imprese” che daranno il via ai progetti d’investimento fissando, nel dettaglio, le modalità di intervento. Nel prossimo autunno, la Regione aprirà una seconda finestra dello stesso bando con a disposizione ulteriori 12 milioni di euro di finanziamenti a fondo perduto per nuovi investimenti in Emilia-Romagna.
“Il parterre dei Gruppi che hanno investito in Emilia-Romagna negli ultimi anni, anche grazie alla legge regionale sulla promozione degli investimenti, è cospicuo sia numeri sia nella qualità della proposta- aggiunge l’assessore alle Attività produttive, Palma Costi-. E la risposta a questo terzo bando rafforza lo sviluppo del sistema produttivo e territoriale dell’Emilia-Romagna, nell’ottica di creare nuovo lavoro e buona occupazione, generando anche ricadute significative nelle filiere delle piccole e medie imprese, asse portante e fiore all'occhiello del nostro sistema economico”.
I risultati in sintesi
I 17 programmi di investimento (su un totale di 23 presentati) ammessi a finanziamento, per la metà riguardano il settore automotive (31,2 milioni di euro), il 25% il comparto delle tecnologie per la salute, il biomedicale, (circa 14 milioni di euro) e il 15% la meccanica e l’elettronica (8,5 milioni di euro). Il 13% degli investimenti previsti è realizzato in aree montane per complessivi di 7 milioni di euro di interventi e un contributo della Regione di quasi 3 milioni.
Si avvieranno due nuovi centri di ricerca dove le imprese potranno acquisire competenze e tecnologie in particolare nei settori della valorizzazione degli scarti di produzione (Vis Hydraulics a Serramazzoni, in provincia di Modena) e della sensoristica per sistemi oleodinamici (Imal a Modena).
I progetti dell’automotive puntano su attività di ricerca capaci di incrementare la competitività del settore e di collocarlo nei segmenti produttivi più avanzati. Presentate proposte per la realizzazione di super car che si orientino verso una maggiore sostenibilità e la possibilità di incrementare le prestazioni con l’utilizzo di tecnologie predittive. Previsti investimenti nella ricerca sui materiali che consentano un loro alleggerimento e un conseguente incremento dell’autonomia dei motori elettrici e ibridi. Per quanto riguardo le tecnologie predittive di assistenza alla guida, ricerca e investimenti si orientano verso la connettività ovvero la capacità di acquisire e condividere informazioni da parte delle diverse componenti del mezzo e verso la modalità e traduzione in comandi delle informazioni acquisite.
Analogamente, i programmi di investimento del settore biomedicale mirano al posizionamento sul mercato di nuovi prodotti: gli investimenti proposti riguarderanno la ricerca e la prototipazione di device e tecnologie. Gli Accordi regionali di insediamento e sviluppo accompagneranno le imprese nell’incremento della loro competitività aumentando, al contempo, la dotazione tecnologica del sistema regionale.
Anche nell’edizione 2019, viene confermata la vocazione del sistema produttivo regionale verso i settori della meccanica e delle apparecchiature ma anche la rilevanza degli investimenti nelle applicazioni tecnologiche nella gestione e nella movimentazione delle merci, così come nelle tecnologie per l’industria del legno. Presenti anche progetti in ambito informatico orientati allo sviluppo dell’Artificial intelligence attraverso i sistemi di machine learning.
Tre anni di attrattività
Sommando le precedenti analoghe misure di promozione degli investimenti in Emilia-Romagna (una nel 2016 e una nel 2017) a quella appena approvata, gli investimenti realizzati salgono complessivamente a quasi 218 milioni di euro (con un contributo della Regione di circa 75 milioni) con 1.720 le nuove assunzioni e 35 programmi di investimento (13 progetti nel 2016, 5 nel 2017 e 17 nel 2019).
Fonte: Regione Emilia Romagna
Dalla segreteria di Michele Facci, Fratelli d'Italia, riceviamo e pubblichiamo.
"In occasione del bilancio 2019, proprio al fine di sostenere le imprese montane, Il Presidente Bonaccini aveva promesso uno stanziamento di 15 milioni, sotto forma di sgravio sull'IRAP per le imprese già esistenti nelle zone montane, e l'azzeramento della tassa per le imprese di nuova costituzione.
Oggi, in Commissione Politiche Economiche, è stato presentato un Progetto di Legge per rendere concreto il sostegno promesso, ma dal contenuto fortemente ridimensionato: lo stanziamento viene ridotto da 15 a 12 milioni (-20%), e viene escluso l'azzeramento della tassa per le imprese di nuova costituzione.
Ancora una volta, assistiamo a promesse non mantenute da parte della Regione: un provvedimento certamente favorevole, quello del mantenimento e sviluppo delle attività produttive nei comuni montani, viene incredibilmente depotenziato. Da una parte la riduzione del 20% rispetto alle somme promesse, dall'altra l'esclusione del beneficio di quelle imprese che, pur situate in zone parzialmente montane, non ricadono in Comuni classificati come totalmente montani.
Un'ingiustificata riduzione del sostegno garantito, unitamente ad un'altrettanta ingiustificata esclusione di imprese egualmente meritevoli di ricevere aiuto: questo l'ennesimo passo falso di una Giunta sempre più in difficoltà."
E' quanto dichiarano i Consiglieri Regionali di FDI Facci, Callori e Tagliaferri in relazione al PDL regionale "Sostegno alle imprese localizzate nelle zone montane"
L'Emilia-Romagna spegne l'inceneritore di Ravenna. E avanti con la raccolta dei rifiuti in Adriatico, per difendere il nostro mare. Il presidente Bonaccini: "Qui iniziamo a chiuderli davvero, un passo vero e concreto verso il superamento dei termovalorizzatori". Il lavoro di squadra con il Comune di Ravenna e Hera. La decisione senza intaccare l'autosufficienza regionale nella gestione e smaltimento, garantiti dalla programmazione condivisa sugli altri impianti e dall'impennata della raccolta differenziata.
Bologna –
L’Emilia-Romagna spegne l’inceneritore di Ravenna: a fine anno, infatti, avrà fine il conferimento dei rifiuti urbani nell’impianto.
È il primo degli obiettivi raggiunti ed evidenziati nella relazione di chiusura del monitoraggio intermedio del Piano regionale dei rifiuti, che ne verifica lo stato di attuazione a tre anni dalla sua approvazione.
E’ il frutto del lavoro di squadra di Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna ed Hera che insieme hanno definito la road map che porterà allo stop: il periodo da qui a fine anno servirà per gli adempimenti tecnici e organizzativi.
Questo senza compromettere l’autosufficienza della regione nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti, che sarà garantita da un lato attraverso l’efficace utilizzo degli altri impianti presenti nel territorio, secondo la programmazione definita, e dall’altro, in particolare, dall’aumento della raccolta differenziata, sulla quale, come annunciato la scorsa settimana, si sta centrando l’obiettivo del 73% entro il 2020 previsto sempre dal Piano, essendo arrivata al 68% nel 2018 (+3,7% sull’anno precedente).
Lo ha deciso la Giunta regionale: l’Emilia-Romagna è sempre più impegnata a difesa dell’ambiente e del mare, con azioni concrete per favorire l’economia circolare.
Sono queste le novità principali annunciate oggi dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, nel corso di una conferenza stampa a Bologna con l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo e il sindaco del Comune di Ravenna, Michele De Pascale.
“Quando tre anni fa abbiamo approvato il Piano regionale dei rifiuti- afferma Bonaccini- l’avevamo detto in modo chiaro: volevamo una svolta ecologica nella nostra regione con un progressivo spegnimento degli inceneritori e un aumento sensibile della raccolta differenziata. Stiamo centrando gli obiettivi. La settimana scorsa i dati positivi della differenziata con la forte crescita avuta nel 2018 e oggi la chiusura dell’Ire di Ravenna. Un passo vero e concreto che va nella direzione del superamento dei termovalorizzatori, reso possibile dalla volontà e dall’impegno dell’amministrazione ravennate, dai tecnici di Hera e quelli che hanno lavorato al Piano, e che ringrazio. E soprattutto grazie ai cittadini che, cambiando le loro abitudini, stanno rendendo possibile quello che fino a pochi anni fa non era pensabile: riciclare sempre più per azzerare i rifiuti indifferenziati”.
Lo sforzo fatto dai cittadini dell’Emilia-Romagna va nella direzione giusta. Già 81 Comuni nel 2018 hanno adottato sistemi di tariffazione puntuale che consente di misurare il rifiuto prodotto e di pagare per quanto si butta come prevede la legge regionale 16 del 2015 sull’economia circolare di cui il Piano dei rifiuti è strumento attuatore. La riduzione dei rifiuti urbani indifferenziati, del 6,8% rispetto al 2017, è addirittura superiore alle previsioni. La raccolta differenziata ha raggiunto il record del 68% e i conferimenti in discarica sono al 4,9%, già sotto l’obiettivo del 10% fissato dall’Europa per il 2035.
“A tre anni dall’approvazione del Piano regionale dei rifiuti- spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo-, si conferma quanto sempre sostenuto dalla Regione: gli impianti si usano finché servono e si chiudono quando non servono più a soddisfare le necessità di cittadini e imprese, secondo una valutazione complessiva di sostenibilità ambientale che tiene in considerazione la loro anzianità, le tecnologie a disposizione, il livello di efficienza e quindi gli impatti ambientali. La chiusura del termovalorizzatore di Ravenna, il più obsoleto della regione, è una conseguenza diretta della riduzione dei rifiuti urbani indifferenziati delle province di Ravenna e Forlì-Cesena: un dato positivo, frutto delle politiche regionali e dell’impegno delle comunità locali”.
“La conferma di un impegno importante preso nel nostro territorio che va verso una concezione più moderna della gestione del ciclo dei rifiuti- spiega il sindaco, De Pascale-. L’impianto di Ravenna non viene chiuso per un localismo, per demagogia o per una sindrome nimby, ma viene chiuso perché è un impianto troppo piccolo e il più vecchio della regione con le peggiori performance emissive. Ravenna è un territorio che tanto ha dato e tanto dà al sistema della gestione dei rifiuti dell’Emilia-Romagna e vede oggi un risultato importante sul territorio, che si sta abbinando a uno sforzo molto importante dei cittadini di tutta la provincia di Ravenna per il passaggio a un nuovo sistema di raccolta che aumenti significativamente la raccolta differenziata. I dati sulle percentuali vanno letti con attenzione. Ravenna- prosegue il sindaco- è stata una delle poche province che è andata a gara per il sistema di raccolta rifiuti. Questo ha impedito negli ultimi anni di effettuare cambiamenti radicali al sistema di raccolta che invece stanno avvenendo proprio in questi mesi e che già stanno dando risultati estremamente positivi. Quindi Ravenna vedrà la chiusura dell’Ire e vedrà al contempo un aumento molto significativo delle sue percentuali di raccolta differenziata”.
Per quanto riguarda invece l’impianto di Piacenza, sentita l’amministrazione comunale, per ora rimarrà in esercizio, anche in attesa degli effetti derivanti dall’aggiudicazione della nuova gara di affidamento del servizio.
“L’analisi del ciclo di vita del termovalorizzatore di Borgoforte- sottolinea Gazzolo- mette in evidenza che la cessazione del conferimento dei soli rifiuti urbani avrebbe un rendimento ambientale peggiore in termini di emissioni di CO2 e per il trasporto fuori provincia. La linea regionale è creare le condizioni perché – quando si decide che un impianto cessi il trattamento dei rifiuti urbani – si spenga del tutto”.
“Il monitoraggio- chiude l’assessore- evidenzia risultati importanti raggiunti dal Piano regionale dei rifiuti: ora avanti per introdurre in tutti i Comuni la tariffazione puntuale”.
Lotta alla plastica
La Regione scende in campo anche contro la plastica che inquina il nostro mare. I pescatori potranno raccogliere i rifiuti in Adriatico senza pagare la tariffa di servizio portuale. La disposizione è operativa da subito e permette di dare piena attuazione a quanto già previsto dal Piani di raccolta dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico, già adottati dalla Capitanerie di porto d’intesa con la Regione per i porti di Rimini, Bellaria, Cattolica, Cesenatico, Goro, Gorino, Porto Garibaldi e Riccione. Un incentivo a difesa dell’intero ecosistema marino.
“L’ho già detto e voglio ripeterlo qui- prosegue il presidente Bonaccini- vogliamo diventare una regione senza plastica, plastic free: domani entra in vigore la direttiva europea contro la plastica monouso e già nelle prossime settimane approveremo in Giunta la strategia regionale per darne attuazione anticipata rispetto alla scadenza del 2021, con misure integrate e coerenti per raggiungere l’obiettivo. Abbiamo gli esempi di alcuni comuni virtuosi, come Rimini e Coriano, che hanno bandito la plastica sulle spiagge o nei loro territori. Altri si aggiungeranno e noi, come Regione, faremo la nostra parte. Ma già oggi diamo un segnale importante verso quella direzione, senza perdere tempo”. /BB
Cresce ancora la raccolta differenziata di rifiuti in Emilia-Romagna: nel 2018 è arrivata al 68%, + 3,7%. Incrementi in tutte le province: 128 Comuni (il 39%) raggiungono con due anni di anticipo l'obiettivo del 73% fissato dal Piano regionale. In 93 oltre l'80%. I dati nei territori. L'assessore Gazzolo: "Risultato molto buono, frutto di un lavoro collettivo e delle politiche condivise con il Piano regionale. Il +3,7% rappresenta l'incremento più forte degli ultimi anni e con questo andamento supereremo agevolmente l'obiettivo fissato per il 2020".
Bologna –
Cresce la raccolta differenziata dei rifiuti in Emilia-Romagna, che raggiunge in media il 68%, superando in diversi Comuni, con due anni di anticipo, gli obiettivi fissati dal Piano regionale di gestione dei rifiuti (Prgr).
In particolare, 128 Comuni (il 39% dei 329 totali) hanno già raggiunto il target fissato dal Prgr, che prevede di arrivare al 73% di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani in Emilia-Romagna nel 2020.
In 93 Comuni (il 30% degli enti), inoltre, tale soglia è stata raggiunta o superata, toccando o andando oltre quota 80% di raccolta differenziata, mentre in 14 Comuni (4%) si è arrivati al 90% e oltre.
Dai dati 2018, relativi a tutte le province dell’Emilia-Romagna, emerge che la raccolta differenziata dei rifiuti urbani è arrivata in media in regione al 68% (era il 64,3% nel 2017). Incrementi in tutte le province: in quella di Parma la differenziata si attesta al 78,3% (+0,7% sul 2017), a Reggio Emilia al 77% (+5,7%), Ferrara al 76,2% (+8,2%), Modena al 70,7% (+2,9%), Piacenza al 68,7% (+7,6%), Rimini al 66,6% (+3,1%), Bologna al 63,8% (+4,8%), Forlì-Cesena al 56,6% (+0,2%), Ravenna al 55,9% (+1,1).
In particolare, se la produzione totale dei rifiuti urbani nel 2018 è stata pari a 3 milioni di tonnellate (con un aumento contenuto rispetto al 2017) continua in maniera costante la crescita della raccolta differenziata che consente di recuperare oltre 2 milioni di tonnellate di rifiuti nel 2018, diminuendo in modo sensibile l’indifferenziato residuo.
I dati registrano +3,7% sul 2017 e +6,8% sul 2016, anno di entrata in vigore del Piano regionale dei rifiuti. I rifiuti indifferenziati sono in calo del 6,8% rispetto al 2017.
“Si tratta di un risultato importante e molto buono, frutto anche delle politiche promosse dal Piano regionale”, sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo. “Un risultato al quale hanno lavorato da protagonisti i Comuni e i gestori, con la collaborazione attiva dei cittadini dell’Emilia-Romagna. Con questo andamento positivo raggiungeremo agevolmente l’obiettivo del Piano per il 2020”.
Guardando agli obiettivi del Prgr, sono positivi anche i risultati negli 81 Comuni che hanno applicato la tariffazione puntuale: sono 43 (sui 79 totali) quelli con l’80% o più di rifiuti differenziati e 11 (sui 14 totali) quelli che hanno raggiunto il 90% di raccolta differenziata.
Facendo, invece, riferimento agli obiettivi fissati nelle norme nazionali, il 54% dei Comuni dell’Emilia-Romagna ha già superato la quota del 65%.
Per quanto riguarda le diverse tipologie di rifiuto, si segnala un miglioramento generalizzato: la percentuale maggiore di differenziata riguarda il verde (21%), la carta (19,3%) e l’umido (15,4%). Seguono legno e vetro (8,6% ognuno); plastica (7,5%); rifiuti da costruzione e demolizioni (4,4%) e ingombranti (4,2%); i cosiddetti “altri rifiuti” come acidi, batterie, farmaci, oli, vernici, (3,7%); rifiuti derivanti dallo spazzamento delle strade (2,8%); metalli (1,5%); Raee (1,2%) e compostaggio domestico (1%).
Miriam Ridolfi, allora assessore di Bologna, ha raccontato il "suo 2 agosto" in un volume pubblicato grazie all'Assemblea legislativa e messo a disposizione dei cittadini nelle biblioteche pubbliche. “Le 'Storie di Miriam' sono tasselli della nostra memoria condivisa" afferma la presidente Saliera.
Bologna -
“Le storie di Miriam” diventano un libro grazie all’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e sono consultabili in tutte le Biblioteche aderenti all’Istituzione Biblioteche di Bologna. Miriam è Miriam Ridolfi, una raffinata signora sulla settantina che il 2 agosto 1980 era stata da pochi giorni nominata assessore al Comune di Bologna. Nelle ore successive alla strage alla Stazione si trovò a crescere molto in fretta: dovette coordinare i soccorsi, ascoltare la disperazione dei feriti, rincuorare i soccorritori, dare voce alla rabbia delle vittime. Dimostrò come ci si comporta quando si ricopre un’importante carica pubblica. E lo fece tanto bene che il giorno dei funerali delle 85 vittime il Presidente della Repubblica Sandro Pertini le fece una carezza.
Negli anni, smessa la fascia tricolore, Miriam è tornata a insegnare. E ha voluto mettere nero su bianco “il suo 2 agosto”: ricordi che vanno al di là della storia, parole che sono lezioni di vita. Vicende dove tornano i nomi di Teresa Alberti, Primario del Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore, di Libero Volta, impeccabile dirigente del Comune di Bologna, e dei tanti altri che il 2 agosto non si arresero. Esperienze unite da un solo filo rosso: Bologna resistette al piano stragista perché, come insegna Miriam “ognuno fece la propria parte in modo coordinato gli uni con gli altri”.
In occasione del 39° anniversario della Strage del 2 agosto, Miriam Ridolfi e l’Assemblea legislativa presieduta da Simonetta Saliera hanno raccolto in un volume queste esperienze, queste lezioni di vita. Ne è nato “Le storie di Miriam”, pubblicazione che il Parlamento regionale ha messo a disposizione dei cittadini mandandone copia alle biblioteche pubbliche.
“Miriam Ridolfi è una testimone del tempo, è una maestra della memoria. Non si è mai arresa e continua a dare il proprio contributo alla nostra comunità raccontando ciò che avvenne il 2 agosto 1980: ci volle la sua razionalità per affrontare una situazione incredibile, superare l’annichilimento iniziale e avviare la rete di soccorsi che si mise in moto con grande spontaneità: Miriam nel Palazzo Comunale, Teresa nel Pronto Soccorso del Maggiore, Agide alla guida dell’autobus numero 37, Negrini responsabile sindacale tassisti ne furono il simbolo, ma tanti Pietro, Luisa, Mario, Anna, Guido….si impegnarono a scavare fra le macerie per prestare aiuto ai tanti, troppi, feriti a fianco dei vigili del fuoco, degli infermieri delle ambulanze, dei vigili urbani e di tutte le altre forze dell’ordine che erano accorse”, spiega la presidente Saliera che sottolinea come “Le 'Storie di Miriam' sono dei tasselli della nostra memoria condivisa, servono a contrastare la tentazione dell’oblio e della rassegnazione. Spingono a fare ognuno la propria parte: Istituzioni e cittadini insieme perché ogni nostro gesto sia quello di 'staffette della memoria' che rinnovano, generazione dopo generazione, quella solidarietà umana istintiva e disinteressata che agisce verso chi ha bisogno e porta sollievo nella disperazione. A Miriam, a quanti come lei lottano ogni giorno per la nostra democrazia vanno i più sinceri riconoscimenti. Perché non dobbiamo mai dimenticare che è necessario ricordare in quanto ogni amnesia nasconde una sommaria amnistia”.
Danni maltempo in agricoltura. Via libera alle domande per ottenere l'anticipo del 50% sugli aiuti Pac 2019. L'assessore Caselli: "Ma il decreto ministeriale penalizza le imprese, oltre a rappresentare un pesante fardello burocratico. Abbiamo aderito unicamente per senso di responsabilità verso gli agricoltori"
Gli interessi maturati sull'importo erogato rientrano nel tetto degli aiuti de minimis di 20 mila euro in un triennio fissato da Bruxelles. Niente anticipo sotto la soglia di 750 euro. Le domande possono essere presentate on line sul sito dell'Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura fino al 20 giugno.
Bologna - L'agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura (Agrea) dell'Emilia-Romagna ha aperto da ieri, e fino al prossimo 20 giugno, il termine per la presentazione da parte dei singoli agricoltori e dei Centri di assistenza agricola (Caa) della domanda per chiedere il dell' anticipo del 50% sugli aiuti Pac 2019 (Domanda unica), anziché aspettare la scadenza ordinaria, fissata dalla normativa europea tra il 16 ottobre e il 30 novembre di ciascuno anno.
Si tratta di una procedura di carattere straordinario prevista da un recente decreto del ministero delle Politiche agricole e del Turismo, alla quale la Regione Emilia-Romagna ha aderito, per andare in aiuto alle aziende danneggiate dalle ripetute ondate di maltempo che nello scorso mese di maggio hanno pesantemente colpito coltivazioni e strutture agricole.
Il decreto fissa, comunque, alcune limiti e condizioni che potrebbero ridurne di molto l'operatività e, soprattutto, che penalizzano le aziende sotto l'aspetto economico.
L'anticipo minimo richiesto, infatti, non può scendere sotto la soglia dei 750 euro; inoltre non potrà essere erogato ai produttori con debiti registrati e a quelli che hanno in corso il trasferimento di diritti Pac.
Il vincolo più stringente, che rischia di avere un impatto pesante sulle tasche degli agricoltori, però, è un altro: gli interessi che maturano sull'anticipo erogato prima della scadenza ordinaria del prossimo autunno saranno infatti considerati a tutti gli effetti aiuti di Stato. Pertanto rientrano nel tetto triennale degli aiuti cosiddetti de minimis di 20 mila euro fissato da Bruxelles per ciascuna azienda, tetto che sale a 200 mila euro se si considerano anche quelli extra agricoli, riducendo così la disponibilità per altre misure di sostegno, come ad esempio gli aiuti alla bietola e al grano duro.
"Abbiamo aderito a questa procedura - sottolinea l'assessore regionale all'Agricoltura, Simona Caselli – unicamente per senso di responsabilità verso gli agricoltori, così pesantemente danneggiati dal maltempo delle scorse settimane. Infatti siamo perfettamente consapevoli che si tratta di una soluzione di scarso impatto e che oltretutto costringerà tutti - Agrea, agricoltori e Caa – a sobbarcarsi un pesantissimo fardello burocratico. Come Regione avevamo proposto in alternativa al ministero una soluzione più semplice e lineare, cioè la decurtazione dall'anticipo del calcolo degli interessi. Operazione che avrebbe consentito di escludere l'attivazione del regime de minimis. Ma hanno preferito la strada più complicata e burocratica".
Sul sito di Agrea ( http://agrea.regione.emilia-romagna.it/ ) è disponibile il modulo on line per la presentazione della domanda. /G.Ma
Agroalimentare. Oltre 34 milioni di euro di prestiti agevolati per sostenere i piani di sviluppo aziendali grazie all'accordo Regione-Fondo Europeo per gli Investimenti e la partecipazione di cinque istituti di credito. Caselli: "Un'opportunità in più per le nostre imprese per vincere la sfida della competitività". L'importo massimo dei finanziamenti sarà di 350 mila euro per investimento. Le cinque banche aderenti all'intesa sono Iccrea, Credem, Creval, Banca di Cambiano e Monte dei Paschi di Siena. Oltre a tassi e commissioni ridotte, i finanziamenti potranno beneficiare di una garanzia del fondo per il 50% del finanziamento. L'accordo nel quadro del progetto multiregionale Agri Italy Platform.
Bologna –
Oltre 34 milioni di euro di prestiti disponibili a condizioni particolarmente vantaggiose e in tempi rapidi per sostenere gli investimenti delle imprese in campo agricolo e agroindustriale, grazie al sostegno economico del Piano di sviluppo rurale 2014-2020 dell’Emilia-Romagna e del Fondo Europeo per gli Investimenti (Fei).
È diventato operativo l’accordo sottoscritto tra Regione e Fei, al quale hanno aderito cinque qualificati istituti di credito - Iccrea, Credem, Creval, Banca di Cambiano e Monte dei Paschi di Siena - per offrire un pacchetto di prodotti finanziari a costi contenuti a supporto dei piani di sviluppo delle imprese agricole ed agroalimentari,
Dalla Regione un contributo pari a sei milioni di euro per sostenere la competitività delle imprese
Le cinque banche, a fronte di un investimento della Regione e del Fei di 6 milioni di euro ciascuno, si sono impegnate a mettere a disposizione delle imprese mutui agevolati e altri strumenti finanziari fino ad un ammontare totale di 34 milioni di euro, nell’ambito del progetto multiregionale Agri Italy Platform.
“Grazie all’accordo- sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli- garantiamo un’opportunità in più alle imprese per finanziare i loro progetti di investimento, in una fase in cui si stanno esaurendo i tradizionali bandi del Psr. La nostra adesione alla piattaforma multiregionale rappresenta la sperimentazione di un nuovo strumento di stimolo agli investimenti che mi auguro possa evolvere nella prossima programmazione in forme combinate col conto capitale e con una maggiore finalizzazione a specifiche priorità come i giovani o il biologico”.
L’importo massimo dei finanziamenti concessi dagli istituti di credito è di 350 mila euro ad investimento; parte della somma, fino ad un massimo di 200.000 euro ad operazione, può essere destinata a capitale circolante per favorire la tenuta economica delle imprese, in attesa che gli investimenti possano produrre nuova redditività. La durata dei mutui può arrivare fino a 12 anni, durata non possibile al momento con altri strumenti. Avvalendosi di una garanzia che non necessita di accantonamenti da parte delle banche sul 50% dell’operazione, i tassi di interesse e le commissioni saranno più basse rispetto alle condizioni ordinarie di mercato.
Altro aspetto non trascurabile, l’istruttoria delle domande presentate dalle imprese sarà interamente a carico degli istituti di credito aderenti all’intesa, che provvederanno ad erogare i prestiti dopo aver verificato direttamente la sussistenza dei requisiti di ammissibilità.
Una procedura che, almeno sulla carta, dovrebbe garantire una maggiore rapidità nell’esame delle domande e, quindi, nell’erogazione dei finanziamenti.
Per maggiori informazioni: http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/psr-2014-2020/bandi/bandi-2019/strumenti%20finanziari /G.Ma.
La missione istituzionale della Regione ha portato imprenditori, associazioni degli agricoltori, cooperative e Università nelle province di Québec e British Columbia per promuovere le produzioni emiliano-romagnole, sviluppare opportunità commerciali, avviare collaborazioni nel campo della ricerca e delle università. A Vancouver gli incontri con tre ministri della British Columbia, provincia tra le più avanzate del mondo sui temi dell'innovazione, dell'industria creativa e della green economy che hanno gettato le basi per la firma di un accordo di cooperazione tra i due governi.
“Una missione completa- afferma Caselli- che ha portato in Canada imprese, università, rappresentanti del mondo agricolo e della cooperazione. Un’occasione per consolidare i rapporti avviati nella prima missione dello scorso novembre e per concretizzare collaborazioni sui temi del contrasto al cambiamento climatico, dell’innovazione e della ricerca nei campi dell’agroalimentare e dell’ambiente. Siamo molto soddisfatti per la grande attenzione e l’accoglienza che ci ha riservato il governo della British Columbia, con gli incontri che abbiamo avuto con tre ministri, in particolare dello Sviluppo economico, dell’Agricoltura e dell’Ambiente. Un successo anche i nuovi rapporti commerciali che molte nostre aziende hanno avviato con gli importatori e la distribuzione canadese, Quebec e in British Columbia, a conferma del valore e della qualità delle produzioni dell’Emilia-Romagna, molto apprezzate in un mercato come quello canadese, dinamico e in continua crescita per quanto riguarda i nostri prodotti”.
Un calendario fitto di appuntamenti istituzionali e commerciali che ha visto come momento promozionale clou, in occasione della Festa della Repubblica, presso il centro di cultura italiana di Vancouver, l’Emilia-Romagna protagonista con tutti i suoi prodotti e il vino, l’orchestra Casadei e oltre mille italo-canadesi partecipanti. “Un evento molto partecipato e un’ottima opportunità per promuovere gli abbinamenti vino e prodotti della regione – conclude Caselli- organizzato dal console Massimiliano Iacchini e dalla Camera di Commercio italiana a Vancouver”.
I principali appuntamenti
Negli incontri con tre ministri del governo della British Columbia – Bruce Ralston (Lavoro, commercio e tecnologia), Lana Popham (Agricoltura) e George Heyman (Ambiente e cambiamento climatico) -si sono gettate le basi per una collaborazione a tutto campo sull’innovazione e la ricerca, inclusi i temi della formazione, dello scambio tra università (ricercatori e studenti) e per il potenziamento di progetti con partnership pubblico private che attraverso anche ART-ER, la nuova agenzia regionale per l’innovazione, verranno sviluppate grazie ad un memorandum of understanding per sancire i rapporti tra i due territori.
A Vancouver, si è tenuto il primo forum bilaterale tra Emilia-Romagna e British Columbia dal titolo “Designing the path for future collaboration” per un approccio strategico e comune alla ricerca e all’innovazione in agricoltura a cui oltre alle Università di Bologna e Parma, sono intervenuti CIA agricoltura, Alleanza delle Cooperative, Confagricoltura e il ClustER agrifood.
Dal punto di vista accademico sono stati rafforzati i rapporti con la prestigiosa Università della Bristish Columbia, il Politecnico KPU e con il college VCC. Inoltre, la delegazione ha avuto l’opportunità di visitare il Centro nazionale canadese di ricerca agroalimentare ad Agassiz che, su temi della produzione primaria e la difesa fitosanitaria, vanta già importanti relazioni con ricercatori dell’Emilia-Romagna e, in particolare, con l’Università di Modena e Reggio Emilia sul contrasto alla cimice asiatica.
In Quebec gli appuntamenti istituzionali hanno permesso di esaminare, nell’incontro con Pierre Gattuso, membro dell’International Cheese Council, l’applicazione del Ceta relativamente ai formaggi dell’Emilia-Romagna con particolare focus sul Parmigiano Reggiano: un’occasione, questa, per segnalare e far sottoporre alle autorità federali le aspettative di aumento delle quote d’importazione del prodotto e la vigilanza sull’uso di denominazioni ingannevoli quali “Parmesan”.
Altri appuntamenti si sono svolti presso la Canadian Food and Inspection Agency CFIA/ACIA, con funzioni di controllo degli alimenti e di applicazione delle norme igienico sanitarie e fitosanitarie alle derrate in entrata sul territorio canadese e presso il Mapaq (Ministero dell’Agricoltura, pesca e dell’Alimentazione del Québec) struttura dedicata alla qualità dei prodotti e alla loro tutela e valorizzazione, per sviluppare un confronto su temi di comune interesse e di utile collaborazione e sinergia.
Nel corso della missione, le iniziative a carattere commerciale sono state dedicate alla promozione e alla valorizzazione delle nostre produzioni agroalimentari, come il “Souper Gourmand Authentic Italian Table” con la partecipazione di oltre 250 tra operatori e rappresentanti istituzionali della comunità del Québec.
Sul tema del vino da segnalare infine l’incontro, a cura di Enoteca Emilia-Romagna, con i rappresentanti della Saq - Société des alcools du Québec, il monopolio canadese del vino.
Fonte: Regione ER