Coopservice Logistica e Traslochi

Coopservice Logistica e Traslochi

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 E' un servizio specialistico di Coopservice S.Coop.p.A.

Servizi integrati per privati, imprese, enti pubblici.

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L’occupazione femminile in Italia è in aumento: forse l’unica buona notizia per quanto riguarda il mondo delle lavoratrici nel nostro Paese. La strada per raggiungere una vera parità dei sessi nel mondo del lavoro infatti sembra ancora lunga. A che punto siamo?

Per far fronte alle spese familiari sono sempre di più le famiglie italiane in cui c’è necessità di un doppio reddito: per questo motivo sono diminuite le donne che si occupano unicamente all’accudimento della casa.

Si tratta non solamente di una necessità puramente economica, ma anche di una questione di parità sociale nella coppia, risultato che non è ancora stato pienamente raggiunto non solo in Italia, ma in nessun Paese nel mondo.

La situazione attuale dell’occupazione femminile in Italia
Secondo Istat, nel 2017 l’Italia ha raggiunto il 48,8% di donne occupate al di fuori del domicilio, un record per il Paese.

Non si tratta però di una vera e propria vittoria, dal momento che il dato è molto lontano dal 61,6% della media europea: l’Italia infatti è penultima, prima della Grecia, per il tasso di occupazione femminile.

Altro tasto dolente è il divario occupazionale di genere: ben al 18%, il terzo peggiore in Europa, dopo Malta e Grecia.

Le donne alla guida di un’azienda in Italia sono il 21,8%, un dato che è rimasto invariato dal 2016 al 2017, dimostrando come questo campo dell’occupazione femminile sia ancora in stallo nel nostro Paese.

Merita una parentesi Gender Pay Gap, il divario salariale tra uomini e donne, problema comune a tutti i Paesi, anche quelli occidentali.

In Italia la percentuale è solo al 5,6% per quanto riguarda la paga oraria a parità di impiego, ma se invece prendiamo in considerazione altri fattori, come ad esempio i settori con maggiore impiego femminile, in cui la paga è generalmente più bassa, il numero mensile delle ore retribuite e i lavoratori part-time, la percentuale si alza vertiginosamente, per arrivare al 43,7%, cifra considerevolmente più alta rispetto al 39% della media europea.

I motivi del divario
Ma quali sono i motivi di queste differenze di genere così marcate nel mondo del lavoro?

Prima di tutto, nonostante in molte famiglie sia diventata prassi comune dividersi i compiti, la maggior parte del carico di lavoro domestico ricade ancora sulle donne. Si stima che in media una donna lavori, tra lavoro retribuito e domestico, ogni giorno 53 minuti in più rispetto al suo partner.

Sono sempre di più le donne con figli che abbandonano il lavoro: la percentuale di donne occupate senza figli è del 62,2%, percentuale che scende al 58,4% per le donne con un figlio e arriva al 41,4% per le donne con tre o più figli.

Questa differenza è dovuta al fatto che in Italia per ogni 100 bambini tra 0 e 3 anni ci sono 22,5 posti in asilo nido. Per questo motivo, nel 2016 sono state 30.000 le donne che hanno dato le dimissioni in gravidanza.

Alle responsabilità di accudimento dei figli, che ricadono principalmente sulle donne, si aggiungono quelle di accudimento degli anziani, nelle famiglie in cui si sceglie di prendersi cura dei nonni in casa e non presso una struttura dedicata.

Quali sono i pro dell’occupazione femminile
I risultati di qualsiasi ricerca portano a un unico risultato: un gruppo eterogeneo in azienda porta soprattutto vantaggi (link forza lavoro multiculturale).

Prima di tutto, l’Italia è il primo Paese al mondo per iscrizioni femminili all’università. Le donne, inoltre, si laureano in percentuale maggiore e con più successo degli uomini.

Il nostro Paese è però anche uno degli ultimi in occidente per partecipazione femminile al mondo del lavoro: è chiaro che stiamo rinunciando a risorse istruite.

Il risultato è un PIL inferiore del 5,7%, circa 88 miliardi di euro.

Un aumento di donne occupate quindi contribuirebbe in modo significativo a una crescita economica del Paese.

La gender diversity crea valore anche in azienda: sono già molti i Paesi che hanno adottato misure volte a favorire la partecipazione delle donne alla vita delle società quotate in borsa.

Secondo l’analisi CONSOB “Boardroom gender diversity and performance of listed companies in Italy”, l’impatto di un 20% di presenza femminile in azienda sul ROS (Return on sales) è pari allo 0,79, mentre se la presenza femminile raggiunge il 30% l’impatto è ancora più potente: +0,51 sul ROA (Return on assets), +1,734 sul ROE (Return on equity), +0,67 sul ROIC (Return on invested capitals) e +6,82 sul ROS.

Coopservice per l’impiego femminile
In Coopservice il 59% dei 15.500 dipendenti è donna (di cui il 22% dei quadri e il 60% degli impiegati): l’azienda infatti porta avanti il suo impegno nel farsi carico del benessere e dell’inclusione della sua componente femminile, continuando a sostenere progetti con associazioni come ValoreD, D.i.RE Donne in Rete contro la Violenza, Rose di Seta.

L’associazione ValoreD è molto importante in Italia per quanto riguarda la presenza femminile in azienda: sta ponendo infatti le basi per un futuro in cui il gender gap non esista più.

Si tratta di un’associazione di 190 imprese italiane che fornisce alle aziende efficaci strumenti che possano permettere di arrivare a un equilibrio di genere.

Il suo Manifesto, sottoscritto da oltre 120 aziende, tra cui Coopservice, sintetizza in 9 punti programmatici gli snodi fondamentali attraverso cui l’azienda può valorizzare la presenza femminile al proprio interno.

(coopservice 17 maggio 2019)

Reggio Emilia, 19 luglio 2019 - Coopservice, in relazione alle notizie apparse sugli organi di informazione sull'inchiesta che coinvolgerebbe ASUR Marche, dichiara che ad oggi nessuna comunicazione ufficiale, relativa al coinvolgimento di dirigenti della cooperativa, è giunta dalla Procura di Ancona.

La cooperativa è certa di poter chiarire la propria posizione qualora venissero formalizzate le contestazioni di cui si parla negli articoli e che peraltro, al momento, sono solo ipotesi.

Negli ultimi anni, in materia di appalti pubblici, abbiamo assistito ad un proliferare di iniziative e procedimenti che nella realtà nulla hanno a che fare con il diritto penale e che si sono rivelati privi di ogni fondamento.

Ne è un esempio, la sentenza di pochi giorni fa del giudice monocratico di Udine, Paolo Milocco, che ha assolto i dodici imprenditori, tra cui i vertici di Coopservice, dall'ipotesi di reato di turbativa d'asta perché il fatto non sussiste (l'inchiesta della Procura era riferita alla gara a evidenza pubblica indetta dal Dipartimento servizi condivisi dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Udine).

Il tema della sostenibilità è un argomento dominante e una responsabilità per il futuro del pianeta e quello delle generazioni a venire. Tutti possono fare la differenza, a partire dal posto di lavoro, dall'amministrazione alla logistica.

La globalizzazione ha aperto i confini alle imprese in grado, oggi, di acquistare beni e servizi da differenti fornitori situati in diverse aree del pianeta. Questo comporta un'attenzione ancora maggiore per l'ambiente e un maggiore impegno nella sostenibilità sociale e ambientale della catena di fornitura.

In campo logistico le attività con forte impatto ambientale sono numerose e riguardano:

- controllo delle emissioni dei mezzi;
- gestione attenta e riciclo dei rifiuti;
- organizzazione efficiente dei magazzini;
- materiali di packaging innovativi;
- processi produttivi virtuosi.

Il settore dei trasporti è uno dei più delicati in materia: l'importanza della riduzione delle emissioni nocive, l'ottimizzazione dello spazio di carico e un efficiente servizio al cliente sono i punti cardine di un piano logistico efficace.

Cosa tener presente nella realizzazione di un piano logistico
Nella definizione della strategia riguardante la logistica si può agire lungo percorsi precisi a favore di mezzi di trasporto più virtuoso: scegliere motori più efficienti, servirsi di fonti energetiche pulite e dotarsi di nuove tecnologie per per la riduzione di emissioni nocive e dei consumi. Le aziende possono anche dotarsi di sistemi di monitoraggio per ottimizzare l'uso di carburante e controllare i consumi.

Il fattore umano non è da sottovalutare, infatti la formazione dei dipendenti conducenti dei mezzi sui trasporti e sui consumi può favorire una guida più efficace e un risparmio sugli sprechi.

Un altro fattore rilevante è la saturazione degli automezzi. Calcolare la capacità di carico dei mezzi è un elemento con un alto impatto sui costi, colmare la loro capacità di carico è fondamentale poiché, un mezzo "insaturo" genera un costo per unità di peso trasportato maggiore.

Logistica sostenibile una scelta
Scegliere di essere un'azienda sostenibile impone di ripensare radicalmente le modalità di lavoro, di produzione e distribuzione dei beni e servizi prodotti. Agire in modo sostenibile utilizzando meglio le risorse aiuta a eliminare gli sprechi e ridurre i costi operativi. Tali scelte, oltre ad essere responsabili, attirano l'attenzione degli investitori sempre alla ricerca di aziende virtuose e lungimiranti che fanno della trasparenza un valore.

Coopservice si impegna nella riduzione del carburante
Coopservice è un'azienda che opera nel mondo dei servizi integrati, con una presenza capillare su tutto il territorio italiano dovuta alla natura di tali servizi svolti maggiormente presso gli immobili e le strutture dei clienti (ospedali, industrie, uffici, aeroporti, stazioni ferroviarie, enti pubblici... ). Per l'erogazione dei servizi si avvale principalmente del trasporto su gomma, sia che si tratti del trasporto di materiali e merci dai propri magazzini, lavanderie industriali, del trasporto dei rifiuti verso gli impianti di smaltimento (per conoscere tutti i servizi visita il sito www.coopservice.it ).

Proprio per l'importanza che la distribuzione detiene nel funzionamento dell'organizzazione, la questione ambientale è tra le priorità di Coopservice. La policy del Gruppo prevede un impegno costante volto alla riduzione dei consumi di carburante e della relativa immissione in atmosfera di GHG (GreenHouse Gas-gas effetto serra) sotto forma di CO2 tramite l'ottimizzazione dei modelli logistici di distribuzione finalizzati a trovare il miglior compromesso tra la puntualità e la qualità del servizio al cliente, la minimizzazione delle tratte e dei viaggi quotidiani, la razionalizzazione dei percorsi legati al servizio di vigilanza nei limiti delle disposizioni di security che devono garantire l'efficacia dell'effetto deterrenza.

(Di Coopservice 27 Maggio 2019)

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