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 “Un’eventuale zona arancione sarebbe un fatto grave, non solo per le conseguenze economiche, ma in primo luogo perché certificherebbe il peggioramento di una situazione sanitaria legata alla pandemia già di per sé difficile”.

Venerdì, 06 Novembre 2020 19:37

Papotti, CNA: "Un Decreto incerto ed iniquo"

DPCM, MANCANO CERTEZZE ED EQUITA’- Alcune categorie di imprese non sanno ancora se nei fine settimane potranno continuare a lavorare

 Modena, 26 ottobre 2020. Non vorremmo unirci al coro dei virologi di turno, ma riteniamo che l’ultimo decreto segni lo spartiacque tra interventi condivisibili ed azioni del tutto casuali, figlie di considerazioni che non hanno riscontro nella situazione reale.

Pubblicato in Economia Emilia
Venerdì, 28 Agosto 2020 11:16

UNIMORE, riaprire per la città

L’Ateneo di Modena e Reggio Emilia uno dei pochi a non riprendere l’attività in presenza: un danno per la comunità e per la stessa Università

Superbonus, da CNA ed IGEA Digital Bank 200 milioni per il finanziamento di riqualificazioni edili. Una prima, importante tranche di risorse per la cessione del credito

Venerdì, 24 Luglio 2020 11:35

Taxi e NCC proclamano lo stato di agitazione

Il settore del trasporto pubblico non di linea è tutt’altro che marginale: a Modena operano al suo interno più di 1.000 persone

Pubblicato in Comunicati Lavoro Modena

Un webinar di CNA per supportare le imprese che esportano

Una indagine di CNA tra le imprese associate evidenzia come, a causa dell’emergenza, il 50% ridurrà le ferie rispetto al 2019. Stop ad assunzioni ed investimenti per il 56% delle imprese. E per l’autunno dominano incertezza e preoccupazione: per il 93,6% degli intervistati (oltre 200) il sentiment è negativo.

Pubblicato in Economia Modena
Giovedì, 14 Maggio 2020 14:06

Da CNA Modena: rilancio, un decreto “pesante”

Valutazione legata anche agli adempimenti burocratici richiesti dalle varie norme: particolarmente positive quelle di applicazione più semplice, come lo sconto Irap e l’erogazione automatica dei 600 euro per il mese di aprile.

Pubblicato in Comunicati Lavoro Modena
Mercoledì, 29 Aprile 2020 20:23

Prezzo mascherine, un'offesa per le imprese

0,50 centesimi: un prezzo che favorisce solo le produzioni straniere, alla faccia di chi si pavoneggia con il Made in Italy e delle aziende che si sono impegnate, anche economicamente, per il Paese.

Sarebbe una vicenda comica, se non fosse tragica: si chiede alle imprese di riqualificarsi nella produzione di mascherine, per compensare una importante carenza. Imprese che investono tempo e denaro per inventarsi un nuovo prodotto, certificarlo ed avviarlo alla produzione. Ti pavoneggi dell’importanza del Made in Italy. Poi imponi un prezzo, ben al di sotto del costo del mercato, che di fatto favorisce le produzioni straniere, quelle cinesi in particolare.

Siamo arrivati al paradosso - osserva Marco Gasparini, Presidente CNA Federmoda Modena - fin dalle prime fasi dell’emergenza sanitaria, CNA Federmoda insieme ad altri partner, ha lavorato per costruire attraverso le imprese una filiera italiana che potesse riportare nel nostro Paese una produzione ormai pressoché totalmente delocalizzata. Una iniziativa che raccolse i ringraziamenti del Presidente del Consiglio e del Commissario straordinario per l’emergenza Covid. Pensavamo che chi guida il Paese avesse contezza del costo del lavoro italiano e quanto di questo sia legato e utile al sostegno del welfare nazionale. Invece l’imposizione del prezzo fissata dal Commissario Arcuri è lì a dimostrare che non si sa di cosa si stia parlando. Il prezzo delle mascherine alla produzione, fissato a 0,50 centesimi è uno schiaffo, se non un’offesa, alle imprese che si sono impegnate in questa direzione”.

Non è difficile fare i calcoli: soltanto il costo della certificazione si aggira attorno ai 10.000 euro (e per fortuna che il Comune di Carpi, attraverso Carpi Fashion System, ha deliberato contributi sino a 7.000 euro per sostenete le imprese in questo ambito). Poi ci sono i dipendenti, il costo di produzione (in gran parte, in assenza di macchinari, queste mascherine debbono essere fatte a mano, i costi fissi. “in altre parole, il prezzo imposto non si avvicina nemmeno ai costi di produzione. Peraltro, facendo passare da usuraie imprese che, cercando di riqualificarsi hanno evitato di ricorrere alla cassa integrazione e di pesare sulle spalle della comunità”.

Se si vuole che le imprese nazionali continuino a produrre mascherine, evitando le prevedibili difficoltà di approvvigionamenti, ci aspettiamo che il differenziale tra il prezzo imposto, 0,50 cent, e quello effettivo di produzione “Made in Italy” venga messo a disposizione delle imprese”, afferma Gasparini.

Senza dimenticare il problema di coloro che hanno acquistato mascherine a prezzi superiori, in molti casi molto superiore, e che ora non li possono rivendere. A questi ultimi si pensi ad un credito d’imposta tra il prezzo imposto e quello effettivamente pagato.

CNA è assolutamente consapevole della necessità di andare incontro alle esigenze della popolazione e di trovare modalità per non gravare eccessivamente sui bilanci familiari così come su quelli delle imprese che dovranno acquistare mascherine per i loro dipendenti. Vi sono diverse modalità per raggiungere questo risultato, oltre all’abbattimento dell’IVA, si possono prevedere crediti d’imposta per il costo del personale e gli investimenti dedicati dalle imprese per realizzare le mascherine.

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