Telefono: +39 347 6005873
Avvertire dentro di sé un bisogno significa avviare una ricerca interiore ed esteriore in grado di recuperare l'assenza per cui si avverte l'urgenza di ristabilire l'equilibrio.
di Guido Zaccarelli Modena 22 novembre 2017 - Quando di parla di autostima il pensiero di molti corre rapidamente alla piramide dello psicologo statunitense Abraham Maslow che ha coniato nel 1954 la piramide dei bisogni.
Se osserviamo meglio la parola nella sua forma completa la notiamo formata da auto a cui fa seguito il suffisso stima.
La parola àuto ci porta indietro nel tempo fino alla radice greca che faceva riferimento a stesso. La parola stima ci porta invece al latino aestimare che assegnava un valore ad un bene grazie al derivato aes associato al rame, al bronzo o al denaro.
Autostima significa avere stima di sé stesso, dargli valore in relazione a tutte le dimensioni e alle sfumature che formano l'identità di una persona, senza avere ragione, o poco, dell'altrui pensiero. L'autostima, una volta raggiunta, è difficile da consolidare.
È una dimensione troppo variabile dell'uomo e fortemente dipendente e condizionata da fattori endogeni ed esogeni molto differenti tra loro.
Necessita di altro, di una continua ricerca di fonti dalle quali attingere le risorse necessarie per riportare l'uomo in equilibrio.
Avvertire dentro di sé un bisogno significa avviare una ricerca interiore ed esteriore in grado di recuperare l'assenza per cui si avverte l'urgenza di ristabilire l'equilibrio.
Il bisogno di cibo per saziare la fame, l'affetto, la relazione, lo spirito, la fede, la religione, la verità, la fiducia, sono alcune delle dimensioni tra le infinite situazioni nelle quali il corpo e l'anima dell'individuo si possono trovare.
Identificare e classificare le situazioni consente di individuare percorsi di diversa natura per agire in una direzione o nell'altra senza avere la presunzione che la strada che si decide di intraprendere sia la migliore in valore assoluto e che conduca ai risultati attesi.
Percorrere la strada dell'introspezione (del guardarsi dentro) significa dare ascolto al silenzio e raccogliere nelle frequenze del non udibile tutti gli stati d'animo che concorrono a dare un segnale, o meglio ancora, una risposta ai propri perché.
Uscire dal di dentro e osservare il chi siamo dall'esterno significa osservare la realtà in modo percepito frutto di ciò che vorremmo essere e spesso non siamo.
Maslow le ha rappresentate in una piramide e disegnato al suo interno sezioni orizzontali tra loro indipendenti dove le persone possono trovarsi nel corso della vita, dal livello più basso al livello più alto, fino a raggiungere in alcuni casi la vetta, quella dell'autostima.
Osservare la cima spinge l'uomo a percorre gradino dopo gradino la strada verso la sommità con l'energia propria della motivazione che consente di superare gli ostacoli che si frappongono tra il compiere il primo passo e dare seguito al successivo.
Se questa situazione può essere valutata in termini positivi, diventa difficile valutarla alla stessa stregua in discesa laddove le circostanze non consentono di stabilizzare la posizione nel livello desiderato.
Il disagio entra di forza rompendo l'equilibrio raggiunto ponendo l'uomo nella condizione di entrare in un nuovo stato di necessità che deve essere soddisfatto come contrappeso per bilanciare una realtà che necessita di trovare una nuova consapevole solidità.
Le condizioni di stress che condividono con l'uomo la sua quotidianità sono positive se vissute nella condizione in cui la motivazione è gestita per raggiungere traguardi S.M.A.R.T. Specifici, Misurabili, Acquisibili, Realistici e Temporalmente definiti in cui l'uomo è cosciente dei propri mezzi, delle proprie virtù, dei punti di forza e di debolezza.
Il voler raggiungere traguardi troppo ambiziosi, oltre le proprie caratteristiche, può riservargli situazioni di stress negativi che condizionano il raggiungimento dei propri scopi.
Inverso, raggiungere in modo graduale e con il giusto tempo una o più mete, pone l'uomo nella condizione di assaporare il momento e impiegare l'attesa per consolidare lo stato per involarsi senza timore verso nuove punti d'arrivo.
La piramide pone l'uomo nella condizione di riflettere e di scommettere su sé stesso, sulle sue capacità e di quelle del mondo che lo osserva, ponendolo nella condizione di dare e ricevere fiducia, ma di sapere che ogni passo che compie in salita o in discesa dipende da lui, e le scelte che mette in campo contengono una dose di rischio che deve essere misurato per salire senza affanno in cima alla piramide e trovare nell'autostima la risposta a tutti i suoi perché.
Le aziende moderne vivono le loro esperienze quotidiane all'interno di un mercato dinamico e altamente competitivo che chiede ogni giorno la messa in pratica di strategie innovative per crescere in competitività ed eccellenza.
di Guido Zaccarelli
15 novembre 2017
Il valore di una azienda e il modo con il quale viene comunicato all'esterno consente all'impresa di accrescere il posizionamento nei mercati di riferimento e godere di attrattività in relazione ad altri competitor che adottano al proprio interno strategie comunicative mirate a promuovere emozioni in chi le riceve.
Per molti anni, il valore di una impresa è sempre stato valutato osservando due grandezze importanti e fondamentali, la dimensione tangibile, ciò che si vede, e quella intangibile, ciò che non si vede.
Se diventa intuitivo per tutti comprendere la parte visibile dell'impresa, ai più potrebbe risultare più difficile individuare quella che non appare ai proprio occhi.
I brevetti, il capitale intellettuale, il capitale umano sono alcuni tra gli ambiti maggiormente coinvolti nel completare il valore dell'azienda.
Gli sforzi imprenditoriali sono sempre stati orientati a incrementare le due dimensioni con approcci sistemici differenti in ragione del core business nel quale l'impresa aveva indirizzato le proprie strategie.
Il tempo ha cambiato le linee guida che da sempre gli imprenditori e il management in generale hanno adottato nel tempo frutto di una impennata della crisi che negli anni 2000 ha spiazzato gli analisti economici e spazzato come un urgano le imprese che avevano fatto della sola produzione il loro riferimento.
La parola cambiamento, significativa di ciò che cambia di stato in forma stabile, è stata sostituita dalla parola mutamento che impone un continuo miglioramento dei prodotti e dei servizi offerti.
Le imprese devono comunicare ai mercati in una modalità adeguata nei modi e nelle forme affinché nasca in tutti la consapevolezza che l'azienda ha saputo cogliere il momento come una opportunità di crescita, virando in modo deciso verso una nuova direzione di marcia.
In quel momento, nel quale la decisione è stata assunta, l'imprenditore e il management avevano colto che la frase: "abbiamo sempre fatto in questo modo" era superata.
Era necessario impostare una nuova rotta laddove l'animo comune guidava l'equipaggio verso la scoperta di nuovi mari sapendo di essere nel cuore di una tempesta senza precedenti. Il modo con il quale si veicolano i valori dell'azienda, effetto framing, determina una differente percezione nelle persone che vivono in senso positivo o negativo l'esperienza d'ascolto.
La comunicazione cambia quindi i paradigmi di riferimento con la quale le persone assegnano il valore all'azienda.
Un passo in avanti fondamentale, che le aziende dovrebbero iniziare ad applicare e a condividere, è stato compiuto dall'UNI, Ente Italiano di Normazione, che il 14 luglio 2016 ha emanato un documento tecnico UNI T/R 11642 dal titolo "la Conoscenza Condivisa" dove si fa riferimento specifico al valore della persona in ambito aziendale.
Le imprese che desiderano rimanere sul mercato e crescere in termini numerici di prodotto e di servizio ed eccellere nella qualità devono necessariamente esplicitare che l'azienda valorizza le persone e, come dimostrazione di un impegno assunto, adotta al proprio interno il T/R 11642.
Questo consente di dimostrare non solo a parole, ma con un documento formale, la responsabilità dell'azienda nel porre le persone al centro dell'organizzazione.
Il mercato, innanzi ad un impegno formale molto forte e dovendo preferire tra differenti clienti / fornitori sceglie, chi oltre ad eccellere nello specifico ramo di attività, eccelle anche nel valorizzare le maestranze.
Il capitale umano accresce il proprio valore contribuendo ad elevare il valore complessivo dell'azienda agevolando il mercato che, nell'era digitale, sanziona e premia molto rapidamente le imprese.
Scegliere di investire sulle persone è un punto unico a favore delle aziende nel legittimare il proprio dovere nel generare valore e benessere sociale.
L'era 4.0 segna un confine importante nella gestione dei flussi informativi con i quali vengono organizzati i dati all'interno dell'azienda. L'era 4.0 è una modalità che è stata definita a livello mondiale per segnare l'inizio di un cambiamento senza ritorno nel sistema delle relazioni sociali, economiche e politiche iniziato in Inghilterra con la rivoluzione industriale 1.0, a cui ha fatto seguito il modello organizzativo 2.0 ideato da Henry Ford fino ad arrivare alla rivoluzione digitale 3.0 che ha segnato il passaggio dal mondo analogico al mondo digitale, degli zero e uno.
Di Guido Zaccarelli 9 novembre 2017 - Il passaggio all'era 4.0, quarta rivoluzione industriale, vede protagonisti i dati (i digit) e un governo sistemico molto avanzato delle macchine che dialogano tra di loro e gestiscono cicli di produzione e funzioni di alto livello, riducendo al minimo la presenza di persone che vengono dirottate verso nuove attività oppure, se carenti di competenza, fuori dall'impresa. L'IOT, l'internet delle cose, è un neologismo creato a ragione per indicare che l'era 4.0 ha permesso di mettere in comunicazione (interconnettere) tra di loro le cose a livello globale e di farle dialogare scambiando dati e informazioni in tempo reale ad altissima velocità. Un passo in avanti fondamentale per mettere il mondo in grado di dialogare alla pari ( peer to peer communication).
Fino a che punto questo potrà risultare un vantaggio per la forza lavoro attuale, per il futuro di nuove economie e per il futuro delle nuove generazioni?.
Le macchine dialogano in maniera sempre più vorticosa tra di loro riducendo in forma crescente la presenza di persone che nel tempo non sono riuscite a costruirsi una solida base formativa – informativa a carattere tecnico – scientifico - esperienziale in grado di assorbire in breve tempo i mutamenti interni ed esterni all'azienda.
Gli scenari micro e macro economici disegnano un quadro promettente per le figure professionali in possesso di elevate specializzazioni in grado di accompagnare le richieste del mercato maggiormente esposte alla produzione di grandi quantità di prodotti fabbricati in minor tempo. L'elevata specializzazione delle persone potrebbe mostrare un limite importante nel grado e nella capacità di osservare il problema, mostrando la parte a vantaggio dell'insieme.
In questa fase storica, l'elevata specializzazione e l'innalzamento del livello tecnologico, porta con sé l'immagine reale di uno tsunami che anziché colpire le coste di una nazione, flagella le persone che devono uscire dal sistema produttivo per la presenza di un flusso tecnologico di vasta portata a cui sta fa seguito una esondazione senza controllo. Una dimensione del tempo complessa che avendo superato il punto di non ritorno deve incontrare nella sua lenta e inesorabile evoluzione un nuovo equilibrio dove poggiare la nascita di una nuova era.
Il problema non è il futuro. È il presente che chiama a sé la necessità urgente di dare una risposta immediata a tutte le persone che si ritrovano in un solo giorno senza un lavoro e che devono fronteggiare la mancanza del salario con azioni temporanee senza una precisa strategia, bensì fondata sulla quotidianità.
Il passaggio obbligatorio è la formazione e il recupero di una sfumata identità personale e professionale sostenuta dalle istituzioni e dalle comunità che si devono fare carico di dare una risposta al problema. Non solo. Anche le aziende dovrebbero agire in prima persona con progetti pilotati di valorizzazione delle competenze che andrebbero perdute e, una volta recuperate, essere di sostegno alla formazione sul campo per i giovani che necessariamente devono essere accompagnati a completare l'eccellenza scolastica.
Gli sgravi fiscali e gli iperammortamenti dovrebbero essere orientati non solo alla tecnologia per massimizzare i profitti e ottenere economie di scala per competere con i mercati globali, ma anche alle persone, in quanto essere il valore crescente più importante di una azienda.
La sola tecnologia da sola non è in grado di reggere le sorti del futuro: occorre vedere l'evoluzione dei tempi mettendo la persona al centro dell'ecosistema organizzativo per il valore associato alla condivisione della conoscenza ( IOP – persone che dialogano tra di loro ) fondata sulla reciprocità.
Occorre riflettere. Spetta a tutti Noi dare una risposta a questo problema che oggi si presenta senza confini. Solo in questo modo il mondo globale può osservare e controllare dall'esterno lo sviluppo e l'evoluzione delle moderne organizzazioni e all'interno affiancare il cambiamento con azioni e comportamenti senza offuscare la vita delle persone per renderle protagoniste attive del loro futuro.