Lunedì, 23 Aprile 2018 13:10

Pipero a Roma: il gusto si fa storia, eleganza e contemporaneità In evidenza

Scritto da Chiara Marando
Il Ristorante stellato Pipero Il Ristorante stellato Pipero

Di Chiara Marando -

A separalo dalla splendida Chiesa Nuova disegnata da Francesco Borromini è il trafficato Corso Vittorio Emanuele, nel pieno centro di Roma. Quasi in contrasto con il caos della Capitale si cela, dietro spessi tendaggi color crema, il Ristorante stellato Pipero, nuovo regno di Alessandro Pipero, uno dei più famosi maitre della città eterna, dalla riconosciuta fama proprio per quella sua capacità di conferire a questo ruolo una cifra stilistica caratterizzante.

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                                   Alessandro Pipero, uno dei più famosi maitre di Roma

Pipero è lo spazio dove si esprime la creatività culinaria, screziata di eleganza ed accoglienza. Quell'accoglienza che non rimane distaccata ma si tinge di rispettosa simpatia, rafforzata dalla battuta controllata che avvicina al cliente.
La sala che ospita i tavoli è grande, di una geometrica pulizia che non appare eccessiva ma, al contrario, trasmette un senso di calore.
In cucina si esprime il giovane chef Luciano Monosilio che ama osare con la contemporaneità e si spinge verso proposte ad un primo approccio coraggiose.

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                                                              Il giovane chef Luciano Monosilio

E' poi l'assaggio a confermare la ragione delle sue idee, dove ogni elemento non è mai posto a caso ma si rafforza nel suo insieme. La tradizione è un sottofondo da cui ci si allontana soprattutto nella scelta del menù degustazione, spazio personale dello chef e del suo estro, senza dimenticare che la cultura del passato insegna e spinge in sperimentazioni. Non a caso la sua carbonara viene considerata una delle migliori nel panorama gastronomico romano. Oggi però questo primo è stato superato, al suo posto si fanno largo creazioni originali e all'avanguardia come la Cheesecake di pesce con uova di storione, ma anche il meraviglioso biscotto salato che racchiude la Tartare di oca con salsa senapata e cubetti di mela.

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A fare la differenza non sono solo i piatti, ma anche la modalità del servizio, la scelta di puntare su un percorso che si completa con semplici bocconi apparentemente più poveri. Qui, prima di iniziare, viene portato al tavolo il più classico degli alimenti di un tempo: pane e olio, ma quell'olio con quel pane lasciano un segno morbido e carezzevole sul palato.
Insomma, una esperienza gustativa misurata sulla selezione alla carta, ma soprattutto attraverso due menù: Radici, con proposte che narrano la storia culinaria degli ultimi anni, e Rami, più lungo e complesso in una visione che racconta il Pipero di oggi e del futuro.

Ristorante Pipero
Corso Vittorio Emanuele, 246 Roma
www.piperoroma.it 

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