CISL Modena

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Preoccupate per come il governo sta gestendo a livello nazionale il rapporto con i sindacati, Cgil-Cisl-Uil di Modena hanno incontrato stamattina i parlamentari modenesi -

Modena, 6 ottobre 2014

Hanno accolto l'invito i deputati Pd Manuela Ghizzoni, Davide Baruffi, Carlo Galli e la senatrice Pd Cecilia Guerra. Nei giorni scorsi, in una lettera firmata dai segretari provinciali Tania Scacchetti, William Ballotta e Luigi Tollari, Cgil-Cisl-Uil modenesi avevano sostenuto che nessuno conosce l'emergenza lavoro come chi segue quotidianamente migliaia di crisi aziendali e licenziamenti.

Nell'incontro di stamattina, ospitato dalla Cisl a palazzo Europa, i sindacati hanno manifestato ai parlamentari le loro preoccupazioni sulla riforma del mercato del lavoro e illustrato le priorità per la crescita e l'occupazione, a partire dalla piattaforma unitaria di Cgil-Cisl-Uil su fisco e previdenza «È sbagliato che il governo non consideri una priorità mettere mano alle iniquità della riforma Fornero, così come realizzare una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali utile ad attenuare i colpi di una crisi tutt'altro che finita», hanno affermato i segretari modenesi di Cgil-Cisl-Uil, ribadendo altresì l'importanza di una riforma fiscale complessiva, che vada oltre il bonus da 80 euro per i lavoratori dipendenti (su cui pure il giudizio è positivo), e che alleggerisca in modo strutturale il carico fiscale per lavoratori e pensionati.

«La nostra piattaforma non è difensiva – hanno spiegato Scacchetti, Ballotta e Tollari – ma anzi propositiva e sistemica: proprio partendo dalla riforma di fisco e previdenza vogliamo far ripartire il Paese, recuperare le risorse per rimettere in moto l'economia e contrastare la crisi». Nell'incontro si è parlato in modo approfondito anche del Jobs act, sul quale i tre segretari modenesi si sono detti preoccupati sia sul merito di alcuni provvedimenti – le modifiche allo Statuto dei lavoratori relativamente a licenziamenti senza giusta causa, demansionamento, controllo a distanza, incertezza sulle risorse per rendere universali gli ammortizzatori sociali, la reale volontà di ridurre le forme precarie del lavoro – sia sulla mancanza di confronto con i sindacati su un tema così delicato. Cgil-Cisl-Uil continueranno nelle prossime settimane a organizzare numerose iniziative di mobilitazione, alcune già definite in modo unitario.

I sindacati non accettano di essere definiti simbolo di conservazione e ostacolo al cambiamento, anzi ricordano le diverse proposte concrete avanzate in questi anni per riformare il Paese. Infine i segretari delle tre confederazioni sindacali hanno sottolineato l'importanza del confronto sia a livello nazionale che locale. È stato affermato che i provvedimenti su lavoro, pensioni e fisco devono trovare la massima convergenza di lavoratori e pensionati e delle loro rappresentanze che, in questi anni di crisi, hanno certamente contribuito alla tenuta della coesione sociale e alla salvaguardia dei posti di lavoro nella gestione di centinaia di crisi aziendali. Sulla necessità di un confronto plurale si sono dichiarati d'accordo anche i parlamentari modenesi che hanno partecipato all'incontro di stamattina. A Modena il coinvolgimento da parte del sindaco Muzzarelli di tutte le organizzazioni nell'elaborazione (tuttora in corso) del "patto comunale per la crescita e la coesione sociale" dimostra che i rapporti tra politica e sindacato possono essere utili alla costruzione di politiche condivise.

(Fonte: ufficio stampa Cisl Modena)

Domenico Chiatto, responsabile delle politiche del lavoro per la segreteria provinciale della Cisl, commenta l'ipotesi del governo di versare ai lavoratori parte del trattamento di fine rapporto cosiddetta "liquidazione" -

Modena, 3 ottobre 2014 -

«L'operazione tfr in busta paga è come una coperta che ti scalda un pochino oggi, ma ti lascia al freddo domani». Lo afferma Domenico Chiatto, responsabile delle politiche del lavoro per la segreteria provinciale della Cisl, commentando l'ipotesi del governo di versare ai lavoratori parte del trattamento di fine rapporto (cosiddetta "liquidazione"). «L'operazione può fare indubbiamente presa sulle persone in difficoltà economiche, ma sottrarrebbe ai lavoratori un pezzo di salario che per noi del sindacato dovrebbe invece essere destinato alla previdenza complementare - dichiara Chiatto - Il danno maggiore lo subirebbero i giovani, la cui pensione non supererà verosimilmente il 50 per cento dell'ultima retribuzione. Per questo il sindacato insiste molto sulla previdenza complementare. Mettere il Trf in busta significherebbe distrarre le poche risorse che possono andare al risparmio previdenziale. In ogni caso si tratta di soldi dei lavoratori e non si può decidere come usarli senza un confronto con il sindacato».

Il sindacalista Cisl aggiunge che l'accumulo del Tfr non è solo legato al tema della previdenza integrativa, già di per sé fondamentale, ma rappresenta anche una sorta di "cuscinetto" che, in caso di necessità, può essere concordato con le imprese per dare risposte ai lavoratori. «Il Tfr può essere anticipato dall'azienda al lavoratore per coprire periodi di cassa integrazione, spese sanitarie e l'acquisto della prima casa. Sono casi frequenti oggetto di contrattazione che riguardano questo pezzo di salario differito; togliergli risorse è sbagliato e demagogico. Ribadiamo, invece, - conclude il responsabile delle politiche del lavoro della segreteria provinciale Cisl - che la via maestra per aumentare i salari passa attraverso la riduzione delle pressione fiscale e il rilancio della contrattazione su produttività e competitività».

(Fonte: ufficio stampa Cisl Modena)

La segretaria provinciale della Cisl Scuola di Modena Monica Barbolini commenta le linee guida per la riforma della scuola presentate dal governo Renzi -

Modena, 5 settembre 2014 -

«Siamo disponibili a confrontarci subito sulla riforma della scuola, ma diciamo no al blocco dei contratti pubblici, perché anche il personale scolastico fa parte del pubblico impiego». Lo dichiara la segretaria provinciale della Cisl Scuola di Modena Monica Barbolini, commentando le linee guida per la riforma della scuola presentate dal governo Renzi. «Noi ci battiamo da sempre per la stabilizzazione del lavoro precario – sottolinea Barbolini - Se il governo vuole rendere credibile e praticabile la proposta di assunzione di circa 150 mila precari, deve garantire subito, nella legge di stabilità, le risorse necessarie per far fronte agli impegni annunciati. Il premier Renzi stia attento a non alimentare illusioni nei confronti di chi lavora da anni nella scuola come precario e aspetta la stabilizzazione».

Per la Cisl Scuola colpisce negativamente che, accanto all'intenzione dichiarata di riconoscere, anche economicamente, il ruolo dei docenti e di tutto il personale della scuola, si annunci l'ulteriore blocco dei contratti pubblici per il 2015. Il sindacato di Palazzo Europa ricorda che anche gli insegnanti e ata sono dipendenti pubblici e il contratto nazionale della scuola è fermo da sei anni. «Le proposte del governo – continua Barbolini - vanno attentamente approfondite, a partire dalle assunzioni e dalle carriere dei docenti. Noi pensiamo che eventuali nuovi criteri legati al merito non debbano sostituire un riconoscimento delle anzianità, come avviene in tutti gli altri Paesi europei. Inoltre – conclude la segreteria della Cisl Scuola - molti dei punti contenuti nelle linee guida, dagli orari di lavoro alla formazione in servizio ai trattamenti economici, sono materia contrattuale».

(Fonte: ufficio stampa Cisl Modena)