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Lunedì, 14 Luglio 2014 11:58

Parma - Caffagnini: "3 kg di rifiuti all'anno"

La nota stampa di Aldo Caffagnini, sull' esperimento shock sulla resa della raccolta porta a porta -

Parma, 14 luglio 2014 -

L'esperimento, perché di questo si tratta, si è protratto dal 25 febbraio 2014 al 25 giugno.
Famiglia della zona di raccolta Molinetto, 4 componenti, due adulti e due ragazzi, residenti in condominio di 20 unità immobiliari.
Per 4 mesi è stato pesato il rifiuti residuo, conferito nel cassonetto grigio individuale, esposto una volta la settimana.
Il risultato colpisce per i numeri espressi.
La somma dei 18 conferimenti porta ad un totale di 4 kg di rifiuti prodotti in 4 mesi, con una media di 222 grammi a sacchetto.
Proviamo a fare due conti stimando i dati annuali.
La produzione media annua della famiglia è di 12,27 kg.
La produzione pro capite annua è di 3,067 kg.
Prendiamo la popolazione della provincia di Parma, stimata in 414 mila persone, e moltiplichiamola per la produzione pro capite.
Il totale è un cumulo di 1270 tonnellate di rifiuti residuo all'anno, in tutta la provincia.
Ora capiamo perché l'inceneritore di Ugozzolo sia in crisi di astinenza e dal 27 giugno sia rimasto spento sulle 2 linee contemporaneamente.
Dieci giorni di stop che non possono che avere questa motivazione.
Coll'aumentare del porta a porta crolla la produzione di rifiuti residui, il carburante che consente al forno di rimanere acceso, e non si sa come alimentare l'enorme fornace, che ha una capienza complessiva di 130 mila tonnellate di indifferenziato.
Non ci sono i numeri.
Anche considerando questa famiglia atipica a particolarmente attenta, si comprende che siamo davanti ad una scenario che non ha bisogno nemmeno di una stufetta.
Siamo davanti ad un errore di valutazione enorme, abissale, incomprensibile, di cui qualcuno dovrà nel prossimo futuro rispondere ai cittadini.
Un investimento di oltre 200 milioni euro, ricadute ambientali pesantissime, alto rischio di non rientro dal capitale investito, impossibilità a proseguire senza l'apporto di rifiuti da fuori provincia.

La stima dell'organico.
Gli scarti di cucina sono stati pesati dal 12 aprile al 30 giugno, per 79 giorni complessivi.
Complessivamente si tratta di 42 sacchetti conferiti, per 48,6 kg complessivi, con una media di 1,2 kg a sacchetto.
Stimando la produzione annua andiamo a 224 kg, per una produzione pro capite di 56 kg di materia organica di altissima qualità, pronta ad essere trasformata in concime per i terreni.
Su tutto l'estrema facilità di gestione del porta a porta.
La raccolta settimanale del residuo è eccessiva, visto il peso conferito.
Il sacchetto in mater-bi e il bidoncino areato rendono efficace e senza controindicazioni la raccolta della frazione organica.
Il sacco giallo per plastica e barattolame viene ritirato una volta alla settimana, e sciacquando i barattoli non ci sono problemi in termini di odori sgradevoli.
Il vetro, anch'esso sciacquato, viene conferito nella campana stradale.
Funziona molto meglio che con il sistema precedente.
E con risultati davvero sorprendenti.

Aldo Caffagnini

(Fonte: Gestione Corretta dei Rifiuti Parma)

La nota stampa di GCR sul funzionamento disomogeneo della linea 2 dei rifiuti speciali, dell'inceneritore di Ugozzolo. ll 22 giugno, il livello di monossido di carbonio ha raggiunto i 21,980 milligrammi per normal metro cubo -

Parma, 24 giugno 2014 -

La linea 2 del camino di Ugozzolo continua nel suo funzionamento disomogeneo.
Il 22 giugno, il livello di monossido di carbonio è schizzato in alto, raggiungendo i 21,980 milligrammi per normal metro cubo.
Tenuto conto che il limite è 30, la linea dedicata ai rifiuti speciali non sta certo bruciando al meglio e si è avvicinata al dato limite concesso dell'autorizzazione ambientale.
Proprio in una combustione non perfetta sta la causa della produzione di CO, un gas molto pericoloso e tossico.
L'ossido di carbonio o ossido carbonico è un gas velenoso particolarmente insidioso in quanto inodore, incolore e insapore.
Il monossido di carbonio non esiste libero in natura in quanto, pur avendo una molecola molto stabile, reagisce in presenza di O2, formando CO2; viene prodotto da reazioni di combustione in difetto di aria.
Il 19 giugno era stato il PM10 a salire troppo nelle emissioni del forno, ieri il dato che fa preoccupare è quello del CO, molto vicino al limite massimo consentito.
Intanto continua l'incremento dell'ozono che anche il 22 giugno era fuori norma a Colorno (145 microgrammi) e in Cittadella (135 microgrammi), mentre a Langhirano si registravano 120 microgrammi, che corrisponde al dato limite fissato per legge.

MONOSSIDOri

(Fonte: ufficio stampa Associazione Gestione Corretta dei Rifiuti)

All'inceneritore di Parma mancano 15 milioni di sacchi. In un anno il capoluogo riduce l'indifferenziato di 15 mila tonnellate. Il forno ha fame ma è costretto a bruciare a metà -

Parma, 16 giugno 2014 -

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di GCR -

Nero su bianco, l'assessore all'ambiente Gabriele Folli traduce in tonnellate il lavoro sulla raccolta differenziata porta a porta nel comune di Parma.
Nel 2014 mancheranno all'appello 15 mila tonnellate di rifiuto residuo, in sacchi fanno la bella cifra di 15 milioni di polpette in meno per la fornace.
Il dato è impressionante e scardina rumorosamente i numeri del progetto forno.
L'inceneritore appena acceso a Ugozzolo, alle porte della città, è stato infatti autorizzato dalla Provincia di Parma per bruciare 130 mila tonnellate di rifiuti all'anno, un sovradimensionamento clamoroso, che oggi porta ripercussioni pesantissime sulla sostenibilità economica dell'operazione.
Se in un anno Parma toglie 15 mila tonnellate di rifiuti dai rifiuti convogliati al forno, si capisce che le 65 mila tonnellate di rifiuti urbani previste all'anno fanno ormai parte del passato e non sono più realistiche.
Il problema è che il gestore ha costruito un impianto tarato per bruciare una montagna di rifiuti che non c'è più, ma i soldi li ha ormai spesi.
Come farà a rientrare dall'investimento?
Oggi una linea dell'inceneritore è spenta e l'impianto funziona praticamente al 50%.
Una legge regionale prevede che i rifiuti possano circolare liberamente in tutta l'Emilia Romagna.
E pensare che il Pd di Parma ha sempre colpevolizzato il territorio perché esportava i rifiuti, mentre oggi che il suo partito regionale vuole adottare per legge questo comportamento tiene la bocca ben cucita.
In ogni caso 8 impianti accesi in regioni sono già oggi una dotazione superiore alla disponibilità di materiali da bruciare e alcuni comuni e una moltitudine di associazioni promettono le barricate per fermare queste ingiusta riforma.
Le crepe sull'eccesso di impianti le si vedono già oggi. A Parma il gestore è già stato beccato con le mani nella marmellata.
La Provincia lo ha infatti diffidato dopo che Arpa ha registrato rifiuti provenienti da fuori dell'ambito provinciale, origine non permessa dall'Autorizzazione Integrata Ambientale che nel 2008 diede il via alla costruzione del forno.
L'Emilia Romagna insiste sulla legge salva forni, al punto da licenziare l'assessore all'Ambiente Freda, che stava dando ragione alle associazioni ambientaliste, proponendo un iter legislativo che si orientasse al progressivo spegnimento degli impianti di incenerimento eccessivi.
Ma chi rimane con il cerino in mano è il gestore, che ha ricevuto il nulla osta ad un impianto troppo grande, ha speso oltre 200 milioni per costruirlo, ed ora non può certo chiedere lumi alla Provincia, che tra una riforma promessa e l'altra sta lentamente evaporando.
Che ne sarà del camino?

(Fonte: ufficio stampa Gestione Corretta dei Rifiuti Parma)

Venerdì, 30 Maggio 2014 12:39

Parma - Scuole a rifiuti zero

Il progetto per portare nelle scuole la cultura del riciclo e della riduzione dei rifiuti, organizzato dall'associazione Gestione Corretta Rifiuti, ha coinvolto 80 scuole per corrispondenti 14 mila alunni. A primeggiare nella classifica dei riciclatori, il nido d'infanzia Pinocchio con 285 litri per alunno, la scuola primaria Rodari, con 246 litri, il nido d'infanzia La Trottola, 140 litri.

Parma, 30 maggio 2014 -

Rifiuti?Risorse! è il progetto per portare nelle scuole della città la cultura del riciclo e della riduzione dei rifiuti.
Organizzato dall'associazione Gestione Corretta Rifiuti, R?R! ha goduto del patrocinio e della piena e convinta collaborazione del Comune di Parma, attivo in particolare con i servizi ambientali ed educativi.
L'anno scolastico in corso corrisponde con la seconda edizione del progetto, che ha coinvolto 80 scuole per corrispondenti 14 mila alunni.
In questi giorni sul sito dedicato all'iniziativa, rifiutirisorse.weebly.com, sono stati pubblicati i risultati dei primi tre mesi di "raccolta", quelli di gennaio, febbraio e marzo.
I "numeri" sono particolarmente importanti e rendono merito a insegnanti e alunni di Parma per l'impegno e le capacità espresse in questo progetto.
I materiali riciclabili "conteggiati" sono stati la carta, la plastica e il barattolame.
In questi 3 mesi sono stati raccolti da Iren, che si è messo a disposizione del progetto, 1 milione e 600 mila "litri" di materiali, 1 milione tra plastica, vetro e barattolame, e 600 mila litri di carta.
Numeri imponenti che devono far riflettere.
Quanti rifiuti non sono tali se correttamente gestiti?
A primeggiare nella classifica dei riciclatori, il nido d'infanzia Pinocchio con 285 litri per alunno, la scuola primaria Rodari, con 246 litri, il nido d'infanzia La Trottola, 140 litri.
Il riciclo dei materiali come carta, plastica, vetro e alluminio permettono un doppio risparmio.
Il primo è quello di non dover ricorrere a materie prime vergini per produrre nuovi manufatti.
Il secondo l'imponente risparmio di energia che si ottiene dalla lavorazione di un materiale già pronto, rispetto alla produzione a partire da elementi naturali prelevati in natura.
I risultati a livello nazionale sono sorprendenti.
Il comparto del riciclo occupa 37 mila addetti, fattura 10 miliardi di euro con 1400 aziende.
Nei 15 anni di operatività del riciclo nazionale sono stati risparmiati 125 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 e 350 miliardi di kWh.
Il progetto Rifiuti?Risorse! sta attirando attenzione non solo a livello locale.
Il gruppo di 500 associazioni che ha presentato la proposta di legge rifiuti zero ha in animo di sviluppare un progetto nazionale sulla scuola che prenda spunto dall'iniziativa parmigiana.
Rifiuti Zero è a un passo, ed è già realtà nelle nostre scuole.

(Fonte: ufficio stampa Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)

Mercoledì, 28 Maggio 2014 09:54

Parma - Inceneritore spento a metà

Recccolta diffrenziata: Parma ha traguardato la soglia del 65% prevista per legge e oggi vede il traguardo del 70% sempre più vicino - 

Parma, 28 maggio 2014 -

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Aldo Caffagnini -

Da dieci giorni, a partire dal 17 maggio, l'inceneritore di Parma lavora con una sola linea.
La linea dedicata agli speciali è infatti spenta e inattiva da metà del mese.
Possiamo comprenderne le ragioni.
La raccolta differenziata prosegue nel suo incremento progressivo e Parma ha traguardato la soglia del 65% prevista per legge e oggi vede il traguardo del 70% sempre più vicino.
I comuni del circondario proseguono nelle loro medie altissime che sfiorano e a volta superano l'80% di riciclo.
Il residuo è sempre di meno, l'indifferenziato secco da bruciare a Ugozzolo scarseggia.
Iren ha bruciato nelle scorse settimane rifiuti provenienti da fuori provincia, ma è stata diffidata dall'amministrazione provinciale dal proseguire in questa operazione non consentita dall'Autorizzazione Integrata Ambientale del 2008.
Ci metterà una pezza il piano regionale rifiuti, che darà il via libera alla circolazione dei rifiuti dentro la regione senza più limiti provinciali.
La messa a regime del nuovo piano sarà la conferma di quanto il Gcr ha sostenuto in questi anni, cioè che la promessa di bruciare rifiuti locali era solo uno specchietto per le allodole.
Altra promessa mancata il boschetto mangia polveri, dichiarato ufficialmente inattuabile, ma anche senza conseguenze per il gestore.
Altra promessa non mantenuta le tariffe calmierate, che invece rimangono a livelli altissimi, battendo praticamente tutti gli altri impianti italiani.
E pensare che una pagina intera di un quotidiano locale era stata comperata (con i soldi dei contribuenti) per scrivere nero su bianco la promessa di tariffe in linea con i cugini di Reggio Emilia e Piacenza (100 euro circa alla tonnellata), una volta acceso il meraviglioso impianto.
L'impianto è stato acceso, ma lo sconto ancora non si vede.
Fatica anche la trasparenza.
Non sappiamo il destino delle migliaia di tonnellate di ceneri già prodotte a Parma.
E' on line la tabella degli inquinanti emessi dal camino.

19febbraio

Nove inquinanti messi sotto osservazione.
Ma alcuni dati lasciare a desiderare.
Il dato delle polveri sottili è sempre fermo sullo zero.
Immaginando che a Ugozzolo non si produca solamente vapore acqueo, una modesta proposta sarebbe quella di adeguare l'unità di misura (e/o le apparecchiature) per fare in modo che questo dato esprima quanto effettivamente esce dall'impianto.
Oggi la misurazione è fatta in microgrammi per normal metro cubo.
Lasciando a zero questo numero l'opinione pubblica come minimo si chiede quale possa essere l'utilità di un indice sempre fisso sullo zero e alla lunga mettere in dubbio la volontà di mettere in chiaro l'anima del forno.
Stesso identico ragionamento sul carbonio organico totale (COT), praticamente sempre fermo sullo zero.
Tornando al principio l'inceneritore funziona a metà giri.
Indicando come data di avvio il 1° gennaio, l'impianto ha lavorato complessivamente al 63%.
La linea 2, quella degli speciali, è stata la più attiva con il 79% di attività, mentre la linea 1 dedicata agli urbani è rimasta accesa solo per un 46% della sua potenzialità.
L'inceneritore lavora quindi già a poco più della metà delle sue capacità.
Il grande spauracchio del rischio Napoli, più e più volte evocato dalla Provincia per incentivare l'accettazione della soluzione forno, è rumorosamente sconfessato.
Semmai stiamo vivendo una situazione opposta.
A caccia di rifiuti, che profumano di profitti.
Nei cinque mesi di attività l'inceneritore ha registrato uno sforamento dei limiti (il 19 febbraio) sulla linea 1 nel valore del monossido di carbonio (66 microgrammi contro i 50 consentiti), e un giorno (il 15 marzo) rimasto senza valori dichiarati e senza giustificazioni di sorta, buco che rimanda al ragionamento sulla trasparenza.
Non si conoscono infine i dati sul teleriscaldamento né sul mancato completamento del Paip, che ad oggi rimane solo sede del forno senza nessuno degli altri servizi previsti dal progetto.
Su quest'ultimo tema il ventesimo esposto in procura degli avvocati De Angelis e Allegri.

Mercoledì, 28 Maggio 2014 09:54

Inceneritore di Parma, spento a metà

 

Parma, 28 maggio 2014 -

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Aldo Caffagnini -

Da dieci giorni, a partire dal 17 maggio, l'inceneritore di Parma lavora con una sola linea.
La linea dedicata agli speciali è infatti spenta e inattiva da metà del mese.
Possiamo comprenderne le ragioni.
La raccolta differenziata prosegue nel suo incremento progressivo e Parma ha traguardato la soglia del 65% prevista per legge e oggi vede il traguardo del 70% sempre più vicino.
I comuni del circondario proseguono nelle loro medie altissime che sfiorano e a volta superano l'80% di riciclo.
Il residuo è sempre di meno, l'indifferenziato secco da bruciare a Ugozzolo scarseggia.
Iren ha bruciato nelle scorse settimane rifiuti provenienti da fuori provincia, ma è stata diffidata dall'amministrazione provinciale dal proseguire in questa operazione non consentita dall'Autorizzazione Integrata Ambientale del 2008.
Ci metterà una pezza il piano regionale rifiuti, che darà il via libera alla circolazione dei rifiuti dentro la regione senza più limiti provinciali.
La messa a regime del nuovo piano sarà la conferma di quanto il Gcr ha sostenuto in questi anni, cioè che la promessa di bruciare rifiuti locali era solo uno specchietto per le allodole.
Altra promessa mancata il boschetto mangia polveri, dichiarato ufficialmente inattuabile, ma anche senza conseguenze per il gestore.
Altra promessa non mantenuta le tariffe calmierate, che invece rimangono a livelli altissimi, battendo praticamente tutti gli altri impianti italiani.
E pensare che una pagina intera di un quotidiano locale era stata comperata (con i soldi dei contribuenti) per scrivere nero su bianco la promessa di tariffe in linea con i cugini di Reggio Emilia e Piacenza (100 euro circa alla tonnellata), una volta acceso il meraviglioso impianto.
L'impianto è stato acceso, ma lo sconto ancora non si vede.
Fatica anche la trasparenza.
Non sappiamo il destino delle migliaia di tonnellate di ceneri già prodotte a Parma.
E' on line la tabella degli inquinanti emessi dal camino.
Nove inquinanti messi sotto osservazione.
Ma alcuni dati lasciare a desiderare.
Il dato delle polveri sottili è sempre fermo sullo zero.
Immaginando che a Ugozzolo non si produca solamente vapore acqueo, una modesta proposta sarebbe quella di adeguare l'unità di misura (e/o le apparecchiature) per fare in modo che questo dato esprima quanto effettivamente esce dall'impianto.
Oggi la misurazione è fatta in microgrammi per normal metro cubo.
Lasciando a zero questo numero l'opinione pubblica come minimo si chiede quale possa essere l'utilità di un indice sempre fisso sullo zero e alla lunga mettere in dubbio la volontà di mettere in chiaro l'anima del forno.
Stesso identico ragionamento sul carbonio organico totale (COT), praticamente sempre fermo sullo zero.
Tornando al principio l'inceneritore funziona a metà giri.
Indicando come data di avvio il 1° gennaio, l'impianto ha lavorato complessivamente al 63%.
La linea 2, quella degli speciali, è stata la più attiva con il 79% di attività, mentre la linea 1 dedicata agli urbani è rimasta accesa solo per un 46% della sua potenzialità.
L'inceneritore lavora quindi già a poco più della metà delle sue capacità.
Il grande spauracchio del rischio Napoli, più e più volte evocato dalla Provincia per incentivare l'accettazione della soluzione forno, è rumorosamente sconfessato.
Semmai stiamo vivendo una situazione opposta.
A caccia di rifiuti, che profumano di profitti.
Nei cinque mesi di attività l'inceneritore ha registrato uno sforamento dei limiti (il 19 febbraio) sulla linea 1 nel valore del monossido di carbonio (66 microgrammi contro i 50 consentiti), e un giorno (il 15 marzo) rimasto senza valori dichiarati e senza giustificazioni di sorta, buco che rimanda al ragionamento sulla trasparenza.
Non si conoscono infine i dati sul teleriscaldamento né sul mancato completamento del Paip, che ad oggi rimane solo sede del forno senza nessuno degli altri servizi previsti dal progetto.
Su quest'ultimo tema il ventesimo esposto in procura degli avvocati De Angelis e Allegri.

Martedì, 13 Maggio 2014 10:47

Parma - Le emissioni dell'inceneritore

 

Gli ossidi di azoto si possono ritenere fra gli inquinanti atmosferici più critici, ecco come le emissioni dell'inceneritore di Parma registreranno il loro valore massimo a 1300 metri dal camino, in particolare nella direzione sud-est -

 

Parma, 14 maggio 2014 -

 

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Aldo Caffagnini -

 

 

Il Biossido di Azoto è un gas di colore rosso bruno, di odore forte e pungente, altamente tossico ed irritante.

In generale gli ossidi di azoto (NO, N2O, NO2 ed altri) sono generati da processi di combustione, qualunque sia il combustibile utilizzato, per reazione diretta tra l’azoto e l’ossigeno dell’aria ad alta temperatura (superiore a 1.200 °C).

Per quanto riguarda gli effetti sulla salute dell'uomo, gli ossidi di azoto risultano potenzialmente pericolosi per la salute.

In particolare il monossido di azoto (NO), analogamente al monossido di carbonio, agisce sull’emoglobina, fissandosi ad essa con formazione di metamoglobina e nitrosometaemoglobina.

Il biossido di azoto è più pericoloso per la salute umana, con una tossicità fino a quattro volte maggiore di quella del monossido di azoto.

Forte ossidante ed irritante, il biossido di azoto esercita il suo effetto tossico principalmente sugli occhi, sulle mucose e sui polmoni. In particolare tale gas è responsabile di specifiche patologie a carico dell’apparato respiratorio (bronchiti, allergie, irritazioni, edemi polmonari che possono portare anche al decesso). 

I soggetti più esposti all'azione tossica sono quelli più sensibili, come i bambini e gli asmatici.

Gli ossidi di azoto si possono ritenere fra gli inquinanti atmosferici più critici, non solo perché il biossido di azoto in particolare presenta effetti negativi sulla salute, ma anche perché, in condizioni di forte irraggiamento solare, provocano delle reazioni fotochimiche secondarie che creano altre sostanze inquinanti (“smog fotochimico”): in particolare è un precursore dell’ozono troposferico e della componente secondaria delle polveri sottili.

 

nox rid

 

L'immagine evidenzia come le emissioni dell'inceneritore di Parma registreranno il loro valore massimo a 1300 metri dal camino, in particolare nella direzione sud-est.

Si può notare come il centro indicato come livello di massima emissione/deposito corrisponda ad un insediamento industriale a fianco dell'autostrada del Sole.

I microinquinanti emessi sono cromo, piombo, zinco, metalli, cadmio, mercurio, ipa (idrocarburi policiclici aromatici), diossine.

I macroinquinanti emessi sono monossido di carbonio, composti organici totali, acido cloridrico, acido fluoridrico, ossidi di zolfo, ammoniaca.

Vanno a finire là, come ottimi condimenti.

Buon appetito.

 

Aldo Caffagnini

 

(Fonte: ufficio stampa GCR Parma)

 

Venerdì, 02 Maggio 2014 09:43

Parma, far west inceneritore

Il comunicato stampa di GCR sui rifiuti da fuori provincia, nonostante il divieto -

 

Parma, 2 maggio 2014 -

 

La Provincia di Parma, a seguito di segnalazione pervenuta da Arpa, ha diffidato Iren.

Nell'inceneritore di strada della Lupa rifiuti speciali da fuori provincia, nonostante l'autorizzazione integrata ambientale lo impedisca.

La prescrizione numero 7 dell'Aia recita: “Si ribadisce che al PAIP potranno essere conferiti rifiuti prodotti esclusivamente  nel territorio provinciale di Parma, salvo espressa autorizzazione dell’Autorità Competente”.

http://gestionecorrettarifiuti.it/pdf/VIAPROVINCIA.pdf

L'Autorità Competente sarebbe la Provincia, autrice della diffida e quindi immaginiamo non sia arrivata espressa autorizzazione al gestore di portare rifiuti a Parma da fuori provincia.

Qualche settimana fa era stato segnalato un automezzo in coda al Paip con una targa lontana dai lidi emiliano romagnoli.

La mossa di Iren mette in evidenza un dato di fatto impossibile da smentire.

L'inceneritore di Parma è troppo grande, troppo capiente, troppo affamato di rifiuti per accontentarsi di quelli prodotti in loco.

L'episodio segnalato (quanti in precedenza?) porta con sé la conferma di quanto sostenuto da tanti, fra cui l'associazione Gcr, sul fatto che questo impianto sia grosso il doppio del necessario e che la decisa avanzata della raccolta differenziata nel capoluogo, che produce il 50% degli scarti provinciali, avrebbe segnato il de profundis per la bulimia del forno.

Giustamente il comune di Parma chiede ora di fare chiarezza e soprattutto di sanzionare i responsabili di quanto accaduto a Ugozzolo, per fare in modo che l'episodio non si ripeta.

La trasparenza del Paip, bandiera sventolata dai suoi sostenitori, appare decisamente ammainata ai nastri di partenza dell'impianto che, in esercizio definitivo da nemmeno un mese, inciampa subito in uno dei paletti totem dei sostenitori della soluzione forno: rifiuti solo made in Parma.

Rimane il problema di tenere acceso il braciere.

Se arrivano rifiuti da fuori significa che quelli da dentro scarseggiano, vuol dire che Iren non è in grado di recuperare scarti speciali (cioè provenienti dai comparti commerciali, industriali, artigianali) in misura sufficiente a riempire la bocca del forno.

Così se li è andati a cercare altrove.

Così il futuro è al bivio: o cambiare l'autorizzazione o spegnere una linea.

Non c'è una terza via che consenta di salvare capra e cavoli.

Siamo però molto curiosi, a questo punto, di osservare le mosse del gestore e soprattutto dell'autorità competente Provincia di Parma, sempre pronta a supportare le genesi del progetto fino al punto di presentarsi in tribunale a fianco di Iren.

Bernazzoli, e il suo assessore Castellani, se la sentiranno di mettere mano all'autorizzazione vista la forte presa di coscienza dell'opinione pubblica?

Intanto si segnala un forte rialzo della temperatura ad Ugozzolo, anche fuori dai forni...

 

 

(Fonte: ufficio stampa Gestione Corretta dei Rifiuti Parma)

 

Martedì, 29 Aprile 2014 09:39

Parma - "Acqua nostra"

Acqua del rubinetto nelle mense scolastiche comunali a partire da settembre. Questo sottoscrive il protocollo d'intesa per l'utilizzo dell'acqua di rete nelle mense dei nidi, scuole dell'infanzia e scuole primarie e secondarie di primo grado, a partire dall'anno scolastico 2014-2015.

Parma, 29 aprile 2014 -


Il comunicato di GCR sulla riduzione dei rifiuti che passa dalla scuola con il nuovo protocollo che sarà applicato nelle scuole -

Da settembre le scuole di Parma andranno ad acqua di rubinetto.
La rivoluzione verde è stata presentata in municipio con l'adesione di tutti gli enti di controllo.
L'acqua del sindaco per i cittadini del futuro.
Non solo un'enorme inversione di tendenza sul fronte dell'usa e getta, ma anche un formidabile momento educativo, che preclude ad un domani con meno plastica e più intelligenza.
L'acqua del rubinetto, controllata 24 ore al giorno, è praticamente gratuita.
Con questo provvedimento si dà lo stop ai bilici di bottigliette, in viaggio da nord a sud, e da sud a nord, per seguire il vezzo dei consumatori, "preferisco la San Bollicina", "io invece voglio la San Naturale", e via di gomma in gomma sui nastri delle autostrade dello Stivale.
Una sfida importante, che deve passare anche attraverso la garanzia della fornitura di un'acqua sana e nutriente, per battere il rischio nitrati, che l'agricoltura intensiva e gli allevamenti massivi hanno regalato alle nostre terre e, di conseguenza, alle nostre falde.
Un lavoro impegnativo attende le maestranze, finalizzato a migliorare sempre di più la bontà della nostra acqua, per mantenere elevato il grado di sicurezza e salvaguardia per cittadini.
La sfida passa anche attraverso lo sviluppo del sistema fontane pubbliche, che dovrebbe essere maggiormente sostenuto dal gestore e non gravare totalmente sui bilanci asfittici del Comune.
L'Italia, come si sa, è al primo posto in Europa per consumo di acqua minerale.
Nel 2011 un record di 200 litri a testa all'anno di acqua in bottiglia, terzi al mondo dopo Arabia Saudita e Messico.
Un mercato da 2 miliardi di euro e 12 miliardi di litri imbottigliati all'anno, oltre che 350 mila tonnellate di plastica inutile per forgiare le bottiglie, 1 milione di tonnellate di CO2 e infine 700 mila tonnellate di petrolio estratto per il Pet.
Il business è enorme e gli interessi in gioco di formidabili dimensioni.
Eppure stiamo parlando di acqua, semplice acqua che sgorga naturalmente, sulla quale al limite si aggiunge un po' di anidride carbonica, ma che di per sé ha nulla di aggiunto, nessun know-how tecnologico, nessun brevetto.
Solo acqua.
Benvenuta acqua di Parma.

 

(Fonte: ufficio stampa Gestione Corretta dei Rifiuti)

 

Martedì, 22 Aprile 2014 09:32

Parma - Le truppe del camino

 

Otto anni fa nasceva il il coordinamento Gestione Corretta Rifiuti di Parma e tutto era pronto per fermare il progetto inceneritore con i numeri...

 

 

Il comunicato di GCR su "Il silenzio colpevole della politica" -

 

Parma, 22 aprile 2014 -

In questi giorni di aprile, 8 anni fa, nasceva il coordinamento gestione corretta rifiuti di Parma.

Lo avevano fondato gli Amici di Beppe Grillo di Parma, i Medici per l'Ambiente-ISDE Italia, Greenpeace sezione di Parma, il Gruppo famiglie Zona Nord, il Movimento Girotondi di Parma,  "Prendiamo la parola", il Comitato "No all'inceneritore" di Colorno, il Comitato "No all'inceneritore" di Torrile, il GAS Terra Terra, il Comitato Padano, il Comitato "Quartiere Colombo".

All'indomani dell'approvazione del PPGR, il piano provinciale rifiuti che prevedeva un impianto a caldo di incenerimento da 65 mila tonnellate, i cittadini ambientalisti si erano mossi per fermare il progetto.

E' nel 2006 che si svolse la prima raccolta firme contro l'impianto, oltre diecimila firme portate in Comune e in Provincia e subito nascoste in un buio e polveroso cassetto.

E' nel 2006 che Colorno passò alla raccolta differenziata domiciliare, dimostrando con i numeri quello che si poteva ottenere (spaventando gli amministratori del capoluogo e della Provincia, che vedevano a rischio il progetto inceneritore).

E' nel 2006 che la federazione italiana dei medici di medicina generale scriveva: “L'incenerimento dei rifiuti, fra tutte le tecniche di smaltimento, è quella più dannosa per l'ambiente e per la salute umana. Gli inceneritori producono ceneri (sono un terzo del peso dei rifiuti in ingresso e si devono smaltire in discariche speciali) e immettono nell'atmosfera milioni di metri cubi al giorno di fumi inquinanti, contenenti polveri grossolane (PM10) e fini (PM2,5) costituite da nanoparticelle di metalli pesanti, idrocarburi policiclici, policlorobifenili, benzene, diossine, estremamente pericolose perché persistenti e accumulabili negli organismi viventi”.

E' nel 2006 che l'ordine dei medici di Modena scriveva: “si invitano ad una doverosa pausa di riflessione i responsabili delle scelte programmatiche che attengono alla salute nella nostra città, e di promuovere un momento di approfondimento di tutte le problematiche legate al termovalorizzatore”.

E' nel 2006 che l'allora assessore Vignali affermava: “Nel giro di un anno la raccolta porta a porta sarà a regime, raggiungeremo l'obiettivo del 55/60 per cento: si arriverà cosi ad una tariffazione che premierà gli abitanti più virtuosi. Chi produce meno rifiuti, paga meno”, per poi destinare ad altri capitoli l'investimento previsto per la Rd.

8 anni fa tutto era pronto per fermare il progetto con i numeri.

Sarebbe stato sufficiente introdurre in città la raccolta differenziata porta a porta, il cui progetto era già stato pagato e realizzato del consorzio Priula.

Senza tanta teoria i “numeri” avrebbero demolito il camino, visto che sarebbe venuto a mancare il carburante necessario ad accendere le caldaie di Ugozzolo.

Sarebbe calato il costo di smaltimento per comune e cittadini, sarebbe stato ridotto al lumicino il ricorso a discariche ed inceneritori fuori provincia.

Perché non lo hanno fatto?

Che cosa ha bloccato sul nascere la rivoluzione verde che oggi, in un anno, è stata portata a compimento senza particolari difficoltà?

Ora, ci dicono, è tardi.

Allora, era presto?

Chi avrà il coraggio di dire la verità, tutta la verità, su quei giorni?

 

(Fonte: ufficio stampa Gestione Corretta dei Rifiuti Parma)

 

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