Aperti i mercati su aree pubbliche e le attività del settore dei servizi alla persona (parrucchieri, acconciatori, estetisti, etc.) nella giornata del 1° maggio 2021. (In allegato le ordinanze del Sindaco di Parma)
A Gattatico il Primo Maggio il cappelletto reggiano è tradizione, ma quest’anno ci sarà una novità in più, originale e solidale: i cappelletti tricolore.
Primo maggio in tempo di coronavirus. Niente manifestazioni arcobaleno e sbandieratori sindacali, niente concertone ma solo austerità e riservatezza. Anche noi osserveremo questo silenzio in attesa di tempi migliori e di una apertura delle attività e della libertà che si vorrebbe prossima ma che appare ancora lontana.
Nel frattempo meditiamo sulle parole del nostro Presidente Sergio Mattarella il quale, nel suo ormai celeberrimo equilibrio, invita tutti a proseguire nella responsabilità ma anche le istituzioni e il Governo a essere più chiari.
Intervento del Presidente Mattarella in occasione della Festa del Lavoro
«Viviamo questo Primo maggio con il pensiero all’Italia che vuole costruire il suo domani.
Non ci può essere Repubblica senza lavoro, come afferma solennemente il primo articolo della nostra Costituzione.
Il lavoro è stato motore di crescita sociale, economica, nei diritti, in questi settantaquattro anni di Repubblica.
Perché il lavoro è condizione di libertà, di dignità e di autonomia per le persone. Consente a ciascuno di costruire il proprio futuro e di rendere l’intera comunità più intensamente unita.
Va ribadito con determinazione nella attuale situazione, in cui la diffusione del virus ha colpito duramente il nostro popolo, costringendoci, a un temporaneo congelamento delle attività. In Italia, come in tutto il mondo, le conseguenze della pandemia mettono a rischio tanti posti di lavoro.
Risalta ancora di più, in questo contesto, il valore del lavoro e, in particolare l’opera svolta da medici, infermieri, altri operatori sanitari, farmacisti, con tanti fra di loro caduti nello svolgimento dei propri compiti. Il lavoro di Forze dell’Ordine, Forze Armate, operatori del settore della logistica e dei trasporti, della distribuzione, di filiere produttive essenziali, del sistema di istruzione, pur tra molte difficoltà, ha consentito, giorno dopo giorno, al nostro Paese di non fermarsi e di andare avanti, sia pure funzionando a velocità ridotta.
Appare finalmente possibile un graduale superamento delle restrizioni. Ora guardiamo alla ripresa: ad essa, vanno indirizzati, in modo concorde, gli sforzi di tutti, senza distrazioni o negligenze. A cominciare dal consolidamento dei risultati sin qui ottenuti nella lotta al virus, a un equo, efficace e tempestivo sostegno alle famiglie e alle attività produttive, a quanti sono rimasti disoccupati e senza reddito, in modo da conservare intatte tutte le risorse del nostro capitale sociale e da consentire di far sopravvivere e far compiere un salto di qualità alla organizzazione delle imprese e alla offerta di servizi, con scelte avvedute, nella consapevolezza che sono destinate a incidere sulla qualità della vita di ciascuna famiglia, sugli stessi tempi e ritmi della vita quotidiana delle persone.
A partire dal lavoro si deve ridisegnare il modo di essere di un Paese maturo e forte come l’Italia.
La fabbrica, i luoghi di lavoro, hanno orientato e plasmato i modi di vivere nei nostri borghi e nelle nostre città, e l’opera stessa delle istituzioni chiamate ad assicurare la realizzazione della solidarietà politica, economica e sociale prevista dalla Costituzione.
La battuta d’arresto che abbiamo subìto spinge ad accelerare la strada verso un cambiamento che sappia valorizzare e non subire fenomeni come la globalizzazione e la digitalizzazione dell’economia, con scelte lungimiranti, cui possono con efficacia contribuire le importanti decisioni già assunte e in corso di definizione da parte dell’Unione Europea.
Molto cambierà nella vita delle nostre società. Questo cambiamento andrà sapientemente governato affinché la nuova fase non comporti condizioni di ulteriori precarietà ed esclusionima sia l’occasione, al contrario, per affrontare efficacemente ritardi antichi come quelli del lavoro per i giovani e le donne, particolarmente acuti nelle aree del Mezzogiorno. Come il lavoro in nero o irregolare, da fare emergere per esigenza di giustizia e contro l’insopportabile sfruttamento.
Il ruolo degli imprenditori - piccoli e medi, lavoratori autonomi e grandi imprese - appare centrale, assieme a quello della ricerca, in questo processo di riprogettazione delle filiere produttive e distributive.
Oggi, mentre celebriamo in modo così diverso dal consueto questo Primo maggio, non possiamo non riconoscere gli importanti traguardi di giustizia sociale conseguiti attraverso le battaglie dei lavoratori e delle loro organizzazioni sindacali, efficaci strumenti di progresso ed eguaglianza.
Le Confederazioni sindacali hanno dedicato questa giornata al lavoro in sicurezza, per rendere solida e non fugace la prospettiva di rilancio.
Non può esservi – e non vi è - contrapposizione tra sicurezza, salute e lavoro.
E’ stata avviata la graduale ripresa della nostra vita sociale e di molte attività economiche.
La ripresa è possibile perché nei quasi due mesi precedenti siamo riusciti ad attenuare molto la pericolosità dell’epidemia. Dobbiamo difendere questo risultato a tutela della nostra salute.
Non vanno resi vani i sacrifici fatti sin qui se vogliamo assieme riconquistare, senza essere costretti a passi indietro, condizioni di crescente serenità.
Non va dimenticata l’angoscia delle settimane precedenti, sotto la violenta e veloce aggressione del virus, né che abbiamo superato i duecentomila contagi e che ogni giorno dobbiamo piangere alcune centinaia di vittime.
Questo richiede un responsabile clima di leale collaborazione tra le istituzioni e nelle istituzioni.
So che possiamo fare affidamento sul senso di responsabilità dei nostri concittadini– manifestato, in questo periodo, in misura ammirevole dalla loro quasi totalità – perché, nelle nuove condizioni, ci si continui a comportare con la necessaria prudenza.
Sono necessarie indicazioni - ragionevoli e chiare - da parte delle istituzioni di governo ma, oltre al loro rispetto, è soprattutto decisiva la spontanea capacità di adottare comportamenti coerenti nella comune responsabilità di sicurezza per la salute.
Attraversiamo un passaggio d’epoca pieno di difficoltà. Riusciremo a superarle.
A tutti i lavoratori, alle Stelle al Merito del Lavoro - abitualmente consegnate in tutta Italia in questa ricorrenza - va il saluto più cordiale e l’augurio di una rapida ripresa.
Buon Primo maggio».
Roma, 01/05/2020
"Come eravamo"
Le foto della Festa del Primo Maggio presso il Parco Ex Eridania di Parma negli scatti di Emiliano Zampella
Le foto della Festa del Primo Maggio presso il Parco Ex Eridania di Parma negli scatti di Francesca Bocchia
Di Nicola Comparato e foto di Valentina Carpin Traversetolo 1 maggio 2019 - . Come già annunciato, il PSI Federazione di Parma e provincia, coordinato dal segretario provinciale Cristiano Manuele, ha celebrato il 1 Maggio a Traversetolo. Il PSI da sempre schierato dalla parte dei più deboli e dei lavoratori, non poteva certo mancare a questo evento che rappresenta il sacrificio, le lotte e le conquiste dei lavoratori.
Il segretario provinciale Cristiano Manuele in un comunicato dichiara:
"I Socialisti del Parmense anche quest'anno hanno onorato la festa dei lavoratori del 1 Maggio incontrandosi anche a Traversetolo. La manifestazione nazionale di Bologna ha distolto l'attenzione dei sindacati locali dalle celebrazioni nei nostri territori, ma noi Socialisti abbiamo voluto ricordare, invece, che la festa del lavoro deve essere celebrata sempre e comunque in ogni città, paese, posto di lavoro per non lasciare adito, al revisionismo fascista dilagante, che vuole far passare il messaggio che la sinistra italiana sia alle corde, che la sinistra italiana non si preoccupi più dei problemi degli ultimi, dei bisognosi, di chi trae il proprio sostentamento dal lavoro.
I Socialisti Parmensi sono sempre attenti e vigili capendo che solo con più Lavoro, più Socialismo e più Europa si possono risolvere i problemi della nostra epoca."
Parma, 1° maggio 2019 - Partenza da via D'Azeglio e arrivo in piazza Garibaldi con sosta al monumento al Partigiano e alle lapidi ai Caduti. Il corpo bandistico Giuseppe Verdi ha fatto da sottofondo al percorso.
In Piazza Garibaldi la conclusione del corteo con gli interventi di Lisa Gattini, segretaria generale Cgil Parma, e di Angela Calò, segretaria generale aggiunto Cisl Parma e Piacenza. Il Sindaco Federico Pizzarotti ha invece invitato l'Unione Europea a farsi "garante dei diritti dei lavoratori e di concrete prospettive occupazionali per i giovani".
Cosa c'è da celebrare quest'anno? La disuguaglianza sociale che ha guadagnato un nuovo vantaggio o l'incremento dei soggetti a rischio di disoccupazione?
di Lamberto Colla Parma, 1 Maggio 2019 –
Accontentiamoci, anche per quest'anno, di due cantate e del solito concerto.
Dopo il concerto di Capodanno quello del 1° maggio, organizzato dalla potente triplice alleanza, è il più prestigioso dell'anno. Da Roma per espandersi in ogni angolo del Bel Paese, le note delle celebrazioni si leveranno al cielo, in quel Paradiso Laico dove nessuno si immolerà e nemmeno risorgerà per salvare il "Lavoro".
Già perché più passano gli anni e meno lavoro si trova. La disuguaglianza cresce e il rischio disoccupazione altrettanto.
Tutto è cominciato, in tempi non sospetti di crisi, con l'introduzione della "flessibilità" lavorativa, dal sapore anglosassone (CO.CO.CO. ad esempio - 1997 Treu - etc...), tanto sbandierata da quella sinistra perfetta nel criticare chi è alla guida del Paese e invece così "liberista" quando è al governo.
Con il "pacchetto Treu" (o forse sarebbe meglio dire "pacco Treu") il lavoro interinale e altre forme contrattuali di lavoro atipico ottengono il riconoscimento legislativo da parte dell'ordinamento italiano.
Il "Pacchetto Treu" viene considerato come uno dei principali atti legislativi che hanno riconosciuto il lavoro interinale generando il fenomeno del precariato in Italia.
Quella sinistra che, se deve sottrarre dei diritti, preferisce esonerare i dipendenti pubblici e così l'articolo 18, che era una parte fondamentale dello Statuto dei lavoratori, viene cancellato nel settore privato e mantenuto nel pubblico impiego, giustappunto per non creare diseguaglianze di trattamento e proteggere i poveri "furbetti del cartellino".
Il primo colpo all'articolo 18 lo diede la legge Fornero del 2014 e poi, definitivamente e "orgogliosamente", sepolto l'anno successivo grazie al Jobs Act del fenomenale tandem Renzi - Poletti.
L'avrei compreso maggiorente, seppure non giustificato, se a approvare una tale riforma fosse stato un "Governo Fascista" e invece il Jobs Act (anche la nomenclatura è anglosassone pur di edulcorare la "mattonate") ha introdotto nel nostro ordinamento il contratto di lavoro a tempo "indeterminabile" e a "tutele crescenti". In pratica, dal 7 marzo 2015 si può essere licenziati in qualsiasi momento e senza particolari motivazioni, "conquista" vanto di Renzi: "Noi abbiamo infranto il tabù dell'art. 18."
Quest'anno cosa c'è da festeggiare?
Forse l'aumento delle morti sul lavoro, o forse dei suicidi e tentati suicidi economici? No, forse sono da celebrare i successi dichiarati dall'OCSE nei giorni scorsi, in cui viene segnalato il raddoppio della sottoccupazione a partire dal 2006. "In particolare, riferisce il dossier, i contratti a tempo determinato si collocano al 15,4% del lavoro dipendente contro una media nell'area Ocse dell'11,2%." e prosegue "Scivolano i salari. I rischi di un salario basso sono aumentati più della media Ocse per i lavoratori dipendenti con un livello di istruzione medio o basso." Insomma, sempre secondo l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, siamo il fanalino di coda dei Paesi OCSE e raggiungiamo il paradosso che al tasso elevato di disoccupazione si aggiunge il "rischio disoccupazione".
Vabbé, intanto cantiamo per dimenticare, per festeggiare c'è tempo.
(Foto: Francesca Bocchia - Parma 2018)
Di Nicola Comparato - L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro, come recita la nostra Costituzione e il PSI Federazione di Parma e provincia ci tiene a ricordarlo organizzando un presidio a Traversetolo in provincia di Parma.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Cristiano Manuele Segretario Provinciale del PSI Federazione di Parma e provincia:
"Il Socialismo non è certamente stato seppellito..certo il Psi in Italia non è messo bene...ma come diceva Popper "il fortino regge se la guarnigione è buona"... Possiamo dire che la guarnigione del Psi è un po' scarna..alcuni magari disertano..alcuni pensano solo a se stessi..ma la maggior parte di quelli rimasti non ha poltrone, ma solo un gran lavoro per difendere il prossimo, per difendere il lavoro, per difendere la nostra democrazia. Per questi motivi, tutti coloro che sentono di voler sacrificare le proprie energie per una giusta causa, sono invitati il 1 maggio alle 11,00 a Traversetolo. Il ritrovo è al bar "Ex Enel"..e chi non viene.. Bhe si guardi allo specchio e taccia!!
Nel giorno della Festa dei Lavoratori si è svolto, come di consueto, il corteo del Primo Maggio. Partenza da via D'Azeglio e arrivo in piazza Garibaldi con sosta al monumento al Partigiano e alle lapidi ai Caduti. Per tutto il tragitto ha suonato il corpo bandistico Giuseppe Verdi.
In testa al corteo il Sindaco Federico Pizzarotti e le rappresentanze sindacali.
(Foto, galleria immagini e video di Francesca Bocchia)
- prosegue in galleria immagini -